venerdì 2 dicembre 2016

Novità noir/poliziesco (Frilli Editori, Lettere Animate, goWare Ed.)



A voi che prediligete polizieschi e noir, ecco qualche consiglio!!


Partiamo dal romanzo poliziesco della veneziana Sonia Perin:


LA TELA RUSSA
di Sonia Perin



Ed. Lettere Animate
188 pp
14 euro
Non guarderete più Venezia allo stesso modo

Asia Colmar è l’unica a conoscere il piano 
ed è l’unica che li può fermare.
Lei può salvare Venezia, 
ma per farlo deve stare al loro gioco.


Asia Colmar è una donna che ha cambiato vita. Ha deciso di intraprendere una strada diversa e decisamente meno pericolosa di quella che conduceva fino a qualche anno prima. E’ forte e determinata, una “tosta” mascherata da semplice impiegata di un’agenzia di viaggio veneziana invischiata, suo malgrado, in un diabolico piano per mettere in ginocchio la millenaria città lagunare, e con essa l’Italia intera.

La tela russa
 è il poliziesco della veneziana Sonia Perin, già autrice di numerose pubblicazioni di narrativa e poesia dal 2008 ad oggi, ed è il primo capitolo di una serie che vedrà come protagonisti non solo Asia Colmar, ma anche un altro fondamentale personaggio, nucleo portante della vicenda, il terrorista Simon Fjòdor.

«Il romanzo è nato sulla spinta della mia prepotente voglia di scrivere, di fissare sulla carta ciò che la mia fantasia, prendendo spunto da fatti purtroppo reali, mi suggerisce - spiega l’autrice - ho voluto scrivere qualcosa di diverso dal solito, che si discostasse sia dai miei scritti passati che dalle tematiche thriller/poliziesche più in voga


Sinossi

Asia Colmar, alias Antonia Verga, è un’ex agente, della Cia prima e della Dis dopo, che vive in condizione protetta e sotto falso nome a seguito di un attentato, un’autobomba a lei destinata che è però costata la vita a suo marito, anch’egli agente segreto. Giudicata non idonea e affetta da stress post traumatico, nonché facile bersaglio per i terroristi, viene messa in congedo obbligato. Durante un’azione antiterroristica che si era svolta mesi prima alla stazione di Venezia, infatti, Antonia era stata involontariamente testimone di una “passaggio di mano” tra uno dei terroristi autori della strage e un individuo che pareva far parte della Dis. Ora, a distanza di anni, una pericolosa minaccia incombe su Venezia e l’unica speranza di salvezza è nelle sue mani. Il carnevale rischia di trasformarsi in un’enorme maschera di sangue e distruzione ordita dall’Isis e da alcuni terroristi russi. Un passato che non vuole essere dimenticato e che torna, più potente e reale che mai, nella mente e nel cuore di una donna. Un incubo soffocante che si nutre degli ideali dell’estremismo islamico.


La seconda segnalazione è il nuovo romanzo di Andrea Mariani è un noir adrenalinico, in bilico tra realtà e allucinazione.


DIETRO L'OMBRA DEL CLOWN
di Andrea Mariani



goWare
pp. 208
€ 4,99 (digit)
€ 11,99 (cart.)
Andrea Carnera è un giovane disadattato con una vita mediocre, piena di cinismo. Dopo un oscuro tentativo di suicidio la sua unica consolazione è la pornografia, che consuma senza controllo.

A complicare le cose arrivano un misterioso clown, intenzionato a strappargli la ragione, e una coinquilina mozzafiato da cui farebbe meglio a tenersi alla larga. In una Milano sfuocata che non lascia niente al caso, Andrea dovrà farsi strada in un mondo di delinquenti e spacciatori prima di capire che cosa si nasconda realmente tra le pieghe del suo passato e decidere di cancellare ancora una volta i suoi ricordi.

Andrea Carnera è il protagonista di Dietro l'ombra del clown, il nuovo romanzo di Andrea Mariani, edito da goWare, un noir adrenalinico che trascina il lettore in un viaggio allucinato da cui sarà difficile staccarsi.


L'autore.
Andrea Mariani ha dimostrato fin da giovane un animo bohémien votato alla perdizione che, nel tempo, lo ha trasformato in un saccente cultore di musica grunge. Nel corso degli ultimi anni ha pubblicato Ossarotte (Momentum Edizioni), Rollercoaster (Meme Publishers) e Dove hai dormito la notte scorsa? (Lite Editions). Musicista e frontman del gruppo Endorfina, colleziona canzoni autoprodotte scaricabili gratuitamente su YouTube
.


Termino con il nuovo romanzo giallo-noir “L’ALTRA FACCIA DI MILANO” di Adele Marini con Fonte Gheppio (Fratelli Frilli Editori).


L'ALTRA FACCIA DI MILANO
di Adele Marini, Fonte Gheppio


Ed. Frilli
368 pp
14.90 euro
Un hard disk zeppo di file criptati. 
Uno strano omicidio che pare di semplice soluzione ma che in realtà nasconde l’oscurità di un mondo a parte. 
Niente in questo romanzo intessuto di bugie e segreti è quello che appare.
Il cadavere di un ragazzino rinvenuto a Milano dà il via a un’indagine la cui soluzione sembra scontata. 
Il fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio è appena stato aperto quando il commissario Vincenzo Marino deve assentarsi per qualche giorno: una raccomandata lo ha convocato a Lugano, presso una società fiduciaria. 
La notizia che riceve dall’avvocato d’affari Fréderik Moïses lo tramortisce: il colonnello Glauco Sereni, un ex carabiniere con il quale in passato aveva condiviso diverse indagini è rimasto ucciso in un incidente stradale e ha nominato suoi eredi lui e la collega Sandra Leoni, sua vice ai tempi in cui lavoravano insieme alla sezione Omicidi della quadra mobile di Milano. Marino e Leoni non avevano mai nutrito né simpatia né amicizia nei confronti del defunto colonnello Sereni che giudicavano un personaggio ambiguo e con troppe ombre. 

Effettivamente il colonnello era stato un agente dei Servizi di intelligence e come tale, per sua ammissione, aveva partecipato a oscure operazioni in giro per il mondo: un modo di servire lo Stato che agli occhi dei due commissari rappresentava un'anomalia, lontana dalla loro integrità morale. 
L’eredità consiste in un rustico in Sardegna e in un gozzo da pesca ormeggiato sulla costa orientale. Marino e Leoni, un tempo legati da un sentimento perennemente in bilico fra l’amicizia e l’attrazione fisica, decidono di andare insieme a dare un’occhiata. Arrivati sull’isola, temendo una trappola postuma del colonnello, si dedicano a una meticolosa perquisizione al termine della quale rinvengono l’hard disk. 
L’archivio segreto del colonnello? 
Leoni ne apre uno a caso. È datato 1992 e la lettura si rivela un vero e proprio viaggio nell’inferno della ex Jugoslavia in pieno massacro. La lettura del diario del colonnello fa da contrappunto alle indagini sulla morte del ragazzino che si rivelano ben più complesse di come erano apparse all’inizio e la cui soluzione è un altro viaggio nel cuore del male assoluto di una Milano rapace, spietata e indifferente.


L'autrice.
Adele Marini, giornalista milanese specializzata in cronaca nera, ha lavorato per importanti settimanali nazionali e collaborato con diversi quotidiani. Il suo primo romanzo, Il Consulente (Mario Modica editore, 1994), che ha per argomento l’infiltrazione di Cosa nostra nell’imprenditoria del Nord, ha aperto la strada per quel genere letterario fra attualità e invenzione che gli anglosassoni chiamano nonfiction novel. Strada che l’autrice ha proseguito con la trilogia “mafiosa”: Milano solo andata (2005), con cui ha vinto il “Premio Azzeccagarbugli 2006”, Naviglio blues (2008), entrambi pubblicati sia in Italia, dalla Frilli editori, sia in Germania da Random House-Goldmann, e A Milano si muore così (2013), dedicato alla ‘ndrangheta, ai suoi riti e all’infiltrazione nei lavori per Expo. Anche questo romanzo, pubblicato dalla Frilli, ha ottenuto il Premio Azzeccagarbugli 2014 nonché il premio nazionale M.E.I.per l’impegno contro le mafie. L’ultima fatica: Io non ci sto (2014 Feltrinelli), è dedicata invece ai servizi segreti e alle loro responsabilità nella destabilizzazione del Paese e nei depistaggi. Della stessa autrice, racconti inseriti in prestigiose antologie e infine due saggi pubblicati in eBook: I fondamentali della scrittura d’indagine (2010) e Arriva la scientifica (2011) ai quali hanno già attinto alcuni studenti per le tesi.

Consigli di lettura a tema natalizio




Carissimi lettori, sbirciamo insieme qualche nuova uscita in libreria che abbia come sfondo l'elettrizzante atmosfera del Natale?

Racconti originali, ironici o onirici, storie d'amore che scaldano il cuore, fiabe che fanno sognare.


Una magica fiaba di Natale dall’autrice di Mary Poppins, pubblicata nel 1962 e oggi riscoperta, per lettori di tutte le età.

La volpe alla mangiatoia. Una favola di Natale
di Pamela Lyndon Travers



Sellerio ed.
trad O. Guaita
112 pp
10 euro
1 dicembre 2016
Illustrazioni di Thomas Bewick
Titolo originale: The Fox at the Manger


«Natale è arriva-a-a-to / Natale è arriva-a-a-to / Il Re d’Israele è na-a-a-to, cantavano i ragazzi del coro, lanciando, come strilloni musicali, la lieta novella per tutta la cattedrale fin su nella vasta cupola oscura.
«Il silenzio piombò come un tuono, e fu rotto soltanto da uno scalpiccìo di scarpe nere sotto rosse tuniche e da un decoroso schiarirsi di gole, quasi apologetico, ehm, ehm, ehm, giù per tutta la fila.
«Poi il maestro del coro alzò il dito. Come ipnotizzato il coro stette a fissarlo raccogliendo il fiato per il prossimo sforzo. Il dito si agitò: uno, due! Ed ecco i narratori della novella, così vecchia e così nuova, partirono ancora una volta, a voce spiegata, a raccontarla in una diversa versione».

P. L. Travers (1899-1996) è la creatrice di Mary Poppins: una decina di libri dal 1934, amati da generazioni. Scrisse anche poesie e saggi. E racconti sparsi in cui l’umore, severo, paradossale, affettuoso, di quel personaggio è dominante. Come questo del 1962 che inscena la prima messa di Natale dopo la fine della guerra nella cattedrale di St Paul a Londra. 
Frutto inatteso della suggestione, una selvaggia volpe rossa porta al Bambino un dono che solo lei può dare, circondata dall’inutile disprezzo dei mansueti animali della mangiatoia. Una vicenda della natività dal punto di vista di Reynard, la volpe; mentre corrono i commenti di tre bambini, magnifici nel loro tagliente umorismo naturale. Dalla penna di una scrittrice che sapeva ripetere la geniale facoltà infantile di spremere il surreale dalla realtà.

L'autrice.
P. L. Travers, nata Helen Lyndon Goff (Queensland, Australia 1899-Londra 1996), attrice, danzatrice, giornalista, critica, studiosa di filosofia, miti e folklore, scrisse Mary Poppins, nel 1934, per alleviare se stessa e le sorelle da dispiaceri familiari. Dopo il grande successo scrisse, con il personaggio di Mary Poppins, una decina di altri romanzi. Sellerio ha pubblicato Zia Sass (2015) e La volpe alla mangiatoia (2016).


LA ROSA DI NATALE



Ed. Avalon Books
5.99 euro (cart.)
0.99 euro (kindle)
Dicembre 2016
Una storia natalizia di magia, speranza e seconde opportunità per tornare ad amare, dalla stessa autrice de Il giardino dei Topazi.

Constance viene da Parigi, 
Charles è un lord londinese, 
Margareth è una bimba che vorrebbe solamente vedere suo padre sorridere di nuovo e aspetta la notte più magica dell'anno, 
quella di Natale sperando 
che il suo desiderio si avveri.



Constance Chevalier è una chef stellata che, per amore di Kevin, ha lasciato Parigi e si è trasferita a Londra. 
Sembra vivere un sogno bellissimo ma dopo pochi mesi il sogno si infrange. 
Kevin mostra la sua vera natura di meschino traditore. E dopo nemmeno un anno di convivenza con il suo principe azzurro, Constance si ritrova senza casa, senza lavoro e senza fidanzato. 

Charles Bradbury è un lord che vive alle porte di Londra. Vedovo con una figlia di otto anni, sta cercando proprio una nuova cuoca, prima di trasferirsi per lavoro in Germania.
Però per le feste natalizie una cuoca serve proprio. 
E per una serie di coincidenze, Constance riesce a ottenere il lavoro. 
Così lascia l'appartamento dell'amica Sarah e si trasferisce in casa Bradbury, convinta di doverci rimanere per poco tempo e di doversi occupare e preoccupare solamente del suo lavoro. 
Ma le cose non sempre vanno come ci si aspetta... 


STORIE DI NATALE
di AA.VV.


Ed. Sellerio
299 pp
14 euro
Novembre 2016
Una grande conchiglia sonante è il simbolo del Natale di Tridicino, pescatore di Vigàta, nella storia di Andrea Camilleri, decisamente mitico-mediterranea, in contrasto con lo spirito fiabesco e invernale.

Anche i racconti che seguono parlano di Natali straordinari, e fuori dai migliori (o dai peggiori e più comuni) sentimenti, immaginati da alcuni tra i più originali scrittori del momento. Quello di Giosuè Calaciura è forse un racconto morale sulla diversità e la sua conciliante poesia. 
Antonio Manzini intreccia una Vigilia beffarda ai danni di un poveraccio vittima dell'ingiustizia, di classe, dell'amore. L'eroe natalizio di Fabio Stassi è un detenuto in trasferimento verso un'isola. 
In un laboratorio misterioso nel mare greco si svolge l'avventura onirico virtuale inventata da Francesco Cataluccio. 
Il pranzo di Natale nell'autogrill isolato nella neve è comico assurdo e cinicamente ironico, specchio autentico dell'umanità come è per Francesco Recami
Alicia Giménez-Bartlett rappresenta un Natale borderline, claustrofobico, come può essere quello con la sola compagnia casuale di una fanatica religiosa. 

Così "Storie di Natale" forma un campionario molto vario delle versioni possibili del classico racconto: un Natale che persiste perché non può che resistere nel desiderio di ognuno, ma si sfilaccia, si deforma, si modella sulle vite d'oggi.



LA LAGGENDA DELLA ROSA DI NATALE
di Selma Lagerlof



Ed. Iperborea
128 pp
14.50 euro
Novembre 2016
Una foresta innevata che si trasforma a Natale in un meraviglioso giardino, impervie montagne che rivelano miniere d'argento, schiere di anime perdute che penano tra i ghiacci eterni, accudite da una vecchietta abbandonata che non si rassegna alla solitudine: è la Svezia delle antiche fiabe che rivive in questi racconti di Selma Lagerlöf, quella dei miti e delle leggende, delle storie tramandate al lume di candela nelle lunghe notti nordiche. 
Ma come nei suoi grandi romanzi, lo sfondo fantastico serve a raccontare i desideri, le passioni, le grandi domande morali. 
La fede nella bellezza di un vecchio abate che fa nascere un fiore nel buio inverno del Nord, la giovane che perde il suo amore in mare e trova nei sogni come riportarlo in vita, il violinista presuntuoso che impara l'umiltà dalla musica di un ruscello. 
Dietro un'apparente semplicità emerge una sottile indagine dell'animo umano: non c'è mai un "vissero felici e contenti" nelle sue storie, ma il lieto fine è segnato da una redenzione, l'accettazione di un limite, il superamento di una paura, una ritrovata fiducia nella fantasia.
E quasi sempre il "miracolo" avviene attraverso un racconto nel racconto, quell'inesauribile potere dell'immaginazione di far vedere la realtà con altri occhi o di ricrearla, di trasformare uno scrigno nascosto nel tesoro dell'imperatrice Maria Teresa, e di insegnare a re Gustavo come il valore degli uomini superi ogni ricchezza.



RACCONTI DI NATALE
di Carmine Treanni (a cura)



Ed. CentoAutori
118 pp
6 euro
Novembre 2016
Sei racconti, cinque grandi scrittori, un solo tema: il Natale. Storie di miseria, di solidarietà, di nostalgia, di miracoli che esprimono appieno una festa che si rinnova ogni anno nel segno della speranza. 

Carlo Collodi, l'autore di Pinocchio, in "La festa di Natale" ci ricorda - attraverso la storia di Alberto, un bambino di sette anni - di prenderci cura di chi è meno fortunato nella vita. 
Il premio Nobel per la Letteratura Grazia Deledda ci propone una storia commovente, "Il Natale del consigliere", in cui un uomo torna a casa per Natale e ricorda un amore giovanile. Guy de Maupassant ci narra in "Racconto di Natale" un miracolo avvenuto in una chiesa della Normandia e, poi, in "Una cena di Natale" di come due contadini possano nascondere il cadavere di un parente morto. "Natale sul Reno" di Luigi Pirandello è la storia di chi è andato a studiare in Germania e non può non rimpiangere il Natale vissuto da ragazzo in Sicilia, con tutti i suoi rituali. 
Infine, Matilde Serao, in "Canituccia", ci racconta la storia di una piccola fioraia e del suo "amico" Ciccotto, un maialino che sarà condotto alla sua inesorabile fine.

giovedì 1 dicembre 2016

Recensione: LA BAMBINA-FIORE di Elena Malagoli, Rossella Calabrò



Ci sono libri che non sono come "gli altri", che non si limitano a darti emozioni e sogni che poi, voltata l'ultima pagina, restano un ricordo piacevole ma che magari durerà pure poco (fino al prossimo libro e alla prossima storia?); no, la storia narrata in "La bambina-fiore" è di quelle che ti toccano profondamente, ti commuovono, ti inteneriscono, ti fanno piangere, sorridere, sperare, perchè ti avvicinano a persone reali, che hanno deciso di condividere con te, lettore, un pezzo della loro vita, con tutte le gioie, i dolori, le attese realizzate e le delusioni che sempre la caratterizzano, e quando c'è questo genere di condivisione così forte e vivo, ci sentiamo inevitabilmente "toccati" e coinvolti in qualcosa di speciale.



LA BAMBINA-FIORE
di Elena Malagoli, Rossella Calabrò



Editore: Emma Books
Collana: LIFE
Formato: L
Prezzo: €4,99
in tutte le librerie digitali

"Non sei sola, mammina, quante volte te lo devo dire?
Siamo mamma e figlia, siamo amiche, siamo le pescioline più unite dell’oceano, le famose pescioline-siamesi, incollate l’una all’altra per nuotare meglio, ché con due code e quattro pinne, sai che capriole pazzesche riusciamo a fare?" 

Elena è una donna che ha superato i 35, sposata, finora ha sempre pensato alla carriera, finchè a un certo momento sopraggiunge il desiderio di maternità; resta incinta ma la gravidanza si rivela complicata e purtroppo partorisce 12 settimane prima del previsto, cosa che reca con sè conseguenze decisamente gravi per la piccola che porta in grembo.

Nata parecchio in anticipo, Ilaria è uno scricciolo di mezzo chilo che da subito deve combattere per sopravvivere; la nascita prematura sembra aver causato tanti problemi ai quali il personale medico cerca di rispondere come può, ma col passare delle settimane viene fuori un'amara verità: Ilaria è una cerebrolesa, ha riportato gravissime lesioni al cervello che comporteranno tutta una serie di altrettanto drammatiche problematiche di salute e di inevitabili menomazioni.


"Le diagnosi, chiarissime, picchiavano come sassi di grandine, e venivano anche messe per iscritto, per non lasciare né dubbi né speranza.Spasticismo, tetraparesi, cecità, microcefalia, epilessia, grave ritardo psico-motorio."


Ascoltare i responsi negativi e scoraggianti dei dottori dispiaciuti e impotenti, è per i genitori della piccola bimba qualcosa di estremamente doloroso.
Sapere che tua figlia crescendo sarà una bambina "diversa", con tanti problemi, che non farà mai una vita "normale", che non sarà in grado di correre, giocare, studiare, suonare uno strumento musicale... come tutti i bambini (la maggior parte, quanto meno) è una spada nel cuore che ferisce e fa grondare sangue, dolore, disperazione...

Elena cerca in tutti i modi di reagire e star vicina alla sua piccola, quando è ricoverata in ospedale, ma sarà quando uscirà e tornerà a casa che inizierà il vero... calvario.

Prendersi cura di un disabile, che vive (vegeta...?) solo unicamente grazie alle cure del care giver che a lui dedica totalmente le sue giornate, è un vero e proprio lavoro, che sfianca il corpo e lo spirito, 
Elena si ritrova a dover fare l'infermiera a questa figlia speciale e si rende conto che nei suoi confronti prova tanti sentimenti e pensieri contrastanti, tanti dei quali lei si vergogna di ammettere anche a se stessa.

La consapevolezza che Ilaria, che avrebbe dovuto portare gioia, sorrisi, risate... nella vita dei genitori, invece ha portato un senso di dolorosa impotenza per una condizione che non potrà mai migliorare, getta Elena nella disperazione e col passare dei giorni, nel mutismo, nella solitudine, nella prostrazione più nera.

Elena sa di amare sua figlia eppure sente anche forti sensi di colpa perchè spesso si ritrova a chiedersi: Come si fa ad amare una persona che ha una capacità relazionale ed un'intelligenza inferiori a quelle di un cane?

La domanda è brutale ed Elena ne è cosciente, tant'è che si sente cattiva e indegna come madre per aver solo formulato un pensiero del genere, che appunto non ha il coraggio di condividere con altri, perchè già immagina gli sguardi e le parole di disapprovazione che riceverebbe, ma essa resta lì, in un angolo della sua mente, pronta a lampeggiare e a ricordarle che Ilaria non è una bimba come le altre, e che una disabile gravissima come lei più che a una persona..., somiglia a una pianta, a un fiore.., a un geranio, per esempio.

Elena è una mamma cui la vita ha gettato addosso un fardello - che non è la bambina, ovvio, ma la sua condizione di handicap - che non è affatto facile da portare, ed infatti esso spesso la schiaccerà, la farà sentire annientata, la porterà ad isolarla, ad ammalarsi fisicamente e mentalmente..., ma alla fine di questo tunnel Elena potrebbe finalmente accorgersi che c'è una luce, una speranza, che ci sono tante ragioni per cui quello scriccioletto magro, dallo sguardo fisso, con le mani chiuse a pugno e aperte di scatto per via degli spasmi, con quella bocca che non dirà mai "mamma" ma che pure regala sorrisi luminosi..,, sì, proprio lei, Ilaria, la figlia-geranio, è degna di amore, di calore, rispetto, coccole, cure... e che essere la sua mamma è la cosa più bella del mondo.

"Ilaria a ben vedere assomigliava davvero tanto ai miei fiori. Delicati, fragili ma tenaci. Anche lei stava lì ferma e non andava da nessuna parte, attaccata alla terra della sua vita con radici profonde, anche lei stava lì e semplicemente cresceva e viveva, sopportando sofferenze e malattie con coraggio, spesso senza nemmeno piangere, per amore della sua piccola esistenza.Muta e bella come un fiore, e come un fiore che gode soltanto di luce, di acqua, di sole e di vento, anche lei come loro fremeva di felicità per il sole e la brezza che le accarezzano il viso, per il canto di un uccellino, per la musica del vento fra le foglie, per una parolina dolce, per una carezza. Per ogni piccolo gesto di attenzione e di amore nei suoi confronti vibrava di emozione, sospirando e sorridendo, con quei suoi sorrisi così intensi, così partecipi e vivi da sembrarmi benedetti."

Elena attraverserà periodi di profondo sconforto, arriverà a toccare momenti di solitudine e disperazione, ma l'amore per la sua piccola Principessa del Regno Vegetale le darà la forza di non soccombere davanti al proprio dolore.


In questo libro autobiografico l'Autrice si racconta in prima persona e ci fa entrare nelle sue giornate, rendendoci partecipi delle emozioni che hanno caratterizzato una fase importante della sua vita, ci apre un velo su quello che è il "mondo della disabilità" visto con gli occhi di chi vi è dentro con tutto se stesso, e lo vive giorno per giorno, con tutto il carico di difficoltà da affrontare, e non soltanto quelle di tipo materiale, pratico, ma ancor di più quelle emotive e mentali.

Elena ci parla di sè senza risparmiarsi, condividendo anche quei pensieri, quei dubbi, quelle domande... che hanno attraversato il suo cuore e la sua mente nei momenti di scoraggiamento e di cui si sentiva in colpa; Elena ci appare una donna forte, una roccia che cerca di resistere alle onde altissime e furiose di una situazione difficile che per chiunque sarebbe arduo fronteggiare, ma al contempo, Elena ci mostra anche la parte di sè debole, bisognosa di aiuto, comprensione, gesti di tenerezza, cose di cui ogni persona ha di certo bisogno, ma tanto più chi si prende cura notte e giorno di un disabile grave e non di rado si sente solo, lasciato a se stesso, incompreso.

Quando una disabilità entra in una famiglia, è inevitabile che la sconvolga, perchè dopo aver spezzato i sogni felici che gravitavano attorno al bimbo che si aspettava, spezza anche gli equilibri, le abitudini, le aspettative, le speranze di tutti i suoi membri.
Elena dovrà fare i conti anche con gli effetti collaterali dell'handicap di Ilaria: la gestione del rapporto di coppia, il carico di sofferenza vissuto anche dal padre della bimba, i problemi a lavoro, il fronteggiare i problemi di salute di Ilaria e le sue crisi improvvise e frequenti, il rapporto con le varie persone (aventi pregiudizi, timori, idee.. tutte personali, soventemente errati e inopportuni) con cui ci si imbatte nel proprio cammino...

Ma, come dicevo, Elena dovrà vedersela soprattutto con se stessa, lavorarci su per arrivare ad afferrare la gioia di essere la mamma di una splendida bambina-fiore.

La testimonianza di Elena è intensa, toccante, ad ogni rigo ne percepiamo i sentimenti e gli stati emotivi, le paure, i sensi di colpa, la sofferenza, ma anche l'amore per questa piccola guerriera che la vita ha messo alla prova dal primo momento in cui è nata.
Non si può restare indifferenti dinanzi al racconto onesto ed emotivamente forte di una mamma con una figlioletta disabile e tanti sono i momenti in cui sentiamo anche noi una forte commozione, e quasi vorremmo essere lì con lei per offrire un po' di sostegno, di compagnia, fosse anche un solo gesto di tenerezza.., qualcosa che faccia sentire questa mamma meno sola.

E ad arricchire di tenerezza il racconto personale di Elena, ci sono delle parti scritte in corsivo e che appartengono all'altra Autrice del libro, Rossella Calabrò, che si è fatta immaginaria portatrice dei pensieri e dei sentimenti di Ilaria.
Se Ilaria non può parlare, allora dobbiamo metterci noi - che diciamo di essere i normali - all'ascolto, e sforzarci di immaginare cosa potrebbe sentire, pensare, come ama una bambina speciale come Ilaria.
Ebbene, i passaggi in corsivo sono quelli, quindi, in cui "parla" Ilaria, e ci regalano non solo momenti teneri e commoventi, ma anche divertenti e buffi, e se ascoltiamo bene, capiremo che Ilaria ha tanto da insegnare, non solo alla sua mamma - che ha bisogno della sua bambina-fiore tanto quanto quest'ultima ha bisogno dell'amore incondizionato della mammina - ma anche a noi che leggiamo.

"La bambina-fiore" è un libro da leggere, che vi toccherà profondamente perchè... è tutto vero: le persone, le loro emozioni, la loro rabbia, le tante difficoltà affrontate, gli amori persi e quelli giunti all'improvviso, la gioia di vivere ritrovata e la voglia di raccontare al mondo che mamma "si impara ad esserlo" e ad insegnarlo sono questi meravigliosi fiori che si chiamano "figli", fiori che a volte hanno un gambo più debole "degli altri", hanno foglioline che volano via al primo soffio di vento... e che proprio per questo chiedono ancora più amore, sorrisi, carezze.


Invitandovi col cuore a leggere questo libro meraviglioso e vero, vi lascio con la splendida canzone di Renato Zero "NEI GIARDINI CHE NESSUNO SA":



Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere
Esili, fragili non negargli un po' del tuo amore
Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso al quel cielo
Gli uomini non brillano se non sono stelle anche loro

Mani che ora tremano perché il vento soffia più forte
Non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte
Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo




READING CHALLENGE 2016 e bilancio delle letture di novembre



Come sono andate le nostre letture di novembre?
Ecco il mio personale monthly recap!

Se vi va, raccontatemi anche com'è andato il vostro novembre libroso ^_^


Partiamo dalla Reading Challenge, di cui mi mancano due obiettivi per essere completa..


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  • Obiettivo n. 27.Un libro di un autore africano - CACCIATORI DI DIAMANTI di Wilbur Smith (RECENSIONE): un romanzo d'avventura, dove al centro non vi è soltanto la ricerca spasmodica di diamanti (e quindi di ricchezza) ma soprattutto a muovere i protagonisti sono ora il desiderio di dimostrare il proprio valore, ora la vendetta e l'invidia.
  • Obiettivo n.34. Un libro che avevi interrotto A UN CERBIATTO SOMIGLIA IL MIO AMORE di David Grossman (RECENSIONE): con una scrittura dettagliata e viva, Grossman ci parla di sentimenti e di rapporti famigliari attraverso gli occhi, i pensieri, i gesti di una donna che cerca di affrontare, facendosi forza e armandosi di un vigore che forse non sapeva di possedere, un dolore che - lei è convinta - quasi certamente arriverà a lacerarla.


Altri libri letti:

  • "MI INNAMORAVO DI TUTTO. Storia di un dissidente" di Stefano Zorba (RECENSIONE): un libro dai toni biografici che, sull'onda delle note e delle parole della significativa canzone di De Andrè - "Coda di Lupo" - ripercorre gli anni della contestazione e delle lotte giovanili che hanno caratterizzato il nostro Paese, le lotte di chi si ribellava ai falsi dèi che si sono imposti dal secondo dopoguerra in poi: il dio degli inglesi, il dio goloso, il dio della Scala, il dio a lieto fine..., dèi ai quali non devi credere mai, portatori, come sono, di false illusioni; al centro vi è un uomo che ha indossato i non comodi panni del dissidente per opporsi proprio a questi falsi dèi..., ma con quali risultati?
  • SPLENDORE di Margaret Mazzantini (RECENSIONE): una storia d’amore, un amore difficile, dal retrogusto malinconico e amaro, come lo è lo stesso finale, che però nonostante tutto ci ricorda che nessuno di noi dovrebbe mai vergognarsi di sé e del proprio personale "viaggio", perché la vita merita di essere vissuta e cavalcata nel suo “incessante splendore”.
  • RITROVIAMOCI ALLA FINE DEL MONDO di Angelica Romanin (RECENSIONE): una simpatica e divertente "gabbia di matti" è quella in cui mi sono infilata leggendo questo racconto decisamente ironico e frizzante, con personaggi bislacchi, in fondo alla ricerca di un po' di equilibrio e serenità, come tutti ne vorremmo nella vita.
  • LA CIFRA CORRETTA di Simone Palmanti (RECENSIONE):  un thriller particolare, originale e davvero piacevole da leggere; l'ironia e un acuto umorismo sono i suoi punti di forza, a mio avviso, e le stesse tematiche trattate, attuali e drammatiche - immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro nero, storie di illegalità e assassini senza scrupoli -, giungono al lettore con un tono volutamente leggero, attraverso le diverse prospettive dei personaggi coinvolti.
  • AMORI E ALTRI MISTERI di Antonella Albano (RECENSIONE):  un romanzo d'amore dove non manca l'avventura, con una trama bella movimentata, cui fa da sfondo una dimora nobiliare prestigiosa, teatro di ricevimenti fini ed eleganti ma anche di intrighi e ipocrisie.
  • "ZOIRA&MAX. Un'indimenticabile notte di Natale" di Bonifacio Vincenzi (RECENSIONE): una favola molto carina, con un linguaggio semplice e vivace, quindi adatto ai piccoli lettori, che fa sorridere anche gli adulti, grazie ai pochi ma simpaticissimi personaggi, che arrivano a noi con un tono dolcemente ironico; una favola che ci trasporta nella atmosfera festosa e luccicante del Natale, che fa da sfondo a un viaggio magico in un mondo in cui i protagonisti sono gli animali, i quali con i loro modi di fare sono capaci di far riflettere grandi e piccini su temi importanti della vita.
  • L'AZZURRO DELL'AMICIZIA di Imma Pontecorvo (RECENSIONE): un racconto che tratta di bullismo e razzismo (con accenni anche all'anoressia), tematiche purtroppo dolorosamente attuali, attorno alle quali non bisogna mai "abbassare la guardia", ma anzi dare risposte adeguate a questi deprecabili "fenomeni" troppo frequenti nella nostra società e in preoccupante aumento tra i giovanissimi/giovani.
  • I COLORI DELLA NEBBIA di Mary e Frances Shepard (RECENSIONE): un romance storico ambientato nel 1815, accurato nella ricostruzione del contesto socio-politico, di quei difficili anni, della città di Mantova, costretta ad ospitare l'odiato straniero (prima i francesi, poi gli austriaci), che ruota attorno alla bella storia d'amore tra una giovanissima ragazza mantovana e il suo aitante e coraggioso ufficiale austriaco.
  • IL SEGRETO DI LUCA di Ignazio Silone (RECENSIONE): attraverso una scrittura e una narrazione semplici e chiare, Ignazio Silone ci racconta di due uomini uniti da una sincera amicizia: il primo, ormai anziano, ha subito e vissuto sulla propria pelle una grande ingiustizia, e l'altro, più giovane, mosso da ideali di giustizia, cerca di scoprire la verità su una storia di cui nessuno sembra voler parlare e che tutti vorrebbero seppellire sotto coltri di segreti ingombranti.E
  • I SOTTERRANEI DELLA CATTEDRALE di Marcello Simoni (RECENSIONE): un thriller storico breve ma accattivante, dal ritmo incalzante e dalle atmosfere misteriose, con al centro una mappa che in tanti vogliono e una serie di inquietanti assassinii.

Quale ho preferito tra questi?  Sono state tutte belle letture ma la Mazzantini resta la mia preferita  :=)))

Attualmente in lettura:


  • LA SCUOLA CATTOLICA di Edoardo Albinati: è bello lunghetto questo libro vincitore del Premio Strega 2016. Interessante senz'altro, ma procedo lenta perchè ci sono diverse parti poco... "coinvolgenti", quasi da "trattato" (e sono a un terzo del libro!).
  • LA BAMBINA-FIORE di Rossella Calabrò, Elena Malagoli. A dire il vero l'ho appena terminato ma lo recensisco più tardi e comunque lo inserisco tra le letture di dicembre :=)
  • COME UN'ISOLA di Monika M.. Una storia intrigante, con al centro una ragazza decisa ad affrontare i propri dèmoni attraverso l'aiuto di un uomo affascinante che riesce a turbarla come mai nessuno nella sua vita.


Prossima lettura:
  • LA PARANZA DEI BAMBINI di Roberto Saviano.
  • LE COSE SEMPLICI di Doninelli.

CINEMA E TV

Io non sono amante delle serie, tanto meno straniere, per cui attualmente sto guardando soltanto le miniserie sulla Rai, LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE, di Pif, che come sempre è piacevolissima da guardare per quell'approccio fresco, ironico ma non per questo meno vero alla mafia in Sicilia, grazie alla prspettiva innocente del protagonista, Salvatore, che un ragazzino molto sveglio.

E poi sto seguendo ROCCO SCHIAVONE, che mi sta piacendo tanto perchè Marco Giallini è un bravissimo attore, e con le espressioni facciali, i toni burberi... esprime tutto il caratteraccio di questo vicequestore sui generis,  il suo grande intuito e anche la sua solitudine e infelicità.



Film interessanti visti questo mese:

  • MIRACOLI DAL CIELO di Patricia Riggen: è la storia vera di Anna Beam, una bimba di 10 ani con una malattia incurabile che però è guarita miracolosamente; un film che punta sulla fede in Dio e sulla fiducia che anche nelle sofferenze e nelle prove Lui non smette di restarci accanto.
  • IL RACCONTO DEI RACCONTI di Matteo Garrone. Liberamente ispirato a "Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile (1575-1632), una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile, Il racconto dei racconti (The tale of the tales) è un film che dà voce, colore, immagini e vita a delle fiabe che mostrano virtù e meschinità dell'essere umano, e Garrone firma un lavoro a mio avviso davvero ben fatto, ben recitato, ben ambientato..., insomma,un film che merita di essere apprezzato nel suo genere.
  • GOSFORD PARK di Robert Altman. Un bellissimo film che, seguendo le orme di una commedia teatrale e procedendo con un ritmo volutamente pacato e indolente, ci dà il ritratto di un piccolo angolo dell'Inghilterra degli Anni '30 del Novecento, popolato da personaggi frivoli, apatici, pettegoli - appartenenti a due opposte classi sociali -, che non si smuovono davanti a nulla, presi come sono dai propri egoismi ed interessi.
  • GO WITH ME di Daniel Alfredson: Lillian, una giovane donna da poco tornata a vivere nella sua città natale (una comunità di taglialegna ai limiti di una foresta), è vittima delle persecuzioni di Blackway, un ex poliziotto che ora si diletta a fare il criminale, purtroppo libero di spadroneggiare impunemente in questo posticino apparentemente ameno dimenticato da tutti. Rifiutandosi di ascoltare i consigli dell'indolente sceriffo (che le consiglia di lasciare la città), Lillian decide invece di combattere il pericoloso stalker, e chiede aiuto a un ex taglialegna e al suo giovane e un po' buzzurro assistente. Letta così, per quanto non originalissima, la trama potrebbe nascondere qualche colpo di scena, qualche brivido di suspense.... Pure perchè l'ambientazione montana, un po' inquietante perchè isolata dai centri abitati, in cui tutti si fanno i fatti propri e di aiutare il nuovo arrivato non hanno alcuna voglia, potrebbero costituire degli elementi già da soli intriganti..., poi pensi che c'è il mitico Anthony Hopkins (nei panni del taglialegna che dà la caccia al killer) e accanto a lui Ray Liotta.. e ti immagini che guarderai qualcosa di quanto meno decente... E invece ti ritrovi davanti ad un film che non riesce ad avere neanche la più remota caratteristica di un thriller: noioso a prova di sbadiglio, scontato nello sviluppo degli eventi e nel finale, con un Hopkins che secondo me si annoiava pure lui; assenti le scene di tensione e gli unici brividi erano eventualmente di freddo; gli sguardi omicidi e folli di Liotta sono stati l'unica cosa emozionante (e ho detto tutto :D). Insomma, risparmiatevi sto streaming e saltate pure a piè pari sto film, che poteva essere evitato e puntare al risparmio ^_^ Basta dire che in Italia non si sono manco presi la briga di tradurre il titolo :-D (scherzoooo!)  Mica sono stata troppo catastrofista?? Se l'avete visto e la pensate diversamente, ditemelo, vi prego
  • LA CENA DI NATALE (M.Ponti): una commedia made in Puglia frizzante, allegra, piacevole da guardare per i tanti equivoci, malintesi e baruffe che la vivacizzano ma che poi finiscono sempre con un sospiro di sollievo e il rassicurante "tutto è bene quel che finisce bene".



ED ORA TOCCA A VOI!
SE VI VA, DITEMI NEI COMMENTI COME SONO ANDATE LE VOSTRE LETTURE, SE QUEL CHE AVETE LETTO VI E' PIACIUTO O MENO, 
E QUALI LETTURE VI ASPETTANO!  

martedì 29 novembre 2016

In libreria: LO SCRITTORE NON HA FAME di Maria Letizia Putti



Cari lettori, in questi momenti desidero presentarvi un libro particolare, il  nuovo coinvolgente romanzo di Maria Letizia Putti.


LO SCRITTORE NON HA FAME
di Maria Letizia Putti


Graphofeel Edizioni
pagg. 187
13 euro
Ma la notorietà, il successo, sono davvero la chiave per sentirsi realizzati o non sono altro che la prigione ideologica di un’illusione?

Dopo il successo della biografia romanzata de ‘La signora dei baci. Luisa Spagnoli’, Maria Letizia Putti torna con un nuovo romanzo dal titolo curioso ed insolito: ‘Lo scrittore non ha fame’, edito da Graphofeel Edizioni. 

Una prova di scrittura che conferma lo stile personale di un’autrice che continua a sperimentare un linguaggio proprio, intimo e quotidiano, mantenendo la spontaneità che la contraddistingue. 

La trama si sviluppa con una sequenzialità piacevole, fino ad una evoluzione avvolgente, che suscita in chi legge una costante curiosità. I quotidiani viaggi in treno sono per il protagonista lo spunto creativo per iniziare a scrivere e raccontare storie comuni, che appartengono a chiunque. 
Nasce così, dall’osservazione delle vite degli altri, un romanzo che il nostro protagonista scrive senza eccessive ambizioni, più per piacere personale che per essere pubblicato.
Accade però l’imprevedibile, e il neonato scrittore prima è costretto a confrontarsi con qualcosa che va oltre se stesso: la fama. 
Un viaggio vero e proprio nelle ambizioni, nelle passioni e nelle fragilità umane.

Andrea, bibliotecario pendolare, ha due grandi passioni: la scrittura e il jazz. La vita del protagonista è scandita da momenti in famiglia, appuntamenti con gli amici, viaggi in treno per lavoro da Orvieto a Roma e viceversa, che diventano tempi di svago e osservazione costante dell’umanità. 
E’ proprio dagli atteggiamenti della gente, dalle loro espressioni che Andrea inizia a dare forma a pensieri scritti, riflessioni e a racconti più concreti, fino ad arrivare alla stesura di un libro. 
Irrompe un sogno che cambierà per sempre il corso degli eventi, fino a scoprire il fascino ambiguo della fama. La storia di un uomo qualunque che muta tra aspirazioni e desiderio di cambiamento, a riprova che non sempre il successo significa felicità.

L’autrice
Maria Letizia Putti è romana, “emigrata” nella Tuscia meridionale. Laureata in Archeologia e topografia medioevale, ha insegnato storia dell'arte e collaborato con la Rai come scrittrice di testi radiofonici. Da anni si occupa di conservazione del materiale librario antico e moderno presso una biblioteca scientifica statale. Autrice di articoli tecnici e appassionata cultrice di musica, ha esordito nella narrativa con Il passato remoto (2014, riedito nel 2016 come e-book). Per la Graphofeel ha scritto la biografia romanzata La signora dei Baci. Luisa Spagnoli (2016). 

Recensione:CACCIATORI DI DIAMANTI di Wilbur Smith


Un romanzo d'avventura, dove al centro non vi è soltanto la ricerca spasmodica di diamanti (e quindi di ricchezza) ma soprattutto a muovere i protagonisti sono ora il desiderio di dimostrare il proprio valore, ora la vendetta e l'invidia.


CACCIATORI DI DIAMANTI
di Wilbur Smith

,
Johnny Lance è un giovane uomo che ormai da anni lavora nella società di famiglia, che si occupa di cercare diamanti ed estrarli dal sottosuolo: la Van Der Bly Diamonds Company, di proprietà di Jacob, chiamato poco affettuosamente dai figli il Vecchio.

Johnny è stato cresciuto ed adottato dal Vecchio, ricevendo però da lui sempre atteggiamenti e parole cariche di sdegno, di sufficienza, anche di disprezzo e ostilità, fino a venire allontanato per anni (durante l’adolescenza) a causa di un increscioso equivoco: viene infatti trovato a letto con la figlia del Vecchio, Tracey.

In realtà i due ragazzini non commettono alcun “atto impuro” ma il solo fatto di averli trovati in “atteggiamenti equivocabili” in camera da letto – in seguito alla maligna “soffiata” del fratello di Tracey, Benedict – spinge l’iracondo e poco misericordioso Vecchio a prendere provvedimenti e a mandare Johnny in collegio.

Johnny è una mente brillante, eccelle in tutto ciò che fa, che sia lo studio o lo sport, e non manca di comunicare i propri piccoli successi al “padre”, che però ignora volutamente le lettere dal collegio del figliastro, anzi, esse non fanno che convincerlo che Johnny è una minaccia per Benedict e per Tracey.

Per il figlio maschio perché questi è palesemente uno sciocco, superficiale e privo di talenti di sorta, compresi gli affari di famiglia, e per il Vecchio padre la presenza dell’intelligente e scaltro Johnny sarebbe di scoraggiamento per il povero Benedict, che non riuscirebbe mai ad emergere, paragonandosi al fratellastro, al quale è decisamente inferiore.

Per quanto riguarda Tracey, il Vecchio s’è accorto dell’amicizia che i due hanno instaurato da bambini e non potrebbe mai accettare che sua figlia si metta col fratellastro, tra l’altro figlio di poveracci.

Insomma, Johnny cresce solo e allontanato dalla sua famiglia adottiva ma questo, per quanto lo faccia soffrire, non gli impedisce di farsi strada e di cominciare a lavorare, con successo, anche per il Vecchio.

Ma proprio quando crede di avere almeno la sua stima e fiducia, se non il suo affetto, il Vecchio lo convoca e riesce a costringerlo a firmare, nella divisione dell’eredità tra tutti e tre i ragazzi,  una clausola in base alla quale se le società Van Der Bly dovessero fallire, l’unico a sobbarcarsi dei debiti sarebbe Johnny, che quindi andrebbe incontro a fallimento certo.

Insomma, il testamento è tutto a vantaggio di Benedict, e anche per la stessa Tracey – per la quale il padre non nutre grande slancio affettivo – non c’è chissà quale grande garanzia.

Dopo l’improvvisa morte del Vecchio, i tre fratellastri dovranno vedersela da soli e tireranno fuori il proprio carattere: Benedict vomiterà tutta la sua stupida cattiveria verso Johnny, la sua invidia verso la scaltrezza e il fiuto negli affari – e nella ricerca di diamanti in particolare – del presunto rivale, e farà di tutto per rubargli il poco che ha, per umiliarlo, per ridurlo sul lastrico.

Tracey, dopo un periodo di sbandamento, realizzerà di amare Johnny, che però è sposato con Ruby, un’arpia arrivista con la quale l’amore è finito (se mai c’è stato) da tempo; e Johnny, dal canto suo, cercherà di condurre i propri affari nel modo più avveduto e saggio possibile.

Peccato che chi lo odia stia architettando un diabolico piano per rovinarlo, e Johnny dovrà tenere davvero gli occhi aperti per riconoscere di chi può fidarsi e di chi no, parando i colpi malevoli e pericolosi del fratellastro la cui gelosia nei sui confronti lo sta letteralmente accecando e divorando.

“Cacciatori di diamanti” è un romanzo ambientato nei selvaggi e affascinanti scenari del Sudafrica, in quelle zone ricchissime di giacimenti naturali di diamanti, e quella tra Johnny Lance e Benedict Van Der Bly è una lotta anzitutto personale, privata, che viene sporcata dalla sete di avidità e vendetta del secondo verso il primo, che nonostante abbia il diritto di covare odio e risentimento verso chi vuol rovinargli la vita, dimostrerà saggezza e maturità anche nei momenti più tesi.

È un romanzo d’avventura in cui incontriamo uomini senza scrupoli, assetati di potere e danaro, che per raggiungere i propri loschi obiettivi sono disposti a macchiarsi di orrendi delitti; donne superficiali e arriviste o, al contrario, innamorate e disposte a seguire il proprio uomo sempre, anche nelle difficoltà.

Non è propriamente il mio genere e i passaggi riguardanti l’estrazione dei diamanti non mi ha molto coinvolta, però sicuramente Wilbur Smith è un grande narratore, capace di farti entrare nella storia, grazie a uno stile scorrevolissimo, ai personaggi ben tratteggiati, alle particolareggiate descrizioni dell’ambiente naturale e ai diversi momenti molto dinamici e di tensione, in cui i personaggi rischiano la vita nel mare in tempesta o tra le dune sabbiose, sotto gli sguardi famelici delle iene.

Ideale per chi ama l’avventura!

Obiettivo n. 27.Un libro di un autore africano

Recensione: I SOTTERRANEI DELLA CATTEDRALE di Marcello Simoni



Una mappa che rivela l'esistenza di qualcosa di sconvolgente; una serie di inspiegabili morti solo apparentemente accidentali; un giovane studente ambizioso e molto intelligente che si metterà alla  ricerca della verità.



I SOTTERRANEI DELLA CATTEDRALE 
di Marcello Simoni


Ed. Newton Compton
128 pp
0,99 euro
1789. Nel prologo un uomo dall'identità sconosciuta si introduce nella Biblioteca Vaticana per cercare un antico ed importante documento...

Due mesi dopo, ad Urbino, il professor Lamberti, docente di filosofia all’università, viene ritrovato morto all’interno della cattedrale. 
L’ipotesi è che sia precipitato dalle impalcature erette per la ricostruzione della cupola, distrutta da un terremoto.
Ma Vitale Federici, il suo allievo più brillante, intuisce subito che dietro quella morte si nasconde qualcosa di poco chiaro. 
Inizia così la sua personale indagine per scovare l'eventuale assassino del Lamberti, e indagando - insieme ai due amici Bonaventura e Gaspare - viene a conoscenza di un fatto sconcertante: l’uomo era sulle tracce di un antico tempio dedicato alle Ninfe, nascosto nel sottosuolo della città. 
Ma evidentemente chi ha fatto del male a Lamberti non ha intenzione di fermarsi, pur di tenere lontano Vitale da questa verità, fatta passare per leggenda.
Altre morti si susseguono, così come complotti e intrighi orditi da uomini religiosi che di pio hanno veramente poco; Vitale capisce che c'è qualcuno di influente che ha tutti gli interessi per tenere nascosta la verità circa la mappa che conduce all'antico tempio...

Chi è e cosa è disposto a fare pur di attenersi ai propri scopi? Vitale riuscirà a sfidare tutti gli ostacoli che si frapporranno tra lui e la ricerca della verità?
Tanti sono i sospettati, e tutti sembrano bene intenzionati a tenere celato un segreto che non deve essere rivelato…

"I sotterranei della Cattedrale" è un racconto molto intrigante, il cui sfondo storico affascina, l'elemento thriller appassiona e l'espediente narrativo di un'antica pergamena contenente sorprendenti rivelazioni funziona sempre.
Un centinaio di pagine che si leggono tutte d'un fiato e non solo per il numero in sè, quanto per il ritmo via via più incalzante, l'atmosfera misteriosa e leggendaria e l'abilità narrativa, unita all'accuratezza dei riferimenti storici, dell'Autore.
Ideale per chi ama il genere storico thriller.

lunedì 28 novembre 2016

Recensione film: LA CENA DI NATALE di Marco Ponti



E sembra stia avendo ottimi riscontri al botteghino il sequel di IO CHE AMO SOLO TE, LA CENA DI NATALE, il film di Marco Ponti tratto dal romanzo di Luca Bianchini.


LA CENA DI NATALE


dal 24 novembre al cinema
Anno 2016
Regia: Marco Ponti
Cast: Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Mariapia Calzone, Michele Placido, Eugenio Franceschini, Antonio GerardiVeronica PivettiEva RiccobonoDario AitaGiulia Elettra Gorietti,Uccio De SantisCrescenza Guarnieri
Ivana Lotito.


Dopo un anno siamo di nuovo qui: nella splendida Polignano, questa volta romanticamente spruzzata di neve e in attesa del Natale.

Il Natale, si sa, è la festa della famiglia, si respira aria di gioia, pace e serenità…, ma con gli Scagliusi c’è poco da stare tranquilli, perché le sorprese e i guai paiono sempre accampati dietro la porta!

Ritroviamo la nostra coppia di sposini, Damiano (R. Scamarcio) e Chiara (L.Chiatti), che stanno per diventare genitori: Chiara, infatti, ha un bel pancione ed è all’ottavo mese di gravidanza (Laura Chiatti lo era davvero, in attesa del secondogenito), e non solo è in crisi a causa degli ormoni impazziti ma anche perché il maritino sembra prendere questa imminente nascita, con tutte le responsabilità che ne seguono, con una certa superficialità.


E del resto, superficiale e bambinone Damiano lo è sempre stato! Ma adesso non ha più scuse: il padre gli sta affidando l’azienda e sta per diventare genitore; non sarà arrivato il momento di crescere, una buona volta?
Damiano non si sente nè in grado nè pronto ad affrontare il carico di aspettative che gli altri nutrono per lui, e a complicare le cose ci si mette sempre lei, l’ex-fidanzata, Debora, alla quale il giovane Scagliusi non sa dire di no.

Ma stavolta la scappatella potrebbe avere conseguenze impreviste e metterlo seriamente nei guai…

Damiano affronterà le conseguenze delle proprie azioni stupide e incoscienti, o come sempre cercherà di nascondere le proprie malefatte, sperando che nè Chiara né la famiglia si accorgano dei guai in cui si è cacciato?

Come se non bastasse, a rendere l’aria bella elettrizzata ci pensa Matilde Scagliusi, la snob moglie di don Mimì, che s’è messa in testa di fare come a Bari e di organizzare in casa la cena della Vigilia (a Polignano non si usa), con un pranzo degno di tutti i reality di cucina presenti in tv, mettendo in mostra lo sfarzo della propria dimora.

Ovviamente, a questa cena dovranno esserci tutti, ma proprio tutti, anche perché Matilde ha appena ricevuto un inaspettato (e sospettoso?) regalo dal marito: un anello di smeraldo, grosso e vistoso, che giustamente lei vuol mostrare agli ospiti, in primis all'eterna rivale Ninella.

Eh già, Ninella! Non l’abbiamo ancora nominata!
Lei e don Mimì continuano a pensarsi e ad amarsi da lontano, ad ammiccarsi e a sorridersi con complicità e tenerezza, ma Ninella sa che questo loro amore è impossibile.

Eppure lui sta ritornando alla carica, convinto che adesso è il momento giusto, che adesso possono pensare di realizzare finalmente il loro sogno d’amore.

Ma accadrà davvero? Don Mimì riuscirà a lasciare Matilde – dopo averle regalato un bello smeraldo?

Ma non dimentichiamo gli altri personaggi, che ci regalano momenti ora intensi, ora divertenti, come la cara zia Pina, sorella di Ninella - interpretata dalla sempre frizzante Veronica Pivetti - , con cui non parla da qualche anno; vive al nord ed è tornata dopo diverso tempo a Polignano per vedere la nipote quasi-mamma, Chiara; è un tipo un po’ snob e tanto scassa*****, ma in fondo ha un cuore tenero!

E poi c’è Nancy, sempre col pallino di perdere la verginità, impegnata a far pratica con un attrezzo che metterà in imbarazzo lei e farà ridere noi spettatori.

E cosa ne è di Orlando, ormai gay dichiarato ma sempre preso dai suoi problemi sentimentali?

Orlando è un personaggio che dà momenti ricchi di emozione ed Eugenio Franceschini è bravissimo nel comunicarci tutta la fragilità e l’intensità di un uomo giovane e bisognoso di trovare il vero amore.

Per tutti i presenti alla cena della Vigilia, riuniti alla stessa tavola in casa Scagliusi, la notte di Natale succederà davvero di tutto, tra dichiarazioni inaspettate, ascensori che si bloccano, anelli che spariscono e qualche litigio...

“La cena di Natale”, come già “Io che amo solo te”, è una commedia che sa far sorridere (e ridere) tanto, ricca (forse anche un po’ più del precedente film) di momenti e gag divertenti, resi tali non solo dai vari episodi, che già di per sé sono belli dinamici grazie ad equivoci, incomprensioni e piccole sorprese, ma anche dal simpatico accento pugliese nonché per la forza comunicativa degli attori, completamente a loro agio nei panni dei personaggi che interpretano, cui sanno dare espressività e credibilità, restituendocene pregi e difetti: l’ansia e le preoccupazioni (legittime) di Chiara (acuite umoristicamente dal decalogo della cara amica Mariangela circa il “marito traditore”), l’impaccio di Damiano, marito fedifrago che però sembra scivolare quasi senza volerlo (e forse ci piace proprio per questa sorta di ingenuità che lo caratterizza), e poi quando si accorge dell’errore, vorrebbe rimediare “all’uso suo”; straordinariamente simpatica (oltre che brava) Eva Riccobono, una ragazza estremamente schietta, che ci fa ridere con la sua spontaneità (e i suoi rutti!); e poi la tenerezza di quest’amore tra Mimì e Ninella, desiderosi di regalarsi “quel che resta della loro gioventù”. 

Guardare una commedia briosa e brillante, ben recitata, ambientata tra le bellissime Polignano e Monopoli, come “La cena di Natale”, a me mette il buon umore, perché soddisfa sia la mia (non troppo smielata) vena romantica, sia la mia voglia di intrattenermi in compagnia di un film molto piacevole e spensierato.

Da lettrice, è inevitabile (quasi fisiologico, direi, voi che dite? ^_-) fare paragoni con l’omonimo romanzo (anche nel sequel l'Autore appare brevemente, ma senza uniforme) da cui è tratto il film, ma nonostante qualche differenza (piccola o grande, a un certo punto è soggettivo) io credo che Marco Ponti e il cast rendano giustizia allo spirito della storia e al carattere dei personaggi, che dalla carta prendono vita davanti a noi e, per quel che mi riguarda, io finisco sempre per “affezionarmici”. Fosse per me, vorrei sequel infiniti di “Io che amo solo te”.

Insomma, avrete capito che mi è piaciuto, perché mi ha fatta sorridere, mi ha divertita con la sua fresca ventata d’ottimismo.


“Dicono che noi siamo fragili cose,
ma nell'attesa di un sorriso
abbiamo visto evaporare il sole.
Ma quando le canzoni finiranno, 
che cosa ne faremo di tutto quanto il nostro amore?"



domenica 27 novembre 2016

Prossimi arrivi in libreria: IL SEGRETO DI GOTHAM di Lyndsay Faye // IL SOLO MODO PER COPRIRSI DI FOGLIE di Laura M. Leoni // IL CACCIATORE SILENZIOSO di Lars Kepler



Qualche anteprima che mi ha attirata, web-vagando ^_^

Storie di razzismo e corruzione, storie di uomini e donne con i loro segreti e traumi personali, killer spietati da catturare...:

IL SEGRETO DI GOTHAM
di  Lyndsay Faye



Ed. Einaudi
trad. N. Gobetti 
500 pp
21 euro
USCITA:
29 NOVEMBRE 2016
New York, 1846. In una città feroce e alla mercé di spregiudicati criminali, Timothy Wilde, il miglior detective del corpo di polizia appena nato, indaga su un terribile rapimento e su una vicenda che lo porterà nei vicoli bui della Storia. 
Lucy Adams, bellissima donna nera, si trascina terrorizzata nell'ufficio di Timothy Wilde per denunciare un furto. 
Quando lui le chiede che cosa le sia stato rubato, lei risponde: "La mia famiglia".
Così, l'agente più recalcitrante dell'NYPD si scontra con l'intreccio di crimini e bugie gestito dai "black-birders", trafficanti di uomini che rapiscono cittadini di colore, li fanno passare per schiavi e li vendono alle piantagioni del Sud. 
Le ricerche per trovare la sorella di Lucy e suo figlio spingono ancora una volta Timothy e il fratello Valentine nei bassifondi della New York dell'Ottocento, dove corruzione, violenza e razzismo prosperano all'ombra della grande politica






IL SOLO MODO PER COPRIRSI DI FOGLIE
di Laura M. Leoni


Ed. De Agostini
256 pp
14.90 euro
USCITA:
20 DICEMBRE 2016
Tra le pagine di questo libro incontrerete Daniel, un riservato ragazzo italo-inglese in Italia per l’Erasmus, che cerca l’occasione di camminare da solo e si ritrova travolto da una passione fortissima; Claudia, la sua insegnante d’arte, una donna insoddisfatta e succube di una certa idea di moglie e di madre; e Anita, studentessa con il talento della musica, una voce prodigiosa e un triste segreto celato dietro il sottile paravento di due labbra imbronciate.
È il desiderio la forza che manda all’aria questi destini, costringendo i protagonisti a uscire allo scoperto una volta per tutte. Per capire che non esiste difesa dal mondo, dalla luce e dal dolore che a ogni respiro ci trafiggono con la stessa vertiginosa ferocia.

Con uno stile semplice e profondo, l’autrice scava nei pensieri, nelle azioni, negli umori e nei traumi nascosti dei suoi piccoli eroi quotidiani, dando voce alla loro voglia di combattere, di non arrendersi, di essere semplicemente se stessi. 
Perché, parafrasando la magnifica poesia che dà il titolo a questa storia, vivere è il solo modo per coprirsi di foglie.



IL CACCIATORE SILENZIOSO
di Lars Kepler


Ed. Longanesi
trad. A. Berardini
USCITA
7 DICEMBRE 2016
È da poco calata la notte quando Sofia entra nella grande villa fuori Stoccolma dove l’aspetta il suo cliente.
Un cliente molto facoltoso, ma per lei nuovo. Forse è per questo che Sofia avanza circospetta come un animale selvatico. Mentre percorre lentamente l’ampio salone buio, cercando di registrare ogni dettaglio, Sofia non immagina chi sia veramente l’uomo che l’ha scelta per quella notte.
E nemmeno immagina che di lì a poco si troverà faccia a faccia con il terrore.
Perché un killer spietato e meticoloso, che non lascia tracce né indizi, e si muove con apparente infallibilità, è entrato in azione ed è pronto a colpire ancora.
Restringere la cerchia delle potenziali prossime vittime è un autentico incubo per le forze dell’ordine, perché nel mirino del killer potrebbero esserci personalità molto in vista nel Paese. Ma agire allo scoperto potrebbe avere conseguenze terribili.
Per risolvere l’enigma, alla polizia non resta che richiamare Joona Linna, l’ex commissario che da due anni si trova rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Kumla per un vecchio conto in sospeso.
Joona Linna e l’agente speciale Saga Bauer sono costretti a collaborare in segreto per fermare il «cacciatore silenzioso» prima che sia troppo tardi.
Prima di finire loro stessi tra gli obiettivi di una morte annunciata. 
Prima che il cacciatore riduca anche loro a un silenzio senza fine…

sabato 26 novembre 2016

Prossime letture: TROPPI PSICOLOGI IN FAMIGLIA di Daniela Lovati // COME UN'ISOLA di Monika M.




Cari lettori, vi presento due mie prossime letture:


TROPPI PSICOLOGI IN FAMIGLIA
di Daniela Lovati



“Non capisco come sia potuto succedere ma, dopo che per molti anni sono stato l’unico, oggi, nella mia famiglia, gli psicologi sono proliferati. Tutto ebbe inizio quando…”

Le parole appassionate del quasi ottantenne Walter Latelli, stravagante e ironico psicoanalista, ci trasportano all’interno della vita del nipote Flavio, psicologo, e di Lorena, sua moglie, anche lei psicologa. 
Ecco allora che vediamo Flavio e Lorena, nella loro frenetica quotidianità, alle prese con i caratteri profondamente diversi delle loro tre figlie femmine. 
Li guardiamo districarsi a fatica tra parenti, amici e tanti altri personaggi che popolano la loro “complicata” esistenza.
Li seguiamo, curiosi, nei loro studi, dove incontrano ogni giorno una variegata umanità: uomini all’apparenza forti come macigni che si sgretolano dopo poche domande; madri perse in una “terra di mezzo” tra figli non ancora grandi e genitori non più giovani; donne traditrici che vengono inesorabilmente tradite; famiglie turbate dalle crisi di bambini e adolescenti incomprensibili…
E mentre assistiamo ai loro tentativi di aiutarli, ci accorgiamo, pagina dopo pagina, di acquisire conoscenze nuove e originali spunti di riflessione. Anche perché nella storia dei due protagonisti, e in quelle dei loro pazienti, non possiamo che riconoscere “pezzi” della nostra vita…

Una “storia con dentro tante storie” che riesce, in momenti diversi, ad emozionare e a far riflettere, a divertire e a commuovere.
Un libro per chi vuole capire, per chi non teme di sentire, per chi crede che la vita debba essere vissuta tutta, anche quando non piace, fino in fondo, con la consapevolezza negli occhi e il sorriso nel cuore.

L'autrice.
Daniela Lovati lavora come psicoterapeuta a Torino e ad Aosta presso il Centro di Psicologia Clinica e Formazione Professionale “Pharus” (www.pharuscentropsicologia.com) di cui è co – responsabile. Nel 2014 ha pubblicato insieme al Dr Paolo Calvarese: “Alzheimer camminare con la demenza. Manuale teorico – pratico per professionisti e famigliari” (Ed. Minerva Medica). Vive a Torino ed è sposata con uno psicologo da cui ha avuto tre figlie femmine. “Troppi psicologi in famiglia” è il suo romanzo d’esordio.


COME UN'ISOLA
di Monika M.



Lettere Animate


Come un’isola è forse scritto unicamente per noi donne, noi donne che ci amiamo così tanto da saper amare in modo unico, senza però tradirci mai.

E’ una storia d’amore non convenzionale, complessa, forse malata, tenace, che rivela la fragilità e la forza stessa della protagonista. 
E’ un invito a darci una possibilità anche quando tutti i segnali indicano pericolo, vivere un amore sapendo che si verrà feriti non per ingenuità ma per coraggio, vincendo la paura del dolore che sappiamo arriverà ma che sarà nulla confrontato ad una assenza di rimpianto. 
E’ consapevolezza di sé, è controllo, è scelta . Lucrezia , la protagonista, allineerà la sua vita a quella di Victor convinta di poter, come sempre nella sua vita, controllare tutto. 
Nulla sarà più diverso da ciò che lei aveva pianificato fino a conoscere la travolgente ribellione, fiera del suo orgoglio ingaggerà una guerra con il suo stesso cuore per non concedersi ad un amore non corrisposto . 
Si tufferà volontariamente in due occhi crudeli e belli sapendo che vi troverà la morte per annegamento, consapevole che quel che dopo l'aspetterà non sarà più vita , ma sopravvivenza scandita da una inguaribile mancanza, dettata però dalla libertà della scelta fatta .
Siamo spesso schiavi dei nostri limiti , ma quanto di noi siamo disposti a tradire per oltrepassarli ? 

"Non bisogna mai partire da un risultato , se lo facessimo tutto sarebbe falsato , ogni gesto e pensiero mutato dal desiderio di giungere dove si è stabilito e non dove veramente siamo attesi... sei enigma e mistero che vivrò per sempre o forse mai più... "
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