prossimamente |
In attesa di questa futura uscita, vediamo alcuni suoi libri pubblicati dalla stessa casa editrice.
L'autore.
William Boyd è nato ad Accra, in Ghana, il 7 marzo del 1952 e vive oggi a Londra. È considerato uno dei grandi scrittori inglesi viventi. Il suo primo romanzo, A God Man in Africa (1981), vinse il Whitbread First Novel Award e il Somerset Maugham Award. Tra le sue opere si segnalano: An Ice-Cream War (finalista del Booker Prize 1982), Brazzaville Beach (James Tait Black Memorial Prize 1990), The Blue Afternoon(Sunday Express Book of the Year 1993, Los Angeles Times Book Prize 1996). Con Neri Pozza ha pubblicato Ogni cuore umano (2004), Inquietudine (2006), Le nuove confessioni (2007).
INQUIETUDINE
di William Boyd
Ed. Neri Pozza I Narratori delle tavole 352 pp 17 euro 2006 |
Ruth Gilmartin è giunta in macchina nel minuscolo villaggio di Middle Ashton dove vive sua madre. Il paese ha l’aspetto di sempre: una Shangri-La all’incontrario nel cuore perduto dell’Inghilterra dove, come per un misterioso sortilegio, tutto sembra diventare a ogni istante più vecchio, ammuffito, decrepito. La grande casa del XVII secolo al centro del villaggio traballa sui suoi legni divorati dai tarli; la chiesa è sempre più buia e umida, soffocata dagli alberi che sprofondano il villaggio in un crepuscolo perenne; la villetta di Sally, la madre di Ruth, è immersa come sempre in un verde selvaggio e incolto.
Tutto sarebbe tediosamente uguale alle innumerevoli volte in cui Ruth è accorsa a Middle Ashton col piccolo Jochen al seguito, se sua madre non avesse un comportamento a dir poco bizzarro.
È comparsa sulla soglia della casa seduta su una sedia a rotelle, con le braccia allargate come per accogliere in grembo figlia e nipote. Una volta in casa poi, è balzata giù dalla sedia, si è chinata per dare un bacio a Jochen e ha raggiunto la finestra schermandosi gli occhi per sbirciare fuori, verso il bosco di querce, faggi e noci.
Ruth ha avuto la netta sensazione che stesse accadendo qualcosa che andava oltre i soliti capricci di sua madre. Una sensazione che è diventata angosciosa certezza quando Sally ha afferrato un raccoglitore di cuoio e le ha detto porgendoglielo: «Vorrei che lo leggessi». Sul contenitore c’era scritto: Storia di Eva Delektorskaja.
Stupefacente romanzo che trasporta sulla pagina scritta la cupa corrente dell’irrequietezza che scorre sotto la superficie di una vita ordinaria, Inquietudine ci offre uno dei più formidabili ritratti di donna spia mai apparsi nella letteratura contemporanea. Eva Delektorskaja, l’affascinante donna russa protagonista di queste pagine, divenuta per quarant’anni l’irreprensibile Sally Gilmartin nel cuore dimenticato dell’Inghilterra, resterà certamente a lungo nella mente e nel cuore dei lettori di tutto il mondo.
LE NUOVE CONFESSIONI
Ed. Neri Pozza I Narratori delle tavole Trad. di M. Morini 640 pp 19 euro 2007 |
In un freddo giorno di marzo del 1899, in una Edimburgo lontana dai restauri e dal trambusto dozzinali di oggi, fiera dei suoi edifici anneriti dal fumo e dalle ceneri di un milione di camini, e orgogliosa dello stato di avanzato declino delle sue pietre, nasce John James Todd, il personaggio creato da William Boyd in questo stupefacente romanzo.
Nasce alla maniera di Jean Jacques Rousseau: ponendo fine all’esistenza della madre che, come la madre del filosofo francese, non sopravvive ai dolori del parto.
Un’infausta affinità, in cui Todd scorgerà l’origine di tutte le sue sventure, ma anche un segno del destino. Quel destino che lo condurrà, nell’ultima fase della sua vita, a scrivere, come il filosofo francese esiliato nell’isola di San Pietro, il romanzo della sua esistenza, le sue Confessioni.
Le pagine che seguono sono, appunto, Le nuove Confessioni di John James Todd, scozzese del secolo scorso. Un’opera che non rappresenta, come le Confessioni di Rousseau, l’epopea di un uomo che ha guadagnato la considerazione del mondo, oppure il modello per i sognatori, idéracinés, i malnati di tutte le epoche, ma che, come il libro di Rousseau, è scritta intus et in cute,dentro e sulla pelle, poiché è il racconto sincero di un’esistenza, la storia di un uomo del Ventesimo secolo che si presenta così com’è, abietto e spregevole quando si comporta in un modo, e buono, altruista e generoso in altri casi.
Un uomo che non fa in tempo a voltare le spalle a un’infanzia segnata dal lutto, che subito precipita nella tempesta che inaugura il Ventesimo secolo, la Grande Guerra; un uomo che diviene poi uno dei parvenus piú chiacchierati a Londra, si ritrova successivamente catapultato nell’eccitante mondo del cinema berlinese degli anni Venti, e infine, infelice regista di western in America, è coinvolto nella vicenda dei «Dieci di Hollywood», le star del cinema incriminate dalla «Commissione per le attività antiamericane» durante il maccartismo.
Libro epico in cui l’intera storia del Novecento e della sua più mirabile invenzione, il cinema, è racchiusa in una biografia fittizia, Le nuove confessioni è, come ha scritto John Sutherland, «quello che può essere chiamato un grande romanzo»: ha un’immaginazione grandiosa, una prosa fluida e impeccabile dal punto di vista letterario, il fascino ipnotico che suscita il realismo della sua forma autobiografica.
Narra degli eventi di un secolo dal punto di vista di un personaggio che, quasi come tutti i protagonisti dei romanzi di Boyd, si ritrova ovunque perché può essere tutto e niente: un luminare di Weimar, un depresso regista di western; un uomo che ha avuto quattro figli senza essere mai stato un padre di famiglia, ha avuto numerose amanti senza essere mai stato un seduttore. Un uomo perfetto, per un romanzo in cui è la Storia che parla e si confessa veramente.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz