giovedì 27 luglio 2017

Recensione: IL RUMORE DELLE COSE CHE INIZIANO di Evita Greco



Una ragazza speciale, piena di insicurezze e timori ma anche dall'animo ricco e profondo; una nonna saggia e amorevole, capace di incoraggiare la propria nipotina sensibile. Una storia lieve e dolce come una "mattina di maggio, che se anche piove, ogni cosa è pronta a sbocciare. Che se anche piove, ogni cosa pare una promessa di un giorno di sole".



IL RUMORE DELLE COSE CHE INIZIANO
di Evita Greco



Ed. Rizzoli
328 pp
18 euro
ANTEPRIMA
 "...per distinguere le cose che finiscono da quelle che iniziano, aveva imparato a stare attenta. Aveva capito che le cose, quando finiscono, lo fanno in silenzio. Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo."


Ada è una giovane donna, bella, dolce, tranquilla, la cui vita gira attorno alla cara nonna Teresa, con cui vive sin da bambina dopo che sua madre l’ha abbandonata.
Sapere di essere stata lasciata dalla mamma come un oggetto inutile e privo di valore, con cui non valga la pena trascorrere del tempo, al quale non serva dedicare affetto e attenzioni, è qualcosa che l’ha segnata profondamente: Ada bambina cresce col terrore che da un momento all’altro anche la nonna possa abbandonarla, non ritenendola più importante.
Ada cresce concentrata solo sulle cose che finiscono, sul rumore triste che fanno e sul dolore che esse producono nel suo cuore.
Fortunatamente accanto ha nonna Teresa, una signora dolce e piena d’amore, che comprende la fragilità di questa nipotina che si sente sola, oppressa dalla sensazione di valere meno degli altri, dal temperamento malinconico, insicuro, di chi teme di non essere accettata per ciò che è.
E davanti alla sua “piccina”, davanti alle sue paure di andare a scuola, di non saper vincere i propri limiti, nonna Teresa inventa un gioco: ogni volta che una cosa bella sembra finire, bisogna stare attenti e prestare attenzione ai rumori, anche ai più insignificanti, perchè di certo, da qualche parte, c’è qualcosa che sta per iniziare e Ada deve imparare a riconoscerne il rumore, per apprezzare le cose belle lasciando indietro quelle tristi.

Ada cresce così, stando attenta a tutto ciò che le capita, a gesti, parole, sguardi, sorrisi. Ai particolari, alle piccole cose che sfuggono spesso ai più, presi come sono dalle incombenze quotidiane; e invece Ada viene su come una pianticella diversa dalle altre, speciale: lei guarda il mondo con occhi diversi, con semplicità e allo stesso tempo con attenzione, per non lasciarsi sfuggire nulla.
Sin dalle prime pagine al lettore Ada sembra “un tipo strano”, di quelli che pare che vivano “al di fuori dalla realtà”, con la testa fra le nuvole, che camminano quasi sospese da terra, attraversando luoghi e persone con leggerezza, che però non è superficialità, tutt’altro: è una sorta di placidezza e di pazienza che permette di guardare il mondo e chi lo abita da un punto di vista differente, più sensibile, più genuino, spontaneo, quasi con lo sguardo incantato e puro di un bambino. E Ada è un’anima pura, incapace di far del male e di immaginare che qualcuno possa farne a lei. È una piccola anima da proteggere, in un mondo fatto di tradimenti, di addii improvvisi, di persone che se ne vanno voltandoti le spalle e sparendo dalla tua vita, dopo averti trattato come un gattino trovato per strada al quale si danno attenzioni temporanee, accondiscendenti, per poi, di punto in bianco, mollarlo lì dov’era.

È un mondo in cui spesso sembra che le cose che finiscono siano di più di quelle che iniziano.
E Ada deve fare i conti con una dura realtà: anche la salute e la vita della nonna possono finire.
Nonna Teresa non sta bene, si è ammalata e per diverso tempo è costretta a restare in ospedale per la terapia. Nei corridoi bianchi dei reparti la paura di restare sola è così forte da toglierle il respiro, ma se si guarda intorno, Ada vede che in realtà lei non è completamente sola: ci sono altre due persone che sono entrate pian piano nella sua vita: Giulia, un’infermiera scrupolosa che si è affezionata a Teresa, e Matteo, un uomo di poche parole, che le regala margherite e sa travolgerla, facendole scoprire la forza dell’amore e della passione.
Parlando con Giulia, confidandosi con lei, confrontandosi con le sue esperienze (è fidanzata da diversi anni e sta per sposarsi), con il suo modo più pratico e logico di vedere le cose e le persone, Ada ha modo di considerare la propria vita, se stessa, e di farsi delle domande anche sul proprio rapporto con Matteo, quest’uomo di cui si è innamorata e che le fa capire di volerle bene, che le dona un po’ di tenerezza e di svago in un periodo difficile com’è questo che sta vivendo, in cui di giorno in giorno aumenta la consapevolezza che presto la nonna la lascerà, e lei non sa come farà senza la persona più importante per lei, il suo unico punto di riferimento.

Eppure Matteo è strano, è enigmatico, sembra avere una doppia vita: quella che trascorre con lei, e un’altra di cui Ada è all’oscuro, ma che di certo c’è. E il giorno in cui lo scoprirà potrebbe portare con sé dolore, sfiducia, amarezza, delusione.

Ma è la vita, Ada, ed è inevitabile: le cose possono cambiare quando meno te l’aspetti, in meglio o in peggio, e tu devi essere pronta ad affrontarle con coraggio, senza perdere la fiducia e la speranza, senza perdere il sorriso e non smettendo mai di fare attenzione ma di cercare sempre una nuova promessa di felicità, perché spesso la felicità è già pronta per noi ma devi imparare a riconoscerne il rumore.


Ada è un personaggio particolare, che fa tenerezza, simpatia e che mette al lettore una gran voglia di proteggerla perché ha davvero delle fragilità, ma allo stesso tempo c’è qualcosa di forte in lei, forse proprio per la sua capacità di andare oltre, di non fermarsi all’apparenza ma di dare valore alle piccole cose.
Non solo, ma Ada mi è piaciuta perché mi son ritrovata moltissimo in tanti suoi aspetti del carattere: mi sono rivista nella sua insicurezza, nel timore di essere sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato, di 

“fare un passo indietro rispetto al mondo (…) Si sentiva d’intralcio. Per tutti. E per questo cercava il modo di occupare meno spazio che poteva”.

Simile a lei per la sensazione - non proprio piacevole - di essere vista e giudicata come 
“fuori dalla realtà” per certi modi di essere e pensare poco conformi alla massa; simile a lei per essere quel “genere di persona che passa molto tempo a immaginare conversazioni che forse non avverranno mai”.

“Il rumore delle cose che iniziano” è un romanzo delicato, scritto con tanta sensibilità, che mette in condizione il lettore di entrare in sintonia con la protagonista, di coglierne la bellezza, la genuinità, e questo raccontando una storia di per sé semplice, che avanza con un ritmo sempre costante e calmo, come lo è del resto Ada stessa. Si legge questo romanzo assaporando ogni parola e soffermandosi su si esse per riflettere, per lasciarsi stupire dalla verità spesso contenuta nei piccoli ma preziosi aspetti che caratterizzano il nostro quotidiano, nei gesti compiuti meccanicamente ogni giorno e che dicono tanto di noi, nei nostri sorrisi, negli sguardi che ci legano a qualcuno nei cui occhi, inspiegabilmente, ci specchiamo, ritrovando un pezzettino di noi: tutte quelle cose alle quali non facciamo quasi mai attenzione perché la vita è un correre continuo ma che, se solo ci fermassimo a guardarle davvero, l’arricchirebbero.

Ho apprezzato moltissimo la scrittura aggraziata, armoniosa dell'Autrice, che dà voce a ciò che è dentro di noi attraverso Ada - dalla personalità semplice e complessa insieme - e attraverso nonna Teresa, che dà l’impressione di una quercia secolare dal tronco grosso e forte, al quale ci si può aggrappare, e dal fogliame rigoglioso e fitto, sotto al quale ci si può rifugiare. Una “nonna Teresa” ci vorrebbe per ciascuno di noi, per incoraggiarci a non perdere la fiducia, a non dare nulla per scontato e a credere che lì dove sembra che una porta si stia chiudendo, altre se ne apriranno, pronte a donarci nuove possibilità. Basta avere pazienza e fare attenzione per sentire il rumore delle cose che iniziano.

Consigliato, in particolare a chi ama storie e modi di scrivere che, pur passandoci accanto con la leggerezza ipnotica di una piuma portata via dal vento, riescono a scavare in profondità e lasciarci piccoli ma importanti insegnamenti.

2 commenti:

  1. Ciao Angela, non conosco il romanzo, ma mi piace la caratterizzazione della protagonista!

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    Risposte
    1. si infatti, è uno delle cose che mi ha colpito :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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