giovedì 15 aprile 2021

Recensione: CHIARO DI LUNA di Paolo Biagioli



Ci sono amori che prendono posto nel nostro cuore e lì restano, resistendo al tempo, alle distanze, alle circostanze (belle e brutte) della vita che, se dà, altrettanto toglie.
Qualcuno ha detto che il primo amore non dura per tutta la vita (a volte può succedere, aggiungo io) ma te la cambia per sempre.
Al protagonista di questo romanzo accade proprio questo.


CHIARO DI LUNA
di Paolo Biagioli


104 pp

Cosa c'è di più tremendo per uno scrittore che sentirsi poco ispirato e non riuscire a buttar giù un libro che possa piacere e quindi vendere?

A trentanove anni, Pietro Marras sembra aver smarrito la vena creativa necessaria ad uno che di scrittura vuol campare, visto che il suo secondo libro è stato un grosso fallimento in termini commerciali; per tirare avanti, comunque, lavora presso una testata giornalistica locale.
Vive e lavora a Vercelli con Chiara, sua moglie, e un giorno di dicembre il suo cuore gli tira un brutto scherzo: viene colpito da un infarto ed è il terzo episodio in quattro anni.

L'immobilità lo costringe in ospedale, dove - solo con se stesso -  torna con la mente indietro nel tempo.

A dargli il la perché i ricordi facciano capolino ed egli si lasci andare alla nostalgia del tempo andato, è un articolo presente su una rivista poggiata accanto al letto; essa narra la leggenda del filo rosso che tiene legate due anime gemelle per sempre, qualunque cosa succeda.

Un po' come accadde a Proust, cui bastò il dolce e noto profumo di una madeleine immersa nel tè per riannodare il filo della memoria, pensare a quel filo rosso fa sì che il nostro giovane protagonista  si senta avvolto da un'ondata di ricordi che salgono su da un passato di ventidue anni prima, pronti a riscaldargli il cuore d'amore, di quell'amore provato per una ragazza che non ha mai dimenticato.

Era l'anno del quarto liceo e Pietro trascorreva il tempo assieme alla sua compagna ed amica del cuore, la dolce Clem.

Siamo verso la fine degli anni '90, i due adolescenti si barcamenano tra la scuola (i professori - alcuni molto severi -, le interrogazioni, le ricerche...) e i loro innocenti sogni giovanili; Pietro, ad es., ama suonare e vorrebbe poter comperare una chitarra; per aiutarlo, Clem chiede al padre Claudio (proprietario di una pasticceria) di assumere l'amico, così che questi possa guadagnare qualcosa e metterlo da parte per acquistare lo strumento.

Il legame tra i due ragazzi è fatto di dolcezza, lealtà, complicità, sorrisi, scherzi; si piacciono ma, un po' per timidezza e un po' perché, forse, temono di rovinare una bella amicizia, non si dichiarano; ma il tempo trascorso insieme è prezioso, speciale, che sia al cinema o a studiare o, ancora meglio, sulla spiaggia, al chiaro di luna e sotto un manto di stelle, silenziosi testimoni di un sentimento puro che ben presto assume i contorni di un amore giovanile.

Clem e Pietro si conoscono bene, sanno praticamente tutto l'un dell'altro, basta uno sguardo per intendersi, un abbraccio per sentirsi al sicuro; se si danno appuntamento, sanno che l'altro si presenterà puntuale e senza ombra di dubbio.

Sarà per questo che quando Clem non si presenta la mattina al solito posto per andare a scuola insieme, Pietro è perplesso e cerca di dire a se stesso che non c'è di che preoccuparsi, che può capitare un imprevisto..., capita a tutti, no?

Ma quello che Pietro apprenderà è che sì, la vita è fatta di imprevisti, e non solo: anche di brutte sorprese, di eventi drammatici inaspettati che scombussolano più di un'esistenza. 
Eventi irreversibili che lasciano vuoti incolmabili, che segnano per sempre.
Perché anche se la vita deve andare avanti nonostante i dolori e le disgrazie, quel filo rosso che unisce due cuori gemelli non si spezza col passare degli anni, e dopo ventidue anni, infatti, Pietro si lascia ancora travolgere dalle forti emozioni che gli suscita la sua dolce Clem, il cui ricordo è incancellabile nella mente e nel cuore di chi, come Pietro, l'ha amata.

Chiaro di luna è un romanzo breve ma che sa regalare belle emozioni; l'immediatezza e la semplicità di linguaggio lo rendono molto scorrevole e ci restituiscono tutta la spontaneità e la spensieratezza di due adolescenti di fine Anni Novanta, così belli e giovani, con tutta la vita davanti. Spensieratezza che contrasta con l'animo pesante e stanco di Pietro adulto, che deve fare i conti con un cuore capriccioso e un presente non proprio soddisfacente.

Quello tra Pietro adolescente e la sua Clem è un amore dolce, fresco, giovanile, romantico, e il romanticismo dell'Autore, lungi dall'essere sdolcinato, sa emozionare con naturalezza e perché al centro vi è una storia di sentimenti autentici ed intensi; non è tutto "rose e fiori", tra queste pagine, perché è proprio la vita a non esserlo: c'è il dolore, la solitudine, il bisogno di ricominciare a vivere, di mettere su carta il fiume di emozioni che, se non espressi, finirebbero per travolgere il protagonista, che nelle ultime pagine saluta il lettore con parole d'amore piene di nostalgia e dolcezza verso l'amata mai dimenticata.

Una lettura che consiglio, tanto più se avete voglia di una storia d'amore dolce e malinconica, scritta bene e che mi ha fatto venir voglia di ascoltare brani musicali di qualche anno fa ma, in realtà, intramontabili.




4 commenti:

  1. Toccante recensione per un libro che sembra posizionarsi a metà fra il romanticismo intenso dell'età giovanile e la malinconica tristezza per un qualcosa di drammatico che intuisco accada s Clem. E proprio vero, carpe diem perché il futuro può cambiare un minuto dopo...

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    1. vero, e anche se un amore è destinato a non essere vissuto "per sempre", resta il ricordo e la consapevolezza dei sentimenti provati.

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  2. Oh, la storia del libro sembra buona per ricordare il romanticismo nostalgico in giovane età.

    Grazie per il vostro consiglio.
    Saluti dall'Indonesia.

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    1. Grazie per essere passato!! un caro saluto a te :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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