giovedì 29 aprile 2021

Segnalazione e recensione: “La Signora della neve” di Ilaria Vecchietti (racconto)

 

“La Signora della neve” di Ilaria Vecchietti è un racconto contenuto nella raccolta "Novelle Giapponesi" di Autori vari (Idrovolante Edizioni, a cura di Durio Detti e Linda Lercari, 250 pp), che - come si intuisce dal titolo - comprende lavori ispirati al  Sol Levante, alla mitologia, alle tradizioni e agli aspetti più dark di questo Paese. In queste narrazioni, il Giappone non è un semplice luogo fisico, ma un altro pianeta in tutto e per tutto.

La raccolta è nata in seguito al contest letterario “Racconta il Giappone” (2° edizione), indetto da Idrovolante edizioni (www.idrovolanteedizioni.it) in collaborazione con il sito Cultora (www.cultora.it).
 

Ne "La Signora della neve" leggiamo di un coraggioso e determinato samurai di nome Hiroji, che parte alla ricerca di una misteriosa creatura grazie alla quale potrà compiere la missione che ha a cuore: aiutare il suo giovane signore Fumihiro ad essere una persona migliore, il cui agire è dettato da nobili pensieri.

Il ragazzo, infatti, purtroppo si comporta in modo malvagio e solo la cosiddetta signora della neve è in grado di risvegliare la bontà e la giustizia che egli sembra aver smarrito nel gelo che attanaglia il suo cuore.

Non sarà facile trovare questa creatura perché nessuno l'ha mai vista, ma un incontro inaspettato con una ragazza speciale potrebbe aiutare il samurai, che ha un animo generoso e un cuore impavido, mantenere la promessa fatta al padre del suo giovane padrone, cioè trasformarlo in un ottimo signore.

È un racconto che, per quanto breve, coinvolge piacevolmente il lettore collocandolo in un tempo e in uno spazio antichi, lontani da noi, affiancandolo al protagonista che parte per quest'avventura; di lui intuiamo la sua bontà, la prontezza a soccorrere chi è in difficoltà, virtù che fanno di lui un samurai disposto al sacrificio pur di riuscire nella sua impresa.


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5 commenti:

  1. Mi piacciono i racconti e trovo che non sia giusto che siano considerati spesso una sorta di sottoprodotto del romanzo, anche perchè il racconto lo si potrebbe paragonare al corto nel cinema, e sebbene anche in quel caso il film abbia più audience e maggiore gloria, il corto si è però ritagliato un suo spazio importante ed una sua nicchia più che dignitosa, infatti sono anche tanti i corti d'autore. Ritengo pertanto che sia giusto che si inizi a rivalutare chi scrive racconti, ossia chi sa brillantemente condensare una storia in un numero di parole nettamente inferiori a quelle libere di un romanzo, credo sia da sottolineare l'abilità di saper appassionare ad un racconto tanto quanto succede con un romanzo, con il merito in più di doverlo fare entro un numero di pagine sensibilmente inferiore a quelle di un qualunque romanzo e con la capacità di saper eliminare il superfluo lasciando di fatto l'essenziale. Questo racconto sembra poi avere una trama avvincente e particolare.

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    1. Sono completamente d'accordo sui tuoi pensieri circa il racconto. Anzi devo dire che nel corso del tempo io stessa ho cambiato idea e se fino a qualche tempo fa ero restia a leggerli perché mi lasciavano un senso di incompletezza, ultimamente invece li leggo molto più volentieri e devo dire che, quando sono scritti bene, soddisfano le mie esigenze di lettrice

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    2. Mi trovo d'accordo, molte volte ho visto racconti penalizzati solamente per la loro lunghezza, quando invece la storia era molto appassionante. Ed è vero che a volte è più difficile scrivere un racconto perché bisogna concentrare tutto l'essenziale, soprattutto quando ad esempio hai un numero limitato di battute.

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  2. Grazie infinite per la recensione, sono felice che il mio racconto ti sia piaciuto. Grazie di cuore!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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