venerdì 2 agosto 2024

IL GRANDE GELO di Samuele De Marchi [ RECENSIONE ]

 


Atmosfere cupe ed inquietanti permeano questo romanzo in cui una famiglia, in cerca di stabilità e serenità, crede di averle trovate trasferendosi in una nuova casa.
In effetti, tutto sembrerebbe tranquillo, se non fosse per gli anziani padroni di casa, decisamente strani.


IL GRANDE GELO
di Samuele De Marchi



Nulla Die Ed.
84 pp


È la primavera del 1984 e una giovane coppia - Patrizia e Stefano Ferraris - con il loro figlioletto Pietro, va a vivere in un piccola località lacustre.

Entrambi sono davvero molto giovani - poco più che ventenni - e hanno messo su famiglia abbastanza presto, cosa che ha generato inevitabilmente qualche frustrazione, il timore di aver preso decisioni radicali troppo presto e troppo frettolosamente e il rimpianto di aver rinunciato ad obiettivi e progetti decisamente più ambiziosi.

Ma ciò che i Ferraris desiderano adesso è trovare una sistemazione che dia loro un senso di stabilità, e la casa che prendono in affitto potrebbe costituire per tutti e tre un buon inizio.

L'appartamento è carino e funzionale e appartiene a tre anziani fratelli che occupano il piano superiore dell’edificio: Amedeo, Iride e Luigina.
Mentre Luigina sembra alienata dalla realtà circostante a motivo della sua sordità (che la spinge a starsene sempre seduta, a guardare la tv a  un volume alto e fastidioso, mentre consuma una quantità esagerata di mele), Amedeo e Iride sono più in forma e con loro, in principio, i nuovi arrivati instaurano un clima sereno che prelude a un rapporto di vicinato amichevole e comprensivo.

Anche Pietro sembra felice di essere nella nuova casa e allaccia un buon legame con gli anziani vicini, i quali lo invitano spesso a casa loro per giocare.

Pietro va a trovarli volentieri, anche perché Iride ha in serbo per lui un sacco di giochi per bambini, cosa che stupisce non poco il bambino in quanto i tre non sembrano avere dei figli o dei nipoti..., quindi a chi appartengono i tanti giocattoli?
Ma a stuzzicare l'infantile curiosità di Pietro è la stanza segreta alla quale egli non può accedere, perché Amedeo e Iride si arrabbierebbero moltissimo se vi entrasse.

E quanto ad arrabbiarsi, Amedeo ci mette davvero poco a perdere le staffe.

Se nei primi tempi i sorrisi e la cortesia sembrano sprecarsi, col passare dei giorni Patrizia e Stefano - in modi e in tempi differenti - si accorgono che in realtà i due fratelli anziani sembrano sopportarli a malapena; alla prima occasione, Amedeo non fa che inveire con rabbia, rimproverarli al minimo (presunto) sgarro, urlare e chiudere porte in faccia durante le discussioni con Stefano.

Insomma, dalla gentilezza si è passati in poche settimane ad atti di vera e propria maleducazione, che oltre a creare disagi materiali alla giovane coppia, non fanno che rendere i rapporti sempre più astiosi.

La tensione tra le due famiglie non fa che salire, come salgono le temperature nei mesi estivi; a rendere nervosi marito e moglie, inoltre, si aggiungono altre situazioni personali, che contribuiscono via via a isolare sempre più Patrizia e Stefano, i quali si ritrovano ad allontanare le vecchie amicizie e a cercare di riempire le giornate unicamente con il lavoro e le incombenze strettamente famigliari.

In questo clima teso, amareggiato e poco sereno si insinua sempre di più l'ombra inquietante di Iride e Amedeo: cominciano a verificarsi tanti piccoli eventi strani e inspiegabili che turbano Patrizia e Stefano, i quali si rendono conto con sempre maggiore chiarezza di come i proprietari della loro casa siano due persone ambigue, dispettose, burbere, e quello che sembrava essere un atteggiamento simpatico e amichevole era in realtà solo una facciata.

Una facciata che nasconde... cosa?

L'ostilità di Amedeo e della sorella verso i Ferraris si esprime non soltanto negli sguardi o nei toni di voce ma anche in comportamenti scorretti, come togliere l'acqua calda per settimane...

Intanto, passano l'estate e l'autunno, e infine arriva un inverno e nevoso, ed in questa cornice gelida  accadranno eventi drammatici che condurranno verso un finale "nero" e molto, molto amaro per tutti.


"Il grande gelo" è un romanzo dalle atmosfere noir, che parte da una situazione di apparente placidità per introdurre pian piano tanti dettagli che inducono il lettore a comprendere come di tranquillo, in quella casa e con quei vicini, non ci sia proprio nulla.

L'autore punta molto sul creare momenti di tensione e mistero attraverso i comportamenti bizzarri dei due anziani - Amedeo e Iride - lasciando presagire come essi non siano persone limpide ma che nascondano qualcosa e che verso i loro giovani affittuari non nutrano una sincera benevolenza.

Durante la lettura scopriamo quale triste passato e quali drammatici segreti si celino nelle esistenze dei questi due fratelli, che sono legatissimi l'uno all'altra e che farebbero di tutto pur di difendersi reciprocamente.

Patrizia e Stefano sono una coppia davvero molto giovane, che ormai da qualche anno si è sobbarcata di responsabilità il cui peso - in questo periodo di novità e cambiamenti, in cui il trasferimento sul lago Maggiore appare come l'inizio di una nuova e più rosea fase della loro vita insieme - comincia a farsi sentire, rischiando di far scricchiolare il loro rapporto coniugale, che in certi momenti sembra mantenersi in piedi solo a motivo del figlio Pietro.

Al centro di questo romanzo non v'è tanto l'aspetto "thriller", che si concentra più che altro nelle battute finali, ma a predominare sono di più gli aspetti psicologici e comportamentali: per gran parte della narrazione, infatti, il lettore percepisce le note inquietanti e disturbanti che circondano i personaggi e ciò che nascondono gli uni agli altri, il loro chiudersi e isolarsi nei propri pensieri, nelle proprie paranoie, nei rimpianti e nelle frustrazioni, oltre che nel personale passato che continua a far sentire la propria cattiva influenza.
Entrambe le famiglie, per ragioni differenti, si stanno arenando in un mare di tristezza e di incomunicabilità, isolandosi, per finire soffocati nella loro disperata infelicità.

Un romanzo breve, che si legge con piacere per la sua scorrevolezza e immediatezza di linguaggio, per l'attenzione posta alle personalità dei personaggi, ai loro traumi e stati d'animo, e per quella sfumatura di mistero e di tensione che stuzzica il lettore a procedere con la lettura.

Consigliato!!

6 commenti:

  1. Grazie Angela!

    RispondiElimina
  2. Ciao Angela, ma che trama intrigante ha questo bel romanzo! Con la tua avvincente recensione hai sicuramente contribuito a risvegliare la mia curiosità, le storie dai risvolti inquietanti sono le mie preferite. Un caro saluto :)

    RispondiElimina
  3. Ciao Angela, questo libro fa al caso mio. Mi segno il titolo e cerco di procurarmelo.
    Un abbraccio 😘

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...