Può una vacanza lunga soltanto un mese stravolgere le vite di un piccolo gruppo di persone, ciascuna alla ricerca della propria personale fetta di serenità in un'esistenza, fino a quel momento, triste e infelice?
UN INCANTEVOLE APRILEdi Elizabeth von Arnim
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Fazi Ed. trad. S. Terziani 288 pp |
"...aprile, invece, arrivava dolcemente come una benedizione, e se il tempo era favorevole nessuno riusciva a rimanere indifferente. Era impossibile non sentire che ti cambiava e ti toccava nel profondo."
Cosa accomuna Mrs Rose Arbuthnot e Mrs Lotty Wilkins, due amabili ed educate signore londinesi degli anni Venti del secolo scorso?
Un incantevole aprile è un romanzo delizioso, scritto con una penna elegante, delicatissima e sensibile, che indaga con cura e gentilezza l'animo delle quattro donne, mostrandocene pregi e difetti, insicurezze e punti di forza, nonché l'inevitabile evoluzione umana ed emotiva sollecitata da questa vacanza rinfrancante e ritemprante.
Entrambe sono sposate con due uomini affascinanti, esuberanti e sicuri di sé, da cui però si sentono lontane e incomprese.
Il marito di Rose, Frederick Arbuthnot, scrive le biografie delle amanti dei re, attività che la moglie, profondamente religiosa, disapprova: cosa pensano le sue amiche e i loro conoscenti di una signora perbene sposata con un uomo che per campare fa ricerche su donne dal vissuto e dalle scelte moralmente discutibili?
Da tempo, il loro matrimonio è in avaria: marito e moglie sono distanti, non si scambiano gesti e parole d'amore, non si sfiorano, non dialogano...
Non sono felici e il loro rapporto sembra giunto a un punto morto.
Questa situazione fa soffrire Rose, che continua ad amare suo marito nonostante l'apatia che sta avvolgendo e soffocando il loro amore.
Prova a trovare consolazione nella fede in Dio, nel Suo amore e nel dimostrare carità e misericordia a chi è più sfortunato e povero.
Lotty Wilkins è una graziosa e giovane signora sposata con Mellersh, un avvocato che la tratta e la fa sentire come una ragazzina sciocca e con poco sale in zucca, da cui non ci si può aspettare nulla di particolarmente intelligente.
Lotty finora ha praticamente accettato passivamente questa scarsa considerazione che il coniuge ha di lei, non riuscendo a tirar fuori il proprio vero carattere, a manifestare sentimenti, desideri, malesseri, ma anzi tenendo tutto dentro, ricavandone grande inquietudine e un'inconsolabile tristezza.
Entrambe le donne sono non sono felici, la loro vita amorosa è insoddisfacente, sicuramente molto diversa da quella che avevano sognato il giorno del matrimonio.
Ma forse qualcosa sta per cambiare e in modo del tutto fortuito e inaspettato.
La timida ed insicura Mrs Wilkins e la morigerata e assennata Mrs Arbuthnot decidono, senza rimuginarci troppo, di rispondere a un annuncio per l’affitto di un castello a San Salvatore, piccola cittadina della Liguria, per tutto il mese di aprile.
La vacanza sarà un'occasione per allontanarsi dal grigiore di giorni sempre uguali con il nobile scopo di ritrovare sé stesse e quell'equilibrio interiore che hanno perso già da un po'.
La cosa interessante è che organizzano tutto senza condividere nulla con i rispettivi coniugi, bensì ponendoli davanti al fatto compiuto e non lasciandosi scoraggiare dalla loro evidente disapprovazione.
A loro si uniscono due donne di differente età e, fino ad allora, sconosciute: Mrs Fisher, un’anziana signora che incarna appieno la morale vittoriana nel portamento, nelle amicizie e nella rigida etichetta che esige sia rispettata, e Lady Caroline (chiamata Scrap), giovane ereditiera di un incantevole ed ineguagliabile bellezza in cerca di un mese di pace dalla vita mondana, dalla stressante madre e dagli innumerevoli spasimanti. che continuano a chiederla in sposa nonostante i suoi rifiuti.
Le quattro donne partono per quella che tutte desiderano sia un periodo di rigenerazione fisica e morale/spirituale: lontane dalla vita di tutti i giorni, dalla grigia e piovosa Inghilterra, sperano di godersi un mese di ferie assolute nella bella Italia, di immergersi nel piacevolissimo calore della primavera italiana, di ritemprarsi a contatto con la naturale e rassicurante bellezza di quel luogo antico che trasmette pace e silenzio, avvolte dal profumo dei glicini e dei narcisi sbocciati.
Se però Rose e Lotty sono aperte alla prospettiva di fare amicizia con le due ospiti e di godere di questa bella vacanza insieme, mangiando prelibatezze e chiacchierando amabilmente durante le passeggiate nel giardino attorno al castello, Scrap e Mrs Fisher non hanno alcuna voglia di socializzare.
La prima perché ha colto al volo l'occasione del viaggio proprio per starsene un mese per i fatti propri, lontana da seccature e da esseri umani incantati dalla sua avvenenza e grazia, e la seconda perché il proprio modo di concepire la vita è talmente conservatore e tradizionalista da renderla troppo chiusa, giudicante, sempre pronta a rimproverare, borbottare ed esprimere dissensi al minimo accenno di comportamenti o parole che lei trova sfacciati e privi di decoro.
Ma evitarsi è davvero difficile, anche quando gli spazi condivisi sono ampi e, in teoria, sarebbe possibile cercare un angolino tutto per sé o costringersi a chiudersi in stanza.
Le quattro donne amano dal primo momento il castello, che per loro diventa una sorta di rifugio, un luogo immerso nella tranquillità e quindi ideale per analizzare a che punto si trova la propria vita, indagare con sincerità dentro sé stesse, guardare nel proprio cuore e provare a capire cosa non sta andando bene e se mai possa esserci un modo per cambiare rotta e afferrare quella felicità che pare essere divenuta un miraggio, un ricordo lontano.
Di capitolo in capitolo impariamo a conoscere ognuna delle donne, a capirne la personalità, il modo di pensare, la concezione che hanno di sé e di ciascuna reciprocamente, e assistiamo con piacere, gradualmente, al loro personale cambiamento, anche in coloro che non necessariamente sentivano di dover cambiare o maturare, come l'anziana signora Fisher o l'altezzosa Scrap.
Tra le quattro, le più riflessive sono sicuramente Rose e Lotty; la prima si strugge al pensiero di aver lasciato in Inghilterra quel marito amato ma con cui ha perso ogni connessione fisica, sentimentale e intellettuale, connessione che vorrebbe poter ristabilire ma non sa come, e il pensiero di averlo perso per sempre, di non essere più amata ed apprezzata da Frederick, la distrugge dentro, impedendole di vivere appieno la dolce serenità di questo mese in Italia.
Lotty, invece, è semplicemente entusiasta di essere lì, sta riscoprendo sé stessa, la propria libertà, la propria capacità di prendere decisioni in autonomia e di riuscire a star bene anche senza dipendere dal bellissimo Mellersh, che l'ha sempre data per scontata.
La vacanza diventa l'occasione per ciascuna donna di mettersi a nudo, di meditare su sé stessa anche grazie al confronto l'una con l'altra, cosa che le aiuterà ad apprezzarsi e a sbocciare, a riscoprire l’amore e l’amicizia, ritrovando la speranza di poter, a buon diritto, ancora essere felici e appagati di ciò che si è e si ha.
Lotty è la prima, tra esse, ad accorgersi di come San Salvatore la stia facendo rinascere e ritrovare rinnovati slanci vitali, nuovi scopi, nuove prospettive e una giusta stima di sé.
Forse è un luogo magico che può donare non solo pace ma anche nuovi sogni e direzioni a un'esistenza che si stava appiattendo?
Un incantevole aprile è un romanzo delizioso, scritto con una penna elegante, delicatissima e sensibile, che indaga con cura e gentilezza l'animo delle quattro donne, mostrandocene pregi e difetti, insicurezze e punti di forza, nonché l'inevitabile evoluzione umana ed emotiva sollecitata da questa vacanza rinfrancante e ritemprante.
Vi troviamo, al suo interno, l'amore (per lo più di coppia) - quello che sembrava perduto e quello che viene rinvigorito da nuove consapevolezze -, l'amicizia tra persone opposte caratterialmente ma accomunate tutte dall'infelicità, dall'insoddisfazione e dal desiderio urgente di scappare da tutto e tutti per ritrovarsi; la fugacità della bellezza e della giovinezza, ricchezze che non bastano, da sole, a dare un concreto appagamento; il contatto con la natura e il suo meraviglioso potere di toccare il nostro spirito, di farci riconciliare con il mondo, con il prossimo e con noi stessi; c'è anche l'argomento fede, che - nell'esperienza della devota Rose - evolve anch'essa passando dall'essere una mera osservanza di precetti per piacere a Dio, a qualcosa di più intimo, personale e vero.
In questo romanzo si palesa il bisogno, proprio di ogni uomo, di essere amato e apprezzato, di costruire relazioni interpersonali genuine, autentiche, e di come questo bisogno, quando viene soddisfatto, rechi gioia, pienezza e pace interiore.
Quanto possono far bene le confidenze condivise tra una chiacchierata all'altra all'aria aperta, mentre il sole si appresta a tramontare e mentre si è circondati da un tripudio odoroso di fiori e piante che ci ricordano che a ogni inverno, a ogni gelo, segue sempre la primavera, la rinascita?
"Perché due persone infelici non possono offrirsi il sollievo reciproco di una chiacchierata mentre camminano per la strada della vita, arida e polverosa, discorrendo con sincerità di cose vere, dei loro sentimenti, dei desideri e delle speranze che ancora possiedono?"
Un libro che resta sempre quieto come un dolce sussurro, come dolce è la brezza che muove i fiori attorno al castello e che sfiora e fa vibrare i cuori, bisognosi di amore, delle quattro amiche; è una lettura tranquilla, rilassante, durante la quale mi sono sentita la quinta ospite del castello e anch'io, come le altre, ho potuto usufruire, seppur solo con l'immaginazione, della potenza rigeneratrice della natura, del benessere che si prova quando, lasciandosi alle spalle (fosse pure temporaneamente) il caos di tutti i giorni, ci si ferma e si gode di un sano silenzio, di una pace necessaria per non perdersi o non continuare a vagare insoddisfatti e tristi.
Lo consiglio a chi desidera una lettura che sa regalare dolcezza, relax e il cui epilogo soddisfacente si pone in sintonia con tutta la placida atmosfera della storia.
Alcune citazioni
"Per anni era riuscita a essere felice solo dimenticando la felicità, e voleva continuare così. Voleva escludere tutto ciò che avrebbe potuto ricordarle l’esistenza della bellezza, che l’avrebbe di nuovo incitata a desiderare, ad anelare..."
"Mancare a qualcuno che ha bisogno di te, per qualsiasi motivo, era comunque meglio della solitudine totale di non mancare a nessuno."
"Lo splendore dell’aprile italiano si raccoglieva ai suoi piedi; il sole la inondava di luce, il mare dormiva, muovendosi appena. Oltre la baia, le montagne, incantevoli con le loro squisite sfumature, erano anch’esse addormentate nella luce, e sotto la finestra, in fondo al giardino in pendenza costellato di fiori, si ergevano le mura del castello, e un alto cipresso sembrava una gigantesca spada nera che tagliava in due i blu e i viola delicati, le sfumature di rosa delle montagne e il mare."
"Questa invece era pura felicità per l’armonia con ciò che la circondava, la felicità che non chiede nulla e semplicemente accetta, respira, esiste."
"Da molti anni sapeva che la sua vita era tutta un grande strepito, e da quel chiasso assordante voleva allontanarsi per non diventare sorda, in modo completo e permanente. E se quel chiasso fosse stato tutto inutile?
"Desiderava starsene da sola, non sentirsi sola. Era molto diversa la solitudine, faceva male, era come una ferita atroce nel profondo, la paura più grande. Era ciò che la spingeva ad andare a tutti i ricevimenti, e ultimamente anche a feste che in uno o due casi non le erano sembrate capaci di darle una protezione certa. Possibile che la solitudine non avesse nulla a che fare con le circostanze, solo con il modo che si ha di affrontarle? Forse era meglio andarsene..."
"San Salvatore le aveva strappato la parvenza di felicità che aveva costruito con tanta dedizione e l’aveva lasciata senza niente in mano. No, anzi, le aveva dato dei desideri, un senso di pena, di nostalgia, quello strano fremito nel cuore, ed era peggio che non avere niente."
"Non le sembrava di pretendere troppo, in un mondo pieno di gente, di milioni di persone, se desiderava possederne solo una. Una persona che avesse bisogno di lei, che la pensasse, che fosse ansiosa di vederla... Oh, il desiderio di essere importante per qualcuno la divorava!"
"...è sempre meglio sentirsi giovani da qualche parte piuttosto che vecchi dappertutto. C’era sempre tempo per sentirsi vecchia".
"...starsene distesi sotto un’acacia a guardare il cielo azzurro tra i rami, le foglie tenere e i fiori che a ogni alito di vento diffondevano il loro profumo, fu fonte di felicità immensa per gli ospiti."
"Mancare a qualcuno che ha bisogno di te, per qualsiasi motivo, era comunque meglio della solitudine totale di non mancare a nessuno."
"Lo splendore dell’aprile italiano si raccoglieva ai suoi piedi; il sole la inondava di luce, il mare dormiva, muovendosi appena. Oltre la baia, le montagne, incantevoli con le loro squisite sfumature, erano anch’esse addormentate nella luce, e sotto la finestra, in fondo al giardino in pendenza costellato di fiori, si ergevano le mura del castello, e un alto cipresso sembrava una gigantesca spada nera che tagliava in due i blu e i viola delicati, le sfumature di rosa delle montagne e il mare."
"Questa invece era pura felicità per l’armonia con ciò che la circondava, la felicità che non chiede nulla e semplicemente accetta, respira, esiste."
"Da molti anni sapeva che la sua vita era tutta un grande strepito, e da quel chiasso assordante voleva allontanarsi per non diventare sorda, in modo completo e permanente. E se quel chiasso fosse stato tutto inutile?
"Desiderava starsene da sola, non sentirsi sola. Era molto diversa la solitudine, faceva male, era come una ferita atroce nel profondo, la paura più grande. Era ciò che la spingeva ad andare a tutti i ricevimenti, e ultimamente anche a feste che in uno o due casi non le erano sembrate capaci di darle una protezione certa. Possibile che la solitudine non avesse nulla a che fare con le circostanze, solo con il modo che si ha di affrontarle? Forse era meglio andarsene..."
"San Salvatore le aveva strappato la parvenza di felicità che aveva costruito con tanta dedizione e l’aveva lasciata senza niente in mano. No, anzi, le aveva dato dei desideri, un senso di pena, di nostalgia, quello strano fremito nel cuore, ed era peggio che non avere niente."
"Non le sembrava di pretendere troppo, in un mondo pieno di gente, di milioni di persone, se desiderava possederne solo una. Una persona che avesse bisogno di lei, che la pensasse, che fosse ansiosa di vederla... Oh, il desiderio di essere importante per qualcuno la divorava!"
"...è sempre meglio sentirsi giovani da qualche parte piuttosto che vecchi dappertutto. C’era sempre tempo per sentirsi vecchia".
"...starsene distesi sotto un’acacia a guardare il cielo azzurro tra i rami, le foglie tenere e i fiori che a ogni alito di vento diffondevano il loro profumo, fu fonte di felicità immensa per gli ospiti."
Ciao Angela, non conosco questo libro e nemmeno l'autrice, ma mi sembra proprio una bella lettura... me lo segno in wish list ;-)
RispondiEliminaPotrebbe piacerti, Ariel (•ө•)♡
EliminaCiao 😘
Ciao Angela, sembra un libro davvero carino. Anche se non è il mio genere mi piacerebbe leggerlo.
RispondiEliminaUn abbraccio 😘
È uno di quei libri da leggere senza fretta 💓
EliminaUn abbraccio 😚
Ciao Angela, ho letto alcuni romanzi di Elizabeth Von Arnim iniziando da "Il giardino di Elizabeth". Mi piace il modo in cui la scrittrice rende libere le protagoniste dei suoi lavori di realizzarsi e l'ironia sempre delicatamente presente. I suoi romanzi sono ancora attuali, i sentimenti non scadono mai. Un abbraccio :)
RispondiEliminaconcordo con le tue parole, Aquila.
EliminaUn abbraccio :))