domenica 14 ottobre 2012

Recensione: LA MALEDIZIONE DELLA LUNA NERA di K.M. Moning



Terminato il romanzo della Moning, La maledizione della luna nera, terzo appuntamento della saga Fever, così composta finora:

1. Il segreto del libro perduto (Darkfever)
2. Il mistero del talismano perduto (Bloodfever)
3. La maledizione della luna nera (Faefever)
4. Dreamfver
5. Shadowfever

LA MALEDIZIONE DELLA LUNA NERA 
di K.M. Moning


Leggereditore
Narrativa
Trad. di A. Bruno
368 pp
10 euro
2012


Trama

Una Dublino piovosa, oscura e inquietante è il teatro di una caccia che si fa sempre più dura e implacabile. MacKayla Lane è ancora sulle tracce del Sinsar Dubh, un libro antico, potentissimo e misterioso, e per cercarlo si è trasformata in una predatrice spietata. Lei è l’unica a poter ‘sentire’ il Libro, e la sua dote attrae inesorabilmente altri cacciatori: Gerico Barrons, dalla sensualità prorompente, che vorrebbe acquisire i poteri magici del Libro, V’lane, dalla bellezza sovrannaturale, che lo vorrebbe per consegnarlo alla sua Regina, e infine Rowena, la Gran Signora delle veggenti sidhe, la stirpe di cui anche Mac fa parte. A cosa dovrà arrivare Mac per contrastare questa minaccia terribile? Di chi si può veramente fidare? Con i suoi poteri, la sua forza e la sua intelligenza riuscirà a salvare l’umanità e a portare la Luce in un mondo che appare sempre più buio e oscuro?



IL MIO PENSIERO

Essendo il 3° volume di una saga e non avendo letto i precedenti, mi son ritrovata catapultata nel mondo della protagonista, MacLayla Lane, a dovermi districare tra una serie di parole e personaggi a me sconosciuti, ma che evidentemente sono rilevanti nell'economia della narrazione....; ragion per cui, se non sai di chi/cosa si sta parlando... sei leggermente fregato (Mac avrebbe detto "fottuto", ma noi siamo più diplomatici ^_^).

Ok, impresa semi titanica quindi fare una recensione sensata al 100% per la motivazione suddetta, ma proverò comunque ad esprimere il mio parere!
E' vero che non sapevo nulla di veggenti sidhe, del libro tanto bramato da tutti - il Sinsar Dubh -, di mondo ed Esseri Fatati, Seelie ed Unseelie, nulla dei personaggi coinvolti..., ma devo ammettere che bene o male, leggendo, l'essenziale si coglie; inoltre a fine storia, c'è un glossario sempre aggiornato da Mac, man mano che lei stessa fa nuove esperienze, il che mi consola, perchè a quanto pare la stessa Moning ha seguito il semplice ma saggio principio "Non si smette mai di imparare".
Ciò che emerge da subito è la drammatica ed oscura situazione in cui versa Dublino, la città in cui vive Mac, che è qui per scoprire chi ha ammazzato la sorella Alina e vendicarla.
Mac è un'umana (ho capito bene, si?), ma particolare: è una veggente sidhe, con poteri sovrannaturali, in quanto percepisce la presenza del Libro, degli Esseri Fatati, riesce a combatterli grazie alla sacra reliquia in suo possesso, la lancia.
La ragazza è un tipo tutt'altro che comune, quindi, e non solo per questo: è una giovane apparentemente tosta, razionale, fin troppo consapevole dei propri dover verso l'umanità che va sempre più verso il buio..., ma in realtà è una 22enne che, come tutti, desidera una vita tranquilla, fare shopping, starsene a casa a guardare la tv, essere amata..., cose normali, insomma, invece dell'ossessione continua per questo libro magico, che tutti vogliono; invece del pensiero fisso sulla morte di Alina;  invece  dell'incombente presenza del burbero, ambiguo ma sensuale Gerico Barrons, del bellissimo e sexy V'lane, dell'acida Gran Signora, la veggente Rowena..
Tutti sembrano avercela con lei ma allo stesso la ricercano e hanno bisogno delle sue percezioni per avere il Libro: c'è chi lo vuole per aumentare il proprio potere, chi per restituirlo alla propria regina, chi per evitare che i muri che separano il mondo fatato da quello degli umani, crollino, mettendo in pericolo la vita dei mortali esseri umani...

Non sto qui a dare elementi sulla trama, che comunque per la maggior parte si snoda nei tentativi della nostra Mac di cavarsela tra i tre personaggi ossessionati al Sinsar Dubh, stando attenta a tutti e tre, non fidandosi di loro ma allo stesso tempo conscia di come la propria vita sia legata ad essi.
Mac mi piace come personaggio di questo paranormal, perché è coraggiosa ma fragile allo stesso tempo, è intelligente, cerca di tenere fissi i propri obiettivi per raggiungerli, facendo attenzione a non farsi irretire dalle seducenti trappole di V’lane, dalle ambiguità di Barrons e soprattutto raccogliendo l’energia essenziale (cosa che ottiene ammazzando gli Unseelie e mangiandone i cadaveri…) per combattere contro le Ombre che stanno ricoprendo la città, preparandosi per fronteggiare il temibile Signore Domine…!
Insomma, è una personalità davvero ideale per essere protagonista di battaglie al limite tra l’umano e il fantastico.

Mi piace il linguaggio usato dalla Moning, in quanto molto vicino al  nostro, a momenti anche gergale (giustamente, visto che la protagonista stessa ha un’età giovane); la narrazione procede con un buon ritmo, veloce, vivace, con diversi colpi di scena, momenti di azione, alternati alle riflessioni di Mac, con gli occhi della quale vediamo e viviamo tutto, condividendone anche l'ironia (la narrazione è in prima persona).
Una cosa ho poco apprezzato: ma perché il sesso dev’essere sempre qualcosa che schiavizza la donna (pure nel mondo fatato!)? Perché la donna, quando è presa da certi desideri fisici, perde completamente il lume della ragione, diventando una sorta di geisha totalmente in balia del dominio di un uomo, in questo caso di Esseri Fatati che trasudano sessualità dirompenti, cui è assolutamente difficile dire no, e che possono anche uccidere una donna col sesso??
Ecco, questo è un aspetto che non apprezzo e confido che a Mac la Moning dia la possibilità di ribellarsi a questo giogo sessuale, dicendo basta a questo dominio maschile ….
Il romanzo, in generale, mi è piaciuto, è un genere che riesce a coinvolgermi sufficientemente e, nel caso specifico, a mettermi addosso la curiosità di leggere il seguito delle avventure di Mac!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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