mercoledì 4 novembre 2020

Recensione: EFFETTI COLLATERALI di Rosario Russo



Sei racconti ambientati in una Sicilia dei nostri giorni eppure antica, la quale,  come una zingara misteriosa e dal fascino maliardo, sa incantare con il racconto di leggende e miti atavici, che superando l'oblio polveroso del tempo che passa, riemergono e pretendono attenzione, e lo fanno attraverso storie di sangue, passate e presenti.
Storie che ci trasportano in un paesino pieno di superstizioni e misteri, in cui la realtà si confonde con la magia e il sogno, e soprattutto dove viene fuori l'essere umano, con le sue molteplici contraddizioni e debolezze, con i suoi sogni e le sue meschinità.


EFFETTI COLLATERALI 
di Rosario Russo



Algra Ed.
180 pp
Ottobre 2020
I racconti di questa agile e scorrevole raccolta sono sei e tutti collocati ad Acireale, nel catanese; tre di essi hanno per protagonista un personaggio che chi ha letto il romanzo d'esordio dell'Autore, ha avuto modo di conoscere: l'ispettore Luigi Traversa.
Traversa si trova davanti a tre casi delittuosi da risolvere, di cui uno risalente a ben settant'anni prima.

In "Il Sesto Sigillo" l'ispettore, coadiuvato dall'amico Alberto Bevilacqua e dal commissario Lorefice, è alle prese con uno strambo caso: c'è qualcuno che - ripercorrendo le profezie dell'Apocalisse, tra cavalli del giudizio e funesti sigilli in attesa di essere aperti - sta creando agitazione nella pacifica Acireale. 
Dietro gli avvenimenti strani - scanditi da sibillini versi da interpretare - che stanno spaventando gli acesi, si nasconde "semplicemente" un matto che ha voglia di scherzare o una mente con un piano e uno scopo ben precisi?

In "Gli amanti immortali" il nostro ispettore si imbatte in una storia d'amore, tanto forte quanto tragica, vissuta moltissimi anni prima da due giovani innamorati, il cui legame sentimentale è stato crudelmente ostacolato; un amore sfortunato che ricorda quello leggendario tra Aci e Galatea.
Forse proprio a loro appartengono gli scheletri ritrovati in una grotta a Santa Maria la Scala? In tal caso, chi ha ucciso la coppia e per quale ragione?
A rendere ancora più misterioso il caso si aggiunge una strana e dolce musica di un flauto che Traversa ode quando è nei pressi del luogo del ritrovamento delle ossa, come se quel posto fosse "sacro", circondato da un alone di magia, e lo stesso ispettore - per quanto razionale e tendenzialmente scettico verso tutto ciò che non si può toccare e vedere - dovrà lasciarsi andare alle sensazioni, magari anche a delle vere e proprie allucinazioni, per poter cogliere il vero significato del caso su cui sta indagando.

In "La Truvatura della sarpa" al centro vi è una presunta morte accidentale di un ex-insegnante, che pare sia deceduto per aver seguito, un po' troppo alla lettera, un antico rituale (avente a che fare con il mangiare pesce e bere fiumi di vino), e tutto sotto gli occhi sgomenti di due amici.
Ma è andata davvero così? Siamo in presenza di un'azione stupida da parte di un anziano credulone o la verità è un'altra?

Nel primo racconto, "Il delitto delle cartoline", uno scrittore senza arte né parte, è alla disperata ricerca di una storia per il romanzo della sua vita; in maniera fortuita, incappa in una storia vecchia di cinquant'anni e sulla quale si ritrova a fantasticare dopo aver rinvenuto due cartoline dal messaggio criptico: quale incredibile storia si nasconde dietro queste cartoline ingiallite? Forse un mistero da svelare?
 
"Annalisa" è la storia di un desiderio di vendetta mai sopito, che dopo tanti anni giunge al suo capolinea, non senza la scoperta di una verità diversa da quella immaginata.
Un uomo, dopo essere fuggito venti anni prima da una vita criminale ed essersi rifatto una nuova esistenza in Germania,  ritorna nella città natìa perchè ritiene di avere un conto in sospeso con chi gli ha straziato il cuore togliendo la vita al suo unico vero amore... Questo racconto prende spunto da alcuni episodi di criminalità realmente accaduti verso la fine degli anni '90 ad Acireale, ad opera di clan mafiosi in guerra tra loro.

Il penultimo racconto, che dà il titolo alla raccolta, vede il commissario Stuto impegnato a risolvere il giallo della morte di una ragazza, coinquilina della fidanzata di Luca, suo nipote.
La vittima si chiama Federica ed è morta per avvelenamento; esclusa l'ipotesi del suicidio, c'è da capire chi e perchè abbia potuto ammazzarla, soprattutto se si considera "l'arma del delitto": un veleno per topi fuori commercio, quindi difficile da reperire.
Ovviamente, ad essere sospettate sono di volta in volta le persone più vicine a Federica (Giselle, l'altra coinquilina, e un uomo - appartenente a una famiglia mafiosa - con cui sembra che Federica avesse una relazione), ma Stuto non è soddisfatto dalla piega ufficiale che sta prendendo l'indagine e così, grazie alla lettura del diario della ragazza, arriverà alla verità, che per lui sarà molto amara...

Sei racconti che ci ricordano come spesso a consolare i cuori affranti e addolorati possa bastare la semplice vista del mare, il cui costante e ipnotico movimento di onde porta con sé ricordi e speranze; storie che ci mettono davanti alle tante incoerenze presenti nell'animo umano, che si riversano ad esempio anche sui luoghi in cui egli vive e su cui allunga la mano, per soddisfare le proprie egoistiche necessità e voglie, ignorando e non rispettando l'ambiente attorno a sè; ed è così che Acireale, nel corso del tempo, è stata rovinata dalla costruzione di palazzoni di cemento che nulla hanno a che fare con la bellezza di palazzi antichi e col barocco.

Anche un uomo del Nord, come Traversa, se ne rende conto e tale scempio fa sì che egli associ la calda e vivace regione che l'ha accolto a

"Una bellissima donna, ecco cos’era per lui la Sicilia: una bellissima donna con un orrido neo sul naso e un gran paio di baffi."

Racconti che ci permettono di ammirare il fascino e la malìa che provengono da un territorio meraviglioso qual è la Sicilia, con i suoi luoghi suggestivi e le tante leggende che ne arricchiscono la storia; ci ritroviamo anche a scontrarci, come i protagonisti, con le meschinità e le crudeltà di cui l'uomo è capace, e che sporcano di sangue questa bellissima terra.

Ho ritrovato lo stile scorrevole e scattante del precedente libro di Rosario Russo (il giallo Quattordici spine), personaggi ben caratterizzati e la presenza - al pari di un protagonista a tutti gli effetti - della terra sicula, in particolare di Acireale, che domina in ogni frase dialettale, in ogni luogo menzionato, in ogni mito o leggenda, in ogni usanza; le singole storie sono tutte interessanti, si leggono con piacere, non solo per l'elemento giallo in sè, ma soprattutto per le vicende umane legate ai vari casi da risolvere, narrati con una giusta dose di ironia, che si sposa con inevitabili note amare.

Consigliato  in particolare a quanti amano i racconti e il genere giallo/poliziesco.



2 commenti:

  1. Amo il genere, meno i racconti. Potrebbe essere, comunque, un buon banco di prova!

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    Risposte
    1. Anch'io come te, però spesso faccio belle scoperte, in questo senso ;-)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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