domenica 5 ottobre 2025

[ Recensione in anteprima ] LILÌ E LA RIVOLUZIONE A TUTTODRITTO di Viviana Hutter

 

Riuscite ad immaginare di vivere in un luogo in cui non ci sono curve, né sbavature né colori, in cui tutto è dritto, grigio, tendente alla perfezione, dove alle persone è sconsigliata ogni esternazione di emozioni e sentimenti, dove non sono ammesse la creatività, la fantasia, le risate...?
Triste, vero?
Un posto così ha necessariamente bisogno di una rivoluzione, di una spinta gentile ma vigorosa che incoraggi ad immaginare che è possibile aprirsi alla bellezza, ai colori, alla gioia senza per questo perdere stabilità e serenità.
In questa deliziosa storia, una tale rivoluzione ha dei riccioli scuri e lucenti, una pelle color cannella e si chiama Lilì.


LILÌ E LA RIVOLUZIONE A TUTTODRITTO
di Viviana Hutter

Agenzia Pensiero Creativo
112 pp
12 euro
in uscita:
6 OTTOBRE 2025

"In un luogo lontano, così remoto che nemmeno le mappe più antiche e dettagliate lo avevano mai  riportato, si trovava il paese di Tuttodritto. Era questo un luogo singolare, dove tutto era regolato da un’unica legge: la linearità. Nulla in Tuttodritto sfuggiva a questa regola."


Tuttodritto è un paese davvero particolare: domina la drittezza in ogni cosa, luogo, persona.
Tutto è perfettamente dritto: gli alberi, le case, le strade, i capelli degli abitanti; persino le nuvole non assumono quelle forme strane e bizzarre che solitamente si vedono in cielo e fanno sorridere e sognare. 
Ad essere precisi, non è che si sorrida molto a Tuttodritto, e al massimo la bocca può formare una linea dritta.
Non sono previste curve di alcun genere, per non parlare dei colori: l’unico colore ammesso è il grigio. 

La vita a Tuttodritto è come una infinita linea retta che non ammette cambi di direzione né incroci con altre linee.

Gli abitanti sembrano amare questa linearità che richiama all'ordine, alla stabilità, che non dà spazio al caos e all'anarchia..., ma a ben guardare

"per quanto la loro esistenza fosse tranquilla e priva di rischi, c'era qualcosa di sottile, quasi impercettibile, che mancava, un vuoto..., un'inquietudine che tutti avvertivano, ma che nessuno osava esprimere ad alta voce né tanto meno in silenzio tra sé e sé".

E questa sensazione indefinita è evidente nei volti e nelle movenze delle persone, grandi o piccine che siano: sono privi di gioia, di passione, di sussulti, di entusiasmo e guai a manifestare un'emozione - rabbia, felicità, tristezza... -, si rischiano la disapprovazione e le occhiatacce dei concittadini!


Ma non è così ovunque.
Ci sono anche posti in cui le persone sanno essere gioiose, creative, in cui prendono in mano i colori e i pennelli e con questi attrezzi rallegrano quaderni, panchine, muri, case...

Ad esempio, nel bosco che circonda Tuttodritto si è trasferita una famiglia davvero speciale da cui partirà la rivoluzione di cui Tuttodritto ha urgente bisogno.

Questa famiglia è composta da Enea, Nina e la loro bambina, Lilì.

Enea e Nina sono cresciuti in località in cui si viveva diversamente da Tuttodritto e hanno avuto tempo e e modo di inseguire i propri sogni, di dare sfogo alla fantasia, di assaporare la bellezza presente nei colori, nelle diversità, nelle sfumature, nelle imperfezioni.

Quando un giorno, nel bosco, si imbattono in una bambina piccola piccola dai riccioli scuri e la pelle color cannella, la portano con loro, pensando di poterla crescere a Tuttodritto.

Ma non hanno fatto i conti con la valanga di pregiudizi, superficialità, paura, diffidenza... delle persone attorno a loro, che vedono in quell'esserino una vera e propria minaccia al loro amato ordine. 

Quei capelli e quei colori stridono con il grigiore e il piattume in cui è immersa Tuttodritto, che dimostra aperta ostilità nei confronti dei due giovani genitori, i quali sono costretti ad andare via con Lilì, nascondendola nel bosco e vivendo così isolati.

Ma l'isolamento non può fermare il potere dell'immaginazione e infatti la bambina, grazie ai suoi amorevoli genitori, cresce libera di esprimersi come desidera, creando mondi sempre nuovi attraverso l’arte. 

Lilì impara che il mondo può essere fatto anche di curve, di domande curiose, di colori sgargianti e tutti diversi tra loro, fosse anche per delle impercettibili sfumature, che ci ricordano come la diversità è bella perché è una risorsa, va rispettata in quanto apre porte e spezza le barriere.
Non si può e non si deve puntare alla staticità e all'uniformità ma andare incontro ai cambiamenti con entusiasmo e curiosità.

Lilì è piena di gioia di vivere e desidera trasmettere questo suo modo di vedere il mondo - colorato, vivace, vivo! - anche agli altri, e l'occasione arriva quando un giorno incontra Tobia, un bambino di Tuttodritto.

A lui la bimba insegna a poco a poco la bellezza delle curve, delle spirali, delle forme insolite, il grande potere della fantasia e dell'immaginazione. 

Insieme i due cominciano a nutrire il desiderio di mostrare a Tuttodritto quanto può essere bella e arricchente la diversità.

Tobia, timido e insicuro, prende coraggio accanto all'esuberante amica, e insieme decidono di recarsi a Tuttodritto per gettare il seme della rivoluzione, per insegnare agli abitanti di questo paese così statico e sempre uguale, che non esistono soltanto le linee dritte e il grigio e la ricerca della perfezione, ma anche le curve, la luce, i colori.

Come farà la determinata e coraggiosa Lilì, in compagnia del suo amico Tobia, a convincere gli ostili (e impauriti?) abitanti di Tuttodritto che è possibile iniziare un cambiamento che non è solo esteriore, ma soprattutto un cambio di mentalità, un nuovo modo di vedere le cose?

Non sarà semplice perché abbandonare la tranquillità e la solidità di un tipo di vita ordinatissimo e privo di stranezze per abbracciarne uno imprevedibile, fa un po' paura a chi è abituato sempre alla stessa monotonia.
Ma la dolce Lilì, munita di pennelli e tanto amore, troverà la strada giusta per parlare al cuore degli adulti e dei bambini e far sedimentare dentro di loro un nuovo messaggio: non è necessario abbandonare le linee dritte o il grigio, ma capire che queste caratteristiche possono convivere con le spirali, le forme estrose, i colori accesi, insomma è possibile lavorare insieme per rendere Tuttodritto un posto dove tutto è possibile, dove nessuna diversità è rigettata, condannata, emarginata, ma anzi è valorizzata perché porta con sé altra bellezza.


Il testo, scritto da Viviana Hutter - educatrice e formatrice esperta in pedagogia creativa - e impreziosito dalle delicate ed evocative illustrazioni di Emanuele Sponta, ci ricorda, attraverso la rivoluzione coraggiosa intrapresa da una bambina speciale e spontanea, che più che cercare di essere perfetti, è importante essere autentici, sentirsi liberi di esprimere sé stessi, la propria creatività, i propri talenti, e che ogni persona è unica e irripetibile, nessuno è sbagliato per come è, anzi ogni diversità non è che una ricchezza da conoscere, accogliere, apprezzare, amare, e da cui imparare per conoscere altre prospettive e punti di vista.

I temi presenti in questo bellissimo racconto per bambini/ragazzi sono più che mai attuali e meritevoli di attenzione, tanto più all'interno delle famiglie e dei luoghi in cui si fa educazione, in cui è importante insistere su valori  ed argomenti come il rispetto per l'altro, l'accoglienza della diversità, l'inclusione, il valorizzare e incoraggiare le capacità individuali, la libertà di esprimersi senza la paura di essere giudicati o scacciati a motivo del proprio modo di essere (che siano caratteristiche fisiche, caratteriali o di altro genere), lo sviluppo dell'intelligenza emotiva, il coraggio di portare gli altri al cambiamento, alla riflessione.

Mi è piaciuto molto il concetto che sta alla base del cambiamento promosso da Lilì: non c'è in lei il rifiuto dei tratti tipici di Tuttodritto, non passa il messaggio che le linee dritte o il grigio sono sbagliati e vanno eliminati, sostituiti da ciò che è curvo, dai riccioli e da tutti gli altri colori. 
No, in una città/società/comunità libera, tutti possono coesistere, c'è spazio per ognuno con la propria individualità.


Con il suo linguaggio comprensibile, chiaro ma anche evocativo, capace di stimolare l'immaginazione e la fantasia dei giovani lettori, il ritmo vivace e coinvolgente, i personaggi ben tratteggiati nella loro semplicità, le tematiche affrontate e vicine all'esperienza quotidiana di bambini e ragazzi, "Lilì e la rivoluzione a Tuttodritto” è particolarmente indicato per un pubblico di lettori dagli 8 ai 13 anni e può risultare un testo narrativo davvero utile nelle scuole (primaria e secondaria di primo grado), all'interno di progetti scolastici dedicati all’inclusione, al superamento delle diversità e alla gestione delle emozioni.

Assolutamente consigliato ai giovanissimi ma anche agli adulti-educatori.


«Vogliamo un mondo con tutti i colori!» gridò un altro bambino, 
alzando le braccia al cielo.
«Vogliamo un mondo dove ognuno possa essere sé stesso!».
I bambini iniziarono a urlare insieme, 
formando un coro di voci squillanti, piene di energia.
«Un mondo nuovo! Un mondo per tutti!».


venerdì 3 ottobre 2025

L'UOMO DAGLI OCCHI TRISTI di Piergiorgio Pulixi [ RECENSIONE ]



Alta Ogliastra, Sardegna. Quando il cadavere di un diciassettenne viene ritrovato sul motoscafo appartenente ad un noto politico locale, la polizia intuisce di non poter risolvere da sola quello che si prospetta come un caso di omicidio complesso; vengono, quindi, chiamate due "esterne", Mara Rais ed Eva Croce, esperte nella risoluzione di casi complicati caratterizzati da crimini violenti; la loro esperienza e la brillante e speciale capacità di cogliere dettagli importanti, di "scavare nei posti giusti", e soprattutto di indagare nel vissuto dei soggetti coinvolti, risulterà preziosa.


L'UOMO DAGLI OCCHI TRISTI
di Piergiorgio Pulixi


Rizzoli
333 pp
Cosa c'è di più doloroso e straziante della perdita di un figlio?

Lorenza Maxia lo sta provando sulla propria pelle: sono quindici giorni che suo figlio Michelangelo, il suo bambino, è stato ritrovato morto - assassinato - e lei non si dà pace.
E quando riceve una lettera scritta proprio da quel figlio ormai perduto per sempre, all'iniziale sorpresa e al turbamento segue la determinazione di una madre che sa di non poter più essere felice dopo aver perso la propria creatura.

"Non cercare la verità, ti prego. L’unica verità importante è che ti amo e ti amerò sempre. Fatti bastare questo. Scappa e cerca di essere felice, mamma."

.. le scrive il suo Michelangelo.

Ma Lorenza - "donna ogliastrina, ostinata e forte come le radici indomabili del ginepro, capace di crescere in mezzo alle rocce e resistere in balia dei venti più rabbiosi." - ha fame di giustizia e, se è vero che nulla le riporterà indietro il suo ragazzo, è altrettanto vero che a lei resta solo una cosa da fare come ultimo gesto d'amore materno: cercare la verità, scoprire cosa è successo a Michelangelo e chi gliel'ha violentemente strappato dalle braccia.
E c'è una persona che può aiutarla: Mara Rais.

La narrazione fa un salto all'indietro di quindici giorni.

Siamo nell'Alta Ogliastra (una regione della Sardegna centro-orientale), è mattina e il corpo senza vita di un ragazzo giace all'interno di un motoscafo che galleggia nelle acque cristalline del bellissimo lago di Saruxi.
Il paesaggio è mozzafiato: come una corona verde, una fitta boscaglia circonda lo specchio d'acqua e la sensazione che se ne ha, osservando quel luogo solitamente tranquillo, è di essere in un paradiso, lontano dal caos delle grandi città.
Ma in quella mattina in cui viene scoperto il cadavere, la consueta ed immobile quiete del lago è spezzata dalla presenza di militari e forze dell'ordine.

Michelangelo Esu aveva solo diciassette anni e sull'imbarcazione viene ritrovato travestito da donna e malamente truccato; il motoscafo appartiene a un politico che ha fatto molto per Saruxi, quando è stato sindaco: Daniele Enna.

Sul posto vengono mandate le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce, con un ordine preciso del procuratore generale: chiudere il caso senza troppo clamore, cercando di non portarla per le lunghe ed evitare di finire in pasto ai media; bisogna impedire che lo scandalo travolga il fragile equilibrio politico dell'isola.

Insomma, c'è bisogno di assoluta discrezione perché l'inchiesta vede inevitabilmente coinvolto il proprietario del motoscafo, Daniele Enna, ex-sindaco di Saruxi, consigliere regionale e volto emergente della transizione ecologica sarda. 


Cosa aveva a che fare Michelangelo con Enna? I due si conoscevano? Avevano un qualche tipo di legame? Perché si trovava sul motoscafo dell'ex-sindaco? Chi l'ha ucciso e perché il corpo del ragazzo è stato ritrovato in determinate condizioni e su di lui l'assassino ha pure infierito?


Le domande sono tante ed urgenti e le due poliziotte si mettono immediatamente al lavoro, cercando di inquadrare tutti gli eventuali collegamenti tra le persone che, più o meno direttamente, possono essere coinvolte nell'assassinio di Michelangelo, cominciano a fare ipotesi investigative, a scavare nel privato della vittima, dei famigliari, come pure di Enna, addentrandosi ovviamente anche nelle fitte maglie dei suoi affari politici, legati in particolare ad importanti progetti riguardanti l’eolico e il fotovoltaico.

Enna è molto amato dalla gente di Saruxi perché ha fatto di quel paese una piccola Sanremo sarda, riempiendola di fiori e rendendola bella, colorata, vivace.

Ma dietro le belle facciate può nascondersi del marcio.
Cosa si nasconde dietro quel paesaggio da cartolina?
E cosa dietro l'immagine pubblica del politico osannato, con la sua bella famiglia felice?


L'indagine richiede tutte le energie e l'intelligenza di Eva e Mara, che si ritrovano a muoversi all'interno di una rete di interessi e ricatti, di menzogne, ambizioni e vecchi rancori, e anche di un'incomprensibile reticenza da parte del procuratore stesso, che sembra restia a puntare riflettori troppo forti su Enna.

Ad aggravare la situazione si aggiungono due sparizioni: Ivan e Laura, due amici e coetanei di Michelangelo, che nessuno sa dove siano o se sia accaduto ad entrambi qualcosa di brutto.
È possibile che i tre amici fossero dentro a qualcosa di troppo grande per loro? Che sapessero segreti su gente importante e pericolosa, la quale ha quindi tutti gli interessi a chiudere loro la bocca per proteggersi?

Certo, ci sono delle piste investigative che si affacciano e che sembrerebbero più logiche e più 
"semplici" da percorrere (legate, ad es., al padre di Michelangelo e al suo passato burrascoso), ma Croce e Rais fiutano che c'è molto altro dietro quella brutta storia ed entrambe sono determinatissime a cercare il vero (o i veri) colpevole, anche se questo significherà scoperchiare un temibile vaso di Pandora.

La sete di arrivare alla verità e, ancora di più, quella di dare un po' di giustizia alla vittima e alla povera famiglia, condannata ad un ergastolo di lutto e dolore, va oltre ogni ritrosia da parte di chi è loro intorno, che cerca di ostacolarle e di lasciare che certi segreti restino sepolti ancora nelle acque del lago. 

Eva e Mara le conosciamo benissimo, ormai, sappiamo quanto siano diverse l'una dall'altra, nel fisico come nel carattere e nelle esperienze di vita; là dove Mara è brusca, tosta, sarcastica, cinica ma anche elegante e sempre perfetta ne trucco e nel vestire, Eva è semplice, sobria, più discreta e il suo abbigliamento decisamente più dark e cupo.

Ma entrambe, seppur per ragioni differenti, hanno dei pesi sul cuore, dei tormenti che tolgono loro tranquillità e che l'una tiene per sé e non confida all'altra.
E si sa, i segreti possono essere pericolosi e, quando emergono, potrebbero essere interpretati come una sorta di tradimento...

La vita privata delle due ispettrici è quindi puntellata di conflitti interiori, dolori mai risolti e scelte troppo difficili, e le due saranno costrette a guardare dentro sé stesse, negli abissi della propria anima, decidendo, stavolta più che mai, se possono fidarsi e contare fino in fondo l'una sull'altra, tanto più perché il loro rapporto d'amicizia e professionale subisce un duro attacco da qualcuno che agisce nell'ombra per colpirle.


Questo nuovo thriller firmato Pulixi è denso e intenso, emotivamente implacabile, in special modo nell'ultima parte, dove un magone coglie inevitabilmente il lettore, facendogli sentire ogni lacerazione e il dolore dei personaggi coinvolti, nell'atto di affrontare ciò che li fa star male.
Eva e Mara sono due ispettrici geniali, perspicaci, acute e ricche di empatia e umanità, che desiderano risolvere il caso non solo perché è il loro lavoro ma anche perché provano una sincera e rispettosa compassione verso le vittime (dirette e indirette) di questa storia in cui regna il marcio e dove ottenere davvero giustizia non è poi così scontato.

Come anche negli altri romanzi dello scrittore sardo, la narrazione conserva uno stile  essenziale, diretto, immersivo e incisivo che, unito a capitoli brevi, alla presenza di dialoghi realistici, credibili, efficaci nel contribuire a tratteggiare i personaggi e a sostenere il ritmo narrativo, che è infatti sempre scattante, fa sì che la storia avanzi senza rallentamenti, con i giusti momenti di tensione (che mantengono viva l'attenzione del lettore), arricchiti da descrizioni dell'ambiente naturale, sempre molto suggestivo nel suo essere aspro e autentico.

Mi è piaciuto molto, tra le altre cose, la piega che prende il rapporto tra le due protagoniste, la delicatezza e la sensibilità dell'autore nel descrivere determinate scene ad alto impatto emotivo; il finale è aperto e ci lascia con la voglia di incontrare nuovamente Rais, Croce e pure Vito Strega.

Che dirvi ancora, se non che ovviamente consiglio di leggere questo bravissimo autore, i cui romanzi riescono sempre a fare centro, per quanto mi riguarda, ad essere avvincenti e ricchi di suspense, capaci di fotografare la realtà di oggi nei suoi più urgenti problemi e conflittualità, e di mettere a nudo fragilità, "peccati", zone d'ombra e tormenti dell'animo umano.





Romanzi della serie con Rais, Croce e Strega:

  1. L'ISOLA DELLE ANIME
  2. UN COLPO AL CUORE
  3. LA SETTIMA LUNA
  4. STELLA DI MARE
  5. PER UN'ORA D'AMORE

mercoledì 1 ottobre 2025

LIBRI LETTI A SETTEMBRE 2025



Ecco i libri letti a settembre:


  1. ANIME IN CHIAROSCURO di G. Mignini - raccolta di racconti distopici
    source

    ambientati in epoche e mondi lontani e che ruotano sul senso dell'esistenza e sul futuro dell'umanità (4/5). DELICATO E POETICO.
  2. IL MORALIZZATORE di M. Distort: thriller ambientato ad Aosta. Un serial killer infligge atroci torture e una morte terrificante a una specifica categoria di peccatori (4,5/5). APPASSIONANTE, CRUDO.
  3. DEMON COPPERHEAD di B. Kingsolver - romanzo di formazione - ispirato al londinese David Copperfield, il protagonista è un orfano che imparerà a proprie spese quanto può essere dura la vita per un invisibile come lui (4/5). DENUNCIA SOCIALE E STORIA DI RISCATTO PERSONALE. CORPOSO MA MERITA.
  4. LA FORTUNA di M. McDowell - 5° vol. di saga famigliare paranormale con atmosfere gotiche. Il clan Caskey prospera ma la natura potrebbe chiedere il conto (3,5/5).  Se sei arrivato al quarto, tanto vale leggere questo e pure il successivo, che è l'ultimo.
  5. ROMEO E ROSALINA di Natasha Solomons - retelling del celeberrimo Romeo e Giulietta. La protagonista è Rosalina, l'amata invisibile che qui tira fuori il carattere per difendere chi ama dalle grinfie di quel gaglioffo di un Montecchi (4/5). BEN SCRITTO, SCORREVOLE.
  6. LA RADICE DEL MALE di A. Rapp: saga famigliare - anche in una famiglia "normale" e religiosa possono crescere i semi della malvagità e della violenza (4/5). LUCIDO, CUPO, AMARO.
  7. L'UOMO DAGLI OCCHI TRISTI di P. Pulixi - noir - Rais e Croce offrono la loro professionalità ed esperienza in un caso di omicidio legato ad affari malavitosi e corruzione (5/5). AVVINCENTE. 



READING CHALLENGE


Per la sfida letteraria, nel mese di settembre gli obiettivi erano i seguenti:

- Libro che affronta una lotta personale;
- Libro che narra un amore folle;
- Il racconto di una persona che non c'è più;
- "La collina del vento" di Carmine Abate.


Per settembre, ho scelto un obiettivo di marzo

8. IL SOLDATO PERDUTO di Gilles Marchand: narrativa storica - il racconto struggente di un amore sfortunato, sullo sfondo del primo conflitto mondiale (4.5/5). PER CHI CERCA UN LIBRO BREVE MA INTENSO.








lunedì 29 settembre 2025

Nuove uscite editoriali (settembre/ottobre 2025)



Buongiorno, lettori.
Stamattina vi propongo quattro pubblicazioni, due di recente uscita e due in arrivo.


Il primo libro è scritto da un ricercatore del CNR di Pisa e il suo protagonista, che fa lo stesso mestiere, si occupa di intelligenza artificiale ed è chiamato a investigare sulla morte della collega Linda, specializzata in mondi virtuali.


POLVERE DI GESSO
di Fabrizio Falchi

Homo Scrivens s.r.l.
pp. 240 
Uscita: 19.9.25

Luigi Fucini, ricercatore che si occupa di intelligenza artificiale presso il CNR di Pisa, vive immerso nella musica, che sente come parte del suo inconscio.

Un giorno, Linda, collega precaria specializzata in mondi virtuali, sceglie Jeremy dei Pearl Jam come testamento del proprio suicidio.
Luigi non riesce ad accettare né quella morte né l’uso di quella canzone che per lui ha significati profondi e personali.
Spinto più dai suoi fantasmi che da dubbi concreti, inizia a
scavare nella vita di Linda: il suo superiore, i colleghi più stretti, gli studenti, i soci in una startup, gli amori svaniti...
In un mondo sull’orlo di una trasformazione, innescata dalle ripetute scoperte nel campo dell’intelligenza artificiale, la ricerca della verità si trasforma in un viaggio lungo il sottile confine tra realtà e apparenza.
L'autrice.
Fabrizio Falchi, ingegnere informatico, è ricercatore del CNR di Pisa dove si occupa di intelligenza artificiale ed è  responsabile del gruppo di ricerca in Computer Vision e Deep Learning. Appassionato di musica, è al suo esordio letterario.


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LO SCIOPERO DELLE MOZZARELLE
di Salvatore Bonavita


Agenzia Pensiero Creativo

118 pagine 

Ill.: M. Capuozzo

Prezzo: 12€

USCITA: 8 OTTOBRE 2025


Da mercoledì 8 ottobre è disponibile in libreria e in tutti gli store digitali il nuovissimo libro illustrato della collana di narrativa per bambini e ragazzi targata Agenzia Pensiero Creativo “Lo sciopero delle mozzarelle”. I testi sono di Salvatore Bonavita, le illustrazioni sono opera di Marco Capuozzo.

Il volume è un romanzo per ragazzi dai 9 anni che spinge a riflettere sulla necessità di una "rivoluzione" per ovviare ai problemi ambientali e climatici contemporanei.


LINK sul sito della casa editrice 


Cosa accadrebbe se le mozzarelle andassero in sciopero? Potremmo mai privarci della pizza margherita, della caprese, della mozzarella in carrozza o col prosciutto crudo? 
O persino della parmigiana e degli gnocchi alla sorrentina? 
Per quanto strano possa sembrare, è esattamente quello che accade ai giovani protagonisti di questo libro. 
Ma questo non è l’unico problema che devono affrontare: Ludovica soffre per la separazione dei genitori, Costanzo deve fare i conti con una verità di cui tutti gli altri sembrano già a conoscenza, Gennarino contempla a un matrimonio la sedia vuota del nonno, le due gemelle Giorgia e Camilla devono scegliere da che parte stare, dividendosi per la prima volta, Melania ha problemi con la squadra di pallavolo, Marco si separerà presto dal suo migliore amico. 

Mentre le loro vite scorrono e li travolgono, sullo sfondo il pianeta fatica. E così, preoccupate dall’andamento delle cose (ma approfittando dell’occasione anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe), le mozzarelle decidono di scioperare, privando tutti della loro bontà e sperando che con ciò la gente capisca l’importanza incombente di un cambiamento.


L'autore.
Salvatore Bonavita lavora nell’ambito dell’editoria. Ha pubblicato Fesseria ‘e cafè, una raccolta di detti, facezie e proverbi napoletani, “Parla comme t’ha fatto mammeta” e il romanzo “L’incontro di ritorno”, diventato poi una breve rappresentazione teatrale messa in scena dagli studenti dell’ITGC Cesaro di Torre Annunziata. Suoi articoli sono comparsi sulla rivista culturale L’Ancora di Partenope. Questo è il suo primo romanzo per ragazzi.

L'illustratore.
Marco Capuozzo classe 1975 si è diplomato all’Istituto d’arte Boccioni di Napoli. Da buon appassionato di fantascienza, disegna astronavi da quando ha 5 anni, prendendo ispirazione da illustri designer come Scott Robertson, Syd Mead, Daniel Simon.


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Antonella Arietano, autrice di narrativa per l’infanzia e romanzi di formazione e fondatrice dei progetti Fata in fabula e La Radura incantata, torna con una nuova e affascinante raccolta di racconti per bambini dal titolo “Avvento nella Radura Incantata”.

Autopubblicazione
Pagine: 77
Uscita: 25.9.25

Un viaggio magico nel cuore dell’inverno: quattro racconti per accompagnare grandi e piccoli lungo le settimane dell’Avvento. 
Storie illustrate che intrecciano amicizia, collaborazione, accoglienza e magia, valori universali capaci di incantare i bambini e regalare ai genitori un momento di lettura condivisa.

Il libro arricchito da illustrazioni a colori che lo rendono un vero e proprio capolavoro visivo, e sarà disponibile per l’acquisto a partire dal 25 settembre 2025.



L’inverno avanza nella Radura Incantata, e le Streghe del Nord si preparano ai festeggiamenti natalizi. Sarà un periodo d’Avvento pieno di avventure e sorprese: la Strega della Fonte deve risolvere l’enigma del Fiume Canterino che ha smesso di scorrere, privando la foresta della sua magia; strega Priscilla e strega Drusilla sono alle prese con un grosso imprevisto capitato al gigante Gedeone, che rischia di non avere più un albero di Natale; il folletto Martin desidera tantissimo incontrare il suo famiglio; infine, un ospite inatteso semina il panico nel Villaggio delle Streghe del Nord, le quali dovranno capire di chi si tratta e se ha bisogno del loro aiuto.

All’interno del libro un codice QR dà accesso a uno speciale calendario dell’Avvento online.


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Il caffè del lunedì di Alfredo Nepi, edito da Giovane Holden Edizioni, è una storia che nasce attorno a un bar e parla di incontri, di vite che si sfiorano, si perdono, si ritrovano. 
Non offre soluzioni, ma sguardi. Non grida, ma ascolta.

160 pp
14 euro
USCITA30 SETTEMBRE 2025
In queste pagine i sentimenti non seguono mappe: si perdono, si reinventano, si intrecciano con la realtà digitale e con quella più fragile, umana. È un libro da leggere come si beve un caffè lungo: con calma, lasciando che i dettagli emergano da soli.


Sinossi

Ogni quarto lunedì del mese, Flavio si concede un rituale: un caffè con una donna conosciuta on-line. È il suo modo di sentirsi vivo, di ritrovare un contatto autentico in un’esistenza levigata dal dovere e dalle apparenze. Dopo una vita spesa a recitare il ruolo del marito perfetto, del padre presente, del professionista affidabile, ora Flavio è un uomo divorziato che cerca nelle donne un riflesso perduto di sé. Corteggia con eleganza, ascolta con profondità, seduce senza forzature. 
Ma dentro il suo stile impeccabile si nasconde un vuoto che nessun incontro riesce a colmare davvero. 
Poi arriva Elena. Un messaggio. Una conversazione. Una scintilla. 
Diversa da tutte le altre, Elena ha un’intelligenza sottile e una vulnerabilità che tocca corde mai sfiorate prima. Anche lei ha un matrimonio che la svuota, una vita familiare che non la rispecchia più. 
Il loro dialogo diventa un rifugio, un gioco di specchi dove ciascuno si riflette nel desiderio dell’altro. Ma cosa accade quando il virtuale si fa reale, quando le parole si tramutano in gesti, in sguardi, in un incontro che scuote ogni certezza?

Tra malinconia e sensualità, seduzione e disincanto, il caffè del lunedì, è la storia di due anime sospese: un uomo che cerca redenzione nell’intimità effimera e una donna che riscopre se stessa attraverso l’azzardo di un’emozione inattesa. 


Notizie biografiche.
Il richiamo della parola lo avvicina presto al mondo della comunicazione: dopo gli studi, inizia a collaborare con diverse testate radiofoniche e televisive tra cui Radio Rai, contribuendo alla realizzazione di una trasmissione a puntate di carattere storico. Nel 1986 per motivi affettivi si 
trasferisce a Trento dove intraprende un percorso professionale nel settore turistico ricoprendo ruoli 
dirigenziali. Il suo viaggio prosegue nel mondo del marketing e della comunicazione lavorando per importanti multinazionali, fino a consolidare la sua esperienza come direttore vendite nel settore industriale.
Parallelamente, coltiva la scrittura ed il giornalismo: è stato pubblicista iscritto all’Albo dei Giornalisti, collaborando con varie testate e siti internet. La passione per la narrativa lo porta alla pubblicazione di due romanzi che raccontano la fragilità e la forza dei destini umani, tra sogni da inseguire e storie da non dimenticare: I sogni non hanno scadenza (TG book editore 2010) Stivali Blu (Giovane Holden Edizioni 2016) È nato a Porto San Giorgio (Fermo) nel 1963
.

sabato 27 settembre 2025

Recensione: ANIME IN CHIAROSCURO di Giovanni Mignini

 



Anime in chiaroscuro di Giovanni Mignini è una raccolta di racconti che trasportano il lettore in epoche e mondi diversi dai nostri ma, al contempo,  a noi vicini perché tutti stimolano il lettore a porsi quegli interrogativi che ogni uomo, in qualsiasi momento e luogo, si pone da sempre sul senso dell'esistenza, sul destino degli esseri umani, sulla ricchezza insita nelle diversità individuali, sull'importanza e sulle conseguenze delle scelte che facciamo.


Distruttori di Terre
76 pp
10.99 euro

In queste storie leggiamo di uomini che hanno bisogno di ritrovare sé stessi e "la strada verso casa", di ragazze che non trovano alcuna gioia nella vita, di donne innamorate che - spaventate all'idea della Morte che separa le persone dai propri cari - si ingegnano per dar vita a invenzioni straordinarie; leggiamo di ragazzi cresciuti nell'errata convinzione di non avere abilità particolari, come ne hanno i propri coetanei, ma che poi, negli anni, hanno sfruttato al meglio le proprie capacità speciali per fare cose grandiose e rivoluzionarie; ci sono uomini in cerca di quell'ultimo brivido che li trascini verso l'infinito e poi c'è lei, la nostra amata Terra che, in balia della follia e della stoltezza di uomini avidi, rischia di autodistruggersi.

Ma le porte verso un mondo migliore non sono mai sbarrate definitivamente, se la speranza di spargere ancora i semi del bene e della giustizia continua a vivere in qualche cuore puro e genuino.

I racconti di Giovanni Mignini partono da domande esistenziali fondamentali, che ogni uomo è chiamato a porsi: che cosa ci aspetta nel futuro? Verso quale domani si dirige l'umanità?

Attraverso storie ambientate in epoche e in mondi non specificati, l’autore ci porta in un viaggio nel futuro e su pianeti lontani, dove incontriamo uomini, donne, ragazzi/e che la vita mette davanti a delle sfide, a dei dilemmi morali e, di conseguenza, a delle scelte importanti da fare.

La cornice in cui sono immersi i racconti va oltre la dimensione della realtà per sfociare in una irreale,  distopica, in cui i contorni appaiono come sfumati, evanescenti, e gli stessi personaggi sembrano agire, parlare e sentire come se fossero in un sogno; essi sembrano "fuori luogo" nel contesto in cui si trovano a vivere, sono dei sognatori che, al cospetto degli ostacoli e delle prove ai quali la vita e la società li sottopongono, tirano fuori abilità inimmaginabili e straordinarie, sfruttate non per fini egoistici ma, anzi, altruistici e per il bene della collettività.

Se è vero che ogni narrazione ha un che di onirico e di impalpabile, è altrettanto vero che ad essere fortemente reali, concreti e legati all'esperienza umana sono i sentimenti che i protagonisti provano, i loro desideri, gli stati d'animo, le paure, le fragilità e le insicurezze che appartengono a ogni essere umano e che rendono ogni esistenza unica ed irripetibile.

La prima reazione del lettore, nel leggere l'incipit di ogni racconto, è di spaesamento, di smarrimento, perché inevitabili sorgono subito le domande: dove siamo? quando siamo?
E man mano che si prosegue nella lettura: che tipo di personaggi incontrerò? Quali difficoltà dovranno affrontare e quali capacità metteranno in campo?

Ogni inizio è, quindi, volutamente quasi confuso ma ovviamente ogni nebbia si dissolve man mano che si procede e che si entra nella dimensione immaginata dall'autore, una dimensione in cui non conta solo ciò che vediamo con gli occhi fisici, ma ciò che possiamo creare con la fantasia, la creatività, la voglia di concepire nuovi orizzonti e un nuovo domani.

Sono davvero dei bei racconti, scritti con quello stile scorrevole e semplice che già avevo apprezzato in I dieci momenti, e soprattutto sono storie che trasudano sensibilità, umanità, una grande profondità, qualità proprie di chi si fa domande e spinge anche gli altri a porsene: cosa rende la nostra vita degna di essere vissuta? In che modo le nostre capacità, la nostra intelligenza, possono essere messe al servizio del prossimo? La nostra autostima deve dipendere da come gli altri ci vedono, dall'uniformarci al modo di pensare e vivere della maggioranza, o piuttosto dal saper riconoscere le proprie personali virtù e abilità e investire per affinarle e usarle al meglio?

E ancora: la scienza sarà mai in grado di debellare ogni tipologia di malattia, anche quelle giudicate inguaribili e quindi letali? Ci sarà mai un modo per ingannare la Morte, per non dover dire mai più addio a chi si ama?

"Arriva un momento in cui il destino si mostra nudo e indifeso per quello che è. L'equilibrio è solo un'illusione, una caduta libera prima dello schianto."


Quale sarà il destino della nostra Terra in mano all'Uomo, che troppo spesso è distruttivo, le manca di rispetto, la tratta come un oggetto privo di vita, non rendendosi conto di quanto questo sia dannoso per sé stesso e per i propri simili?

Nei racconti di questa raccolta percepiamo una grande varietà di emozioni: malinconia, nostalgia, paura e desiderio di vivere, dolore, confusione, rimpianti e infine speranza.
E di speranza abbiamo un impellente bisogno e, in tempi duri, anche un briciolo può fare la differenza.


Ringrazio Giovanni Mignini per avermi inviato gentilmente una copia del suo libro; ve ne consiglio la lettura, che risulta molto fluida e accessibile, non solo per il numero di pagine ma per la scrittura ricca di suggestività e la profondità dei contenuti. 

giovedì 25 settembre 2025

Recensione: IL MORALIZZATORE di Marco Distort



La Valle d’Aosta si macchia di sangue.
Un serial killer sta terrorizzando i cittadini aostani commettendo crimini efferati ai danni di specifiche vittime che, agli occhi del folle assassino, si sono si rese colpevoli di peccati per i quali devono espiare.
Individuarlo e fermarlo diventa la priorità assoluta per il commissario Hervè.



IL MORALIZZATORE
di Marco Distort



DZ Edizioni
384 pp
14.90 E
2025
È la sera del 6 ottobre e per Franco Baudin, proprietario di un'agenzia pubblicitaria ad Aosta, quella dovrebbe essere una serata come tante altre.
Dovrebbe... ma non lo è, perché, tornato a casa dal lavoro, si accorge dell'assenza di sua moglie Sylvie, che solitamente a quell'ora è a casa ad aspettarlo.
E invece non c'è.
Dopo la perplessità iniziale, comincia a salire la preoccupazione, così Franco decide di rivolgersi alla polizia, che si interessa subito alla scomparsa della donna, la quale comunque potrebbe essersi allontanata volontariamente.
Ma purtroppo non è così e di lì a pochi giorni la situazione precipiterà, facendo cadere tutte le persone coinvolte in un baratro di terrore e violenza inimmaginabili.

La sparizione di Sylvie è solo la prima di altre sparizioni misteriose ed improvvise che riguardano altre donne sposate e i loro rispettivi amanti...

Quando prima la polizia e poi la Sezione Omicidi - capeggiata dal commissario Jérôme Hervé - cominciano ad indagare, si ritrovano davanti ad un diabolico piano omicida, organizzato in modo schematico da un assassino intelligente e meticoloso, che non sta ammazzando gente a caso, ma sta prendendo di mira una specifica categoria di persone: gli adùlteri.

Questo soggetto infido e sadico pedina le sue vittime, scatta loro fotografie compromettenti (che li colgono in flagranza di adulterio), invia le foto ai mariti traditi avvisandoli che riceveranno la giusta vendetta per il tradimento subìto da parte delle mogli fedifraghe.
Il killer accompagna la documentazione fotografica con biglietti dai messaggi sibillini e inquietanti, che lasciano presagire l'imminente uccisione delle sue vittime.

Quando Hervé - che ha al suo fianco professionisti efficienti, dotati di acume, dedizione e coraggio - comincia a realizzare che tipo mostruoso sia il "suo" assassino, quasi non crede allo scempio di corpi che è costretto a ritrovare: il serial killer da stanare e bloccare agisce con un livello di crudeltà tale da richiamare alla memoria nientemeno che la perfidia e crudeltà delle torture dell'Inquisizione.

Il processo logorante e sanguinoso che porta al decesso delle vittime è atroce, contrassegnato da torture indicibili, supplizi d'origine antica e repellenti e macabri souvenir inviati ai mariti.

Chi è costui che sta rubando il sonno a Jérôme e la serenità ai cittadini di Aosta?

L'autore pone il lettore al fianco del commissario e della sua squadra (che comprende anche un ex sacerdote e una psichiatra), i quali, lavorando in perfetta sinergia, tentano di individuare i luoghi in cui il serial killer agisce, di capire in che modo si muove e che tipo di disturbo di personalità potrebbe avere.

Quali conoscenze e convinzioni distorte ed estremiste nutrono e muovono la sua fantasia?
Se colpisce esclusivamente gli adùlteri, qual è il suo obiettivo, o meglio, la sua missione? 

Jérôme è un uomo estremamente razionale ma anche una persona come lui, abituata a procedere per logica e ragionamento, di fronte al complicarsi degli eventi delittuosi su cui indaga senza sosta, sa di avere bisogno di seguire anche l'istinto e imporsi di ragionare in modo "animalesco", "primitivo", per arrivare a capire come pensa e pianifica il serial killer. 
Se impari a conoscere il tuo nemico, forse potrai immaginarne e prevederne le mosse.

E qui abbiamo un nemico che non agisce, solitamente, in modo disordinato ma, anzi, secondo degli schemi precisi; egli si sente il vendicatore che si fa strumento di espiazione per i peccati di quanti tradiscono il proprio coniuge e Jérôme e collaboratori, quando incominciano a comprendere il suo modo di agire e cosa lo muove, gli attribuiscono un appellativo significativo: "il moralizzatore".

E se quel modo orribile e sensazionalistico con cui uccide e fa ritrovare le vittime fosse frutto della volontà di lanciare un determinato messaggio ai coniugi traditi e alla stessa polizia che è sulle sue tracce?


Più si va avanti nella lettura e più ci si avvicina al Male che alberga nel cuore dell'uomo quando decide di mettersi al posto di Dio per giudicare, giustiziare, condannare senza appello gli immorali, decidere quale sia la punizione giusta e necessaria per purificare dagli immondi peccati commessi.
Cosa vuole dimostrare il moralizzatore attraverso la propria manifesta e oscena crudeltà?

Di certo, Hervé e i suoi capiscono da subito di essere di fronte a un soggetto che, oltre ad avere una personalità disturbata e altamente pericolosa, è in una certa misura anche colto, dotato di intelligenza, capace di manipolare le coscienze facendo leva su debolezze e sentimenti di rancore, odio, dolore e vendetta.

In questo viaggio verso i luoghi nascosti e più bui della mente umana, la prospettiva narrativa si sposta dal punto di vista di Hervé (il che ci permette di seguire passo passo il corso delle indagini, le deduzioni, le ipotesi, i tentativi, le ricerche, le frustrazioni davanti agli insuccessi...) a quello del moralizzatore nell'atto di organizzare ed attuare i suoi mefistofelici piani.

Identificare l'assassino e impedirgli di uccidere ancora dà vita ad una corsa contro il tempo, in cui ognuno dei poliziotti coinvolti farà la sua parte per aiutare il proprio commissario ad arrestare la spirale di violenza e sangue che sta mietendo troppe vittime.


Ho apprezzato molto questo romanzo per diverse ragioni: per la scrittura immersiva, per l'uso di uno stile linguistico immediatorealistico e coerente con i personaggi, per i dialoghi efficaci e credibili, per il modo in cui si sviluppa la narrazione, che mantiene un ritmo incalzante e serrato (come tale è, del resto, l'affannosa ricerca di indizi ed eventuali errori che possano aiutare chi indaga a dare un nome e un volto all'assassino e, più di tutto, a salvare le vittime da torture e morte certa) ed è arricchita da brevi ma incisive ed esaustive descrizioni del contesto ambientale (paesaggi e luoghi descritti, in questo caso, nella stagione invernale, cosa che contribuisce a rendere l'ambientazione più cupa e fredda, coerente con il gelo che attanaglia cuore e mente dei personaggi al cospetto di uno spettacolo aberrante che fa scempio della vita umana) e umano, il che mette il lettore in condizione di immaginare con chiarezza ogni scena, ogni particolare della "cornice" in cui si muovono gli attori di questa storia.

La trama ben strutturata sa come trascinare, coinvolgere e sorprendere il lettore, il quale non può che appassionarsi sia alle indagini guidate dal protagonista che alla condotta scellerata e malvagia dell'antagonista.

Un altro aspetto interessante è da attribuire alle riflessioni che nascono quando ci si confronta con il Male in tutte le sue (peggiori) sfaccettature.
E il Male, purtroppo, ha tante manifestazioni e facce, e può penetrare nelle menti più vulnerabili, in quelle che...

"...hanno bisogno di aggrapparsi a qualcosa per soddisfare il vuoto che sentono dentro. Certi individui sono deboli perché non hanno una struttura psichica solida, ma la loro identità viene definita da ciò che riescono a realizzare per far emergere loro stessi. (...)
Il vero problema (...) è il male. È questo che offre una grande varietà di stampelle. Ne ha di tutti i tipi e sono adatte a chiunque. Il male è molto più attraente della virtù, perché riesce a camuffarsi. (...) Il male è molto più subdolo. Anche Gesù avvertì i suoi, dicendo che i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce".

Conoscevo già "la penna" di Marco Distort, per averla apprezzata attraverso la lettura (e lo studio) di suoi numerosi scritti (saggi su argomenti biblici, vita cristiana, teologia, escatologia...), ma mi ha fatto molto piacere leggerlo in questa "nuova veste" di scrittore di thriller, e il mio modesto parere è che Il moralizzatore costituisca davvero un ottimo esordio nel mondo della narrativa. Mi pare di capire che questo sia il primo libro di una serie avente Jérôme Hervé come protagonista, per cui non mi resta che sperare che il prossimo libro arrivi e presto.

Consiglio il romanzo, in special modo a quanti amano il genere; mi sembra corretto avvertire che in esso vi sono descritte, in modo vivido e chiaro, scene molto crude, che potrebbero dar fastidio ai lettori più sensibili.


mercoledì 24 settembre 2025

PROSSIMI ARRIVI IN LIBRERIA (settembre/ottobre 2025)



Alcune prossime uscite che hanno attirato la mia attenzione.


LA RIVA NOTTURNA DEL FIUME di Jeanette Winterson (Mondadori, trad. C.Spallino Rocca, 288 pp., USCITA 30 SETTEMBRE 2025).


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Muovendosi tra tra Black Mirror e Il giro di vite, e mescolando elementi gotici tradizionali con tematiche contemporanee - come l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale -, la Winterson dà vita a narrazioni spaventose e ricche di spunti di riflessione e in grado, al contempo, di spingerci a confrontarci con le nostre paure più profonde e con le ombre che abitano sia il mondo tecnologico moderno sia le antiche leggende.

Le nostre vite sono ormai digitali, esposte e sempre online. Noi siamo cambiati, ma i nostri fantasmi no. Si sono semplicemente adattati e rinnovati. 
Abitano le nostre app e vagano per il metaverso proprio come infestano le nostre case e i nostri ricordi, sempre alla ricerca di nuovi modi per connettersi., per vivere tra noi, per tentarci e vendicarsi. 
Queste storie non sono nostre. Sono le storie dei morti, di coloro che abbiamo perso, amato, dimenticato... e temuto. 
Alcune sono finzione ma altre potrebbero non esserlo. 

Questi tredici racconti affrontano una vasta gamma di argomenti legati al soprannaturale: dal modo in cui la tecnologia moderna può condizionare la nostra percezione della vita e della morte a storie ambientate in luoghi infestati, come case abbandonate e castelli misteriosi, dove le presenze del passato influenzano il presente.







CROCE DI FUOCO di Diana Gabaldon (Mondadori, trad. V.Galassi, USCITA 6 OTTOBRE 2025). Outlander V

Nuovo Mondo, 1770.
Dopo aver attraversato oceani e secoli, Claire e Jamie sono riusciti a costruire il loro sogno d’amore 
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nella colonia del North Carolina.

Antiche e nuove tensioni, però, minacciano la loro felicità, e quella di tutto il clan, a partire dalla figlia Brianna, suo marito Roger, e il loro bambino Jemmy.
Il governatore della colonia, infatti, ha incaricato Jamie di guidare una milizia contro la rivolta dei Regolatori, coloni ribelli che protestano per l’esosa tassazione della madrepatria. 
È l’inizio della Rivoluzione americana, e Claire sa bene a cosa stanno andando incontro: per Jamie rompere il giuramento fatto alla Corona vorrà dire essere considerato un traditore, rispettarlo significherà schierarsi dalla parte sbagliata della storia.

Claire è combattuta tra la vita in un tempo al quale ormai sente di appartenere e la sua provenienza dal mondo moderno: la sua conoscenza degli eventi futuri potrebbe infatti essere una torcia in grado di illuminare il cammino di tutti coloro che ama, o di innescare un incendio che ridurrà le loro vite in cenere.






LA REGINA DELL'ISOLA DI FANGO
di Donal Ryan  (Fazi Ed., trad. S. Bortolussi, 264 pp., USCITA 14 OTTOBRE 2025)
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Un romanzo travolgente, lirico e colorito che ci parla di tutto ciò che la famiglia può essere e di tutto ciò che a volte non è, celebrando la forza impetuosa dell'amore e la potenza delle storie che durano per generazioni.

In un paesino dell'Irlanda rurale, la giovane Eileen dà alla luce la figlia Saoirse; pochi giorni dopo, suo marito perde la vita in un incidente stradale. 
Rimasta sola, l'unica persona su cui Eileen può fare affidamento è la suocera Mary Aylward: una donna forte, volitiva e senza peli sulla lingua, proprio come lei. 
La piccola Saoirse cresce così circondata da un grande affetto sotto l'ala protettiva della madre e della nonna, le quali, nonostante i continui battibecchi, sono profondamente legate.
A sedici anni Saoirse rimane incinta e partorisce Pearl, che diventerà presto fonte di immensa felicità per tutte. 
Le donne Aylward stravedono l'una per l'altra, anche se spesso si direbbe piuttosto il contrario; i vicini vociferano di urla, litigi e scenate drammatiche, ma chi le conosce davvero sa che la loro casa è un luogo di pace, pieno di amore, un rifugio dalla tristezza e dalla crudeltà del mondo. 
La loro storia inizia con una fine e termina con un inizio. È una storia di lealtà furiosa e tradimenti indicibili, di isolamento e unione, di trasgressione, di perdono, di desiderio e amore.







SE VUOI NASCERE O NO di Li Katomi (Mondadori, trad. A. Specchio, USCITA 7 OTTOBRE 2025).


Tokyo, 2075. Ayaka e Ririka sono amiche e colleghe: entrambe incinte, attendono con impazienza 
l’ottavo mese di gravidanza per scoprire se potranno o meno partorire i propri figli. 
In seguito a una grave pandemia che ha decimato la popolazione mondiale, infatti, il governo ha istituito il Sistema delle nascite consensuali: dopo un esame accurato, chiamato Conferma, grazie al quale i medici pronosticano la percentuale di soddisfazione e felicità nella vita di una persona, è proprio il nascituro a comunicare la sua decisione scegliendo di venire al mondo o meno. 
Partorire contro la volontà espressa durante questo esame è considerato reato e le due amiche sono determinate a rispettare la decisione dei figli che portano in grembo. 
Ayaka e la compagna Kaori hanno desiderato a lungo una gravidanza e non vedono l’ora di poter abbracciare la loro bambina. 
Nonostante diversi momenti di tensione, come la visita inaspettata della sorella, con la quale i rapporti sono da tempo deteriorati, e le accese manifestazioni pro nascita fuori dagli ospedali, dove numerosi gruppi protestano contro il Sistema, Ayaka è serena, certa che il suo desiderio di maternità si realizzerà. 
Ma cosa accade quando un meccanismo considerato “giusto” si scontra con le nostre scelte più intime e personali, come quella di diventare genitori?



lunedì 22 settembre 2025

[ RECENSIONE ] DEMON COPPERHEAD di Barbara Kingsolver




Ambientato nel Sud degli Stati Uniti in un arco di tempo che va dagli anni Novanta ai Duemila e ispirato al celebre classico di Dickens (David Copperfield), questo corposo romanzo racconta al lettore -attraverso le vicende, ora drammatiche ora strampalate, che accompagnano l'infanzia e l'adolescenza del protagonista - uno spaccato realistico della travagliata esistenza di una generazione devastata dall'abuso di oppioidi.


DEMON COPPERHEAD 
di Barbara Kingsolver



Neri Pozza
trad. L. Prandino
656 pp
Siamo negli Appalachi, nella Lee County in Virginia, e la voce narrante appartiene a Damon Fields (soprannominato Demon Copperhead), il quale ci racconta, con dovizia di particolari e senza mai tentare di suscitare pietà nel lettore, la storia della propria vita dalla nascita all'età adulta.

Demon è un inconsapevole eroe dei nostri tempi dalla faccia carina e i capelli rossi; sin dalla tenera età si arma di resilienza, di uno spirito vivace, combattivo, e di un ammirevole senso di sopravvivenza. 
E questo nonostante spesso si ritroverà a soffrire abbandoni, solitudini, sconfitte e rifiuti...

Orfano di padre, sua madre è appena diciottenne quando lo partorisce e ha evidenti problemi di dipendenza tanto da alcool quanto da anfetamine e oppioidi.
Demon e sua madre vivono in una roulotte di proprietà dei Peggot, che abitano accanto e che costituiranno una presenza costante, un punto di riferimento per Demon, nel corso degli anni a venire. 
Matthew Peggot (Maggot) ha più o meno l'età di Demon ed è il suo migliore amico. 
Seppur tra mille difficoltà, finché mamma e figlio restano  in due, riescono ancora ad essere qualche volta felici, ma i veri problemi nascono quando i due si ritrovano a vivere con l'ultimo fidanzato di lei: Stoner.

Quest'uomo è un violento, un prepotente, un arrogante sgradevole e detestabile e il suo comportamento supponente e perfido è tale sia con Demon che con sua madre; col ragazzo, anzi, lo è cento volte di più, mostrandogli apertamente disprezzo e non nascondendo che per lui Demon è un'inutile seccatura.
Purtroppo, Stoner è un manipolatore e la mamma di Demon non riesce a imporsi quando si tratta di difendere il figlio dalle ire e dai provvedimenti crudeli e sadici del proprio compagno.

Tutto peggiora quando la madre, dopo aver assunto una massiccia dose di antidolorifici, viene ricoverata e a Demon viene assegnata un'assistente sociale del Dipartimento dei Servizi Sociali, la signorina Barks. 

Da questo momento, per il bambino ha inizio una vera e propria odissea che lo vedrà passare da un affidamento temporaneo  all'altro, a partire dal soggiorno in una fattoria (con altri orfani/ragazzini "problematici" come lui, che vengono praticamente sfruttati dal proprietario della fattoria) fino ad arrivare in casa di un allenatore di football, Winfield (che ha una figlia, Angus).

Nel frattempo, sua madre muore e il ragazzino, a soli undici anni, scopre cosa vuol dire vivere una vita che è sempre una corsa a perdifiato, uno sfrecciare tra scuole povere, lavoro minorile sottopagato, pesante e pericoloso, genitori affidatari, amici persi e ritrovati.

Crescendo, sviluppa delle passioni che potrebbero diventare, in futuro, delle professioni con le quali ritagliarsi il proprio posto nella società.

Ma la vita è una strada in salita, e chi più di un orfano (la cui infanzia è stata "un bello spettacolo di m***a a quattro stelle") lo impara presto e a proprie spese?

Quello in casa Winfield è un periodo che incomincia "sotto una buona stella": la vita di Demon prende una svolta positiva in quanto egli si trova bene con l'allenatore e Angus; a scuola ha dei buoni voti e viene incoraggiato a coltivare la sua passione per il disegno (i fumetti) e per lo sport.

Tra le tante e variegate caratteristiche di quest'opera, una è la quantità considerevole di personaggi (buoni e cattivi, maschi e femmine, ragazzi e adulti) che ruotano attorno al protagonista, influenzandone in qualche modo la condotta, le scelte e il corso stesso dell'esistenza.

Una presenza costante, positiva, è ad es. "zia June" Peggott, che in diversi momenti importanti darà una mano non irrilevante al suo pupillo.

Meno positivo è quel maschilista e narcisista di Fast Forward, un ragazzone bravo nel foootball, "sciupafemmine"  e testa calda, che creerà non pochi problemi a più persone.

Altro personaggio importante è Dori, il primo amore di Demon.
Dori è la sua bambolina, la sua ragazza fragile, insicura, bisognosa di amore e di protezione, e con lei Demon condividerà le prime esperienze sentimentali ma purtroppo anche altre drammatiche, dolorose, che getteranno i due in un vortice di tossicodipendenza da cui uscire sarà davvero difficile...


Il lettore accompagna Demon in questo viaggio che è la sua giovane ma pienissima ed intensa vita, e lo osserva vivere giorno per giorno, lo vede combattere contro i problemi, i cambiamenti, la povertà, il dolore per non riuscire a trovare una stabilità (famigliare, in special modo), ma in tutto questo dolore non c'è ombra di pietismo o inutile sentimentalismo, tutt'altro: spesso Demon è ironico e descrive fatti e persone e difficoltà con il proprio umorismo un po' cupo ma realistico.

Demon deve farsi strada tra gli invisibili, essendo anch'egli un invisibile, un orfano, un ragazzino abbandonato a sé stesso o affidato ad adulti distratti.
Un ragazzino il cui "cuoricino malconcio e contorto aveva sempre, sempre desiderato (...) una madre, semplicemente".

 Attraverso il suo protagonista, la Kingsolver tratta argomenti di enorme rilevanza ed urgenza sociali, come la dipendenza da droghe e alcool, le attività criminali (legate allo spaccio, ad es.), lo sfruttamento del lavoro minorile, la povertà, la disorganizzazione degli affidi, la poca attenzione da parte dei servizi sociali e, in generale, delle istituzioni, che non hanno davvero a cuore il destino di questi ragazzi orfani o che provengono da contesti disfunzionali, e ai quali invece va garantita - tra le tante cose - la possibilità di uscire da situazioni (famigliari, di quartiere ecc...) difficili e limitanti, per provare a costruirsi un futuro, investendo sui propri talenti, passioni e capacità.

"È tutto quello che vogliamo, noi giovani pezzenti. Vivere da uomini."

Le mille peripezie vissute da Demon ci ricordano come spesso coloro che fanno uso di sostanze, lo fanno per colmare vuoti e solitudini che li divorano, illudendosi di trovare nello sballo quel conforto necessario che allevi, fosse anche soltanto per qualche ora, il dolore, la paura... e tutto il ventaglio di emozioni negative che rischiano di travolgere chi è (e/o si sente) solo e sprovvisto dei mezzi giusti per affrontare i problemi quotidiani.

Demon è alla continua ricerca di un senso di comunità e appartenenza e questo suo legittimo bisogno spinge il lettore a "volergli bene", a sperare con lui che la vita smetta di metterlo alla prova e che gli doni ciò che cerca da quando è venuto al mondo. 

Lo stile dell'autrice è informale, colloquiale e realistico, coerente con l'età e il carattere del protagonista e di chi gli gravita intorno.

Le ambientazioni risultano descritte in modo dettagliato; i personaggi sono molti ma vi sono quelli "fissi", riconoscibili, e tutti - a partire da Demon, ovviamente - ben sfaccettati e complessi.

"Demon Copperhead" è un bel romanzo lungo, da leggere senza fretta ma con la placida consapevolezza che la sua lettura è un viaggio non soltanto letterario, ma ancor prima "umano"; è ricco dì umanità, spinge il lettore all'empatia, alla riflessione, e lo fa senza piagnistei, ma narrando drammi, conflitti e disgrazie come cose che "semplicemente" accadono praticamente a tutti, anche se forse con qualcuno la vita pare accanirsi  maggiormente.
Ma se è vero che Demon mette al centro il racconto di come la sua esistenza, da un certo momento, abbia iniziato ad andare in malora, è altresì vero che egli ci dà un messaggio di speranza: vi è anche un punto ben preciso in cui una noce dentro di te si spacca e comincia a crescere il germoglio di un albero.

Mi è piaciuto sicuramente, anche se verso la fine ne ho sofferto un po' la lunghezza e la narrazione troppo particolareggiata (e quindi un po' lenta), ma è un romanzo notevole, scritto splendidamente, con un personaggio cui ci si affeziona e al quale, chiusa l'ultima pagina, il pensiero non può non ritornare anche nei giorni successivi.

Consigliato. E confesso che mi ha messo voglia di rileggere David Copperfield, letto e amato ormai molti anni orsono.


venerdì 19 settembre 2025

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA (narrativa per l'infanzia/saggistica)

 

Buon pomeriggio, lettori.

In questo post vi segnalerò due prossime uscite editoriali; spero possano incontrare i vostri interessi.


Il 26 settembre uscirà, per la collana Ziggurat di Catartica Edizioni, il saggio di Sìrbiu Orrù Mele, dal titolo A SA SARDA. (LINK)

Un testo che affronta il fenomeno del ribellismo e del banditismo in Sardegna, collocandolo all’interno
Catartica Ed.
248 pp

di un preciso contesto sociale e storico. 
L’autore mette in luce come questi fenomeni possano essere letti come risposta alla criminalizzazione della cultura sarda e, più in generale, come una forma di reazione della società agropastorale all’aggressione coloniale subita dall’Isola.

Il libro rileva come la criminalità tipica sarda nasca dalla sovrapposizione di un sistema imposto dall’esterno a quello indigeno: un ordine giuridico che pretende di giudicare una società che rifiuta lo Stato in quanto le è estraneo. 
Spiega come, per difendere la propria terra, la propria cultura e il proprio ordine sovrano, la società sarda si ribelli all’aggressione colonialista e il banditismo assuma valore di resistenza nazionale e sociale. 
Il culto secolare dell’autonomia familiare e comunale, della libertà primigenia, il codice di vita millenario, la ribellione sociale indigena, si esaltano nell’interpretazione anarchista e l’eversione a sa sarda, orientando la resistenza culturale all’attacco diretto al potere accentrato.

A rendere questo volume ancora più interessante:

    - la prefazione (in lingua sarda) di Matteo Boe, che offre una prospettiva che contribuisce a                      contestualizzare ulteriormente il testo;
    - la postfazione di Sara Corona Demurtas, che arricchisce il quadro interpretativo tracciato dall’autore       con una chiave di lettura attuale.

Un lavoro di grande valore politico e culturale, che siamo certi susciterà interesse e confronto.

L’autore
Nato a Nùgoro nel 1988 da padre nugorese e madre ortzaese, residente a Ortzai (NU). Parenti pure a Nule e a Yertzu. Maturità linguistica, parla fluente in portoghese. Laurea triennale in Scienze Politiche, studi internazionali, con tesi in Storia delle dottrine politiche intitolata Ribellione sociale indigena e anarchismo in Sardegna. Certificazione provvisoria sperimentale della conoscenza della lingua sarda, livello C1. Servo pastore dal 2013/2014. Dal 2019/2020, pastore di pecore e capre, iscritte all’albo genealogico della razza sarda, allo stato semibrado in territorio di Ortzai. Lettore di poesia sarda, saggi su lingue e cultura della Sardegna, etnologia, antropologia politica e strategia rivoluzionaria. Da Mereu e Poddighe a Stirner e Bakunin, Gramsci, Cavalleri, Bonanno, Öcalan, Kaczynski. Da Sun Tzu a Guevara. Curioso della biodiversità della natura e delle culture indigene
.




La seconda pubblicazione sarà disponibile dal 6 OTTOBRE: "Lilì e la rivoluzione a Tuttodritto" (LINK), scritto da Viviana Hutter e illustrato da Emanuele Sponta; è un delicato racconto sulla diversità, l'accettazione di ogni differenza e "sul bisogno di sentirsi accolti e del coraggio di cambiare il mondo con la propria unicità".


A Tuttodritto la drittezza è una regola senza eccezioni. Tutto è perfettamente dritto: gli alberi, le case, le
PensieroCreativo

strade, i capelli degli abitanti; persino le nuvole non assumono le loro forme arzigogolate. 
L’unico colore ammesso è il grigio. 
Questo, almeno, finché nel bosco non viene trovata una bambina i cui riccioli e la cui pelle color cannella minacciano quell’ordine sempre uguale a sé stesso. 
Adottata, viene chiamata Lilì, un nome simmetrico se non fosse per l’accento, un nome che rispecchia l’ondata di novità che la bambina porterà in città. Tutto ciò è però inaccettabile per gli abitanti, tanto da costringere i genitori di Lilì a tenerla nascosta. 
E così la bambina cresce libera di esprimersi come desidera, creando mondi sempre nuovi attraverso l’arte. 
Ma non rimane a lungo sola: un giorno incontra Tobia, un bambino di Tuttodritto, cui insegna a poco a poco la bellezza delle curve, delle spirali, delle forme inconsuete. 
Insieme i due coltivano l’ambizione di mostrare a Tuttodritto la bellezza della diversità.



“Lilì e la rivoluzione a Tuttodritto” è particolarmente indicato per giovani lettori dagli 8 ai 13 anni.

Utile da adottare nelle classi di scuola primaria e secondaria di primo grado per progetti scolastici dedicati all’inclusione, al superamento delle diversità e alla gestione delle emozioni.


Biografie.

Viviana Hutter è autrice, educatrice e formatrice esperta in pedagogia creativa, educazione alle emozioni, psicologia degli apprendimenti, è ideatrice della "pedagogia della gentilezza" e docente di scrittura creativa e terapeutica.
Ha lavorato come consulente pedagogica per ONG in Africa e realizzato numerosi workshop in Italia e all’estero. Collabora con numerose case editrici, è direttrice artistica del festival per bambini e ragazzi "Ricomincio dalle Storie", fondatrice dell’associazione Coltiviamo Gentilezza e promotrice del Festival della Gentilezza in Italia, primo evento su tematiche educative e sociali.

Emanuele Sponta è nato a L’Aquila e vive a Lucoli, un piccolo paese tra le montagne abruzzesi.
La natura che lo circonda è una fonte di ispirazione continua per i suoi disegni. Ha illustrato per Officina Milena il racconto “Sarò il vento” dando vita con le sue illustrazioni alle parole della scrittrice Donella Giuliani. Quando non disegna ama suonare, dedicarsi all’arte in tutte le sue forme e fare lunghe passeggiate in montagna
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