mercoledì 29 luglio 2015

Novità da leggere: DUEL di Amneris Di Cesare



Avete voglia di tuffarvi in una storia d'amore...?

DUEL
di Amneris Di Cesare

A volte l’Amore è un duello sempre in bilico tra passione e gelosia, fiducia e incredulità...

Trama

Quella sera Stefania non è dell'umore adatto quando, per far contenta la sua amica Manuela, partecipa a una festa dove non conosce nessuno.
Di certo non è pronta a innamorarsi di nuovo. Ma quando Davide, il festeggiato, irrompe nella sua vita senza chiederle permesso sulle note di Duel dei Propaganda, Stefania non saprà come reagire. 
Perché ciò che prova per Tony, l’uomo colto che le ha regalato Cime Tempestose e che l’ha lasciata senza una vera ragione, è ancora così prepotente in lei da non voler accettare di voltare pagina e accogliere un nuovo sentimento, diverso ma più profondo.
L’amore tra Stefania e Davide sarà una battaglia che combatteranno fino all’ultimo, devastandosi a vicenda, finché Stefania si troverà a dover scegliere se a tracciare il suo destino sarà la colonna sonora di un’estate da brivido o la trama di libro che ha segnato l’inizio di una passione non ancora del tutto estinta. 
E magari, chissà, dietro l’angolo l’aspetta un finale inedito e una nuova canzone.

Amneris Di Cesare, italiana nata a Sao Paulo del Brasile, vive a Bologna. Sposata a un medico calabrese, mamma e moglie a tempo pieno, collabora come free-lance per riviste femminili. Nell 2005 crea il F.I.A.E. – Forum Indipendente Autori Emergenti che gestisce fino al 2014, un gruppo laboratorio di editing autogestito per scrittori emergenti. Ha pubblicato il saggio “Mamma non mamma: la sfida di essere madri nel mondo di Harry Potter” nell’antologia benefica Potterologia: dieci as-saggi dell’universo di J.K. Rowling (CameloZampa Editore 2011); un suo racconto, intitolato “Zanna” è presente nell’antologia di racconti animalisti “Code di Stampa” (La Gru Edizioni 2011); ha pubblicato nel 2012 il suo romanzo d’esordio, Nient’altro che amare(Edizioni CentoAutori), vincitore del Premio Letterario Mondoscrittura, e nel 2013 ha partecipato al progetto di scolastica coordinato da Manuela Salvi “Prossima fermata… Italia!” (Onda Editore) scrivendo il capitolo dedicato alla regione Calabria. Ha curato l’antologia benefica “Dodicidio” per il progetto POP di La Gru Edizioni scrivendo il capitolo “Febbraio” (2013) e ha vinto il “Concorso Cercasi Jane” indetto dalla Domino Edizioni con la quale il 1 settembre 2013 è uscito il suo romanzo “Sirena all’orizzonte” secondo classificato al Premio Letterario Magiche rose 2014 di Fiuggi. A giugno 2014 invece è uscito Mira dritto al cuore per i tipi della Runa Editrice, mentre un secondo saggio sulle figure materne nella saga di Harry Potter dal titolo “Mamma non mamma: le madri minori nel mondo di Harry Potter” è uscito a Marzo 2015 sempre con Runa Editrice. Per Runa Editrice ha curato la pubblicazione e l’editing del saggio Harry Potter come strumento letterario di Marina Lenti (Febbraio 2015). E’ stata di recente nominata Direttrice per le collane Fantasy e Narrativa Bambini e per la Sezione Narrativa Straniera lingua inglese e portoghese, per Casa Editrice Amarganta, nuova NOEAP di recente costituzione e per la quale ha già selezionato un romanzo di sci-fi romantica, Darkside di Alessandra Gaggioli, due romanzi brevi di Marie Sexton, Il Capitolo 5 e il maniaco dall'ascia vibrante e L'Appartamento 14 e quel diavolo vicino di casa, usciti a maggio 2015, da lei tradotti in italiano, due romanzi di Indra Vaughn, in uscita a luglio e a dicembre e due albi per bambini, per la nuova collana Amarene. Collabora con il portale di informazione online Rete-News.it (www.rete-news.it) scrivendo articoli di cronaca, costume e musica e con la rivista letteraria digitale e online Inkroci (www.inkroci.it ) in qualità di traduttrice.

Recensione: L'ULTIMO BATTITO DEL CUORE di Valentina Cebeni



Ultimo libro terminato:

L'ULTIMO BATTITO DEL CUORE
di Valentina Cebeni

Ed Giunti
336 pp
12 euro
2013
Dopo la tragica perdita di Adam, il suo grande amore, Penelope deve assolutamente trovare una via di fuga per riuscire a sopravvivere. 
Così quando sua sorella Addison la invita a trasferirsi da lei nella magnifica tenuta nel Kent, Penelope accetta. 
In balìa delle onde del destino e fragile come un giunco al primo soffio di vento, Penelope si ritrova in una casa dove l'amore pare sopito da tempo e il rancore si rincorre in ogni stanza. Addison infatti si rivela una donna fredda, tagliente, anaffettiva, l'esatto contrario di suo marito Ryan che, nonostante sia costretto su una sedia a rotelle, non ha perso la speranza e coltiva il suo giardino con amore e dedizione. E saranno proprio i fiori di Ryan ad aiutare Penelope, i delicati fiori d'inverno che spuntano nella serra, un luogo di incontri magici, che ha la facoltà di stemperare il dolore grazie alla sua armonia. 
E di dischiudere a Penelope un nuovo orizzonte. 
Ma quante volte può ricominciare a battere il cuore?




E' possibile tornare a vivere, ad amare, a sorridere... dopo aver subito un dolore grande come la perdita della persona amata?

Penelope Dickinson è una giovane donna sopravvissuta ad un tragico incidente, in seguito al quale il suo amato promesso sposo, Adam, è deceduto.
Dopo la sua morte, Penelope ha "semplicemente" smesso di vivere. Per lei nulla ha più senso, nulla riesce a farla star bene, a scuoterla dall'apatia in cui è caduta; sembra che il suo cuore abbia smesso di battere, di andare alla ricerca di emozioni che la facciano sentire parte del mondo nel quale lei ancora vive.
Ma Penelope, che pure si rende conto dello stato di passività che la pervade, non desidera affatto uscirne, piuttosto si ostina a voler restare chiusa nel proprio dolore, convinta che senza Adam per lei non ci sia più speranza per un futuro degno di essere ricercato e vissuto.



La sorella maggiore Addison non ne è altrettanto convinta e insiste per portarla a casa propria, in una tranquilla zona di campagna, nel Kent, circondata dalla natura.
Pur di non star a sentire le sue prediche, Penelope accetta quello che più che un invito sembra un'imposizione.
Eh sì, perchè Addison non potrebbe essere più diversa e lontana dalla sorellina: quanto più questa è ribelle e anticonvenzionale, tanto più l'altra è rigida e attaccata alle proprie regole; regole con cui manda avanti  la propria casa e la propria famiglia, composta da lei, il marito Ryan e il figlioletto Leonard (nato da un precedente matrimonio).
A dispetto di ciò che si vede dall'esterno, quella di Addison non è una famiglia felice; lei e Ryan non vanno più d'accordo, soprattutto dopo l'incidente che ha costretto l'uomo (che lavorava come medico) a stare su una sedia a rotelle. Lui è diventato una sorta di burattino nelle mani della moglie, così da accumulare solo frustrazioni e negatività, finendo per perdere ogni gioia di vivere e ogni scopo nella vita.
La moglie, dal canto suo, non riesce ad aiutarlo, chiusa com'è nel proprio doloroso ruolo di madre di un figlio problematico che, dopo il divorzio dei suoi genitori, ha deciso di non parlare più. Nella sua premura di proteggerlo, Addison ha finito per tenere sotto controllo la vita del bambino, anche lui ormai manovrato dalla donna e succube di lei.
Il risultato è una famiglia in cui si respira un'aria pesante di tristezza, di sentimenti repressi, di infelicità, di cose non dette ma sigillate nel proprio cuore appesantito e ferito.
Non è proprio il luogo adatto perchè Penelope torni a vivere, insomma, soprattutto perchè da subito gli eterni dissidi tra sorelle (o meglio, sorellastre), tornano a galla più aspri e accentuati che mai. C'è qualcosa del loro comune passato familiare che non è stato risolto e che le allontana, inducendo in particolare Addison a guardare con rancore Penelope, rinfacciandole sofferenze passate e conflitti mai dimenticati.

In questo ambiente soffocante, l'unica persona con la quale la ragazza trova affinità è il cognato Ryan: due solitudini, due vite ferite che si sentono estranee ed estraniate dal mondo, non comprese ma solo rimproverate e disapprovate, due cuori spezzati che si incontrano e provano ad aiutarsi a vicenda.


La loro àncora di salvezza arriva dal giardino di casa, messo davvero male, abbandonato e disordinato come il loro cuore; il progetto di far rinascere il giardino potrebbe essere l'occasione giusta per trovare uno scopo alle proprie giornate, anch'esse spente e bisognose di una nuova primavera, di una rinascita che spazzi via il gelo dell'inverno.
Ad aiutare i due improvvisati giardinieri ci pensa il vivaista del paese, Tristan, tanto dolce e disponibile quanto malinconico e riservato.
Anch'egli sembra avere qualcosa che lo rattrista, lo blocca... ma Penelope gli fa sentire quel brivido che non provava da tempo, e passare ore e giornate con lei diventa l'unico appuntamento in grado di rallegrarlo e dare senso alla sua giornata.

Se solo lei fosse meno sulle sue... 
Tristan sente che qualcosa li lega, ma vede anche che Penelope non si lascia andare, come se avesse paura ad abbandonarsi al sentimento che pure sta nascendo tra loro...
Penelope stessa non può negare che qualcosa di Tristan l'attira in modo irresistibile, qualcosa che non risiede solo nell'anima di lui, ma anche nel suo corpo e nei segni che porta...

I personaggi di questo romanzo sono tutti in qualche modo anime ferite, mutilate, che hanno perso calore e voglia di vivere; ognuno vive nel proprio personale dolore e rischia di restarci prigioniero se non chiede aiuto.

Ryan e Addison hanno bisogno di ritrovare l'amore che li ha legati in passato... O forse è troppo tardi?

Tristan potrà mai prendere il posto di Adam - che pur essendo fisicamente assente, in realtà è un personaggio a tutti gli effetti - nel cuore di Penelope?

Un romanzo delicato, scorrevole, capace di inserirti nel contesto naturale in cui si ritrova Penelope, scritto con molta sensibilità, che dà ampio spazio alle emozioni dei personaggi, alla loro vita interiore, al vissuto, alle fragilità come al desiderio, spesso sepolto dentro sè, di risvegliarsi e ritrovarsi dopo una perdita, di non lasciarsi andare alla deriva, bensì di riafferrare il proprio diritto alla felicità.
Del resto, una volta toccato il fondo e attraversato il buio più nero, non si può che risalire e aspettare di rivedere la luce.
Ma per tornare a battere di nuovo per qualcuno, il cuore di Penelope dovrà prima ritrovare se stesso e la propria  ragione di vita...

Assolutamente consigliato, in particolare a chi ama le storie piene di sentimento, in cui si dà spazio al mondo interiore dei personaggi.

Recensione film: COSIMO E NICOLE di Francesco Amato



Qualche giorno (o settimana?) fa (il caldo mi fa perdere colpi... ^_^ ) hanno dato in tv il film...

2012
COSIMO E NICOLE

Regia: Francesco Amato

Cast:  Riccardo ScamarcioClara PonsotPaolo SassanelliAndrea BruschiAngela BaraldiSouleymane SowGiorgia SalariJo PrestiaThierno Thiam

Sinossi

Dopo essersi conosciuti e innamorati a Genova durante il G8 del 2001, Cosimo (Riccardo Scamarcio) e Nicole (Clara Ponsot) hanno vissuto da vagabondi in giro per tutta l'Europa, inseguendo la loro grande passione per la musica, per ritornare infine nel capoluogo ligure e trovare lavoro presso un loro amico cinquantenne, organizzatori di concerti e eventi musicali. La relazione tra i due continua a procedere a gonfie vele fino al giorno in cui, durante il montaggio di un'impalcatura, il giovane operaio extracomunitario Aliounè precipita da un'altezza di sette metri. L'episodio spinge Cosimo e Nicole a interrogarsi su che cosa ne è stato dei loro ideali e dei loro progetti di vita, scegliendo due strade differenti che portano inevitabilmente all'incrinarsi della loro relazione.




Il film viene premiato all'unanimità come Miglior Lungometraggio nella sezione Prospettive Italia alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, mentre Paolo Sassanelli si aggiudica il Premio L.A.R.A. come miglior interprete italiano del festival. Nelle scene di concerto, Cosimo e Nicole si avvale della partecipazione straordinaria dei più importanti gruppi rock italiani come Afterhours, Marlene Kuntz, Verdena e Bud Spencer Blues Explosion *.

Il film si apre con i protagonisti che, in carcere, rispondono a delle domande su come si sono incontrati e su come si sono svolti i fatti che li hanno portati fin lì.

L'italiano Cosimo (Riccardo Scamarcio) e Nicole (Clara Ponsot), di nazionalità francese, si incontrano nel 2001 casualmente durante una manifestazione a Genova, in cui lei resta ferita e lui la soccorre; i due restano insieme, si innamorano, conoscono un uomo - Paolo (Paolo Sassanelli) – che non solo li prende in simpatia ma li fa anche lavorare con lui, che per lavoro organizza i concerti.
I due vagabondi vivono per un po' sereni e felici, soprattutto lui, che ha scoperto che quel lavoro gli piace e sa farlo bene.
Il caso vuole che un giorno un clandestino africano – Alioune (Souleymane Sow) – insiste per lavorare con loro, chiaramente in nero e senza alcun tipo di norma di sicurezza a proteggere nè lui nè gli altri operai; ed infatti, Alioune cade da un'impalcatura e si ferisce gravemente, tanto da sembrare morto.

Paolo e Cosimo entrano in panico e inizialmente decidono di portarlo in ospedale, ma il primo non è convinto che sia la soluzione giusta perché se si dovesse sapere che un operaio in nero rischia di morire mentre lavorava per lui, il suo lavoro sarebbe finito, e Paolo non può permetterselo perché ha una caterva di debiti…

La decisione che Paolo prenderà, e Cosimo con lui - suo malgrado ,- non potrà non portare con sé delle gravi conseguenze, che si ripercuoteranno sul povero Alioune prima di tutto, ma anche su Cosimo e Nicole, che cercheranno in tutti i modi di andare avanti e di dimenticare quella brutta storia, ma senza riuscirci davvero.

E se Cosimo sembra più superficiale (o forse la sua è solo paura?) e meno sensibile ai rimorsi della coscienza, per Nicole non sarà così: il
suo pensiero torna sempre a quello che è successo ad Alioune, che per lei non è un semplice clandestino sfortunato ma un giovane con le stesse speranze per il futuro che hanno lei e Cosimo.

Questo diverso approccio dei due alla loro comune esperienza li allontanerà, nonostante il forte amore che fino a quel momento li ha sempre legati. 
Le cose si complicano quando il passato, apparentemente sepolto (letteralmente...) ricompare, e sfuggire nuovamente ad esso non sarà affatto semplice...

Cosimo e Nicole è un film che di base ha una storia semplice e che ci racconta l'amore e le (dis)avventure di due giovani come tanti, pieni di sogni, desiderosi solo di vivere senza troppe pretese, all'insegna della musica e della libertà, visto che ciò che conta – loro stessi e il loro amore – ce l'hanno già. 

Ma la vita mette i due ragazzi davanti a scelte difficili, che fanno appello alla loro coscienza, la quale si può anche tentare di mettere a tacere, ma non per sempre; certe azioni e decisioni richiedono un costo e spesso le conseguenze ci tornano indietro con un prezzo da pagare ancora più alto. E non sempre, quando si decide di rimediare a modo proprio, le cose si aggiustano automaticamente. 

La storia, come dicevo all'inizio, parte dal presente per poi raccontare ciò che è accaduto prima, ed è interrotta dai brevi momenti (dell'oggi) in cui i ragazzi rispondono alle domande e parlano di loro stessi; inevitabilmente il confronto tra ieri e oggi ce li restituisce più maturi, più riflessivi; e se Cosimo non ha smesso di pensare con tenerezza e affetto alla sua Nicole, quest’ultima si fa più domande sul loro rapporto e si chiede se gli eventi tragici vissuti insieme – che pure in quei momenti li avevano legati moltissimo - non li abbiano resi inevitabilmente più distanti, perché essi stessi sono cresciuti, cambiati.

Cosa è rimasto dei due giovani belli e spensierati che si sono incontrati e innamorati a Genova?

È un bel film, molto realistico, con tematiche attuali (lavoro nero, immigrati clandestini, sogni e speranze giovanili che devono fare i conti con una realtà non sempre generosa…) raccontate con onestà e senza retorica, e gli attori protagonisti mi sono piaciuti moltissimo.


*fonte Wikipedia

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martedì 28 luglio 2015

IL LUNGO NASTRO ROSSO di Luong Ung sarà presto un film



Un altro libro che presto diventerà un film, che vede nel cast la bella e brava Angelina Jolie.

IL LUNGO NASTRO ROSSO
di Luong Ung


Ed. Piemme
trad. F. Genta Bonelli
2010

Trama

Loung ha solo dieci anni quando, al termine di un’estenuante odissea, arriva negli Stati Uniti. Per lei, fuggita dalla criminale follia del regime sanguinario dei Khmer Rossi, libertà è avere uno spazio minuscolo tutto per sé, lenzuola divertenti con buffi topi e strani paperi, e cose buone da mangiare, dopo le radici divorate per placare la fame perenne. 
Ha mille nuovi significati la libertà, anche una ciotola piena di nastri per i capelli, tanti, colorati. 
Nei campi di lavoro forzato dove è stata rinchiusa a soli cinque anni, e in quello di addestramento dove è diventata una bambina soldato, i colori erano proibiti, e così ogni abito che non fosse la divisa nera. Volersi distinguere era segno di vanità, e come tale punito a bastonate. Per questo affondare le dita in quei nastri le strappa un sorriso di vittoria, insieme a un moto di nostalgia per l’amata sorella Chou, rimasta in Cambogia: non c’erano i soldi per far partire anche lei.
Il distacco è stato lacerante, un nuovo dolore che si è aggiunto a quello infinito per la morte di mamma, di papà, di due dei sei fratelli.Per anni Loung e Chou vivono vite parallele. 
Una alle prese con una nuova patria in cui inserirsi, schiacciata dai sensi di colpa per avere avuto quella fortuna, e per non sapersela godere fino in fondo. 
L’altra in Cambogia, ad affrontare la povertà, la lotta per la sopravvivenza quotidiana, la promessa di un domani migliore che non arriva mai. 
Quindici anni dopo, Loung decide di seguire il lungo nastro rosso e di tornare a casa. Dall’incontro di due solitudini nasce una memoir intensa, commovente, e lo straordinario racconto di una delle grandi follie del nostro tempo.

L'autrice.
È sfuggita ai campi della morte dell’infame regime dei Khmer Rossi di Pol Pot, dove morirono quasi due milioni di cambogiani, circa un quarto della popolazione nazionale. Oggi è impegnata nella lotta per i diritti umani come testimone e attivista della «Vietnam Veterans of America Foundation», associazione insignita del Premio Nobel per la Pace per il suo impegno contro le mine anti-uomo. Il suo libro è tradotto in quattordici Paesi.

A fine 2016, negli Stati Uniti, uscirà il film tratto dal libro "Il lungo nastro rosso" di Loung Ung, diretto da Angelina Jolie.
La storia di questa bambina cresciuta sotto il sanguinario regime dei Khmer rossi e poi rifugiata negli Stati Uniti aveva colpito la moglie di Brad Pitt, che ha adottato un bambino cambogiano nel 2002.
Il film verrà trasmesso in esclusiva su Netflix: «Film come questi sono difficili da guardare, ma è importante che raggiungano un pubblico vasto. Sono anche difficili da realizzare e sono molto felice che Netflix stia rendendo possibile tutto questo», ha dichiarato l’attrice e ambasciatrice UNHCR.

lunedì 27 luglio 2015

In lettura: "Mansfield Park" di Jane Austen



Prosegue il mio tour austeniano ed eccomi giunta a Mansfield Park, che ha come una protagonista una donna diversa da tutte le altre eroine della Jane:
Infatti, Fanny Price è diversa da tutte loro...: non ha il senso dell'umorismo di Elizabeth Bennet né la frivolezza di Emma, e nemmeno la consapevolezza di Elinor Dashwood o l'irruenza di sua sorella Marianne.
Fanny è tutta buon senso, umiltà, riservatezza e vulnerabilità. è il personaggio più passivo del romanzo, eppure dal punto di vista dell'azione morale, Fanny è la più attiva perché è l'unica che riesce a vedere le cose nella giusta prospettiva fin dal principio.
Nella sua immobilità, è un personaggio chiave, simbolo di quel mondo di pacata quiete e solidi valori che era l'Inghilterra rurale del primo Settecento, contrapposto alla frenesia e dinamicità di una Londra ormai alle soglie della Rivoluzione industriale. (fonte)



Un frammento che ci aiuta  capire la personalità di Fanny...

Fanny si disse d'accordo, ed ebbe il piacere di vederlo restare alla finestra con lei, nonostante l'atteso pezzo a più voci, e di vedere i suoi occhi volgersi subito, come lei, alla scena là fuori, dove tutto ciò che vi è di solenne, di calmo e di piacevole, appariva nello splendore di una notte senza nubi, e nel contrasto con la profonda oscurità del bosco. Fanny espresse i propri sentimenti. "Ecco l'armonia!", disse, "Ecco la pace! Ecco ciò che lascia dietro di sé tutta l'arte e tutta la musica, e che solo la poesia può tentare di descrivere. Ecco ciò che può lenire ogni pena, ed elevare l'animo all'estasi! Quando guardo una notte come questa, sento come se al mondo non potesse esserci né cattiveria né dolore; e ci sarebbe sicuramente meno di entrambe le cose se la sublimità della natura fosse percepita di più, e se gli uomini riuscissero a pensare meno a se stessi contemplando una scena del genere."

Viaggiare leggendo... "Amore e altri imprevisti"



Buongiorno amici e lettori!!

Questa mattina vi porto a dare un'occhiata ai luoghi citati * dalla scrittrice Maria Murname nel suo simpaticissimo romanzo "Amore e altri imprevisti" (RECENSIONE).


Anzitutto, siamo a San Francisco, in California, e la nostra storia parte da Pacific Heights, un quartiere conosciuto per la gente esclusiva che vi abita; beh, ci vive anche la protagonista, Waverly Bryson.

pacific heights, S.F.

Più precisamente, la sua abitazione  è in stile vittoriano, si affaccia sul viale alberato della Sacramento Street (al num. 2513), tra la Filmore e la Steiner.


sacramento st.


sacramento st.
filmore-steiner


Tra i luoghi di ritrovo di Waverly e le sue amiche, Andie e McKenna, ci sono il Caffè La Coppa a Mill Valley.

mill valley


.. e un cinema, posto tra la Van Ness Avenue e O'Farrell St.



Van Ness Av.

angolo Van Ness Avenue e O'Farrell St

Concludiamo con l'abitazione del moroso di Waverly, Jake McIntyre, che vive ad Atlanta, nel quartiere Virginia Highlands, (spesso soprannominato "Vahi"); è un quartiere di Atlanta, in Georgia , fondato nel 20esimo e prende il nome dall'incrocio della Virginia Avenue e North Highland Avenue, il cuore del quartiere, che è famoso per i suoi bungalow e le case storiche costruite nel periodo 1910 -1930.


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summer festival atlanta



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THESE IMAGES HAVE BEEN TAKEN MAINLY USING GOOGLE MAPS AND / OR SIMPLE GOOGLE SEARCH, IF I HAD VIOLATED COPYRIGHT, please write me and I'll remove them.


domenica 26 luglio 2015

In lettura: "L'amore graffia il mondo" di Ugo Riccarelli



"Muoiono d'amore i rami"

F. Garcia Lorca

"Dovevamo saperlo che l’amore brucia la vita e fa volare il tempo."

V. Cardarelli

Queste sono le due citazioni d'autore che Ugo Riccarelli riporta nel suo romanzo "L'amore graffia il mondo", che ho attualmente in lettura.

Di seguito la trama.

Ed. Mondadori
Trama

È come se portasse il destino nel nome, Signorina: suo padre, capostazione in un piccolo paese di
provincia, l’ha chiamata così ispirandosi al soprannome di una locomotiva di straordinaria eleganza.
E creare eleganza, grazia, bellezza è il suo talento. Un giorno dal treno sbuca un omino con gli occhi
a mandorla e, con pochi semplici gesti, crea un vestitino di carta per la sua bambola. 
L’omino scompare, ma le lascia un dono, un dono che lei scoprirà di possedere solo quando una sarta assisterà a una delle sue creazioni. 
Potrebbe essere l’atto di nascita di una grande stilista, ma ci sono il fascismo, la povertà e gli scontri in famiglia, le responsabilità, i divieti e poi la guerra... e Signorina poco a poco rinuncia a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la propria femminilità, con una generosità istintiva e assoluta. E quando infine anche lei, quasi all’improvviso, si scopre donna e conosce l’amore, il sogno dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e dalla prova più difficile: un figlio nato troppo presto e nato malato, costretto a “succhiare aria” intorno a sé come un ciclista in salita.
Nonostante i binari della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza lasci il posto a una maturità venata di nostalgia, ancora una volta Signorina sfodera il suo coraggio e la sua determinazione al bene e lotta per far nascere suo figlio una seconda volta, forte e capace di respirare da solo.
Solo alla fine, nell’attimo esatto in cui la lotta cede il passo alla quiete, quel figlio nato due volte si renderà conto che l’amore coraggioso, quello di una donna e di una madre come Signorina, porta
nel suo stesso corpo le ferite e i graffi del tempo...
L’amore graffia il mondo è il ritratto appassionante di una donna più forte delle proprie fragilità e del vento della storia: una figura indimenticabile, unica, eppure sorella delle tante donne che ogni  giorno come guerriere silenziose rinunciano a se stesse per abnegazione e per amore.

L'AVETE LETTO? COSA NE PENSATE?

BUONA DOMENICA!!! ^_-


sabato 25 luglio 2015

Segnalazione Romance: LOVE & THE CITY di Lidia Di Simone



Cari lettori, questa mattina vorrei segnalarvi un romance che si presenta ricco non solo di sentimento e passione ma anche di colpi di scena...:

LOVE & THE CITY
di Lidia Di Simone


Ed. Mondadori
336 pp
17.50 euro
Marzo 2015

Trama

La costruzione di un amore è simile a quella di un grattacielo: ogni passo, una vertigine… Il primo romanzo femminile ambientato nel mondo delle archistar.

Amanda, detta Maddie, non ha ancora trent’anni e un corpo da atleta.
 Lo era davvero, fino a pochi anni fa, quando un SUV l’ha investita, una sera, mentre si allenava, mettendo fine alla sua carriera. 
Maddie era l’astro nascente delle Olimpiadi di Londra, dove secondo tutti i pronostici sarebbe arrivata sul podio più alto: purtroppo, invece di correre gli 800 come una gazzella, ha dovuto prendere in mano la sua vita e giocare una nuova mano con le carte che il destino le ha riservato. 
Si è laureata in architettura e adesso sta per iniziare una nuova carriera – anche se per ora solo come stagista – in un prestigioso studio londinese (che somiglia molto a quello di Norman Foster, affacciato sul Tamigi). 
Qui Maddie incontra due persone che cambieranno il suo destino: la cinese Eli Ching, che commissiona agli architetti inglesi un nuovo quartiere da costruire a Shanghai, e il superboss dello studio, archistar acclamata, scozzese burbero almeno quanto affascinante: il suo nome è Alistair Wolf, Mr Wolf… 
Maddie ancora non sa quante sorprese le riserva la sorte, quali emozioni possano palpitare dietro le pareti di cristallo dello studio Wolf, quanto il lavoro e i sentimenti somiglino alla corsa: devi allenarti, e crederci davvero, per arrivare alla meta.

Dalla timidezza nascosta sotto i suoi jeans da brava ragazza a un tailleur di Gucci mozzafiato, dall’incredibile incontro al buio al 68° piano di un grattacielo in costruzione, alla Cina, Maddie entra in un turbine di emozioni difficili da controllare. 
Solo allontanarsi può chiarirle le idee. 
E sarà a Milano che Maddie approda, nella città dove fervono i lavori per l’imminente Expo 2015, alla ricerca delle proprie radici italiane e di un nuovo equilibrio. Ma con Mr Wolf è sempre come stare su una trave sospesa nel vuoto, e senza nemmeno il casco da cantiere…

Le emozioni fortissime di un’attrazione pericolosa si uniscono alla fiaba di una ragazza coraggiosa, che non si arrende anche quando tutto sembra perduto.

L'autrice.
Lidia Di Simone, abruzzese, vive a Milano dove lavora come caporedattore per il magazine “Focus Storia” e per la rivista di storia militare “Wars”.
E' giornalista professionista da oltre vent’anni, è stata caporedattore del mensile “Biografie” e del teen magazine “Topgirl”, ha collaborato con settimanali d’attualità, femminili e mensili di viaggio, con quotidiani e inserti di economia, ha fatto la cronista di nera e la giornalista musicale, è stata responsabile della redazione spettacoli, autrice televisiva e curatrice di guide culinarie, ha scritto di gossip e costume, di cinema e sentimenti, di abiti griffati e divi capricciosi. E' appassionata d’arte, di mostre e musei.

venerdì 24 luglio 2015

Frammenti di... "L'ultimo battito del cuore"



Ho da poco iniziato a leggere "L'ultimo battito del cuore", il romanzo di Valentina Cebeni, edito da Giunti Editore, avente come protagonista una giovane donna, Penelope, la cui vita è stata distrutta da un tragico incidente, nel quale il suo amato fidanzato Adam è morto.
La vita sembra avere perduto senso e scopo e Penelope non riesce - e, in un certo senso, forse non vuole, non prova neanche - ad andare avanti, finché sua sorella Addison non insiste per portarla a casa propria, in una zona di campagna tranquilla, nel Kent.
E in mezzo alla natura Penelope comincia a riscoprire che ci sono ancora tante cose belle che la fanno sentire bene.
Questo è un piccolo brano tratto dal romanzo che ci lascia intuire proprio questo.

"In quel lembo di terra verdeggiante aveva scoperto il fascino del silenzio; amava stare seduta su una panchina per ore a guardare il fiume senza altro nella testa che lo scrosciare dell'acqua. Camminare per le stradine di campagna la faceva sentire parte del paesaggio, una zolla di terra pronta ad affrontare i primi freddi. Alzò lo sguardo sul paesaggio che li circondava, negli occhi la promessa del mattino."


Recensione: ROMANZO CRIMINALE di Giancarlo De Cataldo



E finalmente ho terminato la lettura di...

ROMANZO CRIMINALE
di Giancarlo De Cataldo


Romanzo criminale
Ed. Einaudi
602 pp
19 euro
2002

Sinossi

Un'organizzazione nascente, spietata e sanguinaria, dalle periferie cerca la conquista del cielo. 
Tre giovani eroi maledetti, che hanno un sogno ingenuo e terribile. 
Un poliziotto molto deciso, un coro di malavitosi, giocatori d'azzardo, criminologi, giornalisti, giudici, cantanti, mafiosi, insieme a pezzi deviati del potere e terroristi neri. 
E il piú esclusivo bordello in città. 


Romanzo criminale è la storia di una banda romana - la Banda della Magliana - che nel girio di qualche decennio è riuscita a tenere la città di Roma sotto scacco attraverso i suoi loschi traffici - spaccio di droga in primis - e le sue sporche alleanze.

Da subito il lettore è immerso nella quotidianità della vita di questa banda e, se anche i personaggi, con i loro nomi pittoreschi ma significativi, sono davvero tantissimi e ricordarseli tutti non è proprio semplice, è pur vero che pian piano si inizia a districarsi tra le fitte maglie di questa grande famiglia, le cui giornate ruotano appunto attorno all’organizzazione delle loro attività malavitose.

Una cosa la si comprende subito e con chiarezza, ed in qualche modo resterà così – seppur con le dovute variazioni e le uscite di scena di qualcuno – praticamente sempre: coloro che hanno in mano le redini di tutti i traffici, che decidono come e con chi collaborare, che sanno mettere a tacere una ribellione interna ecc…, sono i tre uomini, amici da tempo, protagonisti di questa storia : il Libanese – che poi è il capo riconosciuto –, il Freddo e il Dandi.

Er Libano e il Dandi spiccano maggiormente per la loro mania di volersi prendere tutta Roma, di comandare in modo esclusivo; ma mentre il Dandi desidera farlo più che altro per la bella vita e i lussi che ne derivano, per il Libanese è davvero una questione di potere, di primato. E mentre questi è più prudente, riflessivo, calcolatore, l'altro è impulsivo, vuol fare come gli va, anche andando contro le regole interne; a fargli perdere la bussola, poi, ci pensa lei, Patrizia, una squillo di lusso, bella e sensuale, che sa il fatto suo, uno spirito libero che non prende ordini da nessuno.

E il Freddo?
Come dice il soprannome, lui è quello più distante, riservato, di un’intelligenza non spavalda, ma cauta,  e  tra i tre è quello che va più con i piedi di piombo quando si tratta di prendere decisioni importanti.

Da una parte ci sono loro, i criminali, dall’altra lo Stato e la polizia che cercano di prenderli, con l’obiettivo di stanarli e metterli in galera per tutta la vita.

Ma i soldi, il potere, i ricatti… fanno sì che i delinquenti riescano con facilità a pagare i migliori avvocati, che sanno a quali cavilli appendersi per far uscire i loro clienti, non solo il prima possibile, ma anche riportando condanne leggere.

Se non fosse che a dar loro la caccia, c’è il commissario Nicola Scialoja: uno tosto, che non si arrende perchè crede nella sua missione di fermare la banda romana. Missione che diventa man mano una questione personale, soprattutto quando nella sua vita si infila Patrizia, che in qualche modo lo tiene legato a sè, cosicchè Scialoja si ritrova diviso a metà, tra la sua proverbiale onestà e la voglia di prendere i criminali anche con mezzi illeciti.

Le vicende all’interno e all’esterno della banda subiranno una svolta soprattutto con l’assassinio del Libanese, che getterà scompiglio nel gruppo, e allo stesso tempo porterà inevitabilmente alla presenza di un nuovo capo, pronto a guidare e a gestire ogni cosa, nuove alleanze, nuovi giri di “affari”…

Attorno a Libano, Freddo e Dandi ruotano, come dicevo, un sacco di personaggi dai nomi più disparati – Scrocchiazzeppi, Bufalo, Trentadenari, il Vecchio… -, ognuno dei quali avrà la sua piccola parte nel determinare la storia della banda, che al suo interno, nel corso degli anni, vedrà spaccature, ribellioni, tradimenti…, e la voglia di difendere i propri interessi sarà spesso più grande di qualsiasi forma di lealtà tra membri, anche tra quelli più “anziani”.

Spicca, in mezzo a questa gente raccogliticcia meschina e che ispira davvero poca simpatia, la figura de il Nero, un giovane che in un certo senso è un po’ dentro e un po’ fuori dalla banda; ha contatti con i tre gangster ma al contempo non vuole esserne soggetto.
Il Nero si differenzia da loro anche per la sua personalità e il suo modo di pensare, che non sono gretti e da ignorante, in quanto non è neanche ossessionato dalla brama di potere e denaro (tant’è che inizialmente il Nero sembra fare quello che fa perché guidato da una vera e propria filosofia - l'Idea - per quanto sia e resti sempre un assassino); questo modo di essere lo avvicina molto a Freddo, tanto che i due si considerano amici, e forse quella tra loro due è la sola vera amicizia presente nel romanzo, che si rivelerà tale quando uno dei due avrà davvero e seriamente bisogno di aiuto.

Il lettore è totalmente dentro la vita di questi antieroi, ne segue i ragionamenti, i dubbi, le paure, le ossessioni, le meschinità e i vizi, ed è difficile affezionarsi a qualcuno di essi e schierarsi dalla sua parte…, almeno fino a quando uno dei protagonisti, Freddo, si innamora sinceramente di una brava ragazza, Roberta, e comincia a sentire la stanchezza di una vita sempre a rischio (di morte, di arresto…., per non parlare delle ritorsioni sui propri cari) e il conseguente desiderio di uscirne fuori.

Ma queste grosse e complesse organizzazioni criminali, si sa, sono come la fitta tela di un ragno e, una volta che ti ritrovi dentro, liberartene è davvero complicato.

Il Freddo riuscirà a liberarsi della morsa letale della banda in cui è praticamente cresciuto e a vivere la sua vita lontano da essa, con la sua amata Roberta?

Romanzo criminale è scritto con un linguaggio realistico, immediato, e tale immediatezza si respira ad ogni pagina, a cominciare dall’uso abbondante del dialetto (romano,in particolare), dal tratteggio di personaggi definiti, forti, "coloriti" in un certo senso, dal racconto di scene e momenti speso crudi, in cui la violenza e il puro interesse per i fatti propri fanno da padrone.

Ne viene fuori un quadro della malavita romana non solo vicino alla realtà e spaventosamente colluso di frequente con i poteri forti (all’interno dello stesso Stato, della Polizia…), ma soprattutto incredibilmente organizzato al suo interno, anche se le falle non mancano, e i momenti, in cui sembra che qualche crepa nel sistema della banda si stia pericolosamente allargando, non mancano affatto; del resto, come diceva il giudice Falcone: “La Mafia (e credo che quindi possiamo estendere questo concetto ad ogni tipo di organizzazione criminale) è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”.

Dove andrà a finire il sogno di Libanese, Freddo, Dandi e di quanto girano loro intorno? Quel sogno “di costruire qualcosa che fosse destinato a durare”?

“Ma non si costruisce sul nulla. La partita non la vincono gli eroi giovani e belli. La partita la vince chi resta sul campo quando gli altri ne hanno avuto abbastanza.”

Chi resterà in piedi e chi, invece, si perderà per via o prenderà altre strade?

Rispetto al film di Placido – che di per sé mi è piaciuto molto -, il libro mi ha preso e soddisfatta un po' di più, non fosse altro perché la complessità dei rapporti tra i membri, la stessa contraddittoria personalità di Scialoja, o anche il personaggio del Nero (che nel film è quasi secondario), sono praticamente accennati nel film, il cui finale è poi nettamente diverso dal romanzo,  che anche per questo mi è piaciuto di più.

Adesso son curiosa di vedere la serie, e intanto consiglio la lettura di Romanzo criminale, in particolare a quanti siano interessati al genere.

Chi di voi ha letto il libro e/o visto il film e/o la serie tv?


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