L'uragano Katrina sta per arrivare a Bois Sauvage, località rurale del Mississippi, dove vive la 15enne Esch Batiste con la sua famiglia; non resta che aspettarlo e cercare di essere meno impreparati possibile, con la speranza di sopravvivere.
SALVARE LE OSSA
di Jesmyn Ward
NN Editore trad. M. Pareschi |
"...e all’improvviso c’è una spaccatura enorme tra prima e adesso, e mi chiedo dov’è andato a finire il mondo in cui è successo tutto questo, perché noi non viviamo più in quel mondo."
Come ci sentiremmo e cosa faremmo se sapessimo che a breve un forte uragano sconvolgerà le nostre vite, travolgendo con forza case, alberi, portando dietro sè devastazione, fango..., morte?
C'è un modo giusto per prepararsi all'arrivo di questa sorta di "apocalisse" preannunciata, di "diluvio" di biblica memoria, che ci possa minimamente garantire che riusciremo a sopravvivere?
Claude Batiste, vive a Bois Sauvage (località - fittizia - del Mississippi ad altra concentrazione di afro-americani) con i quattro figli - Randall, Esch, Skeetah e il piccolo Junior -, è ossessionato dal pensiero dell'imminente arrivo dell'uragano Katrina e cerca di restare costantemente informato ascoltando la radio e prendendo tutte le precauzioni possibili per resistervi, quando arriverà.
Perchè arriverà, sicuro come la morte; del resto, la loro zona è da sempre soggetta a questi fenomeni.
Nei dodici giorni che precedono l'evento naturale, l'Autrice, attraverso la voce e il punto di vista della giovanissima Esch, ci lascia entrare insieme ai "suoi" ragazzi nella Fossa, "dove tutto il resto lotta con le unghie e coi denti per non morire di fame", questo luogo naturale selvaggio, in cui Esch e i suoi fratelli sono nati e cresciuti, a stretto contatto con l'ambiente circostante, liberi di divertirsi, nuotare... e fare anche le prime esperienze sessuali.
Sì perchè i quattro fratelli hanno fin troppa libertà di fare tutto ciò che vogliono; una libertà che rivela unicamente incuria e disinteresse da parte dell'unico genitore che hanno, papà Claude.
Il padre è un uomo burbero, apre bocca solo per urlare rimproveri o imprecare, affoga la propria solitudine e il proprio dolore per la perdita dell'adorata moglie Rose in fondo alle lattine di birra; la sua assenza fisica lo ha reso estraneo nei confronti della vita e invisibile rispetto ai figli, di cui non ha molta cura.
La mamma di Esch è morta qualche anno prima dopo aver dato alla luce Junior, e da allora il suo ricordo - attraverso foto, aneddoti, oggetti che la riguardano... - è sempre presente nella quotidianità di tutti i membri della famiglia, che risentono e soffrono dell'assenza della mamma, il vero punto di riferimento della casa.
"...noi non avevamo mai smesso di piangere. Solo, lo facevamo in silenzio. Ci andavamo a nascondere. Avevo imparato a piangere senza quasi versare lacrime, ingoiando l’acqua calda e salata e sentendola scorrere giù per la gola. Non potevamo fare altro."
E ora più che mai i ragazzi, tutti adolescenti (tranne il minore) in corsa verso l'età adulta, avrebbero bisogno dell'affetto e delle attenzioni amorevoli che solo una madre sa dare.
Mentre, Randall, il maggiore, pensa alle partite di basket e si occupa più di tutti del vivacissimo Junior, mentre Skeetah deve assistere il suo pitbull, China, che lui addestra per i combattimenti e che ha appena partorito una bella cucciolata..., Esch - innamorata, non ricambiata, di un amico di Randall, Manny - ha scoperto di essere incinta di lui.
La consapevolezza di aspettare un bambino, che nascerà tra baracche e rottami, e molto probabilmente crescerà senza un padre, unita al pensiero di ciò che diranno il padre e i fratelli quando non sarà più possibile nascondere la pancia, terrorizza la ragazza, che cerca una propria forma di consolazione nella lettura di classici come Medea; e lei, similmente alla donna della tragedia greca, sa che il proprio Giasone non le appartiene, che se ne andrà, l'abbandonerà.
Di capitolo in capitolo, anche il lettore - al pari dei personaggi - è in attesa che arrivi "l'ospite indesiderato" e intanto entra nella vita di ogni giorno di Esch e famiglia, conoscendone la povertà, gli stenti, il (poco) cibo sempre uguale, i passatempi...
Esch non è una fanciulla dal cuore di panna, ma non è neanche un maschiaccio totale, per quanto sia cresciuta in mezzo a soli uomini e ne abbia acquisito la ruvidezza, il senso pratico, il disincanto; anche quando parla del sesso condiviso con alcuni ragazzi del villaggio, lo fa con indifferenza, come qualcosa di poco importante, di naturale; eppure in lei c'è una dolcezza che non trova modo di esprimere e un grande bisogno di essere amata e apprezzata per la donna che sta diventando.
Pur essendo molto giovane, sa essere molto lucida nell'analizzare il suo (non)rapporto con Manny, consapevole di come lui la voglia solo per divertirsi; lei lo ama follemente, lo desidera con intensità, ma è tristemente cosciente che il suo è un amore tanto forte quanto inutile.
Ma forse il personaggio con maggior carattere e che ci colpisce di più non è tanto la protagonista e voce narrante, bensì suo fratello Skeetah: irascibile, intelligente, forte, orgoglioso, determinato, si occupa della sua cagna, China, con un amore e una premura quasi ossessive, esagerate, e dimostrerà a tempo debito una forza e un coraggio rari per un adolescente.
Benchè diversi, i suoi fratelli sono un importante sostegno per Esch, e se con Skeetah si capisce anche solo con uno sguardo o un gesto, è Randall colui che veste i panni effettivi dell'uomo di casa: paterno col capriccioso Junior (un bimbo con le gambe secche, le spalle magroline, sempre alla ricerca di avventure), è una presenza rassicurante, matura, saggia, affidabile, su cui tutti in famiglia sanno di poter contare.
Dodici giorni prima che arrivi lei; dodici giorni trascorsi apparentemente come sempre, presi dalle occupazioni e dai pensieri di sempre, in cui veniamo messi a contatto con una storia fatta di sofferenze e abbandoni accettati con la giusta dose di rassegnazione; una storia di povertà, violenza, di ragazzi lasciati soli a se stessi, di furti e combattimenti tra cani addestrati ad azzannarsi, di ringhi feroci a denti scoperti, di momenti di sesso occasionale, di corpi seminudi, sudore, caldo, fango, cene a base di uova e Top Ramen, ma questa "normalità" è solo apparente, perchè il lettore assiste all'incalzante susseguirsi di queste giornate e alle (dis)avventure dei personaggi sempre col pensiero fisso che ciò che è destinato ad arrivare, arriverà, e quando succederà anch'egli si sentirà travolgere e inevitabilmente tratterrà il fiato, in ansia per le sorti della famiglia Batiste.
L'uragano ci viene presentato come un essere oscuro con volontà propria, atteso con timore ma anche con la lucidità di chi non è completamente a digiuno di questi eventi catastrofici.
E quando giunge, Katrina fa quel che deve e che ci si aspetta da lei, "la madre che è entrata nel golfo come una regina per portare la morte" devasta, sradica e abbatte alberi e case (già malmesse e fragili), accompagnata da un minaccioso cielo nero, da un vento sferzante e ululante, da acqua e fango che sommergono, travolgono, annegano, distruggono.
"Salvare le ossa" è un romanzo teso, asciutto, crudo, realistico e comunque pieno di passione, viscerale, "carnale" (passatemi il termine), e il linguaggio riflette quest'aspetto "selvatico", spietato, in cui non c'è nulla di romantico e di poetico, ma non per questo ci priva di tenerezza; vi è una sorta di lirismo che attraversa il libro e che cattura il lettore rendendolo parte integrante di questa storia rude e tenera insieme, in cui i sentimenti presenti sono forti, appassionati: lo è il ricordo struggente e commovente della mamma morta; lo è la cura maniacale di Skeet verso China; lo è l'amore di Esch per l'arrogante Manny; lo è la solitudine rabbiosa del padre, affogata nell'alcool; e lo è la speranza di chi, abituato a un ambiente ostile che nulla regala, sa di dover combattere per resistere all'imminente tempesta e per veder sorgere il sole anche domani.
Se vuoi sopravvivere, non devi arrenderti alla corrente ma nuotare, nuotare con tutte le forze che hai, perchè la salvezza è lì che ti aspetta.
Essendo il primo libro di una trilogia, si giunge all'ultima pagina con la sensazione che la storia non finisca lì.
Che dire, se non che è stata una lettura appassionante, di quelle che ti prendono dal primo momento per come sono scritte e per quello che narrano?
Sarei curiosa di leggere anche gli altri due libri.
«Dare la vita a qualcuno (...) significa capire per cosa vale la pena combattere.
E che cos’è l’amore».