domenica 24 maggio 2015

Le lacrime di Nietzsche: tra finzione e realtà



Sto leggendo, in questo periodo "Le lacrime di Nietzsche" di Irvin D. Yalom.

Ed. Neri Pozza
trad. M. Biondi
18 euro
2006
1882. Il dott. Josef Breuer, geniale psichiatra, è al Caffè Sorrento in compagnia di una giovane donna, Lou Salomé ed è di inusuale bellezza che gli ha detto di temere per la vita di un suo caro amico: Friedrich Nietzsche, il pensatore tedesco che, secondo Richard Wagner, ha «regalato al mondo un’opera senza pari». Poi, ha aggiunto che il filosofo è in preda a una profonda prostrazione. Uno stato che si manifesta con una moltitudine impressionante di sintomi: emicrania, parziale cecità, nausea, insonnia, febbri, anoressia, e che lo porta ad assumere pericolose dosi di morfina... Così, Josef Breuer, stimato medico ebreo, futuro padre della psicanalisi, apprende della disperazione estrema di colui che diverrà il suo piú illustre paziente. Breuer, infatti, sottoporrà il filosofo alle sue cure, basate sulla convinzione che la guarigione del corpo passi attraverso quella dell’anima. 
E fra lui e Nietzsche, nel corso di numerose sedute, si instaurerà un dialogo serrato e coinvolgente durante il quale Breuer cercherà invano di arrivare alle radici del male oscuro del filosofo,fino all’idea risolutiva: vestiti i panni del paziente e confessando tormenti, pene e preoccupazioni di Nietzsche, riuscirà a infrangerne l’impenetrabile isolamento.   


Il suo autore, Irvin David Yalominsegna psichiatria alla Stanford University, vive e svolge il suo lavoro di psichiatra a Palo Alto, in California. Ha scritto numerose opere, best sellers internazionali, quali: Lying the Couch, Love’s Executioner e La cura Schopenhauer, pubblicato da Neri Pozza nel 2005.

Questo romanzo, intriso di psicanalisi (c'è anche Freud, che qui è amico di Breuer, che lo chiama Sig, in tutta confidenza) e filosofia, è popolato da personaggi fittizi (che però sono secondari) come di altrettanti realmente vissuti.
fritz
E' proprio l'Autore del libro a precisare in appendice che la vicenda dei personaggi principali si basa sulla realtà (anche se Friedrich Nietzsche e Josef Breuer non si sono mai incontrati in realtà), e le componenti essenziali di questo romanzo - l'angoscia mentale di Breuer, la disperazione di Nietzsche, Anna O., Lou Salomé, il rapporto di Freud con Breuer, l'emergente embrione della psicoterapia - sono tutti fatti storicamente fondati nel 1882.

Joseph Breuer (1842 –1925) è stato un medico e psichiatra austriaco ed è il protagonista di questa storia; di Friedrich Nietzsche (Fritz per gli amici), proprio grazie a  Josef Breuer apprendiamo diverse informazioni, a cominciare da quelle di natura psico-fisica: a un certo punto della sua vita, infatti, si aggravarono le sue sofferenze fisiche per una sorta di  male "oscuro", non ben individuato, che si manifestava già dal 1865: forti emicranie, vomito, disturbi alla vista. Gli attacchi di emicranie che duravano anche trenta ore consecutive, la vista ormai non gli permetteva nemmeno più di leggere autonomamente ecc…

Breuer
Solo in tutto l’anno 1879 ebbe ben 118 giorni di violenti attacchi, come li chiamava lui, in pratica un giorno su tre.

Ed è proprio questa critica salute fisica che lo avvicinerà alla psicanalisi e, nel nostro caso, al dottor Breuer, il quale lo conoscerà e deciderà di provare a curarlo in seguito alla visita di una donna molto affascinante, ex-amica di Friedrich, il cui nome in verità, durante la lettura, qualche lucina me l'aveva accesa...
Lou Salomè: ma dove ti ho vista già? Dove ci siamo incontrate?

lou
Ed ecco che la lampadina si è accesa del tutto dopo aver spulciato la sua biografia, e ho capito dov'è che l'ho "vista": nelle lettere che il poeta Rilke (colui che fece perdere la verginità alla 36enne donna in questione) ha scambiato con una donna cui fu molto legato, da molti punti di vista; quest'intellettuale russa l'abbiamo già menzionata QUI, nella mini-recensione di "DA QUALCHE PARTE NEL PROFONDO" di Rainer Maria Rilke e Lou Andreas-Salomé.

Lou von Salomé, anche nota come Lou Andreas-Salomé (1861 –1937), è stata una scrittrice e psicoanalista tedesca di origine russa. Fu la giovane e affascinante russa, che Friedrich Nietzsche conobbe nel 1882, che probabilmente lo ispirò a creare le prime due parti della sua opera più importante: Così parlò Zarathustra.

Alcuni chiamarono Lou La Grande Rivoluzione Russa nella vita di Nietzsche.
Si interessò a lungo di psicoanalisi, e rimase a lungo in contatto con i circoli psicoanalitici ed alcuni dei più noti psicoanalisti dell'epoca.
Nel 1882, Friedrich Nietzsche, trentottenne, conobbe Lou Andreas Salomè, che all'epoca aveva solo 21 anni e le propose immediatamente di costruire una piccola comune intellettuale, una specie di "trinità" filosofica tra lei, Nietzsche e l'amico d'entrambi Paul Rée, di 32 anni. Nietzsche, innamorato della "giovane e affascinante russa", volle sposarla, ma ne ottenne solo un rifiuto. Deluso così nelle sue aspettative, in una grande crisi depressiva, Nietzsche scrisse la prima parte del libro Così parlò Zarathustra.
Lou, Rèe, Fritz
Questa "trinità" intellettuale anche nel libro viene menzionata, così come Breuer intuisce che la delusione sentimentale poteva essere alla base delle sofferenze del filosofo.
Ed ecco la foto (a destra), anch'essa citata da Yalom, oggetto di litigi e critiche pesanti da parte della sorella di Fritz, Elisabeth, che non sopportava la bella Lou, vedendola come una mangiatrice di uomini, una donnetta che stava solo facendo soffrire il fratelli, rovinandone la reputazione.
Ed ecco come, in Le lacrime di Nietzsche, verità e fantasia si mescolano magistralmente, e dove la realtà diventa il punto di partenza per la storia narrata.

sabato 23 maggio 2015

Recensione: LA CENA DI NATALE di Luca Bianchini




Potevo rimandarne la lettura ancora per molto? E no...!

LA CENA DI NATALE
di Luca Bianchini


Ed. Mondadori
196 pp
9.50 euro

Dopo aver letto Io che amo solo te, vi eravate accorti di quanto vi mancavano Ninella don Mimì, Chiara…, magari anche quella pettegola di zia Dora e la First Lady, Matilde?
Beh, se, giunti all’ultima pagina, vi siete chiesti che ne è stato di loro, non potete non leggere La cena di Natale, in cui Luca Bianchini apre una finestra sui nostri polignanesi e ce li mostra alla vigilia di Natale, in attesa di stare insieme a pranzo dalla neosposina Chiara, che tra una nausea e l’altra, sta cercando di preparare il brodo più buono della Puglia, anche lei aspettando domani, quando avrà a tavola la propria famiglia ma pure quella del marito Damiano, e soprattutto la temutissima suocera Matilde, che di certo sarà pronta a criticare tutto.

Ma, come del resto abbiamo visto nel libro precedente, in due giorni può succedere davvero di tutto, e anche in questo prosieguo il lettore se ne accorgerà prestissimo.

Ritroviamo tutti i personaggi così come li avevamo lasciati: Ninella, sempre così pratica, a volte un po’ fredda, ma che in realtà comincia a sentire una certa solitudine e nostalgia, al pensiero di quel Grande Amore con don Mimì che non potrà mai essere vissuto; così, intanto, cerca di dimenticare le pene d’amore con qualche scappatella e puntando sui cambiamenti fisici, tanto per sorprendere la cognata Dora e la consuocera, decidendo di… farsi bionda! E don Mimì continua a guardarla – da vicino e da lontano – sognando dentro di sé la sua Ninè e sopportando le polpette della moglie.

Nancy è ancora alle prese con il problema della non perduta verginità e le sue preoccupazioni sono tutte su quel pensiero fisso e sul ragazzo che le piace, Tony.

Intanto, il matrimonio tra Damiano e Chiara potrebbe essere allietato da una bella notizia, ma Chiara si ritrova ancora una volta piena di paure e insicurezze, unite al timore che Damiano sia ancor meno responsabile di lei; ed infatti il giovane Scagliusi non sembra maturato molto dopo le nozze, anzi, il suo lato incosciente e un po’ infantile gli è rimasto addosso, ed ora sembra creargli non pochi problemi.

Menomale che c’è Orlando a dargli una mano, e non è che gli manchino le “grane” da risolvere, ma forse è giunto per lui il momento di prendere in mano la propria vita e smetterla di vivere nella paura e alle dipendenze di chi non lo apprezza.

E poi c’è la First Lady, che dopo aver ricevuto a sorpresa un notevole regalo dal marito, decide di “fare come a Bari” e di evitare la messa di mezzanotte invitando i parenti per il gran cenone di Natale…

Cenone che vedrà tutti impegnati e nervosi, tra trucco e abiti con cui fare bella figura, menu sofisticati da preparare, preoccupazione per il pranzo di domani, ex da tenere a bada, oggetti preziosi persi chissà come e per colpa di chi…

E tutto mentre la neve imbianca la città, che guarda Ninella, le sue ragazze e gli Scagliusi sorridendo maliziosa e forse immaginando che, anche stavolta, tutti i problemi si sistemeranno e, come nelle favole migliori, tutti saranno felici e contenti, ognuno abbracciato alla propria personale felicità.

Anche in questo breve romanzo, legato al precedente, ho adorato lo stile e la scrittura dell’Autore, la sua ironia, i momenti buffi, spiritosi e divertenti grazie a dei personaggi che ormai mi sono entrati nel cuore e che mi sembra di conoscere davvero.


Ancora una volta… consigliato!

venerdì 22 maggio 2015

Anteprima: TERREMOTO A BORGO PROPIZIO di Loredana Limone, dall'11 giugno



Dopo averci fatto innamorare del suo Borgo Propizio, dopo "E le stelle non stanno a guardare", Loredana Limone torna a giugno con un terremoto nell'amato borgo che non c'è:

TERREMOTO A BORGO PROPIZIO
di Loredana Limone


Copertina del libro UN TERREMOTO A BORGO PROPIZIO
Ed. Salani
206 pp
in libreria:
11 GIUGNO 2015
Trama

Il cielo di Borgo Propizio è un mosaico di lapislazzuli e sotto quel mosaico va in scena la vita che, si sa, è fatta di cose belle e di cose brutte.

Cose belle il borgo ne ha tante da sfoggiare da quando è risorto a nuova vita, con il Castelluccio restaurato e le imbellettate case del contado, ora affacciate sull’elegante pavé a coda di pavone della piazza del Municipio, e con l’elettrizzante fermento culturale che si respira già fuori della cinta muraria e che sicuramente rode il fegato a fior di città d’arte.

Ma un giorno qualcosa di molto brutto, un violento sisma, arriva inclemente a distruggere ampia parte del centro storico, gettando nella disperazione i propiziesi che tanto amano il loro paese. La villa del Comune sembra una scatola con il coperchio sfondato; il pavé è sprofondato quasi agli inferi; i lampioni, ora ciechi e senza luce, con le bocce frantumate, appaiono piegati alla catastrofe; le botteghe e le abitazioni sono squarciate, orri­bilmente.
Felice Rondinella, appassionato sindaco, vive l’immane disastro come se fosse il proprio, personale fallimento, e Padre Tobia si sente troppo stanco per portare il peso della croce. 
Perché non si tratta solo del terremoto: al borgo i peccati sono diventati incontenibili e le confessioni scandalo allo stato puro. Non si capisce più nulla, tutto è sottosopra.
L’unico fatto certo è che il professor Tranquillo Conforti trovato a terra nella Viottola Scura non ha avuto un infarto scappando via, spaventato dalle scosse, ma è stato ucciso. I segni di strangolamento non lasciano dubbi.

Chi può aver voluto la sua morte? Possibile che sia stata Dora, la ciarliera giornalaia, o Pancrazio, l’operoso erede della storica forneria? Forse qualcuno che si nasconde dietro una misteriosa azienda cinematografica, oppure una persona a cui il fu assessore alla Cultura voleva fare le scarpe? Il maresciallo Saltalamacchia non riesce a venirne a capo.

Un borgo come non lo abbiamo mai visto si palesa davanti ai nostri occhi in questo terzo capitolo della storia. Ma la grandezza di Borgo Propizio, l’intensità della sua luce, esistono proprio per la grandezza e l’intensità della sua ombra. E da lì si ricomincerà per ricostruire. Tutti insieme, come sempre.

L'autrice.
Loredana Limone ha composto la prima poesia a nove anni, ma è passata molta acqua sotto i ponti prima che i suoi scritti uscissero dal cassetto. Ha al suo attivo alcuni libri gastronomici e per bambini. Se non abitasse sulla sponda del Naviglio Martesana, dove si è trasferita per amore, Borgo Propizio è il luogo dove le piacerebbe vivere. Perché? Lo scoprirete leggendo questa favola moderna, intelligente e piena di humour, ambientata in questo curioso Borgo (Guanda, 2012, edizione tascabile TEA, 2013). "E le stelle non stanno a guardare", il secondo romanzo sulle avventure del Borgo e i suoi straordinari personaggi, è uscito nel 2014 da Salani.

Novità in libreria (21 maggio 2015)



Da ieri in libreria...

Il ladro di nebbia di Lavinia Petti: il romanzo d'esordio di una giovanissima autrice che sa evocare, con la magia dei grandi scrittori, il ricordo di un mondo che, forse, non è mai esistito.

La ragazza della pioggia di Gabi Kreslehner: una storia sconvolgente che metterà in discussione tutte le vostre certezze...

Alla nostra età, con la nostra bellezza di Daria Colombo: la storia di amicizia indissolubile.

IL LADRO DI NEBBIA
di Lavinia Petti


Ed. Longanesi
420 pp
14.90 euro
dal 21 maggio 2015
Antonio M. Fonte è uno scrittore famoso. un 50enne che vive in una vecchia casa dei Quartieri Spagnoli di Napoli con la gatta Calliope.
Ma un giorno, in mezzo alle migliaia di lettere dei suoi ammiratori, Antonio ne riceve una che non può ignorare. 
Datata quindici anni prima, è indirizzata a una donna che Antonio non crede di avere mai conosciuto. Solo il nome del mittente gli è familiare, perché è il suo. Quella lettera l’ha scritta lui, senza alcun dubbio.., solo che lui non lo ricorda. 
Il giorno del suo compleanno, si perde nei vicoli di Napoli e in un palazzo mai visto prima incontra uno strano personaggio che ha la mania di raccogliere tutto ciò che gli uomini perdono: nel suo Ufficio Oggetti Smarriti, però, non si trovano solo mazzi di chiavi, libri o calzini spaiati, ma anche ricordi di giochi infantili, amori giovanili, speranze e sogni dimenticati. Antonio intuisce che forse è da lì che deve partire per ritrovare il filo del suo passato e risolvere l’enigma della lettera, che però nasconde arcani ancora più insondabili...



LA RAGAZZA DELLA PIOGGIA
di Gabi Kreslehner


La ragazza della pioggia
Nord Edizioni
320 pp
15.90 euro
dal 21 maggio in libreria
È notte e piove sull’autostrada deserta.
Bohrmann è esausto, non vede l'ora di arrivare a casa. 
All'improvviso, sbucata dal nulla, davanti a lui appare una figura esile. L'impatto è inevitabile. Bohrmann inchioda, scende dall’auto e chiama l'ambulanza, però non c'è niente da fare. 
La ragazza è morta. Ma, come appurerà il medico legale, non per via dell'incidente: qualcuno l'ha colpita con violenza alla testa; qualcuno da cui lei stava scappando, senza sapere di essere già condannata. 
La detective Franza Oberwieser si sente vecchia e stanca, intrappolata in un matrimonio infelice e con un figlio di vent’anni, Ben, che le rivolge a stento la parola. 
Ed è proprio lei a occuparsi del caso della ragazza.
Dalle prove rinvenute, sembrerebbe che Ben conoscesse molto bene la vittima. 
Anche lui è implicato nell'omicidio? È per questo che ultimamente è così silenzioso? E come può una madre sospettare il figlio? 
Divisa tra il suo dovere di poliziotto e l'istinto che le urla di proteggere la famiglia, Franza si rende conto di non sapere più nulla. 
Perché non ha idea di cosa farà, quando sarà costretta a scegliere tra Ben e la verità...



Alla nostra età, con la nostra bellezza
di Daria Colombo

Alla nostra età, con la nostra bellezza
Ed. Rizzoli
225 pp
18 euro
in libreria dal
21 maggio 2015

Anni ’90. Lisa e Alberta si conoscono sui banchi dell’università e nasce una sintonia imprevedibile, per due agli antipodi come loro. Alberta ha vent’anni, è idealista e sicura di sé, prende tutto ciò che vuole. 
Lisa invece ha il doppio della sua età, è madre di un’adolescente scontrosa e moglie di un uomo anaffettivo, la politica non le è mai interessata. 
Attorno a loro, però, un pezzo d’Italia sta scendendo in piazza contro il governo della Destra e sembra che tutto possa cambiare. 
Tra un giorno passato sui libri e un caffè rubato alle rispettive vite, le due donne si ascoltano, si capiscono e crescono. 
Sono le prime a manifestare, e le prime a essere deluse. 
Eppure ognuna, a modo suo, continua a lottare.

giovedì 21 maggio 2015

Novità: "Eroi del Silenzio" di Andrea de la Guarra



Le novità editoriali non sono finite e oggi vi presento il romanzo di formazione - a tematica LGBT “Eroi del Silenzio” di Andrea de la Guarra, una storia di menzogne, segreti e scoperta di sé nel contesto di una famiglia circense a cavallo tra gli anni '70 e i giorni nostri.

EROI DEL SILENZIO
di Andrea de la Guara


Eroi del silenzio
Data di uscita: 20 maggio 2015
Genere: Romanzo di Formazione, LGBT
Collana: RIL – Rizoma in Lettere
Prezzo: 3.49€




Un peccato?
Un’esperienza ?
Una porta aperta verso un altro mondo?
Un dubbio?
Non lo so.
L’unica cosa certa fu che rimase il silenzio.


Sinossi

Ferdinando nasce in una famiglia circense, ma fin da piccolo avverte un'insofferenza verso quel mondo girovago, più interessato al contatto con gli animali che al “circo dell'umanità”... con un’eccezione. 
Segreti ed inganni coperti da anni di silenzio fanno da filo conduttore dei ricordi che affiorano dalle sedute di rebirthing, terapia scelta per dare un senso a tutti gli eventi che un segreto di famiglia ha trascinato con sé.

Andrea de la Guarra ci guida tra fasti e miserie di una torbida famiglia, dove vittima e carnefice, amore e trasgressione, vita e morte sono spesso le facce di una stessa medaglia. Solo tu, lettore, appassionandoti alla storia di questi “Eroi” riuscirai, svelando la verità, a dare voce al silenzio.

L'Autore
Ballerino, attore, modello, stripper. Viaggiatore del mondo e dell'umanità, Andrea de la Guarra vive con i suoi quattro gatti tra Venezia, sua città natale, e Gran Canaria.

Frammenti di... "Io che amo solo te"



Piccoli frammenti di... "Io che amo solo te":


Ogni amore custodisce almeno un segreto e solo alcuni non ne hanno timore: gli adolescenti, gli anziani e i disperati. Per tutti gli altri, la vita mette sempre trappole in cui è possibile cadere, l’importante è che nessuno ti veda.


,

Ci sono storie che hanno bisogno di buio e silenzio. Solo dopo tanto tempo, come alcuni vini, potranno essere raccontate. 

"Quel che è di Cesare": un giallo storico per le vie dell'Urbe‏



Cari lettori, se amate il giallo non perdetevi questa novità edita da goWare nella collana di narrativa Pesci rossi: è già disponibile, come ebook nelle librerie online (presto anche su Amazon), il nuovo romanzo giallo di Massimo Blasi e Laura Zadra, che con la rigorosa precisione dello storico e il tratto ironico del narratore, costruiscono un giallo storico comico e affascinante: Quel che è di Cesare.

QUEL CHE È DI CESARE
di Massimo Blasi, Laura Zadra

EDITORE: goWare
COLLANA: Pesci rossi
PREZZO: ed. digitale € 4,99 
ed. a stampa € 12,99
Pagine: 132
Nella Roma del 44 a.C. si aggira lo spettro del defunto Giulio Cesare. Dietro di lui un’efferata catena di omicidi. 
Sulle vicende indaga l'imbalsamatore di cadaveri Lart, protagonista del nuovo romanzo di Massimo Blasi e Laura Zadra. 

Un giallo storico che unisce al rigore della ricostruzione dei fatti una comicità fresca e garbata.

L’uomo più potente di Roma, Giulio Cesare, è stato assassinato. Per le vie dell’Urbe sconvolta dal timore di una nuova guerra civile viene avvistato il fantasma del defunto dittatore. Dietro di lui un’efferata catena di omicidi. Soltanto il razionalissimo imbalsamatore di cadaveri Lart non crede allo spettro e, affiancato dal suo vanesio schiavo Silvius, comincia a indagare per dissipare i fumi della superstizione.

Quel che è di Cesare, edito dalla casa editrice goWare.

Il protagonista delle indagini è Lart, un imbalsamatore di origini servili, razionale, ironico e dotato di una solida formazione culturale strettamente legata alla sua terra origine, l’Etruria. La sua passione è collezionare edizioni rare di opere letterarie.
Attorno a lui, una moglie superstiziosa, una suocera maligna, uno schiavo vanesio e superficiale e un amico di vecchia data con cui il protagonista si diverte a discutere del misterioso fantasma di Cesare che sta spedendo prima del tempo all’oltretomba i senatori cesaricidi e che è al centro dell’indagine.
Lart e la sua famiglia si muovono a Roma, in particolare fra il verde suburbio che fiancheggia l’Aurelia, dove abita il protagonista, il chiassoso e variopinto Foro, centro della vita politica ed economica dell’Urbe, i colli Palatino e Aventino, dalle sontuose domus patrizie, e l’Argileto, zona di botteghe e palazzine popolari.

La ricerca della verità porterà l'imbalsamatore tra attori e senatori, maghe e ciarlatani e metterà a rischio anche le persone a lui più care. Fino all’incredibile finale.

GLI AUTORI
Massimo Blasi, canaro e dottore di ricerca in Storia romana, ha ricevuto il “Premio Sapienza 2012” per il suo libro Strategie funerarie e ha pubblicato numerosi articoli sulla morte nella Roma antica. Vive a Parigi, dove lavora presso l’École Pratique des Hautes Études per dedicarsi a un tema, per una buona volta, non funerario.

Laura Zadra, gattara e bibliotecaria presso il Dipartimento di Filologia classica dell’Università di Roma La Sapienza, è dottoressa in Letteratura anglo-americana. Esperta di letteratura gialla, è fra i soci fondatori della libreria romana “Suspense”, l’unica in Italia specializzata nel genere poliziesco, dove lavora attivamente.

mercoledì 20 maggio 2015

Recensione film: "Mia madre" (di Nanni Moretti)



Era dai primi di marzo, più precisamente da NESSUNO SI SALVA DA SOLO, che non andavo al cinema; ma finalmente domenica "c'ho fatto un salto" - sempre con mio marito (una delle pochissime persone cui mi sento di propinare i miei gusti in materi di film, visto che con amici e parenti 'sta responsabilità di portarli al cinema a vedere cose che piacciono a me, non mi sento di prendermela ^_^) -  e la scelta è caduta su Mia madre, anche se ero tentata pure da Il racconto dei racconti di Garrone.

Come sempre  - anche se non lo scrivo ad ogni post sui film - lascio il mio parere consapevole di non essere un'esperta di cinema, ma una semplicissima spettatrice, che non si perde in paroloni e valutazioni complesse (che lascio volentieri a chi è più addentro di me nel mondo del cinema) ma si limita a condividere le proprie semplicissime impressioni.



Regia di Nanni Moretti

Con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini, Stefano Abbati, Enrico Ianniello, Anna Bellato


Margherita (Margherita Buy) è una regista e sta girando un film dalle tematiche molto attuali, che ruotano attorno al problema della perdita del lavoro, dei licenziamenti in fabbrica; nel cast c'è, tra gli altri, Barry Huggins (John Turturro). un importante attore americano un po' strampalato, con una pronuncia dell'italiano buffa e che ha qualche problemino con la memorizzazione delle battute.

Margherita non è una donna felice e soddisfatta, e questa frustrazione la leggiamo nelle sue espressioni facciali, nel suo tono di voce, in ogni gesto, e soprattutto nelle sue relazioni con gli altri, che sia in famiglia o a lavoro.

Si è da poco lasciata con il compagno e, fatta eccezione per il lavoro - che non sembra darle molte soddisfazioni, ma che anzi la rende spesso nervosa con colleghi, attori, con i quali è davvero insopportabile - i suoi pensieri, ogni energia e tutte le preoccupazioni sono indirizzate verso la mamma Ada, gravemente ammalata.
Margherita non è sola a prendersene cura, c'è con lei il fratello Giovanni (Nanni Moretti), un tipo pacato, molto paziente, una presenza senza dubbio tranquillizzante per la sorella, che sembra non riuscire ad affrontare emotivamente le frustrazioni a lavoro, la sofferenza per la malattia della madre - le cui condizioni non sembrano poter migliorare -, i pensieri che le dà la figlia adolescente, Livia, per via della scuola.

La vita sembra passare accanto a Margherita, senza che lei riesca a viverla davvero; del resto, anche su lavoro, la regista dice ai suoi attori di non immedesimarsi troppo nella propria parte, di non confondersi e annullarsi in essa, ma di "restare accanto" al personaggio, in modo che l'attore non scompaia ma "si veda".
Forse Margherita avrebbe bisogno di fermarsi ad esaminare la propria vita, le scelte fatte, quei comportamenti che finora l'hanno allontanata da chi le era vicina, rendendola antipatica e rompi****, come mamma, come sorella, come regista e chissà, forse pure come figlia.

Ma magari proprio il dolore per la mamma morente e il terrore di perderla, potranno aiutarla a riflettere su stessa...

Mia madre è bello e arriva alla sensibilità di chi lo guarda perchè vero, in quanto punta tutto sulle relazioni umane, sul rapporto madre-figlia e anche fratello-sorella, sulla sofferenza e i problemi che possono caratterizzare tali rapporti, sull'incapacità/difficoltà di saperli gestire in modo sereno, soprattutto quando si vivono tempeste interiori, come è nel caso della protagonista.
Del resto, per come la vedo io, la Buy è particolarmente brava nei ruoli che la vedono triste, abbattuta (a me piace molto, come attrice, non lo dico come una critica negativa, e per carità, di certo sa interpretare anche ruoli allegri eh) e tormentata, e questo modo di essere viene in qualche modo compensato da Giovanni (N.Moretti), che è sempre così calmo, razionale (e non perchè non abbia problemi personali), una sorta di "porto sicuro" per la sorella, verso la quale è molto comprensivo.

Turturro, nel ruolo dello strambo Barry, è stato sensazionale, regalando momenti comici, che però non sono buttati lì tanto per ridere, ma nascondono comunque quel lato "drammatico" e riflessivo che è proprio del film, della storia raccontata e dei personaggi che la popolano.

Il personaggio di Ada (G. Lazzarini) suscita dolcezza  e tenerezza, per le fragilità dovute ai suoi problemi di salute, ma anche per quella forza e saggezza che emana, perchè una mamma è tale e resta un pilastro per i figli (e non solo) nonostante i brutti momenti che può attraversare a causa della malattia.

Figli lo siamo tutti, a qualsiasi età, e non si è mai pronti, preparati, mai troppo "grandi" per accettare l'idea di diventare orfani (e non soltanto per la morte del genitore, perchè credo che ci si possa sentire tali anche se un genitore è vivo ma, ad es., non è più lucido, non riconosce più i propri cari ecc...) e questo film mi è piaciuto perchè Nanni Moretti ha affrontato un soggetto di per sè così "normale", che appartiene a ciascuno di noi, alla quotidianità (di tanti), e l'ha fatto con molta sensibilità.

Un film da vedere e... w il cinema italiano!

Per leggere le recensione di altri film clicca sull'etichetta "Cinema"

Cito e canto "Io che amo solo te"



Altro frammento tratto da "Io che amo solo te", con canzone associata: non poteva che trattarsi dell'omonima e romantica canzone di Sergio Endrigo, anche se io vi lascio la versione di Claudio Baglioni.


"L’unica cosa che però desiderava, in quel momento, era stare vicino a lei. Parcheggiò sotto il solito ulivo, spense il motore, alzò il volume. E si ritrovarono insieme dentro la stessa canzone.

C’è gente che ha avuto mille cose,

tutto il bene, tutto il male del mondo.
Io ho avuto solo te...


Voleva baciarla ma non riusciva nemmeno a guardarla. 
Aveva la testa fissa sui campi, mentre la sua mano destra la cercava. 
Si sfiorarono sul cambio, e lì si strinsero. Forte. Fortissimo.


... e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove avventure.


Continuavano a non trovare la forza di guardarsi, e allora chiusero gli occhi, 
perché prima dovevano dirsi ciò che non si erano mai confessati.


Io che amo solo te.

Avevano di nuovo vent’anni."



martedì 19 maggio 2015

Recensione: IO CHE AMO SOLO TE di Luca Bianchini



Finalmente l'ho letto...!

IO CHE AMO SOLO TE
di Luca Bianchini


info
Il romanzo, ambientato ai nostri giorni nella bellissima cittadina pugliese Polignano a Mare  si svolge nell’arco di soli tre giorni ed inizia di venerdì, con un’irrequieta Ninella, indignata col cattivo tempo che potrebbe guastare il matrimonio della figlia Chiara, che si terrà l’indomani.

Chiara deve sposarsi con Damiano, figlio del ricco e vanitoso don Mimì, chiamato in paese “il re delle patate” per via dell’attività di famiglia, e che apprendiamo essere una vecchia fiamma di Ninella.

Ninella è una donna di 50 anni, ancora bella e sensuale, pure con qualche chilo di troppo, vedova da qualche tempo, che ha tirato su praticamente da sola le sue due figlie, ormai grandi: la 25enne Chiara e l’adolescente Annunziata, che detesta il suo nome, troppo antico, e preferisce farsi chiamare Nancy.

I preparativi dell’imminente matrimonio non sono ancora finiti – chi s’è sposato lo sa: fino a quando non si sono date le bomboniere, tutto può ancora succedere – e rendono tutti i coinvolti molto nervosi.

Ninella teme che le cattive lingue possano portare sfortuna e che il vento non cessi di tirare, regalando una brutta giornata; per non parlar del fatto che hanno dovuto combattere per ogni dettaglio con la consuocera, Matilde, chiamata la First Lady per le arie che si dà e per la fissa di mantenere una certa forma e un certo decoro da “signori ricchi”, tanto più in occasione di una festa di nozze, che prevede 287 invitati.

Per non parlare del fatto che questo matrimonio sancirà definitivamente il legame con la famiglia di Scagliusi Mimì, verso il quale Ninella non può non provare ancora sentimenti forti, risentimento compreso.

Chiara, la sposina, è nervosa perché sa di essere la protagonista della giornata di sabato: tutti gli occhi saranno puntati su di lei, e amici e parenti invitati saranno sicuramente pronti a criticare tutto quel che verrà fatto.
Per non parlare del fatto che qualche piccolo dubbio sul grande passo non può non insinuarsi nella mente della bella Chiara, che sembra perdere tutte le sue certezze davanti all’affascinante e pelato fotografo…

Ma non è l’unica ad aver dubbi: ne ha anche lo sposo, il bel Damiano, un bravo ragazzo col piccolo difetto della balbuzie, facilmente influenzabile quando attorno a lui c’è il cugino Cosimo, amante del divertimento.
polignano
E che dire di una preoccupatissima Nancy, le cui fisse vertono sul perdere chili (le basterebbe anche quel maledetto mezzo chilo) in occasione del matrimonio della sorella, e perdere anche la verginità, possibilmente con Tony, il ragazzo che le piace.

Ad essere preoccupato è anche il fratello minore di Damano, Orlando, che sa di avere un piccolo ma scomodo segreto da confessare, anzi da nascondere come meglio può, davanti al polignanesi e soprattutto, davanti al fratello che si sposa (e al quale vorrebbe risparmiare delle figuracce) e ai severi e freddi genitori, anche se il padre – che ha orecchie dappertutto - qualche presentimento potrebbe già averlo...

Insomma, si aspetta il sabato tra mille dubbi, scivoloni pericolosi da nascondere, suocere dispettose da assecondare, filmini prematrimoniali in cui essere perfetti, parenti pettegoli e criticoni, uno zio comparso dal nulla da collocare ai tavoli già predisposti e non solo…, fidanzate last minute da recuperare, e la paura che il matrimonio non sia la festa indimenticabile e favolosa che tutti desiderano.

Il sabato arriva, con grande ansia di tutti, e durante la festa al ristorante qualche imprevisto potrebbe accadere.. ma magari sarà proprio l'imprevisto a “salvare” e sistemare quei tasselli che erano fuori posto, per la serie "Tutto è bene quel che finisce bene".

Una storia divertente, scritta con un’ironia ed un umorismo che strappano tanti tanti sorrisi; la presenza di qualche simpatica espressione dialettale pugliese, l’attenzione posta su certe tradizioni e modi di fare del Sud, rendono il tutto davvero piacevole e godibile; i personaggi sono entrati tutti nelle mie simpatie subito, con pregi e difetti, con le loro paure e i loro piccoli segreti, gli atteggiamenti buffi, e mentre si leggono azioni, pensieri e parole ci sembra di vivere tutto insieme a loro, per quanto sono "vivi". 
Una lettura vivace, una commedia all’italiana pronta per diventare film – come accadrà tra non molto – che cominci a leggere senza poter poi riuscire a staccarti perché ormai ci sei dentro e devi arrivare alla fine.
E quando ci sei arrivato, vorresti non dover lasciare Ninella e il suo amore non vissuto con don Mimì, Chiara e Damiano – che devono imparare a non dare per scontato il loro amore – e tutti gli altri personaggi con i quali condividi in fondo solo tre giorni - tra cui un matrimonio nella sua miglior tradizione meridionale -, ma dai quali non avresti proprio voglia di separarti perchè costituiscono un'ottima compagnia.


Non so se si intuisce che lo consiglio assolutamente e ovviamente mi fionderò su “La cena di natale di Io che amo solo te” e aspetterò con molta curiosità ed entusiasmo il film, con la regia di Marco Ponti e che vede nel cast Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti. ^_-


Recensione correlata:

LA CENA DI NATALE
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...