venerdì 24 giugno 2016

Recensione: VILLETTE di Charlotte Brontë



Villette mi ha  accompagnato per diverse settimane e terminarlo mi ha messo una certa nostalgia, forse in virtù di quella sorta di "affetto" (letterario, s'intende) che si crea con personaggi con i quali trascorriamo un po' di tempo.

Villette è l'ultimo romanzo di Charlotte Brontë, pubblicato nel 1853, e colpisce il lettore non tanto per la trama in sè, quanto per l'abile penna dell'Autrice nel tracciare la psicologia della protagonista, Lucy, e per l'uso di elementi gotici ed inquietanti per esternare quello che che la stessa soffre interiormente.


VILLETTE
di Charlotte Brontë


Ed. Newton Compton
 trad. M. Hannau Pavolini
508 pp
4.90 euro
2016
Lucy, Villette e la vita nel collegio

Dopo aver vissuto una personale disgrazia famigliare, per un certo periodo la protagonista Lucy Snowe - orfana e sola - vive nella città di Bretton, in casa della propria madrina, la buona signora Bretton.
Lì trascorre diversi anni, a contatto con la signora, conoscendo il figlio adolescente Graham, e giocando con la piccola Paulina de Bassompierre. 
Finchè non giunge per la nostra taciturna e un po' passiva Lucy, il momento di spiegare le ali in cerca di un'occupazione che la renda economicamente indipendente.
Lasciata la casa della madrina, Lucy trova temporaneamente lavoro presso la signora Marchmont, anziana e ammalata; quando questa muore, Lucy si ritrova di nuovo sola e bisognosa di un nuovo impiego.

Lucy si rivela da subito una donna dal carattere volubile: determinata ma allo stesso tempo così conscia di essere sola al mondo da venire non di rado sopraffatta dalla tristezza.
Nonostante ci appaia così fragile e spaurita come un uccellino, in lei arde una fiammella di determinazione, un carattere non privo di volontà e caparbietà, proteso verso la speranza:

"... anche se l'indomani la nube dei dubbi sarebbe stata fitta quanto oggi; più urgente ancora sarebbe diventata la necessità di agire; più vicino il pericolo (della miseria totale); più duro il conflitto (per l'esistenza)."

Decide di recarsi prima a Londra e poi di prendere una nave per "Labassecour" (potremmo localizzarlo con il Belgio) pur non parlando una parola di francese.
Dopo l'arrivo nella immaginaria capitale di Villette, Lucy trova lavoro come insegnante presso il convitto per ragazze di Mme Beck e riesce a farsi rispettare come insegnante, nonostante nessuno le dia molto credito, M.me Beck in primis, che non fa che controllarla, spiandone movimenti e frugando di nascosto nei cassetti di Lucy, alla ricerca di chissà quale segreto sconveniente.
Il soggiorno in questa scuola femminile coinvolge involontariamente Lucy in un vortice di avvenimenti a metà tra l'avventura e il romanticismo.

Lucy, il dottore e il professore

Lavorando nell'istituto, Lucy conosce il giovane dottore che visita le fanciulle: l'attraente John, che la tratta con estrema indifferenza, quasi lei fosse invisibile, preso com'è dai propri crucci amorosi verso una delle allieve, la bella ma crudele e civettuola Ginevra, che ha con Lucy uno strano rapporto: la cerca per parlarle, confidarsi, chiedere consigli, ma allo stesso tempo la schernisce, si prende gioco di lei giudicandola fredda, incapace di slanci d'affetto, algida.

Ci fa tenerezza e spesso ci indigna leggere di come la timida e riservata Lucy venga frequentemente trattata come se fosse invisibile, insignificante, il che se da una parte sicuramente provoca in lei della sofferenza, dall'altra le permette di osservare le persone con l'acume e l'attenzione che le appartengono.
La nostra ragazza è consapevole di non aver nulla, e nell'aspetto e nella personalità, in grado di attrarre il prossimo (uomini, in particolare), di piacere, e questo inevitabilmente la fa sentire sempre più sola, depressa, tanto più nei mesi di vacanza, quando la scuola si svuota e lei resta in balia della noia e della solitudine.
E' facile che sopraggiunga, in tali condizioni, una sorta di malessere psico-fisico, che però, per quanto si tratti di una cosa negativa, sarà anche una sorta di spartiacque nella vita di Lucy nell'istituto, perchè cambierà diverse cose.

Proprio quando si sente più abbandonata e in balia dell'infelicità, il passato fa capolino nel presente regalandole la dolce e rassicurante sensazione di non essere sola: ritornano nel suo oggi la cara signora Bretton e suo figlio Graham, che lei ha riconosciuto nella persona di un giovane che frequenta di sovente il collegio...

E ancora nel collegio, Lucy si trova a scontrarsi spesso con un professore di letteratura, il burbero monsieur Paul, un tipo piccolo, occhialuto, indisponente, ostile agli inglesi, tanto acuto e intelligente quanto provocatore e maschilista. Con lui da subito Lucy intratterrà vivaci schermaglie verbali che, nonostante spesso la rattristino o la facciano infuriare, la faranno anche sentire viva, considerata e apprezzata, finalmente non invisibile.
Per Paul nascerà pian piano il desiderio di essergli amica mentre per qualcun altro Lucy comincerà a provare sentimenti d'amore.

Considerazioni 

Non vorrei andare avanti con la trama per non togliervi il gusto di scoprire tanti altri fatti ed avvenimenti che danno movimento alla storia narrata; vi basta sapere che pagina dopo pagina il lettore verrà sommerso dai pensieri e dalle visioni di una tormentata Lucy, verrà coinvolto in piccole avventure che si arricchiranno di elementi di mistero e quasi surreali (che si chiariranno verso la fine), vedrà la nostra protagonista sempre divisa tra la necessità della Ragione (per evitare di soffrire) e i richiami sensuali ma illusori del Sentimento, cui una parte di lei vorrebbe cedere. A frenarla, la paura (e la consapevolezza?) di non piacere a chi di dovere e di essere guardata dall'oggetto del proprio amore semplicemente con un affetto fraterno.

Le cose cambieranno in  bene per Lucy? Come già accaduto a Jane Eyre, Charlotte darà, a modo suo, alla propria eroina la possibilità di un riscatto, di una concreta felicità, dopo tanta solitudine, disprezzo, senso di inferiorità?

Ci sono diversi elementi che ricordano il succitato capolavoro di Charlotte: la condizione di orfana della protagonista, il suo carattere schivo, timoroso, insicuro ma, al momento opportuno, forte e deciso; la vita in istituto; il rivolgersi direttamente al lettore, come interloquendo con lui; l'introduzione nella narrazione di aspetti ed eventi apparentemente inspiegabili, che si colorano di un che di inquietante, gotico, oscuro, e che danno un tocco di mistero al tutto; la ricchezza di descrizioni di ambienti e persone; la protagonista chiamata ad affrontare molte ostilità prima di scorgere un barlume di felicità; la sensazione, fin troppo forte, da parte della stessa di non avere quasi diritto all'amore.

Come dicevo, le lunghe sequenze e i capitoli dedicati ai momenti di solitudine e alle esperienze al limite delle allucinazioni e del delirio, in cui abbondano le descrizioni dell'ambiente naturale circostante - che assume quasi i contorni di un personaggio a sua volta, e non di rado ostile -, fungono da rappresentazione esterna delle tempeste interiori della protagonista, capace di passare dall'autocontrollo e dalla passività a sbalzi d'umore e crisi nervose, prostrazione e profonda tristezza.

Rispetto a Jane Eyre, ho trovato questo romanzo più prolisso, lento in molti punti e con diverse sequenze narrative meno coinvolgenti; inizialmente, la traduzione mi convinceva poco, poi però l'ho trovato man mano un po' più scorrevole. 
Le pagine finali sono ambigue, come se Lucy  volesse lasciare il lettore libero di immaginare il finale, lieto o tragico è a sua discrezione.

Per concludere, è un classico che merita di essere letto per la finezza e la ricchezza psicologica, la cura dei dettagli, la capacità di creare intrecci e ambientazioni suggestive, dal forte contenuto e significato simbolici.



9. Un classico 

Anteprime: A DIO PIACENDO di Jean d'Ormesson (Beat Edizioni) - AMY SNOW di Tracy Rees (Neri Pozza)



Continuano a saltarmi all'occhio anteprime succulente! Posso ignorarle? 
Non sia maaaaiii!!


Il primo romanzo che vi propongo è stato pubblicato per la prima volta negli anni Settanta e a ristamparlo è Beat Edizioni.

A DIO PIACENDO
di Jean d'Ormesson


Beat Edizioni
trad. G. Bogliolo
PROSSIMAMENTE
Trama

A Dio piacendo è la storia di un’antica famiglia aristocratica francese, una di quelle famiglie apparse al tempo delle crociate, con un maresciallo della fede e dell’esercito di Dio che non deve aver goduto di buona fama nei dintorni di Damasco. Una famiglia nella quale chiunque nasca è di colpo consegnato a un mondo che guarda indietro, dove il passato conta più del futuro.
Un mondo custodito nei pensieri di un bel vecchio che si aggira per il castello e i suoi dintorni, in cui la famiglia ha vissuto attraverso i secoli e le generazioni.
Nei suoi momenti di ottimismo, alternati a quelli di abbattimento, il vecchio sogna un tempo in cui l’ordine delle cose si ristabilisca intorno alla Chiesa e al trono, dove ciascuno ritrovi il proprio posto e il proprio rango di ufficiale, soldato, artigiano, contadino, pittore e letterato, e il cognome della famiglia sia di nuovo venerato…

Romanzo che ha consacrato il talento di Jean d’Ormesson, A Dio piacendo è una delle opere più importanti della narrativa francese contemporanea. Al suo centro figurano un personaggio – il nonno, fedele al passato, refrattario al progresso e ai suoi cambiamenti, custode della tradizione e dei costumi degli avi – e un luogo: il castello di Plessis-lez-Vau-dreuil, la culla della famiglia, dove dalle crociate ai giorni nostri si avvicendano gli eventi del casato. 
Matrimoni d’amore e di interesse, imprese eroiche e viltà, fedi e passioni, tutto ciò in cui la famiglia ha creduto, e che ha fatto suo, viene passato in rassegna, finché ogni cosa si sgretola. Subentrano i costumi e i furori della modernità, e si aprono via via delle brecce nella fortezza della tradizione.
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L'autore.
Jean d’Ormesson è nato a Parigi nel 1925. Nel 2015 la sua opera è entrata nella Bibliothèque de la Pléiade, la prestigiosa collana edita da Gallimard. Tra i romanzi selezionati per il volume vi sono: La gloria dell’Impero (Grand Prix du Roman de l’Académie Française), A Dio piacendo e Il romanzo dell’ebreo errante. Grand Officier de la Légion d’Honneur, eletto membro più giovane di sempre dell’Académie française nel 1973, nel 2016 d’Ormesson ha pubblicato, con enorme successo in Francia, Je dirai malgré tout que cette vie fut belle, di prossima pubblicazione Neri Pozza.




E passiamo ad un romanzo storico con al centro una giovane ragazza sola e alla ricerca della verità sulle origini proprie e non solo...

AMY SNOW
di Tracy  Rees



Ed. Neri Pozza
PROSSIMAMENTE
«Tracy Rees è la nuova, eccezionale voce del romanzo storico». Lucinda Riley

«Amy Snow è scritto con calore e attenzione al dettaglio. Ma, soprattutto, offre un tenero, struggente ritratto della vera amicizia». Historical Novel Society

Trama

Hertfordshire, 1848. 
Amy Snow si allontana da Hatville Court, la casa in cui ha vissuto per ben diciassette anni, dopo aver perso l’unica persona che lei abbia mai amato, Aurelia Vennaway, figlia unica di Lord Charles e Lady Celestina Vennaway, una delle famiglie più in vista della contea.
Ad Amy non resta che svanire come un’orma che si discioglie nella brina.
Era stata proprio Aurelia a trovarla, diciassette anni prima: una minuscola neonata abbandonata ai margini di una foresta inospitale. L’aveva battezzata Snow, perché era piena di neve, e Amy, perché era il nome della sua bambola preferita.
E l’aveva portata con sé, a Hatville Court, la dimora dei suoi da tempo immemorabile. 
Erano cresciute insieme come due sorelle inseparabili. 
Ma a Hatville Court, e nell’intero villaggio, Amy poteva essere, a seconda dei giorni, degli umori della servitù e dei pregiudizi dei Vennaway, una giovinetta rispettabile o una vagabonda, una sorella o una sguattera. 
E ora, con la scomparsa di Aurelia, non può più restare nella grande dimora dei Vennaway, divenuta un luogo ostile e inospitale. 
Abbandonarla è un grande dolore, una pena che si aggiunge a quella che l’affligge da sempre: non sapere chi siano stati i suoi genitori, non avere nemmeno un frammento di informazione su di loro.
Ma c'è un compito che la stessa Aurelia le ha affidato poco prima di morire: decifrare una serie di lettere contenute in un pacchetto occultato con cura, lettere che contengono un segreto cui Aurelia non ha mai fatto cenno quando era in vita. 
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Lettera dopo lettera, Amy esegue diligentemente il compito per imbattersi in sorprendenti verità, che saltano fuori una dopo l’altra dal passato, e hanno a che fare con i segreti più intimi di Aurelia e con la sua stessa misteriosa origine.

L'autrice.
Tracy Rees è nata nel Galles. Dopo essersi laureata a Cambridge ha scritto diversi saggi, prima di partecipare al premio indetto dal Richard & Judy Bookclub. Il suo romanzo Amy Snow è stato selezionato tra migliaia di partecipanti, diventando il caso editoriale dell’anno.


giovedì 23 giugno 2016

Viaggiare leggendo.. "Villette"



Sto per terminare il classico di Charlotte Bronte, "Villette" e mi sembra di aver corso una maratona che non finiva mai!
Ma non posso dare la colpa al romanzo (bensì solo al tempo che è sempre tropo poco >_<), perchè di per sè non mi è affatto dispiaciuto e del quale spero di parlarvi in questi giorni, visto che mi mancano una 50ina di pagine alla parola fine.

Intanto, vi indico le (poche) località menzionate dall'autrice nel libro.

Si parte da Bretton, che sin dalle prime battute la nostra protagonista, Lucy Snowe,  dice che si tratta di
copertina libro
una città antica, dove lei ha abitato per diverso tempo presso l'abitazione della propria madrina, prima di cercare l'indipendenza.

Cercando in web, ho trovato che esiste realmente una Bretton, ed è un villaggio inglese nel Flintshire, Galles, situato ad ovest della città di Chester.

Ma il luogo principale della nostra storia è una città belga fittizia, che dà il nome al libro: Villette appunto.

E' doveroso ricordare che Villette (1853) e The Professor (1857) si basano sul periodo trascorso dall'Autrice a Bruxelles come studentessa e insegnante.
Charlotte nel 1842, insieme alla sorella minore Emily, si reca a Bruxelles per studiare francese.
Il punto di partenza, una volta giunta in questa città, è il Parc de Bruxelles, che la nostra riservata Lucy attraversa, in compagnia di un gentiluomo, la notte in cui arriva.

La scuola -  il Pensionnat Heger, in rue d'Isabelle - era in un quartiere vicino al parco centrale e vicino a Rue Royale, caratterizzata da case signorili del 18° secolo.
Di per sè l'edificio scolastico non era una costruzione più bella delle altre scuole del quartiere, ma al suo interno c'era un tesoro inaspettato, nascosto dietro la casa: un delizioso e grande giardino con secolari alberi da frutto.
Questo giardino fornì a Charlotte momenti di pace e lei lo descrive dettagliatamente in questo romanzo.

parco 

la scuola in rue d'Isabelle 


Altre immagini/foto le potete trovare in questi siti, se vi affascinano le sorelle Bronte, date un'occhiata! :)

fonti consultate:

https://charlottemathieson.wordpress.com 
http://kleurrijkbrontesisters.blogspot.it/
http://www.thebrusselsbrontegroup.org/ (sito molto ricco di dettagli sulla vita a Bruxelles delle sorelle Bronte)


N.B.: LE IMMAGINI SONO STATE PRESE PRINCIPALMENTE UTILIZZANDO GOOGLE MAPS E/O UNA SEMPLICE RICERCA SU GOOGLE (il più delle volte uso il filtro "immagini contrassegnate per essere utilizzate) ATTRAVERSO PAROLE CHIAVE, QUALORA AVESSI VIOLATO COPYRIGHT, SEGNALATEMELO E LE TOLGO.

THESE IMAGES HAVE BEEN TAKEN MAINLY USING GOOGLE MAPS AND / OR SIMPLE GOOGLE SEARCH BY KEY-WORDS, IF I HAD VIOLATED COPYRIGHT, PLEASE WRITE ME AND I'LL REMOVE THEM.

Da oggi in libreria: LA NOTTE DIMENTICATA DAGLI ANGELI di Natsuo Kirino (novità Neri Pozza)



Da oggi, 23 giugno, in tutte le librerie trovate il nuovo attesissimo romanzo di NATSUO KIRINO, che torna con una torbida storia di sesso, trasgressione e omicidi in una metropoli oscura e inquietante, e che segna il magnifico ritorno di Murano Miro, l’investigatrice nata dalla penna della «regina del noir giapponese».


LA NOTTE DIMENTICATA DAGLI ANGELI
di Natsuo Kirino


Ed. Neri Pozza
trad. G. Coci
442 pp
18 euro
dal 23 Giugno 2016
Una giovane donna viene brutalmente violentata da tre uomini nel suo appartamento di To ̄kyo ̄, sotto gli occhi della detective privata Murano Miro.

Fortunatamente è solo una scena di Ultraviolence, un film hardcore di grande successo tra gli appassionati del genere. 
Miro sta fissando lo schermo seduta nell’ufficio di Watanabe Fusae, proprietaria di una piccola casa editrice di orientamento femminista e presidente di un’associazione in difesa delle donne. È lei ad averla contattata: Isshiki Rina, l’attrice protagonista del film, è scomparsa da alcuni giorni e Watanabe teme per la sua vita. Bisogna trovarla al più presto.
Comincia così un’indagine all’interno della zona d’ombra della capitale, nei videonoleggi specializzati in film hard e nei locali notturni di Kabukicho ̄, il quartiere a luci rosse di To ̄kyo ̄. 
Ad accompagnare Miro è Tomobe Akihiko, il suo nuovo vicino di casa, un simpatico quarantenne che gestisce un gay bar nel frenetico quartiere di Shinjuku.
Le loro ricerche si rivelano subito fastidiose per gli uomini della Create Pictures, la casa di produzione di Ultraviolence, che si muovono abilmente tra il mondo della pornografia e quello della prostituzione, come il regista Yashiro Sen, un tipo molto scaltro e intelligente che non esita a ricorrere ai mezzi più estremi pur di non vedere sollevato il velo sulle sue losche e illecite attività. 
L’indagine si fa a tal punto intricata che Miro dovrà rischiare la propria incolumità e scavare a fondo nel fosco passato di Rina per venirne a capo. 
Purtroppo il tempo stringe: un nuovo video in cui la giovane pare tentare il suicidio tagliandosi le vene ha già iniziato a circolare.

L'autrice.
Natsuo Kirino è nata nel 1951 a Kanazawa, un’antica città del Giappone centrale. Nel 1993 si è aggiudicata il premio Edogawa Ranpo con il romanzo Pioggia sul viso (Neri Pozza, 2015). Con Le quattro casalinghe di Tokyo (Neri Pozza, 2003) ha raggiunto una notorietà internazionale e ha vinto il prestigioso premio dell’Associazione giapponese degli autori di romanzi polizieschi. La sua fama mondiale è in costante ascesa. 

mercoledì 22 giugno 2016

Anteprima libri Neri Pozza: L'ONORE SOPRA OGNI COSA di Kathleen Grissom e altre prossime uscite



Prossime e sempre accattivanti pubblicazioni by Neri Pozza.

Da cosa vi lascerete tentare?


- L'onore sopra ogni cosa di Kathleen Grissom: dopo Il mondo di Belle l'autrice torna con una saga appassionante di schiavi in fuga nell’America del 1830, una storia drammatica e avvincente che riesce a catturare la tensione razziale dell’epoca.

- Le cene inutili di Paperini: il viaggio di un uomo con un grande talento in cucina, che lo preserverà dalla tragedia della guerra ma lo renderà anche, allo stesso tempo, oggetto delle attenzioni sgradite di chi, in un mondo che si avvia verso la rovina, si ostina a inseguire i piaceri della buona tavola (29.06).

- Il senso della vita di Yalom: selezionando sei storie tra le tante affiorate nei suoi cinquant’anni di pratica analitica, Yalom conduce il lettore lungo i sentieri delle emozioni umane, così come si rivelano nell’affascinante e complessa relazione tra paziente e psichiatra. E, attraverso una scrittura capace di affrontare con levità i temi del lutto, del dolore e della perdita, ma anche quelli del coraggio, della guarigione e dell’autoconsapevolezza, tesse, come Oliver Sacks, i labirintici fili della coscienza in un arazzo molto più ricco e solenne.

Geometrie di un panorama sconosciuto di Vendela Vida: è una brillante esplorazione dei misteri dell’identità «raccontata in un unico, lungo, ammaliante piano sequenza.



L'ONORE SOPRA OGNI COSA
di Kathleen Grissom



PROSSIMAMENTE
Trama

James Burton, noto e stimato argentiere di Philadelphia, ha una benda nera che gli copre l’occhio sinistro.
Nato in una grande casa coloniale nel Sud della Virginia, dall’unione illegittima tra Belle, una schiava mulatta, e Marshall Pyke, il giovane padrone della piantagione, James un giorno è stato accecato dall’ira e dalla disperazione: ha impugnato un’arma e ha fatto fuoco contro Marshall, suo padre, che aveva deciso di venderlo come schiavo, sebbene avesse la pelle bianca come lui e fosse cresciuto nella casa padronale come uno dei Pyke.
La fuga è durata a lungo. Fino al giorno in cui Jamie Pyke è diventato James Burton, gentiluomo di Filadelfia, invitato ai ricevimenti dell’aristocrazia della città, attraente e di bell’aspetto, capace di conquistare il cuore di Caroline, la figlia del cinico Mr Cardon, un ricco esponente dell’industria del taglio e del trasporto del legno in Pennsylvania.
Vent’anni, celando con cura due segreti che potrebbero condurlo alla forca, ma ora la paura sta tornando a farsi sentire per James, come una pesante palla di piombo.
Un uomo di colore ha bussato alla sua porta e gli ha chiesto di aiutarlo a ritrovare suo figlio, finito in mano ai negrieri.
Difendere la propria sicurezza, a costo di venir meno alla parola data, oppure porre l’onore sopra ogni cosa? 

Con una scrittura avvincente e dal ritmo serrato, che tiene con il fiato sospeso, Kathleen Grissom, già autrice del bestseller Il mondo di Belle, ci conduce nell’implacabile America sudista del 1830, dove il desiderio di riscatto e la lotta per la libertà animano i cuori dei coraggiosi e indimenticabili personaggi di questo romanzo.

L'autrice.
Kathleen Grissom è nata nel Saskatchewan, in Canada, e ha messo felicemente radici in Virginia, dove vive col marito nella locanda di una piantagione. Il mondo di Belle, il suo primo romanzo, ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico e di critica, in tutto il mondo
.

In lettura: "La casa per bambini speciali di miss Peregrine" di Ransom Riggs (a dicembre al cinema!)



La mia nuova lettura iniziata ieri sera dopo aver terminato l'autobiografia dell'ex-tennista Agassi è un romanzo che prende avvio dalla passione di Ransom Riggs per le fotografie d’epoca.
Affascinato dalle immagini viste nelle raccolte di alcuni collezionisti, costruisce attorno alle più curiose e inquietanti un romanzo straordinario, un viaggio nel tempo tra fantasy, orrore e avventura.


La casa per bambini speciali di miss Peregrine 
di Ransom Riggs


Ed. Rizzoli
10 euro
384 pp
2012
Trama

Quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista? Oppure sono qualcosa d’altro, e di tuttora presente, in grado di colpire ancora?
Quando la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, Jacob decide di attraversare l’oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri piccoli orfani scampati all’orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e dei detriti di vite lontane, Jacob potrà stabilire se i ricordi del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, erano solo invenzioni buone a turbare i suoi sogni notturni.
O se, invece, contenevano almeno un granello di verità, come sembra testimoniare la strana collezione di fotografie d’epoca che Abraham custodiva gelosamente.
Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle fotografie ingiallite, bizzarre e non di rado inquietanti, fossero davvero, come il nonno sosteneva, speciali, dotati di poteri straordinari, forse pericolosi? Possibile che quei bambini siano ancora vivi, e che – protetti, ma ancora per poco, dalla curiosità del mondo e dallo scorrere del tempo – si preparino a fronteggiare una minaccia oscura e molto più grande di loro?

L'autore.
Ransom Riggs è nato in Florida e vive a Los Angeles. È autore di cortometraggi, scrittore di viaggi, collezionista di fotografie d’epoca e blogger. Rizzoli ha pubblicato i primi due volumi della trilogia di Miss Peregrine: La casa dei ragazzi speciali (2011) e Hollow City (2014). Il terzo libro inedito, La biblioteca delle anime, uscirà a ottobre 2016.



Circa il FILM...
locandina straniera

La casa per bambini speciali di Miss Peregrine esce in America a inizio giugno 2011 per Quirk Books. La 20th Century Fox, al termine di un’agguerritissima asta, conquista i diritti per l’adattamento cinematografico.
Di recente è stato diffuso il trailer in italiano di Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali (Miss Peregrine's Home for Peculiar Children) diretto da Tim Burton e la cui sceneggiatura è stata scritta da Jane Goldman.

Quando lo vedremo al cinema in Italia?
Dal 15 dicembre 2016!

Personaggi e Interpreti

- Asa Butterfield: Jacob Portman
- Eva Green: Miss Peregrine
- Samuel L. Jackson: "Mr. Barron"
- Chris O'Dowd: Franklin Portman
- Allison Janney: Dr. Golan
- Terence Stamp: Abraham Portman
- Callum Wilson: il giovane Abraham Portman
- Judi Dench: Miss Avocet
- Ella Purnell: Emma Bloom
- Pixie Davies: Bronwyn Buntley
- Cameron King as Millard Nullings
- Georgia Pemberton: Fiona Frauenfeld
- Finlay MacMillan: Enoch O'Connor
- Milo Parker: Hugh Apiston
- Lauren McCrostie: Olive Abroholos Elephanta
- Raffiella Chapman: Claire Densmore
- Hayden Keeler-Stone: Horace Somusson
- Louis Davison: Victor Buntley


Trama da Coming Soon:
Quando l'amato nonno lascia a Jake indizi su un mistero che attraversa mondi e tempi alternativi, il ragazzo si ritroverà in un luogo magico noto come La casa per bambini speciali di Miss Peregrine. Ma il mistero si infittisce quando Jake conoscerà gli abitanti della casa, i loro poteri speciali e i loro potenti nemici. Alla fine scoprirà che solo la sua "peculiarità" potrà salvare i suoi nuovi amici.




AVETE LETTO IL LIBRO? 
ASPETTATE CON CURIOSITA' IL FILM?


fonte: cineblog   -   http://www.sorrisi.com/   -  http://www.comingsoon.it/


Film tratti dai libri in uscita nel 2016
post in aggiornamento

Anteprima Sonzogno: LA VALLE DELLE BAMBOLE di Jacqueline Susann (dal 30 giugno)



Buongiorno cari lettori!
Iniziamo la giornata con un'anteprima che spero catturi il vostro interesse, come ha fatto con me: si tratta della ripubblicazione di un classico della cultura pop, che la Sonzogno, nella collana Bittersweet, ripropone a distanza di cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione.

LA VALLE DELLE BAMBOLE
di Jacqueline Susann


Sonzogno Editori
Collana Bittersweet
Trad. Mariapaola Dèttore
Postfazione di Irene Bignardi
ISBN 978-88-454-2622-3
pp. 528
€ 19.00
In libreria 
dal 30 giugno 2016
«Il libro scandalo che cinquant’anni fa scosse l’America, ebbe un colossale successo, e aprì la strada a Sex and the City e Mad Men»  (Irene Bignardi)

«Gli anni Sessanta verranno ricordati per Andy Warhol, i Beatles e me» (Jacqueline Susann)

«Magnetico. Uno di quei libri che non riesci a mettere giù» (Nora Ephron)

«Jackie intuì che i suoi lettori erano maturi per assaporare il lato più crudo dell’amore…» (Michael Korda, The New Yorker)


Trama

Finita la Seconda guerra mondiale, per chi è giovane e intraprendente come Anne, Neely e Jennifer, New York rappresenta il Grande Sogno.
Ed è così che le tre ragazze lasciano il paese di provincia e approdano a Manhattan per cercare fortuna. 
E, a loro modo, la trovano: una recita nei musical di Broadway, un’altra lavora nella pubblicità, la terza riesce a sposare un attore-cantante famoso.
Poco per volta, però, la buona sorte le abbandona. 
E allora, per tirare avanti, l’unica consolazione restano le “bambole” ovvero, nel gergo di quegli anni, le pasticche che servono a trovare un po’ di pace o di eccitazione. 
Finché anche quelle non si trasformano in uno strumento di autodistruzione… 

Pubblicato nel 1966, La valle delle bambole di Jacqueline Susann fu uno dei più clamorosi casi editoriali della letteratura americana, arrivando a vendere nel mondo oltre 30 milioni di copie (come Via col vento). 
Al grande successo contribuiva l’aura scandalosa di una prosa che metteva in scena, con linguaggio schietto, storie d’amore e di sesso, ma che, soprattutto, intercettava i cambiamenti nei costumi di massa. 
L’autrice era un’esordiente non più giovanissima, eppure incantava poiché riusciva a toccare, con voce autentica e senza autocensure, i temi brucianti della vita delle donne: il piacere, il lavoro, l’amore, il matrimonio. Non è dunque strano che oggi figure influenti come Gloria Steinem e Lena Dunham abbiano incoronato il libro di Jacqueline Susann come un classico della cultura pop. Un classico che oggi, a cinquant’anni di distanza, ha ancora molto da dire.

L'autrice.Jacqueline Susann (1918-1974) era originaria di Philadelphia. A diciott’anni si trasferì a New York, dove lavorò come attrice e, per ben quattro volte, fu premiata come la “Donna più elegante della televisione”. Ma fu il successo dei suoi tre romanzi, tutti bestseller mondiali - La valle delle bambole (1966), La macchina dell’amore (1969) e Una volta non basta (1973) -, a trasformarla nella leggenda che ancora oggi si ricorda. Sposò il produttore Irving Mansfield. Da La valle delle bambole, il suo libro più famoso, ristampato diverse volte anche in Italia, sono stati tratti un film e una serie televisiva.

martedì 21 giugno 2016

Recensione: OPEN. La mia storia di Andre Agassi



Posso dirlo: finalmente ho terminato una lettura che trascinavo da un po' - OPEN. la mia storia di Andre Agassi -; a dire il vero, ne resta un'altra (Villette della Bronte)... ma una cosa alla volta, su  ^_^


"Open. La mia storia" è l'autobiografia del grande tennista Andre Agassi, una "confessione" sincera e onesta di ciò che è stato e diventato, grazie alle (e, a volte, a causa di) persone che ha incontrato sul proprio cammino, alle vittorie e alle sconfitte affrontate, ai momenti di successo e alle cadute,  che l'hanno reso l'uomo, il marito, il padre, che è oggi.


OPEN. La mia storia 
di Andre Agassi


Ed. Einaudi
trad. Giuliana Lupi
pp. 512
€ 14,00
2015
"Gioco a tennis per vivere, anche se odio il tennis, lo odio di una passione oscura e segreta, l’ho sempre odiato. Quando quest’ultimo tassello della mia identità va al suo posto, scivolo sulle ginocchia e in un sussurro dico: Fa’ che finisca presto.
E poi: Non sono pronto a smettere."

Queste parole, presenti nelle primissime pagine di questo libro, colpiscono il lettore come un faro che abbaglia gli occhi in una stanza buia.
Il campione statunitense, che ha vinto 869 match nella sua carriera, che è il quinto nella classifica di tutti i tempi, il primo e finora unico tennista ad aver vinto i 4 tornei dello Slam, la medaglia d'oro del singolare olimpico, il torneo ATP World Championship e la Coppa Davis... odia lo sport che l'ha reso un'icona?

Eh sì, è proprio così e spesso e volentieri ci ritroveremo davanti a dichiarazioni di odio/amore da parte di Andrè verso questo sport solitario:

"...il tennis è uno sport così maledettamente solitario. Soltanto i pugili possono capire la solitudine dei tennisti – anche se i pugili hanno i loro secondi e i manager. Perfino il suo avversario fornisce al pugile una sorta di compagnia, qualcuno a cui può avvinghiarsi e contro cui grugnire. Nel tennis sei faccia a faccia con il nemico, scambi colpi con lui, ma non lo tocchi mai, né parli a lui o a qualcun altro. Il regolamento vieta perfino che un tennista parli col proprio allenatore mentre è in campo."

Altra cosa che colpisce da subito, che fa pensare e anche un po' indignare, spingendoci a provare un'immediata simpatia per Andre, è il ruolo della figura paterna: un iraniano dal carattere molto difficile, irascibile, violento, prepotente, spesso tirannico verso i figli, poco sensibile verso la moglie.
Sarà questo padre a insegnare e ad avviare Andre, sin da piccolissimo, verso il tennis, ma lo farà con aggressività, senza curarsi neanche di capire e sapere se al figlio questo sport piaccia davvero; per Mike Agassi ciò che conta è che lui voglia che il figlio un giorni diventi Il campione, il Numero Uno.
Poco importa se lo voglia anche Andre, che il padre è disposto a costringere perchè si alleni duramente tutti i giorni, tralasciando lo studio e i normalissimi (e legittimi) giochi d'infanzia; ogni energia del figlio deve essere indirizzata verso la perfezione in questo sport.
E' chiaro, leggendo, come Andre non metta mai in dubbio l'affetto paterno, quanto più che altro il modo che aveva di dimostrarlo, il suo carattere particolare ecc..., ed è fuor di dubbio che se è diventato "una stella del tennis", lo deve anche al padre.

Resta il fatto che è comprensibile come Andre abbia sviluppato nei confronti del tennis questo sentimento ambivalente!
Da una parte lo odia perchè è praticamente costretto dal padre ad allenarsi e a gareggiare con altri; dall'altra, la consapevolezza di avere talento, di essere un'effettiva promessa in questo ambito, lo porta un po' ad amarlo, a sentirlo come parte di sè, e una parte molto importante, tra l'altro.
Seguiamo quindi, pagina dopo pagina, l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza di Andre, il rapporto complicato con questo padre dispotico (che non ammette il minimo errore negli incontri del figlio e che lesina complimenti pure quando il ragazzo vince), con i fratelli (in particolare, quello molto stretto col comprensivo fratello maggiore, Philly, tennista mancato, considerato "perdente" dal padre), e poi ancora la sua condotta, spesso irrispettosa delle regole, all'interno della Bollettieri Academy, per lui vista come una prigione soffocante.

Ma la carriera e i primi successi arrivano presto, quando è solo un adolescente, e tra salite e discese, sconfitte brucianti e sudate vittorie, Agassi resterà sui campi da tennis per vent'anni, tra aspre critiche per ogni minimo atteggiamento o look giudicati eccessivi e provocatori, ed elogi e applausi a fronte delle numerose vittorie.

"...quali  che  siano  i  miei  sentimenti  nei confronti del tennis,  il gioco è  la mia casa."

Gioco e continuo a giocare  perché ho  scelto  di  farlo. Anche  se  non  è  la  tua  vita  ideale,  puoi  sempre sceglierla. Quale che sia la tua vita, sceglierla cambia tutto.

E ogni giorno, seppur combattuto tra "continuo finchè ce la faccio, finchè il corpo regge" e "basta, sono stremato, mi ritiro", Andre continua a giocare, sostenuto, nel corso degli anni, da figure amiche e fedeli, che saranno i punti di forza nella sua vita: non solo il fratello, ma anche l'amico (tennista anch'egli) Perry, e soprattutto il preparatore atletico Gil, il suo punto di riferimento, una figura paterna per Andre.

I capitoli procedono con descrizioni minuziose e vivaci dei vari match, alternate ai momenti di vita privata; io non sono un'appassionata di questo sport e ammetto che le sequenze relative alle partite non mi hanno vista proprio entusiasta, però c'è da dire che non le ho trovate noiose (quanto meno non a livelli insopportabili) perchè esse non sono mai semplici o sterili cronache sportive, in quanto sempre accompagnate dai pensieri più profondi, dalle emozioni e dalle aspettative del narratore/protagonista.

Non c'è partita descritta, non c'è incontro/scontro con i tanti (e di sovente, ripetuti) avversari affrontati, in cui l'Andre tennista sia separato dall'Andre uomo, con le sue tantissime insicurezze, fragilità, paure paralizzanti, dolori fisici e psicologici, che arrivano a noi lettori dandoci una chiave di conoscenza di questo campione assolutamente umana, non più filtrata dall'artificiosità (e tanto spesso, dalle menzogne, dalle esagerazioni) della stampa (giornalistica e gossip) e della tv, troppo preoccupata a puntare i riflettori sullo sportivo unicamente per rivelarne magagne, atteggiamenti ribelli e spocchiosi, difetti, curiosità sciocche e frivole.

E non di rado, lo stesso Andre si lascerà prendere la mano dalla popolarità che va e viene, vivendo periodi di "sballo", caratterizzati da evidenti cali di rendimento a livello agonistico.

Conosciamo anche i suoi amori più importanti: quello giovanile e passionale con l'amica Wendi; quello più tranquillo ma anche freddo e patinato con la bellissima attrice Brooke Shields (con cui sarà sposato per un paio di anni), fino ad arrivare al matrimonio con l'attuale moglie, la campionessa di tennis Steffi Graff.

Leggere quest'autobiografia (per la cui stesura l'autore ringrazia, a fine libro, lo scrittore J.R. Moehringer, che Andre scelse perché lo aiutasse a dar forma alle proprie memorie, dopo aver letto il libro autobiografico "Il bar delle grandi speranze") è stato davvero molto interessante, non solo perché è un genere che mi piace, ma soprattutto per com'è scritta, per l'onestà che traspare ad ogni pagina: Andre racconta tutto di sé, non ci nasconde i momenti bui e di terribile scoraggiamento, gli errori (anche gravi) commessi e che hanno messo a serio rischio la sua carriera, i periodi decisamente no, le crisi in seguito alla rottura delle poche ed importanti relazioni sentimentali, le frequenti sensazioni di essere arrivato alla fine, di non potersi rialzare dalle sconfitte...; e questo suo lato oscuro, lungi dallo "scioccarci" negativamente, ce lo rende "amabilmente umano", ci spinge a simpatizzare con lui nelle risalite, nei momenti di felicità nello sport come nella vita privata, nei traguardi raggiunti come nelle lacrime versate, e ci fa sentire, almeno per 500 pagine, suoi fans, presenti anche noi ai suoi incontri e pronti a tifare per lui e a gridare: "Andiamo, Andre, un altro set. Forza!".

Lettura consigliata a chi ama il genere autobiografico, lo sport (il tennis, in particolare)... ma anche a chi non ama né l'uno né l'altro e vuol semplicemente immergersi a capofitto nell'appassionante racconto di vita di un campione, che ci parla di sé senza veli e ipocrisie, con uno stile romanzato reso piacevole, profondo e scorrevole dal tocco di Moehringer .

Epigrafe ( "Com'è bella la nebbia quando cade")




Le due citazioni e la dedica particolare che Tania Piazza riporta in apertura al proprio romanzo "Com'è bella la nebbia quando cade" (recensione).




Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola.
A volte ne scrivo una, e la guardo,
fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)

Tutto ciò che è fatto per amore
è sempre al di là del bene e del male.
Friedrich Wilhelm Nietzsche

Questo libro è per i semi che germogliano,
generando amore.




ANCHE IL LIBRO CHE STATE LEGGENDO VOI 
HA UNA CITAZIONE INTRODUTTIVA O UNA BELLA DEDICA?



"Iscrizione in fronte a un libro o scritto qualsiasi, per dedica o ricordo; più particolarm.,
citazione di un passo d’autore o di opera illustre che si pone in testa
a uno scritto per confermare con parole autorevoli quanto si sta per dire


lunedì 20 giugno 2016

Recensione: COM'E' BELLA LA NEBBIA QUANDO CADE di Tania Piazza




Com’è bella la nebbia quando cade è il secondo romanzo della scrittrice vicentina Tania Piazza, autrice, nel 2013, del romanzo La cura delle parole (EdizioniSì). 


COM'E' BELLA LA NEBBIA QUANDO CADE 
di Tania Piazza


Casa Editrice Kimerik
160 pp
15 euro
2016
LINK LIBRO


Al centro della storia narrata da Tania Piazza vi sono pochi ma importanti personaggi, con i loro amori, i rimpianti, le decisioni prese che, vuoi o non vuoi, hanno deviato il corso della vita di ciascuno.

Ludovico Corvini (detto Ludo) è un uomo ormai anziano, sposato da 50 anni e più con l'allegra e sempre solare Miriam.
Una mattina - giorno del loro anniversario di matrimonio - la donna gli lascia un biglietto dove gli dice che si assenterà per tre giorni; non solo, ma Ludo si accorge anche di un regalo, che comprende delle lettere che la stessa Miriam ha scritto per lui anni fa e che non ha mai avuto il coraggio di dargli.
A Ludo quindi non resta che leggere queste lettere risalenti agli anni '60, grazie alle quali farà un salto nel tempo con la memoria.

Un salto temporale che converge sempre nello stesso "luogo", che più che un luogo fisico è un luogo"del cuore".
Ludo ha lasciato il suo cuore, il suo amore, tutto se stesso, nel cuore di una donna amata cinquant'anni prima: Catherine.

Catherine Wight è l'unica donna che lui abbia mai amato, e questo Miriam lo sa. Lo ha sempre saputo, e Ludo se ne rende conto in modo nitido proprio attraverso queste lettere, che gli mostrano la genuinità, la forza, la freschezza dell'amore di Miriam per lui, la sua paura che Ludo non tornasse da lei e le preferisse l'altra.
Perchè c'è stato un tempo in cui le strade di Ludo e Miriam si sono divise per un certo periodo e, se le cose fossero andate in un determinato modo (in quello sperato da Ludo stesso), loro due non avrebbero trascorso decenni insieme. 

Ludo è un uomo ormai stanco, fragile nel corpo e nello spirito, con gli occhi ormai spenti che si guardano attorno con quello sguardo liquido che non dà più senso a niente, con l'aria eternamente rassegnata al pensiero della felicità che s'è negato da ormai troppo tempo; a testimoniare del fuoco dell'amore che lo ha animato c'è solo la statuetta di una sirenetta, che gli rammenta lei, l'amore vero perduto.

Ludo ha conosciuto Catherine negli anni universitari; lei, docente di nazionalità inglese, era in visita nell’ateneo italiano in cui lui stesso teneva lezioni di poesia.
Ludo è sempre stato un'anima sensibile anche se taciturna, schiva e poco espansiva; ma se c'era una cosa che lo infervorava e gli faceva brillare gli occhi era la Poesia, ed in particolare Emily Dickinson.
La comune passione per la nobile arte poetica li unì immediatamente, rendendoli consapevoli di essere due anime gemelle che si erano finalmente incontrate.
Si amavano, lui era disposto a lasciare l'Italia e a seguirla in Inghilterra pur di coltivare questo amore forte; era disposto a buttarsi alle spalle la storia poco definita e poco importante con quella ragazza simpatica, affettuosa ma un po' troppo esuberante di nome Miriam.


Ma Ludo non ha fatto i conti con l'amore di Miriam per lui; un amore altrettanto forte, disposto a costruire castelli di bugie, a nascondere verità importanti per anni, pur di essere lasciato in pace dalla presenza sgradita dell'altra donna.

Ma la stessa Miriam dovrà fare i conti con il ricordo invadente di quest'altra donna, dell'amore che l'ha unito a Ludo e che, nel corso del tempo, pare non essersi mai affievolito.

"Com'è bella la nebbia quando cade" è un romanzo che ruota attorno all'amore: l'amore giovanile impetuoso; l'amore nato timidamente tra un verso poetico e l'altro; l'amore negato; l'amore soffocato da menzogne; l'amore non ricambiato e fonte di sofferenze interiori, ma anche di piccole "vendette".

Lo stile della narratrice, dal linguaggio poetico e molto curato, che carica ogni parola e ogni frase di forti suggestioni e metafore, ci permette di entrare nell'animo del protagonista maschile, che però si rivela un uomo dal carattere debole, non sempre in grado di prendere in mano "le redini della propria vita", un uomo che vediamo spesso in balia degli eventi, delle decisioni altrui, insomma un po' vittima di se stesso, delle sue non-decisioni.
Al contrario, Miriam mostra una personalità forte, caparbia, forse anche egoista ed infantile visto che pretende di avere il proprio amore per sè come se ne avesse diritto, come se Ludo fosse di sua proprietà, incurante dei sentimenti che lui prova per l'altra donna, forse convinta che, col tempo, lui imparerà ad amarla come merita, dimenticando quell'amore fantasma ormai lontano.
Ma certi amori, si sa, sembrano nati apposta per resistere al tempo, all'usura dell'oblio e della lontananza.

Come dicevo, la scrittura dell'Autrice ha un tocco evocativo, quasi magico, ricco di parole e passaggi intensi, e non potrebbe essere diversamente visto che la poesia ha il suo posto non irrilevante nelle vicende narrate, le quali - dipanandosi su due piani temporali (l'oggi e il 1960) - sono attraversate inevitabilmente da un'atmosfera molto nostalgica, propria di quelle storie in cui i personaggi ripercorrono la propria vita addentrandosi nel viale dei ricordi,  carichi ormai di tristi rimpianti su ciò che "sarebbe potuto essere ma non è stato".

Un romanzo molto delicato, dolcemente malinconico; una lettura senza dubbio piacevole che non posso che consigliare.
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