In mezzo alle suggestive colline umbre e tra i filari di
vigneti stillanti profumi e sapori inconfondibili e inebrianti, si svolge la
storia di un'agiata famiglia, dedita da generazioni alla produzione di vini di
qualità, che dietro la facciata di rispettabilità e austerità, cela al suo
interno segreti, bugie, tradimenti, amori soffocati e tormentati, invidie e
gelosie.
IL RUBINO INTENSO DEI SEGRETI
di Viviana Picchiarelli
Anno: 2016
€ 16,00
Pagine: 437
Self publishing (ebook)
Prezzo versione digitale: € 4,99
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Greta Capotosti, 36enne, ha appena lasciato la città che
l’ha accolta negli ultimi 5 anni (Milano) per tornare nella sua terra
d’origine, nella bella e suggestiva Umbria e, soprattutto, nella grande tenuta
di famiglia, in cui è nata e cresciuta.
Il ritorno a casa non è accompagnato da sentimenti solo
positivi, perché da quella famiglia Greta è letteralmente scappata.
È scappata da un clima famigliare sempre teso e cupo a causa
delle intricate e frustranti vicende e dei rapporti tra gli abitanti della
casa. Nella tenuta, infatti, Greta è cresciuta non solo insieme ai genitori Enrico e Fiorenza
(ormai separati da diversi anni) ma anche con nonna Olivia, la vera e sola “padrona
di casa”, con lo zio Gianfranco (fratello di Enrico), sua moglie – zia Isabella
- e il loro unico figlio, Michele.
Tra le mura domestiche si è sempre respirata molta tensione
e rigidità, in particolare a motivo della presenza eccessivamente austera ed
ingombrante di nonna Olivia, la matriarca che – dopo la morte del marito – non soltanto
ha sempre avuto in mano le redini
dell’azienda vinicola, ma ancor di più le vite di figli e nipoti; a questo,
negli anni si sono aggiunti i problemi personali all’interno delle singole
famiglie, su cui però la stessa Olivia ha avuto purtroppo il suo triste peso.
Greta, quindi, è tornata a casa, dopo esserne fuggita, dopo
essere andata via senza dare spiegazioni a nessuno, nemmeno alla persona più
importante della sua vita.
Greta aveva un sogno nel cuore da coltivare: diventare una bravissima
ballerina di danza classica; una passione che ha caratterizzato la sua
infanzia, facendola sentire viva, e che lei ha assecondato in tutti i modi,
fino al triste giorno di 5 anni prima in
cui un incidente ha spezzato questi sogni e il suo innegabile talento,
lasciandola zoppa non solo nel fisico ma soprattutto nel cuore.
Un cuore che è mutilato e sofferente perché Greta non è
stata costretta a rinunciare “soltanto” (come se fosse poco!) alla sua amata
danza, ma anche al suo amore di gioventù. Un amore vissuto di nascosto perché “stonato”,
non lecito, che, se fosse diventato noto a chi era loro attorno, avrebbe
ricevuto disapprovazione.
Sì perché il grande amore di Greta è suo cugino, Michele
Capotosti, ed è comprensibile come questo sentimento sia stato vissuto dai due
innamorati con un gran senso di colpa, con la consapevolezza che questo loro
folle amore fosse proibito, “sporco”.
Un amore non privo di conseguenze, che Greta ha dovuto
affrontare nel silenzio e da sola e che, se Michele le conoscesse, lo farebbero
infuriare.
Ora che è tornata a casa dopo essere fuggita da tutto e
tutti, Greta non sa cosa aspettarsi, nè se e quanto resterà nella tenuta.
Michele è arrabbiato con lei perché s’è sentito abbandonato
dalla donna amata, senza ricevere spiegazioni; la cugina fatica a riconoscerlo perché
l’uomo è diventato cinico, nervoso, frustrato, e si è dato al proprio lavoro di
manager della tenuta Capotosti anima e corpo, abbandonando definitivamente la
sua passione più grande: il pianoforte.
Michele ama suonare il piano ma ha dovuto mettere da parte
talento e passione per assecondare il volere paterno e di nonna Olivia, che sono
riusciti a “costringerlo” a lavorare per l’azienda di famiglia, lascando
perdere la musica. Ovviamente, questa scelta obbligata ha reso Michele un uomo
infelice e arrabbiato con tutto e tutti, e perdere Greta non ha fatto che
peggiorare le cose…
Non solo, ma per cercare di andare avanti, Michele s’è
fidanzato con la bella Cristina, l’avvocato di famiglia, fingendo sentimenti
che non nutre – perché nel suo cuore c’è posto solo per la cugina – e
accettando di fissare la data del matrimonio…
Ed ora che Greta è tornata cosa succederà? La fiamma dell’amore e della passione che li
ha tenuti legatissimi in passato, si riaccenderà o i due riusciranno a tenerla
a bada?
Ma ad essere cambiato non è solo Michele e il suo rapporto
con lui, bensì anche gli altri componenti della famiglia, in special modo Olivia.
Questa nonna-tiranno, austera, priva di qualsiasi slancio d’affetto
verso chiunque, un vero e proprio generale in casa, che ha sempre messo il
becco su tutto, condizionando la vita dei figli, dei nipoti e, lì dove c’è
riuscita, delle nuore, facendone scappare una (Fiorenza) e rendendo l’altra (Isabella) triste e depressa…, ebbene
proprio lei adesso è ridotta ad un involucro vuoto, senza più volontà e
memoria. Questo per colpa dell’Alzheimer, che l’ha resa inabile, un peso morto
di cui si occupa soltanto la sua domestica personale (Teresa), supportata da
Enrico, l’unico della famiglia che riesce ad avvicinarsi alla vecchia donna.
La presenza di Greta in famiglia scombinerà gli equilibri (o
presunti tali) formatisi negli ultimi anni, mettendo di fronte tutti i
Capotosti davanti alle proprie responsabilità e, soprattutto, davanti ai tanti
segreti inconfessati che hanno lacerato e influenzato la vita di tutti loro.
Ognuno ha infatti delle verità taciute che, se venissero
scoperte, lacererebbero i legami tra loro, che già di per sé sono complicati.
Basta una scatola di biscotti con dentro delle lettere,
frutto delle sfogo di una donna sola e infelice, per mandare in crisi un uomo
posato come Enrico e per gettare nella disperazione l’infelice Michele.
Ma per un segreto terribile tenuto nascosto per anni e poi
scoperto nel modo più drammatico, ce ne sono altri che, se rivelati, potrebbero
in qualche modo sistemare anche le situazioni più sconvolgenti…
Considerazioni
“Il rubino intenso dei segreti” è un romanzo che ha al
centro questa famiglia, al cui interno covano troppe bugie, troppi segreti che
dal passato pretendono di riaffiorare, minacciando disastri in esistenze che
finora hanno provato a trascinarsi se stessi, la propria felicità, senza
viverla davvero.
Ma per quanto scoprire dolorose verità sia pericoloso e
faccia soffrire, è anche necessario se si vuole diventare davvero padroni della
propria vita e del proprio futuro.
Ho ritrovato tra queste pagine la scrittura accurata,
elegante e sensibile di Viviana Picchiarelli, che già avevo apprezzato in “La
locanda dalle emozioni di carta”.
I personaggi sono tutti caratterizzati alla perfezione, di
ciascuno ci vengono palesati emozioni, sentimenti, pensieri, paure, fragilità,
speranze, col risultato che tutti loro prendono vita dalle pagine del libro e
ci sembra, leggendo, di conoscerli davvero, di essere lì con loro nella bella
tenuta dei Capotosti.
E come l’Autrice, con la sua scrittura viva, dettagliata,
attenta, riesce a farci sentire e vivere la suggestione e il fascino della vita
dedita alla produzione del vino (sembra quasi di sentire il calore del sole
passeggiando tra i filari, o l’odore deciso del vino nei calici), così riesce
anche a farci “sentire” inevitabilmente tutta la tensione emotiva, il peso
delle cose non dette per egoismo, paura, per troppo amore…, e che rischiano di logorare
pericolosamente i membri di questa famiglia e i legami tra loro, a causa di
questi segreti custoditi, “segreti dell’anima di un unico colore, carico e
robusto come il rubino intenso dei loro vini”.
È un romanzo che ci tocca diversi temi, in particolare l’importanza
di lottare per i propri sogni, la forza del perdono, gli effetti drammatici di bugie raccontate per
anni, il rapporto genitori-figli, spesso reso complesso dalle esperienze
difficili dei primi, che – magari anche non volendo – si ripercuotono sulla
felicità dei secondi.
Viviana Picchiarelli ci regala un’emozionante ed intensa
storia famigliare, svelandocene pian piano gli scheletri nell’armadio, le trame e gli intrighi, attraverso diversi colpi di scena e rivelazioni importanti che si incastrano tra loro creando intrecci interessanti, e
attraverso personaggi realistici, delineati benissimo dal punto di vista
psicologico, cui è dato a ciascuno il proprio spazio, così da conoscerne pregi
e debolezze.
Durante la lettura è stato inevitabile entrare in empatia
con essi, cercando di comprenderne le azioni, i pensieri, le scelte, e provando
di conseguenza “simpatia” per l’uno o “antipatia” per l’altro.
Ma ciò che mi è piaciuto è che l’Autrice, in qualche modo,
permette ad ognuno di loro di “riscattarsi”, come a ricordarci che anche le
persone più difficili hanno bisogno di perdono.
Tutto è accattivante in questo libro: storia, personaggi,
ambientazione, stile di scrittura; lo si divora perché la lettura scorre
catturando da subito tutto l’attenzione del lettore, donandogli non poche emozioni.
Ringrazio l’Autrice per l’opportunità di leggere questo secondo
romanzo, che non posso non consigliarvi!