Una sincera amicizia nata tra due ragazze caratterialmente diverse ma legate tra loro da un'affinità profonda: entrambe sono infelici e insoddisfatte del proprio contesto famigliare, della loro vita che, pur così giovane, sembra già arenata tra tristi macerie.
E quando una delle due scompare in circostanza misteriose, l'altra farà di tutto per scoprire la verità, mentre attorno a lei altro non si odono che i rumori cupi del fitto bosco e gli ipocriti sermoni di un pastore esaltato.
CHI HA PECCATOdi Anna Bailey
Ed. Feltrinelli trad. E. Cantone 339 pp |
Emma ed Abigail sono amiche da sempre, cresciute insieme nella tranquilla realtà di paese di Whistling Ridge, in Colorado, in cui tutti conoscono tutti e sanno i fatti privati di ognuno.
O almeno credono che sia così.
Ma quando la bella e rossa adolescente Abigail Blake sparisce dopo una serata "vivace", all'insegna del divertimento (droga? alcool? sesso?), trascorsa ad una festa alle Tall Bones (il ritrovo nel bosco in cui si danno appuntamento i teenager di Whistling Ridge), gli equilibri rischiano di incrinarsi perché quello che dovrebbe essere, in fin dei conti, un dramma famigliare, rischia invece di portare allo svelamento di segreti imbarazzanti e verità sgradevoli che getterebbero ombre sulla cittadina, in cui tutti vantano di avere una fede in Dio onesta e sincera.
Il punto di riferimento, attorno al quale si raccoglie tutta la comunità, è infatti costituito dalla chiesa battista guidata dal pastore Lewis, fervente cristiano e appassionato predicatore che dal pulpito, ogni domenica, non fa che tuonare contro il peccato e i peccatori (che si nascondono tra loro), incoraggiando, con veemenza e con la minaccia dell'inferno, le proprie pecorelle ad attenersi ai giusti sentieri tracciati dalla Parola di Dio.
Ma purtroppo sono in tanti, troppi!, a "predicare bene e razzolare male" e nel corso della lettura il lettore si accorge di come ciascuno si serva della propria presunta fede per sentirsi migliore degli altri, per ergersi a giudice, condannando o assolvendo, o per colpevolizzarsi sentendosi un fallito; c'è chi la fede l'ha smarrita a furia di ingoiare bocconi amari e chi vi si aggrappa con tutte le forze, come uno zoppo tiene saldo il proprio bastone nella mano per non cadere.
Emma Alvarez è la migliore amica di Abigail e, dopo aver appreso della sua scomparsa, si sente in colpa.
Perché?
Perché lei era con Abi quella maledetta sera a Tall Bones, ha provato a farla desistere dall'andare alla festa senza di lei ma nulla ha potuto contro la sicurezza dell'amica, che non aveva alcuna intenzione di rinunciare a divertirsi.
Se solo Emma avesse insistito di più, se avesse supplicato Abi di non andare, di non seguire quel losco e ambiguo figuro che è Hunter Maddox (loro compagno di scuola, di famiglia benestante e figlio di Jerry Maddox, proprietario della segheria di Whistling Ridge, che dà lavoro a diversi uomini in città), forse non le sarebbe accaduto nulla.
La polizia - rappresentata dallo sceriffo Gaines - non ha preso molto sul serio la scomparsa: tenendo conto dell'età della ragazza, potrebbe essere tranquillamente una bravata e, tenendo conto della scapestrata famiglia Blake, potrebbe essere una fuga volontaria da una situazione famigliare decisamente difficile.
Sì, perché tutti a Whistling Ridge sanno chi sono i Blake.
Samuel - il capofamiglia - è un uomo di oltre cinquant'anni con un passato complicato e traumatico (ha combattuto in Vietnam) che riversa tutto il carico di rabbia, frustrazione, infelicità, sui famigliari, vale a dire la moglie Dolly e i figli Noah, Abigail e Jude.
Tranne Abi (che è la preferita del genitore), tutti in casa hanno assaggiato le percosse di Samuel, e non parliamo di un ceffone ogni tanto ma di cinghiate, calci, pugni sferrati con una violenza tale da far saltare i denti, sfondare muri e scaraventare un bambino di cinque anni per le scale, rompendogli una gamba.
Tutti, nella comunità e in parrocchia, sanno della violenza domestica in casa Blake, i cui segni sono ben visibili sui volti e sul corpo di Dolly e figli maschi; sanno ma si fanno i fatti propri.
Il pastore Lewis ciarla di autorità paterna benedetta da Dio, di mogli sottomesse, di figli che devono essere obbedienti e, se non lo sono, è giusto che assaggino la verga.
E quando Abigail sparisce è facile per tanti fare 2+2: è ovvio che la ragazza abbia deciso di scappare, con un padre così (bruto, rozzo, aggressivo, un mezzo pazzo, in pratica), una madre rassegnata e depressa, che si imbottisce di sigarette e Valium, un fratello maggiore di cui si vocifera sia gay e di un fratellino 12enne che ha avuto la disgrazia di nascere per sbaglio in una famiglia che definire disfunzionale è un eufemismo.
Dalle luride pareti delle disordinate stanze di casa Blake emana un puzzo di infelicità e rabbia repressa da essere quasi palpabile e che spinge tutti a stare alla larga da una famiglia così.
Solo Emma resta, negli anni, vicina ad Abi, come sua madre Melissa prova a fare con Dolly, salvo poi perdere l'amica a causa delle limitazioni imposte da Samuel, che non vuole estranei attorno ad impicciarsi dei fatti suoi.
E se il piccolo Jude prova, con l'innocenza dei suoi 12 anni, a coltivare una fede in Gesù genuina, Noah ha smesso da tempo di credere che Dio vegli su di lui e sui suoi cari: no, Dio s'è dimenticato della triste e passiva Dolly, la quale, a sua volta, si è dimenticata cosa voglia dire essere madre: una madre è colei che protegge i propri figli da tutto e tutti, che si batte per loro, che li abbraccia se piangono, li rialza se cadono, si interessa a loro, li ascolta se hanno qualcosa da raccontare.
E Noah avrebbe qualcosa da dire alla madre: vorrebbe dirle che sì, è vero, gli piace un ragazzo e si chiama Rat.
Rat è un rumeno che vive nei pressi di Whistling Ridge, in un camper nel bosco; le sue compagnie sono discutibili e di lui si dice che spacci, ami ubriacarsi e darsi al divertimento più peccaminoso.
Questo straniero è un campanello d'allarme per la comunità e pastore Lewis non perde l'occasione per urlarlo dal pulpito: questo giovanotto, con le sue abitudini dissolute, sta corrompendo i giovani di Whistling Ridge, per cui va assolutamente fermato.
Non solo: pare conoscesse la giovane Abigail... E se c'entrasse qualcosa con la sua scomparsa?
Emma prende a frequentare anch'ella Rat, intenzionata a scoprire la verità su Abi; ma la ragazza ha le proprie fragilità da affrontare, la principale delle quali è il vizio di bere alcool.
Emma è una mezzo sangue, suo padre è un messicano (che ha abbandonato lei e la madre da molti anni e su questo abbandono Melissa non ha mai dato spiegazioni alla figlia) mentre sua madre è una bianca, che di professione fa il medico.
Emma ha un buon rapporto con sua madre, la quale si occupa e preoccupa di questa figlia adolescente piena di problemi e insicurezze, che sta prendendo l'allarmante strada dell'alcolismo e che va un po' troppo spesso nel bosco con amici poco raccomandabili; e adesso che ha perso l'amica del cuore, Emma è ancora più smarrita e arrabbiata.
Mentre cerca di capirci qualcosa - convinta che la chiave di tutto sia il bosco e qualcosa che dev'essere per forza accaduto lì, quella sera -, Emma si scontra con un contesto sociale profondamente razzista, che odia ed emargina chiunque non sia un "americano puro", e bigotto, pronto a sfoderare versetti biblici solo per indicare i peccatori da condannare.
Whistling Ridge perde, giorno dopo giorno, la propria cappa di tranquillità e sicurezza e al cielo, più che le preghiere irreprensibili dei santi, saliranno le urla di invasati e fanatici religiosi il cui odio verso chi è diverso li porterà a commettere azioni deprecabili, chiudendo gli occhi davanti ai veri peccatori, come i padri violenti o quelli che vanno dietro alle ragazzine.
Chi ha peccato a Whistling Ridge?
Sono in tanti a doversi battere il petto: mamme deboli e impaurite che non difendono i figli, mamme che mentono per amore, padri senza scrupoli morali e altri che prendono piacere nell'umiliare i propri cari.
Emma riuscirà a scoprire cosa è successa alla sua Abigail, consapevole di come solo sapendo la verità si possa trovare un po' di quiete per poter poi proseguire verso altre strade, altre direzioni.
"Chi ha peccato" è un thriller dal ritmo incalzante, con una bella suspense che tiene viva l'attenzione del lettore non solo sul destino della ragazza scomparsa ma anche sulle vicende personali, famigliari e comunitarie dei diversi personaggi, principali e no; omosessualità e omofobia, l'importanza della fede e il rischio di un ipocrita e sterile bigottismo che induce solo a colpevolizzare il prossimo piuttosto che ad aiutarlo, razzismo e paura dello "straniero", i problemi adolescenziali, la violenza domestica, i legami genitori-figli sono alcune delle tematiche principali che emergono tra queste pagine, molto ben scritte, scorrevoli, che sostengono uno sviluppo delle vicende molto ben costruito, interessante e coinvolgente.
Consigliato!!