Durante la lettura dell'ultimo libro recensito qui sul blog. Ritorno a casa di Kate Morton, ho notato che l'autrice cita al volo alcuni casi reali di scomparse misteriose, accostandoli al mistero attorno al quale verte la storia narrata nel romanzo, vale a dire la misteriosa morte di quattro membri di una stessa famiglia mentre erano a fare un picnic durante la vigilia di Natale.
Curiosa, mi sono messa alla ricerca di questi casi di cronaca nera, accaduti tutti in Australia diversi decenni fa; di essi, mi erano noti il caso dell'Uomo di Somerton e quello di Azaria Chamberlain.
Partiamo dalla scomparsa dei fratellini Beaumont, avvenuta il 26 gennaio del 1966, durante l'Australia Day, giorno di festività nazionale attraverso la quale si celebrano le origini di questo meraviglioso Paese.
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Jane, Grant e Arnna Beaumont nel 1965. © MRU |
Permesso concesso, per cui i tre presero l’autobus delle 8:45 promettendo di ritornare con quello di mezzogiorno; ma quando passò l'autobus senza i fratellini, e poi anche il successivo, Nancy cominciò a preoccuparsi.
Non appena rientrato il marito (Jim Beaumont) dal lavoro (alle 15), i coniugi si recarono immediatamente alla spiaggia per cercarli ma niente: i bambini non c’erano.
I genitori pensarono di tornare indietro, verso casa, rifacendo la strada che i figli potrebbero aver percorso tornando a piedi (nel caso avessero perso l’autobus), si recarono anche da amici e conoscenti ma senza ottenere risultato.
Così, passate le 17, decisero di denunciare la scomparsa alla polizia.
La polizia fece perlustrare la spiaggia e le aree adiacenti, vennero controllati anche l’aeroporto, le linee ferroviarie e le strade interstatali.Tre giorni dopo, il 29 gennaio, sul Sunday Mail comparve un articolo che parlava dei tre fratellini scomparsi: forse erano stati rapiti e assassinati da un molestatore sessuale?
Come spesso accade in questi casi, numerose furono le testimonianze di avvistamenti che cominciarono ad arrivare: chi li aveva visti presso il porto turistico di Patawalonga Boat Haven, chi nel parco di Colley Reserve, vicino alla spiaggia, in compagnia di un uomo sulla trentina alto, biondo e magro, con cui i tre si erano messi a giocare, dando l'impressione di essere sereni e felici. I quattro si erano poi allontanati dalla spiaggia orientativamente verso le 12.15.
Un panettiere di Glenelg Beach riferì che Jane aveva comprato pasticcini e una meat pie con una banconota da una sterlina (una somma superiore a quella data loro dalla mamma); tempo dopo, una donna riferì che la notte della scomparsa aveva visto entrare un uomo, accompagnato da due ragazze e un ragazzo, in una casa disabitata vicina alla propria; addirittura, aveva osservato una scena allarmante: più tardi il bimbo era uscito di casa ma l'uomo lo aveva brutalmente acchiappato e riportato dentro; la mattina dopo, l'edificio tornò ad essere vuoto.
Ben due anni dopo la scomparsa, Jim e Nancy ricevettero due lettere (spedite dallo Stato di Victoria) firmate “Jane”, e un’altra da un uomo che si firmava “The Man”, in cui questi diceva di avere con sé i bambini; dalle analisi forensi, inizialmente le missive furono ritenute autentiche, ma anno dopo si appurò che fossero false.
Ecco, nel 2008 lo scrittore Stuart Mullins contattò l'ex detective Bill Hayes per mostrargli il proprio personale fascicolo in cui aveva raccolto dati ed ipotesi circa la scomparsa dei fratellini Beaumont e in cui faceva il nome del presunto rapitore...
Mullins si avvicinò a Bill dopo aver individuato una prova interessante: la borsa beige con clip che Jane Beaumont portava con sé il giorno della fatidica gita, Stuart la vide mentre visitava la casa di un'anziana vedova, Elizabeth Phipps, nel giugno 2007.
Un particolare da brividi, soprattutto se si considera che sovente gli assassini collezionano 'souvenir' appartenenti alle loro vittime.
Per Stuart, tale avvistamento confermò ciò che sospettava da tempo: l'uomo che aveva rapito i Beaumont quel giorno era il defunto marito di Elizabeth, il milionario e pedofilo Harry Phipps.
E fu così che Mulins si decise a chiedere aiuto a Bill; questi prese a cuore il caso e, indagando, si rese conto che tutte le strade portavano a Phipps, uomo ricco e influente nella comunità, con legami con la Chiesa e lo Stato.
A dare conferma della perversione sessuale di Phipps è lo stesso figlio, Haydn, che ha confessato di essere stata abusato dal genitore, quand'era un bambino...; non solo, ma egli, che aveva 15 anni al momento della scomparsa dei bambini, ha affermato di aver visto i Beaumont nella sua casa di famiglia a Glenelg.
Ma la svolta per un'eventuale riapertura avvenne nel 2013, quando due uomini si fecero avanti dopo aver ricordato di aver scavato una buca di due metri per un metro nella fabbrica Castalloy (North Plympton, Adelaide) di Phipps l'ultimo fine settimana di gennaio del 1966.
Altro elemento ritenuto importante da Mullins e Hayes: una persona vicina alla famiglia Beaumont ha riferito che, dopo la scomparsa dei fratelli, la nipote di Phipps si è sposata con un cugino di Jim Beaumont, il che fa supporre che allora Harry Phipps potrebbe aver avuto modo di conoscere Jane, Arnna e Grant, e magari proprio in virtù di questa conoscenza i tre non si sarebbero allarmati quando l'uomo gli aveva avvicinati...
Non ci resta che aspettare che emergano altre novità, con la speranza di poter sapere cosa sia accaduto a quelle tre anime innocenti e per mani di chi.
Figlia di un pastore avventista, Azaria morì a poche settimane di vita uccisa da un dingo; nell'agosto 1980 la piccola era nella tenda all'interno di un campeggio a Uluru (Ayer's Rock, Australia) e fu portata via dall'animale.
Fu sua madre, Lindy Chamberlain, a riferire di aver visto un dingo uscire dalla loro tenda subito dopo la scomparsa della bimba, e immediatamente partirono le ricerche ma il corpicino non fu ritrovato.
I Chamberlain erano membri della Chiesa Avventista del Settimo Giorno e su quest'affiliazione religiosa ruotarono numerose speculazioni e teorie assurde, tra cui quella che i genitori avessero ucciso la figlia in una sorta di sacrificio rituale.
Ma mentre Lindy era in prigione, nuove prove emersero a favore della donna: anzitutto, venne fuori che nell'auto della famiglia c'era dell'emulsione di vernice e non sangue.
Dopo la vicenda e il tragico errore giudiziario, la vita della famiglia Chamberlain cambiò radicalmente: Lindy si trasferì negli States e Michael dedicò il resto della sua vita alla lotta per la giustizia e contro i pregiudizi e le persecuzioni.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz