giovedì 28 gennaio 2021

Recensione: IL CERCHIO DI PIETRE di Enrico Graglia





Nell'antica lotta tra il Bene e il Male, i tre protagonisti di questo romanzo dalle atmosfere molto dark saranno costretti, loro malgrado, a confrontarsi con una dimensione sovrannaturale popolata da creature mostruose orribili e esseri malvagi e potenti.


IL CERCHIO DI PIETRE
di Enrico Graglia


goWare Ed.
390 pp
 Vincenzo è un ragazzo di provincia (siamo in Piemonte, nell'astigiano), che un giorno, mentre è con gli amici a farsi un bagno nelle acque di un torrente, fa una strana scoperta; da quel momento cominciano a verificarsi sogni terribili ad occhi aperti e allucinazioni spaventose così vivide da sembrare assolutamente reali.
Ogni volta che vive queste esperienze strane, che hanno qualcosa di extrasensoriale - come se il ragazzo uscisse da se stesso e si guardasse dall'esterno -, egli ne esce sconvolto, sfinito, terrorizzato.
Le visioni, infatti, lo vedono protagonista di episodi incomprensibili e assurdi, in cui compaiono esseri mostruosi e terrificanti, aggressivi e violenti, e in cui egli stesso diventa capace di azioni inimmaginabili.

Dopo un tempo che sembra lungo ma che in realtà si condensa in pochissimi minuti, l'allucinazione cessa, e il giovanotto si ritrova turbato ma al contempo sollevato nell'apprendere che... il mondo attorno a sè è sempre lo stesso!
Ma allora cosa gli sta succedendo? È forse diventato pazzo, schizofrenico? O magari ha un tumore al cervello che gli provoca tali allucinazioni olfattive, visive ecc..?

Vincenzo prova a razionalizzare, a capire se ci possano essere spiegazioni mediche e scientifiche al proprio problema, fino a quando capisce che c'è un'altra strada per la quale incamminarsi e che potrebbe dargli le risposte che cerca: quella del paranormale.
Informandosi in internet e in biblioteca, si avvicina ai testi di un certo Saverio Morbelli, uno scrittore che ha raggiunto la notorietà attraverso libri riguardanti sciamanesimo, visioni e preistoria.
Decide allora di cercare quest'uomo e parlargli, scoprendo che anch'egli ha le sue stesse visioni spaventose...

È possibile che qualcuno - o qualcosa - stia cercando di entrare in contatto con Vincenzo? E cosa ci fa un antico e misterioso cerchio di pietre nella campagna piemontese? Possibile che esso sia una sorta di "portale" che lega la terra ad altri mondi paralleli? 

Alla storia di Vincenzo e dei suoi mostruosi sogni ad occhi aperti - che lo trasportano in dimensioni spazio-temporali anche lontane, tanto da mostrargli qualcosa di terribile che è avvenuto tantissimo tempo prima, ma che in qualche modo è legato al suo presente e al suo futuro - si affianca quella di Saverio, di cui conosciamo la giovinezza, il matrimonio naufragato, la sua voglia di sfondare come scrittore e, in particolare, il rapporto conflittuale col padre, un uomo severo e dall'educazione rigidissima, che ha sempre manifestato una grande disistima per l'unico figlio che aveva.
Saverio ha fatto anch'egli esperienza delle brutte visioni come quelle di Vincenzo, anche se è dovuto ricorrere ad "aiuti esterni" (droghe) per averle, ed è intenzionato ad aiutare il ragazzo perchè sente che non possono ignorare questi "segnali" paranormali, perché ne va della salvezza dell'intero genere umano.

Intanto, accanto a Vincenzo c'è Lavinia, una ragazza tanto bella quanto sensibile e sveglia; tra i due scocca il sentimento e questo sarà forse la vera forza perché il Bene trionfi sul male.

"Quello che c’è tra noi… non può capirlo. L’amore e l’Equilibrio sono la stessa cosa. I legami tra le persone sono come i legami tra i corpi celesti, mantienili forti e il buio non vincerà. Spezza quei legami e sei perso.» La sua voce si riduce a un mormorio. «La stessa cosa.»"


Lavinia, dal canto suo, è coinvolta anch'ella in questa lotta con le tenebre, in quanto la sua mente comincia a fare sogni angoscianti e soprattutto lei sente una presenza (di luce, positiva) che le è accanto e che la sta mettendo in guardia. Da cosa e da chi? 
Da giorni s'è accorta di come Vincenzo spesso, quando sono insieme, abbia dei momenti in cui si assenta, come se si alienasse dalla realtà per perdersi in lugubri pensieri, che lo allontanano da lei e lo rendono distante, nervoso, cupo, preoccupato.

I tre protagonisti, seppur con ruoli differenti, saranno costretti, loro malgrado, a confrontarsi con l'ignoto, con una dimensione sovrannaturale popolata da mostri orribili e affamati di sangue, da spiriti malvagi e potenti, tra cui spicca Otis, uno spirito maligno il cui animale guida è lo scarabeo, e che sta facendo di tutto per entrare nella dimensione terrena... Con quale scopo?

«Cosa mi sta succedendo?» «Ci sono molti mondi. E ci sono passaggi, che li uniscono. Sono strade, che portano da uno all’altro. Ma non solo: li tengono insieme, come cuciture.» «E io che c’entro?» «Il cerchio di pietre è la porta di uno di questi passaggi», prosegue la Dea. «Otis vuole che tu lo distrugga.» «Questo l’ho capito. Ma chi è Otis? Perché vuole che io distrugga il cerchio?»
Nulla di buono accadrebbe se questo spirito imponesse la propria presenza sulla terra, perciò va fermato: Vincenzo e gli altri suoi due compagni di avventura riusciranno a uscire vincitori in questo eterno scontro fra Bene e Male?

Questo romanzo dark fantasy, in cui l'essere umano è in balia di esseri infernali, viscidi, schifosi, che vogliono entrare in lui e dominarlo, manipolarlo per i propri scopi malefici, si lascia apprezzare per diversi fattori: l'ambientazione italiana (la storia ha inizio dal torrente Erro, che scorre tra la Liguria e il Piemonte), il ritmo serrato e pieno di suspense, un linguaggio accurato, fluido e molto vivido nelle descrizioni, una trama che si arricchisce via via di momenti carichi di tensione e che stuzzica il lettore  soprattutto perché gli elementi horror e agghiaccianti, la presenza di figure  fantastiche orripilanti, vanno a toccare l'uomo nelle sue fragilità, in quegli angoli più oscuri della mente dove sono rintanate le sue paure più ataviche, che prendono forma proprio in questi mostri spaventosi.

Come  più di una volta ho detto, non ricerco e non prediligo letture con sfumature horror perché sono assolutamente fifona, ma devo dire che quando un libro è scritto bene - come in questo caso -, lo apprezzo e...  non mi resta che consigliarvelo!

mercoledì 27 gennaio 2021

Recensione: "L' inferno di Treblinka" di Vasilij Grossman





La più terribile fabbrica della morte nazista ci viene descritta in questo esemplare reportage, fondato su testimonianze di prima mano, scritto subito dopo la liberazione del campo, nell'autunno 1944, ed uscito nello stesso anno sulla rivista «Znamja», firmato dal più popolare e seguito corrispondente di guerra dell'Armata Rossa: Vasilij Grossman.




L' inferno di Treblinka
di Vasilij Grossman


Adelphi
trad. C. Zonchetti
79 pp
Una distesa incolta, sterile, anonima, punteggiata da pini e sabbia, è stata teatro, negli anni della seconda guerra mondiale, di una feroce barbarie, "il patibolo per antonomasia, un luogo che - dalla barbarie della preistoria ai pur feroci giorni nostri - il genere umano non aveva ancora conosciuto; e che, molto probabilmente, l'universo intero tuttora non conosce. Lì venne eretta la principale fabbrica della morte delle SS, degna copia di Auschwitz...", dove nulla era pensato per la vita, tutto era inteso per la morte.

Il lager di Treblinka (la cui costruzione iniziata a fine maggio-inizio giugno del 1942 fu conclusa e divenne operativa il 22 luglio 1942) era diviso in due sezioni, una a cui erano destinati i prigionieri (polacchi soprattutto) e l'altra era per gli ebrei.
Regnava un ordine maniacale e soprattutto una crudeltà che fa rabbrividire, testimoniata da quei pochi che a quel campo sono miracolosamente sopravvissuti: grazie alla loro voce sappiamo com'era la vita in quell'inferno e a quali atrocità fossero sottoposti i deportati, alla mercé dei malvagi e sadici funzionari delle SS.

"Tutti questi esseri non avevano nulla di umano. Cervello, cuore e  anima, parole, gesti e abitudini erano deformati, un'orrenda caricatura che ricordava a stento tratti, pensieri, sentimenti, abitudini, gesti umani".


Le SS agivano unicamente con l'obiettivo di annichilire volontà e coscienza delle loro vittime, annientarne la psiche, riducendole in uno stato di shock psicologico mettendo in moto un circolo così crudele da essere assurdo e privo di logica.

Sconvolge - ogni volta, e non potrebbe essere diversamente, perché non è che ci si può abituare a certe letture come ci si abitua al caffè senza zucchero o ad alzarsi presto la mattina - leggere lo sgomento, il terrore, lo smarrimento dei poveri deportati - anziani, uomini, bambini, donne, ragazzine, persone sane, fragili, disabili... - all'arrivo nel lager: cosa ne sarà di loro? Che cos'è questo posto in cui sono arrivati dopo ore interminabili e sfiancanti di viaggio, trascorse ammassati in un vagone freddo, troppo piccolo per troppa gente...?
Cosa vogliono quei soldati che li guardano con un ghigno cattivo e urlano loro parole in tedesco?


Fa rabbia e fa sentire impotenti l'atteggiamento sprezzante delle SS del campo, divertite all'idea di poter decidere della vita e della morte di quei poveri corpi, già tanto provati, e che da lì a pochi giorni saranno sempre più magri, emaciati, infreddoliti. Irriconoscibili.

Treblinka funzionò ogni giorno per tredici mesi, e se la media mensile era di trecentomila vittime, in dieci mesi Treblinka sterminò tre milioni di persone.

E' un libro breve ma che, nel suo essere asciutto, nell'esposizione dei fatti in modo preciso, colpisce dritto allo stomaco, e non può essere diversamente quando leggiamo lo strazio di donne e uomini le cui carni furono lacerate dai cani addestrati ad attaccare i prigionieri, presi a manganellate, ci ferisce l'orrore delle camere a gas, della morte che sopraggiunge lenta (venticinque minuti circa) per mancanza d'ossigeno.
 
Questi ufficiali di Hitler privavano gradualmente gli esseri umani di ciò di cui ogni persona ha diritto di godere: per prima cosa toglievano loro la libertà, la casa e la patria e li portavano in un bosco desolato e senza nome. Una volta scesi dai treni, sul piazzale della stazione, venivano defraudati dei loro beni, delle lettere, delle fotografie dei loro cari. 
Una volta finiti dietro il filo spinato si separavano gli uomini dalle mogli, le madri dai figli; e infine, a quegli esseri umani ormai nudi, privi di documenti, non avevano più un nome.

Grossman ci dice però i nomi di questi ufficiali delle SS, di questi uomini esperti nel male - nell'uccidere, nel distruggere, nel cremare, perchè nulla vada dimenticato e si perda nell'oblio.

"Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità. Chiunque giri le spalle, chiuda gli occhi o passi oltre offende la memoria dei caduti."

Avvertiamo, ad ogni pagina, la dolorosa consapevolezza dell'orrore che si è consumato per mesi in quell'inferno, cui si aggiunge l'urgenza di sostenere con forza e convinzione che ogni singolo uomo è tenuto, dinanzi alla sua coscienza, alle future generazioni e al genere umano, a rispondere a una domanda: che cosa ha generato il razzismo? 

"Che cosa bisogna fare affinché il nazismo, il fascismo, l'hitlerismo non abbiano a risorgere né al di qua né al di là dell'oceano, mai e poi mai, in secula seculorum?"

È una domanda che l'autore si poneva nel 1944 ma che echeggia ancora ai nostri giorni, insieme alla necessità di ricordare quello che è stato, affinché non accada ancora, ai danni di nessun essere umano, in qualsiasi parte del mondo e a prescindere da fattori etnici, religiosi, politici, sessuali ecc...


 "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, 
perché ciò che è accaduto può ritornare". 

(Primo Levi)

martedì 26 gennaio 2021

LA SORELLA PERDUTA di Lucinda Riley, ultimo capitolo de "Le Sette Sorelle" (??) - in uscita l'11 maggio 2021

 

Ho appena appreso che il settimo ed ultimo libro della fortunata saga famigliare di Lucinda Riley "Le Sette Sorelle", è pronto: LA SORELLA PERDUTA ("The Missing Sister") è in uscita l'11 maggio 2021.


Ecco la sinossi (dal sito ufficiale dell'Autrice): in seguito alla rivelazione di Georg Hoffman, che potrebbe aver trovato la settima sorella, Maia e Ally scoprono l'indirizzo di un vigneto in Nuova Zelanda e il disegno di un insolito anello di smeraldi a forma di stella.  

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Poiché CeCe, che vive in Australia, è la più vicina, la mandano a indagare insieme alla sua compagna, Chrissie. 

Inizia così una corsa contro il tempo per identificare la sorella scomparsa, in modo che possa unirsi alle sue sorelle sul Titan per deporre una corona in un punto del Mar Egeo dove Ally ha visto l'ultima volta la barca di Pa' Salt.

La ricerca di questa sorella le porta in giro per il mondo, perché Mary McDougal, la donna che ha l'anello di smeraldo e che può confermare con certezza se sua figlia, Mary-Kate, sia la sorella scomparsa, ha intrapreso un tour mondiale dopo la morte del marito.

Mentre ogni sorella fa la propria parte per rintracciarla in Nuova Zelanda, Canada, Inghilterra, Francia e Irlanda, la sfuggente Mary riesce a scivolare tra le loro dita, e sembra che non voglia essere trovata ...


Da fan della serie, sono ovviamente felice che tra non molto il libro sarà pubblicato da Giunti; nel frattempo devo recuperare il sesto!

1. Le Sette Sorelle. Maia
2. Ally nella tempesta
3. La ragazza nell'ombra
4. La ragazza delle perle
5. La ragazza della luna
6. La ragazza del sole
7. La ragazza perduta

** AGGIORNAMENTO ** (grazie anche ai commenti dei lettori!)

8. ATLAS.THE STORY OF PA SALT (previsto per ottobre 2022)



https://www.facebook.com/LucindaRileyItalia


** ULTIMO AGGIORNAMENTO ** 

L'ottavo ed ultimo libro della serie, con protagonista Pa' Salt e che risponderà a ogni dubbio e mistero di noi lettori appassionati della saga, sarà pubblicato nella primavera del 2023. A proseguire il progetto di scrittura iniziato da Lucinda sarà il figlio Harry.



lunedì 25 gennaio 2021

Annarella Asuncion Morejon || Recensione di "L'ochetta Giuliana" - "Avventura in libreria" - "Fortunella e l'ultimo giorno dell'anno"



Tre favole per bambini (dai 4/5 anni in su) corredate dalle bellissime e coloratissime illustrazioni di Nada Salari, le quali arricchiscono splendidamente i racconti di Annarella Asuncion Morejon, che catturano il lettore per il loro essere musicali, simpatici, vivaci, ideali per far divertire e riflettere i piccoli, ma anche i grandi che leggono con e per loro, sull'importanza dello studio, sulla bellezza della lettura e su quanto sia fondamentale saper reagire con ottimismo ai piccoli problemi quotidiani.



L’OCHETTA GIULIANA


Alpes Ed.
ill. Nada Salari
32 pp
La protagonista di questo simpatico racconto in versi è l'oca Giuliana, che vive insieme alle altre ochette nella fattoria di nonna Lucia.
Ma mentre le amiche si recano ogni mattina a scuola, tutte felici, Giuliana non ci pensa proprio ad unirsi a loro: la scuola per lei è noiosa e le dà l'orticaria.
Preferisce di gran lunga farsi bella, indossare vestitini carini, truccarsi, andarsene in giro e stendersi pigramente al sole, senza curarsi del fatto che, al contrario suo, le sue compagne imparano tante cose ogni giorno, non solo a leggere, scrivere e far di conto, ma anche ad essere più avvedute e a riconoscere i pericoli.

E invece l'oca giuliva Giuliana, amante solo delle sciocchezze e dell'ozio, rischia di restare vanesia e impreparata davanti alla vita.
Imparerà che lo studio e la scuola sono importanti per vivere?



AVVENTURA IN LIBRERIA


Alpes Ed.
ill. Nada Salari
24 pp
Rosy è una bambina che ama la lettura e preferisce di gran lunga andare in una libreria che in un negozio di giochi. 

Un giorno vede fra gli scaffali un libro sulla cui copertina c'è un portone spalancato e una manina che la invita ad entrare... 
La piccola, un po' come l'Alice di Lewis Carroll, non ci pensa due volte ad accettare l'invito e, attraverso la lettura, si immerge in un mondo fantastico, immaginario, popolato da tante creature fantastiche e buffe, dal fiume Smemorato al Granchitorinco, dal Puzzle-gatto all'uccello Sorvolando.

Vive un'avventura incredibile... ma a un certo punto si sveglia e si ritrova in libreria: è stato sogno o realtà? 
Poco importa, perché ciò che conta è che attraverso i libri la sua fantasia sì è messa in moto e le ha regalato un pizzico di magia e libertà!

Entrambe le storie, corredate da vivacissime illustrazioni, comprendono versi in rima (baciata, incrociata...), il che conferisce una bella musicalità alla narrazione, stimola l'interesse dei bambini che la leggono (o l'ascoltano dalla voce espressiva di un adulto), favoriscono la memorizzazione e si prestano ad essere anche recitate.



FORTUNELLA E L'ULTIMO GIORNO DELL'ANNO


Alpes Ed.
ill. Nada Salari
24 pp
È arrivato l'ultimo giorno dell'anno a Boscociliegia!
Ci si prepara per festeggiare e anche la coccinella Fortunella è tutta eccitata all'idea di farsi fare una bella acconciatura dalla parrucchiera Svolazzina e di ritirare il suo bel vestito in stireria.

Esce di casa di buon mattino e tutta gioiosa, ma purtroppo durante il giorno le accadono inconvenienti antipatici che potrebbero renderla di cattivo umore e mandarle decisamente di traverso la giornata.

Ma la coccinella è un tipetto ottimista, è laboriosa, curiosa e creativa, ama la propria famiglia e fa sempre di tutto per rendere felici i suoi figlioli. 

Non c'è nulla che possa farle perdere il sorriso e il buon umore, infatti essa riesce a vedere sempre gli aspetti positivi di ogni esperienza che vive e si impegna per trasformare e volgere al meglio gli eventi negativi.

Fortunella - protagonista di una raccolta di brevi racconti, sette come i suoi puntini neri - ci insegna, con la sua innata solarità e positività, a non abbatterci davanti agli imprevisti spiacevoli, a non arrabbiarci davanti agli errori degli altri e a considerare come buone opportunità anche quei piccoli incidenti e problemi che poi, a ben guardare, non sono così tragici e, con un pizzico di fantasia e allegria, magari sono anche risolvibili!


Sono tre libri per bambini la cui lettura induce alla riflessione su argomenti di interesse quotidiano e pratico per grandi e piccini, e questo sia attraverso una protagonista bambina che attraverso personaggi del mondo animale, dai cui comportamenti giusti o sbagliati si può trarre una lezione, un insegnamento; lo stile e il linguaggio sono assolutamente consoni alla giovanissima età dei destinatari e possono costituire uno strumento utilissimo dal punto di vista educativo per genitori ed educatori, mettendoli in condizione di relazionarsi, attraverso la lettura, con i bambini in modo divertente, fantasioso e offrendo loro degli spunti stimolanti di conversazione.
Ringrazio di cuore l'Autrice, che gentilmente mi ha inviato le tre copie: le ho davvero apprezzate moltissimo e le consiglio a quanti hanno voglia di fare un regalo bello ed istruttivo a dei piccoli lettori.



domenica 24 gennaio 2021

Segnalazione e recensione: LORO TORNERANNO di Luca Tescione.

 

Buongiorno, cari lettori.

Oggi torno qui sul blog per presentarvi un racconto che, pur nel suo essere breve, si lascia leggere ed apprezzare per la penna struggente ed intensa dello scrittore.

LORO TORNERANNO di Luca Tescione


Siamo in un anno non precisato ma presumibilmente futuro in cui sulla terra è accaduto qualcosa che ha stravolto la vita degli esseri viventi, umani e non.

Il protagonista è un cane, rimasto solo all'interno di uno scenario dai tratti apocalittici, dove la natura rigogliosa è ormai un lontano e sconfortante ricordo.

La prima informazione che ci viene data è che "gli umani erano partiti anni prima" e a testimonianza della loro assenza c'è una navicella, triste reperto di un'umanità fuggita e che s'è lasciata alle spalle un teatro di desolazione e solitudine.

E il cane è lì, tra macerie e silenzio, ad aspettare che loro ritornino.

Adesso che è solo può permettersi di pensare e valutare questi umani, capaci di creare, dar corpo a fantasia ed immaginazione, intelligenti e "tecnologici", sì, ma anche tanto strani...: poco comprensivi ed empatici, violenti, nevrotici, irrispettosi verso la vita.

Cosa resta a questo esserino con la coda se non sognare? Forse proprio la sua inclinazione a vagare con la mente tra mondi diversi e possibili ha segnato il suo destino, facendo sì che ci si dimenticasse di lui.

Ma c'è qualcuno, anzi qualcosa, che non l'ha abbandonato: la Speranza.

Quella stessa speranza che ha guidato gli uomini ad essere curiosi, desiderosi di conoscere, progredire, di non mollare.

"Se fosse venuta meno la speranza, l'esistenza di ciascuno avrebbe perso ogni senso, nessuno avrebbe più desiderato fare alcunché, chiunque avrebbe rinunciato a prodigarsi per qualsivoglia scopo".

E adesso che gli è rimasta solo la speranza - insieme ai ricordi di un mondo che sembra perduto per sempre -, al nostro intelligente protagonista non resta che cercare di assecondare la propria voglia di migliorare, di continuare a prepararsi così che, se loro dovessero tornare, lo troverebbero pronto.

Un incipit distopico, uno sfondo da "fine del mondo", in cui l'assenza del genere umano - alla ricerca di una nuova esistenza su un'altra terra (forse perché questa l'ha rovinata egli stesso con la violenza, la mancanza di rispetto per natura e per i propri simili?) - si contrappone alla solitudine dell'unico superstite su questa nostra terra: un animale che, col suo fiuto infallibile, la sua commovente sensibilità, la sua capacità di osservare con saggezza questi umani pieni di creatività ma anche tanto capricciosi, spera contro ogni speranza che la vita ricominci, con nuovi profumi, colori, rumori. E quando questa rinascita succederà, egli sarà lì e sarà pronto ad accoglierla.

Come dicevo all'inizio, è un racconto intenso, che colpisce per lo stile delicato, poetico, che fa emergere la bellezza toccante di questo protagonista con la coda, che ci sembra di vedere mentre vaga da solo per luoghi che, se pur deserti e abbandonati, non gli impediscono di alzare gli occhi verso le stelle e di continuare a sperare e sognare.

E se c'è un sentimento che dobbiamo continuare a coltivare sempre, in ogni luogo e momento, è proprio la Speranza.


"Loro torneranno" è leggibile a questo link:

sabato 23 gennaio 2021

Novità Noir/giallo Fratelli Frilli Editori (gennaio 2021)

 

Amanti del noir e del giallo, ecco alcune novità editoriali per voi, tutte appartenenti a Fratelli Frilli Editori!


QUALCOSA DA TACERE di Massimo Ansaldo 

Genova, la famiglia Sperlinghi viene sconvolta dallo stupro della figlia minore Michelle. 
Il padre erede di una delle dinastie più influenti e facoltose della città scatena la caccia ai colpevoli. Sospetta che i mandanti siano da ricercare tra gli imprenditori rivali nei traffici internazionali. 
Michelle non è in grado di riconoscere i suoi aggressori. 
Viene infatti accertato che la ragazza è stata drogata con la “pillola dello stupro”, capace di cancellare la memoria dei fatti più recenti. 
Nel frattempo, due giovani balordi, si rendono conto di essere diventati inconsapevoli pedine di un gioco più grande di loro. 
I carabinieri conducono le indagini ufficiali, rallentati da esasperati protagonismi e sospetti reciproci con la Procura. 
Finalmente la verità emergerà a poco a poco, in una alternanza di colpi di scena, rimescolando le certezze che tutti i protagonisti credevano di aver acquisito. 
Sarà per loro l’occasione di afferrare l’ultimo barlume di speranza, alla condizione, però, che rimanga qualcosa da tacere di sé e del proprio passato.


QUELLA INVISIBILE FRAGILITA'  di Silvana Canevelli

Genova. Una ragazza viene trovata morta in un bosco nelle alture genovesi vicino a un bar. 
La polizia dopo una breve indagine, archivia il caso come morte accidentale. 
La madre, non convinta, continua le indagini affidandosi a un ex poliziotto, suo grande amico, ma l’assassino a sua volta trama per eliminare tutti coloro che hanno avuto storie con la povera ragazza. 
Attraverso amori, passioni, gelosie si dipana la storia dei personaggi in un crescendo di sospetti reciproci. 
Ma una testimonianza inattesa porterà alla fine alla scoperta del vero colpevole.




L'UOMO DEI SOGNI di Carlo Pompili

In una stanza di hotel Claudio Torre muore in circostanze a di poco sospette. 
Un incendio nella suite Julia dove i vigili del fuoco giungono troppo tardi. 
Le indagini sul corpo e nell'intera stanza in cui la vittima aveva alloggiato dicono che l'incendio, in verità, non sia mai scoppiato: Claudio Torre infatti non riporta alcuna lesione sul corpo. 
Iniziano così le indagini del maggiore Valeri che proverà a scoprire chi si nasconda dietro questo mistero.

martedì 19 gennaio 2021

Recensione: LA MIA PREDILETTA di Romy Hausmann

 

Una donna e una bambina, presumibilmente mamma e figlia, sono riuscite a fuggire da una capanna nel bosco, triste teatro di un'esistenza in gabbia, nelle mani di un uomo che le ha letteralmente segregate in casa. Una vicenda incredibile ed inquietante, in cui tutto ruota attorno a un castello di bugie e segreti.


LA MIA PREDILETTA
di Romy Hausmann


Giunti Ed.
trad. A. Daniele
384 pp

È notte quando un’ambulanza porta in ospedale una donna investita da un’auto sul ciglio del bosco; è priva di conoscenza e di documenti; con lei c'è Hannah, una ragazzina di tredici anni che dice di essere la figlia della sventurata, che si chiama Lena. 

Hannah viene affidata alle premurose cure di un'infermiera, Ruth, che cerca in tutti i modi di guadagnarsi la sua fiducia, con la speranza che possa aprirsi e parlare, fornendo più dettagli di sé, della madre e di cosa ci facessero nel bosco da sole e a tarda ora.

La ragazzina si rivela subito un osso duro: è sveglia, intelligente, ostenta una conoscenza superiore alla media dei suoi coetanei, conosce a memoria le definizioni da vocabolario di parole anche difficili,  se viene subissata di domande, inoltre, tende a chiudersi e ad ammutolirsi ma se decide di rispondere non esita ad assumere atteggiamenti di superiorità e saccenza quando percepisce nell'interlocutore anche la più lieve incertezza.
Per quanto questo atteggiamento possa far sorridere un adulto comprensivo, in realtà esso, a un occhio attento, appare altresì "anomalo" perché le dà un'aria da adulta, quando invece è sempre e comunque poco più che una bambina. 

A destare sospetti è il fatto, stranissimo, che la ragazzina non conosca il proprio cognome, né il nome di suo padre, né l’indirizzo di casa: vivono chiusi in una capanna perché «nessuno li deve trovare».

Sgomenta, Ruth riesce a carpire qualche informazione in più e apprende che Hannah ha un fratellino, Jonathan, che è rimasto a casa a ripulire il tappeto dopo il disastro compiuto dalla mamma, Lena.
Ripulirlo da cosa? Dalle macchie di sangue del papà, sulla cui testa Lena ha sbattuto un oggetto contundente... 

Intanto Lena pian piano si risveglia e ovviamente viene messa sotto torchio dalla polizia, che vuol vederci chiaro.

Dai suoi racconti viene fuori che la sua vita e quella dei suoi due figli ha seguito fino a quel momento le regole stabilite dal marito: pasti, visite al bagno, tempo di studio dei bambini..., ogni azione ed ogni momento della giornata sono rigorosamente programmati e meticolosamente rispettati. 
L'uomo diceva di voler proteggere la sua famiglia dai pericoli del mondo esterno e, per creare un ambiente famigliare apparentemente sereno e felice, si assicurava che i suoi figli avessero sempre una madre che si prendesse cura di loro. 

Lena è stata scelta come madre di Hannah e Jonathan, rapita dall'uomo con questo preciso scopo: fare da moglie fedele e devota a lui, e da madre sollecita e attenta per i ragazzi.

Ma Lena non si chiama affatto Lena e troppe cose non tornano, soprattutto quando a gettare ulteriori dubbi si aggiunge il collegamento con un'altra brutta storia, accaduta quattordici anni prima.
Nel 2004 a Monaco scomparve una studentessa di ventitré anni, Lena Beck; di lei semplicemente, da un momento all'altro, non s'è saputo più nulla.

Appena viene avvisato, il commissario capo Gerd Brühling ha subito un’intuizione: quella donna non può essere che proprio quella Lena, la figlia del suo migliore amico, Matthias Beck, che, insieme alla moglie Karin, vive nel dolore da allora, entrambi divisi tra il terrore di sapere che la loro bambina non tornerà mai più a casa, e la flebile speranza che sia ancora viva...

Quando quella notte - la notte dell'incidente nel bosco - Matthias viene informato che una certa Lena è in ospedale e che potrebbe trattarsi della figlia scomparsa, corre dalla donna per vederla e appurare se si tratti o meno di lei.
La delusione è enorme: quella donna nel letto non è sua figlia! Eppure... la figlia della sconosciuta, quella ragazzetta con i capelli biondi, la pelle diafana e gli occhi azzurro ghiaccio, è identica alla sua Lena da bambina.
Matthias lo sente: quella Hannah è sua nipote, è la figlia di Lena, lui ne è certo!!

Col passare dei giorni, una realtà sempre più sconcertante verrà alla luce e sarà difficile districarsi in questa rete di mezze verità, fantasie infantili, indizi contrastanti.

La narrazione procede in modo corale, attraverso i POV dei personaggi principali.

C'è Hannah, che con la sua giovanissima voce racconta la propria verità, vista con gli occhi di una ragazzina che è nata e cresciuta in modo molto particolare, "anomalo": non è mai uscita dalla capanna prima della sera dell'incidente; le finestre della capanna in cui ha vissuto da sempre con papà, mamma e fratellino, erano sigillate, così che fosse impossibile guardare fuori. Ma per quanto quella situazione fosse bislacca, per lei era la normalità, in quanto ha conosciuto solo quella.

C'è la prospettiva di Lena, che non si chiama così, ma il suo nome è Jasmin. Chi è davvero questa povera donna che racconta alla polizia e a noi lettori gli ultimi quattro mesi della sua vita angosciante e costellata di abusi fisici e psicologici nella capanna nel bosco, costretta a impersonare il ruolo di madre/moglie felice, a fingere di essere una persona che non è..., pena botte, sevizie e, chissà, la morte?

E poi c'è il padre della giovane scomparsa: Matthias è un uomo il cui cuore è affaticato, oppresso dal dolore di una figlia amatissima sparita nel nulla; un padre che adesso sembra intravedere uno spiraglio di speranza in Hannah: ci sarà una ragione se questa è identica alla sua Lena, e lui è intenzionato a non abbandonare la ragazzina perché prendersi cura di lei è come farlo a Lena...

Ma Lena - quella vera - che fine ha fatto? È davvero lei la madre di Hannah e Jonathan? Perché questa Jasmin ha detto inizialmente di chiamarsi Lena?
E soprattutto, chi è il mostro che ha tenuto rinchiuso le sue tre vittime in una capanna ai margini di un bosco? 

È un thriller davvero appassionante perché ogni pezzettino di verità viene svelato progressivamente e, se getta luce su alcuni aspetti, ne introduce altri che aspettano poi di essere rivelati anch'essi.
È una storia drammatica, di vite spezzate, di donne trattate come oggetti, costrette ad essere sottomesse al loro sequestratore e padrone, che vuol costringere gli attori di questo dramma a fare quello che vuole lui.

A un certo punto della narrazione, sembra che l'incubo sia comunque finito (i tre sequestrati sono liberi, anche se con innumerevoli problemi emotivi, frutto della brutta esperienza vissuta; il rapitore... è morto, no?, ucciso durante la notte dell'incidente...), ma c'è ancora qualcuno che si diverte a terrorizzare Jasmin... e l'autrice ci conduce, con un ritmo che non smette di essere sempre più incalzante e attraverso particolari e situazioni che fanno salire la tensione, verso un epilogo che risponde a ogni domanda, tenendo con il fiato sospeso fino alla fine.

Una bella scoperta, è un romanzo che consiglio, l'ho trovato ben costruito, con una bella trama, con personaggi ben tratteggiati sotto il profilo emotivo e la scrittura dal taglio cinematografico fa sì che ci si immagini bene ogni scena, proprio come se fossimo in un film.

domenica 17 gennaio 2021

Recensione: IL TRIBUNALE DELLE ANIME di Donato Carrisi


Marcus è un uomo senza passato, i cui ricordi sono stati spazzati via da qualcosa di drammatico che ha vissuto e che gli ha portato via la sua identità. Ma, con o senza memoria, l'uomo sa di avere un compito da assolvere: inoltrarsi negli antri più bui del Male, dove l'animo umano si abbrutisce e diventa capace di qualsiasi malvagità. E trovarvi le anomalie che possono condurre alla verità.


IL TRIBUNALE DELLE ANIME
di Donato Carrisi


Tea Ed.
462 pp

"C'è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. E' lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto. Noi siamo i guardiani posti a difesa di quel confine. Ma ogni tanto qualcosa riesce a passare."

Roma. Sotto una pioggia battente, un'ambulanza giunge in un'abitazione di periferia per soccorrere un uomo colto da infarto; la dottoressa di turno, Monica, si accorge però che in quella cupa casa c'è un particolare inquietante che le ricorda con dolore un evento tragico che ha stravolto la sua vita: un pattino a rotelle appartenuto alla sua gemella, sgozzata da un serial killer ancora in circolazione. 

E adesso, davanti a lei, c'è quest'uomo, Jeremiah Smith, che sul petto nudo si è scritto una sola parola: UCCIDIMI. È lui l'assassino di sua sorella? Cosa farà Monica: si comporterà in modo professionale e salverà comunque il mostro che le ha portato via la sua Teresa o si vendicherà?

Intanto, un'altra ragazza è stata presa di mira da un criminale: Lara, una studentessa dalla vita regolare e tranquilla, è scomparsa nel nulla. A indagare in modo sommerso e nell'ombra c'è Clemente, il quale si sta facendo affiancare nelle indagini da Marcus, un cacciatore del buio, addestrato a riconoscere le anomalie, a scovare il male e a svelarne il volto nascosto. 

 

"Anomalie, in fondo era questo che cercavano. Minuscoli strappi nella trama della normalità. Piccoli inciampi nella sequenza logica di una comune indagine di polizia. In quelle insignificanti imperfezioni si nascondeva spesso qualcos'altro. Un passaggio verso una verità differenze, inimmaginabile. Il loro compito iniziava da lì".


Marcus ha perso la memoria dopo aver quasi perso la vita in un agguato di cui conserva pochissimi e confusi frammenti, che lo vedono a Praga insieme ad un uomo, in quale evidentemente era un suo amico (Devok).

Anche se l'uomo non ne è ancora pienamente cosciente, lui è uno dei cacciatori migliori in circolazione, ha un talento formidabile nel guardare negli abissi della malvagità, nell'ipotizzare mosse, pensieri, motivazioni, personalità e passi falsi dei criminali: chi meglio di lui potrebbe aver successo nel trovare la povera Lara prima che sia troppo tardi?

Se è vero che ogni caso è a sé ed ha i suoi particolari unici e differenti dagli altri, anche in questo ci dev'essere un dettaglio che rende la sparizione della ragazza diverso da ogni altro: è su quei dettagli che deve giocarsi la partita e solo lui può averla vita contro l'astuto serial killer. 

Sandra Vega vive a Milano, è una fotorilevatrice della Scientifica e il suo lavoro è fotografare i luoghi in cui è avvenuto un fatto di sangue; è addestrata a riconoscere gli indizi e i dettagli fuori posto, perché sa che in essi si annida la morte ed è da lì che bisogna cercare il colpevole.

Pur essendo una donna di soli ventinove anni, Sandra è già vedova; suo marito David era un fotoreporter ed è morto sei mesi prima accidentalmente, cadendo da un palazzo in costruzione a Roma.
Eppure, basta una telefonata da parte di uno sconosciuto - un certo Shalber, che dice di lavorare nll'Interpol - a insinuarle seri dubbi su come siano andate effettivamente le cose: in che pericoloso intrigo era coinvolto suo marito? Sulle tracce di chi era, chi stava cercando? Cosa ci faceva in quel palazzo abbandonato in cui non c'era nulla da fotografare?

Su suggerimento del misterioso interlocutore telefonico, Sandra decide di esaminare i contenuti del bagaglio da viaggio di David, rinvenendo, tra le altre cose, delle foto: in una di queste è ritratto un uomo con una cicatrice su una tempia, che altri non è che Marcus.

Ovviamente Sandra si reca a Roma per cercare di capire la verità sulla morte del coniuge, apprendendo da subito che essa non è stata un incidente, bensì un omicidio. Perché? Chi poteva volere la sua morte?

Nel frattempo, a Roma, indagando sempre sul caso della studentessa, Marcus si imbatte in un duplice omicidio avvenuto diciassette anni prima, quello di una coppia di amanti barbaramente assassinati; il figlio della donna, ormai adulto, ne è ossessionato ed è alla ricerca della vendetta e della verità, e sarà proprio Marcus a condurlo ad essa. Quest'ultimo comprende di essere stato manipolato da una mente scaltra e diabolica che ha voluto intenzionalmente coinvolgerlo in questo cold case per fargli capire che l'identità di Marcus non è un segreto.

Sì, perché Marcus è un penitenziere, un prete che ha ricevuto il potere dalla Chiesa di Roma di giudicare peccati gravissimi, mortali (da qui "tribunale delle anime"); l'attività svolta dalla cosiddetta Penitenzieria Apostolica, il più vasto archivio criminale del mondo, consiste nello studiare gli eventi criminosi e le personalità dei criminali e catalogarli, ma allo stesso tempo questi religiosi agiscono nell'ombra, di nascosto e parallelamente alle indagini di polizia ufficiali, dando il loro contributo (spesso prezioso) per scovare i killer e ricacciare indietro le tenebre, l'oscurità.

Le strade di Marcus e di Sandra presto si incrociano, portando allo scoperto un mondo segreto e spaventoso, un disegno terribile nascosto nelle pieghe oscure di Roma, in una sorta di sinistro tour tra basiliche e musei dove i due dovranno stare molto attenti ai particolari sfuggenti e apparentemente insignificanti, ma che in realtà sono la strada per far luce e giungere a sbrogliare la matassa.

Sia Marcus che Sandra vengono messi di volta in volta davanti ad enigmi da risolvere per accedere a piccole ma essenziali verità; ogni enigma è fatto di tanti piccoli misteri che, se svelati, permettono loro di procedere verso il traguardo; è un po' come il "gioco delle scatole cinesi": per arrivare alla fine - alla verità - intervengono sempre nuovi elementi.

Tante sono le bugie e innumerevoli i depistaggi che cercheranno di occultare le orme da seguire per risolvere il caso; sarà difficile per i due protagonisti avere piena coscienza di chi fidarsi e di chi no; lo stesso Marcus è un personaggio molto sfaccettato, sulla cui amnesia e sul cui ruolo di penitenziere vengono gettati piccoli ma inquietanti dubbi e interrogativi.

Al centro di questo complicato thriller, ricco di intricate dinamiche ed avvenimenti intrecciatissimi tra loro che accadono in un arco temporale limitato (cinque giorni), vi è il male, con il suo potere di infettare la vita di colui che ne viene intaccato, annidandosi come un parassita silenzioso che cresce nelle "metastasi dell'odio e del rancore".

A catturare l'attenzione del lettore è la consapevolezza - che è anche quella acquisita progressivamente da Sandra - che il male non si nasconde nel buio, ma è nell'ombra, dove il confine tra luce e oscurità si fa vago, indefinibile, in quello spazio in cui si annidano non dei mostri dalle fattezze orribili ma palesi e identificabili, bensì delle persone apparentemente normali, che a un certo punto diventano capaci di compiere azioni mostruose.

 

"Il bene e il male sono innati in ognuno di noi, oppure dipendono dal percorso che ognuno compie nella propria vita? "


La narrazione del presente, molto dinamica, piena di colpi di scena, disseminata di indizi che man mano conducono allo svelamento di un pezzetto di verità, è interrotta da flashback (ambientati ora in Argentina, ora a Parigi o in Ucraina) risalenti ad un anno prima, in cui incontriamo un uomo alla ricerca di un pericoloso e scaltro serial killer trasformista.

Ho trovato molto interessante l'accenno alla "sindrome del camaleonte", una patologia che vede chi ne è affetto nel ruolo di trasformista, che imita i gesti del suo interlocutore,  fungendo quasi da specchio per le altre persone; egli è portato, dunque, a imitare l'altro praticamente in tutto: nelle emozioni come nelle posture, nelle espressioni facciali, nel linguaggio ecc...

Come sa chi mi legge, amo Carrisi e quando mi accosto ad un suo romanzo sono sempre galvanizzata perché so già che mi andrò a infilare in un mega labirinto tortuoso, in cui i protagonisti devono affrontare prove e misteri che li metteranno non solo a confronto con la malvagità presente in generale nel mondo e, in particolare, in singole persone - alcune insospettabili -, ma con i lati oscuri di se stessi e con le proprie paure e debolezze.

Una trama ingarbugliata, ricca di imprevisti, verità svelate un po' alla volta, e capace ogni volta di farmi dubitare di aver capito bene tutto; confesso la mia culpa gravis: annoto un sacco di cose quando leggo i romanzi di quest'autore, perchè rischio davvero di perdere il filo, ma alla fine i dubbi restano lo stesso :-D

Se vi piace l'idea di confrontarvi con gli abissi oscuri della mente umana e di incamminarvi lungo percorsi aggrovigliati, prego, accomodatevi ^_-

giovedì 14 gennaio 2021

Recensione: QUESTA SCUOLA NON È UN ALBERGO di Pino Imperatore

 

Il protagonista di questo romanzo spensierato e simpatico è il diciottenne Angelo, la cui vita si snoda tra scuola e famiglia, ed è resa unica e bella dalla presenza dei propri cari, del pappagallo Cico e dei compagni di classe, con cui si appresta ad affrontare la maturità. Ma anche in un'esistenza apparentemente perfetta può nascondersi un dolore sottile e costante che getta un po' di malinconia nei suoi pensieri di adolescente.


QUESTA SCUOLA NON È UN ALBERGO 
di Pino Imperatore


Giunti Ed.
288 pp

Ci sono nomi che sono tutto un programma già dalla nascita, e se ti chiami Angelo D'Amore non puoi che tener fede a questa bell'accoppiata ed essere un ragazzo d'oro, di quelli che tutti vorrebbero come figlio, fratello, amico, alunno, fidanzato, ecc...

Ed è proprio così! Angelo è realmente un bravissimo ragazzo: intelligente, diligente a scuola, educato, sensibile, un amico leale, sincero, un figlio premuroso, responsabile, un fratello affettuoso e presente, un nipote dolce e attento.

Vive insieme al papà e alla sorellina Gioia in una casa che si affaccia sull'incantevole Golfo di Napoli e frequenta l'ultimo anno dell'istituto alberghiero "Lucullo". 

Le sue giornate scorrono serene assieme ai suoi simpatici compagni di classe, che Angelo - narratore preciso -  ci presenta con un pizzico di ironia e vivacità, da cui traspare tutto l'affetto che nutre per loro:  Pinuccio detto 'o Scienziato per la sua ossessione verso gli extraterrestri, Alfonso detto 'o Muscio per la sua lentezza esasperante o Maria Peppa Pig, che ama il cibo più di ogni cosa, Bombolone, che fa un po' il bulletto...
E poi ci sono i professori, come quello di matematica, Zumbano, le cui peculiarità sono il fiato puzzolente e la pioggia di sputi quando parla; oppure Navarro, che insegna lingue ed è capace di inserire spagnolo, inglese e napoletano in una stessa frase.
E soprattutto c'è colei che incarna e rappresenta l'espressione corpo docente: la bella insegnante di Letteratura, Fiorella Romano, di cui il nostro Angelo è segretamente innamorato.

Angelo ci racconta qualcosa di sè (vuol diventare un grande chef e a casa fa a gara col suo papà, che pure si diletta tra i fornelli), del padre Lorenzo - bello, dolce, comprensivo -, della sorella Gioia, una bimba di otto anni molto arguta, chiacchierone, buffa, accanita lettrice e attenta osservatrice; conosciamo anche i nonni paterni, sempre disponibili, e il pennuto di casa, il pappagallino Cico, anche lui super intelligente e con una favella spettacolare.

Insomma, potrebbe essere il ragazzo più spensierato e felice del pianeta Terra, se non fosse per la mancanza della persona più importante della sua vita: la madre, morta durante un naufragio mentre era in barca col marito, in circostanze mai del tutto chiarite. Il padre, infatti, preferisce tacere sulla sciagura, sulla dinamica dei fatti che hanno causato la perdita della vita dell'amata moglie.

Il dolore per questa mamma che non c'è più fa male: è sempre lì, da qualche parte nel cuore e nella mente, a pulsare, spesso silenziosamente e altre volte in modo forte.
Certe assenze bruciano, fanno male e non si possono colmare mai completamente.
Però bisogna andare avanti, vivere ogni giorno  cercando di trarre il meglio dalla vita, e Angelo è un ragazzo che non si risparmia e si impegna in tutto ciò che fa, negli studi come nei rapporti con gli altri.

Leggere le piccole avventure di Angelo insieme a famigliari ed amici è stato simpatico, e lo stesso contesto scolastico non mi è dispiaciuto affatto, anzi mi ha riportata un po' indietro ai tempi delle superiori, che io ricordo con piacere, perché è stato un bel periodo.
In particolare, però, mi hanno coinvolta maggiormente i momenti in cui il protagonista ha cercato di capire il malessere e il peso sul cuore che si porta dietro suo padre dal giorno dell'incidente in barca, e che rischia di schiacciarlo se non lo condivide con chi ama.

L'autore si è immedesimato bene nei panni - nel linguaggio come negli interessi, nei sentimenti e nelle emozioni - di un diciottenne, lo stile è molto fluido, il linguaggio giovanile (adeguato al protagonista e al contesto), le pagine scorrono veloci e piacevoli nell'immergersi nel clima allegro e "casinista" della scuola diretta dalla preside De Cecco, donna severa ma giusta.

Ma..., ci sono dei ma, che si racchiudono tutte in un'unica ragione: perfetto.
Sì, cari miei, se c'è una cosa che non ho potuto non pensare mentre leggevo il libro è che qui è tutto troppo perfetto, idilliaco. Fiabesco e quindi... poco realistico.
Son tutti (troppo) buoni e bravi, a cominciare dal protagonista: sempre impeccabile, fa bene pure quando sbaglia, lo amano tutti perché non c'è in lui un accenno di egoismo, di grilli per la testa, anzi!, è responsabile e maturo nonostante sia un pischello.
Stesso discorso per gli amici: simpatici, burloni, vivaci ma senza essere maleducati; l'unico aspirante bullo ha un soprannome tutt'altro che pericoloso (Bombolone) e passa comunque presto sulla sponda della bontà, dopo aver dato ad Angelo qualche motivo di preoccupazione.
I professori sono i docenti che avremmo voluto avere tutti, malgrado i difetti di ciascuno (o forse proprio per quelli) e il discorsetto di fine anno - per incoraggiare la classe prima della maturità - li ha fatti apparire a dir poco esemplari come insegnanti. Confesso di aver provato molta simpatia per il prof. Navarro, col suo modo di parlare bislacco, che mescola dialetto, italiano e altre lingue in un'unica frase, risultando davvero buffo.
Cico, poi, l'ho trovato più umano che animale; io non sono esperta di pappagalli, ma questo non si limita a ripetere qualche parola buffa, bensì fa proprio discorsi articolati!
Fortunatamente c'è un personaggio che mostra le proprie insicurezze e fragilità, ed è il padre di Angelo, protagonista verso la fine di un momento carico di apprensione.

Concludendo: mi aspettavo sinceramente un piglio più comico, buffo, che mi strappasse qualche breve risata, e invece ho trovato questo libro sì piacevole, per l'atmosfera simpatica - la "napoletanità" ha il suo peso, a tal proposito - e godibile, grazie anche alla giovane età del protagonista e dei suoi compagni, ma sostanzialmente molto semplice, "scaccia-pensieri" certo, senza troppe pretese. E poi, ripeto, si sente odor di perfezione attorno ad Angelo.

Non mi ha rapita, ecco, e non rientrerà probabilmente tra le letture indimenticabili del mese :(


domenica 10 gennaio 2021

Nuovi libri in lettura

 

Vi presento due libri che ho iniziato a leggere da pochissimo ^_^




QUESTA SCUOLA NON È UN ALBERGO
di Pino Imperatore


Giunti Ed.
288 pp
Angelo D'Amore è un ragazzo che renderebbe orgogliosa ogni mamma: ha diciotto anni, è bello, simpatico, intelligente e non ha grilli per la testa. 
Vive in una casa che si affaccia sull'incantevole Golfo di Napoli e frequenta l'ultimo anno dell'istituto alberghiero "Lucullo". Circondato da una banda di bislacchi compagni di classe, come Pinuccio detto 'o Scienziato per la sua ossessione verso gli extraterrestri, Alfonso detto 'o Muscio per la sua lentezza esasperante o Maria Peppa Pig, che ama il cibo più di ogni cosa, Angelo è segretamente innamorato della sua prof. di Lettere e sogna di diventare un grande chef. 
Insomma, potrebbe essere il ragazzo più spensierato del pianeta Terra, se non fosse per la mancanza della persona più importante della sua vita: la madre, morta durante un naufragio mentre era in barca col marito, in circostanze mai del tutto chiarite. Il padre, infatti, preferisce tacere sulla sciagura. 
Un'ombra che Angelo, con tutta la comicità, la leggerezza e la ferocia dei diciott'anni, è determinato a chiarire.




IL CERCHIO DI PIETRE
di Enrico Graglia


goWare Ed.
390 pp

Vincenzo, ragazzo di provincia, fa una strana scoperta al fiume. 
Ne derivano sogni oscuri e vivide allucinazioni, che ostacolano la sua relazione con l'intraprendente e affascinante Lavinia e lo spingono a credere che in gioco ci sia più della propria sanità mentale. 
È possibile che qualcuno - o qualcosa - stia cercando di mettersi in contatto con lui? E cosa ci fa un antico e misterioso cerchio di pietre nella campagna piemontese? 
Ad aiutare Vincenzo, lo scrittore-guru Saverio, in cerca di riscatto da un'esistenza mediocre. 
I tre protagonisti di questa storia dark, che affonda le sue radici nella provincia italiana, si confronteranno con l'ignoto, causa delle nostre più grandi paure, in cui a decidere l'esito dell'eterno scontro fra Bene e Male è la fragilità stessa dell'animo umano

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