Buongiorno, cari lettori.
Oggi torno qui sul blog per presentarvi un racconto che, pur nel suo essere breve, si lascia leggere ed apprezzare per la penna struggente ed intensa dello scrittore.
LORO TORNERANNO di Luca Tescione
Siamo in un anno non precisato ma presumibilmente futuro in cui sulla terra è accaduto qualcosa che ha stravolto la vita degli esseri viventi, umani e non.
Il protagonista è un cane, rimasto solo all'interno di uno scenario dai tratti apocalittici, dove la natura rigogliosa è ormai un lontano e sconfortante ricordo.
La prima informazione che ci viene data è che "gli umani erano partiti anni prima" e a testimonianza della loro assenza c'è una navicella, triste reperto di un'umanità fuggita e che s'è lasciata alle spalle un teatro di desolazione e solitudine.
E il cane è lì, tra macerie e silenzio, ad aspettare che loro ritornino.
Adesso che è solo può permettersi di pensare e valutare questi umani, capaci di creare, dar corpo a fantasia ed immaginazione, intelligenti e "tecnologici", sì, ma anche tanto strani...: poco comprensivi ed empatici, violenti, nevrotici, irrispettosi verso la vita.
Cosa resta a questo esserino con la coda se non sognare? Forse proprio la sua inclinazione a vagare con la mente tra mondi diversi e possibili ha segnato il suo destino, facendo sì che ci si dimenticasse di lui.
Ma c'è qualcuno, anzi qualcosa, che non l'ha abbandonato: la Speranza.
Quella stessa speranza che ha guidato gli uomini ad essere curiosi, desiderosi di conoscere, progredire, di non mollare.
"Se fosse venuta meno la speranza, l'esistenza di ciascuno avrebbe perso ogni senso, nessuno avrebbe più desiderato fare alcunché, chiunque avrebbe rinunciato a prodigarsi per qualsivoglia scopo".
E adesso che gli è rimasta solo la speranza - insieme ai ricordi di un mondo che sembra perduto per sempre -, al nostro intelligente protagonista non resta che cercare di assecondare la propria voglia di migliorare, di continuare a prepararsi così che, se loro dovessero tornare, lo troverebbero pronto.
Un incipit distopico, uno sfondo da "fine del mondo", in cui l'assenza del genere umano - alla ricerca di una nuova esistenza su un'altra terra (forse perché questa l'ha rovinata egli stesso con la violenza, la mancanza di rispetto per natura e per i propri simili?) - si contrappone alla solitudine dell'unico superstite su questa nostra terra: un animale che, col suo fiuto infallibile, la sua commovente sensibilità, la sua capacità di osservare con saggezza questi umani pieni di creatività ma anche tanto capricciosi, spera contro ogni speranza che la vita ricominci, con nuovi profumi, colori, rumori. E quando questa rinascita succederà, egli sarà lì e sarà pronto ad accoglierla.
Come dicevo all'inizio, è un racconto intenso, che colpisce per lo stile delicato, poetico, che fa emergere la bellezza toccante di questo protagonista con la coda, che ci sembra di vedere mentre vaga da solo per luoghi che, se pur deserti e abbandonati, non gli impediscono di alzare gli occhi verso le stelle e di continuare a sperare e sognare.
E se c'è un sentimento che dobbiamo continuare a coltivare sempre, in ogni luogo e momento, è proprio la Speranza.
Recensione accurata, partecipata e toccante per un racconto che fa commuovere e riflettere il lettore.
RispondiEliminaGrazie!
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaMolto interessante. Mi piace l'idea che sia un animale e non un essere umano a farci vivere la storia e poi amo i racconti li trovo una bellissima forma letteraria
RispondiEliminaSon d'accordo. È un punto di vista tenero e sensibile.
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