giovedì 14 luglio 2022

** RECENSIONE ** LE STANZE SEGRETE DELLA PIOGGIA di Viviana De Cecco



Per Rebecca, tormentata da un passato famigliare che ha causato tanto dolore a lei e ai suoi cari, è difficile ritornare nella cittadina in cui è cresciuta, ma è ciò che fa, nonostante tutto. La sua vita è un continuo stare sotto una pioggia scrosciante, in cui ogni goccia è una lacrima che racchiude sensi di colpa, rimorsi e solitudine; adesso per la ragazza è arrivato il momento di scrollarsi dal cuore tutta la pesantezza che la opprime e di affrontare i propri segreti e le proprie paure.


LE STANZE SEGRETE DELLA PIOGGIA
di Viviana De Cecco



Genesis Publishing
186 pp
«Voglio essere una pioggia di cui non aver paura. Una pioggia che lavi via il dolore e lo trascini lontano.»

Rebecca ha vissuto per un po' di tempo a Berlino, fuggendo dalla cittadina in provincia di Venezia in cui viveva con la famiglia, per cercare di rifarsi una vita lontana da un passato doloroso.
Nella capitale tedesca aveva sognato di poter lavorare come fotografa, scontrandosi con la dura realtà della crisi; i soldi erano sempre pochi e per sbarcare il lunario Rebecca doveva svolgere addirittura tre lavori, tutti precari: cameriera ai tavoli di un ristorante italiano all’ora di pranzo, addetta alle prenotazioni di un sito internet di viaggi nelle ore notturne e dog sitter nel fine settimana.

Quando la storia con il fidanzato Alessandro giunge al capolinea, Rebecca sente che non ci sono più delle vere ragioni per restare a Berlino; a darle conferma di questo ci pensa l'amica di sempre, Maddalena, che le suggerisce di "tornare finalmente a casa" e di sistemarsi da lei.
Seppur reticente, Rebecca accoglie il consiglio e ritorna in Italia, nella sua cittadina, cominciando a lavorare in un negozio (di proprietà di Maddalena).

È in un giorno di pioggia che la sua vita comincia a prendere strade inaspettate.
Del resto, la pioggia ha sempre accompagnato determinati eventi della sua esistenza, e purtroppo non belli, anzi.

"...il suo cuore era stato devastato da una pioggia di dolore sotto cui si era ritrovata indifesa e vulnerabile."

E anche quando piove Rebecca mantiene un'abitudine di cui proprio non sa liberarsi: protetta dal suo ombrello azzurro si ferma ogni sera a osservare le finestre di un appartamento vuoto. 

Come mai, chi abita in quel palazzo?

Dietro i vetri delle finestre ci sono stanze che, in un tempo che sembra essere ormai lontanissimo, hanno risuonato di risate, voci allegre, scherzi, abbracci, momenti di gioia e complicità famigliare.
Uno spazio e un luogo che una serie di fatti drammatici, capitati alla sua famiglia, hanno strappato via per sempre.

Rebecca ha avuto un'infanzia felice con i suoi cari genitori e il fratello Damiano, fino al giorno nefasto in cui suo padre, in seguito ad un fallimento in ambito lavorativo, ha abbandonato lei, sua madre e suo fratello maggiore, senza un biglietto e senza una spiegazione, lasciando che essi se la vedessero da soli con i creditori che bussavano alla loro porta, pronti a togliere loro tutto.

E Rebecca e la sua famiglia sono stati davvero privati di tutto: casa, mobili, oggetti e soprattutto la loro dignità come persone.

Quella tragedia aveva portato una lacerazione in casa, rendendo la madre l'ombra di ciò che era prima: una donna infelice, abbandonata dal proprio uomo, che doveva affrontare una situazione economica complessa con solo i figli accanto; dopo l'abbandono, la donna non aveva più avuto la forza di lottare per essere di nuovo felice.

E Rebecca ha dei forti sensi di colpa verso la mamma e il fratello perché sa di averli abbandonati anche lei!

Non è rimasta con loro e non per vigliaccheria o egoismo, ma perché i sensi di colpa la divoravano: la giovane, infatti custodisce un particolare segreto  di ciò che accadde non molto tempo dopo la fuga del padre: un fatto di cui si incolpa perché convinta che lei avrebbe potuto far qualcosa affinché non si verificassero, poi, altre conseguenze penose.

Ma il passato non possiamo modificarlo e piangersi addosso... a cosa può servire?

Rebecca lo sa, eppure non riesce a liberarsi dei suoi fantasmi e della sgradevole e malinconica sensazione che per lei, nel suo futuro, ci sia sempre e solo pioggia: quella pioggia carica di tristezza, di grigiore, che rimarca tutta la fragilità del suo cuore.

Ma, come dicevo più su, in un giorno di pioggia accade qualcosa che potrebbe stravolgerle l'esistenza. Se lei vorrà.

Una sera, mentre è davanti al palazzo che non può fare a meno di contemplare, col sole o con le nuvole, si scontra accidentalmente con l'affascinante Massimiliano. 

Trentenne in carriera, restio a "mettere radici" e ad instaurare relazioni sentimentali durature, Massimiliano resta folgorato da quella ragazza dai capelli neri, gli occhi profondi e l'ombrellino azzurro.

Entrambi, a dire il vero, dopo aver scambiato qualche battuta - neanche troppo cortese - continuano a pensarsi... e qual è la loro sorpresa nel rivedersi nel negozio di Maddalena, apprendendo che lui lavorerà lì, assieme a Rebecca. 

Nonostante tutti e due sentano di avere un "cuore vagabondo", l'attrazione scatta immediatamente, anche se a placare i sensi ci pensano la ragione e il cuore, sempre sul chi va là.

Però Massimiliano è testardo e realizza di tenerci davvero a quella ragazza un po' schiva, diffidente, poco incline alle confidenze ma che - è evidente - ha un mondo di emozioni dentro che chiede di venir fuori, e cerca in tutti i modi di scavare nell'anima della sua "ragazza della pioggia" e di trovare le risposte ad alcune domande che, via via che si frequentano (e non solo per lavoro) emergono.

Massimiliano capisce che il palazzo in cui vive (è, infatti, in affitto in un appartamento dello stabile) è proprio quello davanti al quale si ferma costantemente Rebecca, che resta immobile e nostalgica sotto la sua finestra, di sera, per ragioni che ancora non sa. Quali sono?

E perché la ragazza, da quando è tornata, non ha avuto rapporti con la famiglia?

Cosa l'ha resa così eccessivamente cauta verso l'amore? Perché le è così difficile abbandonarsi ai sentimenti che i due nutrono l'uno verso l'altra?

Certo, anche Massimiliano ha le sue paure e anche lui deve decidere cosa vuole dalla vita, a cosa e a chi dare priorità, ma ciò che per lui conta di più è aiutare Rebecca a sbloccarsi e a realizzare che non ci sono solo lacrime nella pioggia, ma anche vita e speranza.

 

"...il destino aveva deciso di intrecciare le loro strade senza neppure chiedere il permesso. Il destino era come la pioggia. A volte, si dimenticava di dare segni premonitori e si abbatteva sulla vita delle persone come un temporale improvviso."


Il giovane tenterà di scoprire quali dolorose verità si annidino nell'animo solitario di Rebecca e per 
quale ragione ella odi la pioggia più di se stessa.
E chissà, magari grazie a quel misterioso appartamento al quale Rebecca è tanto legata e nelle cui stanze i due vivono con gioia ed entusiasmo il loro amore, il passato potrebbe riconciliarsi col presente, fugare ogni dubbio, rimorso, senso di colpa, vergogna e, proprio come accade al sole, che riappare dopo la pioggia, anche il futuro potrebbe finalmente trovare il suo posto e apparire più luminoso e pieno di speranza.

"Le stanze segrete della pioggia" è un romanzo che racconta una dolce storia d'amore, nata per caso ma che cresce piano piano, perché entrambi i protagonisti, malgrado le paure, le reticenze, i mille dubbi, sentono un gran bisogno di dare e ricevere amore, di avere una ragione vera per mettere le proprie radici, trovare una "casa" e non essere più delle anime raminghe, alla costante ricerca di una felicità che si diverte a farsi rincorrere.
Massimiliano è un giovane uomo che non si lascia scoraggiare dal carattere chiuso e guardingo di Rebecca, ma si sforza di farla sfogare, di ascoltarla e di aiutarla a liberarsi di ciò che la fa star male.
Lei, dal canto suo, è una donna sensibile, che però si è caricata, negli anni, di pesi troppo gravosi da portare, che finora l'hanno resa infelice e di cui deve essere pronta a liberarsi, se vuole darsi la possibilità di ricongiungersi con i propri cari e di provare a vivere il bello che la vita le vuol donare.

È una storia, quindi, d'amore certamente, ma anche di vicissitudini personali e famigliari che - come accade del resto anche nella vita reale - inevitabilmente segnano la vita di chi si ritrova ad affrontarle.
Una lettura romantica e senza dubbio piacevole, anche per la scrittura dell'autrice, che si riconferma sensibile e introspettiva nello scavare nell'interiore dei suoi personaggi. 

martedì 12 luglio 2022

** RECENSIONE ** BLU di Giorgia Tribuiani



Magrolina, i capelli blu, lo sguardo triste e perso in un vortice di pensieri inafferrabili e logoranti: la diciottenne Ginevra, che tutti chiamano Blu, porta sulle sue esili spalle fardelli, fissazioni, paure inconfessabili, che rischiano di schiacciarla e il lettore percepisce il suo malessere lungo tutta la lettura, che è un vero e proprio viaggio nella mente di questa ragazza fragile e bisognosa di amore e sicurezze.


BLU
di Giorgia Tribuiani



Fazi Ed.
256 pp

Un fiume in piena è Ginevra-Blu ed è difficile starle dietro.
Quante cose pensa in un minuto neppure lei è in grado di dirlo; quante volte in un giorno inizia a contare e ricontare, ossessivamente, a compiere gesti scaramantici, a cercare la solitudine per mettere ordine in quella testolina che viaggia a mille all'ora: tante, infinite volte.

Ginevra-Blu ha una mente e un cuore accelerati, incapaci di rallentare un attimo, di fermare il flusso di paranoie e pensieri negativi che le frullano in testa e che la rendono insicura, eccessivamente taciturna e solitaria, sicuramente stramba e un po' "matta" agli occhi dei coetanei, e un rebus per i genitori e per i pochi insegnanti che fanno caso a lei (di quelli per i quali gli alunni non sono soltanto un nome sul registro).

È il caso della professoressa Castaldi, che mostra non soltanto un sincero apprezzamento per la bravura di Ginevra-Blu nel disegno, ma anche un'empatia che spiazza la studentessa.

Ginevra frequenta il liceo artistico e ha un grande talento nel disegno, in particolare nel ritrarre  volti e corpi.

Blu è figlia di genitori divorziati: vive con la madre, una donna  dolce e amorevole, che però lavora molto ed è spesso fuori casa, assenza di cui la ragazza risente e non poco.
Il padre (che Blu vede regolarmente) si è rifatto una vita accanto ad un'altra donna, Costanza (brava in cucina, a differenza della mamma che si limita a scongelare surgelati) e hanno una figlia, Lea, una bambina di quattro anni minore di Blu, e figlia di una precedente relazione di Costanza.

C'è anche un fidanzatino: Roberto è innamoratissimo di Blu, della sua schiva, silenziosa e poco espansiva Blu, ed è terrorizzato all'idea che lei lo lasci; così, per farle capire quanto ci tenga a lei, la riempie di regalini, fiori soprattutto.
Beh, anche la mamma ha sempre usato questa "tecnica", da quando Blu era una bambina: un regalo ogni volta che tardava dal lavoro. 
Mi vuoi comprare, mammina?
 
Vista dall'esterno, non c'è nulla che non vada nella vita di Blu; sì, ok, il divorzio dei propri genitori non rende felice nessun figlio, ma Blu non è comunque sola o abbandonata a sé stessa, ha dei genitori che la amano; sugli amici sorvoliamo ma ha almeno un fidanzato che stravede per lei. 

Semmai è la ragazza che non esplode d'amore per Roberto, e anzi vorrebbe trovare il coraggio di lasciarlo perché la sua presenza, le sue mani che la toccano, le sue attenzioni, il suo continuo bisogno di conferme... la irritano, la soffocano; i momenti d'intimità sono una tortura per lei ma, nonostante questa relazione non la renda in alcun modo felice, non riesce a chiudere perché divorata dai sensi di colpa.

Ecco, i sensi di colpa.
Gli amici più odiati ma anche più che mai presenti nella testa di Blu.
Sono il suo peso più ingombrante, quello che la tormenta costantemente, facendola quasi uscire di testa.

Verso tutti Blu ha sensi di colpa, a differenza di Ginevra, l'altra sé stessa, la cattiva, la disubbidiente.
E invece Blu è la brava bambina, quella che mangia tutto, quella paziente con la sorellina, che non fa piangere la mamma, che ascolta il papà.
Ginevrablù ha maturato, nella sua breve esistenza, una caterva di sensi di colpa.

In particolare, verso la madre: lei è così premurosa, cerca di farsi perdonare le assenze attraverso gesti e attenzioni pieni d'amore, ma Ginevra sente di non saperle dimostrare nessuna gratitudine: si vede meschina, malvagia, ingrata e le dispiace perché la madre non se lo merita ma lei non riesce ad essere Blu l'ubbidiente perché c'è sempre il riflesso degli occhi di Ginevra che la fissano pieni di rabbia.

Si sente in colpa verso Lea per un episodio accaduto dieci anni prima, al compleanno della sorella, che fu oggetto di prese in giro da parte degli amici e lei si unì a loro, senza prendere le difese della piccola.

Ha sensi di colpa pure verso Roberto, che l'ama follemente e teneramente e lei invece riesce a stento a sopportarne la presenza.

In questo quotidiano turbinio caotico di pensieri, paure, rimorsi, frustrazioni (quante volte Blu avrebbe voglia di dire o fare qualcosa - di cattivo? - ma poi si ferma perché si sente in colpa, ingoiando parole su parole), la ragazza continua a disegnare, a ricevere i complimenti dell'insegnante, a sognare di fare amicizia con una compagna che invece non è seriamente interessata ad allacciare rapporti con lei, finché un giorno accade qualcosa che costituirà per Blu uno strappo, una virata violenta.

Durante una gita scolastica assiste a un’esibizione di performance art, restando folgorata da quel modo di esprimere l’atto creativo e, in special modo, dall’artista stessa, una certa Dora, una quarantenne molto bella e sensuale.

Rivedere la donna e stare del tempo con lei, frequentarla, diviene un pensiero fisso per Blu, che arriva a sviluppare per l'irraggiungibile Dora una vera e propria ossessione. 

Da quest'incontro casuale ne segue, per Ginevrablù, una sorta di "sconquasso" a livello emotivo e psicologico che la conduce verso un vicolo cieco, popolato non solo da pensieri maniacali (molti di natura sessuale, perché Blu sente di essere attratta fisicamente dalla donna) via via sempre più opprimenti, ma anche di comportamenti assurdi, irrazionali, che la vedono compiere cose che turbano lei per prima, ma che non riesce a stoppare.

La cosa più preoccupante è che Ginevrablù non smette mai di sentirsi divisa in due, come se avesse uno sdoppiamento della personalità che, subdolo e pericoloso, la fa sentire ora Ginevra, ora Blu, ora cattiva, ora buona, e che si palesa - tra le altre cose - anche in disturbi alimentari.

Che faccia bene o faccia male, Ginevrablù è comunque sempre angosciata, arrabbiata verso sé stessa, pronta a compiangersi con durezza, a colpevolizzarsi per tutto e tutti e a cercare di trovare, in azioni morbose e incomprensibili manie, una valvola di sfogo.

Povera Blu, che "senti addosso tutta la tristezza del mondo. Tutta la tristezza è lì, contro di te e dentro di te, lì in mezzo al cranio, e nella fronte che diventa pesante e crolla giù, acciuffata appena in tempo dalle mani..."

Tutto questo malessere interiore, questo tormento troppo grande e spaventoso per una ragazzina che si sente sola, e che altro non aspetta che qualcuno la accolga, senza giudizi, sorrisetti, imbarazzi.

Lottare contro il suo doppio, quel mostro familiare e sempre presente che lei sa di dover sconfiggere e spingere via, lontano da sé - per non impazzire e andare al manicomio? -, è qualcosa che le succhia ogni energia e rischia di spingerla sull'orlo di un baratro scuro, nel quale forse... è meglio cadere per porre fine a tutta questa sofferenza.

O forse no, forse varrebbe la pena di liberarsi dalla gabbia soffocante dei brutti pensieri, se vi fosse qualcuno a tenderti la mano, Blu, a darti una carezza, a dirti che no..., non puoi portare tutti i pesi del mondo, che non hai le colpe che ti attribuisci e non meriti le punizioni che ti infliggi...


Allora, devo confessare di aver fatto un po' di fatica ad andare avanti nella lettura a motivo dello stile di scrittura di Giorgia Tribuiani in questo romanzo.
È un unico e continuo flusso di coscienza: il lettore entra dal primo rigo nella testa di Ginevrablù e là resta, imprigionato insieme a lei; non c'è modo di staccarsi un attimo dalle sue pene e angosce interiori, non c'è respiro ma è come un continuo trattenere il fiato; non ci sono momenti, capitoli, paragrafi in cui si esce dalla mente della protagonista per seguire lo svolgersi di alcuni eventi da un punto di vista esterno e differente, e tutto questo fa sì che il ritmo sia molto serrato, fitto, denso, claustrofobico, asfissiante.

Ora, la scelta di mettere a nudo il vissuto psichico ed emotivo dei personaggi a me solitamente piace: amo quando lo scrittore ne dà un ritratto psicologico preciso, appassionato, realistico, ma qui a non avermi rapita e convinta è stato questo fiume inarrestabile di parole, paranoie, frasi interrotte, riprendere un concetto per poi infilarne un altro... Insomma, ho avvertito una irritante sensazione di disordine che, per la maggior parte della lettura, mi ha dato una punta di fastidio, lo ammetto.

Però. C'è un però.

Tutto questo disordine, il senso di incompiutezza, di caos, di pensieri assurdi e azioni maniacali, appartengono alla protagonista e una cosa è certa: l'autrice ha reso alla grande e in modo intenso tutto il tormento che si agita dentro Blu e ha fatto sentire me, lettrice, come si sente la ragazza ogni giorno: senza scampo, rinchiusa in un bozzolo irrespirabile dal quale è difficile uscire e liberarsi.

Il finale mi ha regalato un brivido di tenerezza e commozione, che mi hanno fatto, se non dimenticare, quanto meno riconsiderare la "fatica" provata nell'attraversare, senza sosta, le tortuose strade percorse dalla giovane e fragile mente di un'adolescente.

Ecco, è un libro che consiglio a chi si sente attratto da romanzi di formazione con queste caratteristiche, narrative e di stile.

domenica 10 luglio 2022

[ RECENSIONE ] IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI di Davide Carrozza



Da dove trae ispirazione uno scrittore?
Tra le pagine di questo breve romanzo, il protagonista (che di mestiere fa il giornalista) si ritrova a dover rispondere a questa domanda, che diventa una vera ossessione per lui; infatti, un editore in là con gli anni gli commissiona la stesura di un romanzo, progetto al quale l'uomo non aveva mai pensato - prima di allora - di dedicarsi.


IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI
di Davide Carrozza




CATARTICA EDIZIONI
Prezzo: 15.00 €
 192 pp
Marzo 2022

Alessandro Terzi è un giornalista, lavora per una delle più grandi testate del nostro Paese, per il quale scrive articoli di cronaca.
La sua vita procede in modo tranquillo, seguendo sempre la solita routine; è fidanzato con Clara (insegnante), con cui ha una relazione resa solida da un sentimento molto forte e da una grande complicità.

Un giorno Alessandro, sentendosi particolarmente ispirato, scrive per il giornale un articolo (più precisamente un racconto, dal titolo "Sistema Immunitario") diverso dal solito in cui dà il meglio di sé, ricevendo gli elogi di colleghi e direttore, che restano entusiasti di fronte alle sue abilità di narratore.
E non sono gli unici a esserne colpiti positivamente.

Il breve scritto finisce sotto gli occhi di un vecchio editore in pensione, tale Giancarlo Marinetti: un uomo cresciuto e vissuto all'ombra del padre, proprietario di una rinomata casa editrice, attualmente nelle mani di Giancarlo, che - in contrasto con quella che è sempre stata sua vita, fervida e impegnatissima (caratterizzata dalla letteratura, dalla cultura, dal continuo andare e venire di letterati, di presentazioni e incontri con scrittori affermati ed emergenti) - è in realtà una persona essenzialmente sola.
La sua unica compagnia vivente è costituita dal gatto Ernesto, che però sta poco bene; per il resto, a intrattenere le ore solitarie di quest'uomo colto, che per anni è stato un punto di riferimento culturale, sociale e politico per la città di Padova, una persona influente e degna di rispetto, riconosciuta dall’intera comunità padovana per il suo spessore morale, sono i libri e il tempo speso a leggere.

Ora che l'età avanza sempre più, ha un unico desiderio, finora mai realizzato: che uno scrittore gli dedichi un libro.

Giancarlo sente di essersi guadagnato questo piccolo privilegio, dopo una vita e una carriera spesa pubblicando libri dedicati ad altri.

E quando legge "Sistema Immunitario" di Alessandro Terzi arriva la folgorazione: ecco chi potrebbe scrivere un romanzo per lui e dedicarglielo!
Questo giornalista ha un modo di scrivere che lo colpisce e lo convince di aver trovato "il suo uomo": puntuale, preciso, asciutto e incisivo.

Lo contatta, quindi, tramite un'email e non solo gli commissiona il romanzo (attorno al quale lascia Alessandro libero di gestirsi come vuole, non dandogli nessun suggerimento o indicazione in merito, ad es., al soggetto, all'argomento ecc...), ma è pronto sia a versargli un sostanzioso anticipo se accetterà l'incarico, sia a bonificargli una somma ingente alla fine, quando il libro sarà terminato.

Il giornalista non crede ai suoi occhi quando legge le parole di questo perfetto sconosciuto: possibile che quell'uomo - un editore di successo, proprietario di una delle più storiche case editrici di Padova, abituato a frequentare la crème de la crème dell'intellighenzia padovana, scrittori, uomini di cultura... - sia rimasto talmente impressionato dal suo articolo da decidere di commissionargli nientemeno che la scrittura di un libro da dedicargli?

Stranito ma ovviamente compiaciuto e felice, Alessandro accetta, oltremodo entusiasta.
E quando gli ricapiterà un'offerta del genere, che tra le altre cose è economicamente generosa?

La sua mente eccitata comincia a far progetti, ipotesi, sogni ad occhi aperti: potrebbe lasciare il lavoro al giornale e imbarcarsi in questa nuova avventura di scrittore!! Se il suo racconto è piaciuto ad un uomo che tutto è fuorché uno sprovveduto e un incompetente in materia letteraria, qualcosa vorrà dire, no? Evidentemente ha visto in lui delle potenzialità che lo stesso Alessandro, così abituato alla propria esistenza sempre uguale e al suo lavoro privo di veri stimoli, non aveva mai scorto.

Ne parla con Clara, che lo incoraggia, e così comincia per Alessandro una fase nuova della sua vita, in cui apre gli occhi al mattino e pensa "Oggi cercherò qualcosa che mi ispiri, che possa diventare l'oggetto del mio libro".

Beh, più facile a dirsi che a farsi.

Da dove viene l'ispirazione? Cosa innesca questi misterioso ed affascinante processo che porta uno scrittore a gettarsi con slancio e passione su un foglio bianco e cominciare a riempirlo di parole, frasi...?

Diciamocelo: scrivere un raccontino, frutto di una "ispirazione estemporanea e provvisoria", non è lo stesso che avere in mente un progetto, almeno abbozzato, da cui trarre un romanzo, che è qualcosa di ben più complesso, articolato, che richiede un impegno costante e prolungato nel tempo.

Alessandro, una volta detto sì a Marinetti, si ritrova davanti alla domanda semplice ma urgente: "E ora che scrivo?".
Si rende conto che non sa da dove iniziare, su quale argomento concentrarsi.
Ma perché il committente non gli ha dato dei suggerimenti, delle linee-guida? Magari in merito al personaggio, al periodo storico..., insomma qualunque cosa potesse fungere da base di partenza su cui ragionare, immaginare...!

A cosa o a chi potrebbe ispirarsi per realizzare questo progetto?

"Al centro dei pensieri di Alessandro vi era inevitabilmente solo l’ispirazione, che nel pensiero greco si otteneva attraverso un’estasi, momento in cui il poeta veniva trasportato al di fuori della sua mente a contatto con i pensieri degli dei, e qui invece era divenuto un mero pensiero pratico e razionale."

L'uomo incomincia ogni giornata col pensiero fisso di inseguire la musa ispiratrice.
Ne parla con Clara, esponendo dubbi, paure..., ma lei minimizza: non pensarci troppo, vedrai che arriverà da sola questa ispirazione! Esattamente com'è successo con il racconto: non sei stato lì a scervellarti, ti sei seduto e hai scritto, tutto d'un fiato, semplicemente ispirato.

Ma Alessandro è in agitazione e vuole trovare degli spunti da sfruttare per la scrittura.
Viaggiare potrebbe aiutarlo?
Prova a seguire il suggerimento di Alda Merini: forse l'ispirazione risiede nel sentimento e nel ricordo?
Ok, allora tornare nel paese natale potrebbe essere una buona idea. Ma Gallipoli non gli dà alcun input.

Non sarà che per scrivere sia necessaria una situazione rilassante, che favorisca la riflessione, l'immaginazione? Allora lui e Clara decidono di trascorrere 15 giorni in un villaggio vacanze; ma dell'ispirazione non v'è traccia.
La bella Padova, con la sua cultura, la sua arte: magari l'aiuto verrà da lì...? 
Forse la calma bucolica delle distese verdi dei colli euganei? Macché, niente. Mente vuota.

La pagina Word del pc pure. Vuota.

Davanti a lui si profilano, crudeli, la pagina bianca e quel maledetto cursore intermittente che attende che il presunto scrittore cominci a scrivere.

Il pensiero di star fallendo, di non riuscire a soddisfare la richiesta del committente (per la quale è già stato versato un anticipo sulla fiducia) è frustrante, avvilente e gli procura un mix di emozioni e pensieri negativi.

La frenesia di accogliere tutti i suggerimenti che la vita, nel suo naturale procedere giorno per giorno, gli offre si scontrano con la realtà che... di suggerimenti non ne arrivano proprio.
Il vuoto assoluto.

Un vuoto riempito dal panico, dalla rabbia, dalla frustrazione, dalla paura di non essere (semplicemente?) in grado di costruire ab nihilo una trama, di infilarci dentro un protagonista e dei personaggi, immaginandone le dinamiche, le interazioni, di collocarli in un contesto storico-sociale...: Alessandro è ossessionato dalla ricerca di un'ispirazione che sembra sfuggirgli, che pare ridere di lui e scappare lontana, lasciandolo solo, incompreso, senza risorse alcune, senza idee.

Anche l'amata Clara non lo capisce davvero e la sua irritante accondiscendenza non è di stimolo né di aiuto. Anzi, fa sentire il fidanzato ancora più solo.

Strisciante e perfido, il pensiero di contattare Marinetti, ridargli i soldi e abbandonare il progetto, si insinua ed è forte. Un pensiero fisso.

Riuscirà Alessandro ad acchiappare finalmente questa benedetta ispirazione e a scrivere il romanzo per Giancarlo?
Quanto pesa il fatto che nel suo caso scrivere un libro sia frutto di una richiesta, di una precisa  commissione, accompagnata da un pagamento, come se si trattasse di un normalissimo lavoro da consegnare (seppur senza scadenza)?
È forse la richiesta in sé a bloccare, o addirittura a far morire sul nascere, la possibilità di lasciarsi guidare da una genuina ispirazione?


Il romanzo ruota molto attorno alla tematica dell'ispirazione e l'autore lascia che il protagonista si perda nelle proprie elucubrazioni e riflessioni su cosa voglia dire essere ispirati, su cosa l'"accenda", se essa scatti a prescindere dalla volontà dell’artista o se questi decida, con un suo preciso meccanismo mentale, quando è il momento di lasciarsi guidare dall'ispirazione, e ancora se esistano luoghi adatti a coltivare la propria arte e a favorirne la creazione.

Il ritmo narrativo non è serrato, come potete immaginare dal fatto che è pregno di pensieri e meditazioni, in particolare sull'argomento principale, ma anche sulla letteratura, l'arte, il calcio (il Milan), il cinema (viene menzionato un film che è tra i miei preferiti, come lo è per Alessandro: "Il Corvo", reso iconico dalla presenza dell'attore Brandon Lee, che purtroppo perse la vita proprio mentre girava una scena del film), la filosofia  e, a tal proposito, è molto interessante il riferimento al filosofo Leibniz, da cui l'autore riprende il titolo stesso del libro.

Mi è piaciuta l'attenzione posta alle mille domande e speculazioni di Alessandro, che ne fanno emergere la personalità, le insicurezze; la commissione cambia per sempre la sua esistenza, proiettandolo in una dimensione a lui sconosciuta e, se è vero che lo getterà in una profonda crisi, dall'altro affinerà sicuramente la sua sensibilità e la sua capacità di guardarsi dentro, senza filtri ma con estrema - e a volte dolorosa - onestà, con la consapevolezza che per esprimere la propria creatività non deve guardare a quella degli artisti passati ma scrutare dentro sé stesso.

Un romanzo breve ma che mi è piaciuto per i ritratti psicologici dei personaggi, che sono profondi, riflessivi e ben caratterizzati, e per lo stile di scrittura, preciso, molto piacevole, accurato e non banale. 


mercoledì 6 luglio 2022

RECENSIONE ☀☀ RITORNO A RIVERTON MANOR di Kate Morton ☀☀



In questo romanzo (l'esordio letterario della scrittrice australiana Kate Morton) ambientato in Inghilterra, nei ruggenti Anni Venti, una cameriera fedele e devota, ormai anziana, decide di ricordare e raccontare cosa accadde nel bellissimo ed elegante maniero inglese in cui lavorava in una tragica sera del 1924, quando le vite di due sorelle e di un poeta promettente ma "maledetto" furono stravolte per sempre.


RITORNO A RIVERTON MANOR 
di Kate Morton


Ed. Sonzogno
trad.M. Ortelio
515 pp
11 euro
Grace Bradley ha abbondantemente superato i novant'anni.
Pallida, magra, gli occhi acquosi, il volto rugoso, il vigore che abbandona, inesorabile e di giorno in giorno, il suo corpo sempre più fragile.
Però la sua mente è ancora lucida ed in grado di ricordare; ma ancora per quanto lo sarà?, si chiede la vecchina, seduta nella sua stanza nella casa di riposo in cui è ricoverata.

Grace sa di non avere più molto tempo: ha un segreto custodito dentro il proprio cuore che sente il bisogno di raccontare.
Lei, che ha lavorato per decenni come archeologa, è decisa a fare ciò che ha amato sempre fare: scavare nel passato, portare alla luce non più fossili e reperti, bensì voci, sussurri, sorrisi tristi e rassegnati, brevi istanti di felicità, promesse di fedeltà, rinunce, amore, disperazione, lacrime.
Sangue.

Certo, l'occasione per poter finalmente dire la verità, la versione vera ed unica di ciò che accadde nello splendido giardino di Riverton Manor nel 1924, quando il giovane e tormentato poeta Robbie Hunter si suicidò con un colpo di pistola alla presenza delle sorelle Hartford (Hannah ed Emmeline), si presenta all'improvviso e potrebbe essere allettante: una regista sta girando un film proprio sui tragici eventi di quell'estate, con lo scopo di soffermarsi in particolare sulla drammatica ma romantica storia d'amore tra i tre protagonisti; si diceva, infatti, ai tempi, che il poeta fosse fidanzato con una di loro ma avesse l'altra come amante.
Un soggetto ideale e stuzzicante per un film, no?
E così, la regista - avendo saputo che un membro del personale di Riverton (nonché cameriera personale di Hannah) è ancora nel regno dei vivi ma ha una certa età e potrebbe tra non molto lasciarlo per trasferirsi in quello dei morti - decide di far visita all'anziana Grace per farle qualche domanda e ottenere informazioni preziose ed esclusive sui fatti accaduti quella sera, ma anche sulla villa, su come si viveva a quel tempo..., insomma, cercare di arricchire la narrazione cinematografica con qualcosa di vero, attendibile, che sia stato effettivamente vissuto da chi c'era in quella magnifica villa a cavallo tra le due guerre mondiali, quando essa ancora risuonava di voci, chiacchiere,  rumori dalla cucina, feste mondane, uomini aristocratici impegnati a parlare di affari e politica e donne di diverse età pronte a spettegolare e a scambiarsi frivolezze.

A Grace, la novantenne madre di Ruth (figlia unica, con cui non è mai riuscita a costruire un legame forte, intimo, spontaneo, affettuoso) e nonna dell'amato nipote Marcus (figlio di Ruth) viene chiesto di ritornare con la memoria a Riverton, di far rivivere con le parole un tempo, un luogo, delle persone che non ci sono più da molti anni.

Ma è a Marcus e non a Ursula che Grace desidera aprire lo scrigno dei ricordi; a lui, che è uno scrittore affermato che però sta attraversando un periodo buio, in cui non riesce a scrivere né a vivere. Il giovane ha infatti subito un grave lutto e questo lo ha buttato giù moralmente, inducendolo ad allontanarsi da tutto e tutti. Anche dall'affezionatissima nonna, che però aspetta fiduciosa il suo ritorno.
Nel frattempo, in attesa che lui si rifaccia vivo, la donna ha pensato di raccontare la sua vita a Riverton incidendo il proprio racconto orale su dei nastri, da consegnare a Marcus.

Ed ecco che l'autrice, attraverso lunghi flashback, ci porta nel 1914, quando Grace è solo una ragazzina di quattordici anni ed è pronta ad attraversare il portone di Riverton Manor per andare a servizio presso la famiglia Hartford, in sostituzione della propria madre, che ha smesso di fare la cameriera, riuscendo a conservare il posto a favore della sua unica figliola.
Intimorita e curiosa, Grace entra in una villa sontuosa, immensa, a contatto con gente aristocratica, lavorando accanto a un personale ligio ai propri doveri, severo all'occorrenza ma anche accogliente, che la farà sempre sentire a casa.
Perché Riverton diventa la casa di Grace, che scoprirà di trovarsi meglio con la collega Nancy e la signora Townsend (la cuoca), che con la propria madre, una donna schiva, di poche parole, scontrosa e un po' burbera, e decisamente poco amorevole ed affettuosa con la figlia.

Quando conosce le figlie del padrone (Frederick), Hannah ha quasi quindici anni ed Emmeline undici; la giovanissima cameriera è fortemente incuriosita e attratta dalle padroncine, dal loro carattere esuberante, dai loro giochi segreti, e adora essere al loro servizio; del resto, sono le persone più vicine a lei per età ed è comprensibile che si senta più a suo agio con le signorine che con gli altri, davanti ai quali è più timida ed in particolare con loro padre, che non le rivolge mai parola e, quando si sofferma a a guardarla, è sfuggente e corrucciato, come se a malapena la sopportasse.

Hannah ed Emmeline hanno un fratello maggiore (David) e i tre sono legatissimi; ma l'arrivo della guerra porta i primi uragani in famiglia e comincia a minare la serenità di Riverton.
David parte per il fronte e con lui va un suo carissimo amico, Robbie; quest'ultimo è stato ospite degli Hartford ed ha conosciuto le sorelle di David, restando colpito dalla bellezza e dalla determinazione di Hannah.

Il racconto di Grace procede minuzioso, ricco di particolari, vivido, e conduce il lettore in un mondo ormai appartenente al passato ma ancora ricco di seduzione, mondanità, leggerezza e fascino malinconico; il periodo successivo al primo conflitto, conosciuto con l'espressione "Anni ruggenti", vede l'aristocrazia inglese ancora ricca, sì, eppure qualcosa sta cominciando a cambiare: il sistema aristocratico inizia a sgretolarsi, molti nobili hanno rimpinguato le proprie casse investendo durante la guerra ma adesso si ritrovano spesso a corto di soldi, e a rimpiazzarli c'è una nuova classe sociale, resa potente dal denaro e non più dal lignaggio, dall'appartenenza ad antiche famiglie nobiliari.
E se è vero che tra i nobili vigono ancora determinate regole di buon costume, atte a mantenere pulito il buon nome della famiglia, è altrettanto vero che le donne cominciano a desiderare di liberarsi da certi schemi e rigide convenzioni sociali che vogliono relegarle unicamente nel ruolo di mogli fedeli e madri felici.

In tal senso, Hannah è all'avanguardia e si inserisce proprio in questa voglia di cambiamento, di trasgredire le regole non tanto per il puro gusto di essere anticonformista, quanto per cercare la propria strada, vivendo in sintonia con il proprio modo di essere.
Benché molto giovane e cresciuta in un ambiente privilegiato, abituata ad essere servita e riverita, Hannah non ha alcuna intenzione di fare la vita da signorina perbene in attesa di essere impalmata da un lord rispettabile e ricco: lei vuole uscire da Riverton, lasciare la campagna inglese, andare in città e lavorare!
Hannah ha una personalità ben definita sin da ragazza: è caparbia, al limite dell'ostinatezza, curiosa, vuol conoscere il mondo, essere una donna indipendente, libera, non sottomessa al padre o a un futuro marito; è pronta ad andare incontro alle sfuriate paterne pur di conquistare la propria libertà, ma a un certo punto, smaniosa di andar via dalla casa paterna - che per lei ha i contorni di una prigione, comoda e dorata sì, ma pur sempre una prigione - accetta di sposarsi con un giovanotto che sembra essere il partito ideale per poter vivere come una donna indipendente... ma in realtà questo matrimonio si rivelerà solo un'altra prigione.

Lui è Teddy Laxton, proviene da una famiglia di banchieri, di origine americana, e con il padre è impegnato in affari commerciali e politici; e si sa, quando ti senti sempre in campagna elettorale non puoi permetterti scandali, anzi, devi ostentare una vita praticamente perfetta.
Hannah lo sposa, pur non essendosene innamorata, andando contro le obiezioni del padre e le lagne della sorellina, che vorrebbe averla sempre con sé, come nei giorni felici dell'infanzia.

Dal canto suo, Emmeline è una ragazza sveglia, con un carattere deciso, è testarda e capricciosa, spumeggiante, vivace e anche lei vuol essere libera di vivere come vuole; ma mentre la sorella maggiore è più matura, responsabile ed equilibrata, Emmeline ha un fuoco dentro che la rende imprevedibile, eccessiva, imprudente, e questo suo modo di essere e comportarsi disordinato cela un malessere interiore: Emmeline si sente sola, poco amata e purtroppo abbandonata da chi ama.
Da David, morto in guerra.
Dal padre, che le ha sempre preferito Hannah, più simile a lui.
E da Hannah stessa, che la lascia per diventare la signora Luxton, trasferendosi a Londra.

A sconvolgere le loro quotidianità - contrassegnate da party, pranzi e cene con amici, e colpi di testa da parte di Emmeline, che raggiunge la sorella nella capitale, infilandosi non di rado in qualche guaio - di giovani donne, ci pensa una vecchia conoscenza, la quale sbuca dritta dritta dal passato: Robbie Hunter, l'amico di David.

Robbie è ormai un poeta che ha all'attivo dei libri di poesia apprezzati dalla critica, ma non è più il giovanotto ironico ed affascinante di un tempo.
L'esperienza della guerra l'ha cambiato radicalmente; sul suo volto e nel suo sguardo ci sono i segni visibili di una sofferenza interiore da cui è difficile guarire.
Del resto, è la stessa riscontrabile (etichettata come "nevrosi da guerra") in tutti coloro che hanno combattuto, sono sopravvissuti al conflitto e son tornati a casa col corpo, ma con la mente sono ancora sul fronte: nella loro testa ancora odono grida, pianti, rumori di guerra, e le loro mani sono ancora lorde del sangue che hanno visto scorrere.

Grace in persona si confronta con questo "problema" quando dal fronte francese torna Alfred, anch'egli un domestico di Riverton; ebbene, egli non è più il ragazzo chiacchierone e simpatico di un tempo, che faceva battute e che aveva fatto intendere alla piccola Grace di nutrire un interesse sentimentale per lei.
Ora è distante, impaurito, nervoso, taciturno: non è più lui..., e Grace vorrebbe tanto riavere indietro il suo Alfred e, chissà, magari vivere insieme la tanto sognata storia d'amore, mettere su famiglia...!

Ma la vita a volte prende strade imprevedibili, inaspettate e non sempre piacevoli; costringe a fare rinunce, mette davanti a scoperte sbalorditive e inimmaginabili, desta sentimenti e affinità che sarebbe meglio non alimentare perché pericolose e inappropriate.

E mentre Grace fa le sue scelte e resta accanto alla sua padrona Hannah (che ha seguito a Londra dopo le nozze), quest'ultima prende consapevolezza del sentimento che cresce dentro di lei quando è in presenza di Robbie.
Quell'attrazione provata dieci anni prima, quand'erano solo ragazzi, esplode in modo irrefrenabile e li travolge, dando vita ad una relazione adulterina.
Ma questa tresca amorosa e piena di passione, che costituisce il loro dolce segreto, è destinata ad essere la più grossa tragedia della loro vita, soprattutto perché Hannah non è l'unica donna ad amare Robbie...

Come dicevo, il romanzo procede alternando il presente (1999) e il passato (1914-1924); la parte relativa ai flashback è ovviamente quella più corposa perché è nel passato che hanno luogo le vicende che compongono la trama del libro e che riguardano le sorelle Hartford, Robbie e Grace, che è sia narratrice che personaggio coinvolto, certamente secondario ma comunque con la sua importanza, in quanto sarà depositaria di segreti di famiglia, uno su tutti quello riguardante ciò che accadde presso la fontana nel giardino di Riverton Manor, nell'estate del '24, e che vide Robbie perdere la vita.

L'ambientazione - la grande e magnifica villa nella campagna inglese, il mondo dell'aristocrazia pieno di privilegi (che però è in declino), la devastazione della guerra con le sue perdite (non solo materiali, fisiche, ma anche morali e psicologiche), i rapporti all'interno della servitù, fedele, obbediente e inevitabilmente un po' impicciona (origliare dietro le porte è un classico) - è affascinante ed è molto ben descritta; molto apprezzabile la consistente bibliografia riportata a fine libro e alla quale l'autrice ha attinto, e questo è evidente nella narrazione accurata, precisa, dettagliata.
All'inizio il ritmo narrativo l'ho trovato un po' lento - proprio a motivo della ricchezza di particolari - ma andando avanti mi sono sentita immersa in quel periodo e in quella casa, grazie alla precisa voce di Grace.
I personaggi sono ben caratterizzati e interessanti, non sempre fanno scelte condivisibili ma la loro imprevedibilità e le tante contraddizioni fanno sì che le loro azioni siano funzionali al tipo di dinamiche che si sviluppano.
Il finale spiega quale sia il segreto di Grace, la verità su cosa accadde quella fatidica sera.

Un romanzo che mi è piaciuto molto, per storia, personaggi, ambientazione e per come è narrato.

Non mi resta che consigliare questo romanzo a chi ama le storie dense, piene di segreti, collocate in un ben definito periodo storico; non so voi, ma io aspetto che Kate Morton annunci l'uscita di un suo nuovo libro. Spero di non dover aspettare ancora molto. 



martedì 5 luglio 2022

CLASSICI IN ATTESA

 

Buon pomeriggio, cari lettori!




Come va col caldo? Io sto boccheggiando e, per dimenticare i fiumi di sudore che mi tocca versare, ho pensato di tornare sul blog con un post su alcuni dei classici più famosi... che io non ho mai letto in vita mia, pur essendomi ripromessa di farlo ormai da anni.

Fatemi sapere come siete messi voi e se, al contrario mio, questi li avete letti e quali sono - se ce ne sono - i vostri classici preferiti  ^_-

L'input mi è partito leggendo "Ritorno a Riverton Manor" di Kate Morton, dove è menzionato l'Ulisse di James Joyce.

È uno di quei romanzi che ai tempi delle superiori mi incuriosivano molto, in quanto romanzo psicologico e per l'uso della tecnica del flusso di coscienza.

Probabilmente l'ho già detto in precedenza, ma i classici sono stati il mio primo vero approccio alla lettura, la mia personalissima causa prima che mi ha portato ad amare i libri; però, devo ammettere che negli ultimi anni li ho accantonati, pur possedendone alcuni (tipo FAUST di Johann Wolfgang von Goethe, CAMERA CON VISTA di Edward Morgan Forster, SHIRLEY di Charlotte Brontë, LA COSCIENZA DI ZENO di Svevo...); stanno lì a guardarmi con i lucciconi ma io passo avanti fingendo indifferenza.

Comunque, ecco alcuni classici che da tempo incalcolabile dico di voler leggere per colmare qualche lacuna d'ignoranza; finora ho rimandato ma chissà che il loro tempo non sia giunto. o per lo meno sia un po' più vicino.

Sempre negli anni delle superiori, mi ero fissata con Proust, e sempre in virtù del mio interesse per il romanzo psicologico; lessi anche alcune opere dello scrittore francese, ma mi fermai ben presto; fatto sta che il rammarico di non essermi mai immersa in toto nella monumentale Alla ricerca del tempo perduto (Ed. Mondadori, trad. G.Raboni, 2088 pp.) ancora mi accompagna.

LINK IBS
Usciti a partire dal 1913, i sette libri che compongono, in un tutto unitario, la "Recherche" - colossale 
romanzo-mondo frutto di quindici anni di gestazione - esplorano una moltitudine di temi: il senso del tempo, la memoria, il sogno, l'abitudine, il desiderio. E poi ancora la gelosia, il rapporto tra arte e realtà, l'interagire di rituali ed emozioni. Memorabili i personaggi che il lettore incontra fra queste pagine, dal Narratore, figura dai fortissimi tratti autobiografici, alle donne da lui amate, Gilberte e Albertine, fino a Odette e Swann, Bloch, Françoise, il barone di Charlus e la duchessa di Guermantes. Attorno al tema della memoria involontaria, le cosiddette "intermittenze del cuore" della celeberrima scena della madeleine, vive tutta la società francese dei decenni a cavallo del Novecento, quelli della vita di Proust, dalla sconfitta di Sedan agli anni delle avanguardie, passando per l'affaire Dreyfus e la Grande Guerra. E anche in questo suo essere specchio dei tempi e del tempo sta il miracolo irripetibile, o quanto meno irripetuto, della "Recherche". (sinossi da IBS)


GUERRA E PACE di Lev Tolstoj (Ed. Mondadori, trad. I. Tribaldi, 1334 pp.)

LINK IBS
Si tratta dell'opera più nota di Tolstòj; in queste pagine spiccano personaggi come la contessina Natàsha Rostòva e il principe Andréj Bolkònskij, si narrano le vicende di due famiglie dell'aristocrazia russa, i Bolkònskij e i Rostòv appunto, sullo sfondo della Russia patriarcale e contadina devastata dalle guerre e dall'invasione di Napoleone, ma ancor più sconvolta dall'influsso, borghese e civilissimo, dell'Europa occidentale. Della Grande Russia di inizio Ottocento "Guerra e pace" è infatti insieme il magnifico epos e la struggente elegia. Un capolavoro che esce dagli angusti confini del romanzo, per ampliarsi e trasformarsi al di là di ogni definizione di genere, e diventare di volta in volta romanzo storico, cronaca familiare, trattato storiografico, pamphlet, testo filosofico.


ULISSE di James Joyce (Ed. Newton Compton, trad. C.Bigazzi, 864 pp.).

Il romanzo è la cronaca di un giorno reale, un inno alla cultura e alla saggezza popolare, e il canto di
.

un'umanità rinnovata. 
L'intera vicenda si svolge in meno di ventiquattro ore, tra i primi bagliori del mattino del giorno 16 giugno 1904 - data in cui Joyce incontra Nora Barnacle, la futura compagna di una vita, che nel tardo pomeriggio dello stesso giorno lo farà "diventare uomo" - fino alle prime ore della notte della giornata seguente. Il protagonista principale, l'ebreo irlandese Leopold Bloom, non è un eroe o un antieroe, ma semplicemente un uomo tollerante, di larghe vedute e grande umanità, sempre attento verso il più debole e il diverso, e capace di cortesia anche nei confronti di chi queste doti non userà con lui. Gli altri protagonisti sono il giovane intellettuale, brillante ma frustrato dalla vita e dalle forze politiche e religiose che lo costringono, Stephen Dedalus - già personaggio principale del libro precedente di Joyce, "Dedalus. 
Un ritratto dell'artista da giovane" - e Molly Bloom, la moglie dell'ebreo, vera e propria regina del romanzo. "Ulisse" è un romanzo della mente: i suoi monologhi interiori e il flusso di coscienza sono una vera e propria versione moderna dei soliloqui amletici. Si insinuano gradualmente nelle trame dell'opera, fino a dissolvere ogni limite tra narrazione realistico-naturalista e impressione grafica del pensiero vagante. (sinossi da IBS)


I MISERABILI di Victor Hugo ((Ed. Newton Compton, trad. R. Reim, 942 pp.).


LINK IBS
In questo romanzo Victor Hugo riversa gran parte della sua esperienza umana e sociale, per costruire una storia di fatica, esilio, amore e povertà. 
Un'epopea della miseria e un imponente affresco d'epoca che, nella Parigi dell'800, vede protagonisti alcuni indimenticabili personaggi, come Jean Valjean, la solare Cosette, Fantine, il cupo ispettore Javert: anti-eroi ricchi di luci e ombre, capaci di gesti scellerati ma anche di azioni generose e commoventi.








ADDIO ALLE ARMI di Ernest Hemingway (Ed. Mondadori. trad. F. Pivano, 325 pp.)

Guerra, amore e morte, temi fondamentali della narrativa di Hemingway, si intrecciano in questoromanzo tra i più celebri e amati della letteratura di ogni tempo. 
Ispirato all'esperienza dello scrittore sul fronte italiano nella Prima guerra mondiale, Addio alle armi narra la diserzione di un giovane ufficiale americano durante la ritirata di Caporetto e la sua indimenticabile storia d'amore con una crocerossina. 
La viva percezione sia dell'incanto sia dell'estrema precarietà dell'esistenza, insieme al sentimento di rivolta contro il sangue versato ingiustamente, dà voce a una vibrata condanna della disumanità della guerra.



IL DOTTOR ZIVAGO di Boris Pasternak (Ed. Feltrinelli, trad. S. Prina, 632 pp.).

LINK IBS
Quando, nel 1957, l'intuizione e il coraggio della casa editrice Feltrinelli portarono alla pubblicazione de Il dottor Živago, Borìs Pasternàk era consapevole delle conseguenze che ciò avrebbe avuto sulla sua vita e su quella dei suoi cari: da un lato la realizzazione di un progetto artistico che l'avrebbe condotto al Nobel e alla fama mondiale, dall'altra l'espulsione dall'Unione degli Scrittori, una violenta campagna denigratoria e la morte civile nel suo paese.
Narra la vita avventurosa di un medico e poeta, Jurij Andreevič Živago, diviso dall'amore per due donne – sposato con la cugina Tonia e travolto dalla passione per la crocerossina Lara Antipov, sullo sfondo della guerra civile combattuta tra bianchi e rossi a seguito della rivoluzione d'ottobre. 
Si susseguono incontri, aspre separazioni e rincongiungimenti.

lunedì 4 luglio 2022

LE MIE LETTURE PIÙ BELLE DA GENNAIO A GIUGNO 2022


Come ogni anno, tanto a metà quanto alla fine, comincio a fare le mie valutazioni su come stanno procedendo le letture dell'anno in corso e quali libri in particolare mi hanno colpito nei primi sei mesi del 2022.






NARRATIVA CONTEMPORANEA

All'interno di questa categoria - senza dubbio più generica e, quindi, più vasta - ho avuto modo di leggere diversi libri belli; ne menziono cinque su tutti.
Il romanzo di Michelle Cohen Corasanti, COME IL VENTO TRA I MANDORLI è il vincitore della  categoria per l'argomento affrontato e lo sfondo storico e sociale di riferimento, vale a dire la situazione vissuta dai palestinesi nel Territori Occupati da Israele. Come ho già avuto modo di dire, non posso che consigliarvelo.
Drammatico e commovente il romanzo di Alessandra Carati, E POI SAREMO SALVI, candidato allo Strega e che, tra gli otto da me letti, sicuramente è tra i miei preferiti.
Non posso non citarvi I CARIOLANTI di Sacha Naspini, crudo e "animalesco", una lettura che ti resta impressa a lungo; la mia compianta Lucinda Riley c'è sempre tra le letture più belle perchè mi fa sognare e viaggiare con l'immaginazione in luoghi esotici, spaziando da un piano temporale all'altro (LA RAGAZZA DEL SOLE); e concludo consigliandovi lo struggente e autentico LA CASA DEGLI SGUARDI di Daniele Mencarelli: un cuore da poeta che sa far vibrare l'anima dei lettori con i suoi racconti di vita.

LIBRI LETTI DA GENNAIO A GIUGNO: 26.



(AUTO)BIOGRAFIA  


In questa categoria il vincitore è il romanzo autobiografico AMERICA NON TORNA PIÙ di Giulio Perrone, incentrato sulla figura paterna, sul rapporto non sempre facile con essa.

LIBRI LETTI DA GENNAIO A GIUGNO: 5.



GIALLO/THRILLER/NOIR


Da fan di di Piergiorgio Pulixi non posso non menzionare il suo esordio nella categoria "narrativa per ragazzi", sempre però con un racconto a tinte noir/thriller, IL MISTERO DEI BAMBINI D'OMBRA.
Molto ben articolato e "alla Agatha Christie" il giallo classico di Diego Pitea, LA STANZA DELLE ILLUSIONI; sorprendente e sofisticato NOVA di Fabio Bacà, anch'esso candidato allo Strega.
Ma il podio se lo prende LE VERITA' DI MIRACLE CREEK di Angie Kim, per aver costruito una storia che non è solo intrigante dal punto di vista della ricerca del colpevole, ma soprattutto per la gallerie di personaggi, con la loro umanità sfaccettata e piena di contraddizioni.

LIBRI LETTI DA GENNAIO A GIUGNO: 10.


FANTASY 


E qui vince a mani bassissime l'unico e inarrivabile romanzo di Diana Gabaldon, il primo della serie: 
LA STRANIERA: devo riscriverlo che ho adorato tutto, paesaggi, personaggi, stile...? ^_^ 

LIBRI LETTI DA GENNAIO A GIUGNO: 3.

 

GRAPHIC NOVEL

Di questo genere ho letto solo un testo, molto bello e dal messaggio potente: HANDALA. UN BAMBINO IN PALESTINA di Naji al-Ali, anch'esso incentrato sulle sofferenze del popolo palestinese e sul loro diritto di esistere e resistere.

LIBRI LETTI DA GENNAIO A GIUGNO: 1.


STORICO


Dalle tonalità cupe LA CUSTODE DEI PECCATI di Megan Campisi, col quale ho conosciuto la figura del mangiatore di peccati; molto bello il romanzo di Alessandro Pierandrei ambientato nel Vecchio West, che su di me ha sempre una notevole fascinazione: SICILIAN DEFENSE.

LIBRI LETTI DA GENNAIO A GIUGNO: 6. 

ROMANCE: 1.
YOUNG ADULT: 1
CLASSICI: 1
POESIA: 1

Quest'anno, ahimè, ho aggiunto un'altra categoria: GLI ABBANDONATI.

Eh sì, mi sono convinta anche io a mollare un libro se proprio non mi sta coinvolgendo; quest'anno finora è toccato a STRADARIO AGGIORNATO DI TUTTI I MIEI BACI (D. Ranieri).
Spiaze, ma è così.



TOTALE LIBRI LETTI DA GENNAIO A GIUGNO: 55
Pagine lette: 15272.
Libri in formato cartaceo: 8. 
Libri in formato digitale: 35.
Audiolibri: 12.
Il libro più breve ha 46 pagine (CATTIVE SORELLE di Jane Corry); il più lungo è stato LA STRANIERA.

domenica 3 luglio 2022

RECENSIONE ❤❤ L'ULTIMO DUCA di Jess Michaels ❤❤



Ultimo libro della serie "Il Club del 1797", L’ultimo duca (titolo originale: The last duke) di Jess Michaels (trad. Isabella Nanni, Editore: The Passionate Pen LLC, ebook: € 3,99 – anche in Kindle Unlimited, prezzo cartaceo: € 13,55)  è disponibile dal 1° luglio 2022.

Sarah è una giovane di buona famiglia che però negli ultimi anni è "caduta in disgrazia" e adesso è costretta a vivere del proprio lavoro di governante presso la famiglia del Duca di Kingsacre.
Quando questi muore e gli succede il figlio, Christopher "Kit", Sarah teme di essere licenziata in quanto tra i due, in passato, c'è stato qualche attrito, ma il licenziamento non arriva in quanto la sorellina di Kit, la piccola Phoebe, è affezionatissima alla sua governante Sarah. E non solo lei: anche Kit ne è attratto, nonostante cerchi di resisterle in tutti i modi.


L'ULTIMO DUCA 
di Jess Michaels 


270 pp
LINK AMAZON

Christopher “Kit” Collins ha appena perso suo padre; la perdita lo sconvolge e lo dilania ma deve rapidamente assumere il titolo di Duca di Kingsacre e tutte le responsabilità che ne derivano. 

E sa bene che tra queste responsabilità ce n'è una in particolare che stava a cuore a suo padre e ora anche a lui: ha una sorellina di cui prendersi cura, la piccola Phoebe.

La bambina ha solo cinque anni ed è il frutto di una relazione avuta dall'ormai defunto genitore con una donna, non proprio rispettabile, che è stata la sua amante per un breve tempo; quando ella rimase incinta, il duca decise di prendere con sé la piccola, riconoscendola come figlia propria e pagando la madre (disinteressata, tra l'altro, a crescere la piccola) affinché se ne andasse e li lasciasse in pace.

Nonostante, quindi, Phoebe sia la sua sorellastra, Kit l'ama alla follia ed è la luce dei suoi occhi; farebbe qualsiasi cosa per lei e per la sua felicità.
Anche continuare a tenere a servizio la governante assunta dal padre per prendersi cura della piccola Phoebe: Sarah Carlton.

Sarah è anch'ella turbata al pensiero di dover lavorare per il nuovo e giovane duca di Kingsacre; ancora le brucia e la fa avvampare il ricordo di ciò che accadde qualche anno prima, quando Sarah - complice un mix di amarezza e  un eccesso di punch - fu sgradevole verso un'amica di Kit, Meg, alla quale disse parole poco consone ad una signorina perbene, comportamento che le tirò addosso immediatamente un aspro rimprovero da parte proprio di Kit, che era presente alla conversazione tra le due ragazze.

Da allora la vita di Sarah è cambiata: ha perso sua madre e nessun giovanotto si è mai fatto avanti per chiederla in moglie, e la ragazza è convinta che difficilmente accadrà. Per vivere, le tocca lavorare a servizio presso quelle famiglie di duchi che, fino a qualche anno prima, lei poteva considerare suoi pari e sperare di essere invitata alle loro feste.
Ma ormai, da un po', non è più così e Sarah ha accettato con rassegnazione la piega che ha preso il suo destino.

E poiché non ha un altro posto dove andare, può solo sperare che il nuovo datore di lavoro non la licenzi, cosa che Kit si guarda bene dal fare perché vede come la sua adorata sorellina adori Sarah, e come la stessa governante sia ineccepibile nel prendersi cura della bimba.

Insomma, tra i due si instaura una cauta tregua per amore della piccola Phoebe, che ha il diritto di elaborare il proprio lutto con i suoi tempi e in base alla sua giovanissima età.

Sarah è sempre in imbarazzo al cospetto di Kit e dei suoi amici, davanti ai quali non si sente all'altezza e ha sempre l'impressione che la guardino con compassione, ritenendola non più facente parte della loro cerchia; a nulla valgono le gentilezze dell'amica di sempre, Isabel, e neppure le parole di Meg, che dichiara abbondantemente superato ogni possibile malanimo dovuto al famoso diverbio di qualche anno prima.

A cambiare le carte in tavola e a gettare le basi per un cambiamento nel rapporto tra Sarah e Kit, interviene un tragico incidente, che porrà i due sotto una nuova luce.
Durante una piccola gita in barca, il comportamento incauto di Phoebe farà correre un serio pericolo a Sarah, che rischierà la vita pur di salvare la sua protetta.
Anche se non accadrà nulla di irreparabile, qualcosa tra la governante e il suo bel duca comincerà a cambiare: lei si convincerà che la vita è troppo breve per spenderla in dubbi e paure, e lui vedrà Sarah come una ragazza non solo bella ma soprattutto dolce e dal gran cuore, disposta a mettere a rischio sé stessa per il bene di Phoebe.

La gratitudine e lo shock dovuti all'incidente avvicinano i due, che si lasciano andare ad una notte di passione. 
Dalla gratitudine si giunge a qualcosa di più e ben presto tra Kit e Sarah nasce una relazione, che per ora nessuno dei due sbandiera  ai quattro venti, pensando sia opportuno mantenere un atteggiamento di discrezione.
Dopotutto, Sarah è convinta di non poter stare ufficialmente accanto al duca di Kingsacre, il quale sicuramente aspira ad una moglie di ben altro lignaggio, e non certamente a una governante...!
 
Ma il destino non ha smesso di porre altri ostacoli sul cammino di Sarah e Kit, e chissà se proprio questi - e la paura di perdere ciò che entrambi amano più di loro stessi - non diventino la motivazione più convincente per far capire a tutti e due che ciò che li unisce non è solo l'attrazione fisica né la riconoscenza, bensì un amore forte e sincero.

Sarah saprà mettere da parte le sue paure e il suo sentirsi non all'altezza del mondo di Kit, accettando invece che ciò che li lega merita di avere una possibilità?
E Kit saprà guardare con onestà dentro di sé e chiamare col giusto nome quel sentimento che da tempo gli fa battere il cuore in presenza della bella governante dai capelli color del miele?

Anche questo romance storico della serie "Il Club del 1797" è all'insegna del romanticismo più puro, con un pizzico di sensualità e passione che non guasta mai; attraverso i dialoghi e le azioni dei personaggi, ne comprendiamo il carattere, le speranze, la voglia di cedere all'amore che riempie i loro cuori nonostante ci siano dubbi e  timori su cosa sia davvero giusto fare.
Sullo sfondo della storia d'amore tra i due protagonisti c'è sempre la forte amicizia che unisce i duchi del club e le loro mogli, che sostengono sempre e con lealtà i propri consorti, li consigliano e si aiutano tra loro quando qualcuna è in difficoltà, come fanno con Sarah, nonostante questa pensi di non meritarlo.

Una storia d'amore d'altri tempi, romantica e molto piacevole, per la cui lettura in anteprima ringrazio la traduttrice Isabella Nanni.

sabato 2 luglio 2022

PROSSIMI ARRIVI IN LIBRERIA (8-15 luglio)



Buongiorno, lettori!

Diamo un'occhiata ad alcuni prossimi arrivi in libreria; chissà, magari qualcosa è degno di attenzione ^_-



IN ARRIVO A LUGLIO 

ROMANZO STORICO

L'ERBORISTA DI CORTE
di Lisa Laffi


Ed. Tre60
380 pp
USCITA
15 LUGLIO 2022
Napoli, 1414. Costanza Calenda, figlia di un famoso medico di Salerno, sogna di seguire le orme del padre ed esercitare l'arte medica, consapevole di come questo sogno sia difficile da realizzare in una società che vuole le donne soltanto mogli e madri. 
E purtroppo anche il padre, Salvatore, è di questo avviso, che però la porta con sé quando si reca alla corte di Napoli per curare il re in punto di morte. 
Per Costanza è l'occasione per mostrare a lui e alla futura regina, Giovanna II, i rimedi e le cure apprese di nascosto nella bottega di uno speziale. 
Giovanna ne rimane talmente colpita, che insiste perché la ragazza studi per diventare il suo medico personale. Non potendo frequentare l'università, Costanza dovrà proseguire gli studi in un convento a Bologna, lontana da casa e soprattutto dal giovane Baldassarre Santomango, l'affascinante nobile salernitano che le ha colpito il cuore… 
Terminati gli studi, Costanza torna a Napoli per restare accanto alla sovrana; ne diventa l'amica e la confidente, scoprendo che Giovanna è circondata di nemici che tramano contro di lei. 
Nel frattempo Costanza ritrova Baldassarre e si accorge di amarlo più che mai. 
Grazie al suo aiuto, la giovane fa di tutto per difendere la regina dagli intrighi di corte, e lei in cambio le permette di accedere all'Università di Napoli: potrà discutere la tesi in medicina, e diventare la prima donna laureata al mondo.


THRILLER

Adolescenti a rischio, famiglie disfunzionali, misoginia tossica e deep web si intrecciano nel nuovo thriller di Lisa Jewell che, dopo i successi di Ellie all'improvviso (RECENSIONE) e La famiglia del piano di sopra, torna a narrare delle paure del nostro tempo, penetrando nell'anima dei suoi personaggi per metterne a nudo il lato oscuro.


LA RAGAZZA INVISIBILE
di Lisa Jewell


Ed. Neri Pozza
336 pp
18 euro
USCITA
15 LUGLIO 2022
La 17enne Saffyre Maddox vive in un condominio di Alfred Road, a Londra. 
Sola al mondo, tutti quelli che ha amato l'hanno abbandonata, più o meno volontariamente. 
Saffyre è bella, lo sa ma non se ne cura. 
Roan Fours, il dottore da cui è in cura da tre anni, è l'unica persona che le permette di affrontare in qualche modo il male di vivere, ma anche lui la ha abbandonata: la terapia è finita.
Ma Saffyre non lo accetta, così si apposta fuori dal suo studio, lo segue da lontano, gira attorno a casa sua quando fa buio, e apprende più di quanto sia lecito sapere. 

Anche l'esistenza di Owen Pick è una catastrofe, soprattutto da quando lo hanno sospeso dall'insegnamento perché accusato da alcune studentesse di condotta impropria. 
Proprio lui che a trentatré anni ancora aspetta la donna con la quale perdere la verginità. 
Come difendersi da quelle accuse? 
Cercare nella rete in cui c'è un intero mondo di gente come lui, gli incel, i celibi involontari? E chattare magari con YourLoss, che, stando a quello che scrive, potrebbe davvero diventare suo amico? 

E poi ci sono i Fours. Cate Fours non è più sicura di niente, nemmeno del suo matrimonio. Roan si occupa dei figli degli altri e la cura della famiglia grava soltanto sulle sue spalle. 
Una sera Georgia, la figlia adolescente, le dice che il vicino l'ha seguita dalla metropolitana fino a casa. La preoccupazione diventa panico quando una notte Saffyre Maddox svanisce nel nulla... 


NARRATIVA STRANIERA CONTEMPORANEA


Chris Offutt ci introduce a uno strazio umano, a una volontà di resistenza e riscatto che commuovono e aprono alla speranza, confermandosi ancora una volta un grande maestro del racconto contemporaneo.
Di questo autore ho letto COUNTRY DARK >> RECENSIONE  <<


Ed. MinimumFax
16 euro
USCITA 
8 LUGLIO 2022
DI SECONDA MANO
di Chris Offutt


Nel racconto che dà il titolo a questa raccolta, una donna che vive con un uomo divorziato e con la figlia piccola di lui cerca con ogni mezzo di conquistare la fiducia della bambina e finisce per impegnare l'unica cosa di valore che possiede – un paio di stivali in pelle di struzzo – per comprarle una mountain bike. 
La bici è usata, il negozio dove viene acquistata è un bagno dei pegni, ma di seconda mano è anche la protagonista – che viene da una serie di legami e mestieri infelici – e la sua storia d'amore. 
E di seconda mano, psicologicamente ed economicamente, sono tutti i personaggi di questi straordinari testi brevi, ancora inediti e proposti ai lettori italiani prima che a quelli americani. 
Le loro storie e i loro corpi, usati e usurati da vite difficili, ci accompagnano in un viaggio senza sconti nel cuore di un paese che sembra aver dimenticato le promesse sulle quali è stato edificato. 


LA BUCA
di Hiroko Oyamada


Ed. Neri Pozza
trad. G. Coci
160 pp
17 euro
USCITA
8 LUGLIO 2022
Il frastuono delle cicale copre ogni altro rumore quando Asa si avventura lungo la sponda del fiume che costeggia la casa di Tomiko, sua suocera. 
Asa si è svegliata poco prima delle sei, ha preparato la colazione e il bentō, il cestino del pranzo, per Muneaki, suo marito, lo ha salutato, è andata a fare la spesa, si è dedicata alle pulizie e nel pomeriggio è uscita per sbrigare una commissione per conto di Tomiko. 
Dal giorno in cui suo marito è stato spedito per lavoro in quella sperduta area di provincia di cui è originario, e lei lo ha seguito rinunciando alla sua misera retribuzione di lavoratrice a contratto, questa è la sua nuova vita. 
L'acqua scura del fiume brilla davanti ai suoi occhi e, nel sollevare lo sguardo, Asa scorge un animale nero, dal dorso grosso e massiccio, le zampe pelose e robuste, la coda lunga un po' ricurva, il corpo interamente ricoperto da una folta e ispida pelliccia. 
Sembra una creatura non appartenente ad alcuna specie conosciuta. Quando la sua coda nera si infila sinuosa in un cespuglio, Asa affretta il passo per scoprire con sgomento che sotto i suoi piedi non c'è più nulla. 
Un balzo, e si ritrova caduta in una buca profonda, dritta e in piedi, senza perdere l'equilibrio... 
Cosí, in un paesaggio pieno di personaggi eccentrici e creature non identificabili, ha inizio la prima di una serie di esperienze stranianti per Asa, giovane donna giapponese del nuovo millennio, alla ricerca del suo ruolo nel mondo.



IN ARRIVO A SETTEMBRE

THRILLER

Di questo scrittore ho letto e apprezzato due romanzi, per cui quando esce un suo nuovo libro ci faccio sempre caso.
** LISSY **

IL GIROTONDO DELLE IENE
di Luca D'Andrea



Ed. Feltrinelli
672 pp
22 euro
USCITA
30 SETTEMBRE 2022
La Bolzano del 1992 è afflitta da problemi come prostituzione, eroina, criminalità.
Tanti, troppi sono i reati denunciati; degli omicidi compiuti nel decennio precedente - le vittime sono per la maggior parte donne - pochissimi sono arrivati a processo. 
I casi prendono polvere nei fascicoli della questura.
La città viene scossa dal profondo quando viene rinvenuto il cadavere della "Bambina", la prostituta che, seppure bruciata dalla droga, dimostrava meno dei suoi ventiquattro anni. 
Da quel giorno non si può eliminare il sospetto che a ucciderla con ventiquattro coltellate sia stato un uomo il cui odio è così radicale da portarlo a compiere nuovi omicidi. 
Il giovane commissario Luther Krupp e il cronista alle prime armi Alex Milla, in una magistrale alternanza di punti di vista, seguono le tracce dei brutali accoltellamenti che investono Bolzano, in una disperata corsa contro il tempo con l'omicida. 
Ma se vai a caccia di un unicorno rischi di trovare le iene... 

Luca D'Andrea racconta il territorio che conosce meglio, aprendo e lacerando, scavando dentro ciò che è intollerabile guardare, in un girotondo di realtà e invenzione che dà vita a un romanzo, come mai prima, più vero del vero. 
Autentica e potentissima, la narrazione è infatti ispirata a un caso criminale di grande clamore nazionale e internazionale.
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