RITORNO A RIVERTON MANOR di Kate Morton
Pallida, magra, gli occhi acquosi, il volto rugoso, il vigore che abbandona, inesorabile e di giorno in giorno, il suo corpo sempre più fragile.
Però la sua mente è ancora lucida ed in grado di ricordare; ma ancora per quanto lo sarà?, si chiede la vecchina, seduta nella sua stanza nella casa di riposo in cui è ricoverata.
Grace sa di non avere più molto tempo: ha un segreto custodito dentro il proprio cuore che sente il bisogno di raccontare.
Lei, che ha lavorato per decenni come archeologa, è decisa a fare ciò che ha amato sempre fare: scavare nel passato, portare alla luce non più fossili e reperti, bensì voci, sussurri, sorrisi tristi e rassegnati, brevi istanti di felicità, promesse di fedeltà, rinunce, amore, disperazione, lacrime.
Sangue.
Certo, l'occasione per poter finalmente dire la verità, la versione vera ed unica di ciò che accadde nello splendido giardino di Riverton Manor nel 1924, quando il giovane e tormentato poeta Robbie Hunter si suicidò con un colpo di pistola alla presenza delle sorelle Hartford (Hannah ed Emmeline), si presenta all'improvviso e potrebbe essere allettante: una regista sta girando un film proprio sui tragici eventi di quell'estate, con lo scopo di soffermarsi in particolare sulla drammatica ma romantica storia d'amore tra i tre protagonisti; si diceva, infatti, ai tempi, che il poeta fosse fidanzato con una di loro ma avesse l'altra come amante.
Un soggetto ideale e stuzzicante per un film, no?
E così, la regista - avendo saputo che un membro del personale di Riverton (nonché cameriera personale di Hannah) è ancora nel regno dei vivi ma ha una certa età e potrebbe tra non molto lasciarlo per trasferirsi in quello dei morti - decide di far visita all'anziana Grace per farle qualche domanda e ottenere informazioni preziose ed esclusive sui fatti accaduti quella sera, ma anche sulla villa, su come si viveva a quel tempo..., insomma, cercare di arricchire la narrazione cinematografica con qualcosa di vero, attendibile, che sia stato effettivamente vissuto da chi c'era in quella magnifica villa a cavallo tra le due guerre mondiali, quando essa ancora risuonava di voci, chiacchiere, rumori dalla cucina, feste mondane, uomini aristocratici impegnati a parlare di affari e politica e donne di diverse età pronte a spettegolare e a scambiarsi frivolezze.
A Grace, la novantenne madre di Ruth (figlia unica, con cui non è mai riuscita a costruire un legame forte, intimo, spontaneo, affettuoso) e nonna dell'amato nipote Marcus (figlio di Ruth) viene chiesto di ritornare con la memoria a Riverton, di far rivivere con le parole un tempo, un luogo, delle persone che non ci sono più da molti anni.
Ma è a Marcus e non a Ursula che Grace desidera aprire lo scrigno dei ricordi; a lui, che è uno scrittore affermato che però sta attraversando un periodo buio, in cui non riesce a scrivere né a vivere. Il giovane ha infatti subito un grave lutto e questo lo ha buttato giù moralmente, inducendolo ad allontanarsi da tutto e tutti. Anche dall'affezionatissima nonna, che però aspetta fiduciosa il suo ritorno.
Nel frattempo, in attesa che lui si rifaccia vivo, la donna ha pensato di raccontare la sua vita a Riverton incidendo il proprio racconto orale su dei nastri, da consegnare a Marcus.
Ed ecco che l'autrice, attraverso lunghi flashback, ci porta nel 1914, quando Grace è solo una ragazzina di quattordici anni ed è pronta ad attraversare il portone di Riverton Manor per andare a servizio presso la famiglia Hartford, in sostituzione della propria madre, che ha smesso di fare la cameriera, riuscendo a conservare il posto a favore della sua unica figliola.
Intimorita e curiosa, Grace entra in una villa sontuosa, immensa, a contatto con gente aristocratica, lavorando accanto a un personale ligio ai propri doveri, severo all'occorrenza ma anche accogliente, che la farà sempre sentire a casa.
Perché Riverton diventa la casa di Grace, che scoprirà di trovarsi meglio con la collega Nancy e la signora Townsend (la cuoca), che con la propria madre, una donna schiva, di poche parole, scontrosa e un po' burbera, e decisamente poco amorevole ed affettuosa con la figlia.
Quando conosce le figlie del padrone (Frederick), Hannah ha quasi quindici anni ed Emmeline undici; la giovanissima cameriera è fortemente incuriosita e attratta dalle padroncine, dal loro carattere esuberante, dai loro giochi segreti, e adora essere al loro servizio; del resto, sono le persone più vicine a lei per età ed è comprensibile che si senta più a suo agio con le signorine che con gli altri, davanti ai quali è più timida ed in particolare con loro padre, che non le rivolge mai parola e, quando si sofferma a a guardarla, è sfuggente e corrucciato, come se a malapena la sopportasse.
Hannah ed Emmeline hanno un fratello maggiore (David) e i tre sono legatissimi; ma l'arrivo della guerra porta i primi uragani in famiglia e comincia a minare la serenità di Riverton.
David parte per il fronte e con lui va un suo carissimo amico, Robbie; quest'ultimo è stato ospite degli Hartford ed ha conosciuto le sorelle di David, restando colpito dalla bellezza e dalla determinazione di Hannah.
Il racconto di Grace procede minuzioso, ricco di particolari, vivido, e conduce il lettore in un mondo ormai appartenente al passato ma ancora ricco di seduzione, mondanità, leggerezza e fascino malinconico; il periodo successivo al primo conflitto, conosciuto con l'espressione "Anni ruggenti", vede l'aristocrazia inglese ancora ricca, sì, eppure qualcosa sta cominciando a cambiare: il sistema aristocratico inizia a sgretolarsi, molti nobili hanno rimpinguato le proprie casse investendo durante la guerra ma adesso si ritrovano spesso a corto di soldi, e a rimpiazzarli c'è una nuova classe sociale, resa potente dal denaro e non più dal lignaggio, dall'appartenenza ad antiche famiglie nobiliari.
E se è vero che tra i nobili vigono ancora determinate regole di buon costume, atte a mantenere pulito il buon nome della famiglia, è altrettanto vero che le donne cominciano a desiderare di liberarsi da certi schemi e rigide convenzioni sociali che vogliono relegarle unicamente nel ruolo di mogli fedeli e madri felici.
In tal senso, Hannah è all'avanguardia e si inserisce proprio in questa voglia di cambiamento, di trasgredire le regole non tanto per il puro gusto di essere anticonformista, quanto per cercare la propria strada, vivendo in sintonia con il proprio modo di essere.
Benché molto giovane e cresciuta in un ambiente privilegiato, abituata ad essere servita e riverita, Hannah non ha alcuna intenzione di fare la vita da signorina perbene in attesa di essere impalmata da un lord rispettabile e ricco: lei vuole uscire da Riverton, lasciare la campagna inglese, andare in città e lavorare!
Hannah ha una personalità ben definita sin da ragazza: è caparbia, al limite dell'ostinatezza, curiosa, vuol conoscere il mondo, essere una donna indipendente, libera, non sottomessa al padre o a un futuro marito; è pronta ad andare incontro alle sfuriate paterne pur di conquistare la propria libertà, ma a un certo punto, smaniosa di andar via dalla casa paterna - che per lei ha i contorni di una prigione, comoda e dorata sì, ma pur sempre una prigione - accetta di sposarsi con un giovanotto che sembra essere il partito ideale per poter vivere come una donna indipendente... ma in realtà questo matrimonio si rivelerà solo un'altra prigione.
Lui è Teddy Laxton, proviene da una famiglia di banchieri, di origine americana, e con il padre è impegnato in affari commerciali e politici; e si sa, quando ti senti sempre in campagna elettorale non puoi permetterti scandali, anzi, devi ostentare una vita praticamente perfetta.
Hannah lo sposa, pur non essendosene innamorata, andando contro le obiezioni del padre e le lagne della sorellina, che vorrebbe averla sempre con sé, come nei giorni felici dell'infanzia.
Dal canto suo, Emmeline è una ragazza sveglia, con un carattere deciso, è testarda e capricciosa, spumeggiante, vivace e anche lei vuol essere libera di vivere come vuole; ma mentre la sorella maggiore è più matura, responsabile ed equilibrata, Emmeline ha un fuoco dentro che la rende imprevedibile, eccessiva, imprudente, e questo suo modo di essere e comportarsi disordinato cela un malessere interiore: Emmeline si sente sola, poco amata e purtroppo abbandonata da chi ama.
Da David, morto in guerra.
Dal padre, che le ha sempre preferito Hannah, più simile a lui.
E da Hannah stessa, che la lascia per diventare la signora Luxton, trasferendosi a Londra.
A sconvolgere le loro quotidianità - contrassegnate da party, pranzi e cene con amici, e colpi di testa da parte di Emmeline, che raggiunge la sorella nella capitale, infilandosi non di rado in qualche guaio - di giovani donne, ci pensa una vecchia conoscenza, la quale sbuca dritta dritta dal passato: Robbie Hunter, l'amico di David.
Robbie è ormai un poeta che ha all'attivo dei libri di poesia apprezzati dalla critica, ma non è più il giovanotto ironico ed affascinante di un tempo.
L'esperienza della guerra l'ha cambiato radicalmente; sul suo volto e nel suo sguardo ci sono i segni visibili di una sofferenza interiore da cui è difficile guarire.
Del resto, è la stessa riscontrabile (etichettata come "nevrosi da guerra") in tutti coloro che hanno combattuto, sono sopravvissuti al conflitto e son tornati a casa col corpo, ma con la mente sono ancora sul fronte: nella loro testa ancora odono grida, pianti, rumori di guerra, e le loro mani sono ancora lorde del sangue che hanno visto scorrere.
Grace in persona si confronta con questo "problema" quando dal fronte francese torna Alfred, anch'egli un domestico di Riverton; ebbene, egli non è più il ragazzo chiacchierone e simpatico di un tempo, che faceva battute e che aveva fatto intendere alla piccola Grace di nutrire un interesse sentimentale per lei.
Ora è distante, impaurito, nervoso, taciturno: non è più lui..., e Grace vorrebbe tanto riavere indietro il suo Alfred e, chissà, magari vivere insieme la tanto sognata storia d'amore, mettere su famiglia...!
Ma la vita a volte prende strade imprevedibili, inaspettate e non sempre piacevoli; costringe a fare rinunce, mette davanti a scoperte sbalorditive e inimmaginabili, desta sentimenti e affinità che sarebbe meglio non alimentare perché pericolose e inappropriate.
E mentre Grace fa le sue scelte e resta accanto alla sua padrona Hannah (che ha seguito a Londra dopo le nozze), quest'ultima prende consapevolezza del sentimento che cresce dentro di lei quando è in presenza di Robbie.
Quell'attrazione provata dieci anni prima, quand'erano solo ragazzi, esplode in modo irrefrenabile e li travolge, dando vita ad una relazione adulterina.
Ma questa tresca amorosa e piena di passione, che costituisce il loro dolce segreto, è destinata ad essere la più grossa tragedia della loro vita, soprattutto perché Hannah non è l'unica donna ad amare Robbie...
Come dicevo, il romanzo procede alternando il presente (1999) e il passato (1914-1924); la parte relativa ai flashback è ovviamente quella più corposa perché è nel passato che hanno luogo le vicende che compongono la trama del libro e che riguardano le sorelle Hartford, Robbie e Grace, che è sia narratrice che personaggio coinvolto, certamente secondario ma comunque con la sua importanza, in quanto sarà depositaria di segreti di famiglia, uno su tutti quello riguardante ciò che accadde presso la fontana nel giardino di Riverton Manor, nell'estate del '24, e che vide Robbie perdere la vita.
L'ambientazione - la grande e magnifica villa nella campagna inglese, il mondo dell'aristocrazia pieno di privilegi (che però è in declino), la devastazione della guerra con le sue perdite (non solo materiali, fisiche, ma anche morali e psicologiche), i rapporti all'interno della servitù, fedele, obbediente e inevitabilmente un po' impicciona (origliare dietro le porte è un classico) - è affascinante ed è molto ben descritta; molto apprezzabile la consistente bibliografia riportata a fine libro e alla quale l'autrice ha attinto, e questo è evidente nella narrazione accurata, precisa, dettagliata.
All'inizio il ritmo narrativo l'ho trovato un po' lento - proprio a motivo della ricchezza di particolari - ma andando avanti mi sono sentita immersa in quel periodo e in quella casa, grazie alla precisa voce di Grace.
I personaggi sono ben caratterizzati e interessanti, non sempre fanno scelte condivisibili ma la loro imprevedibilità e le tante contraddizioni fanno sì che le loro azioni siano funzionali al tipo di dinamiche che si sviluppano.
Il finale spiega quale sia il segreto di Grace, la verità su cosa accadde quella fatidica sera.
Un romanzo che mi è piaciuto molto, per storia, personaggi, ambientazione e per come è narrato.
Non mi resta che consigliare questo romanzo a chi ama le storie dense, piene di segreti, collocate in un ben definito periodo storico; non so voi, ma io aspetto che Kate Morton annunci l'uscita di un suo nuovo libro. Spero di non dover aspettare ancora molto.
Kate Morton è proprio brava nell'intrecciare passato e presente, nel parlare di legami famigliari e segreti custoditi gelosamente. Mi piacerebbe leggere un suo libro perchè dove c'è un mistero è presente sicuramente una storia coinvolgente che mi intriga e appassiona. Anche le tue recensioni sono un bel leggere, sempre precise ed esaustive. Un caro saluto :)
RispondiEliminaSì, la morton è molto brava a creare storie intricate, flashback, gallerie di personaggi interessanti. Un po' "alla Riley".
EliminaGrazie, Aquila!
Un'autrice che piace moltissimo a mia madre. Prima o poi dovrò scoprirla anch'io, ha sempre un che di affascinante!
RispondiEliminaBrava mamma!! ;-) le sue storie sono molto misteriose e "piene" di intrecci e personaggi!
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