A due anni da "Asintoti e altre storie in grammi", il poeta Davide Rocco Colacrai torna con nuova silloge poetica, edita dalla casa editrice Le Mezzelane e dal titolo "Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile" (72 pag. 11 euro).
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Il volume, terza silloge edita dalla casa editrice anconetana, si compone di 27 poesie il cui indiscusso protagonista è l'uomo, in tutte le sue sfaccettature e dimensioni.
Ciascuna poesia si concentra su un personaggio maschile differente, sia esso noto al grande pubblico (il ballerino Rudolf Nureyev, il giovane calciatore calabrese Nunzio Lo Cascio, lo scrittore anti castrista Reinaldo Arenas, Stefano Cucch, lo scienziato Stephen Hawking, ecc...), o riguardante il vissuto personale dell'Autore.
Sono persone la cui vita è stata per lui fonte di ispirazione; diverse di esse potremmo definirle in modo semplicistico "sfortunate", in quanto la loro esistenza è stata contrassegnata da esperienze negative, drammatiche, tristi - penso ad es. a Stefano Cucchi, al ragazzino protagonista di Wonder *, a Reinaldo Arenas, - ma non è quello di impietosire lo scopo di chi scrive questi versi.
Il poeta prende spunto dalla sofferenza come dall'amore, dalle lacrime come dai sorrisi, dal dolore come dalle speranze dei ventisette protagonisti per dimostrarci come questi esseri umani - scacciati, umiliati, ignorati, brutalizzati, scherniti - custodissero, ciascuno dentro di sé, una ricchezza e un'umanità che, superando ogni arida tristezza fine a se stessa, ci induce a riflettere su tematiche tanto attuali quanto difficili da affrontare nel quotidiano.
L'autore dà voce a individui complessi, in un certo senso "scomodi", che ci obbligano a soffermarci su fatti cupi, drammatici, da cui sarebbe più facile distogliere lo sguardo, che sia il ragazzo la cui giovane vita è stata logorata dall'abuso di droga o i gay deportati nei campi di concentramento, o il matto in manicomio, rinchiuso tra mura che lo vedono fare sempre lo stesso triste percorso in labirinti in cui si può solo morire, o il giovane migrante la cui morte interrompe i sogni crudelmente e bruscamente.
Sono versi che danno corpo e concretezza ai vuoti generati dalla solitudine, che narrano il dolore di chi ha visto la propria esistenza risucchiata in abissi di sofferenza, che esaltano le capacità e l'estro quali strumenti di libertà e di espressione di sé.
Sono poesie che svelano un'anima tutta al maschile pregna di sensibilità, di ardore, di amore, di malinconia e tenerezza, di forza e debolezza; parole che ci colpiscono per il loro essere eleganti e raffinate ma mai distanti dalla concretezza del vissuto umano, che viene raccontato con franchezza e delicatezza insieme, con grande intensità e potenza evocativa; versi che ci mettono davanti alla fragilità dell'essere umano, a singole esistenze, vissute intensamente e voracemente, che avevano tanto da dire e da dare ma con cui il destino non sempre è stato generoso, all'imperfezione dell'amore vero, all'anelito di libertà che resiste nel cuore di chi non si piega neppure davanti alla ferocia delle persecuzioni.
Consiglio questa raccolta davvero meritevole, in particolare a quanti amano leggere poesie che, grazie alla sensibilità e alla capacità espressiva dell'autore, permettono di confrontarci con altre prospettive da cui guardare il mondo, gli altri, e di riflettere su temi etici e civili importanti.
L'autore.
Giurista e Criminologo, Davide Rocco Colacrai è al suo dodicesimo anno di carriera e partecipazione a Premi Letterari; ha infatti ricevuto numerosissimi riconoscimenti nazionali e internazionali. Tra gli ultimi: il Premio Letterario Europeo “Massa, città fiabesca di mare e marmo” (aggiudicato per il secondo anno non consecutivo), la Medaglia di Bronzo per Meriti Letterari al Premio Internazionale “Medusa Aurea” organizzato dall’A.I.A.M. (dopo aver vinto quella d’oro per due volte consecutive) e il Premio come Poeta dell’anno all’omonimo Premio Internazionale organizzato da Otma2 Edizioni. Ė autore dei seguenti libri: “Frammenti di parole” (2010), “SoundtrackS” (2014), “Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte” (2015), “Infinitesimalità” (2016), “Istantanee Donna (poesie al femminile)” (2017), “Il dopo che si ripete, sempre in sordina” (2018) e “polaroiD” (2018), che ama presentare sotto forma di spettacoli di “poesia in teatro”, con cui gira da alcuni anni l’Italia.
Hanno scritto di lui Alfredo Rienzi, Carmelo Consoli, Livia de Pietro, Armando Saveriano, Italo Bonassi, Flavio Nimpo, Mauro Montacchiesi, Gordiano Lupi, Alfredo Pasolino, Stefano Zangheri e molti altri. Nel tempo libero, insegna matematica, studia recitazione, è autore radiofonico per whiteradio.it, colleziona 45 giri da tutto il mondo (ne possiede duemila), ama leggere, praticare sport all’aria aperta e viaggiare.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz