venerdì 21 luglio 2023

RECENSIONE > DELITTO AL CONDOMINIO MAGNOLIA di Maria Cristina Buoso



Un anziano maestro, da tutti conosciuto come una persona mite e solitaria, viene trovato morto in casa proprio, con il corpo trafitto da numerose coltellate.
A chi appartiene la mano assassina? Chi poteva avere motivo per volerlo morto?



DELITTO AL CONDOMINIO MAGNOLIA
di Maria Cristina Buoso


Ed. PlaceBook Pub.
Collana: Città in Giallo – Padova 1
116 pp

È ancora notte quando Caterina Angeli - commissario capo in pensione da poche settimane - viene svegliata dalle sirene della polizia: nel condominio Magnolia dev'essere accaduto qualcosa di grave, ma lei non è più in servizio, per cui non ritiene opportuno attivarsi per chiamare in centrale.

Il mattino successivo, mentre fa colazione in un delizioso locale, apprende che c'è stato un omicidio, proprio nel condominio: un uomo 
di settant'anni, Ernesto Ludi, maestro di scuola in pensione, è stato assassinato con ben 14 coltellate.

L'attuale commissario capo Claudia Trini, dirigente della Prima Sezione della Squadra Mobile della Questura di Padova e amica di Caterina, la contatta per farsi aiutare nelle indagini, che da subito si presentano non semplici in quanto non sembra ci siano piste utili da seguire.

La vittima viveva da solo: vedovo, senza figli, aveva vissuto una vita dedicata all'insegnamento e, da pensionato, si limitava a dare qualche lezione privata; tutti i vicini e i conoscenti lo indicano come una persona a modo, gentile, sempre sulle sue e con l'unico passatempo di guardare i ragazzini giocare al parco.
Caterina e Claudia cominciano a indagare nella vita del morto: dev'esserci per forza qualcosa che permetta di capire chi potesse odiarlo tanto da ucciderlo!

E se dietro quella maschera di rispettabilità si fosse celata una persona non proprio limpida?
Interrogando i parenti, le due donne scoprono che Ernesto era detestato da tutti loro e che nessuno ne piange l'assenza.
Anzi.

Il fratello della moglie del Ludi non lo aveva mai sopportato: non solo riteneva che il maestro fosse un individuo senza qualità, ma soprattutto ha condotto un tipo di esistenza raminga che sicuramente ha reso infelice la sorella: la coppia, infatti, con la scusa del lavoro di lui, ha sempre cambiato città, in un susseguirsi inconcepibile di trasferimenti da un posto all'altro, da un istituto all'altro.

Ma perché questa assurda e scomoda esigenza di lasciare il posto di lavoro per andarsene altrove?
Perché non mettere radici in una località e basta, e vivere così  tranquilli, nella stabilità?
Cosa spingeva Ludi a non voler restare nella stessa scuola?
Non voleva... o non poteva?
Forse è qui il nocciolo del problema e rispondere a un tale quesito potrebbe essere la strada giusta per la polizia, per capirci qualcosa in quello che pare essere un omicidio senza capo né coda.

Caterina viene anche a sapere che Ludi aveva un fratello ma i due non avevano alcun rapporto.
Come mai? Se nessun famigliare tollerava il maestro, evidentemente questi tanto buono e bravo non doveva essere!

Scava e scava, come una diligente squadra di archeologi, Claudia e i suoi uomini, supportati dall'intuito e dall'esperienza di Caterina, cominciano pian piano a grattare la superficie e a vedere che qualche scheletro nell'armadio il maestro l'aveva eccome...

Ciò che scopriranno le turberà perché dovranno scontrarsi con le storie di altre persone che hanno sofferto e stanno ancora soffrendo per qualcosa di cui Ernesto è responsabile.
Forse le sue azioni gli si sono rivoltate contro come un boomerang?

Tra chiacchierate informali con chi sa qualcosa, appostamenti e i giusti collegamenti tra persone e fatti, Caterina aiuterà Claudia a districare ogni nodo, grazie alla sua empatia nell'entrare in contatto con le persone da interrogare, nel comprenderne le azioni senza emettere sentenze affrettate, nel condividerne le sofferenze..., fino ad arrivare a prendere decisioni difficili, forse anche moralmente discutibili, ma che in quel momento la sua coscienza le impone di adottare.

Questo breve e scorrevole romanzo di Maria Cristina Buoso presenta gli elementi del giallo classico (già la copertina vintage ce lo suggerisce): c'è un cadavere sin dalle prime pagine; parte un'indagine, con cui si cercano le cause, il movente che ha portato il colpevole (o i colpevoli) a macchiarsi di un delitto; vi è la polizia che porta avanti le indagini ufficiali ma c'è anche la protagonista - che procede in via ufficiosa, mettendo in campo competenza, esperienze, "fiuto" e istinto - che dà un contributo fondamentale e risolutivo al mistero. 
Ad accendere la lampadina a colei che risolverà il caso è un film, che a sua volta si ispira a un celebre giallo. Non dico altro per non svelare nulla -_^

È un romanzo che si legge velocemente, semplice e immediato nel linguaggio, ideale per intrattenere in queste giornate in cui si ha voglia di letture piacevoli e che ci regalino momenti di svago.

4 commenti:

  1. Adoro le copertine vintage del gialli e mi piace scavare nel passato dei personaggi. Non ho ancora letto un giallo ambientato a Padova, il male si nasconde ovunque :)

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    1. Eh già, angoli di giallo ad ogni latitudine (⁠✿⁠^⁠‿⁠^⁠)

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  2. grazie per la bella recensione, aspetto di sapere cosa ne pensi del mistero dei 6 tiramisù ;)

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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