lunedì 10 luglio 2023

[[ Novità Romance ]] UN AFFASCINANTE MASCALZONE di Federica Leva



Buon lunedì, lettori!
Oggi, qui sul blog, vi presento un historical romance uscito su Amazon il 20 giugno, primo volume di una trilogia.

Se vi piacciono le storie d’amore nella Scozia del 1832, THE MACBRIDE SERIES vi farà vivere tre avvincenti storie d'amore fra le sfide, gli intrighi e le passioni di una famiglia nobiliare scozzese.


- THE MACBRIDE SERIES 1 -
UN AFFASCINANTE MASCALZONE
(Brigitte e Jamie)
di Federica Leva


Disponibile in ebook, 
in KU e in cartaceo (a breve)
Prezzo ebook: 2,99 €
Dopo la morte del padre, Lady Brigitte si ritrova senza casa e senza dote. Il solo che può aiutarla è suo cugino Cole, il nuovo e cinico conte di Blackthorn. 
Ma Brigitte non è una damigella in difficoltà: è bella, intelligente e coraggiosa, e non ha paura di sfidare le convenzioni sociali per inseguire i propri sogni. 
Il suo temperamento vivace attira l’attenzione di molti gentiluomini, tra cui l’infame Asheton, che decide di aggiudicarsela in una partita a carte con altri pretendenti.

Jamie MacBride, il fratello minore di Cole, è un comandante della marina che ha vissuto per anni in India, dove ha sognato di comprarsi una piantagione. 
Ora vuole ricominciare una nuova vita nelle colonie, ma ha bisogno di soldi da investire nel suo progetto. Il tavolo verde è un’ottima occasione per arricchirsi, perché nessuno sa giocare a carte e a dadi come lui. 
E nessuno sa barare con altrettanta scaltrezza. A lui non serve una moglie e nemmeno la vuole; ma, dopo aver rubato un bacio a Brigitte, decide che la posta in gioco è troppo allettante per lasciarsela sfuggire...

La partita tra Asheton e Jamie sarà decisiva per stabilire il destino di Brigitte. Ma lo sarà anche per l'amore?





Seguirà: "Il Barone e la fiamma" di Julia Lee


Blog di presentazione libri self ed editi da CE: http://iromanzisiraccontano.altervista.org/

Blog personale: L'Arcipelago dei Pensieri: http://federicaleva.altervista.org

giovedì 6 luglio 2023

I LIBRI PIU' BELLI LETTI NELLA PRIMA META' DEL 2023

 

La prima metà del 2023 è passata da pochi giorni ed io mi accingo, come di consueto, a tirare le somme delle mie letture nel periodo da gennaio a giugno.



NARRATIVA CONTEMPORANEA


Tra i diversi libri di narrativa interessanti letti nei primi sei, i seguenti son quelli che sicuramente meritano il podio per le emozioni che mi hanno accompagnata nella lettura.

RECENSIONE
Mai come in questi giorni - che hanno visto Jenin presa d'assedio dall'esercito israeliano - Ogni mattina a Jenin potrebbe essere più attuale: è un romanzo che dà voce a chi è stato silenziato a favore di una narrativa "ufficiale" che inevitabilmente distorce la verità, la rende opaca, la nasconde, finendo per ribaltare i ruoli di "aggressore" e "aggredito", di occupante e occupato, di vittima e carnefice.

Eravamo profughi, tutti quanti. Quelli che erano scappati, erano diventati profughi ancora una volta (...) E quelli di noi che erano rimasti diventarono prigionieri a Jenin."


Una storia di speranza e di rinascita, perché dal dolore, dalla sofferenza, possono ancora sbocciare una gioia di vivere nuova, pura e irrefrenabile, e la voglia di guardare gli altri esseri umani e la natura con uno sguardo rinnovato, che ci permetta di vederne davvero tutta la bellezza e di goderne appieno, senza filtri e senza fretta. Intenso, poetico, ricco di pensieri profondi.


TOTALE: 20.


GIALLO/THRILLER/NOIR


RECENSIONE
Ho finalmente iniziato la serie su Teresa Battaglia, personaggio al quale ci si affeziona; romanzo coinvolgente, una scrittura che sa come catturare l'attenzione del lettore, guidandolo affinché faccia caso ai dettagli, a quelli più inquietanti - capaci di aumentare il livello di tensione -, e a quelli che lo spingono ad andare oltre le apparenze e che puntano la luce sul mondo emotivo dei personaggi, compresi quelli "cattivi". 

RECENSIONE

Un giallo ricco di suspense ma anche di ironia; ruota attorno ai libri e rende omaggio ai classici del mystery.

TOTALE: 10.




ROMANCE:  7.

DISTOPICO/FANTASY: 3.


Menzione speciale per IL SOGNATORE di Laini Taylor, narratrice abilissima che riesce a farmi innamorare dei suoi personaggi e di ambientazioni magiche e  fantastiche che, solitamente, non amo.

NARRATIVA PER INFANZIA/RAGAZZI: 4.

STORIA/DOCUMENTARI: 4.

CLASSICO: 3.

BIOGRAFIA: 1.

Non posso non consigliare la lettura di DALL'INFERNO SI RITORNA, la storia della piccola Bibi,

sopravvissuta al massacro della sua famiglia e della sua gente in Ruanda, negli anni '90.

MISTERY/HORROR: 1.



TOTALE LIBRI LETTI DA GENNAIO A GIUGNO: 53.

CARTACEI: 9
E-BOOK: 34.
AUDIOLIBRI: 10.

martedì 4 luglio 2023

♢ RECENSIONE ♦ UN GIORNO DI FESTA di Joyce Maynard



Possono cinque giorni, nell'arco di una vita, sconvolgere tanto tre persone da diventare, per loro, indimenticabili?
Sì, se la vita che stavi conducendo, prima del fatidico incontro, era scialba, triste, priva di gioie.
È ciò che succede al 13enne Henry e a sua madre Adele quando, nelle loro monotone e solitarie giornate, entra Frank, evaso dal carcere e ricercato.



UN GIORNO DI FESTA
di Joyce Maynard



NN Editore
trad. F. Merani
240 pp
Henry ha tredici anni e sente che la sua vita non è un granché.

Vive nella città di Holton Mills, nel New Hampshire, con sua madre Adele, ex ballerina dal corpo ancora in forma, una donna ancora molto bella ma anche tanto triste che, dopo un divorzio difficile, si è chiusa in se stessa; e conduce una vita da reclusa: non esce di casa quasi mai e manda il figlio a fare i servizi necessari; non ha amici (fatta eccezione per una sola, Evelyn, madre di un ragazzo disabile) e non ha hobby; non sa e non le piace cucinare (mangiano sempre cibi surgelati) e si è trovata un lavoro che le permette di continuare ad essere asociale (vende vitamine per telefono).

E così il ragazzino trascorre la maggior parte del suo tempo in casa,  guardando la televisione, leggendo e sognando ad occhi aperti come sarebbe scoprire le gioie di "contatti proibiti" con le sue compagne di classe (che non lo degnano di uno sguardo). 

Questa assenza di svaghi e relazioni sociali si ripercuote sul figlio, che infatti si sente un emarginato, separato dal resto del mondo e diverso dai suoi coetanei; a parte le persone che incontra a scuola, gli unici esseri umani che frequenta sono il padre e la sua nuova famiglia.
L'uomo, infatti, si è risposato con Marjorie e hanno avuto una bimba, Chloe, che Henry fatica a sentire come una vera sorellina; la matrigna, a sua volta, ha un figlio dal precedente matrimonio e anche con il fratellastro (coetaneo) Henry non sente di aver nulla in comune.

Stare col padre non è per Henry necessariamente la migliore ed esaltante delle avventure: se da una parte ha bisogno delle sue attenzioni, dall'altra percepisce di essere un intruso all'interno della sua nuova famiglia, e addirittura è convinto che il genitore si trovi meglio con il figliastro che con lui, che tra l'altro è una vera schiappa in qualsiasi sport, con gran disappunto paterno.

Insomma, Henry e Adele sono profondamente infelici, annoiati e privi di interesse per la vita.
Eppure, Henry prova con tutte le energie a scuotere la madre, a farla uscire: lei è il suo punto di riferimento, il suo centro, sono tutto l'uno per l'altra. 
Ma per quanto ci provi, egli sa che non potrà mai rendere felice la sua fragile ed emotiva madre, il cui cuore è profondamente spezzato da esperienze e traumi passati.

Ma tutto cambia il giovedì prima del Labor Day, quando mamma e figlio si recano al centro commerciale: un uomo con i vestiti sporchi di sangue avvicina Henry al supermercato, chiedendogli aiuto. Si chiama Frank e rivela di essere evaso dall’infermeria del penitenziario (è stato operato per un'appendicite); nonostante il rischio, Henry e Adele non esitano ad accoglierlo in casa con loro. 

Nei pochi giorni che seguono, Frank soggiorna in casa di Adele e questo porta tra quelle mura un cambiamento di prospettiva e la speranza che anche per lei ed Henry ci sia ancora la possibilità di essere felici e di essere una famiglia.

Anche se i tg dicono che il ricercato è un criminale pericoloso, Frank in realtà si comporta con Adele e il figlio con estrema dolcezza, comprensione, voglia di occuparsi e preoccuparsi di loro: in poco tempo, questo sconosciuto veste efficacemente i panni di marito e padre, colmando lacune emotive che sembrava fossero destinate a restare tali per sempre.

Frank è affascinato da quest'uomo calmo e simpatico, che gli insegna a lanciare una palla da baseball, come fare una torta alle pesche perfetta e che soprattutto è capace di far spuntare di nuovo il sorriso sul bel viso di Adele, la quale sembra rinascere a contatto con quest'uomo forte, efficiente, premuroso, che la guarda dritto negli occhi e le parla con rispetto e dolcezza.

Adele cambia ed il figlio non può non accorgersene: non la vedeva così bella, sensuale, serena da tanto tempo, forse neanche se lo ricordava come poteva essere sua madre quando era felice.
Perché finalmente Adele è felice ed è merito di Frank.

Henry ha solo tredici anni, è un quasi adolescente in piena crescita (e nel mezzo della fatidica "tempesta ormonale") e finora ha vissuto il legame con la madre in maniera assoluta e totalizzante.
Con Frank dentro casa - e nel letto di Adele -, Henry si scopre geloso e si ritrova diviso tra due differenti desideri: la possibilità di essere una famiglia e la paura che Frank voglia portargli via sua madre, escludendolo dalla loro vita.

Intanto, le ricerche proseguono e la polizia ha promesso una bella sommetta a chi ha notizie utili per acciuffare l'evaso; nessuno immagina che nella solitaria casa di una donna, che non mette mai il naso fuori, si nasconda un criminale, dalla cui bocca ascolteremo la sua versione della storia che lo ha visto colpevole del delitto che l'ha portato in carcere.

Nella casa di Adele e Henry, il tempo sembra scorrere lento, racchiuso nell’intimità di una strana famiglia, formatasi in circostanze decisamente singolari.
Quest'idillio è destinato a durare o verrà interrotto dalla triste e implacabile realtà?

"Un giorno di festa" (pubblicato in precedenza col titolo "Un giorno come tanti", da cui è stato tratto l'omonimo film, con Josh Brolin e Kate Winslet) è un romanzo di formazione scritto con molta delicatezza, con un linguaggio pulito e una trama di per sé semplice e lineare, forse anche poco originale; non ha di certo un ritmo concitato, tutt'altro, esso è piuttosto lento e non induce il lettore a una lettura avida e frenetica, per cui se siete alla ricerca di una lettura avventurosa, questo libro non è per voi.

Questo romanzo ci mostra, con voluta placidezza e con un che di sonnacchioso, come un ragazzino che sta crescendo e che sta imparando ad affrontare le tante difficoltà tipiche dell'età (il cambiamento del proprio corpo, l'interesse per le ragazze e l'imbarazzo di non saperlo gestire, il rapporto con una madre amata e che lo ama, ma anche molto fragile, il legame con un padre presente eppure distante emotivamente, quello con la sua nuova famiglia, che si fatica ad amare davvero...) si ritrovi di colpo e inaspettatamente a chiedersi come sia essere felici e quanto salvifica possa essere la speranza della felicità quando viene donata a chi - come lui e Adele - si stavano abituando all'apatia, a giorni sempre uguali, alla solitudine, al dolore del passato (lei) e alla paura di un futuro grigio e noioso (lui).

Durante la lettura, ammetto di aver pensato, più di una volta, che mi mancava qualcosa, soprattutto a livello emozionale: la narrazione mi sembrava piatta, troppo prevedibile e, quindi, poco coinvolgente.
Devo dire che però le pagine finali mi son piaciute e mi hanno spinta a riconsiderare più positivamente tutto il romanzo: credo sia merito della dolce malinconia e della genuinità presenti nell'Henry ormai adulto (che ci aggiorna sul dopo), la cui mente non ha mai dimenticato quei cinque giorni incredibili vissuti con un ricercato dentro casa.
Cinque giorni in compagnia di un uomo che aveva infuso un'insperata vitalità nella madre e aveva donato tenerezza e amicizia all'Henry tredicenne, solo e apatico.

Mi è piaciuta la nota positiva finale, che mi ha lasciata con un sorriso soddisfatto e intenerito.

La Maynard è una scrittrice che vorrei approfondire.
Voi avete letto qualcosa di suo?



domenica 2 luglio 2023

[[ GIUGNO 2023 ]] Tra pagine e popcorn

 

Luglio è da poco entrato e io riepilogo qui con voi le mie letture del mese di giugno!


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1. PERFECT DAY di R. Hausmann: se tuo padre fosse accusato di essere un mostro, lo difenderesti senza se e senza ma? (4/5) IDEALE PER CHI CERCA UN THRILLER PSICOLOGICO DA LEGGERE IN SPIAGGIA.
2. LA PIAZZA DI NESSUNO di M. Rosato: una piazza immobile ed eterna, spettatrice del mutare degli eventi che coinvolgono gli esseri umani (3.5/5). PER CHI CERCA UNA LETTURA DIVERSA DAL SOLITO, CON PERSONAGGI STRAVAGANTI.
3. PER AMORE DI BENEDICT di T. Thompson: una giovane e solare ragazza cerca di portare amore e speranza a un uomo sfiduciato (4/5). ADATTO AGLI AMANTI DEL ROMANCE.
4. OMICIDIO FUORI STAGIONE   di A. J. Seaman: su un'isoletta in cui non accade mai nulla cominciano a morire degli adolescenti (3,5/5). GIALLO NORDICO SOFT, SCRITTO DA UN ITALIANO
5. COME AGNELLI IN MEZZO AI LUPI di D. Pitea: un serial killer semina morte in quel di Roma mandando messaggi criptati e indovinelli alla polizia prima di colpire (4,5/5). THRILLER AD ALTA TENSIONE.
6. ZANNUTA  di A. Di Cesare: la vita travagliata di una donna sola ed emarginata ma dallo spirito forte e indipendente (5/5). SE SEI ALLA RICERCA DI UNA STORIA AL FEMMINILE COINVOLGENTE.

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7. PANE COSE E CAPPUCCINO DAL FORNAIO DI ELMWOOD SPRINGS  di F. Flagg: non c'è modo migliore per prendersi cura di sé che tornare a casa, alle proprie radici (4/5). PER CHI HA VOGLIA DI UNA COCCOLA LETTERARIA.


I libri maggiormente apprezzati a giugno sono stati Zannuta, per la protagonista indimenticabile, che ne ha vissute tante e la cui schiena ne ha prese non poche, ma niente è riuscita a spezzarla; il thriller di Pitea per la sua trama complessa e accattivante.






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 FILM

 Per quanto concerne i film che mi sento di segnalarvi, ci sono:

- C'MON C'MON di Mike Mills, con Joaquin Phoenix  e Woody Norman.

 È un film che ha al centro il rapporto tra un uomo e il suo nipotino; i due impareranno a conoscersi e ad instaurare un legame molto bello e sincero, che farà bene a entrambi.

Joaquin è Johnny, un giornalista impegnato a girare documentari e a fare interviste radiofoniche; il suo ultimo progetto lo vede viaggiare per l'America per incontrare diversi bambini e intervistarli riguardo al futuro non proprio idilliaco del nostro pianeta.

Quando riceve la telefonata della sorella, Viv, con cui non intrattiene grosse frequentazioni (in particolare dopo la morte della loro mamma), non ha idea di ciò che sta per chiedergli: dovendo lei occuparsi del marito (che soffre di disturbi mentali), ha necessità di lasciare il figlioletto, Jesse, con una persona di fiducia per qualche giorno.

Quelli che all'inizio dovevano essere pochi giorni, ne diventano decisamente di più, tanto che Johnny -
non potendo restare a casa per troppo tempo perché deve lavorare - sarà costretto a portare con sé il nipote in uno dei suoi viaggi, che li porterà da Los Angeles a New York e poi New Orleans. 

La trama del film è di per sé semplice ed essenziale e si concentra, come dicevo, sul rapporto che zio e nipote - che sono praticamente due estranei l'uno all'altro - instaurano via via che stanno insieme; Jesse è un bambino di 9 anni  particolare, con un'intelligenza superiore alla media e con comportamenti iperattivi; Johnny, che è un uomo solitario, silenzioso e tranquillo, si rende conto sin da subito che non è affatto semplice, per un tipo come lui, interagire in modo soddisfacente con un ragazzino chiacchierone, curioso, pronto a fare sempre mille domande su tutto, schietto e senza peli sulla lingua, restio ad obbedire agli adulti senza fiatare o argomentare.
È faticoso, per l'uomo, rapportarsi a questo nipote semi sconosciuto, cui è complicato star dietro, essendo Jesse un vulcano di parole, domande, immaginazione, e prendersi cura di lui, facendo attenzione a restituirlo alla madre tutto intero, non è proprio un'impresa scontata, anche perché il ragazzino tende a volte a sfuggire alle attenzioni dell'adulto.

I dissidi e le incomprensioni non mancano, anche perché i giorni per stare insieme si allungheranno e questo metterà alla prova emotivamente entrambi, facendo emergere insospettabilmente un mondo interiore - fatto di sentimenti contraddittori, solitudine, paure... - complesso, fino a quel momento tenuto a chiave e che il loro legame, appunto, tirerà fuori.

La pellicola è in bianco e nero e, privata dei colori, assume un carattere maggiormente intimo, dando allo spettatore il modo di concentrarsi sugli stati emotivi dei personaggi, sulle loro evoluzioni psicologiche e comportamentali, su come l'amicizia inaspettata e speciale nata tra zio e nipote abbia donato ad ambedue nuove prospettive, fiducia, voglia di spensieratezza, di parlare per capirsi ed entrare in sintonia, di aiutarsi.
I due protagonisti sono bravissimi, tanto il giovanissimo Woody Norman quanto il mio amato Joaq, sempre eccellente in queste parti intimiste e malinconiche, e ciò che ne viene fuori è un film molto bello, delicato, dolce, che emoziona, fa riflettere e si lascia apprezzare per l'attenzione posta sui sentimenti e la complessità dei legami umani.
Consigliato!!


L'altro film è meno recente ma io l'ho visto soltanto poche settimane fa: AMABILI RESTI, diretto da Peter Jackson e con Saoirse Ronan, Mark Wahlberg, Rachel Weisz, Susan Sarandon, Stanley Tucci, Michael Imperioli.
Come in tanti sicuramente saprete, esso si ispira all'omonimo romanzo di Alice Seibold e racconta la storia di una ragazzina uccisa da un serial killer ma il cui "spirito" non riesce a passare all'aldilà, schiacciato com'è dal dolore per una morte violenta e ingiusta e dal desiderio di giustizia (vendetta?).

Siamo a Norristown, in Pennsylvania, in una cittadina carina e tranquilla, tra villette a schiera e campi di pannocchie; qui vive la 14enne Susie Salmon, un'adolescente solare e socievole, appassionata di fotografia e innamorata del compagno di scuola Ray Singh. 

Purtroppo, il 6 dicembre 1973 Susie viene fermata sulla strada di casa dal vicino, il signor Harvey, che si è sempre dimostrato affabile e cortese; con un diabolico escamotage, l'uomo adesca la ragazzina, invitandola e convincendola ad entrare in un piccolo rifugio sotterraneo da lui stesso costruito, dove nasconde delle cose belle da mostrare ai ragazzi.
E' una trappola: Harvey fa violenza alla piccola Susie e la uccide brutalmente. 

Da quel momento, lo spirito di Susie si trova sospeso fra la terra e il cielo, in una sorta di limbo fatto di ricordi e di fantasie, da dove può vedere quello che ancora succede ai suoi cari e al suo omicida nel mondo mortale.
Susie è sgomenta e soffre per il proprio ingiusto destino: perchè proprio a lei doveva accadere una cosa talmente brutta - essere vittima di un mostro senza cuore -? 
Era una ragazzina qualunque, serena, con dei sogni da adolescente, che desiderava innamorarsi, fare fotografie, divertirsi.., vivere! 
Non si può tornare indietro: lei è morta e tale resterà, però... se solo potesse fare in modo che i suoi famigliari continuino a tener d'occhio quel maledetto vicino di casa, così da denunciarlo!
Ma come potrebbe mai lei influenzare le vite dei viventi essendo solo una sorta di "fantasma"?
Per Susie è atroce vedere come i suoi genitori soffrano indicibilmente per questa tragedia, per la quale tra  l'altro non c'è giustizia, visto che non è stato arrestato nessuno per la scomparsa e la morte della loro figlioletta.
Il corpo di Susie non è ancora stato ritrovato, ma solo oggetti e tracce di sangue a lei appartenenti; nessun indizio che permetta di rintracciare chi le ha fatto del male.
Attraverso gli occhi disperati e addolorati della giovane sfortunata protagonista, assistiamo impotenti all'inevitabile dolore che si consuma nella famiglia Salmon, finendo per spaccarla.
Intanto, comunque, la povera Susie "vive" in una specie di pre-paradiso (al quale accederà quando sarà pronta a lasciare definitivamente la dimensione terrena, alla quale non appartiene più), dai colori sgargianti e meravigliosi (tipici della raffigurazione del paradiso, per capirci, dove è pieno di fiori, cielo azzurro, luce ecc...), ai quali si alternano immagini più cupe quando il pensiero della defunta va alla propria morte e a ciò che essa significhi.

“Questi erano gli amabili resti, cresciuti intorno alla mia assenza. I legami, a volte esili, a volte stretti a caro prezzo, ma spesso meravigliosi. Nati dopo che me n’ero andata…”

Quando sarà pronta Susie a lasciare definitamente questo mondo? Forse quando vedrà i suoi famigliari rassegnarsi e cercare di tornare a vivere? Quando essi si saranno battuti per "risolvere il caso" e trovare l'assassino (la cui identità è ovviamente nota da subito allo spettatore)?
La piccola vittima cova un mix di vendetta e giustizia ed è ciò che ancora la lega ai mortali (oltre all'amore per la propria famiglia e il rimpianto di ciò che le ' stato tolto).
Come spezzare questo filo?

Il film nel complesso mi è piaciuto, nel senso che l'ho guardato con coinvolgimento, visto il drammatico tema affrontato; ho apprezzato anche la vena thriller, soprattutto relativamente ai tentativi di un famigliare di Susie di sgamare il colpevole; è la prospettiva fantasy-paranormal che mi ha forse convinta meno, ma in generale lo promuovo, perché trasmette tanto l'angoscia legata alla violenza e all'assassinio della ragazzina, quanto la sua legittima voglia (ingiustamente spezzata) di vivere, di essere felice e spensierata. Bravissima Saoirse.

venerdì 30 giugno 2023

♣ RECENSIONE ♣ PERFECT DAY di Romy Hausmann



Nove bambine sono scomparse in poco più di un decennio; di loro si sono trovati solo i cadaveri, abbandonati nei boschi e "segnalati" da dei nastri rossi legati agli alberi.
Ma finalmente pare abbiano trovato il killer: è lui, un antropologo e filosofo famoso e stimato, ribattezzato "Professor Morte".
È davvero l'assassino?
La sua unica figlia conosce l'amato padre che l'ha cresciuta al meglio delle proprie possibilità, non facendole mai mancare il proprio sostegno nemmeno nei momenti più difficili, e sa che mai egli sarebbe capace di macchiarsi degli atroci delitti dei quali è accusato.
Ed è disposta a tutto per dimostrarne l'innocenza.


PERFECT DAY 
di Romy Hausmann



Ed. Giunti
trad. A. Daniele
384 pp


Ann Lesniak ha ventiquattro anni quando la sua vita viene sconvolta da un evento tanto improvviso quanto tragico: in una sera come le altre, mentre si apprestano a cenare, la polizia irrompe dentro casa - dove lei abita col padre, Walter - e arresta quest'ultimo, per poi perquisire a fondo l'abitazione.
Il motivo dell'arresto è assurdo, oltre che drammatico e grave: il professore Walter Lesniak, filosofo di fama mondiale, è accusato di essere nientemeno che il "serial killer dei nastri rossi", vale a dire il feroce assassino che da anni sta angosciando Berlino con i suoi crimini: a partire dal 2004 fino al 2017, dieci bambine sono state prima rapite e poi trovate morte nei boschi attorno alla capitale - in vecchie rimesse, in cantieri abbandonati... -, senza che si fosse mai riusciti ad arrivare a individuare la mano assassina.

Fino a quel momento: è lui, il “Professor Morte” - docente universitario berlinese e noto antropologo, il papà della scioccata Ann - il criminale.
Jana, Kati, Olivia, Laetitia, Hayet, Jenny, Saskia, Alina e Sophie: è lui che ha ammazzato queste povere bambine (tra i sei e i dieci anni), lasciandole morire dissanguate e appendendo una serie di fiocchi rossi ai rami degli alberi come "guida" fino al luogo in cui giacevano i cadaveri.
Alle nove piccole vittime si aggiunge il sospetto di una decima, presumibilmente la prima di tutte, Larissa, scomparsa (e ritrovata morta) nel 2003.
 
Finalmente, dopo quattordici lunghi anni dal primo omicidio, la polizia stringe il cerchio intorno al presunto colpevole: Walter Lesniak, il quale, però, né smentisce le accuse né si dichiara colpevole.

Il suo amico e avvocato, Ludwig, non sa che pesci prendere e chiede aiuto addirittura ad Ann, affinché convinca il padre a parlare e a provare a scagionarsi, se è innocente.

Perché è innocente, vero?
Ann ne è straconvinta: suo padre, un uomo colto, gentile, studioso, appassionato di temi esistenziali e psicologici, una persona sensibile e comprensiva, un padre sempre presente... come fa ad essere un killer e per di più di bambine? Ma è assurdo, è fuori da ogni logica e Ludwig non può davvero credere alle accuse, perché anch'egli sa chi e com'è Walter!

E proprio perché nessuno le crede, decide di cominciare a indagare per conto proprio per dimostrare l'innocenza del padre; là fuori c'è il vero colpevole e va consegnato alla giustizia, affinché smetta di far del male e per dare un po' di sollievo alle famiglie cui sono state brutalmente strappate delle figlie.

Ad aiutarla nelle sue personalissime ricerche si succedono due amici di Ann: la prima è un'amica di vecchia data (nonché vicina di casa), Eva, la quale si presta ad aiutare Ann nella sua folle impresa, ma purtroppo il suo contributo avrà vita breve a causa di un tragico imprevisto; il secondo collaboratore sarà Jacob, un amico simpatico e disponibile che però si rivela essere anch'egli interessato al caso del "serial killer dei nastri rossi" per ragioni personali, ed infatti la sua amicizia con Ann ha sempre avuto un fine ben preciso, per lui.

Il primo tassello da posizionare le viene offerto da una collega di lavoro, Michelle, una donna dolce e materna che, Ann scopre, è la mamma proprio della piccola Larissa, la prima vittima del killer!

A partire da questo indizio Ann - prima con Eva e poi con Jacob - comincerà a seguire qualsiasi traccia possa condurre a un possibile indiziato, ed in effetti un nome sospetto sbuca dal passato della povera Larissa e su di lui Ann convergerà ogni pensiero e risorsa.

La sua ossessione per la verità la porta a Schergel, nella Foresta Bavarese, perché pare che lì ci sia un nuovo caso di scomparsa, il che - ovviamente! - accende le speranze di Ann: se suo padre è in prigione e il killer dei nastri rossi è ancora attivo e colpisce, ciò significa solo una cosa: il professor Lesniak è innocente, in carcere c'è l'uomo sbagliato!!

Finalmente si sta avvicinando l'occasione che Ann cercava: far vedere a tutti chi è l'uomo che l'ha tirata su egregiamente e senza la figura materna (la mamma di Ann è morta quando lei era piccola), mostrarlo per ciò che è - un'anima affabile, serena, istruita - e togliergli l'onta terribile che gli è stata gettata addosso.
Che ne sanno le persone di com'è stato il professor Lesniak nel suo privato? Nessuna di esse sa quanto lui sia sempre stato vicino alla sua complicata figliola, che soprattutto da adolescente ha avuto un temperamento molto ribelle; Ann ricorda alla perfezione le conversazioni a tema filosofico con il padre, i loro discorsi profondi infarciti di citazioni di illustri pensatori (Kant, Cartesio, Pascal...), la disponibilità del genitore di trascorrere del tempo con lei senza mai trascurarla ma mettendo la "sua Coccinella" sempre al centro della propria vita.

Ann è una giovane donna che - dal giorno dell'arresto - ha sentito che qualcosa dentro le si è spezzato per sempre e il marchio infamante sulla reputazione del padre ha colpito anche lei, come un pugno in pieno viso, facendola barcollare.
E, soprattutto, facendola sentire terribilmente sola.
Senza Walter, Ann è sola al mondo.
Un tempo c'è stata la sua Zoe e il loro amore, ma poi lei se n'è andata.
Pure l'amica del cuore, Eva, l'ha lasciata, anche se adesso è ritornata.

Non le resta che combattere perché la verità trionfi.
Certo, per quanto il suo cuore rifiuti di contemplare anche soltanto la minima possibilità che il padre possa essere il vero colpevole, la ragione le dice di stare all'erta.

"Chi vorrei – cosa rimarrebbe di me – se tutto quello che sono stata finora si rivelasse una menzogna?"

"Comprendere è doloroso, Ann. Forse la cosa più dolorosa in assoluto."

Seguiamo Ann mentre cerca, frenetica e determinata, di scagionare suo padre; il suo è un viaggio complicato, che non è solo costellato di piste da seguire, dettagli cui far caso, sospettati da tener d'occhio, ma è ancor prima un viaggio psicologico, che conduce Ann dentro sé stessa e anche dentro la mente di altre persone, in qualche modo coinvolte.

È un percorso difficile, da affrontare con coraggio, consapevolezza, che imbocca le strade buie del dubbio e degli interrogativi scomodi e dolorosi, ed Ann deve stare attenta perché rischia di prendere troppi abbagli e di perdersi tra cumuli di false verità che, in fondo, lei stessa si sta costruendo:


"mi ero composta il mio puzzle, avevo distorto i pezzi e incastrato a forza gli angoli che non combaciavano. Avevo creato collegamenti dove non ce n'erano, trasformate le coincidenze in prove, semplicemente riscritto la storia."


"Perfect day" è un thriller psicologico ben costruito, coinvolgente, che dà al lettore il modo di addentrarsi in quell'intricato dedalo che è la mente umana, con i suoi lati oscuri, le sue ossessioni, le paure, le fragilità, i meccanismi di difesa, i traumi che mandano il cervello "in tilt", gli impulsi non sempre controllabili; la narrazione è, in larga parte, affidata ad Ann, ma alla sua prospettiva si alternano le registrazioni delle conversazioni tra il colpevole e il suo interlocutore - psicologo? poliziotto? giornalista? (entrambe le identità vengono, ovviamente, rivelate verso la fine) - e il racconto di un "noi" in cui una "voce" racconta del rapporto con una bambina, chiamata principessa, e che va amata e protetta.

Mi è piaciuta l'attenzione posta alla parte psicologica ed emotiva, e anzi le emozioni sono fondamentali in questa storia e la stessa Ann è stata educata ad essere introspettiva, a guardarsi dentro, individuando le proprie emozioni e cercando di spiegarle e comprenderle al meglio.
Il finale ci sta e lo trovo coerente con tutto.

Consigliato, dategli una possibilità, è un buon libro; è il secondo che leggo di quest'autrice tedesca e la sto apprezzando.

Vi lascio con la canzone preferita di Ann e che dà il titolo al romanzo.


(Lou Reed)

Just a perfect day
you made me forget myself
I thought I was someone else
someone good

Oh, it’s such a perfect day
I’m glad I spent it with you
Oh, such a perfect day
You just keep me hanging on
you just keep me hanging on

You’re going to reap just what you sow



CITAZIONI

«Comunque è importante avere una speranza, anche solo per combattere la paura. Qualcosa a cui aggrapparsi finché non arriva l'oscurità del nulla.»
«I ricordi sono belli solo se c'è speranza» continua. «Altrimenti ti distruggono.»

"tutto può diventare un incentivo per agire, anche l'odio."

"La vita va avanti per la sua strada. Si insinua nelle crepe più piccole per sbucare di nuovo in superficie, persino nelle condizioni più sfavorevoli, come una piantina in mezzo all'asfalto. Una risata che all'inizio quasi pizzica, perché da tempo non muovi più i muscoli necessari, che suona lieve e trattenuta e forse anche po' artefatta. E poi un bel giorno ridi di nuovo, a voce alta e scrosciante e così forte che ti fa male lo stomaco. Allora la felicità si impone, senza chiedersi cosa sia giusto o sbagliato. La felicità è cieca e sorda, e va bene così."

"L'amore non ci lascia scegliere. Non siamo noi a deciderlo – è lui a cercarci e a trovarci. Si annida nel profondo del nostro animo diventando il nucleo del nostro essere. Tutto ciò che proviamo germoglia dall'amore. Speranza e fede, fiducia e determinazione. Ma anche odio e paura e rabbia e tutte le emozioni negative che ci rendono creature viventi. In fondo derivano anch'esse dall'amore deluso e ferito. L'amore è la cosa più fragile ma anche la più forte in noi esseri umani. Ed è sempre presente. A volte è grande e variopinto e chiassoso e splendente come i colori dell'estate. Altre appena percettibile, solo un alito o un sussurro. Solo una lucina rossa, che però è visibile anche nella notte più nera e profonda. E anche quando non rimane più nulla di noi, l'amore è la nostra ultima preghiera. Il nostro ultimo respiro.
"

giovedì 29 giugno 2023

29 giugno 1798

 

Se anche non ne fossimo degli estimatori, è Google in persona a ricordarcelo: il 29 giugno 1798 nasceva, a Recanati, il poeta Giacomo Leopardi.

Personalmente, posso dire di avere avuto, sin dalla preadolescenza, una certa simpatia per Giacomino, per cui oggi voglio ricordarlo con voi postando, semplicemente, alcune delle sue poesie che hanno un posto speciale nel mio cuore e, sono certissima, non solo nel mio.

Buona (ri)lettura... e buon compleanno, Giacomo! 





A SILVIA


Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all’opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D’in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch’io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perché non rendi poi
Quel che prometti allor? perché di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Né teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d’amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell’età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l’amor, l’opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell’umane genti?
All’apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.




IL PASSERO SOLITARIO


D’in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l’armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell’aria, e per li campi esulta,
Sì ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell’anno e di tua vita il più bel fiore.

Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de’ provetti giorni
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch’omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s’allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell’aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.

Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all’altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest’anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.


mercoledì 28 giugno 2023

READING CHALLENGE 2023 - obiettivi di luglio -

 

Buon mercoledì, lettori!

Ieri ho appreso quali saranno gli obiettivi di luglio della Reading Challenge e li condivido con voi.


CLASSICO: come potete leggere, nella sezione CLASSICI mi aspetterebbe il maestro del poliziesco, Arthur Conan Doyle, di cui - fatta eccezione per qualche stralcio di racconto studiato in "Antologia" alle superiori - non ho mai letto nulla.
Sarei tentata, è vero, se non fosse che c'è l'autrice della prossima sezione che mi strizza l'occhio...

CONTEMPORANEO STRANIERO: eccallà!!!
Kate Morton, scrittrice australiana che amo e di cui aspetto che pubblichino in Italia il suo ultimo romanzo (Homecoming); ho letto quasi tutti i suoi libri tradotti in italiano, mi manca solo uno e credo che alla fine sarà la mia scelta: L'OMBRA DEL SILENZIO.




RECENSIONI

IL GIARDINO DEI SEGRETI
I SEGRETI DELLA CASA SUL LAGO
RITORNO A RIVERTON MANOR


ALTRI POST CORRELATI



CONTEMPORANEO ITALIANO: Alessandro Baricco, di cui ho letto (solo) "Oceano mare" e "Seta"; diciamo che non è in cima alla wishlist :-D

LIBRO SPECIAL (scelto dall'organizzatrice): Le affinità elettive di Goethe, che ho letto diversi anni fa e, se anche volessi rileggerlo, comunque le riletture non valgono.


E VOI, COSA SCEGLIERESTE
AL POSTO MIO?

lunedì 26 giugno 2023

[[ RECENSIONE ]] LA PIAZZA DI NESSUNO di Mariangela Rosato




Ambientato in una piazza del sud della Puglia, in Salento, nel mese di agosto, "La Piazza di Nessuno"  è un romanzo dallo stile particolare che, trascinando il lettore in una spirale di ricordi e aneddoti personali e famigliari, lo introduce in una dimensione quasi magica, dove le lancette del tempo sembrano aver rallentato la loro inesorabile corsa.


LA PIAZZA DI NESSUNO
di Mariangela Rosato



La Mongolfiera Ed.
224 pp
18 euro
Aprile 2023
LINK
"consapevoli che in quella piazza il tempo fosse perpetuo e immortale. Perpetuo, perché la vita scorreva senza che nessuno se ne accorgesse sul serio e facesse qualcosa per acchiappare il fluire dei secondi. Immortale, perché si era perso il conto del tempo in cui tutti erano lì. Mangiavano, bevevano,  sfogliavano fascicoletti, giocavano a carte, imprecavano contro i santi, le madonne e i mammini; tuttavia, non sempre si rendevano conto che quelle loro azioni sarebbero destinate, un giorno o l‟altro, a finire.

Tutti i ricordi, quindi, vivevano nel presente, anche perché sulla piazza niente nasceva, né moriva davvero, ma ogni cosa si rigenerava".


Il mago dei fascicoletti di cruciverba ed esteta della "piazza di nessuno", l'uomo cittu cittu, la figlia furbetta, la donna con la voce squillante...: sono soltanto alcuni degli estrosi personaggi che animano questo romanzo e che transitano nella piazza del paese, questo luogo che nel tempo è sempre rimasto "intatto, invincibile alle intemperie, immobile"

L'autrice ha costruito un tipo di narrazione che non segue un'unica e lineare trama né una sequenza cronologica dei fatti, bensì è un susseguirsi di impressioni, fantasticherie e pensieri dei personaggi, e delle loro vicende, in quanto singoli individui e membri di una famiglia e di una comunità paesana. 

Tutto ruota attorno alla piazza, muto teatro che accoglie l'esistenza di questa piccola fetta di umanità, popolata da personaggi bizzarri, un po' folli, stravaganti, le cui esistenze sembrano contrapporsi proprio a quella stessa piazza così centrale per loro, in quanto essa appare sempre la stessa - immobile ed eterna - a fronte della mutevolezza e dell'imprevedibilità del vivere umano.

Tra pagine e pagine di cruciverba, articoli sull'estetismo, il design, la filosofia, si intervallano storie di legami famigliari, di amori, di uomini e donne spesso identificati a partire da una peculiarità fisica o caratteriale; sono persone spontanee e schiette, divise tra un senso di devozione forte verso santi e madonne e il bisogno di imprecare e bestemmiare per sfogarsi.

La vivacità dei personaggi e delle loro vicissitudini è attraversata da una vena malinconica e nostalgica, legata a un mondo semplice e passato a cui si ritorna con la memoria per poterlo raccontare affinché non vada dimenticato e perduto per sempre, perché nonostante in quella piazza pare che il tempo si sia fermato, in realtà esso segue passo passo le persone e le loro esperienze, gli incontri fatti, le azioni compiute, la disperazione, il dolore, la solitudine.

La narrazione, quindi, è un continuo fluire dal presente al passato attraverso frammenti di vita e di ricordi, e le persone che ne sono al centro possono, così, continuare a vivere, ad esistere, nella memoria.

"Perché un giorno, di chissà quale tempo, quale lontana realtà da me e da tutti, non ci sarà più anima viva, tutto trasformato, rimodellato, ridefinito.
Ciò che rimarrà, invece, sempre uguale ovunque nel mondo è la presenza di tanti, tantissimi sguardi innocui, mediocri, inutili e di pochi, pochissimi sguardi pieni di bellezza."

La piazza diventa allora simbolo di appartenenza ad un mondo, a un luogo, e trae il suo significato e la sua centralità dalle storie di vita degli abitanti, ciascuno protagonista di vicende degne di essere raccontate e di divenire, così, anch'esse immortali, sfuggendo all'usura del tempo che passa.

Il libro di Mariangela Rosato è un romanzo particolare per stile, contenuti e per una narrazione che, se pur non lineare dal punto di vista cronologico, contiene elementi ricorrenti e grazie ai quali i personaggi acquisiscono familiarità, così che il lettore impara presto a riconoscerli, individuandone modi di essere, di atteggiarsi, vezzi e bizzarrie; la scelta del registro linguistico  - compresa la presenza di espressioni dialettali salentine - è coerente con il genere di personaggi e di storie raccontate, comunicando al lettore  l'insospettabile profondità e la genuinità che si nascondono dietro tutte le stranezze, le abitudini e i difetti di uomini, donne, vecchi, mogli, mariti e figli che, come noi, hanno varcato e attraversato con semplicità la soglia di questa terra.

mercoledì 21 giugno 2023

Versi d'estate

 


In estate

D'estate
mi stendo sulla riva
e penso a te
Se avessi detto al mare
quello che provavo per te,
avrebbe lasciato le sue rive,
le sue conchiglie,
i suoi pesci,
e mi avrebbe seguito.
(Nizar Qabbani)





,
Caldo

Il sole da sopra si sporge di sotto
Il mondo si toglie il cappotto
L’estate rovescia colore arancione
Il mondo si toglie il maglione
Il caldo stordisce la pietra e la serpe
Il mondo si toglie le scarpe
E cammina scalza nel corpo che suda
La vita che è nuda.
(Bruno Tognolini)



Io non ti perderò mai 

Nessun cielo di una notte d’estate senza respiro 
giunge così profondo nell’eternità, 
nessun lago, quando le nebbie si diradano, 
riflette una calma simile 
come l’attimo – 
quando i confini della solitudine si cancellano 
e gli occhi diventano trasparenti 
e le voci diventano semplici come venti 
e niente c’è più da nascondere. 
Come posso ora aver paura? 
Io non ti perderò mai.
(Karin Boye)


https://www.poemhunter.com/
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https://pin.it/7nOhJL1
https://pin.it/3Gb110e


domenica 18 giugno 2023

# RECENSIONE # PANE COSE E CAPPUCCINO DAL FORNAIO DI ELMWOOD SPRINGS di Fannie Flagg



Il successo professionale è il fulcro dell'esistenza della bella Dena Nordstrom, regina del network, signora delle interviste e promettente giornalista televisiva. Eppure, dietro quel castello luccicante, fatto di fama, soldi, complimenti, fans, party e alcool, si nascondono infelicità, insoddisfazione, insicurezze, mancanza di affetti sinceri e stabili.
Dietro quella facciata dorata che tutti, da fuori, invidiano, c'è una donna che s'è smarrita, che non sa più come tornare a casa perché le sembra di non averla mai avuta davvero, una casa.
Solo il coraggio di andare indietro nel passato, conoscerlo affrontarlo, può darle l'occasione preziosa di ritrovarsi e, magari, di fermarsi proprio lì, in quella sonnolenta cittadina del Missouri in cui ha trascorso i primissimi anni della propria infanzia e in cui è stata felice.


PANE COSE E CAPPUCCINO 
DAL FORNAIO DI ELMWOOD SPRINGS 
di Fannie Flagg



Ed. Sonzogno
trad. O. Crosio
464 pp
Dena Nordstrom è una donna attorno ai trent'anni che - negli anni Settanta - è all'apice della propria carriera di giornalista televisiva in quel di New York; tutti la vogliono, la cercano e sono disposti a pagarla non poco per averla nella propria squadra.

Alta, bionda e bellissima, con un alto senso pratico, efficiente e professionale: Dena è quasi una divinità nel suo ambiente e addirittura il suo capo, il burbero e cinico Ira Wallace, non sempre riesce a dirle no e finisce per assecondarla pur di averla alle proprie dipendenze.

La realtà lavorativa in cui è immersa Dena è un oceano di squali che mangiano i pesci piccoli, c'è moltissima competizione, tra colleghi si respira rivalità e c'è sempre da stare attenti a qualcuno che "vuol farti le scarpe" e prendersi i riflettori tutti per sé.

Insomma, per resistere bisogna essere aggressivi e non mansueti, predatori e mai prede, lasciandosi guidare da quel pizzico di cinismo e sangue freddo necessari per accaparrarsi le news (oggi diremmo "il gossip") più appetitose, i segreti più piccanti, le interviste esclusive con i personaggi più quotati: non c'è posto per la mollezza, per i sentimentalismi, per l'empatia e la compassione!

E Dena rischia di farsi condizionare da un mondo così, pur di continuare a splendere: è davvero possibile restare integri e retti in una realtà lavorativa senza scrupoli o è necessario anche arrivare a calpestare qualcuno pur di ritagliarsi e conservare un posto tra le stelle del giornalismo?

Dena non è una cattiva persona; è vero, vive solo per il lavoro e questo la fa apparire superficiale verso i rapporti umani, ma ha una sua etica e mantiene una propria rettitudine, che non è disposta a svendere pur di compiacere Wallace, da cui non è affatto intimorita e al quale parla molto francamente, quando non condivide la sua linea di condotta e la sua assenza di morale.

Del resto, la fermezza di carattere e la dignità sono un retaggio di sua madre e ad essi la Nordstrom non vuol rinunciare.

Fatto sta che, però, il lavoro l'assorbe troppo, la sta comunque rendendo una persona vuota, senza legami famigliari, amicali, relazioni sentimentali vere e il suo corpo comincia a mandarle forti segnali di malessere: è sotto pressione, stressata, esaurita e questo le si riversa a livello fisico, attraverso forti mal di stomaco e altri problemi che sono dei campanelli d'allarme da non trascurare: Dena deve rallentare i ritmi se non vuole stare male davvero e definitivamente; deve fermarsi per un po'!

Testarda com'è, lei prova a tener duro ma un grave tracollo fisico finisce per costringerla a una vacanza  obbligata, che la riporta ad Elmwood Springs, la piccola e sonnolenta cittadina in cui è cresciuta. 




La storia del presente di Dena è intervallata dal racconto di altre vicende accadute in diversi momenti del passato e che vedono protagonista sia Dena stessa (da ragazzina o all'inizio della carriera) sia persone a lei vicine e/o imparentate.

Nei capitoli ambientati nel 1948, ad es., incontriamo Dorothy e il suo allegro programma radiofonico, così amato dagli abitanti della cittadina di Elmwood Springs, dove tutti si conoscono e si aiutano, e dove sembra di vivere in un luogo lontano dal caos e dalla frenesia del mondo e dei suoi cambiamenti: un angolo di paradiso, in cui regnano serenità e armonia, dalle cui case provengono deliziosi profumi di dolci casalinghi, canti cristiani e sermoni di chiesa.
Un posticino in cui il tempo sembra scorrere più lentamente e con più clemenza.

E qui vivono i parenti (paterni) di Dena, tra cui la simpaticissima coppia composta da Norma e Macky e la saggia e cara zia Elner.

Nel corso della narrazione, vediamo Dena cambiare atteggiamento verso questi famigliari di cui lei non ha alcuna memoria: dapprima li snobba, li considera dei sempliciotti un po' rumorosi e appiccicosi, ma i problemi di salute e tutto il turbinio di domande e insicurezze che essi innescheranno, l'aiuteranno a guardarli con occhi diversi, ad apprezzarli e amarli perché... sono la sua famiglia, ed essi le vogliono bene, si preoccupano per lei e si fanno in quattro per ospitarla e aiutarla a riprendersi!

Grazie (anche) a loro, Dena comincia a capire che c'è qualcosa di profondamente irrisolto nella sua vita perché ci sono informazioni che le mancano sulla propria madre e sulla storia della sua famiglia; Dena deve venire a patti con la verità circa sua madre per poter individuare l'origine reale dei suoi malesseri fisici, che sono l'esternazione di quelli emotivi di cui lei non è ancora a conoscenza.

Un altro contributo fondamentale per arrivare a riconoscere la causa di tutto arriva dalle sedute con la psichiatra che la prende "in cura" e le dà un suggerimento importante, a partire da una domanda di per sé semplice ma alla quale Dena non sa rispondere: chi sei, Dena Nordstrom? 

"Chi sei? Allora pensava di saperlo, ma adesso non ne aveva idea. Si era persa da qualche parte lungo la strada.
Si sentiva vuota come una casa abbandonata".

Dena ha problemi di identità personale, per lei è difficile pensarsi in relazione agli altri e reca nella propria anima i segni di un trauma da rifiuto legato all'infanzia e alla figura materna.
Durante l'infanzia e la preadolescenza, la mamma di Dena (Marion) ha trascinato la figlia di luogo in luogo, senza mai fermarsi troppo tempo in un posto; pur amando la figlia, Marion non è stata una madre capace di esternare il proprio affetto, è sempre stata sfuggente, quasi impaurita e la figlia si era convinta che ella nascondesse qualcosa..., forse un segreto.
Ma che genere di segreto? E perché non si è confidata con la figlia invece di abbandonarla il giorno di Natale di tanti anni prima?

Comincia per Dena il viaggio necessario verso un passato che la riguarda e che sembra nascondere qualcosa che potrebbe condizionare il suo futuro. 
Uno per volta, i segreti sulla sua famiglia sfuggono dallo scrigno in cui erano gelosamente custoditi rivelando un’insospettabile verità.

Se è vero che certi segreti, se svelati, possono uccidere, far del male, rovinare un'esistenza, è altrettanto vero che ce ne sono alcuni che vanno conosciuti per colmare delle lacune, dei vuoti dolorosi, così da poter comprendere meglio sé stessi.

Prenditi cura di te, Dena. Torna a casa.

È di questo che, alla fin fine, ha bisogno la protagonista: tornare a casa, donarsi del tempo per stare bene, per ritrovarsi, per mettere ordine tra le priorità della vita, fare pace col passato, con la propria storia personale e con quella di sua madre, segreti compresi.

I temi affrontati da Fanny Flagg in questo romanzo sono diversi: l'importanza dei legami familiari, l'identità personale, il legame con le proprie radici, la discriminazione razziale, l'amicizia, l'etica professionale, il rapporto con il lavoro e quanto esso diventa così centrale da fagocitarci; non mancano i riferimenti alla fede.

Come già mi è accaduto con gli altri due libri (IN PIEDI SULL'ARCOBALENO - POMODORI VERDI FRITTI al Caffè di Whistle Stop) di quest'autrice letti in passato, anche questo l'ho trovato delizioso, una coccola letteraria che fa bene al cuore, pregna di sentimenti buoni, che contrappone la frenesia di tempi sempre più veloci e stressanti a un tipo di esistenza semplice, rassicurante, confortante.
Dolcemente ironica, diretta, semplice nello stile ma profonda nei contenuti, Flagg per me fa centro anche stavolta con una storia che "fa bene" al cuore e accarezza l'anima del lettore.


".. Poveri piccoli esseri umani. Si ritrovano scaraventati in questo mondo senza sapere minimamente da dove arrivano e che cosa devono fare, o per quanto tempo dovranno restarci. O Dove andranno a finire dopo. Eppure che il cielo gli abbia in gloria La maggior parte di loro si sveglia al mattino e passa la giornata cercando di dare un senso a tutto questo. E allora non si può fare a meno di amarli. Non è così?"
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