E come anticipato un paio fa giorni fa, proseguiamo con le anteprime Neri Pozza!!
ALBA SPORCA
di Miguel Sousa Tavares
Ed. Neri Pozza PROSSIMAMENTE |
Trama
Évora, Portogallo, 1988. Sono le tre del mattino alla festa di fine corso all’Università.
Filipe, ubriaco al punto tale da andare a sbattere violentemente contro un professore all’uscita del bagno degli uomini, viene approcciato da una ragazza del liceo, una di quelle che si imbucano nelle feste universitarie.
Alta, con una minigonna che le lascia scoperte un paio di gambe lunghe e abbronzate, begli occhi scuri che spiccano su un volto gioviale e felice, Eva, la ragazza, è su di giri anche lei, ma non si spingerebbe probabilmente oltre qualche bacio furtivo.
Il destino vuole però che i due siano notati da Zé Maria e João Diogo, tipi dall’aria ruffiana, bracciali e tatuaggi fino ai polsi, qualche dente marcio in bocca.
La serata prende così una svolta inaspettata.
Una corsa in macchina ̶ una Opel con fari doppi, sedili sportivi, volante in pelle e gomme che fischiano a ogni scarto del volante ̶ una puntata a un bar, una sosta in un luogo appartato in mezzo ai campi, e accade l’inevitabile: Zé Maria e João Diogo abusano della ragazza.
Eva, sconvolta, grida di orrore, corre disperata, inciampa nei cespugli, si perde nell’oscurità dell’alba livida, per ricomparire poi all’improvviso davanti alla macchina lanciata a tutta velocità da Zé Maria.
L’impatto è inevitabile: il corpo viene preso all’altezza delle anche dal cofano della macchina, si solleva da terra e va a sbattere violentemente contro il vetro, che subito si riempie di una nube di sangue, e poi viene lanciato lontano, scomparendo dalla vista dei ragazzi.
Zé Maria e João Diogo, tra le proteste di Filipe, decidono di fuggire per non rovinarsi la vita con un’accusa di omicidio. Trascorre il tempo e quell’alba sporca pesa come un macigno nel cuore di Filipe.
Sono gli anni in cui prosperità e corruzione, indotte da un fiume di denaro pubblico, mutano radicalmente il volto del paese.
Architetto del comune di Medronhais Sierra, Filipe, ricattato da qualcuno che sostiene di sapere tutto di quella tragica alba del 1988, si ritrova al cospetto di una giovane donna magistrato, Maria Rodrigues Ribeiro, decisa a fare luce su quella lontana vicenda.
Una donna affascinante, con begli occhi scuri e la malinconia di chi deve aver sofferto nella vita. Una donna dallo sguardo stranamente familiare per Filipe.
Attraverso una magistrale vicenda di violenza, amori proibiti e intrighi politici, Alba sporca narra la storia del Portogallo, un paese che, dalla «Rivoluzione dei garofani» che nel 1974 rovesciò la dittatura di Salazar fino ai giorni nostri, è ancora alla ricerca del suo posto nella modernità.
L'autore.
Miguel Sousa Tavares è uno dei più noti e apprezzati scrittori portoghesi. Nel 2006 ha vinto il premio Grinzane Cavour con Equatore (beat 2011). È tradotto in 11 lingue e pubblicato in 30 paesi.
Trama
Katalin lavora in una fabbrica a Pápa, un’antica città ungherese.
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«La storia romanzata degli ultimi trent’anni di storia portoghese.
Un grande libro senza eroi».
Publico
«Miguel Sousa Tavares dipinge un ritratto in cui il lettore si riconoscerà... Un romanzo che non lascia scampo, che mostra chi siamo, e dove sta andando il Portogallo».
Expresso
L'autore.
Miguel Sousa Tavares è uno dei più noti e apprezzati scrittori portoghesi. Nel 2006 ha vinto il premio Grinzane Cavour con Equatore (beat 2011). È tradotto in 11 lingue e pubblicato in 30 paesi.
IL NUOTATORE
di Zsuzsa Bánk
Ed. Neri Pozza PROSSIMAMENTE |
Trama
Katalin lavora in una fabbrica a Pápa, un’antica città ungherese.
Parte ogni mattina nella nebbia con la bicicletta.
Il cane le corre accanto abbaiando finché lei se lo lascia dietro sullo stradone. Kata, la sua bambina, si sveglia puntualmente per andare a guardarla dalla finestra.
Tira le tende da una parte e alza la mano per salutarla.
Un giorno, però, Katalin esce di casa in assoluto silenzio e, senza rivolgere il minimo cenno di saluto a Kata e a Isti, l’altro figlio più piccolo, si dirige verso la stazionee.
Lì sale su un treno che va a ovest, in compagnia di un’amica. Giunta al confine con l’Austria scende per raggiungere clandestinamente l’Occidente, come sovente accade all’epoca di questa storia: gli anni Cinquanta del secolo scorso in cui la Cortina di ferro divide in due l’Europa.
A Kálmán, il padre di Kata e Isti, non resta che la solitudine delle ore trascorse a rigirare tra le mani la foto di Katalin nei campi, con i suoi bei sandali con i lacci stretti attorno alle caviglie che nessuno portava allora; o la disperazione delle notti passate a cercare invano di dormire in cucina dopo non avere più messo piede in camera da letto.
Quando però la gente mormora che nessuno più bada ai bambini, lasciati nei campi sotto la pioggia, Kálmán vende casa e terreno e parte con i suoi due figli. Parte forse alla ricerca di Katalin o forse semplicemente di un altro luogo lontano da quello reso insopportabile dall’assenza e dalla fuga della donna. I tre viaggiano di casa in casa, di terra in terra, in un pellegrinaggio senza pace che ha, tuttavia, dei veri momenti di felicità quando Kálmán nuota fino al largo nei laghi e il piccolo Isti lo imita, sguazzando di giorno dietro alle libellule senza mai riuscire ad acchiapparle, e la sera, quando cala il silenzio, ascoltando l’acqua e i pesci «che non si vedono ma si possono sentire».
Libro vincitore del prestigioso «Deutscher Buchpreis», Il nuotatore è un romanzo dalla scrittura potente e delicata insieme che parla della perdita delle radici, del dolore dell’abbandono e dell’incomunicabilità tra le generazioni attraverso la magnifica storia del viaggio di un padre e dei suoi figli in una terra che, come loro, sembra aver perduto il suo bene più prezioso senza sapere come poterlo riavere.
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«Zsuzsa Bánk è maestra nel costruire un’atmosfera al tempo stesso lieve, atemporale e intrisa di malinconia».
Barbara Caputo, il Mattino
«Il talento di Zsuzsa Bank sta nell’immaginazione, in grado di riempire d’incanto l’assenza e il desiderio struggente grazie a un’eccezionale capacità di descrizione».
The New Yorker
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz