giovedì 28 maggio 2015

Recensione: SULLA SEDIA SBAGLIATA di Sara Rattaro



Proprio da oggi in libreria potrete trovare un'edizione fresca fresca del primo romanzo della bravissima scrittrice Sara Rattaro, già pubblicato con Morellini:

SULLA SEDIA SBAGLIATA
di Sara Rattaro


Ed. Garzanti
157 pp
28 maggio 2015
Trama

Andrea è accusato di aver ucciso Barbara, la fidanzata, in preda a un raptus e sotto l’effetto di stupefacenti.
Valeria ha saputo dal giornale che il ragazzo che ama è accusato di aver strangolato la madre.
Una donna ha visto uscire di casa la figlia e non sa che sarà per l’ultima volta, mentre Zoe sogna l’”uomo dal naso perfetto” e attende il trapianto…

Vicende che si intrecciano e sovrappongono, vittime e carnefici che si scambiano i travestimenti nel teatrino dell’assurdo della vita.
Una struttura originale e una scrittura toccante e coinvolgente disegnano storie talmente vicine alle nostre che sembrano appartenerci, componendo un vivace mosaico in cui ogni tessera si incastra armoniosamente.

L'autrice.
Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, Sara Rattaro ha frequentato il master in Comunicazione della Scienza «Rasoio di Occam» a Torino prima di essere assunta come informatore farmaceutico. Coltiva da sempre la passione per la scrittura, le sue storie si ispirano ai racconti delle persone che incontra.Il suo esordio narrativo è con "Sulla sedia sbagliata" (Morellini, 2010). Un uso qualunque di te, il suo secondo romanzo, Giunti 2012, da marzo a maggio ha avuto 5 ristampe, ed è stato venduto in Spagna, Germania, Olanda, Bulgaria, Russia, Ungheria e Turchia. Il terzo romanzo di Sara, Non volare via, è pubblicato da Garzanti (maggio 2013) con grande successo.
Il suo ultimo romanzo Niente è come te, è anche pubblicato da Garzanti (settembre 2014) e continua la sua carriera di successo
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Le storie che ci racconta l'Autrice in questo romanzo sono intrecciate tra loro, perchè le esistenze delle persone coinvolte, per diversi motivi, hanno qualcosa in comune e purtroppo non è qualcosa di lieto.
Tutte loro, in qualche modo, in un preciso e drammatico momento della propria vita, si sono sedute sulla sedia sbagliata, provandone tutto il disagio e il dolore possibile.
Eh sì, perchè se c'è un comune denominatore che attraversa le vicende personali dei personaggi presentati è proprio il dolore, la sofferenza fisica ma soprattutto psicologica ed emotiva.
La narrazione è affidata a più voci, che vengono collocate alternativamente in due categorie precise: vittime e carnefici, anche se la vita spesso confonde un po' le acque e la linea che separa la vittima dal carnefice non sempre può essere netta.

Una mamma bella ed egoista, ossessionata dal pensiero che il marito sempre in viaggio la tradisca, dopo averla anche lasciata sola con il loro unico figlio malato di epilessia, potrebbe diventare - non volendo, non intenzionalmente - la carnefice di quel figlio "diverso", proprio perché presa dalla smania non solo di proteggerlo,  ma anche di nasconderlo, di controllarlo in modo che quel pesante fardello sia in qualche misura tenuto sotto controllo? E se quel figlio un giorno decidesse di ribellarsi alla lunga sofferenza provocata da questa madre fredda e distante, e di farlo in modo cruento e forte..., non sarebbe troppo semplice farlo passare per carnefice, dimenticando che anch'egli è stato vittima?

Certo, forse un tipo così ci fa più pena e magari ci pensiamo due volte prima di puntare il dito con leggerezza, ma che dire di un ventenne apparentemente tranquillo, cresciuto sotto lo sguardo vigile della madre dottoressa, la quale mai avrebbe immaginato che il suo unico figlio potesse avere dei segreti ed essere capace di commettere qualcosa di brutale ai danni di un'innocente?
E quanto male quel ventenne può aver causato ai genitori di quell'innocente, chiusi nel loro dolore sordo, cupo, troppo  presente e pesante da sopportare e da affrontare, che neanche la speranza di ottenere giustizia può mitigare?

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E poi ci sono altri dolori, altri mostri da sconfiggere: una malattia che sta consumando la vita di una giovane
che sogna il vero amore e intanto scrive racconti..., una mamma che piange in silenzio nel guardare la propria figlia anoressica, che si sta spegnendo come una candela per un amore finito male a causa di una tragedia...

Vite che ci scorrono davanti travolgendoci come un fiume in piena: un fiume che porta con sè sentimenti forti, emozioni vive, pensieri, domande, rimpianti di chi sa che forse  è arrivato ad un punto della propria esistenza in cui non è più possibile rimediare alle distrazioni, agli errori... e questa consapevolezza lascia solo tanta amarezza.

Passiamo la vita a cercare qualcosa che ci renda felici ma che non riusciamo quasi mai a riconoscere quando lo troviamo davanti, anche se lo immaginiamo unico e in grado di appagare il nostro vuoto… quel vuoto come un salto nel blu fatto di secondi che scorrono ai margini della nostra mente per poi farci precipitare come sassi in un mare placido pronto ad avvolgerti in un oblio infinito. E se il suo essere così immenso potesse insegnarci ancora qualcosa che non sappiamo, beh lì impareremmo ancora.

Donne e uomini che riflettono, piangono, parlano come se si stessero confidando col lettore, come se volessero liberare il proprio cuore da tutta la pena che vi è dentro, e che rischia di farlo scoppiare o forse, peggio ancora, di divorarli e togliere loro ogni ragione e voglia di vivere.
Quando si prova un dolore immenso ci si racchiude in se stessi.Si vorrebbe solo dormire per mesi, magari per anni e svegliarsi quando tutto quello che ci fa male si é trasformato in un ricordo.

L'Autrice dà spazio e voce a tutti, ai coraggiosi come ai vili, alle vittime come ai carnefici, a chi ha subito un'ingiustizia come a chi l'ha commessa, a chi ha perso la gioia di vivere come a chi ha ancora fame e voglia di prendere a morsi la vita; e ad ognuno dà la sua opportunità di aprire la propria anima, prendendoci quasi per mano per guardare oltre le apparenza, oltre i facili giudizi, perchè entrare nei complicati e tortuosi meandri della mente e del cuore dell'uomo non è affatto semplice, ma è necessario uno sguardo sensibile, penetrante, che si faccia domande senza aspettarsi per forza la risposta più scontata, quella "normale" perchè
"ognuno di noi è destinato a imparare cosa significherà la parola normalità per se stesso"

e questa conquista della propria normalità spesso si rivela un "pericoloso viaggio dentro se stessi" dal quale  si può uscire feriti.

Ancora una volta, la scrittura e le storie di Sara Rattaro entrano nel cuore, ti aprono un'umanità complessa e semplice nello stesso momento, perchè complesse sono le esperienze e le vicende (belle o drammatiche) che accadono a tutti noi, e semplici - o meglio, vicini, familiari - sono i sentimenti, gli stati d'animo, i rimorsi e i rimpianti, le aspettative disattese, i bozzoli d'illusione in cui c'eravamo rinchiusi per non vedere verità scomode e dolorose.
Le storie e i personaggi mi piacciono e mi toccano profondamente in quanto così umani, così fragili e complicati che non possono lasciarmi indifferente, ma finiscono per travolgermi ed emozionarmi.
Come sempre.... consigliato! 

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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