venerdì 7 ottobre 2011

Il principe della nebbia di Carlos Ruiz Zafon



IL PRINCIPE DELLA NEBBIA
di Carlos Ruiz Zafòn

Ed. Mondadori
collana Scrittori Italiani e Stranieri
Traduzione di B. Arpaia
204 pp
19 euro
Anno 2011

TRAMA:

1943. Il vento della guerra soffia impetuoso sull'Europa quando il padre di Max Carver decide di lasciare la città e di trasferire la sua famiglia in una villetta sulla costa spagnola.
Ma appena arrivati, cominciano a succedere strani eventi: Max scopre un giardino pieno di statue terrificanti, le sue sorelle iniziano a fare sogni strani e inquietanti, all'improvviso compare una scatola piena di vecchi film che sembrano aprire una finestra sul passato.
E poi, perché l'orologio della stazione va all'indietro, come se stesse facendo un conto alla rovescia? Ma più ancora minacciose e sinistre sono le voci che riguardano i precedenti proprietari della villa, e i racconti che accompagnano la misteriosa scomparsa di loro figlio.
Mentre indaga in compagnia del suoi nuovi amici Roland e Alicia, Max viene a conoscenza della terrificante storia del Principe della Nebbia, un'ombra luciferina che emerge nel cuore della notte per scomparire con le prime nebbie dell'alba...

Una storia che affonda le radici nel passato e che continua a lasciare una scia di sangue, dolore e sofferenza.


Di Zafòn ho letto soltanto IL GIOCO DELL'ANGELO e devo dire che, pur non classificandolo tra i libri più belli da me letti, comunque non mi è dispiaciuto e anzi l'ho letto tutto d'un fiato!!
Zafòn ha uno stile narrativo avvincente, con personaggi dal profilo psicologico complesso, dall'animo tormentato, con segreti inconfessabili, inseriti in contesti "gotici", inquietanti, che si trovano ad affrontare situazioni drammatiche, incomprensibili razionalmente, fatte di morte, dolore...

Mi pare di capire che sia il filo conduttore anche di questo romanzo, come de "Il gioco dell'angelo".
Non mi resta che scoprire se anche gli altri libri di Zafòn hanno queste stesse caratteristiche!!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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