domenica 9 dicembre 2018

Recensione: MAURICE di Edward M. Forster



Il giovane protagonista di quello che è considerato il capolavoro di E.M. Forster, o comunque il suo romanzo più intimo e commovente, vive giorni, anzi anni, tormentati, dopo aver capito una cosa di se stesso che stenta ad accettare e che vive come una condanna: la propria omosessualità.


MAURICE
di Edward M. Forster



Ed. Garzanti
336 pp
14 euro

Maurice è un giovanotto appartenente ad una famiglia benestante e in vista, frequenta Cambridge e la sua vita - come quella dei suoi coetanei - sembra già essere stata decisa a tavolino all'interno della rigida e conformista società vittoriana.
Dopo il college, cosa aspetta il ragazzo? Sicuramente un buon posto fisso, una posizione socio-economica agiata, e soprattutto il matrimonio con una bella fanciulla, ricca e ben educata.
Ma non sempre le cose procedono come si pensava dovessero procedere, e la vita prende per Maurice pieghe decisamente inaspettate.

Egli non si sente molto attratto dal genere femminile e quando sente parlare di matrimonio in lui non scatta alcuna immagine o alcun pensiero positivo...; il ragazzo non osa dare un nome a queste sensazioni fastidiose eppure "tangibili", troppo per essere ignorate, ma per non farsi del male - e per evitare problemi al college - cerca di non pensarci.
Finchè non si imbatte in un compagno di studi, Clive.
Lì dove Maurice è più snob, riservato, rigido, taciturno, poco incline a lasciarsi andare, Clive è allegro, un trascinatore, intelligente, colto e ama travolgere il nuovo amico con i suoi discorsi filosofici ed esistenzialisti, sulla religione e quant'altro.

Clive e Maurice si son trovati, sono l'uno il completamento dell'altro e Maurice comprende di sentirsi pericolosamente attratto da lui.
I segnali che l'altro gli invia potrebbero sembrare indiscutibili: anch'egli è attratto dagli uomini!
Oppure la voglia di Maurice di ritrovarsi faccia a faccia con "uno come lui" gli sta annebbiando ogni capacità di discernimento?
Eppure dev'essere così, anche Clive "è come lui", perchè è così affettuoso,ricerca sempre la sua compagnia e ci sono gesti d'amicizia che si concedono solo in privato in quanto, se li facessero davanti ad altri occhi, non solo perderebbero di valore ma potrebbe essere pericoloso, perchè per "gli invertiti come Oscar Wilde" c'è la denuncia (e chissà che altro), per non parlare dell'onta gettata sulle povere famiglie inconsapevoli di avere un diverso in casa...
Ma i tormenti e i dubbi di Maurice ben presto si acquietano di fronte all'innegabilità dei sentimenti che agitano il cuore di ambedue: si amano, se lo dicono incerti, tremanti ma anche coinvolti da questa improvvisa felicità che li sta pervadendo.

"L’amore aveva strappato Clive alla futilità e Maurice alla confusione mentale, affinché due anime imperfette potessero rasentare la perfezione."

Maurice continua comunque ad avere preoccupazioni e pensieri non positivi dentro di sè, nell'accorgersi che il suo amore per l'amico non è solo platonico e oltre alle parole ha bisogno di altre dimostrazioni; ma Clive è così, butta tutto sullo "spirituale" e il loro legame, che già soffre il carattere della segretezza, risente anche di questo limite, che porta i due innamorati verso un rapporto "a metà".

Passano tre anni, i due lasciano Cambridge e Maurice non sa che ben presto qualcosa di inaspettato e sgradevole sta per cadergli addosso, procurandogli molta sofferenza.
Intanto la consapevolezza della propria omosessualità gli sta palesando tutto ciò che di inautentico, artefatto, sciocco, banale... appartiene alla propria categoria sociale di provenienza, a cominciare dai famigliari: sua madre lo adora ma è una donnetta così superficiale! E le sorelle, poi! Ada è carina ma non pare avere molto sale in zucca, e della minore, Kitty, non parliamo proprio, la più stupidina di tutti e non è neppure bella!

Ciò che dà un po' di senso alla sua vita è il lavoro e, soprattutto, il sentimento sempre più forte che lo lega al suo Clive, che però è pronto, dopo un viaggio in Grecia, a dargli una brutta notizia: è "guarito", non gli piacciono più gli uomini, non è più "malato" e adesso ha capito che quella è stata una transizione, un momento di passaggio... finito il quale la mente gli si è schiarita e ogni deviazione conclusa: lui è un "uomo vero" e gli piacciono le donne.
Già questa dichiarazione basta a mandare in confusione il povero e sgomento Maurice..., ma quando si accorge che pur di mandarlo via l'altro è disposto a mettere in mezzo la sorella, la sua rabbia diventa accecante!
Ma c'è poco da essere arrabbiati: Clive pare aver deciso e di lì a poco si fidanza e si sposa con la dolce e bella Anne...

E' la fine definitiva di un amore che era divenuto l'unica ragione di vita per Maurice?
E adesso, che n'è di lui, omosessuale solo, con desideri e sentimenti frustrati, chiusi in un cuore che rischia di inaridirsi e in un corpo costretto a congelarsi e a scacciar via ogni passione, ogni ardore?

Clive ha deciso di accettare la "normalità" come un dato di fatto immutabile, ha deciso di non saper o voler affrontare il mondo per difendere la propria natura, così si adegua alle convenzioni sociali, seppellendo quella che prima sosteneva fosse la sua vera natura a favore di un'altra accettabile socialmente.
Anzi, adesso, guardandosi indietro, prova repulsione per quel sentimento verso l'amico, quasi fatica a riconoscere se stesso, non vuol neanche sentir pronunciare parole come invertito, omosessuale, Wilde e via discorrendo..., e arriva a consigliare a Maurice, per affetto verso di lui, di indagare dentro se stesso con onestà: non è che pure lui s'è sbagliato e gli piacciono le donne ma ancora non lo sa perchè non s'è mai innamorato?
E' una questione di forza di volontà e Maurice, se vuole può guarire: e se provasse a consultare un medico fidato, a sfogarsi con lui raccontandogli di queste passioni malsane, chiedendo se c'è una cura?

Maurice è sbigottito: guarire da cosa, se lui è così di suo e dalla nascita?
Eppure, nonostante la rabbia e il risentimento nei confronti dell'ex-amante traditore, nel suo cuore si insinuano dei dubbi, o forse è più corretto dire che Maurice cerca in tutti i modi di convincersi che probabilmente è come dice Clive: si può guarire dalla questa condizione insana da tutti (in primis dalla religione) considerata sbagliata, anormale, illecita, degna della più dura condanna?



"La vita si era palesata per un vicolo cieco che terminava in un letamaio, e lui doveva tornare sui suoi passi e ripartire da zero. (...) si poteva venir trasformati radicalmente a patto d’infischiarsi del passato. Addio, calore e bellezza… finivano nel letame e dovevano scomparire."

Inizia per lui un calvario che gli provocherà momenti di sconforto, disperazione, confusione e Maurice si sentirà sempre più solo in un mondo contro cui non riesce a combattere per affermare con serenità il suo diritto di amare chi e come vuole.
In due si è più forti, ma da solo cosa può fare Maurice, se non sentirsi schiacciato da pregiudizi che lo fanno sentire sbagliato e che si aspettano da lui ambizioni e desideri che in realtà non prova e non proverà mai?

"aveva sconvolto la propria vita fin dalle fondamenta e ignorava qual parte ne sarebbe andata in frantumi."

Maurice deve prendere coscienza di chi è di cosa vuole davvero per poter vivere secondo i propri pensieri e ricercare la propria reale felicità; certo, la vita ha in serbo per lui altri ostacoli, che però potrebbero trasformarsi in possibilità di cambiamento e di crescita.

Al centro di questo romanzo autobiografico, scritto da Forster nel 1914 ma tenuto segreto per tutta la vita e ossessivamente rimaneggiato nel corso degli anni, vi è quindi la tormentosa affermazione della diversità ed il diritto di viverla, non rinnegandola - perchè questo non farebbe che amplificare frustrazioni e sofferenze - ma accettandola, anche quando ciò implica difficoltà e inevitabili rischi.

Scrittura intima, privata, ricca delle riflessioni, ora angosciate ora spaventate ora euforiche, del protagonista, le cui inquietudini commuovono e ci lasciano guardare nelle sue paure, fragilità e in quella piccola fiammella che gli fa sperare che la felicità e l'amore non siano chimere irraggiungibili e che nella società ci sia posto... anche per "quelli come lui". 
La lettura procede con un ritmo piuttosto lento, e forse questa è stata l'unica pecca, ma considerata la natura dello scritto ci sta.
L'autore affronta in modo sereno la principale tematica, che è quella dell'omosessualità, di come essa sia giudicata nella società europea di allora, del peso dei pregiudizi, della paura di uscire allo scoperto; è presente anche la critica al finto perbenismo dei ricchi snob e il superamento della differenza tra classi sociali proprio grazie all'amore. 



"«Hai mai sognato che avevi un amico, Alec? Unicamente questo “mio amico”, uno che cerca di aiutarti e che tu cerchi di aiutare… Un amico,» ripeté Maurice diventato sentimentale all’improvviso. «Qualcuno che ti duri per tutta la vita, mentre tu duri per tutta la sua. Immagino che una cosa simile non possa accadere realmente fuori del sonno.»"


2 commenti:

  1. Decisamente un libro con contenuti di spessore. Grazie Angela per la bella recensione. Buona domenica.
    sinforosa

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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