martedì 4 dicembre 2018

Recensioni film: SENZA NESSUNA PIETA' || LA TERRA DELL'ABBASTANZA || THE BRIDGE #2



Buongiorno, lettori!
In questo post di oggi non parleremo di libri, bensì di tre film, di cui due italiani e il terzo made in Usa; quest'ultimo appartiene al genere sentimentale in odor di Natale, mentre i primi due, drammatici, sono ambedue collocati a Roma e in ambienti decisamente pericolosi, dove farsi inghiottire dalla microcriminalità è piuttosto "semplice", tanto quanto è difficile uscirne.



SENZA NESSUNA PIETA'


2014
Regia: Michele Alahique.
Cast: Pierfrancesco Favino, Claudio Gioè, Greta Scarano, Adriano Giannini, Ninetto Davoli.


Mimmo (Pierfrancesco Favino) è un muratore tranquillo e dall'aria inoffensiva, è taciturno, riservato e agli occhi di tutti rispettato ed esemplare; in realtà, ha una "seconda vita", in cui si occupa di riscuotere crediti con metodi poco ortodossi nei quartieri poveri di Roma, per conto del datore di lavoro, nonché zio (Ninetto Davoli), il quale lo ha allevato come un figlio. 
Lo zio ha un figlio, Manuel (A. Giannini), un tipo arrogante, viziato, abituato a fare il pascià coi loschi guadagni del padre; i due cugini non si sopportano, soprattutto perchè Manuel tratta il silenzioso e remissivo Mimmo con disprezzo, strafottenza e l'avversione reciproca che entrambi provano si può toccare con mano.
L'unica presenza amica è costituita dal "collega", soprannominato il Roscio (C. Gioè), con cui condivide i lavoretti di recupero crediti.
Il mondo in cui vive Mimmo è fatto di gerarchie da rispettare, da ordini ai quali non si può contravvenire, di regole cui sottostare senza fare obiezioni e commettere errori... se si vuol sopravvivere.

Favino riesce a rimandarci del suo Mimmo una personalità solo apparentemente semplice, nel senso che nei momenti iniziali l'uomo ci sembra un tipo poco intelligente,troppo chiuso e poco sveglio, sottomesso ai voleri dello zio, succube delle battutine cretine dell'odiato cugino, e anche come si muove e parla (quando parla) danno l'impressione di essere di fronte ad uno "non proprio normale", ma un po' "tocco"; invece, andando avanti ci accorgiamo non solo che Mimmo sa essere molto, molto pericoloso e che in sè ha una carica di aggressività che sfoga con freddezza contro le vittime prescelte, ma che allo stesso tempo dentro di lui c'è una scintilla di umanità che chiaramente non ha modo di venir fuori in un contesto degradato, criminale, in cui a muovere tutto sono i soldi, la violenza, e dove manca qualsiasi rispetto per il prossimo (tranne che per i membri del clan, ovviamente).

Tutto procede così finché nella sua vita non irrompe irrompe Tania (Greta Scarano), una giovane escort, bella e disinibita, consapevole del fatto che gli uomini sono disposti a pagare per averla e che concedersi a loro le dà modo di guadagnare soldi facili e veloci. 
Purtroppo per lei, non di rado i clienti si rivelano spesso violenti e convinti di poter fare del suo corpo ciò che vogliono in quanto la pagano, e uno di questi è Manuel; è proprio Mimmo ad accompagnare Tania da lui, anche se preferirebbe non farlo perchè si sente attratto dalla ragazza e cederla al malefico cugino è l'ultima cosa che vorrebbe fare.
Ma gli tocca ubbidire e così Tania è pronta a diventare per una notte il giocattolo dell'altro..., fino a quando qualcosa scatta nella testa di Mimmo, che decide di ribellarsi a questa vita e di portare con sè Tania, nella quale lui vede ben altro che una escort, e provare a dare a se stessi l'opportunità di una vita migliore, decisamente differente da quella squallida e brutale nella quale si trovano e che rischia di ucciderli dentro.

Il prezzo per la libertà però è alto, per esso Mimmo commette una cosa che proprio non avrebbe dovuto fare e che lo mette contro "la sua famiglia", che non è disposta a passarci su e a lasciarlo andare.
Inizia una fuga da quelli che da un momento all'altro diventano i suoi nemici, e afferrare la libertà potrebbe rivelarsi ancora più difficile di quanto avesse immaginato, tanto per lui quanto per Tania, che si rimette completamente nelle mani di quest'orso grande e, in fondo, buono, l'unico che l'abbia mai fatta sentire amata e protetta senza chiedere nulla in cambio.

Film piacevole, con un cast di tutto rispetto, Favino sempre eccezionale per me, nel dare corpo a questo suo personaggio che proviene sì da un contesto di delinquenti, ma del quale percepiamo qualcosa di diverso, una sorta di bontà innata che finora è stata soffocata.

E' un film (ce ne sono diversi su questa falsariga) che ci ricorda quanto complicato sia dire addio definitivamente a un'esistenza criminale in cui sei costretto a sottostare a determinate regole, pena la morte se le vìoli, e dove fidarti davvero di qualcuno potrebbe rivelarsi oltremodo pericoloso.
CONSIGLIATO.


LA TERRA DELL'ABBASTANZA


2018
Regia: Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo.
Cast: Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Max Tortora, Luca Zingaretti.


Protagonisti di questo film d'esordio dei fratelli D'Innocenzo sono Mirko e Manolo, due adolescenti amici appartenenti alla periferia di Roma. 
Provengono da famiglie non benestanti ma oneste, con genitori single, e loro stessi sono due bravi ragazzi, che sognano di poter un giorno diventare ricchi, sogno per ora rimandato al futuro, mentre entrambi si arrangiano con lavoretti occasionali per arrivare a fine mese.

Sfortunatamente, il caso vuole che, in seguito ad un incidente spiacevole, si trovino catapultati in una realtà pericolosa che step by step diventerà una discesa verso l'inferno.

Una sera, infatti, investono un uomo e decidono di scappare senza soccorrerlo. 
I ragazzi sono impauriti perchè temono che si scopra che sono stati loro ad ammazzare il pover'uomo, ma in realtà questa disgrazia si rivela essere il loro colpo di fortuna...
Infatti, l'uomo che hanno ucciso "per sbaglio" altri non è che un pentito di un clan criminale di zona, e facendolo fuori Mirko e Manolo si sono guadagnati un ruolo, il rispetto e il denaro all'interno della mafia locale, che costituisce un'attrazione troppo grande da poter essere ignorata da due giovanotti con la fissa delle donne e dei soldi facili.
Le loro vite cambiano drasticamente quando cominciano a ricevere "missioni" criminali da portare a termine da parte dei loro nuovi capi e a sporcarsi le mani di sangue. 
Ma la strada sbagliata intrapresa, che loro pensano li stia portando verso il paradiso, porta con sè drammatiche conseguenze e ben presto la vita in questo contesto brutale, spietato, diventerà estremamente dura, così che Mirko e Manolo finiranno per allontanarsi dalla famiglia e dagli ex amici, andando incontro a una spirale verso il basso che sembra senza fine.

Anche questo film mi è piaciuto perchè si sofferma sulla discesa disgraziata di questi due ragazzi, che non erano dei ragazzacci in fondo, forse un tantino presuntuosi e sfacciati, ma qualcosa di buono in loro c'era...; vivere fianco a fianco con dei criminali senza scrupoli però non può che incidere sulla loro giovane personalità e fagocitarli, togliendo loro il buono che c'era, rendendoli aggressivi anche nei confronti dei genitori, come succede a Mirko verso la madre, la quale s'accorge che il figlio sta cambiando, che in tasca ha troppi soldi... e comprende che evidentemente se li sta guadagnando in modo molto sporco...

Drammatico, realistico, duro, ben interpretato (i due attori protagonisti sono molto bravi), descrive bene la realtà di periferia e in particolare quella delinquenziale, ponendo attenzione all'evoluzione in negativo di questi due giovanotti, che si sono buttati a capofitto per una strada senza via d'uscita.
CONSIGLIATO.




THE BRIDGE #2. Pagine d'amore


2017
Regia di Mike Rohl
Con Katie Findlay, Wyatt Nash, Faith Ford, Ted McGinley, Andrea Brooks, Denis Corbett, Natasha Burnett, Jaime M. Callica.


Questo film è in realtà la seconda parte di un altro che però non ho visto; entrambi sono tratti dal romanzo di Karen Kingsbury, PAGINE D'AMORE, che ho recensito QUI sul blog.

Il libro mi era piaciuto per due aspetti fondamentali: l'importanza data ai libri e alla libreria come luogo magico, in grado di donare qualcosa di bello e indimenticabile a chi la frequenta, soprattutto se essa è gestita da un appassionato di libri che non soltanto te li vende, ma te li consiglia con amore, per scopi ben precisi, provando ad incidere positivamente sulla tua vita di lettore, casuale o seriale che sia.

Il secondo aspetto era quello della fede in Dio, il motore che guida le azioni e le scelte di vita dei personaggi.
Ecco, se il primo aspetto c'è in maniera palese, il secondo un po' meno, e personalmente ne ho sentito la mancanza.

Ad ogni modo, la storia è questa ed è molto semplice: Molly e Ryan si sono incontrati alla libreria The Bridge, gestita dai coniugi Charlie e Donna, ai quali tutti a Franklin vogliono un gran bene.
Pur provando forti sentimenti l'uno per l'altra, i due non si sono mai fidanzati, anzi le loro strade si sono divise: lei segue la strada decisa dal padre imprenditore e che la porta a prendere in consegna l'azienda di famiglia, lui sogna di poter sfondare come cantautore.
Un terribile incidente occorso a Charlie riporta Molly e Ryan a Franklin, obbligandoli a riavvicinarsi e a fare i conti con il loro amore mai vissuto.
I due si mettono in testa di aiutare Charlie e Donna ed uniscono le forze a quelle di altri cittadini per contribuire a salvare lo storico e amato locale dalla chiusura. 
Così facendo, vecchi sentimenti si riaccenderanno dando a Molly e Ryan una seconda possibilità.
Sapranno sfruttarla?

La risposta è quasi scontata, considerato il genere di film, sentimentale, romantico e intriso di atmosfera natalizia, che infonde una leggera euforia e una gran voglia di essere buoni.
La trama non si discosta dal libro, assolutamente (se non per l'aspetto della fede che qui è meno preponderante), ma forse mi ha coinvolta di meno; anzi, devo confessare che questo è il genere di film da cui sto molto lontana in quanto solitamente hanno intrecci fin troppo semplificati e prevedi il corso degli eventi e il finale sin dalle prime battute.
Diciamo che sono quelle pellicole adatte a queste settimane dicembrine in cui ci si prepara alle festività natalizie, ideali per tutta la famiglia, senza grosse pretese di concentrazione (se abbandoni un po' il film per andare a controllare l'arrosto e resti in cucina pure mezzora non è che hai perso più di tanto il filo del discorso, ecco), carini, contrassegnati dai buoni sentimenti e in cui il lieto fine è obbligatorio.

CONSIGLIATO? Mah..., ripeto, è caruccio, soprattutto grazie al riferimento ai libri, ma per il resto è un film d'amore come se ne trovano a bizzeffe - basta mettere su La5 in prima serata per farsene delle belle scorpacciate -, di quelli che metti in sottofondo alle cene di Natale e che si guarda distrattamente, finchè qualcuno sbotta: "Ma chi ha messo 'sta roba? Non c'è qualcosa di più allegro?".

2 commenti:

  1. Visto solo il secondo. Sempre la solita storia di criminalità e disperazione, ma spicca di certo. Complici due ragazzi bravissimi e semisconosciuti per protagonisti.

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    Risposte
    1. Sì, come storia non è originale ma è girata bene e i ragazzi si fanno notare

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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