martedì 12 settembre 2023

🗿 RECENSIONE 🗿 KÁRI di Monica B.

 

Anche per il quarto e potente guerriero, che con la propria forza è uscito vincitore dal torneo indetto per decretare i quattro eroi degni di compiere un'importantissima missione sulla Terra, è giunto il momento di combattere e mostrare a tutti coraggio e determinazione.
Ad affiancarlo c'è una donna dallo spirito combattivo, pronta per amore a superare paure e fragilità, non soltanto le proprie ma anche quelle del gigante che le è accanto.



KÁRI
di Monica B.


313 pp
Seth
(Signore del Caos egizio), Lugh (Dio della Luce celtico) e Nergal (Dio degli Inferi babilonese) hanno portato a termine con successo la loro parte nella missione di salvare la Terra dai feroci e letali attacchi sferrati dai Distruttori e dalle loro viscide e pericolose creature; tutti e tre hanno trovato non solo la capacità, in loro stessi, di dimostrare la potenza della propria natura divina, di riscattarsi da un passato umiliante e poco onorevole, ma anche l'amore di una donna che li ha aiutati nell'adempiere la Profezia e ha donato loro un'insperata felicità.

Adesso è il turno di Kári che, a differenza dei predecessori, non è un dio, bensì un gigante norreno, la personificazione del vento. 

Egli è un omone dall' enorme stazza,  discendente del grande Fornjótr, da sempre temuto per la sua destrezza come guerriero, in battaglia, e apprezzato per la voce celestiale. 
Ma è tanto, troppo tempo che il suo Pantheon non lo vuole, la famiglia gli ha voltato le spalle (figli compresi) e che lui non ha più contatti con quest'ultima; è un rinnegato che ha preferito abbandonare - deluso, arrabbiato e amareggiato - la propria esistenza tra le divinità per scegliere di vivere tra gli umani come cantante di una rock band, conosciuta a livello mondiale.

Allora perché ha partecipato al torneo organizzato per scegliere i Quattro Divini Re in grado di salvare il mondo?
Kári sa che quella decisione è stata frutto unicamente dell'orgoglio, un vanto in più da apporre sul suo curriculum.

Ma in realtà a lui, del triste destino dei mortali, non interessa assolutamente nulla e non ha nessuna intenzione di rischiare la vita per gli altri.

A costringerlo a cambiare idea e a mettersi in gioco per un fine superiore e più nobile, è la pronipote Mijol, l'unica parente a non averlo abbandonato; è lei a spronarlo a non tirarsi indietro dalle responsabilità di cui si è fatto carico vincendo la gara.

Ad affiancarlo in questo arduo compito ci sarà un'umana e Mijol lo porta presso l'Università dove lavora una certa Cora Ivanova, un geofisico pluripremiato la cui vita gira attorno alla carriera.

Bella, con un alto quoziente intellettivo, da sempre oggetto di invidia feroce da parte di colleghi (maschi e femmine), Cora ha sviluppato una tempra d'acciaio, una corazza dura necessaria per sopravvivere in un mondo professionale dominato dagli uomini, la maggior parte di quali la guarda o con sarcasmo o con diffidenza, o pensa di poterla incantare, seducendola...
E purtroppo è ciò che le è accaduto agli inizi della carriera, quando - giovane e ingenua - ha ceduto alle lusinghe di un uomo più grande, che diceva di amarla ma che in realtà voleva solo servirsi di Cora, delle sue abilità e  competenze, per poi mollarla una volta ottenuto ciò che voleva.

Il dolore e la delusione per essere stata usata e abbandonata l'hanno indotta a chiudersi a riccio, a convincersi di dover stare lontana dai maschietti per evitare sofferenze; non solo, ma Cora ha scelto di condurre un'esistenza tutta incentrata sul lavoro, vestendo i panni di una donna rigida, che tiene gli altri a distanza, guardandoli da dietro le lenti di un paio di occhiali di cui, in realtà, non ha neppure bisogno.

Razionale, intelligente, dalla mente analitica, convinta che si possa credere solo a ciò che si vede e che è sperimentabile, quando davanti a lei compare un omone tutto tatuaggi, barba, altissimo e bello da far tremare le gambe, che le parla di mostri, faglie e crepe aperte senza ragione e di un pianeta Terra da salvare..., la dottoressa Ivanova non può che persuadersi di aver davanti un mitomane o, peggio, un matto da legare.

Cora ci prova in ogni modo ad allontanare il tipo gigantesco che blatera di mitologia norrena, Odino e profezie menzionanti renne e luoghi freddi.., ma l'uomo, che dice di chiamarsi Kári e di dominare il vento, non la molla un attimo, comincia a seguirla peggio di uno stalker professionista, continuando a ripeterle che la profezia è chiara: è lei la donna che dovrà aiutarlo a compiere quella odiosa ma necessaria missione.

Cora è allibita: negare tutto ciò che è paranormale è per lei una legge inviolabile, ma questo sconosciuto le sta dicendo che il mondo è da un po' sotto la minaccia di esseri sovrannaturali, intenzionati ad eliminare ogni traccia umana dalla Terra.
Già da qualche tempo, in effetti, si sente parlare di crepe aperte in altre parti del mondo, di aggressioni a danno degli esseri umani da parte di creature schifose, somiglianti a tenie, locuste..., insomma, o il mondo sta totalmente impazzendo o... c'è del vero nelle irrazionali parole del gigante norreno.

Cora, suo malgrado, accetta la presenza ingombrante (ed eccitante, ma guai ad ammetterlo davanti a lui) di Kári nella sua vita, lo porta addirittura a cena in famiglia, sopportando gli sguardi di disapprovazione della madre e stupendosi di come i nipoti adorino quel bell'uomo dall'altezza e dal fisico notevoli che, però, sembra celare molto altro...

C'è spesso un velo di struggente malinconia, negli occhi di Kári, unito a tracce di dolore, amarezza, per qualcosa che appartiene al passato e che non lo lascia in pace, anzi, lo tormenta, gli impedisce di essere sereno.

Kári pian piano si affeziona alla bella scienziata, apprezzandone il caratterino (è schietta, testarda, ma anche generosa, sensibile) e sentendosi incredibilmente attratto da lei, fisicamente oltre mentalmente; compiaciuto e sicuro della propria bellezza e del fascino che emana, il gigante vede come anche lei lo desideri... e infatti non passa molto che la passione li travolge, li fa bruciare di desiderio e fa sì che tra essi si instauri un legame che, col passare dei giorni, si fa sempre più saldo.

Cora è costretta ad ammettere che effettivamente l'umanità è in pericolo: lei stessa fa esperienza di cosa voglia dire essere attaccati dalle creature del Distruttore e si rende conto di come solo accanto al suo gigante si senta davvero al sicuro: egli è forte e ha un grande istinto di protezione verso Cora.

Forse tra loro non c'è solo sesso ma sta nascendo un sentimento?

Tante sono le situazioni avventurose che vedono Cora e Kári protagonisti, eppure qualcosa non va e sembra che non ci sia verso di sferrare il colpo finale al Distruttore.
Che sia invincibile o, comunque, non alla portata di Kári che, per quanto forte, non è un dio?
Ma allora perché la profezia sembra dare per scontato che il gigante possa uscirne vittorioso, quando invece la sfida è più tosta delle altre volte?

Kári non sa cosa fare e come uscire da questa situazione complicata: una parte di lui vorrebbe lasciar perdere la missione ma i sentimenti che comincia a provare per Cora gli impediscono di lasciare gli umani alla propria infausta sorte; certo, all'inizio si era prefissato l'obiettivo di "usare" Cora per adempiere la profezia e di impegnarsi il meno possibile, giusto quel po' per dimostrare che era ancora un gigante forte e degno delle divinità del Pantheon e di quei famigliari verso cui prova nostalgia e rancore insieme..., ma non sempre ciò che ci si era prefissi poi si verifica.
E soprattutto, non aveva messo in conto quel meraviglioso imprevisto che si chiama amore e che lo sta cambiando, rendendolo un uomo migliore, più altruista e più consapevole di sé.

Tra incomprensioni, litigi, rischi e aiuti divini dell'ultima ora, Kári e Cora sono intenzionati a fare la propria parte e a mettere in salvo la Terra. 
Ce la faranno?
E riusciranno a salvare anche il loro amore?


Kári è il quarto volume della serie The Crimson Thrones, e ricalca le caratteristiche e "lo schema" dei precedenti, per quanto concerne la trama, il tipo di protagonisti (maschile/femminile), la sfida da affrontare, gli ostacoli da superare, il passato ingombrante che tiene chiuso ciascuno nelle proprie paure, insicurezze, nella falsa convinzione di non essere degno di essere amato per ciò che è.
Piacevole e dettagliato lo stile, vivace il ritmo, narrazione ricca di momenti avventurosi ben descritti, un tratteggio convincente dei personaggi, scene romantiche e passionali, Kári è un romanzo che sicuramente può piacere a chi ama il genere paranormal romance e urban fantasy.


Pur appartenendo alla stessa serie, ogni libro può essere letto indipendentemente dagli altri.


1. SETH di Laura Fiamenghi
2. LUGH di Francesca Trentini
3. NERGAL di M.D. Ferres 
4. KÀRI di Monica B.

2 commenti:

  1. Purtroppo non conosco la serie che hai citato ma leggerti è sempre un piacere :)

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    Risposte
    1. Eh sì, è un tipo di lettura adatto a chi ha fantasy/romance (⁠ ⁠ꈍ⁠ᴗ⁠ꈍ⁠)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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