La Valle d’Aosta si macchia di sangue.
Un serial killer sta terrorizzando i cittadini aostani commettendo crimini efferati ai danni di specifiche vittime che, agli occhi del folle assassino, si sono si rese colpevoli di peccati per i quali devono espiare.
Individuarlo e fermarlo diventa la priorità assoluta per il commissario Hervè.
IL MORALIZZATOREdi Marco Distort
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DZ Edizioni 384 pp 14.90 E 2025 |
Dovrebbe... ma non lo è, perché, tornato a casa dal lavoro, si accorge dell'assenza di sua moglie Sylvie, che solitamente a quell'ora è a casa ad aspettarlo.
E invece non c'è.
Dopo la perplessità iniziale, comincia a salire la preoccupazione, così Franco decide di rivolgersi alla polizia, che si interessa subito alla scomparsa della donna, la quale comunque potrebbe essersi allontanata volontariamente.
Ma purtroppo non è così e di lì a pochi giorni la situazione precipiterà, facendo cadere tutte le persone coinvolte in un baratro di terrore e violenza inimmaginabili.
La sparizione di Sylvie è solo la prima di altre sparizioni misteriose ed improvvise che riguardano altre donne sposate e i loro rispettivi amanti...
Quando prima la polizia e poi la Sezione Omicidi - capeggiata dal commissario Jérôme Hervé - cominciano ad indagare, si ritrovano davanti ad un diabolico piano omicida, organizzato in modo schematico da un assassino intelligente e meticoloso, che non sta ammazzando gente a caso, ma sta prendendo di mira una specifica categoria di persone: gli adùlteri.
Questo soggetto infido e sadico pedina le sue vittime, scatta loro fotografie compromettenti (che li colgono in flagranza di adulterio), invia le foto ai mariti traditi avvisandoli che riceveranno la giusta vendetta per il tradimento subìto da parte delle mogli fedifraghe.
Il killer accompagna la documentazione fotografica con biglietti dai messaggi sibillini e inquietanti, che lasciano presagire l'imminente uccisione delle sue vittime.
Quando Hervé - che ha al suo fianco professionisti efficienti, dotati di acume, dedizione e coraggio - comincia a realizzare che tipo mostruoso sia il "suo" assassino, quasi non crede allo scempio di corpi che è costretto a ritrovare: il serial killer da stanare e bloccare agisce con un livello di crudeltà tale da richiamare alla memoria nientemeno che la perfidia e crudeltà delle torture dell'Inquisizione.
Il processo logorante e sanguinoso che porta al decesso delle vittime è atroce, contrassegnato da torture indicibili, supplizi d'origine antica e repellenti e macabri souvenir inviati ai mariti.
Chi è costui che sta rubando il sonno a Jérôme e la serenità ai cittadini di Aosta?
L'autore pone il lettore al fianco del commissario e della sua squadra (che comprende anche un ex sacerdote e una psichiatra), i quali, lavorando in perfetta sinergia, tentano di individuare i luoghi in cui il serial killer agisce, di capire in che modo si muove e che tipo di disturbo di personalità potrebbe avere.
Quali conoscenze e convinzioni distorte ed estremiste nutrono e muovono la sua fantasia?Se colpisce esclusivamente gli adùlteri, qual è il suo obiettivo, o meglio, la sua missione?
Jérôme è un uomo estremamente razionale ma anche una persona come lui, abituata a procedere per logica e ragionamento, di fronte al complicarsi degli eventi delittuosi su cui indaga senza sosta, sa di avere bisogno di seguire anche l'istinto e imporsi di ragionare in modo "animalesco", "primitivo", per arrivare a capire come pensa e pianifica il serial killer.
Se impari a conoscere il tuo nemico, forse potrai immaginarne e prevederne le mosse.
E qui abbiamo un nemico che non agisce, solitamente, in modo disordinato ma, anzi, secondo degli schemi precisi; egli si sente il vendicatore che si fa strumento di espiazione per i peccati di quanti tradiscono il proprio coniuge e Jérôme e collaboratori, quando incominciano a comprendere il suo modo di agire e cosa lo muove, gli attribuiscono un appellativo significativo: "il moralizzatore".
E se quel modo orribile e sensazionalistico con cui uccide e fa ritrovare le vittime fosse frutto della volontà di lanciare un determinato messaggio ai coniugi traditi e alla stessa polizia che è sulle sue tracce?
Più si va avanti nella lettura e più ci si avvicina al Male che alberga nel cuore dell'uomo quando decide di mettersi al posto di Dio per giudicare, giustiziare, condannare senza appello gli immorali, decidere quale sia la punizione giusta e necessaria per purificare dagli immondi peccati commessi.
Cosa vuole dimostrare il moralizzatore attraverso la propria manifesta e oscena crudeltà?
Di certo, Hervé e i suoi capiscono da subito di essere di fronte a un soggetto che, oltre ad avere una personalità disturbata e altamente pericolosa, è in una certa misura anche colto, dotato di intelligenza, capace di manipolare le coscienze facendo leva su debolezze e sentimenti di rancore, odio, dolore e vendetta.
In questo viaggio verso i luoghi nascosti e più bui della mente umana, la prospettiva narrativa si sposta dal punto di vista di Hervé (il che ci permette di seguire passo passo il corso delle indagini, le deduzioni, le ipotesi, i tentativi, le ricerche, le frustrazioni davanti agli insuccessi...) a quello del moralizzatore nell'atto di organizzare ed attuare i suoi mefistofelici piani.
Identificare l'assassino e impedirgli di uccidere ancora dà vita ad una corsa contro il tempo, in cui ognuno dei poliziotti coinvolti farà la sua parte per aiutare il proprio commissario ad arrestare la spirale di violenza e sangue che sta mietendo troppe vittime.
Ho apprezzato molto questo romanzo per diverse ragioni: per la scrittura immersiva, per l'uso di uno stile linguistico immediato, realistico e coerente con i personaggi, per i dialoghi efficaci e credibili, per il modo in cui si sviluppa la narrazione, che mantiene un ritmo incalzante e serrato (come tale è, del resto, l'affannosa ricerca di indizi ed eventuali errori che possano aiutare chi indaga a dare un nome e un volto all'assassino e, più di tutto, a salvare le vittime da torture e morte certa) ed è arricchita da brevi ma incisive ed esaustive descrizioni del contesto ambientale (paesaggi e luoghi descritti, in questo caso, nella stagione invernale, cosa che contribuisce a rendere l'ambientazione più cupa e fredda, coerente con il gelo che attanaglia cuore e mente dei personaggi al cospetto di uno spettacolo aberrante che fa scempio della vita umana) e umano, il che mette il lettore in condizione di immaginare con chiarezza ogni scena, ogni particolare della "cornice" in cui si muovono gli attori di questa storia.
La trama ben strutturata sa come trascinare, coinvolgere e sorprendere il lettore, il quale non può che appassionarsi sia alle indagini guidate dal protagonista che alla condotta scellerata e malvagia dell'antagonista.
Un altro aspetto interessante è da attribuire alle riflessioni che nascono quando ci si confronta con il Male in tutte le sue (peggiori) sfaccettature.
E il Male, purtroppo, ha tante manifestazioni e facce, e può penetrare nelle menti più vulnerabili, in quelle che...
"...hanno bisogno di aggrapparsi a qualcosa per soddisfare il vuoto che sentono dentro. Certi individui sono deboli perché non hanno una struttura psichica solida, ma la loro identità viene definita da ciò che riescono a realizzare per far emergere loro stessi. (...)Il vero problema (...) è il male. È questo che offre una grande varietà di stampelle. Ne ha di tutti i tipi e sono adatte a chiunque. Il male è molto più attraente della virtù, perché riesce a camuffarsi. (...) Il male è molto più subdolo. Anche Gesù avvertì i suoi, dicendo che i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce".
Conoscevo già "la penna" di Marco Distort, per averla apprezzata attraverso la lettura (e lo studio) di suoi numerosi scritti (saggi su argomenti biblici, vita cristiana, teologia, escatologia...), ma mi ha fatto molto piacere leggerlo in questa "nuova veste" di scrittore di thriller, e il mio modesto parere è che Il moralizzatore costituisca davvero un ottimo esordio nel mondo della narrativa. Mi pare di capire che questo sia il primo libro di una serie avente Jérôme Hervé come protagonista, per cui non mi resta che sperare che il prossimo libro arrivi e presto.
Consiglio il romanzo, in special modo a quanti amano il genere; mi sembra corretto avvertire che in esso vi sono descritte, in modo vivido e chiaro, scene molto crude, che potrebbero dar fastidio ai lettori più sensibili.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz