Due brevi passaggi tratti da LA STRADA NELL'OMBRA, un romanzo che sto leggendo tutto d'un fiato perchè ancora una volta Jennifer Donnelly ha saputo costruire una trama articolata, con un tocco di mistero e di "giallo" davvero intrigante, e ci ha regalato una protagonista giovane ma molto determinata.
"«Resta con me, Jo» disse. «Non posso, Eddie. Devo rientrare a casa prima che si accorgano della mia assenza.» «No. Volevo dire, resta con me oggi. E domani. E tutti i giorni a venire.» Il tono di voce di Eddie era serio, così come il suo sguardo. «Se lo facessi, mia madre manderebbe la polizia, se non l’esercito, a prendermi e riportarmi a casa»disse Jo. Si stava sforzando di mantenere un tono di voce spensierato e ironico, per impedire a Eddie di addentrarsi in un territorio pericoloso. «Jo, non sto scherzando. Dico sul serio. Sono inna…» «Eddie, no. Ti prego» lo interruppe Jo, spaventata. Eddie era stato sul punto di dire qualcosa che Jo voleva disperatamente sentire, e altrettanto disperatamente non sentire. Se l’avesse messa alle strette, avrebbe dovuto scegliere, e non ne sarebbe stata capace. Lo baciò sulle labbra, per quanto fossero doloranti, e gli impedì di parlare: avrebbe reso reale qualunque cosa ci fosse tra loro. E così vi avrebbe messo fine.
«Devo andare» disse."
"«Dimmelo tu. Chi dovrei scegliere? Cos’è meglio: la sicurezza o l’amore?» Fay non replicò subito. Per qualche tempo, invece, spinse lo sguardo lontano sull’East River; poi, con voce piena di desiderio, disse: «Questa è la cosa migliore, Jo. La città a perdita d’occhio davanti a te, luccicante come un pugno di diamanti. Tua, da afferrare. Un sorso di gin e una sigaretta e nessuno da accontentare se non te stessa. La libertà. Ecco la mia risposta. La libertà di essere la tua cosa migliore»."
Diverse settimane fa in tv hanno dato un film di Ivano De Matteo, I NOSTRI RAGAZZI, che già da un po' avrei voluto vedere perchè liberamente ispirato ad un romanzo che ho letto tempo fa e che mi aveva molto colpito per la tematica affrontata.
Il libro in questione è La cena di H. Koch, edito da Neri Pozza.
Ma vediamo anzitutto il film:
I NOSTRI RAGAZZI
2014
Regia: I. De Matteo
Cast: Alessandro Gassmann, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Barbora Bobulova, Rosabell Laurenti Sellers e Jacopo Olmo Antinori
Paolo (L.Lo Cascio) e Massimo (A. Gassmann) sono due fratelli che più diversi non potrebbero essere.
Lo sono nel carattere come nelle scelte di vita e professionali: Massimo fa l'avvocato e svolge la propria professione spesso con atteggiamenti cinici e distaccati; l’altro è invece un pediatra impegnato che ama il proprio lavoro e lo svolge con passione e mettendoci il cuore.
Paolo è sposato con Clara (G. Mezzogiorno) e hanno un figlio adolescente, Michele, che ultimamente sta andando malino a scuola e sembra un po' apatico. Ma si sa, è l'adolescenza!
Massimo è sposato con Sofia, hanno una bimba piccola ma in casa c'è anche Benedetta, figlia di Massimo (precedente matrimonio), poco più grande di Michele, con cui la sera esce e si va a divertire.
Le due mogli si odiano, e neanche tanto cortesemente, non s'incontrano mai, se non una volta al mese quando le due coppie vanno a cena in un ristorante di lusso. Più per abitudine e tradizione che per un genuino desiderio di stare insieme, visto che la tensione a tavola si può tagliare col coltello e tra una portata sofisticata e un'altra, gli argomenti di conversazione scarseggiano.
Ma basta una sera per cambiare la vita a tutti. Una notte i loro due figli, un tantino alticci, commettono un'azione criminosa: aggrediscono selvaggiamente una barbona, a calci e pugni, lasciandola quasi morta a terra. Poi scappano, convinti che in quella strada deserta nessuno abbia assistito alla terribile scena.
Ed effettivamente testimoni oculari non ce ne sono, ma a riprenderli ci sono forse testimoni "peggiori" e più fedeli: le videocamere di sicurezza.
I due ragazzi non dicono nulla a nessuno, convinti che la cosa passerà sotto silenzio - in fondo, si tratta solo di una vecchia stracciona - ma ben presto il video della loro "bravata" comincia a diffondersi in rete, tanto che pure la nota trasmissione "Chi l'ha visto?" lo manda in onda, con tanto di richiesta della conduttrice di dare nomi e volti ai due quasi assassini, nel caso qualcuno li riconoscesse.
La prima a vedere il video in tv è Clara, che riconosce figlio e nipote.
La prima reazione è di sgomento, rabbia, dolore...
Che fare? Parlarne direttamente col ragazzo (che ovviamente lei ritiene incapace di far del male anche a una mosca...) o prima col marito?
Di andare alla polizia non se ne parla proprio...
Pian piano pure gli altri tre verranno a conoscenza del fattaccio, e da lì voleranno litigi, discussioni agitate e disperate con i figli e soprattutto tra loro quattro per cercare di trovare una soluzione.
Come affronteranno i due fratelli, con le loro relative famiglie, un evento tanto tragico che li coinvolge così da vicino?
Pur essendoci molte differenze (soprattutto relative ai personaggi) con il romanzo cui si ispira, il tema e la domanda fondamentale restano: cosa è disposto a fare un genitore pur di proteggere il proprio figlio, che avrà pure commesso un atto scellerato, ma non è un serial killer, non è un violento? Può un genitore, che ama il proprio ragazzo, assisterne alla rovina, sacrificando il suo futuro per amore della giustizia?
Se i due ragazzi dovessero mai essere riconosciuti e affrontare quindi un processo, la loro vita ne uscirebbe distrutta per sempre, a prescindere poi dalle eventuali attenuanti che riuscirebbero ad ottenere e dalla sentenza finale.
I quattro adulti dovranno chiamare all'appello ognuno la propria coscienza e rispondere ad essa, decidendo cosa fare di ciò che sanno.
La verità di avere due figli che, inaspettatamente, hanno commesso un crimine abietto, li sconvolge, è chiaro, e per un genitore è difficile da accettare.
Ma una decisione va presa e tutti devono essere d'accordo, perchè se uno decide per la denuncia, l'altro non può semplicemente infischiarsene, perchè il proprio figlio è ugualmente implicato. Le vita di tutti e sei sono strettamente intrecciate.
Cosa faranno Massimo e Paolo, con le loro mogli?
Il film, dal tema scottante, delicato e quanto mai attuale*, è fatto davvero bene, realistico, coinvolgente dal punto di vista emotivo (anche più del libro, i cui personaggi sono un tantino freddi) grazie a un cast eccellente che restituisce allo spettatore tutta la fiumana di emozioni contrastanti provata dai genitori, nella loro diversità caratteriale: prendere la decisione di denunciare il proprio ragazzo non è semplice, neanche quando la ragione sa che è necessario farlo perchè è giusto così. E' scioccante il pensiero di questi due adolescenti che hanno commesso un crimine e non ne sentono più di tanto il peso, anzi..., c'è una scena in cui parlano tra loro pensando di non essere ascoltati e si confidano pensieri che mettono i brividi, e viene spontaneo chiedersi: ma che razza di mostri sono? Chi li ha cresciuti 'sti ragazzi? E la cosa ulteriormente sconvolgente è proprio questa: in due famiglie benestanti e perbene, di sani principi, come è possibile che crescano ragazzi che sembrano privi di morale e di valori? Ciò che stupisce saranno in particolare le reazioni dei due fratelli, perchè costituiranno un colpo di scena, in quanto quest'evento fortemente destabilizzante lascerà emergere emozioni e prese di coscienza insospettabili. Il finale è brusco e amaro, e in un primo momento mi ha lasciata un po' basita, ma forse è quello che davvero ci sta meglio perchè un tema così è già "brusco e amaro" di per sè, e nessun finale avrebbe potuto addolcirlo. E anzi, forse proprio questo genere di finale che non dà una vera e propria "soluzione", porta ancora di più a riflettere su come cresciamo queste nuove generazioni, sui valori che diamo loro, sul fatto che forse questi figli li conosciamo meno di quanto crediamo (pur essendo "i nostri ragazzi"), sul rapporto genitori-figli, su come diamo ascolto alla nostra coscienza e a cosa la "sottomettiamo" quando ci troviamo a prendere decisioni drastiche che stravolgeranno l'esistenza nostra e di chi amiamo. Bello, lo consiglio, è un bel film con tanti spunti di riflessione assolutamente attuali. Termino con un accenno al libro.
Quattro persone. Una cena in un ristorante di lusso. Nel tempo che va dall'aperitivo alla mancia, due coppie di genitori dovranno decidere il futuro dei proprio figli. Perché i ragazzi hanno commesso qualcosa di imperdonabile. Di cosa siamo capaci per proteggere i nostri cari? Fin dove può spingersi l'amore e la protezione dei parenti quando un figlio ha fatto qualcosa che non può essere giustificato, in grado di rovinare la sua vita per sempre?
Koch ci mette davanti domande e tematiche fondamentali: fino a che punto l’amore per i propri cari giustifica un’azione malvagia? La coscienza personale può essere messa a tacere e sacrificata pur di non “rovinare” il futuro di figli che hanno comunque commesso, senza alcun dubbio, un’azione sconsiderata e moralmente deprecabile? La cosa che più mi ha "sconvolta", leggendo il romanzo, è la facilità con la quale si possa far zittire la propria coscienza, i propri codici morali, sottomettendoli e postponendoli egoisticamente ai propri interessi!
* ho riavuto i brividi il giorno dopo, quando ho sentito al tg la notizia di un anziano bruciato vivo da quattro ragazzi che poi si sono giustificati dicendo che l'avevano fatto "per gioco"....
Il primo è una ripubblicazione che ha per protagonista un cuoco bravo ma anche molto misterioso, che stravolgerà la vita degli abitanti di una tranquilla cittadina; l'altro è di un autore francese di noir tradotto in circa trenta lingue: Michel Bussi, maestro riconosciuto dell’alchimia tra manipolazione, emozione e suspense.
I suoi libri hanno scalato le classifiche mondiali, tra cui anche quella del Times britannico.
Le sue trame sono congegni diabolici dove il lettore è invitato a perdersi e ritrovarsi tra miraggi, prospettive ingannevoli e giochi di prestigio. Ma anche tra desiderio di vendetta e sentimenti d’amore.
IL CUOCO
di Harry Kressing
Edizioni E/O
trad. L Coïsson Gambi
256 pp
16 euro
USCITA
OTTOBRE 2016
Dalla notte in cui Conrad arriva a Cobb, niente sarà più lo stesso per gli abitanti della tranquilla cittadina ai piedi del misterioso castello di Prominence.
Altissimo, cadaverico, tutto vestito di nero, di lui non si sa quasi nulla. Appena qualche accenno a un passato aristocratico cancellato da un tracollo economico, notizie di amici fra i maggiori notabili della lontana città, e infine la sua professione: cuoco.
Appena arrivato prende subito servizio presso la ricca famiglia degli Hill, una delle più antiche del posto, portando con se le ricette migliori (e i coltelli più affilati) per conquistare la loro fiducia.
Ma da dove viene? Qual è il suo piano? E perché non si separa mai dal suo coltello preferito?
I suoi piatti soddisfano i gusti più esigenti, su questo niente da dire, ma c’è qualcosa di sinistro in lui, di sulfureo. Le sue pietanze non sono solo buone, sono irresistibili. Anzi, di più: sembrano in grado di piegare la volontà anche dei meno golosi.
In breve l’intera cittadina verrà soggiogata dalle sue diaboliche arti culinarie, a partire dalle famiglie più importanti, gli Hill e i Vale, dalle cui sorti dipende il destino del maniero di Prominence e dell’intera vallata…
Sta per succedere qualcosa nella cittadina di Cobb, qualcosa che i suoi abitanti ricorderanno per molto, molto tempo.
L'autore Harry Kressing è lo pseudonimo di Harry Adam Ruber (New York, 1928 – Minnesota, 1990). Le notizie sulla sua vita sono poche e contraddittorie. Fra le sue opere ricordiamo il romanzo Il cuoco (1965) e i due racconti lunghi pubblicati sotto il titolo Married Lives (1974).
Estate 1989
Corsica, penisola della Revellata, tra mare e montagna. Una strada che segue la costa a precipizio sul mare, un’auto che corre troppo veloce… e sprofonda nel vuoto. Una sola sopravvissuta: Clotilde, quindici anni... I genitori e il fratello sono morti sotto i suoi occhi.
Estate 2016
Clotilde torna per la prima volta nei luoghi dell’incidente, con suo marito e la figlia adolescente, in vacanza, per esorcizzare il passato. Nel posto esatto dove trascorse l’ultima estate assieme ai genitori, riceve una lettera. Una lettera firmata da sua madre. Ma allora è viva?
L'autore Michel Bussi è l’autore di romanzi gialli oggi più letto in Francia. I suoi libri, tutti bestseller, hanno ricevuto numerosi premi letterari e sono stati tradotti in trenta lingue. Nel 2011, anno della pubblicazione in Francia, Ninfee nere è stato il giallo che ha ricevuto il maggior numero di premi: Prix Polar Michel Lebrun, Grand Prix Gustave Flaubert, Prix polar méditerranéen, Prix des lecteurs du festival Polar de Cognac, Prix Goutte de Sang d’encre de Vienne.
Sempre alla ricerca di nuovi booktag con cui intrattenerci!!
Ne ho trovato uno nel blogSPINES AND COVERSma, essendo tipicamente invernale/tendente al natalizio. ho deciso che così com'è me lo conservo per la prossima stagione e lo condivideremo insieme tra un po' di tempo, mentre adesso, sempre prendendo spunto da esso, vi propongo uno simile ma in versione autunnale :=)
Fatelo anche voi, se vi piace, e leggerò con piacere le vostre risposte!!
The Tis the Season - book tag
(Autumnal Version)
Hai un libro preferito che ti ricorda l'autunno?
Lo so che sono noiosa e poco originale, ma non posso dare una risposta differente da ciò che mi viene in mente in maniera istintiva...
Io quando penso a una lettura (de)cadente come le foglie d'autunno, a una lettura malinconica e anche un po' aspra, penso a lei, ad Emily Bronte e al suo capolavoro ambientato nelle brughiere desolate ma suggestive dei dintorni di Haworth: CIME TEMPESTOSE ^_^
Trova un libro con una cover che abbia i colori caldi dell'autunno!
Questa copertina, che non è magari la fine del mondo, a me sa molto d'autunno: sarà il bordeaux della maglia, il rossetto, le foglie secche finte (del pout pourri che non profuma più) che le ho messo vicino, ma così è... ^_^
Hai l'immagine di un libro, che ami, fotografato in una veste autunnale (ad es., un libro in mezzo a foglie, frutta... tipiche della stagione)?
Ok, i grappoli non sono veri.. e la foglia non è gialla o marrone o rossa..., ma garantisco che è di stagione perchè era insieme all'uva (vera ^_^) che ho comprato pochi giorni fa.
Scegli un luogo, tratto da un romanzo, che sarebbe perfetto per una vacanza in autunno.
E qui scelgo un Paese che vorrei visitare, che spesso fa da cornice a tanti romanzi: l'Irlanda!!
Per quanti amano le serie tv, vi ricordo che da sabato 6 ottobre è iniziata la miniserie statunitense "The Slap" su Mediaset Premium, con Uma Thurman, basata sullo Lo schiaffo di Christos Tsiolkas.
L'appuntamento è quindi
ogni sabato in prima serata (21.15)
in anteprima assoluta su Premium Stories.
Composta da 8 episodi e trasmessa nel 2015 sul network NBC, The Slap è un adattamento scritto dallo sceneggiatore Jon Robin Baitz dell’omonima serie televisiva australiana prodotta da Matchbox Pictures
Nel cast troviamo anche Melissa George, Brian Cox, Makenzie Leigh, Penn Badgley, Lucas Hedges.
LO SCHIAFFO
di Christos Tsiolkas
A Melbourne in tanti, tra familiari, amici e colleghi, sono accorsi al barbecue di fine settimana di Aisha e Hector.
L'affascinante indiana Aisha ed Hector, suo marito, un quarantenne di origine greca si danno da fare perchè tutto sia perfetto, ma mentre si aggira tra gli ospiti, cerca con lo sguardo la giovane Connie.
In un angolo del giardino, Bilal, un aborigeno appena convertito all'islam, cerca cortesemente di rifiutare una birra portagli da Manoli, il padre di Hector.
E ci sono anche Harry, il cugino che ha fatto fortuna con le sue imprese con Rocco, suo figlio, e Sandi, sua moglie, una serba con un corpo da fotomodella unito a uno stile da donna provocante.
C'è Anouk, la sceneggiatrice di soap con Rhys, un giovane attore; Rosie, amica di lunga data di Aisha, che deve badare a Hugo, il suo piccolo di tre anni, e al marito Gary, un chiacchierone che si ubriaca puntualmente.
E a un certo punto proprio Hugo, che di angelico ha solo gli occhi, sferra un calcio negli stinchi di Harry.
Cosa fa Harry? Risponde con uno schiaffo che echeggia nell'aria e incrina il crepuscolo. Da quel momento l'esile equilibrio di quella piccola comunità, fatta di culture e mondi differenti, crolla. E i risentimenti, i pregiudizi sociali e razziali, le differenze di sesso e di età, riaffiorano prepotentemente, a scavare abissi incolmabili.
L'autore. Christos Tsiolkas è nato nel 1965 a Melbourne (Australia), dove vive. È autore di altri tre romanzi: Loaded, da cui è stato tratto il film Head on,The Jesus Man e Dead Europe. Quest’ultimo ha vinto l’Age Fiction Prize 2006 e il Melbourne Best Writing Award 2006. È anche autore di testi teatrali e sceneggiature
Sto leggendo, in questi giorni, l'ultimo romanzo di Jennifer Donnelly, LA STRADA NELL'OMBRA e procede con molta scorrevolezza.
Sin dalle primissime battute, la giovanissima protagonista, Jo Montfort, di soli diciassette anni, rivela un temperamento battagliero e un animo sensibile nei confronti delle persone meno fortunate di lei (che appartiene ad un'elevata classe sociale).
Esprime quindi il suo dissenso per le ingiustizie subite dalle donne lavoratrici, sfruttate e sottoposte ad orari e condizioni di lavoro massacranti, attraverso la parola scritta, pubblicando articoli di denuncia.
Chi sono i suoi modelli, in questo senso?
Due persone realmente esistite e che, ai loro tempi, hanno dato un notevole contributo alla società per la battaglia contro le ingiustizie verso categorie di persone più deboli: Nellie Bly e Jacob Riis.
NELLIE BLY
Elizabeth Jane Cochran, soprannominata "Pink"(1864 – 1922), è stata una giornalista statunitense, ma anche scrittrice, industriale, inventrice.
La si ricorda anche perchè fece il giro del mondo in 72 giorni, ma a noi interessa elogiarla per le sue doti di giornalista investigativa, creatrice del genere di giornalismo sotto copertura.
Nelly Bly era il suo pseudonimo giornalistico.
La prima persona che si accorse della penna arguta e pungente di Elizabeth fu il direttore del «Pittsburgh Dispatch», George Madden, che la conobbe nel 1885, quando al suo giornale giunse una fiumana di lettere di protesta in seguito alla pubblicazione di un articolo (A cosa servono le ragazze, di Erasmus Wilson, che scrisse come, secondo lui, le donne dovessero limitarsi a stare a casa, cucinare e crescere i bambini ed evitare di andare a lavorare); tra quelle lettere ce n'era anche una della giovane 21enne Elizabeth, che fu assunta seduta stante da Madden.
Per poter scrivere senza creare inutili scandali, la donna scelse di firmare i propri articoli con il nome fittizio di Nellie Bly.
Nei suoi articoli la ragazza parlava di lavoratrici sfruttate, lavoro minorile, salari e mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Quando lo stato della Pennsylvania volle modificare le leggi sul matrimonio e sul divorzio, limitando ancora di più la libertà delle donne, Nellie decise di intervistare donne che avevano divorziato.
Le opposizioni iniziano ad arrivare e il direttore è costretto, per evitare di chiudere per mancanza di
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aiuti finanziari, a relegare la giornalista alle pagine di giardinaggio e di moda.
Ma Nellie non demorde e riesce a farsi mandare in Messico, dove, tra il 1886 e il 1887, racconta storie di povertà e di corruzione del paese.
Il governo messicano la espelle...
Si trasferisce a New York e lì diventa famosissima come pioniera del giornalismo investigativo, in particolare grazie ad un'importantissima inchiesta sugli istituti psichiatrici.
Per entrarvi e fare al meglio il proprio lavoro, Nellie si finge mentalmente disturbata e resta ricoverata per una decina di giorni nel manicomio femminile di Blackwell’s Island.
In Dieci giorni in Manicomio racconta di come le donne internate subissero soprusi e violenze, di come fossero malnutrite e di come la maggior parte delle pazienti avesse dei lievi problemi fisici mentre altre erano state addirittura internate per volontà dei familiari.
L’inchiesta causa un tale clamore da avere come conseguenza la riforma degli istituti di cura mentale nello stato di New York.
Ma Nellie non si ferma: verrà arrestata per aver reso note le condizioni delle detenute nelle prigioni e quelle delle donne che lavorano nelle fabbriche o come domestiche e serve; nel 1894 a Chicago è l’unica reporter che racconta lo sciopero delle Pullman Railroads dalla prospettiva dei lavoratori.
Il successo maggiore arriva nel 1889 quando Nellie, dopo aver letto il Giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne, suggerisce a Pulitzer di finanziarle il giro del mondo.
Così il 14 novembre 1899 Nellie Bly lascia New York e viaggia via nave, treno e a dorso d’asino. Torna a casa il 25 gennaio 1890 alle 15:51 e ad attenderla c'erano migliaia di persone.
Nel 1914, Nellie è inviata di guerra sul fronte austriaco e racconta la vita dei soldati.
Muore nel 1922 per una polmonite, a soli 57 anni.
Ho letto che recentemente il libro della Bly sulla sua esperienza in manicomio è diventato un film: 10 Days in a Madhouse (2015) diretto da Timothy Hines e con Caroline Barry,Christopher Lambert, Kelly LeBrock, Julia Chantrey, David Mitchum Brown e Alexandra Callas.
Jacob August Riis (1849 - 1914) è stato un riformatore sociale danese-americano, giornalista di servizi di documentazione sociale e fotografo.
E' apprezzato soprattutto perchè i suoi servizi giornalistici e le sue fotografie erano finalizzate ad aiutare i poveri di New York, mostrando le tristi e disagiate condizioni di vita in cui versavano (slum).
Ha approvato l'attuazione del "modello case popolari " di New York e ha cercato di dare il proprio contributo ai diseredati richiamando l'attenzione delle classi medie e superiori.
Riis si sentiva vicino ai poveri perchè lui stesso aveva sofferto la povertà, essendo stato un immigrato, e quando cominciò a lavorare come cronista, subito denunciò la miseria in cui erano costretti a vivere gli abitanti del Lower East Side di New York, soprattutto a motivo delle vergognose speculazioni edilizie e della corruzione politica.
Consapevole però che non bastava scrivere per denunciare e cambiare le cose, decise di darsi alla fotografia per muovere l'opinione pubblica e obbligare i politici a cercare soluzioni concrete a questo problema.
Il suo libro più celebre, citato anche nel romanzo della Donnelly, è How the Other Half Lives (Come vive l'altra metà della città), cui seguì The Children of the Poor (I figli dei poveri).
Riis fece della fotografia uno strumento di denuncia e rivoluzione.
Alex, al secolo Alessandro Mari, è un professionista, un killer spietato che lavora su commissione.
E’ un personaggio per cui non esistono sfumature. O è bianco o è nero. O è vita o è morte. Sempre.
Un solo, unico, fatale errore; un sottile quanto veloce barlume di pietà e ad attenderlo, sotto i suoi piedi, c’è solo un baratro. Senza ritorno. E poi ci sono Lisa, il Capo, Angela, Alfredo e Hassan. Ma loro sono un’altra storia. Fanno parte della sua vita, ma non come dovrebbero. In lui, solo l’istinto del cacciatore di vite ha importanza, la sua unica ragione di vita, la sua missione.
«Il personaggio di Alex è nato nella mia testa ancora prima che nel romanzo - spiega l’autrice – non è né un eroe né un antieroe. Non è il classico assassino psicotico e neppure il detective sulle tracce del cattivo. Lui è il cattivo, ma è perfettamente lucido e consapevole di ciò che fa, e non se ne pente, perché è nella sua natura. Ho scritto la sua storia e sono molto felice di essere riuscita a concretizzarla con un romanzo che, spero, vi stupirà. »
Sinossi
Alex lavora in un’agenzia che si occupa di traffici illegali e la sua vita scorre insensibile e schiva a tutto ciò che è emotivo. Non coltiva amicizie, né in ambito lavorativo né al di fuori di esso. Cresciuto in un collegio con un padre assente e una madre totalmente inesistente, ha come unica figura affettiva Alfredo, il segretario tuttofare del padre. Durante una missione come operativo nell’Agenzia diretta e fondata dal Capo, suo padre, conosce Lisa, una barista che sconvolge la sua apatia emotiva portandolo a rischiare la vita pur di mantenere la relazione con lei. Alex ha l’opportunità di scegliere: o Lisa, che nel frattempo gli ha comunicato di essere incinta, o tornare alla sua vita, al suo lavoro come infiltrato, ad uccidere. Il dubbio lo dilania. Due bisogni diversi da soddisfare. Il desiderio di normalità e il piacere di uccidere, il suo bisogno di vedere la vita scivolare via dagli occhi delle sue vittime. Alcuni anni dopo, nelle loro vite irrompe un giovane uomo che minaccia la sua vita e quella di suo figlio. Un uomo senza scrupoli, un uomo il cui unico interesse è trovare e uccidere Alex per vendicarsi di un torto subito molti anni prima, dando così inizio ad un crudele gioco tra cacciatore e preda che porterà inevitabilmente Alex, e i protagonisti, a dover fare i conti con le proprie coscienze.
Come anticipato, altri due libri son finiti nella lista dei desideri, ma non li ho scovati per caso web-vagando, bensì sono consigli di due lettori appassionati, di cui ho letto il parere entusiasta.
"19 aprile 1936. Sta per scoccare la mezzanotte. Nascerò tra un minuto esatto. Vedrò la luce il 20 aprile, giorno in cui si festeggia il compleanno del nostro Führer. Sarò così benedetto dalle divinità germaniche e si vedrà in me il primogenito della razza suprema. La razza ariana. Quella che ormai regnerà sul mondo. Sono il bambino del futuro. Concepito senza amore. Senza Dio. Senza Legge. Senza null ́altro che la forza e la rabbia. Morderò, invece di poppare. Urlerò invece di vagire. Odierò, invece di amare. Heil Hitler! "
Max è il prototipo perfetto del programma « Lebensborn » iniziato da Himmler. Donne selezionate dai nazisti mettono al mondo puri rappresentanti della razza ariana, gioventù ideale destinata a rigenerare la Germania e poi l'Europa occupata dal Reich.
Da pochi minuti prima della sua nascita Max personifica il male e descrive in prima persona di cosa sono capaci gli uomini in tempo di guerra.
Assiste ai numerosi crimini commessi dai nazisti ed è tuttavia orgoglioso di far parte di questo sistema di cui ammira i codici.
Sogna di frequentare la scuola di formazione per i futuri leader nazisti e di uccidere impunemente, cresce con l'ossessione di un mondo migliore e dell’invasione dell’Europa da una cosiddetta razza superiore.
Prova un odio viscerale per gli ebrei. Max è già prestabilito come il Führer lo vuole.
Solo dopo l’incontro e l’amicizia con Lukas, un giovane ebreo polacco, ribelle che si finge nazista, Max vedrà scosse tutte le sue certezze e prenderà coscienza dell’ingiustizia che si trova ad affrontare.
Finalmente si presenterà agli occhi del lettore non più come un nemico, ma come vittima dell’indottrinamento nazista.
L'autrice. Sarah Cohen-Scali è nata nel 1958, Sarah Cohen-Scali intraprende studi di Lettere, Filosofia e Arte drammatica, per poi dedicarsi alla letteratura, sua grande passione. È autrice di oltre quaranta romanzi e novelle, con una predilezione per il romanzo noir. Oggi vive a Parigi con la famiglia.
Nel suo thriller mozzafiato Ian Manook ci accompagna, un colpo di scena dopo l’altro, dai deserti spazzati dal vento dell’Asia Centrale fino all’inferno dei bassifondi di Ulan Bator.
Non comincia bene la giornata di un commissario mongolo se, alle prime luci dell'alba, in una fabbrica alla periferia della città, si ritrova davanti i cadaveri di tre cinesi, per di più con i macabri segni di un inequivocabile rito sessuale.
E la situazione può solo complicarsi quando, poche ore dopo, nel bel mezzo della steppa, è costretto a esaminare una scena perfino più crudele: i resti di una bambina seppellita con il suo triciclo.
Quello che però il duro, rude, cinico ma anche romantico commissario Yeruldelgger non sa è che per lui il peggio deve ancora arrivare.
A intralciare la sua strada, e a minacciare la sua stessa vita, politici e potenti locali, magnati stranieri in cerca di investimenti e divertimenti illeciti, poliziotti corrotti e delinquenti neonazisti, per contrastare i quali dovrà attingere alle più moderne tecniche investigative e, insieme, alla saggezza dei monaci guerrieri discendenti di Gengis Khan.
Sullo sfondo, una Mongolia suggestiva e misteriosa: dalla sconfinata Ulan Bator alle steppe abitate dagli antichi popoli nomadi, un coacervo di contraddizioni in bilico fra un'antichissima cultura tradizionale e le nuove, irrefrenabili esigenze della modernità.
Yeruldelgger dovrà compiere un viaggio fino alle radici di entrambe, se vorrà trovare una soluzione per i delitti, e anche per se stesso.
Un thriller classico, a tinte forti, con un'ambientazione unica, in cui pagina dopo pagina si susseguono le scene ad alta tensione e ogni calo di emotività è bandito.
Ultimamente mi sono invaghita di più di un libro (beh, non che sia una nvità, siamo qui apposta, dopotutto... ^_^) e mi sono ripromessa di procurarmeli e di non lasciar passare troppo tempo per leggerli perchè mi attirano moltissimo.
Per evitare post lunghetti, vi presento i primi due, che - non vi nascondo - mi hanno colpito anzitutto per titolo e cover, e c'è da dire che Elliot Edizioni ha delle copertine veramente fantastiche!
Ma a catturarmi è anche la trama dei libri in questione, ovviamente.
Lasciatemi un parere, ditemi cosa ne pensate e se magari li conoscete e li avete già letti ;)
QUESTO LIBRO NON ESISTE
di Marilù Oliva
Elliot Ed. 239 pp 16 euro Luglio 2016
Mathias, un aspirante scrittore, perde incautamente il manoscritto che sarebbe potuto diventare il libro della sua vita.
Deciso a recuperarlo, comincia la spola tra gli editori e i critici cui ha spedito il cartaceo, ma un omicidio imprevisto ostacola i suoi piani, coinvolgendolo in prima persona.
Intanto riemergono antiche nevrosi, come il demone del tempo o il ricordo del nonno materno, che l’ha cresciuto tra rimproveri e oppressioni, frustrando il suo sogno infantile di diventare astrofisico. Un capofamiglia taciturno e autoritario che aveva dedicato l’ultima fase della sua esistenza alla costruzione di una macchina del tempo, trasmettendo a Mathias la passione per il cielo e le stelle. Con gli anni questo amore per il firmamento si è trasformato in un prezioso strumento per classificare e decifrare l’animo umano: ogni amicizia, relazione, perfino l’amore può essere paragonato a una costellazione o a un elemento cosmico.
Ed è forse nei misteri della volta celeste che il protagonista di questo originalissimo romanzo potrà cercare qualche indizio per far luce sul delitto, ma soprattutto un sentiero terreno che lo conduca a dare un senso alla propria vita.
L'autrice. Marilù Oliva vive a Bologna. Insegna lettere alle superiori e scrive. Ha pubblicato racconti per il web e testi di saggistica, l’ultimo è uno studio sulle correlazioni tra la vita e le opere del Nobel colombiano Gabriel García Márquez: Cent’anni di Márquez. Cent’anni di mondo (CLUEB, 2010). Collabora con diverse riviste letterarie, tra cui Carmilla, Thriller Magazine, Sugarpulp. Mala Suertecompleta la trilogia salsera di Marilù Oliva, dopo ¡Tú la pagarás! (Elliot 2011), finalista al Premio Scerbanenco, e Fuego (Elliot 2011).
IL MISTERO DI PARADISE ROAD
di Pietro De Angelis
Elliot Ed. 320 pp 17.50 euro Settembre 2016
«Il suo nome è Lionel Morpher, e questa è la risposta alla vostra domanda. Questa è la sua storia. E la storia della più terrificante invenzione mai concepita da una mente umana»
Il 15 gennaio del 1875 a Paradise Road, una via di linde casette a schiera alla periferia di Londra, morirono nella stessa notte dodici persone.
Né Scotland Yard né la scienza riuscirono mai ad appurare la causa di quei decessi.
Soltanto alcuni decenni dopo viene alla luce il documento che svela finalmente la verità su quel caso, di cui fu protagonista Lionel Morpher, impiegato esemplare all’Ufficio Brevetti, la cui moglie Alphonsine fu “vittima” di una passione totalizzante per la poesia.
In una Londra nebbiosa e carica di mistero, Lionel si imbarcherà in un’impresa per salvare la moglie dalla sua “follia”, entrando in un nuovo mondo, ricco di incredibili scoperte scientifiche che annunciano l’arrivo della modernità.
Un romanzo avvincente e appassionante, un omaggio originalissimo alla letteratura del mistero e alle atmosfere vittoriane di autori come Wilkie Collins e R.L. Stevenson.
L'autore. Pietro De Angelis è nato nel 1973 ad Ascoli Piceno. Dopo gli studi in filosofia, ha frequentato la Scuola Holden a Torino e il Corso per sceneggiatori Script/Rai a Roma. Nel 2006 ha pubblicato il manuale di scrittura creativa Il mondo narrativo. Come costruire e come presentare gli ambienti e i personaggi di una storia (Lindau). Sotto pseudonimo, ha esordito con il romanzo Primi riti del dolce sonno (Zandegù, 2006) e ha curato la raccolta collettiva di racconti The Sleepers. Racconti tra sogno e veglia (Azimut, 2008). Questo è il suo secondo romanzo.
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Da domani 13 ottobre arriva in sala Lettere da Berlino, film diretto da Vincent Pérez e tratto da una storia vera, raccontata nel romanzo “Ognuno muore solo” di Hans Fallada, pubblicato nel 1947.
OGNUNO MUORE SOLO
di Hans Fallada
Ed. Sellerio
Trad. C. Coïsson
2010
16 euro
752 pagine
Postfazione di Geoff Wilkes
Titolo originale: Jeder stirbt für sich allein
«Il libro più importante che sia mai stato scritto sulla resistenza tedesca al nazismo» (Primo Levi)
E' un romanzo che si basa sulle informazioni relative all'inchiesta della Gestapo che portò alla decapitazione due coniugi berlinesi di mezz’età accusati di avere diffuso materiale anti-nazista; un libro sulla resistenza e sulla disperazione presenti nella Germania nel periodo difficilissimo del nazismo e della guerra.
Hans Fallada, massimo autore del neorealismo weimariano, ormai alcolizzato, dipendente da farmaci, ripetutamente incarcerato e rinchiuso in istituti psichiatrici, ricevette l’incartamento da autorità della ricostruzione e scrisse l’opera nel tardo 1946, in ventiquattro giorni, appena prima di morire.
quasi inosservato.
Purtroppo per molti anni questo ritratto agghiacciante di una Germania stretta nella morsa del nazismo è passato quasi inosservato, ma esso sfata un po' il luogocomune secondo cui Hitler non conobbe oppositori tra la gente ordinaria, e Fallada racconta di poveri eroi.
Anna e Otto Quangel, lui caporeparto lei casalinga, come tutti i loro pari soli e addormentati e poco prima ancora abbagliati dal Führer, conoscono un risveglio dopo la notizia della morte del figlio al fronte, e cominciano a riempire alcuni caseggiati della loro Berlino con cartoline vergate in modo incerto di appelli ingenui di ribellione. Lo fanno per comportarsi con decenza fino alla fine, ben sapendo che morranno e sicuri che nel vicino incontreranno più facilmente il delatore.
L’autore li illumina, scorgendo in loro una specie di coscienza della nazione, rappresentata dai tanti volti intorno, espressioni di un popolo spaccato in due, chi odia e opprime e chi è sepolto nella sua paura.
L'autore. Hans Fallada, pseudonimo di Rudolf Ditzen (1893-1947). Di Fallada Sellerio ha pubblicato E adesso, pover’uomo? (2008), Ognuno muore solo (2010) e Nel mio paese straniero (2012).
IL FILM.
LETTERE DA BERLINO
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DATA USCITA: 13 ottobre 2016
GENERE: Drammatico ANNO: 2016 REGIA: Vincent Perez ATTORI: Emma Thompson, Daniel Bruehl, Brendan Gleeson, Mikael Persbrandt, Louis Hofmann.
Berlino 1940. La città è paralizzata dalla paura. Otto e Anna Quangel sono una coppia appartenente alla classe operaia che vive in un appartamento malmesso e che, come tutti, cerca di stare alla larga dai guai durante la dominazione nazista. Quando il loro unico figlio viene ucciso al fronte, la perdita spinge Otto e Anna a compiere uno straordinario atto di resistenza e rivolta. Iniziano così a diffondere per tutta la città cartoline anonime contro il regime di Hitler, con il rischio concreto di essere scoperti e giustiziati. Presto la loro campagna antinazista richiama l'attenzione dell'ispettore della Gestapo Escherich e inizia una spietata caccia all'uomo. Nella loro ribellione silenziosa ma decisa, i Quangel riescono a sfidare il regime spietato e dispotico di Hitler con la sola forza delle parole.
Fonti per le trame e le immagini: Sellerio - Coming soon