Una giovane donna in fuga da qualcosa e da qualcuno; in fuga da un dolore, e per lasciarselo alle spalle non c'è altra via che attraversare la notte: la sua ultima notte a Berlino,in cui si ritrova a sfilare in mezzo a persone sconosciute ma in grado di rendere, a modo loro, questa notte fredda, indimenticabile.
C'ERA UNA NOTTE A BERLINO
di Alessandro Gnani
Ed. Leucotea 172 pp 15,90 euro |
"La notte è formidabile per pescare nei ricordi. Sembra proteggermi, come un’alcova. Le divagazioni mentali notturne sono quanto di più estatico la notte conceda allo spirito umano. Di un po’, hai mai visto Berlino di notte?»
Silvana, detta Sally, è a Berlino ma è intenzionata a lasciare la città per tornare in Italia.
Sally è uscita in strada, nonostante il freddo di una notte d'inverno, senza badare al proprio abbigliamento, certamente poco consono alle basse temperature; ma non se ne preoccupa, come non le importa di ciò che la gente può pensare di lei.
A lei interessa solo andare a prendere il treno per fuggire via da lì, da quel posto con cui non ha nulla da spartire.
Da cosa o da chi sta scappando?
Non ci viene detto subito, anche perchè prima di arrivare in stazione, Sally prende l'autobus, sola, infreddolita, per recarsi in ospedale...
In questo tragitto, prima sull'autobus, sulla metro, in ospedale e poi in taxi e ancora in stazione, Sally incrocia, per qualche istante, altre persone, altre storie, altre vite interrotte e fragili come o più della sua, che non potranno non restarle impresse nella memoria.
C'è chi fa sentire Sally "accolta", perché abbatte il muro di diffidenza da lei innalzato mostrandosi chiacchierone e gentile, riuscendo a farla sorridere, o perché, seppur con esuberanza e un pizzico di teatralità ed euforia, si mostra inaspettatamente accogliente verso quella donna coi tacchi e il rossetto che gli siede di fronte, muta e sulle sue.
C'è chi fa sentire Sally "accolta", perché abbatte il muro di diffidenza da lei innalzato mostrandosi chiacchierone e gentile, riuscendo a farla sorridere, o perché, seppur con esuberanza e un pizzico di teatralità ed euforia, si mostra inaspettatamente accogliente verso quella donna coi tacchi e il rossetto che gli siede di fronte, muta e sulle sue.
La notte berlinese è generosa di sguardi, parole incontri, e all'appello non manca chi, ancora molto giovane, mostra di essere cresciuto troppo in fretta a causa di una vita che finora non ha elargito molti sorrisi, o ancora chi nasconde desideri strani, oscuri quasi, o chi con la saggezza degli anni, propria di colui che ha visto e vissuto non solo tanti giorni ma anche tante notti, sa cosa dire per aiutare la nostra fuggitiva a dare un senso a tutto.
Mai notte sembra così lunga a Sally ed essa somiglia un po' a quelle notti insonni in cui vorresti lasciarti andare a un riposo ristoratore ed invece ti ritrovi a girarti e rigirarti nel letto, senza requie, tormentato da pensieri che vorresti scacciare ma che si affacciano puntuali, pronti a levarti il sonno; i minuti, le ore... passano e intanto le scorrono davanti agli occhi non solo immagini della propria vita e di ciò che è decisa a buttarsi alle spalle, ma soprattutto dei personaggi che destano in lei svariate emozioni; alcuni la rattristano e la stupiscono al contempo perchè vede in loro graffi ingiusti che segnano la pelle ma che non hanno tolto la grinta di affrontare le difficoltà a muso duro, altri la irritano, altri ancora la commuovono per quella meravigliosa fierezza nell'andare incontro al dolore, e l'ultimo incontro le donerà finalmente il sorriso di chi forse, prima che giunga l'alba, sta cominciando ad imparare "...a fare, di un attimo, l’intera sua esistenza" senza scervellarsi troppo sul domani.
«Non voglio sapere perché lei sia qui all’ora presente. Non mi importa, poiché so che a quest’ora ha già inteso cosa significhi assaporare davvero la notte.»«Non lo so.»«Certo che lo sa. È dentro di lei anche se non vuole vederlo. Ma balenerà, non si preoccupi. E non dovrà nemmeno impegnarsi.»
Durante la lettura, il racconto della notte gelida di Sally a Berlino è interrotto sia da una narrazione in prima persona (è un giovane giornalista a parlarci di sè e della sua mamma, una donna caparbia, forte, riservata e imperturbabile), sia da flashback in cui conosciamo le ragioni che l'hanno portata in Germania, i suoi studi in Giurisprudenza, e ci facciamo bene un'idea di quale sia la sua personalità: Sally è una ragazza fiera, esuberante, bellissima, consapevole della propria intelligenza e della propria libertà di agire senza doversi sentire condizionata da pregiudizi di sorta, in particolare da quelli di stampo maschilista; basti pensare che il suo caratterino agguerrito, orgoglioso, emerge anche (e non solo) durante la seduta di laurea, al cospetto di un docente della commissione d'esame, davanti al quale non esita a sostenere con convinzione e impeto le proprie idee circa il delicato argomento trattato nella tesi.
Quello di Sally è un viaggio particolare, destinato a durare non oltre l’alba del giorno dopo, e quando tutto sarà finito, ciò che le resterà saranno i personaggi incontrati, che casualmente hanno intrecciato alcuni istanti della propria esistenza a quella di Sally, e dentro di lei resteranno per sempre.
"Si sentì vuota. Pensò a cosa avrebbe fatto all’alba del domani. Non aveva alcuna risposta. Ma cercò di convincersi che non era ancora il tempo. No. Doveva concentrarsi sul presente. (...) Guardò in alto. Il cielo sopra Berlino non poteva far altro che intravederlo, lassù oltre la vetrata. Le sembrò cupo e carico. Però non nevicava più. Tolse lo sguardo e pensò a tutte le persone incontrate quella notte. Senza mai averne visti, le parvero acrobati."
Esseri umani dalle esistenze rotte come e forse più della sua: un barbone, un medico, una spia, adolescenti in fuga, anziani tassiste dall'animo buono, mamme addolorate eppure forti e amorevoli, una giovane che l'amore rende pronta a combattere contro il mondo pur di essere libera e felice.
"C'era una volta a Berlino" è stata una piacevolissima sorpresa; mi ha convinto per la scrittura profonda dell'Autore, il suo saper mettere a nudo l'anima complessa e fragile della protagonista, la scelta dei personaggi che le gravitano attorno e che danno vita ad una galleria umana affascinante, variegata e toccante, l'ombra scura di un'azione deplorevole che si allunga senza però riuscire a spezzare la voglia e la determinazione di chi decide di guardare ad un nuovo inizio.
Perchè non c'è notte, per quanto appaia la più buia, la più malinconica, la più gelida... mai vissuta, cui non segua una nuova alba, e ad aiutare Sally ad attraversarla, a "salvarla" dalla propria oscurità personale, appaiono, come dal nulla, degli sconosciuti, ognuno con il proprio angolo di buio che si tiene dentro, ed essi ci appaiono un po' come le stelle che si notano e si apprezzano di più proprio quanto il cielo notturno è nero come la pece.
Mi è piaciuto molto, per la protagonista - forte e fragile insieme -, per i personaggi che fanno la loro comparsa lasciando il segno, per l'umanità che da essi, e dalle loro storie, traspare e arriva dritta al lettore.
Voglio esprimere il mio grazie sentito e commosso per le belle parole dette sul mio libro - in sostanza il mio primo libro - da parte di chi invece, tramite il blog, da tempo fa intendere ed è capace di comunicare, con un mix benedetto di leggerezza e rigore, la propria esperienza di peso nell'universo libri.
RispondiEliminaNon so se a furia di leggere si acquisisca esperienza, ma di certo ciò che non manca è la passione e la voglia di lasciarmi emozionare dalle tante storie che mi capita di leggere. Quindi Grazie anche a te :)
Elimina