venerdì 31 luglio 2020

Frammenti di... "L'attentato" (Yasmina Khadra)



«Lascia che il rumore delle onde assorba quello che rimbomba in te» (...) «È il modo migliore per fare il vuoto dentro di sé…» (...) «Bisogna sempre guardare il mare. È uno specchio che non inganna. È così che ho imparato a non voltarmi più indietro. Prima, non appena mi guardavo dietro le spalle, ritrovavo intatti il mio dolore e i miei fantasmi. M'impedivano di ritrovare il gusto della vita, capisci? Mi toglievano ogni possibilità di rinascere dalle mie ceneri. (...) Chi guarda il mare volta le spalle alle sventure del mondo. In qualche modo se ne fa una ragione».



Pensiamo di sapere. Allora abbassiamo la guardia e facciamo come se tutto andasse per il meglio. Con il tempo finiamo per non prestare più attenzione alle cose come si dovrebbe. Siamo fiduciosi. 
Cosa possiamo volere di più? La vita ci sorride, e anche la sorte. Amiamo e siamo amati. Possiamo realizzare i nostri sogni. Tutto va bene, tutto ci arride… 
Poi, inaspettatamente, il cielo ci cade sulla testa. Una volta a terra ci accorgiamo che la vita, tutta la vita - con i suoi alti e bassi, le sue fatiche e le sue gioie, le sue promesse e i suoi fallimenti - è attaccata a un filo inconsistente e impercettibile, simile a quello di una ragnatela. 
D'un tratto il minimo rumore ci spaventa e non abbiamo più voglia di credere a nulla. Vogliamo solo serrare gli occhi e non pensare più a niente. 

Yasmina Khadra, L'attentato

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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