venerdì 18 febbraio 2022

[[ RECENSIONE ]] IL GELSO ROSSO di Gennaro Maria Guaccio



La storia di Rosa è la storia di una donna la cui esistenza ha preso strade sempre diverse, imprevedibili, che l'hanno allontanata da casa per poi portarla, come a chiudere un cerchio, sempre lì, sotto il suo amato gelso rosso, silenzioso e rassicurante testimone di cambiamenti, di scelte fatte, di conquiste ed errori, dell'innocenza di una ragazzina piena di sogni, di una donna combattiva, desiderosa di libertà ed indipendenza, dei suoi ideali, dei tradimenti e degli amori che ne sono seguiti.



IL GELSO ROSSO
di Gennaro Maria Guaccio



LFA Publisher
220 pp
"...la vita è come un ponte che va attraversato ma importante è non pensare di edificarvi sopra la propria dimora perché, verosimilmente, il nostro mondo, l’anima del mondo e l’essere di ogni singolo uomo hanno un anelito che va ben oltre questa vita."

Rosa Alfano è nata durante il secondo conflitto mondiale a Trocchia (NA), un paesino di gente semplice, che lavora per lo più i campi; porta il nome di sua nonna Rosina, alla quale è molto affezionata.
Papà Giuseppe è socialista e sin da ragazzina Rosa è cresciuta ascoltando i "sermoni" dello zio Giorgio, attivista della locale sezione del PCI e che si è preoccupato di stimolare l'intelligenza di Rosa consigliandole i libri da leggere e assicurandosi che studiasse, perché la cultura è un'arma importante per essere persone libere, che conoscono i propri diritti e sanno rivendicarli.

Rosa è una ragazzina intelligente, curiosa, sveglia, è un'avida lettrice e cresce tra i lavori in campagna e a casa, e la scuola; sin da bambina sogna di diventare maestra e si impegna nello studio per poter realizzare, un domani, il suo desiderio.

Da adolescente vive la sua bella storia d'amore con Antonio, un giovanotto che lavora come fabbro nella bottega paterna e che, al contrario della fidanzatina, non ama lo studio ma è in compenso un gran lavoratore e un ragazzo onesto.

Rosa cresce in un contesto vivace, abbastanza sereno (le preoccupazioni vengono più che altro dal rapporto con i signori e padroni di quella terra di cui i suoi famigliari sono fittavoli), coccolata dai comprensivi genitori, apprezzata dagli insegnanti per i suoi buoni risultati a scuola, amata dal bell'Antonio - focoso e pieno di passione - e influenzata, dal punto di vista della coscienza sociale, dal parroco di paese, don Serafino (socialista), e dal già citato zio Giorgio Micillo, che ne riconosce il carattere deciso, la mente aperta e perspicace, e la prende tanto a cuore da aiutarla a formarsi sul piano sociale e politico.

Dopo aver conseguito la maturità magistrale, Rosa incomincia a lavorare come maestra, proprio come aveva sempre sognato; il suo rapporto con Antonio cresce, viene ufficializzato e si arriva al matrimonio.

Intanto la ragazza si interessa sempre di più al socialismo, tiene discorsi pieni di fervore alla gente del paese, a questi lavoratori che devono maturare ciascuno una coscienza sociale per potersi ribellare ai ricchi proprietari terrieri che vogliono dominarli e tenerli schiavi.
Siamo tutti cittadini del mondo, grida Rosa con vigore, "La mia patria è dovunque ci sia libertà".

"...se avessimo già potuto realizzare un’onesta società socialista, (...) ognuno avrebbe il suo legittimo posto nella società, perché ognuno ha il diritto e il dovere di fare qualcosa per tutti gli altri. Il lavoro è un diritto e un dovere di tutti."

La vita di Rosa procede all'ombra del maestoso gelso, che se da una parte è il simbolo di una vita attaccata profondamente alle proprie radici, alla propria terra, alla propria gente, dall'altra a una donna come la protagonista - che ha un fuoco dentro indomabile e una voglia di vivere lasciando il proprio segno in questo mondo -  esso ricorda un modo di vivere sì tranquillo e rassicurante, ma anche per questo sempre uguale a se stesso,  immobile, scevro di stimoli e di occasione di crescita.

Il desiderio di essere una donna indipendente la porterà lontana da Antonio, dai genitori, dal suo lavoro di maestra, dal partito, con cui entrerà ben presto in contrasto perché a suo avviso le idee dei compagni nel Sud Italia "si sono troppo uniformate ai sistemi statalisti e tendono a imborghesirsi", col rischio di acquisire quel carattere arrogante e dominante tanto criticato in chi governava prima.

Va, quindi, a Parigi e lì la sua vita prende una piega diversa da quella vissuta fino a quel momento a Pollena Trocchia; del resto, il contrasto tra la piccola comunità agricola, contadina, in cui tutti conoscono tutti, in cui i ruoli uomo-donna sono già definiti, e le esperienze francesi (in particolare, viene in contatto con un gruppo di giovani rivoluzionari, uno su tutti Daniel Cohn-Bendit, sostenitore di ideologie marxiste, anarchiche e della libertà sessuale), che sicuramente serviranno a Rosa per diventare la donna eclettica e determinata che è, è abissale.
A Parigi si farà degli amici e avrà le sue relazioni amorose, fino a quando una serie di difficili circostanze non la indurrà a tornare a casa, al suo gelso rosso...

La storia di Rosa Alfano ci scorre davanti agli occhi in un alternarsi di passato e presente; il racconto della sua infanzia/giovinezza, la scuola, l'amore con e per Antonio, il suo avviarsi verso il mondo della politica attraverso le presenze maschili più importanti (il padre, il prete e lo zio), è intervallato dal presente, narrato sotto forma di pagine di diario (che lascerà nella mani di don Serafino), in cui la donna racconta il suo presente (con le sue difficoltà) e ricorda ciò che è stato.

Al centro di questo romanzo c'è questo personaggio femminile principale dalla forte personalità, che si staglia sullo sfondo di una comunità contadina, fatta di gente che trascorre praticamente tutta la vita con la schiena piegata dalla fatica, che tramanda il mestiere di padre in figlio, che deve vedersela con i capricci egoistici dei ricchi proprietari delle terre in cui loro lavorano dalla mattina alla sera; padri che sperano - forse non tutti, ma qualcuno sì - che almeno i propri figlioli riescano a fare strada grazie alla scuola; Giuseppe Alfano è uno di questi, convinto del potere dell'istruzione e che studiare serva per migliorare il mondo, per dare speranza alla gente povera e semplice, che ha le mani sporche di terra (la terra dei ricchi), le saccocce vuote... e il cuore pieno di dignità.
L'autore ci descrive un tipo di società con un regime economico principalmente agricolo, dove la quasi totalità della terra appartiene a pochi, e questo non può che generare povertà nella grande maggioranza della popolazione.

Interessante anche il periodo francese, che permetterà a Rosa di confrontarsi con un contesto fin troppo aperto, anche per una donna come lei che desidera liberarsi della mentalità ristretta e "paesana" da cui proviene. Ma tutta questa presunta libertà - di vivere, amare, fare il lavoro che si vuole - le porterà la felicità?

"...io sono stata libera di fare cose che quelli nati dove sono nata io non hanno potuto fare. (...) Ho agito con passione, questo sì. Ho agito come me la sentivo, tuttavia con coraggio e con rettitudine, ritengo. Anche quando ho amato, ho trovato la ragione di amare e di essere fedele a chi amavo. Ho goduto della libertà di amare quando volevo amare."

Sin dai suoi inizi nel partito PCI, Rosa non potrà mai evitare anche un altro confronto/scontro: quello tra il proprio pensiero politico e sociale con le verità insegnate dalla religione cristiana, e per quanto ella cercherà nel tempo di sentirsi slegata da dogmi e precetti cattolici, arriverà il momento in cui dovrà fare i conti anche con la fede, arrivando a non sentirla più come qualcosa di lontano e di esterno a se stessa ma, al contrario, di profondamente intimo e autentico.

È un romanzo di formazione ad ampio raggio e infatti seguiamo l'evoluzione e  la maturazione dell'energica protagonista sotto tutti gli aspetti: fisico, sentimentale, socio-politico, spirituale; la sua vita è costellata di decisioni coraggiose e di delusioni, di imprevisti belli e brutti, di incontri con persone che l'aiuteranno - in positivo o in negativo - a crescere, a diventare una donna consapevole di se stessa e di ciò che davvero alla fine conta per lei.
Una donna con più di una ferita nel cuore (e non solo), ma che s'è lasciata coraggiosamente guidare dalla propria fame di vivere, conoscere, conquistare, consapevole di come ciascuno di noi debba dare il proprio contributo in questo mondo in cui vive e di cui fa parte.

Una lettura stimolante ed interessante per contesto storico, tematiche affrontate e per le dinamiche che si sviluppano attorno alla protagonista.

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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