Breve e triste storia di un ultra sessantenne che, nonostante la lunga e dignitosa carriera d'attore alle spalle, non riesce più a trovare il senso né del proprio mestiere né di sé stesso. Smarrito, depresso e frustrato, pensa di poterlo trovato in una relazione amorosa.
L'UMILIAZIONEdi Philip Roth
Einaudi trad. V.Mantovani 113 pp |
Una sorta di depressione l'ha colto: non si sente più capace di recitare, teme di essere ridicolo, di non piacere più al suo pubblico.
Vede sé stesso come un idiota senza capacità, ormai incamminatosi nel viale del tramonto professionale ed esistenziale.
A nulla servono le esortazioni del suo agente, che cerca di convincerlo che nessuno è esente da momenti di crisi, che però sono passeggeri, non è grave: sono fasi della vita, le si affronta e le si supera, riacquistando fiducia in sé stessi e rialzandosi più forti di prima.
Ma Simon non si lascia persuadere da discorsi retorici e per lui vuoti: al di là delle chiacchiere c'è la realtà dei fatti: lui non riesce più a salire su un palco e si sente sconfitto e inutile.
A livello affettivo, poi, non va meglio, a causa di un matrimonio naufragato alle spalle.
Per non impazzire del tutto decide di farsi ricoverare in un istituto psichiatrico per "curarsi" e rimettersi in sesto; lì conosce una donna, Sybil, che gli racconta la propria drammatica storia e che gli chiede addirittura aiuto per darle una mano a "risolverla". Mano che, saggiamente, l'attore rifiuta di darle in quanto lo metterebbe nei guai...
Uscito dall'ospedale, una nuova opportunità di vita gli si apre ed è rappresentata da una donna più giovane di lui di venticinque anni: Pegeen.
La donna non è una nuova conoscente, tutt'altro: è la figlia di una coppia di colleghi e amici di vecchia data dello stesso Simon.
Con Pegeen scoppia la passione, l'intesa a letto è perfetta e con lei accanto Axler si sente rinascere, si sente vivo e nuovamente in grado di immaginare un futuro non più deprimente.
Ma la disillusione è dietro l'angolo, pronta a sferrare il suo attacco impietoso e fatale alle spalle già stanche del "vecchio" Simon.
"L'umiliazione" è un romanzo breve che ruota attorno alle frustrazioni e alle paranoie del protagonista, la cui mente viaggia a mille all'ora, perdendosi in ricordi, domande, timori, desideri repressi; l'età avanza e non porta con sé saggezza e serenità, né l'equilibrata soddisfazione di aver raggiunto comunque dei traguardi fino a quel momento, bensì è foriera di nuovi terrori e angosce, della cupa consapevolezza di essere sulle soglie di un dirupo, davanti al quale non ci si può che chiedere: "Che faccio, mi butto? Tanto a che serve continuare a vivere?".
L'illusione di poter riassaporare le gioie della vita attraverso la relazione con una donna più giovane, con cui i desideri erotici si risvegliano (le scene riguardanti il sesso sono decisamente esplicite, io le ho trovate più fastidiose che altro), diventa una forma di consolazione a fronte di una prospettiva esistenziale grigia e piatta.
In poche pagine Roth, con il suo inconfondibile stile essenziale e diretto, ci mostra la discesa verso l'autodistruzione di un uomo non più in grado di ritrovarsi e di ritrovare ciò che dà (ancora) senso al proprio esistere, e al quale non restano altro che briciole di disincanto e disinganno.
Roth è un pilastro della letteratura contemporanea, però questo suo romanzo non è proprio un capolavoro imperdibile..., per cui non mi sento di consigliarlo in maniera spassionata, a meno che non siate delle sue fans sfegatate.
Ciao Angela, non ho mai letto Roth. Ho ancora nel Kindle Pastorale americana... Spero un giorno di riuscire a leggerlo.
RispondiEliminaQuesto però non mi attira molto. Un saluto 😘
Pastorale pare meriti davvero!
EliminaCe l'ho! Il prossimo anno tornerò più spesso da questo autore. :)
RispondiEliminaAnche io vorrei "esplorare" di più questo scrittore!
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