domenica 27 agosto 2017

Recensione: LA BAMBOLA DEL CISTERNINO di Diego Collaveri



Una prostituta avanti negli anni e un noto imprenditore trovati assassinati a pochi giorni di distanza; due casi slegati tra loro?
Ad occuparsene c'è il sanguigno e schietto commissario Mario Botteghi, con la sua eterna sigaretta in bocca, i modi di fare spesso burberi, i suoi personali demoni sempre pronti a riempire la sua solitudine e il suo intuito che non sbaglia un colpo.


LA BAMBOLA DEL CISTERNINO
di Diego Collaveri



Frilli Editori
295 pp
12,90 euro

Siamo a Livorno ed il commissario Botteghi è alle prese con l'omicidio di una vecchia prostituta nei pressi del Cisternino; l'anziana e non proprio piacente Lucia Biagini è stata strangolata... e ovviamente nessun testimone interrogato è in grado di dare informazioni utili!
In compagnia dei suoi fedeli e giovanissimi agenti, Busdraghi e Mantovan, il commissario deve quindi cominciare a raccogliere informazioni che aprano piccoli e graduali spiragli alla soluzione per capire il caso, che all'inizio vede la polizia andare un po' "alla cieca" per mancanza di indizi.

A chi poteva dar fastidio una prostituta grossa e vecchia? Chi e perchè poteva avere interesse a farla fuori? Forse la donna faceva parte di qualche brutto giro - legato alla prostituzione o altro... - o magari poteva aver visto qualcosa che non avrebbe dovuto assolutamente vedere nè conoscere?

Botteghi non sa che pesci pigliare; una cosa è certa: il formicolio che lo prende alla base della testa gli fa capire che deve spremere le meningi perchè c'è qualcosa che gli sta sfuggendo e che invece potrebbe essere fondamentale per raccapezzarsi nell'indagine, che pare procedere troppo lentamente e senza grosse novità, almeno nei primi giorni.
Non solo, ma il caso di questa prostituta ha risvegliato in lui ricordi sepolti e risalenti all'infanzia, che Mario aveva rimosso.
Ricordi legati alla melodia di una canzone che ogni tanto, senza accorgersene, si ritrova a canticchiare, come un motivetto assillante, di quelli che ti restano in testa e non se ne vanno.

Queste sensazioni sgradevoli e angoscianti tengono desta l'attenzione di Botteghi, stuzzicando il suo formidabile intuito, per il quale è noto ai colleghi, i quali forse non lo apprezzeranno per altri lati del suo carattere, ma di certo ne riconoscono le capacità investigative.
Il caso della Biagini sembra interessare solo a lui, che ne fa infatti quasi una questione personale. 

Frustrato per gli scarsi risultati, Botteghi si ostina a non voler mollare l’indagine neppure quando il Questore gli impone un caso più risonante ma, inizialmente, anch'esso poco semplice da risolvere: un certo Andreini, imprenditore edile, autore di importanti restauri storici della città, è stato trovato morto nel parco di Villa Corridi. 

Indagando e interrogando le persone -  colleghi, parenti e conoscenti - a lui vicine, Botteghi e i suoi obbedienti agenti scoprono che il defunto aveva il vizietto di giocare a carte, cosa che in passato lo aveva indebitato parecchio. Forse la sua morte ha a che fare con qualche storia di debiti di gioco? 
Eppure, sembra che negli ultimi tempi l'uomo riuscisse a pagare sempre i creditori...

Il caso che ha tra le mani è fin troppo complicato: regolamenti di conti, inseguimenti nei sotterranei della città, un misterioso killer e un vecchio traffico di droga... Troppa carne sul fuoco, troppi personaggi coinvolti in un'indagine che si fa via via sempre più ampia, e soprattutto il nostro commissario intuisce in fretta che i due omicidi sono intrecciati tra loro.
Ma in che modo?
Scoprirlo non sarà affatto un gioco da ragazzi perchè i colpi di scena non mancano e le raffinate capacità investigative di Botteghi vengono messe a dura prova. 

Riuscirà il commissario a scoprire l’incredibile verità concernente la morte della prostituta, il suo collegamento con quella dell'imprenditore e tutta la fitta ed ingarbugliata rete di loschi traffici che c'è dietro, che vede come teatro niente meno che l’antico acquedotto Leopoldino livornese? 

"La bambola del Cisternino" è uno squisito noir, in cui al centro vi è senza dubbio la risoluzione di alcuni omicidi tra loro connessi, ma non solo: i riflettori sono puntati sul protagonista, su questo commissario dalla psicologia complessa, che prima di essere un uomo di polizia intuitivo, tenace, testardo, capace di andare contro tutto e tutti pur di seguire e portare a termine le proprie indagini, franco e diretto con superiori e sottoposti, è soprattutto un uomo.
Un uomo che deve lottare ogni giorno con il proprio doloroso passato, con i fantasmi che lo popolano e con un presente che lo vede sostanzialmente solo e triste.
Dedito com'è al proprio lavoro, Mario ha sacrificato una parte importantissima della sua vita personale, degli affetti che le davano un senso..., e se è vero che a certe azioni e a certi errori del passato non è possibile rimediare, è altrettanto vero però che possiamo far qualcosa per migliorare il presente e il futuro.

E Mario ha qualcuno di importante dal quale vorrebbe ricevere perdono, comprensione, affetto..., ma la sua testa dura e il suo carattere non proprio facile finora gli hanno impedito di riallacciare un rapporto civile con questa persona...
Neanche i consigli appassionati, materni... e un tantino invadenti!, dell'amica di sempre, Mariella (le cui prelibatezze culinarie lo aiutano a rinvigorire un po' il corpo stressato e, perchè no?, pure lo spirito), riescono a sostenerlo più di tanto, perchè lui è così: un tipo che scivola nei propri oscuri pensieri, avvolto dal gelo della solitudine, schiacciato dal peso di ricordi che gli attanagliano il cuore, da un carico di emozioni che lo soverchiano e che non sempre sa gestire... e questo modo di essere contorto lo rende il commissario bravo che è, perchè con  Botteghi sai che nessun particolare è lasciato al caso e che, a furia di scervellarsi su tanti piccoli particolari, a costo anche di schiacciare i piedi a chi non dovrebbe, prima o poi riesce ad ottenere ciò che vuole.

L'Autore ci fa fare un interessante e culturale tour in questa bella città toscana, avvolgendola in un'atmosfera piacevolmente malinconica, cullandoci con la melodia di una famosa canzone degli anni ’60 e attraverso personaggi e storie per le quali non sempre c'è riscatto o redenzione.

E' uno di quei libri che leggi con trasporto perchè non puoi fare a meno di lasciarti coinvolgere dai casi da risolvere, così ti ritrovi a seguire passo passo le speculazioni e i pensieri di Botteghi, il suo modo spiccio e pratico di confrontarsi con i giovani agenti, che pendono dalle sue labbra e lo rispettano, perchè il loro commissario sa essere sì esigente ma anche divertente, e non di rado stempera le tensioni con qualche battuta.
Ricco di dialoghi che contribuiscono a rendere il ritmo incalzante, diversi e graduali colpi di scena che si susseguono - in base alle intuizioni che via via si presentano alla mente di Botteghi & co. -, un contesto di riferimento ricco di fascino e storia (che concorre per creare movimento e novità rispetto alle indagini), una trama ben strutturata, che si infittisce man mano per poi districarsi totalmente solo alla fine: per tutti questi elementi, e non solo, "La bambola del Cisternino" è un romanzo che cattura da subito il lettore, sia per la storia in sè che per il suo esuberante e intelligente protagonista.

4 commenti:

  1. Ciao Angela, sembra un noir davvero interessante, a partire dalla figura del protagonista! Buona domenica :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, se piace il genere a maggior ragione lo si apprezza 😉
      Buona domenica pomeriggio😘

      Elimina
  2. Grazie per la bella recensione ^_^ sono contento che ti sia piaciuto

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
Utilizzando questo sito si accettano e si autorizzano i cookies necessari+InfoOK