Un noir intricato, con uno sviluppo delle vicende molto interessante, che ruota attorno a due personaggi particolari: un truffatore che manipola i pensieri altrui e un serial killer amante delle… Minchiate (con la M maiuscola)!
MINCHIATE
di Fabrizio De Sanctis
Ed. Porto Seguro |
Il noir di Fabrizio De Sanctis inizia col narrarci alcune mirabolanti “imprese” di un certo Wolf Messing; forse non tutti sanno chi è benché sia un personaggio realmente esistito. Messing è stato un telepata, un sensitivo nato a fine Ottocento e morto nel 1974; la sua particolarità era il possesso di doti paranormali: riusciva a “entrare nella testa” delle persone che aveva davanti, a manipolarne il pensiero, a far vedere/sentire loro cose inesistenti o comunque distorte e molto lontane dalla realtà; quest’uomo dalle doti speciali ha avuto a che fare anche col dittatore Stalin proprio per le sue capacità, tra cui quella di “prevedere” cose future.
Molti decenni dopo, ai nostri giorni, nella bellissima Firenze, evidentemente il potere da paragnosta di Messing non è andato perduto; c’è ancora chi lo possiede e ne fa un uso decisamente truffaldino: la polizia, infatti, viene chiamata ad occuparsi di misteriosi truffe a danni di vecchine arzille ma ingenue come di esperti d’arte e addirittura stimati docenti di Procedura Penale…
Questo truffatore ama firmare le proprie “marachelle” (tutt’altro che innocenti, visto che spilla soldi a destra e a manca e al posto suo vengono arrestati degli innocenti) con delle filastrocche per bambini.
E se il truffatore sta per dare qualche noia, mista a imbarazzo, al commissario Siciliano e agli altri colleghi (e superiori), a rifilare problemi e pensieri ben più grossi ci pensa una serie di efferati e misteriosi assassinii che cominciano a verificarsi ad opera di un'unica mano che ama - anch’essa! - firmarsi, non con filastrocche ma lasciando sui luoghi dei delitti una specifica carta tratta da un antico mazzo simile ai Tarocchi, ma forse più complesso e di certo più pregiato: le Minchiate Fiorentine.
Le strade del truffatore delle filastrocche e dell’assassino delle carte si incroceranno perché da subito Siciliano e la sua amica e collega, la sovrintentende Clarice Alessi, capiscono che l’assassino dev’essere necessariamente uno solo, e per il modus operandi e per il significato contorto ma logico che c’è dietro la scelta delle carte che il killer di volta in volta sceglie di lasciare sul o vicino ai cadaveri. Cadaveri che, tra l’altro, hanno tutti una medesima caratteristica: lavorano nell’ambito del paranormale.
Sì, tutte le vittime - uomini o donne che siano - svolgono professioni simili, come medium, veggenti, astrologi, cartomanti… , insomma approfittano della ingenuità, delle debolezze, se vogliamo anche della stupidità, di tanta gente che, fidandosi di loro e delle presunte capacità di leggere il futuro o evocare le anime dei defunti, tira fuori un sacco di soldi.
Ecco, il serial killer ha, a modo suo, le “proprie ragioni” per desiderare di fermare questi “delinquenti” che rubano soldi a poveri creduloni, facendo leva su fragilità e momenti difficili: la sua sarà infatti una tremenda vendetta per fermare il più possibile questa catena di truffe, e per farlo non ci pensa due volte a spargere sangue.
Ma questa ossessione farà sì che ben presto lo stesso truffatore - che è chiamato così perchè truffa gli altri ma in realtà ha realmente delle doti paranormali! - si ritrovi nel mirino del serial killer delle carte.
Per capire di chi si tratta, Siciliano e Alessi devono tirar fuori non solo tutte le loro raffinate capacità investigative, la loro determinazione anche a seguire piste meno “ufficiali”, andando contro le disposizioni degli arroganti superiori, ma anche a imparare a comprendere la logica dell’assassino; per far ciò, non c’è altra via che cercar di capire come funziona il meccanismo delle Minchiate - chiamate anche “Germini” - e intuire “a che gioco sta giocando” questo folle (ma intelligente e astuto) omicida.
La strada per risalire all’identità di costui è costellata purtroppo da errori di interpretazione e valutazione che porteranno conseguenze anche abbastanza gravi, perché un innocente potrebbe essere accusato di ciò che non ha fatto… e la cattura del vero colpevole viene inevitabilmente rimandata.
Il commissario Siciliano è un uomo con un grande senso pratico ma è pure tanto intuitivo, capace di scervellarsi per ore sui particolari dei casi ai quali lavora per cercare connessioni, legami, spiegazioni… che lo aiutino ad avanzare nella ricerca dell’assassino; al suo fianco fortunatamente c’è la bravissima e sveglia Clarice, dedita al proprio lavoro con passione e professionalità, che avrà un ruolo importante perché riuscirà ad aprirsi una porta per dialogare con il truffatore.
L’Autore ha costruito una storia davvero molto particolare, ricca, in cui tanti fatti e personaggi si incastrano tra loro; gli omicidi si susseguono velocemente e il lettore segue lo sviluppo del caso insieme al commissario e alla sua collega Alessi, che cercano di ragionare seguendo i possibili percorsi mentali dell’assassino, imparando cose nuove sui significati delle carte (le Minchiate e le differenze coi Tarocchi); lo stile ironico, vivace, conferisce alla narrazione un ritmo sempre sostenuto, che non cala mai d’interesse anzi è un crescendo di novità, intuizioni, piccoli colpi di scena, ipotetiche conquiste e “scoperte” che però non sempre e non tutte sono realmente tali, perché nel corso degli eventi tutto può cambiare e ciò che sembrava una verità assodata può rivelarsi un abbaglio.
È un romanzo originale e affascinante: il campo della telepatia, della parapsicologia, è qualcosa che attira tantissime persone (anche gli scettici, in fondo), perché ha a che fare con i misteri della mente, con quella parte di potenziale incredibile che alcuni uomini sembrano avere e che permette loro di fare cose straordinarie e non controllabili razionalmente; per quanto riguarda le carte, anch’esse sono un ambito interessante e il loro uso è contrassegnato da regole e logiche non proprio semplici da imparare, anche perché non solo ogni carta ha un preciso significato, ma insieme ad altre ne assume degli altri.
Il caso seguito dalla polizia sarà proprio una sorta di partita a carte, dove Siciliano non può permettersi di abbassare la guardia e perdere perché sono in gioco delle vite umane.
Una lettura molto piacevole e divertente per il linguaggio fluido, scorrevole pur essendo accurato e "tecnico" in alcuni passaggi (quando si parla del meccanismo delle Minchiate e se ne spiegano brevemente le regole); un simpatico umorismo nero percorre tutto il libro e infatti, nonostante muoia parecchia gente, l’atmosfera non è “pesante”, lugubre; a dare il proprio contributo, in questo senso, ci pensa il commissario, un tipo sanguigno, che non le manda a dire, dalla lingua arguta e pungente, quando serve.
E’ un libro corposo ma ne vale la pena, perché è scritto bene ed ha una storia ben architettata che ha tutte le “carte in regola” - è proprio il caso di dire - per rapire l’attenzione e la curiosità del lettore.
Molti decenni dopo, ai nostri giorni, nella bellissima Firenze, evidentemente il potere da paragnosta di Messing non è andato perduto; c’è ancora chi lo possiede e ne fa un uso decisamente truffaldino: la polizia, infatti, viene chiamata ad occuparsi di misteriosi truffe a danni di vecchine arzille ma ingenue come di esperti d’arte e addirittura stimati docenti di Procedura Penale…
Questo truffatore ama firmare le proprie “marachelle” (tutt’altro che innocenti, visto che spilla soldi a destra e a manca e al posto suo vengono arrestati degli innocenti) con delle filastrocche per bambini.
E se il truffatore sta per dare qualche noia, mista a imbarazzo, al commissario Siciliano e agli altri colleghi (e superiori), a rifilare problemi e pensieri ben più grossi ci pensa una serie di efferati e misteriosi assassinii che cominciano a verificarsi ad opera di un'unica mano che ama - anch’essa! - firmarsi, non con filastrocche ma lasciando sui luoghi dei delitti una specifica carta tratta da un antico mazzo simile ai Tarocchi, ma forse più complesso e di certo più pregiato: le Minchiate Fiorentine.
Le strade del truffatore delle filastrocche e dell’assassino delle carte si incroceranno perché da subito Siciliano e la sua amica e collega, la sovrintentende Clarice Alessi, capiscono che l’assassino dev’essere necessariamente uno solo, e per il modus operandi e per il significato contorto ma logico che c’è dietro la scelta delle carte che il killer di volta in volta sceglie di lasciare sul o vicino ai cadaveri. Cadaveri che, tra l’altro, hanno tutti una medesima caratteristica: lavorano nell’ambito del paranormale.
Sì, tutte le vittime - uomini o donne che siano - svolgono professioni simili, come medium, veggenti, astrologi, cartomanti… , insomma approfittano della ingenuità, delle debolezze, se vogliamo anche della stupidità, di tanta gente che, fidandosi di loro e delle presunte capacità di leggere il futuro o evocare le anime dei defunti, tira fuori un sacco di soldi.
Ecco, il serial killer ha, a modo suo, le “proprie ragioni” per desiderare di fermare questi “delinquenti” che rubano soldi a poveri creduloni, facendo leva su fragilità e momenti difficili: la sua sarà infatti una tremenda vendetta per fermare il più possibile questa catena di truffe, e per farlo non ci pensa due volte a spargere sangue.
Ma questa ossessione farà sì che ben presto lo stesso truffatore - che è chiamato così perchè truffa gli altri ma in realtà ha realmente delle doti paranormali! - si ritrovi nel mirino del serial killer delle carte.
Per capire di chi si tratta, Siciliano e Alessi devono tirar fuori non solo tutte le loro raffinate capacità investigative, la loro determinazione anche a seguire piste meno “ufficiali”, andando contro le disposizioni degli arroganti superiori, ma anche a imparare a comprendere la logica dell’assassino; per far ciò, non c’è altra via che cercar di capire come funziona il meccanismo delle Minchiate - chiamate anche “Germini” - e intuire “a che gioco sta giocando” questo folle (ma intelligente e astuto) omicida.
La strada per risalire all’identità di costui è costellata purtroppo da errori di interpretazione e valutazione che porteranno conseguenze anche abbastanza gravi, perché un innocente potrebbe essere accusato di ciò che non ha fatto… e la cattura del vero colpevole viene inevitabilmente rimandata.
Il commissario Siciliano è un uomo con un grande senso pratico ma è pure tanto intuitivo, capace di scervellarsi per ore sui particolari dei casi ai quali lavora per cercare connessioni, legami, spiegazioni… che lo aiutino ad avanzare nella ricerca dell’assassino; al suo fianco fortunatamente c’è la bravissima e sveglia Clarice, dedita al proprio lavoro con passione e professionalità, che avrà un ruolo importante perché riuscirà ad aprirsi una porta per dialogare con il truffatore.
L’Autore ha costruito una storia davvero molto particolare, ricca, in cui tanti fatti e personaggi si incastrano tra loro; gli omicidi si susseguono velocemente e il lettore segue lo sviluppo del caso insieme al commissario e alla sua collega Alessi, che cercano di ragionare seguendo i possibili percorsi mentali dell’assassino, imparando cose nuove sui significati delle carte (le Minchiate e le differenze coi Tarocchi); lo stile ironico, vivace, conferisce alla narrazione un ritmo sempre sostenuto, che non cala mai d’interesse anzi è un crescendo di novità, intuizioni, piccoli colpi di scena, ipotetiche conquiste e “scoperte” che però non sempre e non tutte sono realmente tali, perché nel corso degli eventi tutto può cambiare e ciò che sembrava una verità assodata può rivelarsi un abbaglio.
È un romanzo originale e affascinante: il campo della telepatia, della parapsicologia, è qualcosa che attira tantissime persone (anche gli scettici, in fondo), perché ha a che fare con i misteri della mente, con quella parte di potenziale incredibile che alcuni uomini sembrano avere e che permette loro di fare cose straordinarie e non controllabili razionalmente; per quanto riguarda le carte, anch’esse sono un ambito interessante e il loro uso è contrassegnato da regole e logiche non proprio semplici da imparare, anche perché non solo ogni carta ha un preciso significato, ma insieme ad altre ne assume degli altri.
Il caso seguito dalla polizia sarà proprio una sorta di partita a carte, dove Siciliano non può permettersi di abbassare la guardia e perdere perché sono in gioco delle vite umane.
Una lettura molto piacevole e divertente per il linguaggio fluido, scorrevole pur essendo accurato e "tecnico" in alcuni passaggi (quando si parla del meccanismo delle Minchiate e se ne spiegano brevemente le regole); un simpatico umorismo nero percorre tutto il libro e infatti, nonostante muoia parecchia gente, l’atmosfera non è “pesante”, lugubre; a dare il proprio contributo, in questo senso, ci pensa il commissario, un tipo sanguigno, che non le manda a dire, dalla lingua arguta e pungente, quando serve.
E’ un libro corposo ma ne vale la pena, perché è scritto bene ed ha una storia ben architettata che ha tutte le “carte in regola” - è proprio il caso di dire - per rapire l’attenzione e la curiosità del lettore.
Obiettivo n.2 - Un libro il cui titolo sia formato da 9 lettere (una o più parole) |
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz