RIFQA di Mohammed El-Kurd
Il titolo dell'esordio letterario di El-Kurd è un nome di donna: non una donna qualsiasi, ma la nonna di Mohammed, colei che accoglieva con un mazzetto di gelsomini il nipote che tornava da scuola, che gli ha insegnato "a sparare le mie frasi come razzi, a essere resiliente."
"Sono cresciuto nella sua saggezza e la mia poesia ne è il riflesso. Lei è l’asse delle mie azioni, l’orchestratrice della mia cadenza."
Nonna Rifqa, morta a 103 anni, che aveva più anni della colonizzazione sionista e che ha dovuto lasciare la propria casa, per la prima ma non per l'ultima volta, in un giorno di maggio 1948
Nonna Rifqa, morta a 103 anni, che aveva più anni della colonizzazione sionista e che ha dovuto lasciare la propria casa, per la prima ma non per l'ultima volta, in un giorno di maggio 1948
La mattina d’un maggio dal cielo rosso 1948.Poteva essere oggi.Hanno buttato giù le porte,rivendicando la vita come fosse la loro.
L'inizio della Nakba, della catastrofe, e quindi l'esilio da Haifa e, come se non fosse stato sufficiente l'andare di rifugio in rifugio, ha dovuto vivere e subire, ormai anziana, anche l'espropriazione della sua casa a Sheikh Jarrah, quartiere di Gerusalemme Est, in un ennesimo ripetersi di un orrore destinato a non finire mai.
Rifqa aveva il passo sicuro.“Torneremo appena le cose si calmano”e lei ha creduto,indossato la chiavefinché la chiave il collo la memorianon sono diventati dello stesso colore.
15 maggio 1998: Mohammed nasce nel cinquantesimo anniversario della Nakba. Non poteva che farsi portavoce di un canto di libertà che non è solo suo o della sua famiglia, ma di un intero popolo.
"sono nato di fronte a una casa chiusache definivo mia, ma non ci sono mai entrato.I colonizzatori giovani vestiti diversamentecoi fucili che sbattevano sui fianchi nazione di terroristifesteggiavano la proprietà rubata spietati.Piangevo – non per la casa,ma per i ricordi che avrei potuto averci dentro."
Tra donne coraggiose che stanno in piedi davanti ali coloni e ai giovani soldati armati, tra bambini vilmente uccisi su una spiaggia, tra gruppi di uomini, donne, anziani e bambini che si uniscono per "guastare la permanenza dei coloni nelle loro terre", i versi di questa raccolta ci raccontano l’amore per la patria, la consapevolezza di come in terra di Palestina la morte sia improvvisa, immediata, costante.
Ci parlano di resistenza, di lotta per la libertà, di difesa della propria terra e dell'attaccamento ad essa; dopo le poesie, nell'edizione italiana c'è una sezione in prosa dedicata alla lotta degli abitanti di Sheikh Jarrah per non lasciarsi strappare le proprie case; sono testi che l’autore ha scritto per The Nation e per The Guardian.
Ci parlano di resistenza, di lotta per la libertà, di difesa della propria terra e dell'attaccamento ad essa; dopo le poesie, nell'edizione italiana c'è una sezione in prosa dedicata alla lotta degli abitanti di Sheikh Jarrah per non lasciarsi strappare le proprie case; sono testi che l’autore ha scritto per The Nation e per The Guardian.
Nel 2009 la famiglia El-Kurd (e non soltanto essa) si è vista confiscare, per decisione di tribunali israeliani, la propria casa e questo, ricorda il giovane autore, rientrava nella strategia di "ripulire etnicamente" il quartiere di Sheikh Jarrah nella sua interezza *.
Vedersi togliere la casa non è solo una questione di perdere la proprietà, ma, dice Mohammed, "significa perdere anche l’identità palestinese della città e rappresenta un presagio del tremendo destino che attende quel che resta della sempre più esigua popolazione autoctona di Gerusalemme. Sheikh Jarrah: è un perfetto esempio di colonialismo di popolamento, un microcosmo della realtà palestinese nel corso dei settantatré anni di dominazione sionista."
Nonna Rifqa è stata una combattente fino all'ultimo, non accettando di vedersi rubata la casa un'altra volta, di essere trasformata ancora in un'esiliata che vaga tra campi profughi.
Con questa sua raccolta, El-Kurd si affianca ad altri poeti della resistenza palestinese (Fadwa Tuqan, Rashid Hussein, Mahmoud Darwish e Ghassan Kanafani) che, prima di lui e come lui, hanno svolto, e svolgono ancora, un ruolo significativo nel formare e tenere vivo un fronte internazionale contro il colonialismo e l’imperialismo nel mondo.
Mohammed El-Kurd - poeta, scrittore e giornalista per The Nation, - attraverso i suoi articoli prima e questo libro poi, offre una chiave di lettura che stimoli a guardare a quello che è chiamato da sempre "conflitto israelo-palestinese" in modo da interrogarsi con onestà su come sia la vita sotto occupazione a Gerusalemme Est, su tutto ciò che questo comporta per la popolazione e su chi siano davvero i carnefici e chi le vittime.
Leggete "Rifqa" e lasciatevi guidare dalla penna arguta, chiara, sarcastica, sincera e fiera di un giovane scrittore che, allontanandosi da ogni retorica e senza paura di chiamare le cose col loro nome, ci ricorda quanto brutale sia la realtà quotidiana nei Territori occupati - e questo non da una settimana o da un paio di mesi, né da qualche anno... ma da 73 anni - e come a questo non possano che seguire azioni di lotta e resistenza.
Come per lo scorso anno, ho voluto pubblicare in questo giorno la recensione di un libro che tratta l'argomento "Palestina" - di come vivono i palestinesi sotto il regime d'occupazione e apartheid israeliano - in occasione della Giornata internazionale della solidarietà con il popolo palestinese, istituita nel 1977 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel 2020 ho segnalato alcune scrittrici palestinesi in QUESTO POST.
* a tal proposito puoi leggere QUESTO ARTICOLO
Un poeta che non conoscevo, un poeta straordinario. Grazie per questa segnalazione.
RispondiEliminaLieta di averti incuriosito su questo autore molto giovane ma promettente!
EliminaToccante ritratto di una donna che ha influito così tanto sulla vita del nipote... una tragedia infinita che lascia senza parole.
RispondiEliminaHai detto bene, infinita...
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