domenica 29 settembre 2024

THE 8 SHOW || THE GLORY || THE FIVE [ Serie Tv ]

 

Oltre a Pyramid game, ho da consigliarvi altre tre serie tv, di cui due - indovinate un po'? - coreane.


THE 8 SHOW


Questa serie sta facendo molto parlare perché pur ricordando - per tematiche e tipologia - la celebre 
 Squid game (>> QUI <<), ha elementi che la differenziano da essa e, per certi versi, la rendono forse anche più inquietante.

Alla base c'è una situazione simile: un giovane uomo, indebitato fino al collo, accetta di partecipare a un programma misterioso e incontra dei compagni di gioco mai visti prima.

In questo caso, come si evince dal titolo, si tratta di otto giocatori, tutte persone diverse l'una dall'altra per estrazione sociale e carattere. Essi si ritrovano in un edificio che, oltre ad avere un piano terra comune a tutti (in cui si notano giostrine per bambini, una piscina finta e altre attrazioni non effettivamente utilizzabili ma che fanno più che altro da abbellimento), consta di otto appartamenti.

Come emerge man mano che gli episodi procedono, ciascuno degli otto ha scelto autonomamente e inconsapevolmente la chiave dell'appartamento in cui soggiornare.
Se l'appartamento del piano N.1 è piccolo quanto uno sgabuzzino, il N.8 è quasi un monolocale, lussuoso e dotato di comfort.

Le otto persone che hanno accettato di giocare non conoscono i nomi le une delle altre e per tutta la durata dello show si chiameranno col numero dell'appartamento.

I giocatori ricevono - tramite un ascensore - il cibo ogni giorno e hanno anche l'opportunità di acquistare beni e oggetti di cui necessitano, il cui costo viene scalcolato dalla somma di danaro (ripostata su un contatore digitale appeso a una parete di ogni camera) che potrebbero vincere, a fine gioco (e che aumenta di minuto in minuto).

In cosa consiste il gioco?
A differenza di Squid game, qui non ci sono delle prove da affrontare o giochi da fare in gruppo, ma una verità appare evidente, dopo un po': più tempo trascorrono nell'edificio, più guadagnano denaro.
Quindi la somma da vincere dipende dall'accumulare sempre più tempo.

Inizialmente, gli otto giocatori immaginano che sia una specifica azione da compiere che permetta  loro di guadagnare tempo (e soldi), ma  dopo qualche ora capiscono che quella strategia ha smesso ben presto di funzionare.

Come fare per aumentare il tempo così da restare più giorni e cercare di uscire da lì con un montepremi consistente?

I concorrenti cominciano a chiedersi: se è vero che stanno partecipando ad un gioco, allora c'è anche qualcuno che li guarda? Del resto, vi sono telecamere ovunque, tipo Grande Fratello,  e a qualcosa dovranno pur servire, no?


I giocatori dei piani superiori decidono di potersi comportare da privilegiati rispetto ai piani inferiori e, proprio perché sono "in alto", hanno il diritto di comandare, di essere "su" nella gerarchia sociale dello show e di sfruttare gli inferiori affinché si diano da fare per assecondare il meccanismo perverso che sta alla base del gioco.

Una volta riflettuto e compreso quale esso sia, ha inizio il caos.

Ciò che incomincerà a prendere forma è qualcosa che vi farà innervosire come non mai, perché lo show diventerà grottesco, agghiacciante, crudele, in cui ci sono dei prepotenti che tengono sotto scacco i compagni più "deboli" e sono pronti a trattarli con sadismo e malvagità pur di ottenere ciò che vogliono: inscenare momenti di intrattenimento e divertimento.


I concorrenti dei piani inferiori riusciranno a far valere i propri diritti e a ribellarsi?


Solo su una certezza essi possono confidare: 
nessuno deve morire, 
altrimenti il gioco si interromperebbe 
e addio vincita finale.

Disperazione, rabbia, inganni, voltafaccia, suppliche, pianti, minacce, torture...: avviene di tutto e il senso di impotenza che si prova sale tanto quanto il montepremi.

Perché ho detto che è, in un certo senso, peggio di Squid game?
Perché mentre lì è evidente da subito che i giocatori sono tutti contro tutti in quanto vincerà solo una persona, in The 8 show comunque vincono tutti per cui qualsiasi azione, compiuta al fine di far salire i soldi, è dettata dalla pura avidità, dalla voglia di tiranneggiare sugli altri, di vederli strisciare ai propri piedi, di sentirsi onnipotenti.

Ci sarebbero tante considerazioni da rilevare, mi limito ad esprimerne alcune: 
  • come sempre ho riscontrato nei k-drama, non manca anche qui la tematica delle differenze socio-economiche tra le persone, il divario tra ricchi e poveri, che esiste nella società e si riflette pari pari nella piccola comunità che partecipa al gioco;
  • si è amici e alleati fino a quando conviene, ma se c'è da tradire per salvarsi la pelle, ben venga; il che vuol dire che, in realtà, non ci si può fidare di nessuno perché...
  • anche la persona che, nella vita di ogni giorno, dimostra di possedere un temperamento mite, se messa davanti alla possibilità di soffrire o morire, può adottare condotte moralmente discutibili per sopravvivere in un contesto particolare, stra-ordinario e in cui s'è creata una netta separazione tra i forti e i deboli;
  • quando uno è un miserabile, un poveraccio sull'orlo della disperazione, pur di risollevarsi (in questo caso, di racimolare quanto più danaro possibile) è disposto ad accettare  di infilarsi in un tipo di situazione con molteplici incertezze e incognite (per la serie: tanto più in basso di così, non posso andare).

È una serie che si beve tutta in un sorso perché si ha voglia di proseguire di puntata in puntata, vincendo la sensazione claustrofobica provocata dal fatto che  da quel maledetto edificio non è possibile né uscire quando si vuole né chiedere aiuto; in pratica, siamo come un pubblico invisibile, voglioso di continuare a guardare esseri umani che si fanno del male, aspettando di capire fino a che punto i concorrenti saranno disposti ad arrivare per soldi e in che modo i giocatori dalla personalità più pacata, dai valori più nobili, si comporteranno verso i prepotenti.

Bella, mi è piaciuta proprio per le emozioni che mi ha fatto provare mentre la guardavo; i colpi di scena ci sono e sino all'ultima scena è bene stare attenti e non fermarsi ai titoli di coda ^_-

Il finale si presta a più di una interpretazione e potrebbe far pensare ad un seguito ma, son sincera, ancora non mi informo se sia o meno prevista la seconda stagione.



La seconda serie che vi menziono l'ho già consigliata, in verità >> QUI <<; in pratica, vi confermo che vale la pena guardarla.


THE GLORY


La protagonista è una donna (Dong-eun) - attualmente insegnante in una scuola elementare privata - che, dopo aver passato un'adolescenza terrificante a motivi dei sadici e criminali atti di bullismo subiti da un gruppo di compagni di scuola, ha deciso di mettere in atto un piano - molto ben orchestrato - per vendicarsi dei suoi torturatori.

La prima parte dell'unica (per ora?) stagione era composta da otto episodi, per cui ho proseguito con i restanti otto.

In essi ritroviamo Dong-eun, ancora nel pieno del suo progetto di vendetta, che si fa sempre più complicato e non privo di problemi.
Gli ex-compagni, infatti, cercano di fronteggiare gli attacchi di Dong-eun unendo le forze, ma le loro malefatte non potranno non ritorcersi contro.
La rivale principale (la meteorologa Yeon-jin) cerca in tutti i modi di colpire Dong-eun ma sarà la sua tranquilla vita famigliare a rischiare il collasso, non solo a causa della nemica, ma delle bugie e degli inganni da lei stessa perpetrati.

Grazie ai suoi alleati (in special modo, il giovane dottore Ju Yeo-jeong, di cui si approfondiscono i traumi, legati a un evento tragico del passato), Dong-eun è sempre più vicina al suo obiettivo, che comprende anche la morte (archiviata come suicidio) di un'altra compagna, anch'ella vittima di bullismo ai tempi del liceo (contemporaneamente a Dong-eun) e ad opera delle stesse persone.


Ho guardato ogni puntata con famelico interesse, condividendo la sete di vendetta della protagonista, provando rabbia verso i bulli che, crescendo, non sono di certo migliorati umanamente, ma anzi, hanno affinato la propria natura criminale e sociopatica.

Altro personaggio odioso - su cui converge la frustrazione, l'amarezza e il dolore della protagonista, e pure quello dello spettatore - è la madre di Dong-eun, una donna senza valori, senza sentimenti, col cervello bruciato dall'alcool e un'anima inaridita, incapace di amare la propria figlia.

Anche se si finisce, inevitabilmente, per desiderare la disfatta dei cinque disgraziati, non si può non provare dispiacere assieme a/ per Dong-eun, la quale - nonostante faccia di tutto per apparire fredda, determinata, granitica, distaccata, quasi senza cuore e senza rimorsi - dentro di sé soffre perché consapevole di come l'odio, il rancore, il desiderio/bisogno di vendicarsi la stiano logorando, col rischio che, a furia di combattere mostri, lei stessa lo diventi.

Guardatela, se ne avete modo, è fatta bene e il finale soddisfa.



Concludo con una serie thriller creata dallo scrittore Harlan Coben.

THE FIVE



La serie gioca su due piani temporali, il 2015 e il 1995.

Nel 1995, in un pomeriggio qualsiasi, quattro compagni di scuola - Mark Wells, Danny, Slade e Pru - rimangono traumatizzati e segnati per sempre a causa di un evento drammatico: il fratellino di Mark, il cinquenne Jesse, scompare dopo essere stato scacciato dai tutti loro che, in piena preadolescenza, sono poco interessati a badare al piccoletto, quanto piuttosto a pomiciare e scherzare tra loro.

Di Jesse si perdono misteriosamente le tracce ma un depravato e psicopatico serial killer, Jakob Marosi, già accusato di cinque omicidi, afferma di aver rapito ed ucciso Jesse, quel pomeriggio. 

Da allora, le esistenze di tutte le persone coinvolte cambiano per sempre, e quella dei Wells più di tutti.
Vent'anni dopo, ritroviamo i quattro amici alle prese con le proprie vite e i propri problemi.

Danny Kenwood è sergente presso la polizia di Westbridge e non riesce a dedicare il tempo che vorrebbe alla famiglia; in più, suo padre è malato di Alzheimer (ex-poliziotto, che nel '95 seguì il caso di Jesse) e lui non riesce a prendersene cura senza scombussolare gli equilibri famigliari.

Prue è sposata e ha una bambina ma il suo matrimonio è un fallimento. Una parte di lei è rimasta innamorata di Mark, suo fidanzatino ai tempi della sparizione di Jesse.

Slade si occupa di ragazzi/e problematici e svolge questo lavoro con molta passione, che gli porta non poche grane.

Mark è un avvocato, ha una relazione con una donna sposata e non ha mai smesso di sentirsi in colpa per Jesse, in quanto lui - in qualità di fratello maggiore - ne aveva la responsabilità...

Durante un'indagine su una prostituta, Anni Green, brutalmente assassinata con un martello, Danny fa una scoperta sconcertante: sul luogo del delitto c'è nientemeno che il DNA di Jesse.

Cosa può voler significare una cosa del genere?
Se il piccolo è stato rapito e subito ucciso da Marosi (che ha confessato e continua a confermare di aver commesso il crimine), com'è possibile che il suo DNA sia sulla scena di un efferato crimine?
Forse il bambino non fu ammazzato? È vivo? È diventato un assassino o c'è un'altra spiegazione al questa incredibile ricomparsa dal passato?

Insomma, le domande sono tante, costituiscono un vero rompicapo e tale sarà per tutta la serie, che è finalizzata a scoprire la verità su cosa è accaduto davvero a Jesse quel pomeriggio e sul perché il suo DNA sia presente lì dove non dovrebbe essere.

Nell'indagare su questa pista, si inseriscono altre dinamiche in cui tutti e quattro i vecchi amici vengono coinvolti a vario titolo e che li portano verso altri crimini e altre vittime, che sembrano scollegati a Jesse ma che, in un modo o nell'altro, alla fine saranno delle tessere che porteranno verso la verità finale.


È una serie intrigantissima, ricca di colpi di scena, molto dinamica, incalzante, con numerosi flashback, che inserisce di volta in volta situazioni e personaggi collaterali che vanno ad arricchire un impianto narrativo bello sostanzioso, intricato come un ginepraio ma in cui ogni nodo viene sciolto.

Il colpo di scena non può non accompagnarci anche nel finale.

Merita, per cui anche in questo caso, se avete modo, guardatela.
Io l'ho trovata su Serially ma mi sa che c'è pure su Mediaset Infinity.

Nessun commento:

Posta un commento

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...