mercoledì 27 marzo 2019

Libri a basso costo




Cari lettori, vi presento i miei ultimi tre acquisti libreschi!


Il primo è un romanzo di Paullina Simons, di cui ho letto Il Cavaliere d'inverno e La casa delle foglie rosse.


Harper Collins Italia
trad. R. Zuppet
713 pp
9.90 euro
UNA VALIGIA PIENA DI SOGNI

Un giorno dovrai scegliere tra ciò che credi di desiderare e ciò che desideri sul serio. Allora capirai cos’è l’amore.

Chloe e Mason, Hannah e Blake. Due coppie, due fratelli, due migliori amiche. 
Il viaggio dopo il diploma è l'occasione a lungo sognata per vivere una nuova avventura insieme prima che le loro vite prendano strade diverse. 
La meta è Barcellona, ma prima devono fare tappa in alcune città dell'Europa dell'Est per onorare una promessa di famiglia. 
E qui, tra i tesori di una terra che muove i primi timidi passi dopo il crollo dei regimi comunisti, Chloe incontra Johnny Rainbow, un misterioso ragazzo americano che gira il mondo con la chitarra sulle spalle, un sorriso sulle labbra e un oceano di segreti negli occhi.
Con lui i quattro amici attraversano in treno il vecchio mondo, da Carnikava a Treblinka, da Cracovia a Trieste, in un viaggio indimenticabile che li porta nel cuore dell'Europa e nell'oscuro passato di Johnny... 
Un viaggio che rischia di far saltare i progetti di Chloe per il futuro, che la costringe a mettere in discussione tutto ciò che era convinta di volere, che spoglia di ogni falsità il suo legame con gli amici di una vita finché non le rimane che un'unica certezza: comunque vada a finire, dopo questo viaggio le loro vite non saranno più le stesse.
Una storia incantevole e struggente, e un finale indimenticabile che rimarrà a lungo nel cuore dei lettori.



Il secondo libro è di Faletti e l'ho trovato al mercatino dei libri usati a 2 euro; avendo amato Io uccido, mi ero ripromessa di leggere qualcos'altro di lui.


FUORI DA UN EVIDENTE DESTINO 

Dalai Editore
495 pp
Il passato è il posto più difficile a cui tornare. Jim Mackenzie, pilota di elicotteri per metà indiano, lo impara a sue spese quando si ritrova dopo parecchi anni nell'immobile città ai margini della riserva Navajo in cui ha trascorso l'adolescenza e da cui ha sempre desiderato fuggire con tutte le sue forze. 
Jim è costretto a districarsi tra conti in sospeso e parole mai dette, fra uomini e donne che credeva di aver dimenticato e presenze che sperava cancellate dal tempo. 
E soprattutto è costretto a confrontarsi con la persona che più ha sfuggito per tutta la vita: se stesso. Ma il coraggio antico degli avi è ancora vivo ed è un'eredità che non si può ignorare quando si percorre la stessa terra. 
Nel momento in cui una catena di innaturali omicidi sconvolgerà la sua esistenza e quella della tranquilla cittadella dell'Arizona, Jim si renderà conto che è impossibile negare la propria natura quando un passato scomodo e oscuro torna per esigere il suo tributo di sangue.



Anche il terzo acquisto proviene dalle bancarelle:


KAFKA SULLA SPIAGGIA di Haruki Murakami

Einaudi Ed.
514 pp
Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. 
Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. 
Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. 
Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. 
Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. 
Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo".


ANCHE VOI AVETE ACQUISTATO LIBRI
 ULTIMAMENTE? ^_^

martedì 26 marzo 2019

Libri in WL: LA TUA VITA E LA MIA di Majgull Axelsson (Iperborea Ed.) - LA BAMBINA SULLA BANCHISA di Adélaïde Bon (E/O Edizioni) - IL CATECHISMO DELLA PECORA di G. Nemus (Elliot Ed.)




Libri di recente pubblicazione finiti dritti dritti in wishlist!


Dall’autrice di Io non mi chiamo Miriam (sul blog trovate la recensione), un romanzo duro, appassionante, necessario che affronta un altro capitolo scuro nella storia della Svezia moderna.



LA TUA VITA E LA MIA
di Majgull Axelsson 



Ed. Iperborea
trad. L. Cangemi
404 pp
18.50 euro
Marzo 2019
Ex giornalista di successo e vedova solitaria nella sua amata Stoccolma, Märit si trova costretta a tornare a Norrköping, nella casa d’infanzia di cui non sente nostalgia, per festeggiare insieme al suo gemello Jonas il settantesimo compleanno. 
Un impulso irresistibile durante il viaggio in treno la spinge a scendere a Lund, dove non mette piede da cinquant’anni, e a cercare la tomba dei «malati» di Vipeholm, il grande manicomio in cui finì suo fratello maggiore Lars. Lars-lo-Svitato, lo Sgorbio, come lo chiamavano tutti: di colpo Märit non può più trattenere i ricordi e le domande rimaste senza risposta fin da quel tragico giorno in cui sua madre morì, quando lei era appena quattordicenne, e il fratellone che era sempre stato con loro venne fatto sparire. 
Perché Märit non riesce ancora a dimenticare, o addirittura a fingere che niente sia successo come tutti a casa hanno sempre fatto? Cosa accadde veramente in quel lontano 1962, quando lei entrò a Vipeholm e scoprì ciò che vi avveniva, domandandosi chi ne portava davvero la colpa, senza poter opporre altro che rabbia e vendetta al muro di solitudine che separava ogni membro della sua famiglia? 

Con il suo occhio clinico e ipersensibile alle sottili crepe nell’edificio della società svedese, e con la capacità di calarci nei percorsi ad alta tensione emotiva dei suoi personaggi, Majgull Axelsson indaga la fragilità dei legami famigliari in un Paese rigorosamente improntato all’emancipazione dell’individuo. E attraverso la ricerca di verità della sua protagonista affronta un tabù della socialdemocrazia scandinava, risalendo all’epoca della sua fioritura come modello di uguaglianza e solidarietà sociale per dare voce a coloro che ne furono tagliati fuori, privati perfino dei diritti umani.



LA BAMBINA SULLA BANCHISA
di Adélaïde Bon



Ed. E/O
trad. S. Turato
208 pp
16 euro
Marzo 2019
Questo libro è molto più di una testimonianza, è una lettura sconvolgente che vi stupirà per la qualità della scrittura oltre che per la drammaticità del racconto.
«Non sente le meduse insinuarsi dentro di lei quel giorno, non sente i loro lunghi tentacoli trasparenti penetrarla, non sa che i loro filamenti la trascineranno pian piano in una storia che non è la sua, che non la riguarda. Non sa che la porteranno fuori strada, l’attireranno verso abissi deserti e inospitali, che ostacoleranno anche il più piccolo dei suoi passi, che la faranno dubitare del suo stesso corpo, che anno dopo anno faranno restringere il mondo che la circonda a una piccola bolla d’aria senza via d’uscita. Non sa che ormai è in guerra e che l’esercito nemico vive dentro di lei.
Nessuno la avverte, nessuno le spiega, il mondo si è zittito».

Quando la trovano muta e in preda a un pianto inspiegabile, i genitori portano Adélaïde in commissariato e sporgono denuncia contro ignoti per molestie sessuali.
Passano gli anni e lei cresce senza lasciar trasparire nulla, con il sorriso stampato in volto. Trascorre così infiniti giorni di sofferenza e solitudine, a combattere contro le meduse.
Ventitré anni dopo squilla il telefono: è la Squadra protezione minori, hanno arrestato un sospetto. E improvvisamente tutto si mette in moto.




IL CATECHISMO DELLA PECORA
di Gesuino Nèmus


Elliot d.
189 pp
17.50 euro
Febbraio 2019
Il primo ottobre del 1964, Mariàca Tidòngia sale sul davanzale della scuola di Telévras e scappa. Mariàca è figlia di un pastore e il suo futuro sembra già segnato; ciononostante Marcellino Nonies, maestro unico al suo primo incarico, fa di tutto perché quella bambina straordinariamente intelligente riesca a prendere almeno la licenza elementare.
Un giorno però Mariàca, appena quattordicenne, annuncia di essere incinta e si rifiuta di dire chi è il padre del bambino.
Poco dopo scompare nel nulla.
Sono passati cinquant'anni e in paese nessuno sembra più ricordare questa storia finché non si torna a parlare di Mariàca e la sua presenza aleggia come un'ombra, insieme a due morti sospette, sulla piccola comunità di Telévras.
Ettore Tigàssu, "brigadiere per l'eternità", ce la metterà tutta per scoprire il mistero che circonda da decenni la donna e saranno i ricordi del maestro unico, vergati a mano in "bella e ornata grafia" ad aiutarlo a comprendere - almeno in parte - la verità.

Mezzo secolo di storia narrato attraverso i miti culturali e politici degli anni Sessanta e Settanta (come il terrorismo, latitanti e pentiti inclusi), miti che ritornano prepotenti in questa nuova avventura narrata da Gesuino Némus, autore/protagonista de La teologia del cinghiale (trovate la recensione sul blog).

lunedì 25 marzo 2019

Anteprime Fazi Editore - La Corte Editore - Garzanti Edizioni



Prossime novità in arrivo in libreria.


  • Cosa succede quando un broker di New York e la sua famiglia piombano in una tranquilla cittadina di provincia? Ce lo racconta Jonathan Dee in I provinciali.
  • Il nuovo romanzo di Galiano (Più forte di ogni addio), ci ricorda quanto sia importante dire quello che si prova e nel momento giusto, perché, se ci lasciamo sfuggire l'attimo, potremmo non trovare più il coraggio di farlo. 
  • Dopo Il buio dentro e I figli del male, Le colpe della notte è il nuovo thriller mozzafiato di Antonio Lanzetta, autore acclamato anche dal Sunday Times come una delle rivelazioni degli ultimi anni a livello internazionale.
  • Una donna ferita cerca di fuggire dal suo passato e dimenticarlo, ma è il passato che non si dimentica di lei... (Non ti lascerò, C. Stevens).



I PROVINCIALI
di Jonathan Dee



Fazi Ed.
358 pp
20 euro
DAL 4 APRILE 2019
Howland, Massachusetts. Mark Firth è un imprenditore edile ambizioso ma poco accorto, che fa lo sbaglio di affidare i suoi risparmi a un truffatore.
La moglie Karen è preoccupata al pensiero che la figlia potrebbe ritrovarsi nei pericolosi bassifondi della scuola pubblica.
Il fratello di Mark, nonché suo eterno rivale, è un agente immobiliare che ha mollato la precedente fidanzata sull’altare e ha una relazione con la telefonista della sua agenzia.
C’è poi Candace, la sorella, che è insegnante alla scuola pubblica locale e coltiva una storia clandestina con il padre di una delle sue allieve…
Gli abitanti della cittadina sono tutti accomunati dalla diffidenza nei confronti dei turisti della domenica, gente che ignora il valore delle cose e dei soldi.
Sarà proprio uno di loro a far precipitare il fragile equilibrio della comunità.
In seguito all’Undici Settembre, infatti, il broker newyorkese Philip Hadi, sapendo grazie a “fonti riservate” che New York non è più un posto sicuro, decide di traslocare a Howland insieme a moglie e figlia, suscitando idolatria in alcuni e odio feroce in altri…

La penna affilata di Jonathan Dee, già finalista al premio Pulitzer, non risparmia nessuno: casalinghe annoiate, uomini terrorizzati dallo spettro del fallimento, bambini che festeggiano il compleanno ingozzandosi di sushi… I provinciali, romanzo corale perfettamente congegnato, è un brillante ritratto al vetriolo dell’America di oggi.


PIU' FORTE DI OGNI ADDIO
di Enrico Galiano


ed. Garzanti
352 pp
17.90 euro
DAL 18 APRILE 2019
Michele e Nina frequentano l'ultimo anno di liceo e si incontrano sul treno che li porta a scuola.
Nina teme le raffiche di vento della vita che possono farle del male, sa che deve proteggersi ed è per questo che stringe tra le dita la collanina che le ha regalato suo padre.
Per Michele i colori, le parole, i gesti che lo circondano hanno un gusto sempre diverso dal giorno in cui, cinque anni prima, ha perso la vista. Quando sul treno sente il profumo di Nina, qualcosa accade dentro di lui, così ogni giorno, durante il loro breve viaggio insieme, in un susseguirsi di domande e risposte, fanno emergere l'uno nell'altra lo stesso senso di smarrimento. 
Michele insegna a Nina a non smettere di meravigliarsi ogni giorno. Nina insegna a Michele a non avere rimpianti, che bisogna sempre dare l'abbraccio e il bacio che vogliamo dare, dire le parole che non vediamo l'ora di pronunciare. 
Ma è proprio Nina, quando un ostacolo rischia di dividerli, a scegliere di non dire nulla, e invece di confessare i propri sentimenti a Michele, resta ferma.
Nina e Michele dovranno lottare per imparare a cogliere l'istante che vola via veloce, come la vita, gli anni, il futuro. Dovranno crescere, ma senza dimenticare la magia dell'essere due ragazzi pieni di sogni.

Di Galiano ho letto EPPURE CADIAMO FELICI



LE COLPE DELLA NOTTE
di Antonio Lanzetta


La Corte Editore
DAL 4 APRILE 2019
La sera in cui i suoi genitori sono morti, Cristian è uscito di casa sbattendo la porta, arrabbiato con il mondo. Non avrebbe mai immaginato cosa lo aspettava al suo ritorno: un lago di sangue sul pavimento della cucina e la pistola d’ordinanza stretta tra le dita di suo padre. 
Un omicidio suicidio, gli hanno detto. 
E poi lo hanno spedito al sud, a Castellaccio, nella casa famiglia di Flavio, che continua a salvare ragazzini dal buio in cui a volte vengono risucchiati.
Davvero il padre di Cristian ha ucciso la madre e poi si è tolto la vita? 
Qualcosa di oscuro sembra nascondersi dietro quello che apparentemente è un inspiegabile delitto e Damiano, lo Sciacallo, inizia la sua indagine personale, trovandosi come sempre a scavare fino alle radici del male.
Mentre prova a rimettere insieme i pezzi della sua vita, Cristian conoscerà il dolore, l'amicizia, la paura, e comprenderà che alcune ferite non si rimarginano mai. 
Come quelle di Girolamo, un maresciallo dei carabinieri in pensione, ossessionato dall'Uomo del Salice e dalla scomparsa di una bambina avvenuta negli anni ottanta.


Di Lanzetta ho letto IL BUIO DENTRO


NON TI LASCERO' 
di Chevy Stevens


Fazi Ed.
DAL 18 APRILE
Undici anni fa, Lindsey è scappata con la sua bambina nel cuore della notte, lasciandosi alle spalle il marito violento e alcolista. 
Lui è finito in prigione, e lei ora ha una nuova vita. 
È più grande e più saggia, col passato ha tagliato i ponti. Ha iniziato una relazione con Greg, un uomo gentile col quale tutto va bene. 
Ma quando Andrew esce di prigione, cominciano ad accadere strane cose. 
Il nuovo compagno di Lindsey viene minacciato, la sua casa depredata e la figlia inseguita. 
L’ex marito nega tutto, ma Lindsey è convinta che sia lui. Perché, dopotutto, chi altro potrebbe essere…?


Di Chevy Stevens ho letto: SCOMPARSA, IL PASSATO DI SARA

domenica 24 marzo 2019

Il 24 marzo 1905 moriva Jules Verne, il padre della fantascienza



Jules Gabriel Verne nasce l'8 febbraio 1828, da Pierre e Sophie, che accolsero il loro primo figlio mentre vivevano a Nantes, una città nella Francia occidentale. Il luogo di nascita ha avuto un profondo impatto sulla scrittura del futuro scrittore, in quanto nel diciannovesimo secolo, Nantes era un'affollata città portuale che fungeva da importante centro per i costruttori e commercianti francesi, per cui il piccolo Jules ha trascorso la sua infanzia guardando le navi che navigavano lungo la Loira e immaginando come sarebbe stato salirvi a bordo. Negli anni questi ricordi della vita marittima li riutilizzerà nella scrittura.

Verne ha iniziato a scrivere poesie a soli 12 anni principalmente per esprimere il turbinio dei propri sentimenti adolescenziali. Quando si innamora di sua cugina, Caroline Tronson (maggiore di lui di un anno e mezzo), le dedica delle poesie; purtroppo la giovane Caroline non ricambia i sentimenti del cugino più giovane e anzi sposerà un uomo molto più grande di lei, spezzando il cuore del povero Jules.

La vena da scrittore di Giulio si scontra con i desideri del padre, che lo incoraggia a seguire le proprie orme e ad immergersi nella professione legale, e lo manda così a Parigi.
Verne si laurea in giurisprudenza nel 1851, ma continua a scrivere fiction durante questo periodo,  continuando a scontrarsi con suo padre. Nel 1852, il genitore gli fea fare pratica a Nantes, ma Verne decide di dedicarsi seriamente alla vita di scrittore.

Nel suo soggiorno parigino, Verne fu molto preso dalla situazione politica francese, molto in fermento in quegli anni, e anche se restò fuori dagli sconvolgimenti politici, i suoi scritti in seguito esplorarono temi di conflitto governativo.

Nel maggio 1856, Verne incontra Honorine de Viane Morel, a un matrimonio; si innamora di lei (una vedova di 26 anni con due figli) e nel gennaio 1857, con il permesso della sua famiglia, i due si sposano.
Ma il matrimonio gli ha messo sulle spalle delle responsabilità:ora che è sposato e deve mantenere moglie e figlie acquisite, Verne necessita di un reddito dignitoso, così ottiene un lavoro in una società di intermediazione, lasciando il lavoro teatrale (che non gli assicurava grossi guadagni) per diventare agente di cambio alla Borsa di Parigi. Ma il lavoro non gli impedisce di continuare a scrivere, infatti egli prende l'abitudine di svegliarsi presto ogni giorno per scrivere e fare ricerche per diverse ore prima di andare a lavorare.
A proposito di teatro, Verne, insieme a Dumas figlio, ha rivisitato la propria commedia teatrale, Les Pailles rompues (The Broken Straws) con cui debutta a Parigi nel 1850.
E' stato anche molto amico di Dumas padre e di Victor Hugo, che sapranno incoraggiarlo nei periodi difficili.

Anche se probabilmente i romanzi più famosi dell'Autore ci appaiono come entità distinte, in realtà essi facevano parte di una serie, la Les vyages Extraordinaires. A partire dal 1860, Verne incontrò Pierre-Jules Hetzel, un noto editore che lo aiutò a pubblicare il suo primo romanzo, Five Weeks in a Balloon. Questo romanzo è stato il primo di una serie di dozzine di libri scritti da Verne e pubblicati da Hetzel, e tra essi figurano alcuni famosi come Ventimila leghe sotto i mari.

Dal 1863, Verne accetta di scrivere due volumi all'anno per Hetzel, un contratto che gli procura una costante fonte di reddito per decenni. Tra il 1863 e il 1905 pubblica 54 romanzi su viaggi, avventure, storia, scienza e tecnologia per la serie succitata, lavorando molto su personaggi, struttura e trama insieme ad Hetzel, fino alla morte di lui (1886). 
Nella sua vita ha scritto 65 romanzi, sebbene alcuni non sarebbero stati pubblicati fino a molto tempo dopo la sua morte.

La sua fama di scrittore decolla negli anni '60 dell'800, tanto che egli si concede l'acquisto di un piccolo yacht (chiamato Saint Michel in onore del figlio, Michel); viaggia molto per mare, godendosi la pace e la tranquillità e proseguendo a scrivere; proprio nel corso di questi viaggi in barca a vela, scrive la maggior parte dei manoscritti - Il giro del mondo in 80 giorni, Ventimila leghe sotto i mai.
Col trascorrere del tempo, acquista altre imbarcazioni, tra cui una barca a vapore per i suoi lunghi viaggi in Scozia e nel Mediterraneo.

Verne ha scritto in francese, ma i suoi lavori sono stati tradotti in circa 150 lingue, facendo di lui il secondo autore più tradotto di sempre (Agatha Christie detiene il record del mondo).

Purtroppo Verne non sempre è stato apprezzato come meritava; molti editori di lingua inglese hanno considerato il suo genere fantascientifico-avventuroso come adatto precipuamente a lettori giovanissimi, minimizzando il suo lavoro, semplificando le storie, tagliando passaggi molto ricercati, riassumendo dialoghi e, in alcuni casi, annullando qualsiasi cosa che potesse essere interpretata come una critica all'Impero britannico; per non parlare di tante traduzioni piene di errori.

Le opere di questo scrittore hanno fortemente influenzato lo steampunk, un sottogenere della fantascienza che prende ispirazione dalla tecnologia industriale del XIX secolo.
Alcune delle tecnologie da lui immaginate nella sua narrativa in seguito sono divenute realtà (puoi sbirciare QUESTO ARTICOLO, se interessato all'argomento).
Verne ha scritto di grattacieli, ascensori, automobili con motori a combustione interna, treni, luci della città elettriche e sobborghi: era decisamente in anticipo sui tempi. Ha persino scritto di un gruppo di calcolatori meccanici in grado di comunicare tra loro su una rete...!
E per finire, il nostro Giulio ha ispirato anche innumerevoli autori di svariati generi, dalla poesia al viaggio all'avventura. Come scrisse Ray Bradbury , "Siamo tutti, in un modo o nell'altro, figli di Jules Verne."

Dal punto di vista della salute, purtroppo sin dalla giovinezza, il Nostro ha patito a causa di vari malanni, a cominciare dagli attacchi improvvisi e forti di mal di stomaco, senza riuscire ad ottenere diagnosi adeguate; per cercare di alleviare i dolori, provò diverse diete, tra cui una che prevedeva solo uova e latticini. A parere degli storici, poteva soffrire di colite o di un disturbo legato ai processi digestivi.
Non solo, ma ha sofferto di cinque episodi di paralisi facciale nel corso della sua vita; la prima volta che ebbe l'attacco, i medici hanno trattato il suo nervo facciale con la stimolazione elettrica, ma in seguito ebbe comunque altri episodi simili.
Tanto per non farsi mancar nulla, poverino, aveva anche il diabete di tipo 2, pressione alta, vertigini croniche e altre malattie, fino a diventare parzialmente cieco.
Ma non è finita qui...: nel 1886 Verne divenne invalido a causa di uno spiacevole "incidente". Un suo nipote, Gaston, che allora aveva vent'anni e soffriva di un disturbo mentale,  sparò a Giulio con una pistola, colpendolo alla gamba sinistra...
Il proiettile aveva danneggiato gravemente la gamba e il suo diabete ovviamente complicò il processo di guarigione. Un'infezione secondaria lo lasciò con una zoppia evidente che persistette fino alla sua morte, avvenuta il 24 marzo nel 1905, ad Amiens.





Fonti consultate:


sabato 23 marzo 2019

Recensione: LO SCANDALO MODIGLIANI di Ken Follett



Un giallo collocato nell'affascinante mondo dell'arte: una vera e propria caccia al tesoro, incentrata su una tela dipinta dipinta da Amedeo Modigliani e che si riteneva perduta; sulle sue tracce,  una brillante studentessa di storia dell’arte e l’avido proprietario di una piccola galleria, ed entrambi dovranno vedersela con gente disposta a tutto pur di mettere le mani sul dipinto.




LO SCANDALO MODIGLIANI
di Ken Follett


Ed. Mondadori
213 pp
In questo suo primo romanzo, Kollett si concentra sul mondo dell'arte e dei falsi d'autore, presentandoci, come se fossero essi stessi dei quadri, una galleria di personaggi, uomini e donne, alla frenetica ricerca di quel colpo di fortuna che gli arricchisca o dia loro attimi di gloria.

Al centro di questa caccia al tesoro c'è il famoso artista italiano Amedeo Modigliani, colui che dipingeva figure stilizzate, con i caratteristici colli lunghi e affusolati e le espressioni inquietanti.

Sulle sue tracce, o meglio su quelle di un suo quadro perduto di inestimabile valore, si mette anzitutto una giovane studentessa impegnata in una tesi di laurea incentrata sul rapporto tra l'uso di stupefacenti e la produzione di opere geniali e originali da parte degli artisti; tra questi c'è appunto Modigliani, che, sotto l’effetto dell’hashish, ha concepito delle vere e proprie opere d'arte, la maggior parte delle quali sono andate perse per sempre, tranne una..., che quasi sicuramente è ancora In Italia (l'artista era di Livorno).

Ma la signorina Dee non è l'unica che desidera trovare il quadro; a lei si aggiungono altre persone interessate per ragione meno nobili, tra cui un gallerista noto, l'artista emergente Peter Usher, cui viene rifiutata una mostra delle proprie opere; l'umiliazione, e la frustrazione che ne segue, lo porta a architettare un piano per dare una bella lezione al borioso e snob mondo dei galleristi d'arte londinese, dimostrando come essi siano meno esperti e competenti di quanto facciano credere e non abbiamo un grande e cristallino amore per l'arte e gli artisti.

Tra donne vanesie alla ricerca di uno scopo nella loro vita dorata ma vuota, mogli devote e altre meno, giovanotti avidi di guadagni che non esitano a darsi alla frode pur di ottenere ciò che vogliono, uomini che si son fatti un nome e una reputazione nella scena artistica londinese e che rischiano di fare la più grande figuraccia della loro vita, e artisti emergenti e sconosciuti che anelano a vedersi riconosciuto il proprio valore, Lo scandalo Modigliani dall'Inghilterra ci porta in un paesino in provincia di Livorno, coinvolgendosi in questa "caccia al tesoro Modigliani" con una storia che si segue con sufficiente piacere in quanto mantiene un buon ritmo narrativo, reso vivace dalla presenza abbondante di dialoghi e dai diversi personaggi (forse troppi, e all'inizio ho faticato un po' per memorizzare nomi e ruoli nelle vicende) che intervengono nelle vicende e le cui intenzioni si palesano con chiarezza da subito.

Carino, non memorabile e di certo non è un Follett imperdibile; non avendo letto null'altro di lui non ho riferimenti per eventuali paragoni, ma immagino abbia scritto libri ben più complessi e avvincenti ^_-

venerdì 22 marzo 2019

Libri al cinema



Cari lettori che amate anche il cinema, ecco alcune news circa alcuni film che si ispirano a dei libri.

Alcuni sono di prossima uscita, per altri dovremo aspettare un altro po'.



Dolceroma è un film scritto e diretto da Fabio Resinaro. La pellicola è l'adattamento
cinematografico del romanzo del 2015 Dormiremo da vecchi di Pino Corrias. Uscita al cinema il 4 aprile.
Andrea Serrano, aspirante scrittore, ha l'opportunità di portare sul grande schermo il suo romanzo Non finisce qui; a proporglielo è Oscar Martello, un grande produttore cinematografico; purtroppo però i capitali a disposizione sono modesti, il regista è incompetente e il risultato è disastroso.  Ma Oscar Martello non può permettersi un fallimento. Il film deve uscire. Il distributore Remo Golia gli fa pesanti pressioni e anche la sua affascinante e facoltosa consorte, gli fa capire che non può permettersi di andare in bancarotta. Così, con l'aiuto di Andrea, concepisce un piano diabolico: il rapimento da parte della criminalità organizzata della protagonista del film.


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Dopo un’uscita evento in cinema selezionati l’8-9-10 aprile, il film diretto da Renato De Maria “Lo Spietato” sarà disponibile su Netflix dal 19 aprile.
Il film racconta l’universo della mala italiana attraverso la storia di Santo Russo, un gangster dalla mentalità yuppie, che si muove nella realtà caleidoscopica e vertiginosa della Milano da bere negli anni d’oro della moda, dei soldi facili, dell’arte d’avanguardia e della disco music.
Santo Russo, calabrese cresciuto nell’hinterland, dopo i primi furti in periferia e il carcere minorile, decide di seguire le sue aspirazioni e di intraprendere definitivamente la vita del criminale. Nel giro di pochi anni diventa la mente e il braccio armato di una potente e temuta gang, lanciandosi in affari sempre più sporchi e redditizi: rapine, sequestri, traffici di droga, riciclaggio di denaro sporco, e non ultimi i miracoli, esecuzioni a sangue freddo. Nella sua corsa sfrenata verso la ricchezza e la soddisfazione sociale, Santo Russo è diviso tra due donne: la moglie, remissiva e devota, e l’amante, una donna bellissima, elegante e irraggiungibile.
Il film è liberamente ispirato a Manager Calibro 9 (Garzanti Ed.) di Pietro Colaprico e Luca Fazzo e nel cast ci sono Riccardo Scamarcio (che interpreta Santo Russo), Sara Serraiocco, Alessio Praticò, Alessandro Tedeschi e Marie-Ange Casta.  TRAILER

Hellboy è un film diretto da Neil Marshall. La pellicola è l'adattamento cinematografico dei fumetti creati da Mike Mignola con protagonista Hellboy, Uscita: 11 aprile.
Un demone, giunto nella nostra realtà grazie a un rituale nazista, lavora in un centro per la difesa del paranormale. Qui scoprirà il suo duplice destino: distruggere o salvare la Terra.


Avengers: Endgame , diretto da Anthony e Joe Russo, con Robert Downey Jr. e Chris Evans,  è basato sul gruppo di supereroi dei Vendicatori di Marvel Comics, il film è il seguito di Avengers: Infinity War. Uscita 19 aprile.


The Informer è un film diretto da Andrea Di Stefano con protagonisti Joel Kinnaman, Rosamund Pike, Common, Ana de Armas e Clive Owen. La pellicola è l'adattamento cinematografico del romanzo del 2009 Tre sekunder, scritto da Börge Hellström e Anders Roslund.
Il mondo di Pete Koslow, soldato delle forze speciali congedato in modo onorevole, viene stravolto quando viene arrestato dopo una lite per proteggere sua moglie. A Pete viene data possibilità di una scarcerazione anticipata in cambio dei suoi servizi come informatore per l'FBI, usando le sue abilità segrete in un'operazione per sconfiggere Il Generale, il più potente boss del crimine di New York.
Uscita  25 aprile.


Sono iniziate a marzo le riprese di Dune, il nuovo adattamento del romanzo di Frank Herbert (Fanucci Ed.), diretto da Denis Villeneuve.
Il cast del film comprende Timothée Chalamet (nel ruolo del protagonista Paul Atreides), Rebecca Ferguson, Dave Bautista, Stellan Skarsgård, Josh Brolin, Javier Bardem, Zendaya, Jason Momoa, Charlotte Rampling e Oscar Isaac.

Ambientato in un lontano futuro, “Dune” venne pubblicato nel 1965 ed è il primo di sei romanzi che formano la parte centrale del Ciclo di Dune. La storia segue le vicende della dinastia Atreides e quella Harkonnen per il controllo del pianeta desertico Arrakis, dove viene prodotta una sostanza fondamentale per la struttura della società galattica in cui è ambientata la storia.
Location delle riprese: Ungheria e in Giordania. Uscita prevista per il 2020.


Diventa un film anche il romanzo di Lorenzo Marone LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO; sceneggiatura di Tiziana Martini e Marco Mario De Notaris.
Erri Gargiulo ha due padri, una madre e mezzo e svariati fratelli. È uno di quei figli cresciuti un po’ qua e un po’ là, in bilico tra due famiglie e ancora in cerca di se stesso. Sulla soglia dei quarant’anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, così trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nel¬lo stomaco, somatizzando tutto.
Finché un giorno la moglie Matilde, con cui ha cercato per anni di avere un bambino, lo lascia.
Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l’appuntamento con il suo destino.
Circondato da un carosello di personaggi mai banali, Erri deciderà di affrontare, una per una, le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto.




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giovedì 21 marzo 2019

BENVENUTA PRIMAVERA


Ci sono molte leggende e racconti mitologici legati alla primavera.


Uno di questi è certamente quello del ratto di Proserpina (versione romana della dea greca Persefone o Kore).
Racconta la leggenda che nelle vicinanze di Enna, venne Cerere a fecondare le terre, a portare la vita con i suoi lieti doni.
Cerere, sorella di Giove, era venerata come la dea che aveva insegnato agli uomini a coltivare i campi e a renderli rigogliosi. Aveva una figlia incantevole di nome Proserpina, una fanciulla spensierata ed allegra, che soleva giocare con le compagne nei verdi prati alle falde dell’Etna.
In quel tempo, tutti gli Dei scendevano dall’Olimpo per assistere alla festa della natura creata da Cerere.
Un giorno Proserpina, in compagnia delle Oceanine e sotto lo sguardo materno, era intenta a cogliere i fiori del prato. Inavvertitamente si allontanò dal gruppo, per prendere un bel narciso, quando all’improvviso davanti la terra si aprì e sbucò dal profondo Plutone sulla sua carrozza trainata da cavalli maestosi.
Plutone, re degli inferi, deciso a visitare la terra, emerse nei pressi di Enna, sui Monti Erei nel centro della Sicilia, e scorse Proserpina tra le tante fanciulle intente a cogliere fiori sulle rive del lago di Pergusa.
Cerere fu disperata alla notizia della scomparsa della figlia,avvenuta tra l'altro col consenso di Giove.
Distrutta dal dolore e dal tradimento del fratello, decise di ritirarsi, appartandosi dall’Olimpo, immersa nel tormento e risentita contro tutti gli Dei: senza le cure della Madre terra, cessò dunque la fertilità dei campi e vennero i tempi della carestia e della morte.
Giove vedendo la fame sterminare intere popolazioni, mandò in più riprese messi ad ammansire Cerere, la quale rispondeva che sarebbe tornata alle cure della terra, solo dopo avere riottenuto in vita Proserpina.
Così Giove inviò Mercurio da Plutone per chiedere che Proserpina fosse liberata. Il re degli inferi accettò solo a condizione che la fanciulla non avesse mai toccato cibo in tutto il periodo della sua permanenza.
Non appena Cerere riabbracciò la figlia, il mondo rinacque: l’inverno scomparve e lasciò posto alla primavera. Ma Proserpina aveva ormai perso la sua verginità, gustando sei chicchi di melograno, simbolo d’amore, che Plutone le aveva donato.
Era dunque a tutti gli effetti sua sposa, e, pertanto, Plutone ne pretese il ritorno. Avendo Cerere minacciato che, se la figlia le fosse stata di nuovo tolta, avrebbe reso la terra sterile, Giove giunse ad un compromesso: Proserpina per sei mesi sarebbe stata con la madre e per gli altri sei al fianco del suo sposo.
Cerere non si arrese del tutto: quando la figlia scendeva agli inferi, gli alberi si spogliavano e tutta la terra diveniva brulla e fredda; al suo ritorno sulla terra era di nuovo tutto un germogliare e un tripudio di colori .


PRIMAVERA IN VERSI


Io credo non spunterebbe una foglia in primavera,
non fosse per le labbra degli amanti che baciano,
non fosse per le labbra dei poeti che cantano.
(OSCAR WILDE)


ELEVAZIONE 

Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
oltre il sole e l'etere, al di là dei confini delle sfere stellate,
anima mia ti muovi con agilità,
e, come un bravo nuotatore
 che fende l'onda,
tu solchi gaiamente,
l'immensità profonda
con indicibile e maschia voluttà.

Via da questi miasmi putridi,
va' a purificarti nell'aria superiore,
e bevi come un puro e divin liquore
il fuoco chiaro
che riempie i limpidi spazi.
Alle spalle le noie e i molti dispiaceri
che gravano col loro peso
Sulla grigia esistenza
felice chi può con un colpo d'ala vigoroso
slanciarsi verso campi luminosi e sereni;
colui i cui pensieri, come allodole,
verso i cieli al mattino spiccano un volo
- che plana sulla vita
 e comprende senza sforzo
il linguaggio dei fiori e
 delle cose mute.

Charles Baudelaire - (Les fleurs du mal, 1857, FONTE)


MUSICA

Sicuramente ci sono tante canzoni - italiane e non - che prendono spunto da questa meravigliosa stagione, io ne cito giusto un paio, tra quelle che mi piacciono maggiormente.


PRIMAVERA (R. Cocciante)


E solcherò il tuo corpo
Come se fosse terra
Cancellerò quei segni
Dell'ultima tua guerra
E brucerò col fuoco
Quest'erba tua cattiva
E ti farò con l'acqua
Più fertile e più viva
E pregherò che il sole
Asciughi questo pianto
E pregherò che il tempo
Guarisca le ferite
Poi costruirò una serra
Intorno al tuo sorriso
Farò della tua vita
Un altro paradiso
Sarò il tuo contadino
E tu la terra mia







mercoledì 20 marzo 2019

Recensione: FINCHE' LE STELLE SARANNO IN CIELO di Kristin Harmel



Una storia struggente e commovente che, partendo dai nostri giorni, torna indietro di settant'anni, al periodo terribile della seconda guerra mondiale, alla tragedia dell'Olocausto e al dramma di tante famiglie separate irreparabilmente dagli orrori di un mondo impazzito.


FINCHE' LE STELLE SARANNO IN CIELO
di Kristin Harmel



Ed. Garzanti
trad. S. Caraffini
363 pp
5 euro
Rose è una vecchina di oltre ottant'anni che ogni sera, in quel magico momento che precede il buio della sera, quando il cielo si tinge di viola e arancione, ha un'abitudine alla quale non ha mai rinunciato: volge lo sguardo in alto a cercare la prima stella del crepuscolo.
Guardare il cielo stellato è per lei fonte di consolazione e struggimento insieme, perchè quei lontani puntini luminosi le rammentano i suoi cari ormai perduti per sempre e da tanto..., troppo tempo.
La sua amata famiglia, il suo unico grande amore...: che ne è stato di loro?

Rose Durand non è ciò che gli altri pensano che sia.
Rose è venuta negli USA nell'immediato dopo guerra, ha sposato il buon Ted e cresciuto insieme a lui la sua unica figlia, Josephine, che a sua volta ha avuto una sola bimba, Hope.

Nè Josephine né Hope hanno mai conosciuto davvero la loro mamma e nonna, Rose; e adesso che la sua memoria sta svanendo (a causa dell'Alzheimer), a Rose non restano che le sue fedeli stelle a ricordarle chi è e da dove viene.
A riportarla alle sue vere radici, agli anni Quaranta, ai suoi diciassette anni, a quando lavorava nella storica pasticceria di famiglia, sulla rive della Senna.

Il suo passato francese, la sua vita a Parigi prima dell'emigrazione in America, nessuno lo conosce.
Adesso che sua figlia Josephine è morta, non le resta che la nipote Hope e la figlia di quest'ultima, la dodicenne Annie, cui raccontare i suoi segreti; quei segreti che si porta dietro da troppi anni e che non hanno mai smesso di pesarle sul cuore, di farla sentire in colpa per aver abbandonato al loro destino i suoi familiari e il suo amato fidanzato di allora.

Ma arrivati a questo punto, Rose ha preso una decisione: prima che sia troppo tardi, prima che le sue condizioni mentali si aggravino a causa della malattia, prima che il nemico chiamato Alzheimer le tolga anche quei rari momenti di lucidità, la vecchia Rose sa cosa deve fare: è venuto il tempo di dar voce al suo ultimo desiderio, vale a dire ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi.

Certo, la sua salute (è ricoverata in una casa di riposo) non le permette di lasciare il Paese per andare in Europa a cercare i suoi cari, così la donna decide di affidare il compito alla giovane Hope, la sua unica nipote.

Hope ha 36 anni, è separata dal marito Rob, cinico avvocato, marito egoista e arrogante e padre presente sì ma un tantino distratto; la loro figlia, una ragazzina sulle soglie dell'adolescenza, Annie,  ha un caratterino deciso, ribelle e soffre la separazione dei genitori, attribuendone le responsabilità principalmente alla madre.

Hope è una donna che, se pur giovane, ha maturato con gli anni molta sfiducia negli uomini e nell'amore; si è rinchiusa nel proprio lavoro (porta avanti la pasticceria che nonna Rose ha aperto tanti e tanti anni prima, e che a Cape Cod è un'istituzione), consapevole che non era propriamente il suo sogno fare la pasticcera... Con una laurea in Giurisprudenza, sognava di fare l'avvocato ma quando scoprì di aspettare Annie, lei e Rob (con cui era fidanzata) decisero di sposarsi ed Hope ha finito per restare a casa far la mamma.
Quando poi il matrimonio è naufragato per noia, mancanza d'amore, tradimenti..., la donna si è chiusa ancora di più in se stessa, giungendo alla conclusione che l'unica persona per la quale si deve sacrificare, l'unica sua priorità nella vita - anche prima di se stessa - è la figlia Annie, bisognosa di amore, protezione e stabilità.
Alla sfortunata esperienza amorosa si aggiunge il rapporto avuto con la madre, un tipo scostante, sempre persa nel proprio mondo alla ricerca del compagno giusto, sempre indaffarata e con poco tempo da dedicare all'unica figlia (tanto se ne prendevano cura i nonni..!), avara di affettuosità, di premure materne, che le ha inculcato sensi di colpa, insicurezze, il timore di non riuscire a farne una giusta e di non essere all'altezza di un Amore vero, di quelli che durano tutta la vita.

Insomma, se c'è una persona che ha smesso presto di credere all'amore delle fiabe - quelle che le raccontava sua nonna da bambina, in cui il principe superava ogni difficoltà e alla fine riusciva a salvare la principessa e a vivere felici insieme -, al "per sempre", che non ha intenzione di aprire il suo cuore a un uomo col terrore che questi glielo spezzi di nuovo, quella è proprio Hope McKenna-Smith.

Eppure, quando lei e Annie vanno a trovare nonna Rose in istituto e questa dà alla nipote una lista con dei nomi, chiedendo di cercarli a Parigi, Hope si ritrova a dover affrontare un viaggio dall'altra parte del mondo senza sapere di cosa si tratti..

Dopo le prime reticenze, pungolata dalla figlia - che s'appassiona, con l'entusiasmo tipico della sua giovanissima età, alla ricerca del passato della bisnonna - e incoraggiata ed aiutata dall'amico, il tuttofare Gavin (un baldo 29enne sempre dolce e disponibile, che sembra guardarla con interesse, anche se Hope è incredula perchè dubita di potergli piacere), la pasticcera si arma della lista e va a Parigi.

Non ha molti elementi in mano: oltre ai nomi indicati sul foglio (di cui lei non ha mai sentito parlare), nonna Rose le ha fatto una confessione circa le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all'Olocausto. 

Hope è sconvolta ma capisce di non poter ignorare quest'informazione; fino ad allora l'Olocausto era stato soltanto un argomento di cui aveva letto qualcosa sui libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all'eccidio.

Quando arriva a Parigi, comprende che è tra quei vicoli, tra Places de Vosges, la sinagoga e la moschea, che la nonna si era scambiata una promessa e una speranza.
Tra quelle strade ricche di fascino e storia, Hope conoscerà un membro della famiglia della nonna che quest'ultima credeva morto nei campi di concentramento; non solo, ma altre verità sconvolgenti emergeranno man mano che Hope apprenderà cosa ne è stato delle persone che hanno popolato il passato di Rose; persone amate, verso le quali la nonnina sente una grande senso di colpa perchè non è riuscita a salvarle dal crudele destino che travolse gli ebrei francesi a partire da quel 16 luglio 1943 (rastrellamento del Velodromo d'inverno ad opera dei nazisti, che arrestarono migliaia di ebrei, destinati ad Auschwitz); non solo, ma lei sa di aver infranto una promessa d'amore, perdendo per sempre il suo Jacob, il suo grande amore, l'unico uomo mai amato le cui ultime parole (prima di perdersi di vista per sempre) erano state:

"Ti troverò, Rose. (...) Quando tutti gli orrori saranno finiti e tu sarai al sicuro, verrò a prenderti. Ti do la mia parola. Non avrò pace finché non sarò nuovamente al tuo fianco".

Lui le aveva promesso di amarla "finché ci saranno le stelle nel cielo", ma la verità è che lei ha cambiato vita salvandosi in America, sposando un altro uomo...
Che ne è stato del suo caro Jacob? Qualcuno le ha detto che egli è morto nel campo di concentramento, eppure il cuore di Rose le suggerisce che non è così...

Non sarà semplice mettere insieme tutte le tessere che formano il puzzle del passato di Rose, ma con pazienza e supportata da Gavin, dietro le insistenze di Annie e mossa infine dal personale desiderio di scoprire le proprie origini, Hope riuscirà a scoprire cosa accadde alla nonna e ai suoi cari tanti anni prima.

Le tante piccole storie di cui verrà a conoscenza dalla bocca di persone che sono state coinvolte da eventi più grandi di loro e che hanno fatto di volta in volta determinate scelte, porterà Hope a vedere quella parte della storia dell'Olocausto che lei ignorava: storie di persone disposte a sacrificarsi pur di salvare chi si ama; famiglie che hanno messo a repentaglio la propria incolumità per aiutare il prossimo in difficoltà, anche se quel prossimo apparteneva ad un'altra religione; amori profondi e veri, che nulla riesce a seppellire, nè il tempo che passa, nè la lontananza, nè la guerra.

Hope intraprende un viaggio nel passato della nonna, che però appartiene anche a lei, e che le insegnerà tante cose su stessa, aiutandola a rivedere la figura della propria madre e il proprio rapporto con Annie; non solo, ma imparerà anche a conoscere il significato del vero amore, e di come a volte ci precludiamo la possibilità di viverlo per paura di soffrire.

"Ora so che il principe esiste davvero, che le persone che ami possono salvarti e che il destino potrebbe avere per tutti un piano più vasto di quanto riusciamo a capire. Ora so che le fiabe possono diventare realtà, se soltanto hai il coraggio di continuare a crederci."


"Finché le stelle saranno in cielo" è un romanzo davvero molto bello, emozionante, con una storia profonda, ricca di intensità e pathos, che ci commuove toccando l'argomento della Shoah e delle deportazioni come anche quello degli episodi di solidarietà e generosità di cui sono stati protagoniste tante persone sensibili, incapaci di restare indifferenti al cospetto degli orrori che accadevano sotto i loro occhi.
L'Autrice ci racconta una storia in cui l'Amore è al centro e alla base di tutto; un amore non perfetto, tutt'altro; a volte il cuore è costretto a soccombere alle necessità della ragione e si fanno scelte obbligate che però hanno conseguenze dolorose, per sè e per gli altri.

Molto bello il personaggio di Rose, una donna ormai giunta alla fine della propria vita che sente il bisogno di fare i conti col proprio passato e di essere totalmente onesta con se stessa e con le amate nipoti; Hope è una donna insicura, interiormente fragile che si è costruita una corazza per proteggersi dalle delusioni sentimentali, e la paura di farsi male (e di farne alla figlia) la porta a chiudere il cuore alla possibilità di innamorarsi; devo dire che non di rado il suo essere chiusa mi ha irritata perchè l'ho trovato esagerato ed estremo, lì dove avrebbe potuto essere meno scontrosa e più serena. Ma devo anche riconoscere che venire a conoscenza della storia della sua famiglia l'ha aiutata a crescere e a limare il proprio carattere.

Dalle pagine di questo romanzo prendono vita i sentimenti in tutte le loro accezioni, i drammi più dolorosi, le scelte più difficili, le relazioni da costruire e da "sistemare", e tutto questo è raccontato tra i profumi delle meravigliose leccornie sfornate nella pasticceria di Rose e Hope; durante la lettura mi sembrava di sentire profumi deliziosi di cannella e mandorle, che riportavano anche me indietro nel tempo, a quelle tradizioni tipiche di ciascun popolo e che è bello conservare e tramandare; ci sono diverse ricette golose che vien voglia di preparare!

Ho apprezzato la sensibilità con cui l'Autrice ha affrontato l'argomento delle vittime dell'Olocausto, il lavoro di ricerca che c'è dietro e il modo in cui si dipanano le vicende dei personaggi.

Che dire ancora? Un romanzo che regala tante autentiche emozioni e tocca il cuore dei lettori.
Assolutamente consigliato!!

martedì 19 marzo 2019

Le tue mani



Mani...

Grandi, 
per afferrare la mia mano.

Tenere, 
per accarezzarmi.

Forti, 
per rassicurarmi.

Calde, 
per farmi sentire il tuo amore.

Le tue mani, papà.


Recensione: IL POSTO di Annie Ernaux



La scrittrice francese Annie Ernaux tratteggia, in questo libro breve e autobiografico, la figura del padre, di quest'uomo prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna, e lo fa con scrupolosità e senza cedere a inutili compatimenti e patetiche nostalgie.



IL POSTO
di Annie Ernaux



L'Orma  editore
trad. L. Flabbi
2014
 pp. 120
10 euro
"In seguito ho cominciato un romanzo di cui era il personaggio principale. Sensazione di disgusto a metà della narrazione. Da poco so che il romanzo è impossibile. Per riferire di una vita sottomessa alla necessità non ho il diritto di prendere il partito dell’arte, né di provare a far qualcosa di “appassionante” o “commovente”. Metterò assieme le parole, i gesti, i gusti di mio padre, i fatti di rilievo della sua vita, tutti i segni possibili di un’esistenza che ho condiviso anch’io."


Il romanzo si apre con la prova d'esame che la narratrice sta affrontando per poter diventare insegnante di ruolo, obiettivo che conquista.
Poco tempo dopo suo padre muore ed è proprio di lui che racconta in queste pagine, narrando al contempo anche di se stessa, delle proprie umilissime origini e del riscatto da quella esistenza "inferiore" ad una più "elevata", di classe.
E' forse proprio la consapevolezza (e il sentimento di frustrazione che ne deriva) di essersi "separata" dalla famiglia (non tanto fisicamente, quanto nei modi di essere, pensare, parlare...) a spingerla a scrivere di lui, di questo padre che per tutta la vita ha sentito, quasi come un prolungamento di sè, "un perenne senso di mancanza, senza fondo", "il timore di essere fuori posto", di sentirsi sempre inferiore, mai all'altezza.

La Ernaux parte dall'infanzia del papà, cresciuto con un genitore violento, nella povertà e con poche possibilità di poter avere un'istruzione perchè c'era bisogno di braccia per lavorare.
Da contadino ad operaio in fabbrica. e poi il matrimonio; Annie ricorda che tra i genitori non c'erano dimostrazioni d'affetto e tenerezza, tutt'al più frasi allusive (maliziose) che lei, bambina, non comprendeva.
A un certo punto i suoi genitori rilevano un'attività, un bar-drogheria sito in un ghetto operaio; un lavoro in proprio che essi portano avanti tra una preoccupazione e l'altra, consapevoli di come, man mano, il diffondersi di negozi più grandi e forniti togliessero lavoro a piccoli esercizi come il loro.

Eppure, nonostante le magre finanze, la famiglia riesce ad andare avanti e a non farsi mancare quanto meno il necessario, e a consentire all'unica figlia di proseguire negli studi.

Tra queste pagine conosciamo da vicino l'ambiente semplice da cui proviene l'Autrice, la madre intraprendente e soprattutto lui, il protagonista del libro, l'uomo e il padre di cui lei sta provando a parlare, ma fatica a farlo con naturalezza: 

"Scrivo lentamente. Sforzandomi di far emergere la trama significativa di una vita da un insieme di fatti e di scelte, ho l’impressione di perdere, strada facendo, lo specifico profilo della figura di mio padre."

La voce narrante ci porta quindi con sè nella casa dell'infanzia, nel negozio dei suoi, nel quartiere operaio in cui è cresciuta, e a quel continuo ripetere, tra le mura domestiche, che dopotutto a loro tre non mancava niente e c'erano persone ben più sfortunate al mondo.

Colpisce la lucidità dello stile narrativo della Ernaux, che evidenzia come i suoi genitori, nella loro semplicità di gente non ricca, non colta, non raffinata, abbiano sempre provato un grande senso di inferiorità che cercavano in tutto i modi di nascondere, perchè ostentarla (tanto più in presenza di gente "altolocata" e istruita) sarebbe stato ancora più umiliante, quindi bisognava mostrare sempre gentilezza, discrezione e far finta di non provare la vergogna che invece sentivano.

Nonostante il padre lamentasse l'eccessiva, a parer suo, dedizione della figlia per la scuola - reputandola una cosa non positiva, che quasi rendeva sua figlia un'alienata, un'adolescente strana -, l'ha assecondata nel proseguimento degli studi e anzi, col tempo, prese a raccomandarle di comportarsi bene a scuola per non farsi cacciare.

La narrazione non è volutamente "appassionante" e "commovente", anzi può sembrare fredda, troppo controllata, come se si parlasse di estranei e non dei propri genitori, ma del resto Annie è cresciuta con una madre e un padre molto avari di abbracci, parole affettuose, non è abituata a parlare di loro lasciandosi andare ed esternando sentimenti ed emozioni:

"Non sapevamo parlarci tra di noi senza brontolare. La gentilezza dei toni era riservata agli estranei."

Questo non significa che non ci sia emozione nel racconto, quanto piuttosto le "correnti emozionali" sono sotterranee, le si scorgono tra le righe.
Un padre privo di ironia ma comunque allegro, scherzoso, pratico, poco raffinato nel parlare, rozzo se vogliamo, che guardava quell'unica figlia crescere con il naso sempre infilato tra i libri, e intanto ella si allontanava sempre più dalla vita modesta e fin troppo sempliciotta dei genitori, dal loro essere sempre così "alla buona", e avvertendo una certa frustrazione di fronte a questo dato di fatto.
Quando ha incominciato a buttar giù questo scritto, si è sentita in bilico, a metà strada tra il voler riabilitare un modo di vivere considerato come inferiore, eppure felice, e il voler sottolineare l’alienazione che lo accompagna. 

Un libro che si legge davvero in poco tempo e per il numero esiguo di pagine e per la fluidità di stile; una narrazione minuziosa, chiara, raffinata e semplice insieme, che riesce ad avvicinare il lettore all'esperienza individuale e famigliare dell'Autrice, e che diventa un po' specchio dell'esperienza di ciascuno di noi.
Perchè ciascuno di noi ha un punto di partenza, un posto, dal quale proviene, delle figure di riferimento (solitamente i genitori) che hanno influenzato la nostra vita, nel bene e bel male, e nelle quali un po' ci ritroviamo e dalle quali talvolta sentiamo di voler prendere le distanze per provare ad andare oltre quei limiti che ci sono stati tramandati più o meno involontariamente.

Felice di aver letto qualcosa di quest'autrice, spero di leggere altro di suo.

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