Il libri.... parlano di noi!
Raccontami la tua storia; se ciò che hai patito si dimostrerà, alla considerazione, soltanto un millesimo di ciò che ho patito io, ebbene, tu sei un uomo allora, e io ho sofferto come una fanciulla; eppure tu somigli alla Pazienza che contempla le tombe dei re e disarma la Sventuracol sorriso. Chi erano i tuoi parenti? Il tuo nome, mia gentile ragazza? Racconta, te ne supplico. Vieni, siedi accanto a me.
Margherita si chiese se tutta la letteratura parlasse di lei. Il professore era diventato inconsapevolmente la porta attraverso cui entrano, da un mondo lontano e più vero del nostro, risposte a cose che nessuno vuole sapere. Nella vita di tutti i giorni nessuno ti chiede di raccontarela storia che ti morde il cuore e te lo mastica, e se qualcuno te la chiede, nella vita di tutti i giorni nessuno riesce a raccontare quella storia, perché non trovi mai le parole adatte, le sfumature giuste, il coraggio di essere nudo, fragile, autentico. Quella storia deve piombare dafuori, come quando accade che i libri ci scelgano e gli autori diventino amici a cui vorremmo telefonare alla fine della lettura per chiedere loro come fanno a conoscerci o dove hanno sentito la nostra storia. Quella storia è uno specchio che ti sorprende a esclamare: questa è lamia, questo sono io, ma non avevo le parole per dirlo. E forse scopri di non essere solo, definitivamente solo.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz