mercoledì 6 maggio 2015

Recensione: RAGIONE E SENTIMENTO di Jane Austen



Un classico della grande romanziera inglese a cavallo tra Settecento e Ottocento, Jane Austen.

RAGIONE E SENTIMENTO 

(Sense and Sensibility)


Ragione e sentimento. Ediz. integrale
Ed. Newton Compton
288 pp
3.90 euro
2015

La famiglia Dashwood, protagonista di questo romanzo (il primo, tra i “canonici”, della Austen, pubblicato nel 1811), è “tutta al femminile”, composta da una mamma (seconda moglie di Henry Dashwood e vedova dello stesso) e dalle sue tre giovani figlie: Elinor, la maggiore, la sedicenne Marianne e la piccola Margaret.

Stabilitesi nel cottage di un parente nel Devonshire (dopo essere state gentilmente allontanate dalla casa di famiglia da John, figlio del primo matrimonio di Henry), Elinor e Marianne avranno modo di conoscere un sacco di gente, dalle donne alla ricerca dei pettegolezzi più interessanti agli uomini che sembrano ancora più pettegoli delle mogli.
Come in Orgoglio e Pregiudizio, uno degli argomenti di discussione tra le donne, che si incontrano amabilmente in occasioni di visite di cortesia e passeggiate, è la ricerca di un buon partito, e conoscere un nuovo giovanotto è sempre fonte di speranza per le giovani in cerca di marito.
Certo, buono sarebbe se l’amore fosse preceduto e seguito da una buona rendita annuale da parte di entrambi, e spesso proprio questa preoccupazione diventa predominante nella ricerca di un/a fidanzato/a…

In questo romanzo, ciò che prende l’attenzione del lettore (o forse dovrei dire, della lettrice, perché immagino che JA sia più apprezzata e letta tra il genere femminile. Vi prego, uomini, smentitemi!) è la differenza caratteriale e di temperamento tra le due sorelle Marianne ed Elinor.

Entrambe sono sensibili e romantiche, ma mentre la maggiore ("la ragione", il "sense") è brava a nascondere – forse per pudore, per riservatezza. o semplicemente per carattere…. - il proprio desiderio di innamorarsi e di vivere un amore sincero e “da batticuore”, dispensando invece soltanto consigli e ascoltando confessioni altrui, la minore, Marianne ("il sentimento", la "sensibility"), rivela da subito maggiore ardore, istintività, un modo di fare più spontaneo e meno ligio a convenzioni e perbenismi.

Cercando e sognando l’amore romantico, mai a Marianne verrebbe in mente di incoraggiare il corteggiamento del colonnello Brandon, che sarà pure garbato e gentile, ma è troppo “anziano” per lei, che infatti verrà irretita dal fascino giovane e fresco di un certo giovanotto, Mr John Willoughby.
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Ma ce n’è anche per Elinor, che non riesce ad essere indifferente alla signorilità e alla intelligenza del cognato del proprio fratello maggiore (John Dashwood, sposato con l’antipatica Fanny Ferrars), Edward Ferrars, il quale però p fortemente soggetto alle volontà della esigente madre.

Tre le due donzelle e i due giovanotti si creeranno delle incomprensioni, che potrebbero portare a conseguenze non proprio liete per il loro cuore palpitante e innamorato.

Di per sé, il nocciolo della storia non è complesso e particolarmente articolato e l’Autrice spende un sacco di pagine descrivendo i pomeriggi dei personaggi (sono tempi in cui le signore e i signori paiono non fare altro che andare gli uni a casa degli altri, a parlare di questo o di quello) in modo molto particolareggiato, con dialoghi abbondanti (cosa che a me piace) e lunghi, rendendo però molto spesso la narrazione piuttosto lenta.

Ma nonostante la prolissità di diversi capitoli, il cui il ritmo scorre abbastanza lento (per velocizzarsi solo verso le ultime battute), non posso non apprezzare la prosa di JA, che riesce a farti entrare in quei salotti in cui si chiacchiera all’infinito, e soprattutto ti apre completamente il cuore dei suoi personaggi.

Sì, perché se c’è una cosa che mi piace di quest’Autrice inglese è proprio la capacità di indagare nell’animo dei personaggi principali, in particolare di Elinor, il cui punto di vista ci guida nella lettura nel darci una chiara idea del carattere di tutti coloro che ruotano attorno a lei, e che a loro modo contribuiranno – con chiacchiere e non solo – allo svolgersi delle vicende.

Ci fa sorridere la sottile e deliziosa ironia dell’Autrice nel tratteggiarci quei personaggi più buffi, un po’ superficiali, sciocchini e fin troppo pettegoli, che lei sembra prendere bonariamente in giro.

Marianne ed Elinor: due sorelle colte, belle, tutto sommato con una rendita non proprio da disprezzare, socievoli…. Potrebbero mai non trovare fidanzato?

Loro sospirano, pensano, parlano, osservano, sperano… e Jane, che pure crea ostacoli ed incomprensioni, dimostra sensibilità non lasciando né loro né le sue lettrici romantiche assetate di lieto fine e di sorrisi soddisfatti.

Io la Jane la consiglio sempre e vi anticipo che tra qualche giorno (giusto il tempo di una piccola disintossicazione) rileggerò Orgoglio e Pregiudizio.

2 commenti:

  1. Che carina la copertina di questa edizione del bellissimo romanzo di Jane Austen! Nei classici ritroviamo,ancor oggi, temi attualissimi e mi piace l'analisi introspettiva dei personaggi. "Orgoglio e pregiudizio" è tra i miei preferiti. Leggerò con interesse la tua recensione :)

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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