sabato 24 giugno 2017

Recensione: NEL SORRISO DELL'AURORA di Imma Pontecorvo



Greta è una giovane pediatra che ha trovato una sua serenità nel lavoro e accanto alla propria mamma; una serie di eventi inaspettati sconvolgerà la sua esistenza, mettera' in dubbio molte certezze ma al contempo porterà con sè tante novità, e chissà.... forse anche un amore bello e intenso.


NEL SORRISO DELL'AURORA
di Imma Pontecorvo



Ed. Youcanprint
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Greta Valenti è una giovane donna che svolge con amore la professione di pediatra in una clinica; vive con la madre Elsa, infermiera, e le due hanno un rapporto molto stretto fatto di complicità e sostegno reciproco.
Purtroppo nella loro vita c’è un vuoto da più di venti anni che non è mai stato colmato e che ha influenzato non poco le loro esistenze: quando Greta aveva solo sei anni, suo padre le ha abbandonate, senza fornire loro la benché minima spiegazione. Forse aveva incontrato un’altra donna, se n’era innamorato e ha voluto cambiar vita?
La risposta a questa, come ad altre mille angosciose domande, non c’è mai stata e le due donne hanno dovuto adattarsi a una nuova vita senza la figura maschile in casa; un adattamento forzato, triste, che ha gettato sulle loro spalle un forte senso di abbandono e sfiducia, senza però privarle della voglia di andare avanti.
A condividere i giorni di buio e quelli di sole c’è stata la nonna materna, Aurora (purtroppo deceduta qualche anno fa), una figura importantissima per Greta: una donna saggia, buona, che ha sempre infuso fiducia alla nipote, dimostrandole affetto e dicendole di essere fiera di lei e delle sue scelte.
Sì perché Greta col tempo sviluppa un forte desiderio di aiutare il prossimo arrivando a proporsi come medico volontario per Emergency, andando a lavorare in Sudan, lasciandosi coinvolgere dalle storie tristi e dolorose di donne e bambini afflitti da povertà, guerre, malattie. Lì conosce Julienne, medico anche lei, con cui si instaura un bellissimo rapporto di amicizia che prosegue anche dopo il ritorno dalla missione umanitaria da parte di Greta, che trova stabilità nel lavoro di pediatra.
Ma questa stabilità viene presto sconvolta da una lettera proveniente dallo studio di un avvocato del Texas, il signor Wilson.
Greta apprende, con suo stupore, di aver ricevuto in dono, da un donatore misterioso di cui non le viene svelata l’identità, nientemeno che un ranch… in Texas…!
Sbalordita ma curiosa, Greta parte e approda a Houston, dove conosce l’avvocato che si occupa della donazione, tale David Wilson, uomo giovane, affascinante, elegante e di bell’aspetto, che la incuriosisce.
Giunta al ranch, Greta conosce anche un cowboy che ne è il responsabile: Terence, bello, virile e gentile, che sin dai primi momenti sarà non solo molto disponibile verso la nuova e bella proprietaria italiana, ma anche un po’ possessivo e di sicuro molto strano. In sua presenza, infatti, Greta si sente turbata, inquieta, non tranquilla, come se dietro quegli occhi penetranti, il sorriso affabile, la premura nel portarle la colazione…, ci fosse altro: c’è qualcosa in Terence che da un lato l’attrae - ed infatti non mancano attimi di passione - e dall’altra la spaventa, per quella vaga sensazione che lui nasconda qualcosa.
Ma Greta si convince che siano timori infondati e intanto prosegue la sua mini vacanza in Texas, conoscendo un po’ il bellissimo paesaggio naturale che circonda la tenuta, assaggiando del buon cibo piccante tipico della zona, perdendosi nel cielo azzurro e tra i profumi di questa terra vasta e, fino a quel momento, sconosciuta. Eppure, inspiegabilmente, in certi angoli della casa all’interno della tenuta - tra l’altro arredata come piace a lei, come se chi gliel’ha donata potesse conoscere o immaginare i suoi gusti - si respirano profumi famigliari, come quello del gelsomino, che le ricorda la sua nonna.
Questo ranch, che le piace molto, questo nuovo posto che legalmente le appartiene, potrebbe mai diventare casa sua?
“Impossibile!”, si dice Greta, consapevole di come le sue radici siano impiantate in Italia, dove ha il suo bel lavoro e dove c’è la sua cara mamma, che mai si sognerebbe di abbandonare, sapendo già quanta sofferenza ha già subito dopo l’abbandono del marito.
La cosa migliore sarebbe vendere il ranch ma un evento imprevisto cambia i suoi progetti; Greta conosce Daisy, una bimba affetta da sindrome di Down, dolcissima e molto affettuosa, che la donna invita al ranch, regalandole la gioia di poter cavalcare un pony.
Constatare la felicità della piccola mentre è a contatto con la natura e con i cavalli,  dà alla sensibile Greta l’input per un’idea meravigliosa: e se quel ranch, invece di essere venduto, diventasse un centro per l’ippoterapia, a vantaggio dei bambini speciali come Daisy?
Greta si lascia prendere dall’entusiasmo, non condiviso da Terence e accolto con qualche perplessità dall’avvocato, David, con il quale la ragazza comincia a stringere un rapporto sempre più confidenziale, in cui percepisce l’attrazione che li attraversa quando sono vicini.
Questo però la manda in confusione: verso chi si sente più spinta, verso il cowboy passionale dallo sguardo enigmatico, o verso il bel David, un vero gentleman pieno di premure, precisino ma anche terribilmente sexy?
Greta non sa che fare e pensare, si confida con alcune amiche fidate e intanto la sua vita viene nuovamente sconvolta da una persona che spunta direttamente dal passato e, dopo oltre venti anni, torna a rivelarle verità che la turberanno ancora di più.
Che ne sarà dei progetti sul centro di ippoterapia? Greta sente forte il desiderio di dare vita a questo bellissimo progetto, ma alcuni piccoli ostacoli e tensioni ne metteranno in pericolo la realizzazione.
Eppure è proprio attraversando la notte che è possibile godere della bellezza della luce, e dopo il buio non c’è che da attendere il luminoso chiarore di un’aurora pronta a portare con sé una nuova vita.
Greta deve fare chiarezza dentro se stessa e capire cosa desidera davvero, cosa e chi la fa sentire bene, la rende appagata e felice, e fare le sue scelte; la vita, a sua volta così imprevedibile già di suo, farà il resto….!

“Nel sorriso dell’aurora” è un romanzo breve ma intenso; intense e vivide sono le descrizioni della natura, dei paesaggi, dei piatti tipici texani, degli arredamenti…; la penna di Imma è abile nel farci immergere in questo contesto, permettendoci di viaggiare con l’immaginazione tanto che ci sembra di essere in Texas con Greta, di godere delle meraviglie di una natura generosa, di sentire la dolce brezza della sera che accarezza la pelle o il sapore deciso e speziato del cibo locale.
Intensa è anche la storia di Greta, che racchiude in sé il desiderio di amare, misto alla paura di fare un passo falso e di rivivere il dolore di un ennesimo abbandono, dato che quello paterno ha lasciato delle ferite non rimarginate nel cuore suo e della sua cara mamma, alla quale è legatissima.
L’Autrice ci parla anche di affetti famigliari, di amicizia - come quella con Julienne -, di scelte di vita intraprese per amore e sincero altruismo verso il prossimo più indifeso; ci parla di quanto benefica sia la mano della natura sul nostro spirito, a volte reso inquieto dai problemi quotidiani; ci parla di disabilità, e di come essa sia in realtà una ricchezza di umanità che spesso i cosiddetti “normali”  non possiedono; come canta Renato Zero nella bellissima “Nei giardini che nessuno sa”: “siamo noi gli inabili per pur avendo a volte non diamo”!

Scritto in modo accurato, chiaro, intriso di sensibilità, “Nel sorriso dell’aurora” scorre sotto gli occhi del lettore coinvolgendolo, regala emozioni, ha un tocco di giallo che lo rende intrigante e dà diversi messaggi positivi: la vita può assumere un senso e un significato attraverso progetti di vita arricchenti; non dobbiamo avere sempre paura di dare uno scossone alla nostra esistenza, lasciandoci abbattere dalle delusioni di un passato che comunque resterà immutabile, ma dobbiamo avere anche coraggio e fiducia per rischiare, per continuare a sperare che qualcosa di nuovo e bello c’è anche per noi, perchè alla notte segue sempre il sorriso radioso di una nuova alba.
Ringrazio l’Autrice per la possibilità di leggere questo suo secondo scritto; di Imma avevo già apprezzato la scrittura chiara e profonda, che scava nei sentimenti dei personaggi, e la scelta delle tematiche delicate, affrontate con molta sensibilità, come la disabilità nel presente romanzo o il bullismo in “L’azzurro dell’amicizia”.

Non mi resta che consigliarvene la lettura!

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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