venerdì 29 novembre 2019

29 novembre 1864: il massacro di Sand Creek



Sto leggendo - e quasi per terminare - la storia di Cavallo Pazzo e la tragedia del suo popolo, della tribù Oglala Sioux, ad opera del governo degli Stati Uniti, ferocemente impegnato nella battaglia coi Pellerossa con lo scopo di scacciarli e prendersi le terre da loro abitate da generazioni.

Una delle pagine più tristi del conflitto tra l'Uomo Bianco e i Redskins è sicuramente il massacro di Sand Creek, di cui oggi ricorre l'anniversario.

wikipedia
È il 29 novembre 1864 quando i pacifici indiani delle tribù Cheyenne e Arapahoe vengono massacrati dal 3° Reggimento dei Volontari del Colorado, inviato dallo spietato colonnello John Chivington.

Nel 1851 gli Stati Uniti avevano "firmato" con i nativi il Trattato di Fort Laramie, che garantiva alle tribù su citate la proprietà dell'area a nord del fiume Arkansas nel Nebraska. Tuttavia, di lì a pochi anni, ondate di minatori euro-americani si affretteranno ad arrivare in tutta la regione alla ricerca dell'oro nelle Montagne Rocciose del Colorado, esercitando un'estrema pressione sulle risorse delle aride pianure. 

Nel 1861, le tensioni tra i nuovi coloni e i nativi americani stavano raggiungendo un punto di tensione molto alto. Sempre durante questo anno, una delegazione di Cheyenne, guidata dal capo Black Kettle (Pentola Nera), insieme ad alcuni leader di Arapahoe, aveva accettato un nuovo accordo e infatti da molti mesi non un solo colpo di fucile era stato scambiato fra i suoi Cheyenne e i "soldati blu".

"Ma con i trattati, come amava ripetere ai suoi sedicenti ufficiali, Chivington ci si «puliva il sedere». Fece puntare i suoi cannoni direttamente sul centro del villaggio, dove i tipì erano più fitti e inviò un distaccamento di Cavalleria verso il recinto dove gli Cheyenne avevano raccolto i loro mustang - ne contarono cinquecento - per azzopparli o metterli in fuga, così da togliere agli indiani ogni mezzo di ritirata."*

Già nel giugno 1864, John Evans, governatore del territorio del Colorado, aveva tentato di isolare i nativi americani recalcitranti invitando gli "indiani amici" ad accamparsi vicino ai forti militari e ricevere provviste e protezione; ad agosto Evans incontrò Pentola Nera e molti altri capi per creare una nuova pace, e tutte le parti se ne erano andate apparentemente soddisfatte.
Il campo Cheyenne si trovava in un’ansa a ferro di cavallo del Sand Creek a nord del letto di un altro torrente quasi secco e il tepee di Pentola Nera era vicino al centro del villaggio.

Ma le intenzioni del "viso pallido" erano, come sempre, cattive e infide: Chivington trasferì le proprie truppe in pianura e, il 29 novembre, esse attaccarono gli ignari nativi americani, disperdendo uomini, donne e bambini e dando loro la caccia. 
Pensate che, tanta era l'ingenua fiducia del capo Pentola Nera nella parola data (e scritta!) dell'Uomo Bianco, che quando sua moglie cominciò ad urlare per avvertire circa l'arrivo dei militari sui loro cavalli, il capo tribù uscì dalla tenda sventolando la bandiera americana, convinto che ci fosse un errore e che i soldati blu non li avrebbero attaccati ma avrebbero rispettato il patto di pace che c'era tra loro...
Ma evidentemente così non fu, e la fiducia di Pentola Nera si rivelò decisamente mal riposta.

Lì dove le giacche blu contarono nove uomini uccisi, i nativi invece piansero 148 persone, più della metà dei quali erano donne e bambini. 

Del resto, i soldati non fecero che obbedire agli ordini feroci e cinici del loro colonnello, che aveva raccomandato ai suoi uomini...: «Andate, uccidete e scotennate tutti, grandi e piccini, vecchi e donne. Ricordatevi: i pidocchi nascono dalle uova!».

Fu dunque un attacco a sorpresa ed infame (c'era un patto, in base al quale il governo federale si impegnava a garantire sicurezza alle tribù), condotto con una ferocia e una barbarie inaudite; queste le parole di un tenente che partecipò al massacro:

Tornato sul campo di battaglia il giorno dopo non vidi un solo corpo di uomo, donna o bambino a cui non fosse stato tolto lo scalpo, e in molti casi i cadaveri erano mutilati in modo orrendo: organi sessuali tagliati a uomini, donne e bambini; udii un uomo dire che aveva tagliato gli organi sessuali di una donna e li aveva appesi a un bastoncino; sentii un altro dire che aveva tagliato le dita di un indiano per impossessarsi degli anelli che aveva sulla mano; per quanto io ne sappia John M. Chivington era a conoscenza di tutte le atrocità che furono commesse e non mi risulta che egli abbia fatto nulla per impedirle" * 

Le atrocità commesse dai soldati furono inizialmente elogiate quali prove di coraggio, ma quando cominciò a diffondersi la verità circa le circostanze del massacro, esse vennero condannate in quanto altro non furono che un atto da vigliacchi e traditori.
Inoltre, a raccontare ciò che purtroppo accadde quel giorno sono stati gli stessi sopravvissuti indiani, che disegnarono le mappe dell'attacco, lo dipinsero sulle pelli di alce e raccontarono il crimine di cui furono vittime ai loro discendenti,


disegno di Lupo Ululante,
artista Cheyenne e testimone oculare degli eventi.
The Sand Creek massacre in a drawing by Howling Wolf,
a Cheyenne artist and eyewitness of the events.

Nonostante il governo a stelle e strisce riconobbe le proprie colpe non vennero date sanzioni nè a Chivington né ai suoi uomini, nè tanto meno gli indiani sopravvissuti ottennero alcun tipo di risarcimento...

Confesso di non aver mai approfondito la storia dei conflitti tra il governo USA e i nativi americani; il libro di Zucconi si è rivelato molto interessante e illuminante in questo senso; non sapevo di Sand Creek e leggere ciò che successe 155 anni fa mi ha fatto rabbrividire...

Vi lascio con questa canzone di Fabrizio De Andrè, in ricordo proprio di questo fattaccio della storia americana.



FIUME SAND CREEK

Si sono presi il nostro cuore sotto una coperta scura
Sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
Fu un generale di vent'anni
Occhi turchini e giacca uguale,
Fu un generale di vent'anni
figlio di un temporale

C'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte,
E quella musica distante diventò sempre più forte
Chiusi gli occhi per tre volte,
Mi ritrovai ancora lì
Chiesi a mio nonno: È solo un sogno?
Mio nonno disse sì

A volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek.

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso,
Il lampo in un orecchio e nell'altro il paradiso
Le lacrime più piccole,
Le lacrime più grosse
Quando l'albero della neve
Fiorì di stelle rosse

Ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek.

Quando il sole alzò la testa oltre le spalle della notte
C'eran solo cani e fumo e tende capovolte
Tirai una freccia in cielo
Per farlo respirare,
Tirai una freccia al vento
Per farlo sanguinare

La terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek.

Si sono presi i nostri cuori sotto una coperta scura
Sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
Fu un generale di vent'anni
Occhi turchini e giacca uguale,
Fu un generale di vent'anni
Figlio di un temporale

Ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek.




Fonti consultate:

https://www.history.com/this-day-in-history/sand-creek-massacre
* Vittorio Zucconi. Gli spiriti non dimenticano 

2 commenti:

  1. Non ho letto il libro ma conosco bene la storia ed il brano di Faber.

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    Risposte
    1. Io non conoscevo questo brano e ahimè neanche l episodio cui si riferisce...

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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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