Una nuova indagine complicata attende il commissario Peppenella che, destreggiandosi tra vecchi casi non risolti, juventini ammazzati, pene d'amore e subalterni un tantino strambi, fa sentire il suo grido dalle periferie dimenticate per cercare di scuotere le coscienze di tutti.
SVEGLIARSI CON TRUMP UNA MATTINA
Un'odissea per il commissario Peppenella
di Peppe Lanzetta
CentoAutori
Collana L’Arcobaleno
Pagine 240
Prezzo 14€
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Dopo aver combinato un bel guaio con il precedente caso dell'"assassino delle canzoni" (arrestando il colpevole sbagliato, dietro suggerimento della moglie dell'agente Martusciello), a far lambiccare nuovamente il cervello del povero Peppenella ci si mette un'altra serie di assurdi delitti: tre persone, a distanza di pochi giorni, vengono trovate morte, assassinate, e ad accomunarle è un elemento presente in tutte e tre le scene del delitto: la maglietta della Juve, come a deridere il povero disgraziato, che in vita ha tifato decisamente per la squadra sbagliata.
Son tempi difficili.
Lo sono a livello internazionale, a motivo della vittoria politica da parte del tycoon dai capelli arancioni.
Lo sono in Italia, con la confusione che impera in seno alle istituzioni, le beghe tra partiti, la disoccupazione che avanza, il degrado socio-economico che stringe in una morsa gli italiani, in primis le fasce deboli.
E sono tempi difficili pure a Napoli, dove si respira un'aria carica d'elettricità a causa del trasferimento di Higuain dal Napoli alla Juve, scelta giudicata deprecabile dai tifosi bianco-azzurri, che ormai parlano del loro ex idolo come di un grandissimo infame e mercenario.
Ma cosa ancora più assurda, questo evento calcistico sta provocando malesseri, gente colpita da infarti che affolla il pronto soccorso, reazioni aggressive e rabbiose.
"Ma davvero i morti tra i tifosi juventini sono un effetto della rabbia dei tifosi napoletani verso il caso Higuain?", si chiede stranito Peppenella, e vorrebbe che la risposta non fosse affermativa.
Ma per saperlo non gli resta che cominciare a indagare, con l'aiuto - si fa per dire! - degli agenti di polizia Caputo e Martusciello, che sono sempre loro, i soliti pasticcioni, chiacchieroni, imbranati, sempliciotti, un po' ignorantelli ma in fondo simpatici, anche se spesso e volentieri parlano a sproposito scatenando le ire del povero commissario Peppenella, che deve vedersela pure con i propri problemi amorosi.
Eh sì perché un vortice di amore e passione lo ha travolto, ed è tutta "colpa" della seducente agente Ada Zangrini, che sta attirando non solo l'attenzione del commissario ma anche quella di tutti i poliziotti del commissariato.
Peccato però che Ada abbia in serbo una sorpresa non proprio piacevole per Peppenella, che però non può lasciarsi distrarre: il caso del killer delle canzoni resta sempre irrisolto, anzi si complica, e quello recente degli juventini morti ammazzati pare non avere alcuna vera pista da seguire.
Menomale che c'è la cagnetta Sophie a offrirgli un aiutino: accompagnandola al parco per una passeggiata, Peppenella fa alcuni incontri casuali che, a lungo andare, potrebbero risultare utili...
Peppe Lanzetta continua la saga dello sventurato commissario Peppenella, raccontandoci le sue vicissitudini umane e professionali all'interno di una Napoli sempre più caotica, "rumorosa", contraddittoria, per certi versi folle, ma sicuramente viva e ricca di sorprese; una città abitata da persone semplici, alcune buone altre disperate, altre ancora infuriate; infuriate contro un governo che nulla fa per andare incontro ai bisogni reali delle persone, e questa rabbia, che pure di per sé è legittima, spesso viene veicolata nel modo sbagliato, e il commissario - con la sagacia e la sensibilità che lo contraddistinguono - non può ignorare questa realtà.
E lui, del resto, è il tipo che volentieri cade spesso in ragionamenti ed elucubrazioni mentali, riflettendo sul contesto (Napoli e, in generale, l'Italia) in cui vive, sui tanti problemi concreti che affliggono gli italiani, sulle persone che gli capita di incontrare, sulla propria vita e sui dolori che l'hanno segnata, dalla morte dell'adorata moglie al destino dell'unica figlia, la sventurata Costantina, che tanto ha sbagliato ma che lui, da padre, continua ad amare e a pensare con tristezza e un pizzico di rimorso.
In questo episodio la soluzione del nuovo caso (i morti tra le fila bianconere) in realtà, pur essendo alla base delle vicende, procede molto lentamente e per gran parte del tempo Peppenella è più impegnato a parlare, parlare, parlare..., soprattutto con i suoi subalterni, che sia la bella e conturbante Ada, lo sciocco Caputo, il povero Martusciello (che ha la sfortuna di avere una moglie che si crede di essere Jessica Fletcher e si immischia nei casi ai quali lavora il marito), vedove angustiate e rancorose o giovanotti delusi da una vita grama di soddisfazioni; verso la fine le acque si muovono un po' di più e l'Autore ci riserva anche un piccolo colpo di scena.
Peppenella fa simpatia, perché è una brava persona: è un uomo sostanzialmente solo, con i ricordi e i rimpianti a fargli compagnia; è intelligente e riflessivo, cerca di dedicarsi alle indagini con impegno, ma purtroppo non riceve grandi aiuti dai suoi collaboratori; i momenti in cui discute con i due poliziotti strappano sorrisi perchè restiamo sgomenti, insieme al protagonista, delle assurdità che son capaci di partorire.
Ho trovato che il testo presentasse diversi "errori" (refusi?), e non di rado alcune frasi erano poco chiare (sintatticamente, intendo); per quanto riguarda la storia in sè, avrei preferito che ci si concentrasse di più sulla soluzione dei delitti piuttosto che dare troppo spazio alle sequenze dialogiche; a parte questo, è una lettura godibile, con un protagonista particolare e simpatico.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz