venerdì 1 novembre 2019

Recensione: TUTTI GIÙ PER ARIA di Rosella Postorino



Un'avventura che insegna alla giovanissima protagonista, e ricorda al lettore, che essere diversi non è un ostacolo, bensì una ricchezza da condividere con gli altri.


TUTTI GIÙ PER ARIA
di Rosella Postorino


Salani Ed.
ill. A. Cimatoribus
139 pp
14.90 euro
Età di lettura: da 8 anni
Tina ha otto anni ed è una bambina che difficilmente si unisce ai giochi con i compagni di scuola, e questo non perché sia scontrosa o ami stare da sola, quanto per la paura di sbagliare e di essere presa in giro per questo.

Sì, perché Tina di solito fa solo le cose che sa fare bene ("e quello che non sapeva fare preferiva non farlo"), proprio perché ha sempre paura di combinarne una delle sue, mostrando a tutti di essere buffa ed impacciata; non per nulla gli altri bambini la chiamano "perfettina" e non la trovano molto divertente: del resto, la perfezione non ha mai fatto ridere nessuno! 

Un pomeriggio, però, decide di fare qualcosa che solitamente evita come la peste: giocare a pallavolo con i compagni!
Lei sa di essere una schiappa in questo gioco, di non riuscire nemmeno a fare una battuta come si deve, e lo sanno anche gli amichetti, che infatti non la inseriscono mai nella squadra.
Ma quel giorno evidentemente c'è bisogno di lei, e così, quando batte la palla... tira troppo forte ed essa va a finire dritta dritta nel fiume!

Tina, sconsolata e sentendosi in colpa, si offre per andare a riprenderla, precipitando insospettabilmente giù da una cascata.
Da questo momento ha inizio la sua incredibile avventura!
A  recuperarla dal fiume è una strana signora, Gianna Baloon, che non è una donna qualsiasi: è un’enorme signora-mongolfera, che ama chiacchierare senza sosta e che la conduce in volo fino a uno strano paese: il Paese degli Scarti, dove la piccola "perfettina" incontra vari e bizzarri personaggi, che non immaginava esistessero.

C'è fermento in paese in vista della Fiera degli Scarti e per l'annuale Caccia al Tesoro e anche Tina viene coinvolta nell'atmosfera festosa e un po' matta che si respira.

C'è Giangi, il parrucchiere dei bambini, che sostiene convintamente i benefici del fare lo shampoo e un bel taglio originale: 

"Puoi farci mille con la testa, è vero (...). Ma solo quando ti accarezza qualcuno ti sembra di capire perché hai un corpo e una testa. Capisci che l'unico motivo per il quale hai una testa sulle spalle è di darla in mano a uno che la accarezzi, come succede durante la shampoo. Al di là delle cose che i bambini impareranno crescendo, delle preoccupazioni che avranno per la testa, da adulti, voglio che ciascuno di loro sappia che la testa serve prima di tutto per essere coccolata".  

C'è Brezzolino, che ha giusto qualche problemino di flatulenza (cosa che lo rende simpatico e fa ridere tutti a crepapelle), e poi ci sono altri bambini come lei, con i quali, per la prima volta in vita sua, Tina "farà squadra" per risolvere gli strambi enigmi della caccia al tesoro; forse nel Paese degli Scarti

"...non si stabilivano mai le squadre a priori, ma si formavano spontaneamente, così nessuno poteva rimanere escluso".

È davvero un paese buffo, con abitanti veramente curiosi, e ognuno con caratteristiche particolari, che li differenziano dagli altri e li rendono unici e speciali, che si tratti del sindaco eccessivamente timido, o della musicista con due mega orecchie che le permettono di captare la voce delle stelle, o di due sorelle legatissime tra loro che quando si arrabbiano... meglio non intromettersi...!
Insomma, tra filastrocche e indovinelli, Tina partecipa ad una caccia al tesoro indimenticabile, e anche se non dovesse esserci un vero e proprio vincitore,  ciò che conta per Tina sarà aver fatto un'esperienza favolosa, alla fine della quale si ritroverà finalmente a ridere di gusto, e a ridere - perché no? - anche di se stessa, dei propri difetti e della propria meravigliosa imperfezione: 

"E per la prima volta essere buffa, anziché perfetta, non le fece sudare le mani. Tutt'altro: la rese felice. Nessuno aveva mai riso grazie a lei. e forse lei non aveva mai imparato a ridere assieme agli altri, soprattutto di se stessa".

Un racconto che ci ricorda come le imperfezioni, le debolezze, le insicurezze, facciano parte di ciascuno di noi, ci rendano esseri irripetibili nella nostra individualità, e solo accettando ciò che siamo come qualcosa di cui non c'è da vergognarsi, possiamo riuscire a vincere le nostre paure, a rendere le nostre diversità dei punti di forza, rispettando anche quelle altrui.
Tina è una bambina insicura, che teme di far brutte figure e per questo preferisce non "rischiare" nel fare qualcosa davanti agli altri, ma l'esperienza che vivrà le insegnerà, tra le altre cose, a prendersi con più leggerezza e un pizzico di sana autoironia, che non guasta mai (anzi, dovremmo esercitarla maggiormente, tanto più col passare degli anni!).

Attraverso un linguaggio semplice, adatto a tutti (a partire da lettori giovanissimi), un paese immaginario spassoso e allegro, dei personaggi simpatici ed eccentrici, una protagonista nella quale viene spontaneo immedesimarsi (in special modo se si è suoi coetanei o giù di lì), e delle bellissime illustrazioni ad arricchire e vivacizzare il racconto, Rosella Postorino ha scritto una storia per ragazzi deliziosa, piacevolissima, che al centro pone la bellezza dell'essere diversi, imperfetti, ma ognuno con le proprie peculiarità è assolutamente speciale.

Ringrazio Salani Editore per la graditissima copia-omaggio e vi invito sia a leggere questo libro che a consigliarlo soprattutto a lettori molto giovani!

2 commenti:

  1. Un libro che insegna tante cose così utili di questi tempi. Buona fine di Ognissanti:)
    sinforosa

    RispondiElimina

Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz

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