Buon pomeriggio, cari lettori!
Oggi desidero presentarvi alcune pubblicazioni, che personalmente trovo abbiano delle trame intriganti ^_-
UNA CATENA DI OMICIDI INSPIEGABILI NEI TERRITORI DELLA ‘NDRANGHETA. PER LA VICE QUESTORE IARÌA È TEMPO DI INDAGARE SULLE TRAME OSCURE CHE PORTANO
ALL’ESISTENZA DI UN VIRUS DALLA POTENZA MICIDIALE.
LA ROSA DI STILO di Antonino Fontana
Un tragico incidente o un omicidio?
Quelle terre, funestate da sempre da guerre di ’ndrangheta tra cosche rivali, sono un presagio di sventura. Non solo per chi ci rimette la vita ma anche per chi indaga. Celeste Iarìa, vice questore dal pugno duro ma tormen- tata dalle tante vicissitudini personali, è determinata a far luce su quanto accaduto.
Un dettaglio attira subito il suo uto investigativo: la donna aveva un tatuaggio di un teschio dentro una rosa, un disegno non casuale, ritrovato anni prima su un cadavere che fece molto discutere, perché al centro di un’oscura trama tra ’ndrangheta e scienziati col pallino di esperimenti estremi.
Non ci sarebbe così tanta fretta di risolvere il caso se non fosse per il fatto che poco tempo dopo i cadaveri diventano quattro, tra cui quello di un famoso boss, trovato su un treno, protagonista della guerra tra le famiglie Sangregorio e i Vartolo-Carnovale...
Sul treno che incrocia quello “maledetto” del boss, viaggiano il signor Tommaso Campanella, un anziano che ha poco da perdere e molto da raccontare e ascoltare, e il dottor Rocco Sabinis, un rosicoltore con una missione delicata.
A mettere sul giusto binario Iarìa e la sua squadra è la soffiata: “Capsule gialle e blu...”, forse in possesso del boss ucciso o tra le mani di gente che ha ben pochi scrupoli a servirsene per i propri progetti folli...
«Varia continuamente e, ogni volta che queste mutazioni portano a un virus completamente diverso dai precedenti, colpisce in modo devastante perché nessuno ha gli anticorpi per combatterlo. Tra una pandemia e l’altra il virus sopravvive, muta parzialmente, sbaglia anche lui, fa piccolissimi errori di trascrizione nel suo codice genetico».
L autore.
Antonino Fontana, reggino, architetto prima a Milano e poi a Vienna, presto abbandona l’attività per dedicarsi alla propria libera ricerca artistica sulla natura e le sue rappresentazioni. Unus vestrum me traditurus est (Umberto Allemandi & C., Torino, 1999) è uno dei risultati del linguaggio cognitivo universale di quel “periodo ermeneutico”. Ha vissuto in cento luoghi diversi, reali e letterari, negli ultimi anni è tornato a vivere a Reggio Calabria e oltre a scrivere si è specializzato nella progettazione di costruzioni d’acciaio. Cane crudo (Robin Edizioni, Torino, 2015) è il suo romanzo d’esordio. Da un anno vive e lavora a Roma.
PROGETTI FOLLI E CINICI MINACCIANO L’EUROPA E IL MONDO INTERO. TRE AMICI SONO PRONTI A SFIDARE I PREGIUDIZI
E A COMBATTERE PER FERMARLI.
LA PELLE DAL MARE di Gino Giaculli
Curd Schmaltz, il direttore generale della clinica “Pelle adesso”, ha per le mani l’affare della vita. Il chirurgo migliore della sua squadra, il più spregiudicato, Adon Glasser, è riuscito dopo vari esperimenti a mettere a punto un sistema rivoluzionario per eliminare le impurità dalla pelle dei bianchi. Meleucon è il nome del farmaco che permetterà a migliaia di uomini e donne facoltosi di rimanere giovani e belli a lungo. Ma per mettere in atto il loro proposito hanno bisogno di “cavie”, e chi più di immigrati disperati e ingenui può fare al caso loro?
La società dopotutto è attraversata da sentimenti di odio che solleticano la pancia della gente.
Gruppi come i Cleaners! vanno in giro indisturbati per le città assaltando campi rom e negozi di stranieri. Si sentono i veri giustizieri della società. Ma anche nelle alte sfere del potere c’è chi lavora per un progetto politico incentrato sulla lotta totale all’immigrazione. TPE (The Perfect Europe) è un partito ambizioso che deve a tutti i costi accrescere il suo consenso.
Eppure di fronte a programmi così folli ed estremisti c’è chi combatte, voci fuori dal coro, come Bartolomeo Isola, medico che non perde un momento pur di operare e salvare vite umane nell’ospedale di Napoli. Anche Dacia Chevalier, sua amica da quando erano al liceo, fa la sua parte come insegnante, cercando di far riflettere i suoi studenti sulle tragedie del mare, come quella capitata a Dilal, arrivato sulla penisola italiana senza moglie e senza la sua amata glia Amali.
Giacomo Giugni è l’altro protagonista del trio di amici che non vuole sentir parlare di Europa razzista e intollerante. Dopo essersi separati e aver seguito ciascuno la propria strada, Bartolomeo, Dacia e Giacomo sono pronti a una nuova sfida, in nome della loro vecchia amicizia e della solidarietà per chi merita una vita migliore.
«Contro il razzismo di questo tempo, contro la violenza, contro l’intolleranza serve l’impegno da parte di tutti, senza escludere nessuno perché nessuno può stare fuori da questa battaglia. Riportiamo la memoria a casa sua, prendiamo esempio da cosa è stato. Spazziamo via i fantasmi e diamo strada alle nostre idee, ai nostri sentimenti di pace e di inclusione».
L'autore.
Gino Giaculli, giornalista, vive e lavora a Napoli. È vice redattore capo del “Mattino”. Nel 1996 è stato inviato a Sarajevo per raccontare il periodo postbellico della Bosnia-Erzegovina. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo, Il Mestiere di Carta (Homo Scrivens), nel 2016. Il secondo, L’ombra e la notte (Homo Scrivens). Ha inoltre pubblicato racconti per diversi editori italiani. Ha condotto su “Il Mattino web Tv” la rubrica di interviste ExPress. Il caffè con i napoletani. Dal 2018 conduce sempre su “Il Mattino web Tv” la rubrica letteraria di incontri con gli scrittori Maddalena. Nel 2019 ha ricevuto il premio di giornalismo Giuseppe Calise.