martedì 23 maggio 2023

SEGNALAZIONE [ romanzi di recente pubblicazione ]


Buon pomeriggio, lettori!

Oggi vi lascio alcune novità editoriali che, pur appartenendo a generi differenti, trattano tutti e tre tematiche importanti e di grande attualità.


Sotto il cielo di Roma di Sira Fonzi è una raccolta di sette storie ambientate in una Roma
Catartica Ed.
96 pp
12 euro

viva e attuale in cui si mescolano la vita di tutti i giorni, le culture, l’inarrestabile vivacità di una metropoli bellissima e faticosa.
La violenza sulle donne, l’eutanasia, il degrado delle periferie sono solo alcuni dei temi trattati.
La raccolta offre una visione ampia di situazioni esistenziali di facile universalizzazione, spunti di riflessione sulla molteplicità della natura umana, sul suo saper cambiare e adattarsi.
Il distacco è il filo rosso che lega le storie: allontanamenti ponderati o precipitosi, messi in atto dai protagonisti, con forza e determinazione, allo scopo di migliorarsi o superare un frangente critico delle loro vite.

L'autrice.
Sira Fonzi nasce e vive a Roma. Ama gli animali, il mare e l'arte in tutte le sue forme.
Nel tempo libero le piace leggere, scrivere e immortalare con la sua Reflex dettagli di vita urbana ed emozioni.
Nel 2019 inizia a condividere in rete la sua passione per la scrittura ed entra a far parte dello staff di Writers Dreams,
community di scrittori, lettori e professionisti dell’editoria. Nel 2021 partecipa alla fondazione del forum letterario Costruttori di Mondi. Da maggio 2021 collabora con la redazione della rivista letteraria mensile Distruttori di Terre.
Ha pubblicato Tra Terra e Infinito (Aletti Editore, 2008), Anime in Transito (David and Matthaus, 2015) e ha partecipato a diverse raccolte di AA. VV. tra cui Impronte (Pagine, 2012)
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ASSEDIO MORTALE A MILANO di Ippolito Edmondo Ferrario (Fratelli Frilli Editori, 448 pp, 18,90 euro) è un romanzo noir che tratta temi molto attuali e complessi: immigrazione, campi profughi lager, onlus; ma anche intolleranza, razzismo e attentati. 

La metropoli meneghina, d’improvviso, viene presa d’assalto e messa sotto assedio da falde violente di extracomunitari che travolgono un’intera città, coinvolgendo famiglie di immigrati spaventati e inermi di fronte a tanto caos. Ma cosa sta succedendo a Milano? Solo un uomo, Raoul Sforza, noto banchiere conosciuto per la sua irritante schiettezza e indifferenza verso il genere umano, può rimettere le cose in ordine. Le istituzioni preposte hanno perso il controllo della città o, più facilmente, non lo hanno mai avuto?

L'autore.
Ippolito Edmondo Ferrario, classe 1976, è uno scrittore milanese. Si è occupato dello studio e della divulgazione della Milano sotterranea attraverso numerosi saggi. Ha scritto libri sull’epopea dei mercenari italiani nelle guerre post-coloniali e biografie inerenti agli anni di piombo. Ha pubblicato per Ugo Mursia Editore, Castelvecchi Editore, Newton Compton Editori, Ritter e Ferrogallico. Con Il banchiere di Milano (Fratelli Frilli Editori, 2021), seguito da I diavoli di Bargagli (Fratelli Frilli Editori, 2022) ha dato vita al personaggio seriale del “banchiere nero” Raoul Sforza qui alla sua terza indagine. Per Fratelli Frilli Editori ha pubblicato: Il pietrificatore di Triora (2006), Triora. Il paese delle streghe. Storia, itinerari, curiosità, gastronomia (con Elisabetta Colombo, 2007), Il collezionista di Apricale (2007), Le notti gotiche di Triora (2009), Ultimo tango a Milano (2018) e La Gorgone di Milano (2019) scritto a quattro mani con Gianluca Padovan
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È in libreria il nuovo romanzo scritto a quattro mani: Le firme rubate – quindici giorni per non morire  di Maria Giovanna Farina e Max Bonfanti (ed. Unicopli).  
Una storia avvincente, un romanzo che sa far riflettere.

Ambientato tra Milano, la Val d'Aosta e Bruxelles, il romanzo narra una storia paradossale dove un ex intagliatore di diamanti, Mattias, riceve un plico contenente 50.000 euro in contanti da un mittente anonimo. 
Cosa vorrà in cambio? 
Da questa domanda parte un percorso di riflessioni profonde e nevrotiche: cosa avremmo fatto tutti noi in una simile situazione? 
L'aiuto di un rappresentante delle forze dell'ordine e di un criminologo lo aiuteranno a scoprire una nuova realtà. 
Legami familiari da rinsaldare e/o da scoprire sono lo sfondo di una storia dove si cela anche una lucida follia da cui difendersi. 
La vicenda narrata conduce nella profondità di noi stessi e fornisce un suggerimento importante, quello di imparare ad andar oltre le apparenze... tutto non è come appare. 
In copertina il volto di una donna, opera di Flavio Lappo, un grande amore del protagonista che non compare direttamente nella storia ma che è determinante per l'intera vicenda narrata e capace di dare lo spunto per riflessioni su temi attuali. 
Gli autori fanno dono ai lettori di un seminario propedeutico alla disassuefazione dal vizio del fumo, metodo ideato da Max Bonfanti. Il commissario Bullè, personaggio chiave per le indagini, rompe uno stereotipo e smette di fumare, non lo vedremo più avvolto da una nuvola fumo durante gli interrogatori non per il divieto della legge, ma perché ha seguito il metodo conosciuto durante il seminario che ha seguito personalmente.


Gli autori.
Maria Giovanna Farina è filosofa, consulente, formatrice e analista della comunicazione. Studiosa ed esperta di relazioni, è autrice di diversi romanzi e saggi dallo stile divulgativo, volti ad affrontare le difficoltà esistenziali, e si è concentrata sulle difficoltà femminili nel campo dell’amore e delle relazioni. Organizza e conduce conferenze, in particolar modo contro la violenza di genere.

Max Bonfanti, filosofo analista e scrittore, collabora da vent’anni con Maria Giovanna Farina. Insieme hanno fondato Heuristic Institution: un luogo di studio e di lavoro dove si dedicano anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali. Ha inoltre messo a punto un metodo per la disassuefazione dal vizio del fumo ed è studioso delle dinamiche del pianto
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domenica 21 maggio 2023

** RECENSIONE ** GLI OCCHI DELLA NOTTE di Marina Visentin



Una bambina di sette anni viene ritrovata morta in un parco in una fredda giornata di fine novembre, a Milano. Dai primi momenti l'indagine si rivela complessa in quanto non accompagnata da alcun indizio, anche minimo, che possa aiutare il vicequestore Giulia Ferro - a capo del caso - a preferire una pista ad un'altra.
Diverse sono le ipotesi che si affacciano ma tutte sembrano confluire in un vicolo cieco.
Non succede sempre ma, a volte, la soluzione è più vicina di quanto sembri e, anzi, è sempre stata lì: sotto gli occhi.


GLI OCCHI DELLA NOTTE 
di Marina Visentin



Società Editrice Milanese
272 pp
19 euro
Aprile 2023
È autunno inoltrato, le giornate sono già fredde e il buio scende presto: sarà per questo che tanto di bambini che giocano quanto di adulti, ce ne sono davvero pochi nei parchi, in questi pomeriggi di novembre; purtroppo, è nei pressi di uno di essi che viene rinvenuto il cadavere di una bambina di soli sette anni.
Si chiamava Cinzia e il suo corpicino viene ritrovato in una condizione che fa raggelare il sangue, perché a rendere più cupa la già dolorosa certezza di una morte, c'è anche il drammatico pensiero di come e per quanto la piccola possa aver sofferto, prima di morire e prima che il suo corpo fosse trattato come un oggetto da buttar via...

È un caso emotivamente pesante per tutti, e il vicequestore Giulia Ferro non riesce a non provare una profonda empatia per quella bimba alla quale la vita è stata brutalmente spezzata.

Da chi? Perché?

Per arrivare a dare risposte certe a queste logiche domande, c'è molta strada da fare perché da subito è chiaro come in quel parco (Parco Nord) non ci sia nulla che possa aiutare la polizia a cominciare a farsi un primo quadro della situazione.

Le indagini partono immediate e frenetiche: bisogna ricostruire la scena del crimine, ascoltare i testimoni, raccogliere elementi, isolare le persone che potrebbero per qualsiasi motivo rientrare in una rosa di sospettati, capire com'è morta la piccola, quando e quanto tempo prima rispetto al ritrovamento.
E, non ultimo, dov'è morta?

Tra le poche certezza, una spicca su tutte: la bambina non è morta nel parco, ma ve l'hanno portata. Come? Venendo da dove, da quale direzione? In quale posto è accaduto l'omicidio?

La scena del crimine: se non si ricostruisce e non si individua questo elemento fondamentale, non sarà possibile venire a capo di nulla.

Intanto Giulia, con la collaborazione della sua squadra e, in particolare, del valido ispettore Alfio Russo, comincia a interrogare e cercare di riempire tutti quei vuoti dovuti all'assenza di informazioni utili; c'è qualcuno che potrebbe diventare oggetto di interesse e su cui potrebbero convergere le indagini, ma a Giulia non convincono molto.

C'è l'ex marito di una delle maestre della piccola, il cui passato di condanne per violenze domestiche e revenge porn, gioca a suo sfavore; ci sono dei testimoni che segnalano la presenza, nei dintorni del parco della scuola, di un ragazzo dall'aria stravagante e poco rassicurante. 
E che dire del padre di Cinzia, un uomo coinvolto negli affari della 'ndrangheta in Lombardia?

Non ultima, un'altra ipotesi si affaccia: se dietro l'assassinio della piccola vittima ci fosse una rete di pedofili??

Insomma, il questore e il sostituto procuratore, da una parte, incoraggiano Ferro a darsi da una mossa, dall'altra si raccomandano cautela; Alfio e Giulia non sanno che farsene delle inutili e sciocche raccomandazioni dei superiori, e si danno da fare lavorando al caso senza sosta, provando a mettere in ordine le informazioni certe, che però, in realtà, sono scarse e, a ben guardare, non sono poi così certe e solide!

Chi è l'ultima persona ad aver visto Cinzia?

La risposta a questa domanda è semplice e difficile al contempo: la sorella (anzi, sorellastra) maggiore di Cinzia racconta di essere andata al parco con la sorellina dopo le 16 e prima delle 17; con loro c'era anche il fidanzatino di Alice, l'italo-cinese Leonardo Hu.
Cosa è successo in quel parco in un arco temporale che, in fin dei conti, è riducibile a una manciata di minuti?
Un'addoloratissima - e piena di sensi di colpa - Alice dice di essersi distratta davvero per pochi secondi (si sa. quando si è col fidanzato, capita di essere "impegnati" a fare qualcosa di più divertente che badare alla sorellina che gioca), che però sono stati sufficienti affinché di Cinzia si perdessero le tracce.
Incredibile: una bambina di sette anni, in capo a pochi minuti, sparisce da un parco... e senza che nessuno abbia visto nulla! Volatilizzata!!

L'ha presa qualcuno? Se sì, possibile che la piccola non abbia gridato?
E se lei stessa avesse seguito "l'adescatore"? Ma in tal caso, significa che lo conosceva, no?

Insomma, Giulia si arrovella formulando, assieme a Russo, domande, ipotesi, abbozzando risposte, teorie... ma niente pare emergere di concreto, di utile.
È come se ci fosse un enorme buco in quell'arco temporale, una voragine che ha inghiottito la povera bambina, che nessuno ha visto viva - dopo Alice - e che ricompare... morta!

Eppure la soluzione è necessariamente da qualche parte: va "solo" cercata, con tenacia, perseveranza e continuando a ragionare.

Il vicequestore Ferro non si dà pace, non fa che pensarci e col passare delle settimane, nonostante non si giunga a nulla di risolutivo e nonostante lo scoraggiamento, lei non molla, ma continua a fare supposizioni, immaginare scenari, a interrogare anche chi è stato già ascoltato più di una volta, a visionare filmati, a fare avanti e indietro lungo le strade vicine al parco..., a cercare i dettagli, perché evidentemente le risposte non risiedono in qualcosa di eclatante, ma in quei particolari quasi invisibili, le quali facilmente sfuggono se si è troppo concentrati su alcune cose e meno su altre che, all'inizio, erano state scartate, magari anche senza una ragione in particolare.

A dare un contributo rilevante ci pensa un attento esame autoptico, cui seguono gli arguti suggerimenti di Alfio, che forniscono un elemento - ancora vago ma è sempre meglio di niente - interessante circa il tipo di luogo in cui Cinzia potrebbe essere stata portata prima di morire, e in cui molto probabilmente è stata uccisa.

E poi c'è un macro elemento da considerare bene e che non è per nulla scontato o irrilevante: la famiglia di Cinzia.

Nessuna famiglia è perfetta e, spesso, dietro la facciata di allegria e concordia, possono celarsi dei segreti, dei risentimenti, ombre e tensioni che sono un po' come una pentola a pressione pronta ad esplodere.

E lei, Giulia, ha le spalle rese larghe dalla propria situazione famigliare particolare, disgregata e fonte di sofferenze, fantasmi, questioni irrisolte, che gravano sul suo cuore e che la morte di Cinzia hanno, in qualche modo, portato a galla, come "una puntura di spillo che apre caverne di dolore, voragini di senso."

Per quanto dolorose, le sue esperienze personali l'hanno resa la donna che è adesso e, a modo loro, hanno acuito il suo sguardo e affinato il suo istinto, così da indirizzarla sulle tracce della verità andando oltre le apparenze, cercando le risposte là dove nessuno aveva controllato, impegnati tutti, com'erano, a cercare, piuttosto, un ago in un pagliaio.

La soluzione, alla fine arriverà, ma la consapevolezza di aver trovato il colpevole costituirà una ben magra consolazione: tutte le morti sono ingiuste..., ma alcune più di altre e, di certo, non può esserci né una vera soddisfazione né alcun altro sentimento positivo nell'aver chiuso un triste cerchio attorno alla morte di un'innocente.

"Giustizia sarà fatta? Ma quando mai? E che dire poi della verità? Sì, forse qualcosa che somiglia alla verità riusciremo anche stavolta a tirarla fuori, come un coniglio dal cappello. Ma che cosa ce ne faremo mai di tutta questa luminosa verità?"


"Gli occhi della notte" è un bel giallo ambientato a Milano ai nostri giorni, che si è rivelato una lettura senza dubbio appassionante perché l'autrice tiene il lettore sospeso sino alla fine, per poi dargli le risposte alle tante domande che caratterizzano il caso della piccola Cinzia. Sono diversi gli elementi di questo romanzo che mi sono piaciuti, a cominciare dalla protagonista, Giulia Ferro, che è un vicequestore competente, professionale, diligente e tenace, con un gran senso pratico, una mente perspicace e intuitiva e, soprattutto, una necessaria empatia, che le permette di conquistare la fiducia delle persone con cui interagisce, anche con quelle diffidenti, per pregiudizio, verso la polizia.

Alfio Russo è il collaboratore ideale perché, oltre ad essere efficiente e sveglio, è anche simpatico, dalla battuta pronta, e sa come stemperare tensioni e far sorridere il suo superiore, che tende a sorridere poco e a innervosirsi piuttosto in fretta.

Mi è piaciuta l'ambientazione autunnale e milanese, e non si può non notare come l'autrice sia dettagliata nel condurci nella zona interessata, dandocene un'idea molto chiara e realistica; non ultimo, ho trovato interessante l'attenzione data alla scena del crimine e l'urgenza di individuarla con certezza, per poter mettere insieme tutte le tessere in modo coerente.

Concludendo, è un romanzo che ho gradito non soltanto per l'elemento giallo in sé, ma ancor prima per la caratterizzazione dei personaggi e per l'ambientazione precisa e ben descritta, aspetti che contribuiscono a conferire agilità alla scrittura. 

Consigliato, in special modo a chi ama i gialli.


venerdì 19 maggio 2023

⛪RECENSIONE ⛪ LA CHIESA DELLA SOLITUDINE di Grazia Deledda

 

Nella cornice autentica di una realtà contadina, abitata da gente semplice e legata alla propria terra, ricca di credenze, usanze e superstizioni, si staglia il ritratto verace e genuino di una donna dall'animo forte ma dal corpo ferito, nel cui interiore si svolge una sofferta battaglia tra il suo desiderio di dare e ricevere amore e la rassegnazione a una vita di solitudine.



LA CHIESA DELLA SOLITUDINE 
di Grazia Deledda


Scrivere Edizioni
142 pp
"...tu sei come la vita, che desta tante lotte e bramosie, e lascia tutti delusi."

La 28enne Maria Concezione è appena tornata dall'ospedale, dove è stata ricoverata per subire un'operazione al seno; il medico s'è raccomandato che ella occupi il tempo che Dio le donerà conducendo una vita tranquilla, priva di forti emozioni e di inutili strapazzi.

La consapevolezza di avere un cattivo male nel proprio corpo (la mammella che non c'è più è lì a ricordarglielo in ogni momento) e che molto probabilmente esso ben presto le chiederà il conto, spinge la donna a convincersi che per lei non ci sia spazio, su questa terra, per la felicità, per un futuro pieno di amore, di un marito e men che meno di figli.


"Anche la sua anima rabbrividiva di freddo, di tristezza, di paura: improvvisa paura della vita, dei giorni che l'aspettavano tutti eguali, sempre eguali, senza più amore né speranza."


Non ha che la sua amatissima madre, Giustina: con lei vuol trascorrere i suoi giorni - tanti o pochi che siano, come la Provvidenza vuole -  in solitudine, nella pace e nella tranquillità della loro modesta ma dignitosa casina, collegata ad una chiesetta spoglia in cui si respira un'aria pregna di sacralità e fede; la cappella è stata fatta costruire dagli antenati paterni della donna, i quali, avendo purtroppo condotto esistenze non sempre rette e onorevoli, hanno provato ad espiare i propri peccati attraverso quest'atto  di devozione alla madonna.

La vita di Concezione e Giustina è caratterizzata da azioni quotidiane semplici e rassicuranti: cucinare, rassettare e pulire casa, cucire per guadagnare qualcosina e accogliere con simpatia e generosità i tanti paesani che vanno a trovarle costantemente, compresi i più poverelli ai quali mamma e figlia donano cibo e altre necessità, con discrezione e senza farli sentire umiliati.

Concezione è una donna piacevole d'aspetto e di fisico e non sono in pochi a corteggiarla; in particolare c'è un uomo, più giovane di lei e forestiero (viene dal Piemonte), che soggiorna nel loro paese per ragioni di lavoro: si chiama Aroldo, è un bravo ragazzo e non fa che gironzolare attorno alla casa dell'amata, la quale ha in effetti ricambiato l'interesse del giovanotto prima dell'operazione; adesso, però, le cose sono mutate per Concezione, che sente di non avere più diritto ad una vita normale a causa della malattia e, in virtù di questo scoraggiante pensiero, cerca di disilludere lo spasimante, di tenerlo a distanza e di trattarlo con cortese freddezza per spingerlo a rassegnarsi.

"...l'ombra del suo avvenire non l'abbandonava: le pareva di essere come una monaca, che non può e non vuole sciogliersi dai suoi voti: e se respingeva Aroldo era per il bene di lui, per amore e non per altro".

Ma Aroldo è tenace e testardo e, anche se i sentimenti non vengono spazzati via dai rifiuti di Concezione, pure lo spingono a commettere degli errori per orgoglio, per dispetto, e ad avere una condotta che potrebbe ritorcersi contro sé stesso.

Ad irritare e addolorare ulteriormente Concezione ci pensano altri problemi: ci sono alcuni paesani, che da sempre frequentano la casa con la chiesetta, ricevendo un'ospitalità gentile e amichevole da parte di Giustina e figlia, ma ultimamente arrivano con spavalderia e prepotenza per proporre alla giovane dei matrimoni.
Il burbero Felice Giordano ha ben due nipoti tra cui Concezione potrebbe scegliere, e la chiacchierona Maria Giuseppa ne ha uno che, seppure un po' tardo di mente, sicuramente è un bel pezzo d'uomo.
Sebbene tutti promettano alla donna di farla vivere come una regina, Concezione intuisce che, in realtà, essi sono al corrente del fatto che il suo defunto padre abbia lasciato a moglie e figlia un rispettoso gruzzolo, da parte. Insomma, le donne non saranno ricchissime, ma hanno ciò di cui abbisognano per vivere e anche qualcosina di più, tanto da poter donare a chi è nel bisogno.

Concezione è oltremodo indignata dall'atteggiamento di queste persone e lo dimostra apertamente, manifestando tutto il suo malcontento e ripetendo con fermezza che lei non ha alcuna intenzione di sposarsi: vuol vivere e morire accanto alla cara madre, ai piedi della statua della sua madonnina, facendo la carità e godendo di un'esistenza semplice.
Punto.
Del resto, se sta cercando in tutti i modi di far allontanare l'unico uomo che le piace (Aroldo), figuriamoci se potrebbe mai accettare di andare in sposa a dei ragazzetti che non sono ancora neppure uomini!
Fortunatamente, c'è don Serafino a darle una mano, attraverso i suoi consigli e aiutandola a tener lontani i corteggiatori molesti.

Concezione è una donna vigorosa, con un carattere deciso, forte, con una fede "non cieca né fanatica, ma tranquilla e luminosa", sincera anche se non sempre solida (in quanto non priva di dubbi e domande), che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, che sa tener lontane le seduzioni perché conscia anzitutto delle effettive condizioni del proprio corpo, e anche del proprio desiderio di voler espiare degli errori (o presunti tali) commessi in passato e che avevano a che fare anch'essi con l'amore.
Decisa a non voler più sbagliare ed essere causa di sofferenza per altri (oltre che per sé stessa) e che la malattia non le permetta di avere dei progetti relativi alla costruzione di una famiglia, Concezione desidera unicamente starsene per i fatti propri, vuol essere lasciata in pace: perché questo suo legittimo desiderio non dev'essere rispettato?

Altro che tranquillità, come consigliato dal dottore: in seguito alle proposte di matrimonio, sotto gli sguardi intriganti della gente impicciona, la povera Concezione dovrà fare i conti non soltanto con l'invadenza di persone che pensano di poterla condizionare, ma anche con la sparizione improvvisa dello stesso Aroldo e, soprattutto, con il tumulto di pensieri, emozioni, paure e desideri che le si agita nell'anima e che neppure le preghiere riescono a placare.


Questo romanzo della scrittrice sarda Grazia Deledda (vincitrice, nel 1926, del Premio Nobel per la Letteratura) è stato pubblicato nel 1936 (anno della sua morte) ed affronta varie tematiche: la malattia, l'amore, la famiglia, la sofferenza, il peso dei peccati propri e altrui e la necessità di espiarli, la fede che, per quanto forte, non è esente dall'assalto di dubbi, inquietudini, insicurezze, caratteri propri della condizione umana e della sua intrinseca fragilità. 

Maria Concezione è un bel personaggio femminile, prima di tutto perché la sua personalità è delineata con maestria e realismo, e poi ha dei tratti "moderni" rispetto al tempo in cui vive: ha uno spirito indipendente, è umile e modesta ma non debole e remissiva; è una brava e premurosa figlia, veglia sulla propria casa con dignità e coraggio, ma ella è comunque figlia del contesto in cui vive.
È una donna cresciuta all'ombra della religione ed è infatti disposta a sacrificare la propria felicità sull'altare dell'espiazione di peccati che il lettore, dall'esterno, neppure ritiene tali e questo fa apparire le decisioni e i comportamenti della protagonista come esagerati e irrazionali, ma è chiaro, come dicevo, che la storia e i personaggi vadano contestualizzati per essere compresi.

Non soltanto stiamo parlando di un'Italia degli anni Trenta, ma siamo in un piccolo paese della Sardegna, in una realtà rurale abitata da persone dai modi di fare schietti e rozzi (che si tratti dell'omone che parla sempre con un tono di voce alto alla donna pettegola che ficca il naso dove non deve, entrambi convinti di poter fare i prepotenti in casa d'altri): è un contesto umano rustico e selvatico, ben riflesso nell'ambiente naturale circostante che, lungi dall'essere descritto in maniera impersonale e oggettiva, è anch'esso un personaggio a tutti gli effetti, profondamente vivo, con le sue asperità e contraddizioni (come lo è l'essere umano, appunto).

Ho apprezzato questo libro della Deledda, ho avuto modo di cercare informazioni sulla sua vita, opere e tematiche, e poiché è stata una scrittrice prolifica, conto di leggere altro di questa scrittrice, che ad oggi è l'unica italiana ad aver vinto il Nobel per la Letteratura.

Classico consigliato!

mercoledì 17 maggio 2023

👃RECENSIONE 📚 L'ANNUSATRICE DI LIBRI di Desy Icardi



Il magico e meraviglioso mondo dei libri, il fascino dei volumi antichi nascosti tra gli scaffali impolverati delle biblioteche, personaggi particolari e vivaci e una trama briosa e divertente sono gli ingredienti di   questa allegra e graziosa commedia ambientata nella Torino degli Anni Trenta e Cinquanta.


L'ANNUSATRICE DI LIBRI
di Desy Icardi


Fazi Ed.
408 pp
Nel 1957 Adelina ha quattordici anni e la famiglia (per sottrarla a un possibile corteggiamento da parte di un ragazzo) la manda da una zia vedova che vive a Torino: la zia Amalia Peyran, donna pratica e concreta, che definire parsimoniosa è un eufemismo.
Lei ha il braccino corto su tutto: è "tirchia" d'attenzioni e di dimostrazioni d'affetto verso questa nipote così giovane e lontana da casa; lo è nel provvedere in maniera adeguata alle esigenze della stessa, fornendole abiti caldi o un'alimentazione adatta a un'adolescente.
Eppure è ricca, avendo sposato, quand'era ragazza, un colonnello, tale Gottardo Peyran, morto però poco dopo le nozze, in Africa.

La narrazione prende due direzioni: una si concentra sul presente e su Adelina, l'altra è un lungo flashback che vede al centro proprio Amalia e il suo passato da ballerina e soubrette.

Adelina è una ragazza buona, mite e diligente ma purtroppo a scuola viene additata come somara, in particolare dal reverendo Keller, professore severo, rigido ed esigente.
Oltre ad essere bersaglio dei rimproveri di quest'ultimo, Adelina deve sopportare anche risatine e prese in giro da parte delle compagne di classe, che le sghignazzano dietro sia per il modo di vestire (troppo semplice, da contadina poverella) che per le sue evidenti difficoltà nella lettura: la ragazza, infatti, non riesce più a leggere già da un po' di tempo, le parole le ballano sotto gli occhi e questo le impedisce di aprire i libri per studiare con profitto, così da andare alle interrogazioni preparata.
Per aiutarla a studiare, Keller pensa bene di affiancarle la brillante e arguta compagna Luisella. 

Quest'ultima vive col padre, il notaio Vergnano, in una grande casa, con tanto di domestici; Luisella è una ragazzina intelligente, che ama leggere, è sicura di sé e non teme di rispondere, anche con un pizzico di sfacciataggine, agli adulti, cosa che la timida Adelina mai si sognerebbe di fare.

Nei pomeriggi in cui si frequentano per ripassare insieme, le due ragazze allacciano una bella amicizia, che le porta a conoscersi meglio, tanto da prendere l'una le difese dell'altra, quando serve.

Adelina, inoltre, sembra trarre beneficio dallo studio in compagnia dell'amica, ma in realtà ella fa una scoperta su sé stessa sensazionale, che la lascia sgomenta e confusa; ci sono dei libri che emettono profumi forti e ben precisi, e annusandoli Adelina riesce a fare qualcosa di inimmaginabile: "leggerli", conoscere le storie e i personaggi di cui si narra nei libri!
Pur non leggendone una sola riga, ma soltanto accostando il naso alle pagine e odorandole, Adelina riesce a conoscere ciò che in essi è scritto, col vantaggio di non doverlo fare con gli occhi e di terminare un libro anche molto grosso in pochissimo tempo!
Ma questa capacità straordinaria di leggere con l’olfatto ha i suoi contro: le provocano delle violente fitte alla testa, portandola quasi fino allo svenimento. 

Nonostante l'arte di annusare libri sia accompagnata da questi malesseri, Adelina non riesce a fare a meno di esercitare il suo incredibile e misterioso talento, non solamente per via della scuola (il profitto scolastico migliora) ma proprio per il puro gusto di immergersi nelle storie più diverse, alcune romantiche, altre avventurose, altre meno divertenti, ma tutte ugualmente apprese attraverso questo canale insolito...: il suo naso!

Questo talento, però, ben presto diventa per lei un pericolo.

Quando il reverendo Keller scopre che quest'allieva sempliciotta, da lui definita somara, è in grado di "leggere"  in poco tempo anche volumi vecchi e scritti in diverse lingue, capisce di trovarsi al cospetto di una figura che egli aveva sempre creduto essere una "leggenda": chi avrebbe mai pensato che esistessero davvero delle persone capaci di "leggere con l'olfatto" e che Adelina potesse essere un'annusatrice?

È una scoperta che ha dell'incredibile e Keller non la tiene per sé, ma la condivide con il papà di Luisella, il quale è implicato in traffici non sempre chiari e ha una vera passione (o meglio, ossessione) per i libri antichi e di valore, in particolare per il celebre manoscritto Voynich, “il codice più misterioso al mondo”, scritto in una lingua incomprensibile e mai decifrato da alcuno. 

E se quella ragazzetta ingenua fosse in grado di decifrare con il suo nasino il testo in questione? Chissà cosa vi è scritto, tra quelle pagine, chissà a che scoperta si potrebbe giungere! 

Vergnano, avido ed egoista, vorrebbe che Keller sottoponesse alla ragazza il manoscritto, così da decifrarlo; il religioso, però, mostra forti perplessità in quanto è a conoscenza di come il talento di annusatrice richieda sforzi fisici non indifferenti e, se abusato, potrebbe provocare del male all'ignara Adelina.

Purtroppo, il notaio se ne inventerà una più del diavolo pur di raggiungere il proprio scopo.

Il secondo filone narrativo, come vi dicevo, riguarda zia Amalia.
Leggiamo, quindi, della sua giovinezza, delle umili origini, di come abbia cercato di farsi strada a Torino lavorando prima presso una modista e poi nei teatri, al seguito di una compagnia di comici, prestigiatori e soubrette.
Sorridiamo leggendo di come abbia cercato in tutti i modi di farsi sposare da un uomo ricco, così da non dover più lavorare, ma senza mai cedere e far cadere "la monetina in mezzo tra le ginocchia" prima di convolare a nozze, errore che avrebbe potuto bollarla come una donna facile e quindi non da sposare.
E invece Amalia, grazie agli scaltri consigli dell'amica e collega Caterina, ha saputo "costringere" il colonnello Peyran (un uomo abbondante, sia di che di grasso corporeo) a impalmarla.

Gli anni passano, è vero, Amalia ha superato i cinquant'anni e non è più fresca come una rosa, ma la voglia di accaparrarsi un altro marito non l'ha abbandonata di certo e, desiderosa di essere ancora notata, si lascerà incantare dal fascino di un uomo affascinante e colto, ma poco onesto.

Desy Icardi ha costruito una galleria di personaggi particolari ed eccentrici e un intreccio di dinamiche e situazioni vivaci (con un pizzico di mistero) dai risvolti umoristici, che strappano molti sorrisi e che sfociano in una dimensione deliziosamente surreale, - passatemi il termine - "paranormale" (leggere con l'olfatto); grazie a una scrittura coinvolgente, il lettore è immerso in un'atmosfera vintage (ricordo la doppia ambientazione - anni '30 e fine anni '50) molto piacevole, che ricorda i film del passato, le belle commedie in bianco e nero. 
Per chi ama i libri e la lettura, questo aspetto del saper leggere con un senso diverso dalla vista è sicuramente interessante e originale ed è raccontato in modo da affascinare il lettore, che quasi avrebbe voglia di condividere lo stesso dono di Adelina per poter soddisfare l"insaziabile fame di lettura utilizzando più sensi.
Mi sono piaciuti i riferimenti letterari, che sono abbondanti e rimandano a tanti libri, il che potrebbe essere di stimolo a leggere certe opere molto famose della letteratura, se ancora non lo si è fatto.

Quella di Adelina è una storia che ha i contorni di una fiaba, in cui una ragazza semplice, umile, che sembra destinata ad essere la classica compagna di scuola invisibile, scopre di avere delle capacità fuori dall'ordinario, che fanno di lei una lettrice molto speciale.

Consiglio questo romanzo a chi desidera immergersi in una lettura che, facendo leva sull'amore per i libri, sa come intrattenere con garbo il lettore.

Di questa autrice, in precedenza, avevo letto soltanto il racconto IL FANTASMA DEL LETTORE PASSATO, in cui ritroviamo madama Peyran e l'avvocato Ferro, avido lettore. 


lunedì 15 maggio 2023

❤ RECENSIONE ❤ SENSALE SI DIVENTA. IL SENSALE MISTERIOSO DI ELLA POINTE di Tess Thompson




Il omicidio misterioso, in una tranquilla cittadina dello Stato di Washington, di un uomo poco amato ma molto temuto, diventa l'occasione giusta per la vedova di prendere in mano le redini della famiglia e cominciare a organizzare, con discrezione e fermezza insieme, le vite dei propri quattro figli, eccentrici e problematici.
E per farlo al meglio la donna avrà bisogno dell'aiuto di qualcuno che si impegni seriamente a combinare quattro buoni matrimoni.
C'è bisogno di un sensale, insomma.
Anzi, due.



SENSALE SI DIVENTA. 
IL SENSALE MISTERIOSO DI ELLA POINTE
di Tess Thompson



Self publishing
vol. 1
trad. Isabella Nanni
74 pp
4.99 euro (ebook)
Gratis (Kindle Unlimited)
"C’erano molte bugie e tradimenti qui, e la maggior parte riguardavano Roland Tutheridge. Tuttavia, i suoi segreti  cominciarono a svelarsi la notte della sua morte. O, più precisamente, la mattina dopo il suo omicidio."


Il ricco e potente Roland Tutheridge è morto. Assassinato.
A chi appartiene la mano omicida?

Siamo nell'autunno del 1910, ad Ella Pointe, (immaginaria) cittadina sita a Whale Island, un'isoletta nel Puget Sound (Stato di Washington) e il violento patriarca sta per ricevere le dovute esequie.
Ma nessuno lo sta piangendo: non lo piangono i famigliari - la moglie e i quattro figli - e neppure gli amici.
Del resto, di amici veri probabilmente non ne aveva e, invece, di nemici ne aveva eccome.
Sarà per questo che, in paese, ogni persona che conosceva e aveva una qualche forma di relazione con lui, potrebbe essere un possibile killer: tutti ad Ella Pointe avevano una ragione (o più d'una) per volere morto Roland.
L'avevano i suoi "compagni" di poker, tra cui uno sceriffo, un parroco e il barista, Matthew, che è anche il co-narratore di questa storia.
Gli uomini del gruppo di pokeristi sono stati gli ultimi a vederlo vivo, ma ovviamente tutti giurano di non averlo ucciso.

E se fossero stati i figli del defunto?
Già, perché Roland non è stato né un buon marito né tanto meno un buon padre: la moglie era sottomessa a suon di botte e i figli erano continuo oggetto di umiliazioni e aspri rimproveri, per cui anch'essi avrebbero voluto la morte di quel prepotente violento e odioso.

I giovani Tutheridge sono tre fratelli (Benedict, Hudson e Briggs) e una sorella, Ella, e tutti e quattro - proprio a causa di un'infanzia e un'adolescenza vissute sotto lo sguardo truce e cattivo di un padre padrone - sono cresciuti con diversi problemi di carattere emotivo.
Tra loro c'è chi è molto insicuro, chi si è chiuso in un cupo dolore, incapace di elaborare un lutto ancora fresco, chi va a donne e vive della propria arte, e chi (Ella) sogna di fare il medico dell'isola, armata unicamente di un caratterino forte e di buona volontà, ma priva delle necessarie competenze.
Insomma, sono quattro fratelli complicati, con un gran cuore ma poco abituati a seguirlo, a fidarsi delle persone e, soprattutto, per nulla intenzionati a "sistemarsi" contraendo matrimonio.

Che poi è ciò che sogna, per ciascuno di loro, la madre, la signora Tutheridge.

E proprio perché sa che i suoi tre ragazzi e quella figlia ostinata e ribelle non hanno in progetto di sposarsi e mettere la testa a sposto, la signora ha deciso di intromettersi nelle loro esistenze e di chiedere al buon Matthew di improvvisarsi sensale.

Matthew, seppur sconcertato, accetta ( a dire il vero, non può permettersi di rifiutare...) e comincia subito a lavorare per cercare tre spose e uno sposo per i giovani Tutheridge.

Ma non farà tutto da solo: ad aiutarlo ci sarà una donna che vive a Boston.
Aubrey (seconda voce narrante) è vedova da non molto e la sua voglia di vivere è stata seppellita nella fossa assieme all'amato e compianto marito deceduto.
Ma ben presto la donna si ritrova ad assecondare la propria natura di persona attiva, energica e con un gran sesto senso che la rende abile nel capire le persone e andare incontro alle loro esigenze, qualità questo fa di lei la sensale adatta al "caso Tutheridge ".

Tutti i personaggi di questo racconto hanno un personale trascorso fatto di delusioni, dolori, amarezza, sfiducia: l'amore è croce e delizia e non poche volte, invece di recare gioia, è stata per essi causa di sofferenza!
L'autrice ci mette davanti a delle anime ferite e bisognose di affetto, di cura e protezione, di una nuova occasione per credere nell'amore, per coltivare la speranza che la felicità è dietro l'angolo anche per loro.

C'è stato un omicidio in questa cittadina e le ombre della cattive azioni di Roland e dei segreti di chi aveva a che fare con lui, si allungano sull'isola: l'amore saprà fugarle con la sua luce?

Il presente prequel è un breve racconto davvero delizioso, scritto (e tradotto) molto bene, con uno stile fluido, una scrittura piacevolissima e accattivante, che mette in risalto i caratteri dei personaggi in maniera diretta, attraverso parole e azioni; gradevole l'ambientazione e quella nota di mistero dovuta all'assassinio. Mi piace anche la delicatezza con cui vengono descritte le personalità complesse dei giovani da sposare, che quindi non sono i classici belli e maledetti, ma comuni ragazzi con fragilità e insicurezze.
Non posso che attendere di leggere il prosieguo e intanto consiglio la lettura di questo libro agli amanti di storie di famiglia e d'amore.



Sensale si diventa è il prequel della serie Il sensale misterioso di Ella Pointe; da oggi è disponibile negli store online, mentre il primo volume, Per amore di Benedict, sarà disponibile in formato digitale dal 5 giugno. Anche questo romanzo verrà recensito sul blog.


L'autrice.
Tess Thompson, autrice di best-seller per USA Today, ha vinto molti premi per i suoi romanzi rosa, sia storici che contemporanei, con quasi cinquanta titoli pubblicati. Le sue storie raccontano saghe familiari, sentimenti, con un po’ di mistero e tantissimo cuore. 



venerdì 12 maggio 2023

Dal libro al cinema (maggio-giugno 2023)



Diamo una sbirciatina a cosa ci aspetta al cinema! Come sempre, la mia attenzione si sofferma sui film tratti da/ispirati a romanzi o che raccontano le vite di scrittori.






Love Again è una commedia romantica diretta da James C. Strouse; è un remake in lingua inglese del film tedesco SMS für Dich (2016), a sua volta basato su un romanzo di Sofie Cramer.
Nel cast: Priyanka Chopra, Sam Heughan, Céline Dion, Russell Tovey, Lydia West.

Dopo aver perso il proprio fidanzato, Mira Ray continua a inviare romantici messaggi al suo vecchio numero di cellulare, non sapendo che quest'ultimo è stato riassegnato al telefono aziendale del giornalista Rob Burns. 
Rob rimane colpito dalle parole di Mira e, quando gli viene affidato il compito di scrivere un articolo sulla superstar Celine Dion, chiede il suo aiuto per capire come incontrare Mira di persona e conquistare il suo cuore.

Uscita al cinema: 11 Maggio 2023.





La sirenetta (The Little Mermaid) è remake live action, diretto da Rob Marshall e prodotto dalla Walt Disney Pictures,  del film del 1989, basato sulla celeberrima fiaba di Hans Christian Andersen La sirenetta.
La bella sirena Ariel, dopo aver salvato il principe Eric da un naufragio, è intenzionata a raggiungerlo sulla terraferma; in cambio di due utili gambette, rinuncia alla sua voce, venendo a patti con la strega del mare. I problemi non tarderanno ad arrivare.

Uscita: 25 maggio 2023.





The Boogeyman è un horror/thriller diretto da Rob Savage, con Chris Messina e Sophie Thatcher.  La pellicola è l'adattamento cinematografico del racconto Il baubau di Stephen King, inserito nella raccolta A volte ritornano.

Ancora scossi dalla tragica morte della madre, un'adolescente e il suo fratellino si ritrovano tormentati da una presenza sadica nella loro casa e lottano per convincere il padre in lutto a prestare attenzione prima che sia troppo tardi.

Uscita: 1° giugno 2023.





Emily
è un film diretto da Frances O'Connor, con Emma Mackey e Fionn Whitehead e incentrato sulla scrittrice Emily Brontë.
Il regista immagina una ormai anziana Emily che viene convinta dalla sorella Charlotte a raccontare cosa l'abbia ispirata a scrivere (il mio adorato) Cime Tempestose.
Inizia così il racconto della vita dell'autrice e della ricerca della sua identità letteraria.

Questo viaggio introspettivo vede la giovane Emily affrontare alcuni drammi familiari e superare i confini della sua vita di donna dell'Ottocento. 
Ribelle, sagace, desiderosa di apprendere, ma soprattutto di essere libera di pensare con la propria testa, ha un caratterino che le darà non pochi problemi in famiglia, dove non viene compresa, e affascinerà perfino William Weightman, il curato incaricato di insegnarle francese.
Saranno gli ostacoli della vita, un travolgente amore impossibile, una società e una famiglia che la vuole diversa che porteranno la scrittrice a trovare il suo stile femminile e provocatorio, grazie al quale potrà esprimere il suo potenziale creativo e la sua libertà artistica.

Uscita al cinema il 15 giugno 2023.






Siti consultati:

https://www.comingsoon.it/
https://movieplayer.it/

mercoledì 10 maggio 2023

✦✦ RECENSIONE ✦✦ IL SOGNATORE di Laini Taylor




C'era una volta un giovane bibliotecario, orfano e senza origini né radici, dotato di una fervida immaginazione, di una mente sognante e di uno sguardo che si perde nel nostalgico ricordo di una città perduta, dal nome impronunciabile e ormai dimenticato. Un giorno quel ricordo diventa ricerca e il Sognatore, Lazlo Strange, inizia un viaggio straordinario che lo cambierà nel profondo, conducendolo verso la conoscenza dell'Amore ma anche di sé stesso e della sua natura.



IL SOGNATORE
di Laini Taylor


Strange the dreamer
Fazi Ed.
trad. D. Rizzati
524 pp
14.50 euro
2018
"In un sussurro gli chiese: «Pensi ancora che io sia un… un mostro particolarmente non orribile?». 
«No», le rispose, sorridendo. «Penso che tu sia una fiaba. Penso che tu sia magica e coraggiosa e sublime.»"

In un tempo che non potremmo collocare e in un luogo indefinito chiamato Zosma, un orfanello, di nome Lazlo Strange, è cresciuto in un'abbazia, allevato da austeri monaci che hanno provato ad estirpare dalla sua mente il germe della fantasia.

Ma egli è cresciuto all'ombra degli straordinari racconti - seppure un tantino confusi - di un monaco anziano, che gli ha riempito la testa con le storie leggendarie riguardanti la città perduta, chiamata Pianto, ma il cui nome, in realtà, non viene pronunciato da troppi anni, anzi, pare che nessuno ormai lo ricordi più.

Pianto è caduta nell'oblio da duecento anni, ormai, e sopravvive solo nei libri impolverati della Grande Biblioteca di Zosma, volumi che solo il buon Lazlo si premura di leggere e rileggere, imparandoli quasi a memoria.

"...le storie gli sembravano la sua personale riserva aurifera (...). Le storie erano ancora lì (...). Se le coccolava come una piccola riserva d'oro in un angolo della sua mente."

Tanto le leggende ascoltate quanto i numerosi libri letti hanno contribuito a nutrire l'immaginazione del ragazzo, che ama trascorrere tutto il suo tempo immerso nei libri: chi lo conosce, sa che il suo naso è sempre nascosto tra le pagine; non fa che leggere, ovunque e in ogni momento.

"Nelle occasioni in cui alzava davvero gli occhi dalla pagina, sembrava sempre che si svegliasse da un sogno. Strange il Sognatore, lo chiamavano. Il sognatore, Strange."

E tra quegli scritti antichi cerca l'oggetto delle sue fantasia: la città dimenticata.
Non fa che pensarci e chiedersi: quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? 

I segreti della città leggendaria finiscono per diventare un'ossessione; il suo più grande desiderio è  vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, ma è consapevole di come questo sia un sogno destinato a restare irrealizzato. 

"Lazlo era un sognatore in un senso più profondo di quello che loro conoscevano. Vale a dire che lui aveva un sogno – un sogno guida e duraturo, talmente parte di lui da sembrare una seconda anima nella stessa pelle."

E intanto c'è chi, come il simpatico mastro Hyrrokkin, esorta il giovane e pallido bibliotecario ad alzare il capo e guardarsi attorno: e se invece di tenere sempre il naso tra i libri andasse fuori a cogliere mazzetti di fiori e a corteggiare fanciulle? Non ne trarrebbe giovamento?

"Hyrrokkin riassunse la sua lezioncina. «La vita non ti capiterà addosso, ragazzo», disse. «Sei tu che devi farla capitare. Ricorda: lo spirito diventa abulico quando trascuri le passioni»."

Ma Lazlo è così: solitario, di poche parole, con la testa fra le nuvole, sempre a pensare a Pianto, esperto in miti e leggende e fiabe..., tutte caratteristiche che suscitano il riso e le bonarie prese in giro da parte di chi lo vede come un topo da biblioteca senza altri interessi e privo di vitalità.

Ed effettivamente lui è diverso da tutti: non ritiene la magia una sciocchezza, non pensa che le fiabe siano solo per bambini. "Lui sapeva che la magia era reale perché lo aveva sentito quando dalla sua mente era stato rubato il nome della Città Invisibile".

C'è in particolare una persona che non lo sopporta, perché lo ritiene un orfano privo di valore alcuno, che mai riuscirà a compiere imprese eroiche nella vita: un giovanotto figlio di un uomo in vista, il cosiddetto "figlioccio d'oro", Thyon Nero, tanto bello quanto arrogante e altezzoso: egli tratta Strange con sufficienza, eppure, nonostante la sua maleducazione, Lazlo lo rispetta e, addirittura, dà un aiuto importantissimo a Thyon (che a Zosma svolge un ruolo da alchimista) che gli svolterà la vita, ricevendone, però, solo ingratitudine e disprezzo.

Ma la storia è destinata a prendere strade inimmaginabili e a sorprendere tanto i puri di cuore come Lazlo, quanto i presuntuosi come Thyon.

Un giorno, un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi e la sua delegazione di guerrieri (i Tizerkane), provenienti dalla città invisibile, si presentano alla biblioteca: per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie.

Il Massacratore si chiama Eril-Fane e si è guadagnato questo terribile soprannome perché anni prima ha compiuto un'impresa incredibile, che è valsa la salvezza alla gente di Pianto: ha compiuto un massacro, appunto, uccidendo gli dèi (i Mesarthim) che, fino a poco prima, avevano vessato e fatto del male agli umani della città.

Lui è diventato un eroe per la sua gente e adesso chiede aiuto agli abitanti di Zosma perché collaborino a liberare la città perduta dagli spettri del passato e a farla ritornare ciò che era.

Eril-Fane desidera assoldare uomini e donne con capacità specifiche, pratiche e utili e Lazlo sa che un semplice sognatore, appassionato di libri e fiabe, potrebbe non sembrare di grande aiuto, eppure il ragazzo si fa avanti e chiede di potersi unire alla spedizione: finalmente, i misteri di Pianto, che erano stati "la musica del suo sangue da quando ne aveva memoria", potevano diventare realtà!

Con sommo stupore di tutti - Strange compreso - e sotto lo sguardo accigliato di Nero, il Liberatore di Pianto lo accoglie volentieri e il giovanotto, durante il viaggio, si fa apprezzare per la sua spiccata intelligenza, la cultura, le tante informazioni su Pianto, la grande abilità di cantastorie, la sua piacevole ironia, insomma si fa voler bene; dal canto suo, il ragazzo matura e diventa più uomo, nel corpo e nello spirito, lasciando dietro sé la vaghezza sognante di prima per fare spazio ad una intensità da cercatore.

Lazlo lo aveva sempre saputo: è il sogno a scegliere il sognatore, non il contrario; il sogno di Pianto è venuto a cercarlo e lui si è lasciato trovare.

E sarà ancora il sogno a cambiare la sua vita, a donargli la bellezza di un sentimento genuino mai provato prima, che darà nuova linfa alla sua esistenza.

Questo sogno ha inizialmente le sembianze di tante falene, e non è un caso.

Le falene sono una sorta di "estensione" della volontà e del dono di una ragazza (di nome Sarai) molto speciale che vive in una fortezza, posta più su di Pianto, e che dal giorno del Massacro si nasconde, assieme ad altri quattro amici e un nugolo di fantasmi, affinché nessuno sappia della loro esistenza.

I cinque ragazzi (un maschio e quattro femmine, tutti più o meno coetanei tranne una, Minya, che dimostra circa sei anni pur essendo più grande) sono dei sopravvissuti al famoso massacro e sanno bene che, qualora gli umani li scoprissero, per loro sarebbe la fine.

Perché? Chi sono essi? Perché la loro sola esistenza sarebbe un problema?

La narrazione si divide in due filoni (che ovviamente si congiungeranno) e, parallelamente al viaggio di Lazlo verso Pianto, i lettori conoscono un gruppo di amici molto particolari (con solo le sembianze di esseri umani) che vive, appunto, vicino alla città, pur non facendone parte.

Non vi darò altri dettagli in merito e, anzi, con la trama mi fermo qui; aggiungo soltanto che i ricordi dolorosi di quel Massacro tormentano questi ragazzi, le cui vite sono state stravolte da allora, pur non avendo essi alcuna colpa, ma essendo solo i figli di chi si comportò in modo abietto con gli abitanti (umani) di Pianto; questi sopravvissuti.

Essi conducono una non vita, circoscritta alla fortezza, al chiuso, senza cielo. Possono soltanto sognare di essere diversi, di avere altre possibilità e altri modi di esistere.

Sarai, poi, avendo il dono di entrare nei sogni degli altri e di "crearli", trasformandoli anche in incubi, è l'unica che, a modo suo (e tramite le sue falene), può uscire dalla loro "prigione" e sbirciare nelle vite altrui.

Come anticipavo, sarà proprio insinuandosi nei sogni, che Sarai conoscerà Lazlo.
Questo singolare incontro travolgerà le loro esistenze e ogni certezza, e farà loro conoscere la potenza di un sentimento nuovo, sconvolgente e, soprattutto, impossibile da vivere totalmente e in libertà.

Per quanto mi riguarda, "Il Sognatore" è un "signor romanzo fantasy", scritto magistralmente, ricco di descrizioni vivide e particolareggiate di un mondo fantastico che il lettore riesce ad immaginare in ogni dettaglio, perdendosi nella magia di una narrazione che lascia gli occhi (dell'immaginazione) pieni di stupore e meraviglia.

Il fascino della superba penna di Laini Taylor mi aveva già avvinta nei primi due libri della Trilogia di Praga (La chimera di Praga, La città di sabbia; mi manca il terzo, Sogni di mostri e divinità) e questo romanzo non è che un'ulteriore e bella conferma: ha un modo di narrare affascinante, magnetico, vivo, e tali sono sia le ambientazioni fantastiche che i personaggi che intervengono, siano essi più simili a noi umani o appartenenti ad altri "mondi" (dèi, semidèi, mostri, fantasmi, ecc...); anche i mondi animale, naturale e minerale sono coinvolti in questa magia, assumendo caratteristiche speciali e straordinarie; va da sé che il linguaggio stesso sia consono alla dimensione fantastica e comprenda la creazione di un "vocabolario" inventato dall'autrice per indicare figure e creature fittizie (esempi: iji, spectral, faranji, Tizerkane, mesarzio...).

La Taylor non si limita a raccontare una storia, a tessere una trama articolata, complessa, ricca di avvenimenti, dinamiche e sorprese (che già mi paiono degli ottimi elementi) ma crea con sapienza e abilità narrative mondi paralleli (dalle caratteristiche fiabesche, che ricordano i fantasy classici, quelle storie dell'infanzia che iniziano con "C'era una volta") che accolgono personaggi particolari e originali, dei veri e propri microcosmi di sentimenti e passioni, come lo sono Lazlo e Sarai, alle cui vicende e ai cui cuori ci affezioniamo, perché essi - pur avendo connotazioni ultraterrene - hanno dei sentimenti umani, soffrono, piangono, si struggono per amore, sognano un futuro ricco di serenità, di vita, di speranza, senza odio, rancore, vendetta, sopraffazioni.

Le scene d'amore sono descritte con estrema delicatezza, attraverso immagini fortemente evocative, e non potrebbe essere diversamente visto che esse si svolgono sempre all'interno della dimensione onirica: il Sognatore ama la sua bella nel sogno, quello è l'unico spazio-tempo che permette loro di vivere questo amore, e la forza del sentimento, con la gioia che l'accompagna, si manifesta in maniera visibile, dando vita a uno sfondo pieno di stelle, luce, natura rigogliosa, dove ogni cosa esprime felicità e bellezza.

Il sogno diventa il posto in cui è possibile immaginare una dimensione in cui Pianto non è più sinonimo di malinconia e dolore, dove non c'è posto per le lacrime, né per la cattiveria o l'invidia o la brutalità; dove un ragazzo con la testa fra le nuvole e il naso tra pagine di carta e inchiostro incontra una dea dalla pelle blu, i capelli e le ciglia color cannella e le labbra rosso ciliegia, e con lei vive un amore puro e autentico, tale da far impallidire il sole, la luna e le stelle.

Ce la farà questo sentimento a vincere su tutto ciò che rema contro la loro felicità?

Mi auguro di avervi trasmesso il mio entusiasmo per questo romanzo, che rapisce per stile, trama, personaggi, ambientazione..., insomma per tutto.
Inizialmente il ritmo  è un po' lento ma poi, vi assicuro, prende forza e slancio e sarà un piacere perdersi nella lettura.
Il finale è, ovviamente, apertissimo e lascia con una gran voglia di proseguire con il secondo volume, La Musa degli Incubi, che conto di leggere presto.

Consigliatissimo agli amanti del genere!


ALCUNE CITAZIONI

"Proibisci qualcosa a un uomo e lui la desidererà come se fosse la salvezza della sua anima, ancora di più poi se è la fonte di incomparabili ricchezze."

"da quando l'impossibilità impedisce a un sognatore di sognare?"

«Un uomo dovrebbe avere le zampe di gallina per aver scrutato troppo l'orizzonte», aveva detto il vecchio bibliotecario, «non soltanto per aver letto con poca luce».

"Perché che cos’era una persona se non la somma di tutti i frammenti della propria memoria ed esperienza: una serie finita di elementi, con un’infinita varietà di espressioni."

"solo perché il passato è fatto di sangue, non deve per forza esserlo anche il futuro."

"L'amore che fa germogliare l'anima come la primavera e che la fa maturare come l'estate. L'amore come esiste raramente nella realtà, come se un mastro alchimista lo avesse preso e distillato di tutte le impurità, di ogni meschino disincanto, di ogni pensiero immeritevole, trasformandolo in un perfetto elisir, dolce, profondo e divorante. "

"Essere cercata e trovata. Appartenere a una reciproca certezza. Svegliarsi stringendo altre mani. Allungare un braccio e trovare. Essere cercata e trovata. Appartenere a una reciproca certezza. Svegliarsi stringendo altre mani."



martedì 9 maggio 2023

[ ANTEPRIMA ] TANNER - Phoenix Series #6 - di Simona Diodovich - dal 15 maggio



Buon pomeriggio, lettori!
Oggi vi segnalo l'uscita del sesto libro della serie romantic suspense/military romance Phoenix Series, così composta:
 
1. Looger.  
2. Ezra.  
3. Angus.  
4. Murphy.  
5. Emmett.  
6. Tanner


TANNER
Phoenix Series #6
di Simona Diodovich


 Self Publishing
170 pp
Ebook: 0,99 (prezzo lancio)
PRE-ORDER DAL 9 MAGGIO
Data pubblicazione: 15 maggio

Trama

Eve Wright arriva nella Hudson Valley inseguendo dei criminali che hanno ucciso la sua amica Olimpia. Crede di esser in gamba e di averli scovati perché è brava con i computer, ma non si accorge di essere più che altro la preda e non il segugio.

“Sono capitata qui per caso e per una serie di coincidenze, questo gigante buono mi ha aiutato e non posso fare a meno del suo appoggio e di quello dei suoi tre cani, a quanto sembra. Quanto ci vuole prima che mi affezioni?”

Tanner Moore è l’addestratore di cani dei seal. Con Cairo, si è rifugiato in un posto dove pensa di essere al sicuro, vicino a un suo amico di vecchia data e un ex navy seal. La sua vita è fin troppo semplice. Addestra i suoi cani, è il buttafuori di un locale, solo per ricordarsi com’era la sua vecchia vita. E si annoia. Nessuno andava a pensare che incontrare quella donna avrebbe ribaltato tutto.

“Sono Tanner Moore, appena l’ho vista ho pensato che portasse guai, ma non ho calcolato che, nel frattempo, mi avrebbe riportato alla vita.”

Sette giorni, una banda di criminali, un killer alle calcagna, una donna bellissima e sensuale, tre cani addestrati e lui, colui che chiamano il gigante buono, che si confonde nella notte e che sa uccidere a mani nude.

Bentornati tra i Phoenix. 


Curiosità

I team six lavorano in sei.
Uno deve per forza essere un addestratore di cani. Il cane fiuta le bombe e salva la sua squadra, il più delle volte. 
Quindi, all’appello mancava proprio lui, l’addestratore. Un gigante di colore di due metri dalle movenze lente e all’apparenza molto pacifico. Ma Tanner non è così, cova rabbia, ed è letale, come ogni seal.

Questo è l’ultimo libro che presenta i sei seal nascosti nel mondo. Dal prossimo, scopriremo qualcosa in più sul prima e dopo…


L'autrice.
Simona Diodovich nasce a Milano il 17 Aprile 1969, studia come grafica pubblicitaria diventando poi illustratrice a Canale 5 disegnando cover di cd e dvd per A. Valeri Manera. Ha esperienza lavorativa nell’editoria. È grafica pubblicitaria, illustratrice, fumettista, autrice di libri di differenti target,  copywriter, editor, sceneggiatrice di fumetti e colorista. 
Ha lavorato con Arnoldo Mondadori per il Tv sorrisi e Canzoni, con le cover dei cd dello zecchino d’oro, per la Medusa Video le cover delle videocassette di Lupin III, con la LysoForm per un giornalino per i bambini sull’igiene, oltre le varie case editrici italiane. Prosegue la carriera come fumettista disegnando il dottor sorriso per conto della Fondazione Garavaglia, che si ispira alla fondazione americana di Patch Adams. Per beneficenza, insieme a scrittori, poeti e cantanti, ha creato un pezzo per sensibilizzare la gente al problema SLA. Quel testo è poi stato doppiato dalla bellissima voce di Guido Ruberto e la fotografia è di Roberto Besana (https://youtu.be/zdl455jDijM).

Ha scritto libri appartenenti a diversi generi: romance (sportivo, suspense, erotico, chick lit), fantasy new-adult, racconti horror-fantasy, libri per bambini (9-12 anni), epic-fantasy.
Tutti i libri hanno la copertina disegnata da lei.


Contatti

https://www.facebook.com/DiodovichSimona/
https://www.instagram.com/simonadiodovich/
https://www.goodreads.com/author/show/7504702.Simona_Diodovich
https://www.amazon.it/Simona-Diodovich/e/B00J6WK4D6?ref_=dbs_p_ebk_r00_abau_000000



lunedì 8 maggio 2023

[[ RECENSIONE ]] SOLO DIO È INNOCENTE di Michele Navarra



Un onesto e integro avvocato romano vola in Sardegna per prendere le difese di un criminale che, oltre a non aver mai pagato per i propri misfatti, è accusato di aver ucciso a sangue freddo un adolescente, appartenente a una famiglia da sempre in rivalità con la propria. 
L'intricato caso darà modo, al penalista Gordiani, di riflettere sul rapporto tra legge e giustizia, su quanto come e se, applicando la prima, si possa arrivare al trionfo della seconda, e su come in certe losche vicende sia davvero difficile distinguere chi è davvero innocente da chi è colpevole senza ombra di dubbio.



SOLO DIO È INNOCENTE
(L'avvocato penalista Alessandro Gordiani, vol. 1)
di Michele Navarra



Fazi ed.
240 pp
Davide Rutzu ha soltanto diciannove anni e dentro il suo petto brucia il sacro fuoco della gioventù, convinta di essere invincibile, forte, desiderosa di ostentare sicumera e spavalderia anche quando converrebbe tener chiusa la bocca e, perché no?, abbassare il capo.

Davide sa distinguere tra gli amici e i nemici e, tra questi, sa quanto siano odiati, in particolare, i Serra, una famiglia di criminali che ha ammazzato, tempo addietro, lo zio paterno Efisio; anche se nessuno ha mai pagato per quel delitto, i Rutzu sanno che sicuramente è stato Mario Serra, che se ne va in giro per Fonni (Sardegna, tra le alture della Barbagia) con la sua aria strafottente, consapevole di averla fatta franca e di aver rimandato, ancora una volta, l'ora di finire in carcere a pagare per le malefatte commesse.

Ma certe colpe non possono essere lavate che col sangue e la vendetta dei Rutzu non si era fatta attendere: Gianni, fratello di Mario, è stato a sua volta ucciso, per vendetta.

Quale sarà - se ci sarà - la reazione dei Serra? Vendicheranno l'assassinio del loro congiunto?

È un "botta e risposta" sporco di sangue, che gronda rabbia, desiderio di vendetta, in osservanza dell'antico e noto codice barbaricino "secondo cui sangue lava sangue": al pari di un ordinamento giuridico non scritto, composto da regole tramandate di padre in figlio, in nome di concetti di balentia e onore esso consente la vendetta per un torto subito; possono passare anche anni ma il sangue versato non cade mai in prescrizione, come invece a volte capita nei tribunali della giustizia (italiana).

Ed è sulla base di questa brutta "tradizione", dove sangue chiama altro sangue e l'odio viene continuamente alimentato, che Davide si sente ribollire di rabbia ogni volta che vede Mario Serra; un giorno i due si ritrovano faccia a faccia nello stesso locale e Davide lo provoca, lo prende addirittura in giro per la sua zoppìa: è un vero e proprio affronto, e anche se Mario lì per lì non dà corda alle provocazioni di quel ragazzetto incosciente, dentro sente montargli una furia enorme.

Come si permette quello stupidello a sfidarlo in un luogo pubblico e davanti a non poca gente? 

Ovviamente, Mario sa chi è Davide, di chi è figlio e il giovanotto, una volta tornato a casa, diventa sempre più consapevole della grande sciocchezza commessa: come gli è venuto in mente di fare il gradasso con un criminale come Mario Serra, sapendo che da sempre vive di delitti e che finora è riuscito a sfuggire alla legge, proprio perché furbo e scaltro, oltre che spietato e senza morale?

Suo padre, Vittorio Rutzu, lo rimprovera aspramente e teme che quella sfida non verrà dimenticata, perché Mario Serra non è tipo da lasciar cadere un'offesa.

Non passa molto che in casa Rutzu ci scappa il morto: Gregorio, il fratello minore (15enne) di Davide, viene ammazzato all'interno del loro magazzino, con brutalità e a sangue freddo.
Alla polizia, Davide mormora, sconvolto e affranto, che un uomo incappucciato è emerso all'improvviso dal buio e ha sparato al fratello, colpendolo al petto. Non saprebbe riconoscerlo eppure, se non ricorda male, l'assassino zoppicava...

Come è facile supporre, i sospetti si volgono immediatamente sull'odiato nemico di sempre, Mario Serra.
Eppure, questi continua a urlare la propria innocenza.

Quando Alessandro Gordiani, penalista di Roma, riceve la chiamata dal cugino di Mario, Carlo Serra, questi gli chiede con insistenza (a dire il vero, è una sorta di preghiera mista a delle velate minacce) di prendere la difesa del cugino, attualmente in prigione in attesa del processo, perché egli è innocente; sicuro al 100%.

Alessandro è scettico: innocente, certo, come no! Non basta che un sospettato dichiari la propria innocenza perché lo sia realmente! L'avvocato lo sa molto bene ed è oltremodo scettico nei confronti dell'innocenza di Serra.
Ma Carlo non vuol sentire ragioni e lo esorta a incontrare Mario, a parlarci, a dargli una possibilità; e poi, è o non è un diritto, anche per il peggiore dei criminali, quello di vedersi garantita la miglior difesa possibile?

Alessandro sa benissimo che tutti hanno diritto ad essere difesi, anche se sono (molto probabilmente, e comunque fino a prova contraria) colpevoli, solo che lui è altresì cosciente di avere un "limite", una concezione molto soggettiva del proprio lavoro, che lo spinge a non accettare con leggerezza casi come questo, vale a dire un caso in cui un crudele assassino ha tolto la vita a un ragazzino per portare avanti una tradizione di crimini e vendette tra clan; un delinquente che, tra l'altro, finora è rimasto impunito!

È vero, lui è un avvocato penalista ma non è sicuro di riuscire a difendere a dovere una persona che ritiene colpevole, se non di questo, di altri delitti.

Ma le insistenze di Carlo lo convincono a fare un salto in carcere, tanto in Sardegna deve andarci lo stesso con la famiglia, per le vacanze.

Addentrandosi sempre più nell'omicidio del povero ragazzo, Alessandro si ritrova immerso in una sordida realtà criminale, in società antiquata e omertosa tra le cui fitte maglie vige il già citato codice barbaricino, in cui le colpe di alcuni cadono sui famigliari, in cui non c'è spazio per il perdono; ma soprattutto, Alessandro, nel confrontarsi con il suo assistito, comincerà a vederlo sotto un'ottica differente, a metter da parte i pregiudizi e a cercare di ordinare con coerenza e logica tutti i pezzi di quel complicatissimo puzzle in cui non ci si può permettere di dare per scontato alcunché.

E se davvero Mario Serra fosse innocente?
Può un delinquente come lui avere, a suo modo, un codice morale in base al quale i ragazzini non si toccano mai e in nessun caso?

È innegabile che i Serra e i Rutzu siano coinvolti inevitabilmente in un ingarbugliato gomitolo d'inimicizie e rancori, in un mix letale di vecchi risentimenti, torti commessi e subiti, di feroci vendette, e il tutto tramandato di generazione in generazione, senza scampo per i componenti di queste famiglie.
Lo stesso Vittorio Rutzu, ad esempio, è un uomo che non ha mai voluto rientrare nei loschi affari di famiglia, tenendosi lontano dalle armi e cercando di non alimentare quel fuoco di animosità e rivalità che non può che portarsi dietro morte e dolore. Mai si sarebbe aspettato che venissero coinvolti i suoi poveri figli.

Gordiani, supportato dagli amici e colleghi Patrizia, Filippo e Paolo, conduce le proprie indagini per cercare di capire se davvero Serra dica la verità, se l'alibi che dice di avere (ma che non vuole venga fuori in modo sfacciato per rispetto alla persona che potrebbe confermarlo...) sia reale, se ci possano essere altre persone, a Fonni, che ce l'hanno con Vittorio Rutzu e se, in tal caso, esse si sarebbero potute vendicare su di lui colpendo il figlio innocente.

Innocente.
Ma ci sono davvero degli innocenti, in questa storia nera, drammatica e opprimente come il caldo che fa in Sardegna in quel periodo?

Più vi si immerge con tutta l'onestà e la sete di verità che lo guidano da sempre nel proprio lavoro, più Alessandro capisce che non c'è una linea di demarcazione netta tra buoni e cattivi, che probabilmente non c'è nessun innocente da assolvere. Forse solo Dio è innocente, pensa l'avvocato. Forse.

In queste vicende altre persone vengono coinvolte e l'ombra del dubbio circa l'identità dell'assassino non coinvolge solo Serra; al di là di chi sia il colpevole, il lettore - come Alessandro - viene a contatto con dinamiche di violenza (anche domestica), di relazioni segrete (e che tali devono restare), di mariti traditi e furiosi, di mogli vittime di abusi e anche un po' di loro stesse, di ragazzi che si ritrovano in meccanismi troppo grandi da gestire, di genitori che provano a limitare i danni commessi dai figli.

Nessun vero innocente, quindi, ma solo tanti colpevoli, diverse versioni dei fatti e una verità che fatica ad emergere tra le nebbie delle bugie e dei depistaggi.

Alessandro osserva, riflette, valuta, sente una profonda amarezza, frutto della consapevolezza che applicare la legge correttamente non sempre si sposa con l'effettivo appagamento del senso di giustizia.

L'avvocato Gordiani è un bel personaggio e mi è piaciuto perché è onesto, crede nel valore e nello scopo della propria professione, è fondamentalmente un puro e questo caso, affrontato con tutta la serietà e l'ardore di cui è capace, lo portano a riflettere sui significati di parole come legge e giustizia e su quanto sia sempre più complesso calcare "quello sgangherato e traballante palco-osceno che era ormai diventata la sua professione".

Questo romanzo di Michele Navarra l'ho letto tutto d'un fiato perché è molto coinvolgente, ha uno stile fluido e un ritmo incalzante, una storia che parte in modo apparentemente semplice e scontato ma che in realtà riserva delle sorprese; noir e cupe sono le vicende umane relative ai personaggi coinvolti, tratteggiati in modo autentico e profondo, come lo è la Sardegna, nello specifico, il nuorese, in cui è collocata la vicenda; leggere e ironiche le interazioni che riguardano Alessandro e i suoi amici, avvincenti e vivaci le parti in pieno stile legal thriller,  relative a udienze e dibattimenti, in un continuo botta e risposta dal ritmo cinematografico che permette di sviscerare i fatti e poter finalmente approdare alla verità.

Se vi piace il genere, ve lo consiglio caldamente!


ALCUNE CITAZIONI

"La vendetta era lenta ad arrivare, doveva percorrere lunghe distanze e si muoveva sopra un carro trainato da buoi, quindi il più delle volte poteva impiegare molto tempo per raggiungere la sua destinazione finale. Ma arrivava sempre, puntuale e implacabile...".

"La vita era tutt'altro che perfetta. Spesso, troppo spesso, si rivelava essere ben peggiore del peggiore incubo, un arido e desolato inferno pieno di gente disperata, che vagava confusa lungo una strada senza uscita lastricata di dolore e sofferenza." 
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