cineromanzo |
Tempo fa avevo recensito "Tess dei D'Urberville", il classico scritto da Thomas Hardy.
Segnalo a tal proposito il film tratto dal libro, pluripremiato ma che non ho visto ancora..
Rimedierò! ^_^
locandina |
Tess è un film del 1979 diretto da Roman Polanski, tratto dal romanzo Tess dei D'Urbervilles (1891) di Thomas Hardy, vincitore di tre premi Oscar (Miglior Fotografia, Scenografia, Costumi
Golden Globe - Miglior Film Straniero ).
La versione italiana attuale è stata tagliata di 25 minuti (una durata di 165 minuti contro i 190 minuti dell'originale).
TRAILER
Tra gli attori protagonisti: Nastassja Kinski (Tess), Peter Firth (Angel), Leigh Lawson (Alec dei D'Urberville), John Collin (Mr. Durbeyfield).
Sinossi
Inghilterra, fine dell’Ottocento. Tess Durbeyfield è una bellissima ragazza di umili origini che vive nella campagna del Dorset; ma quando suo padre viene a sapere che la loro famiglia discende da una stirpe di antica nobiltà, i d’Urberville, Tess viene mandata a conoscere i loro parenti ricchi. Sedotta dal suo sedicente cugino Alec, Tess decide di lasciare la famiglia per recarsi a lavorare in una fattoria.
Tratto dal celebre romanzo “Tess dei d’Urberville”, un classico della letteratura inglese firmato da Thomas Hardy, “Tess” è stato il primo film diretto dal regista polacco Roman Polanski dopo la sua fuga dagli Stati Uniti in seguito all’imputazione per abuso di minore. Girato nel nord della Francia come una co-produzione internazionale ad alto budget, “Tess” ha ottenuto un grande successo in tutto il mondo ed ha riscosso numerosi consensi, aggiudicandosi tre premi Oscar (fotografia, scenografia e costumi) e tre premi César, fra cui quelli per il miglior film e la miglior regia. Polanski ha dedicato la pellicola alla memoria della sua defunta moglie Sharon Tate, che prima di morire gli aveva suggerito l’idea di portare sullo schermo il capolavoro di Hardy.
Ambientato nel Dorset alla fine del XIX secolo, il film è totalmente incentrato sulla figura di Tess Durbeyfield, una giovanissima contadina di rara bellezza interpretata dalla diciottenne Nastassja Kinski, attrice tedesca figlia di Klaus Kinski. La sceneggiatura, scritta da Polanski con John Brownjohn e Gerard Brach, si mantiene estremamente fedele al libro di Hardy, raccontando con dovizia di particolari la triste vicenda della sventurata Tess, che dopo essere stata sedotta e abbandonata dal ricco Alec d’Urberville (Leigh Lawson) si innamora, ricambiata, di Angel Clare (Peter Firth), il figlio di un pastore, che acconsente a prenderla in moglie ma in seguito scopre il suo segreto. Il film segue dunque la parabola di questa ragazza vittima di un destino avverso e delle ipocrisie di una società puritana e classista, fino a sfociare in un tragico ed inaspettato epilogo.
Roman Polanski dirige un melodramma raffinatissimo e formalmente impeccabile, impreziosito da un’eccellente ricostruzione d’epoca e dall’apporto della splendida fotografia di Geoffrey Unsworth (deceduto nel corso delle riprese), che riesce a rendere alla perfezione l’atmosfera nebbiosa della campagna inglese. Il film può risentire di una lunghezza forse eccessiva (circa tre ore di durata), ma resta un prodotto di altissimo artigianato non privo di momenti di grande suggestione; senza dubbio, una delle migliori trasposizioni letterarie viste al cinema negli ultimi decenni.
Nastassja - Tess |
Peter - Angel |
Leigh- Alec |
John - Mr. Durbeyfield |
Sinossi
Inghilterra, fine dell’Ottocento. Tess Durbeyfield è una bellissima ragazza di umili origini che vive nella campagna del Dorset; ma quando suo padre viene a sapere che la loro famiglia discende da una stirpe di antica nobiltà, i d’Urberville, Tess viene mandata a conoscere i loro parenti ricchi. Sedotta dal suo sedicente cugino Alec, Tess decide di lasciare la famiglia per recarsi a lavorare in una fattoria.
scena |
Tratto dal celebre romanzo “Tess dei d’Urberville”, un classico della letteratura inglese firmato da Thomas Hardy, “Tess” è stato il primo film diretto dal regista polacco Roman Polanski dopo la sua fuga dagli Stati Uniti in seguito all’imputazione per abuso di minore. Girato nel nord della Francia come una co-produzione internazionale ad alto budget, “Tess” ha ottenuto un grande successo in tutto il mondo ed ha riscosso numerosi consensi, aggiudicandosi tre premi Oscar (fotografia, scenografia e costumi) e tre premi César, fra cui quelli per il miglior film e la miglior regia. Polanski ha dedicato la pellicola alla memoria della sua defunta moglie Sharon Tate, che prima di morire gli aveva suggerito l’idea di portare sullo schermo il capolavoro di Hardy.
Ambientato nel Dorset alla fine del XIX secolo, il film è totalmente incentrato sulla figura di Tess Durbeyfield, una giovanissima contadina di rara bellezza interpretata dalla diciottenne Nastassja Kinski, attrice tedesca figlia di Klaus Kinski. La sceneggiatura, scritta da Polanski con John Brownjohn e Gerard Brach, si mantiene estremamente fedele al libro di Hardy, raccontando con dovizia di particolari la triste vicenda della sventurata Tess, che dopo essere stata sedotta e abbandonata dal ricco Alec d’Urberville (Leigh Lawson) si innamora, ricambiata, di Angel Clare (Peter Firth), il figlio di un pastore, che acconsente a prenderla in moglie ma in seguito scopre il suo segreto. Il film segue dunque la parabola di questa ragazza vittima di un destino avverso e delle ipocrisie di una società puritana e classista, fino a sfociare in un tragico ed inaspettato epilogo.
Roman Polanski dirige un melodramma raffinatissimo e formalmente impeccabile, impreziosito da un’eccellente ricostruzione d’epoca e dall’apporto della splendida fotografia di Geoffrey Unsworth (deceduto nel corso delle riprese), che riesce a rendere alla perfezione l’atmosfera nebbiosa della campagna inglese. Il film può risentire di una lunghezza forse eccessiva (circa tre ore di durata), ma resta un prodotto di altissimo artigianato non privo di momenti di grande suggestione; senza dubbio, una delle migliori trasposizioni letterarie viste al cinema negli ultimi decenni.
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Un buon libro lascia al lettore l'impressione di leggere qualcosa della propria esperienza personale. O. Lagercrantz